Amadeus. Amadeus. Amadeus. Luigi Boccherini. Luigi Boccherini. Quintetti, Divertimenti e Concerti



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Amadeus Luigi Boccherini (Lucca 19/2/1743 - Madrid 28/5/1805) Quintetto n. 7 in mi minore G 451 per chitarra e quartetto d archi (20'33) 1 Allegro moderato 6'55 2 Adagio 4'04 3 Minuetto. Trio 4'10 4 Allegretto 5'24 Divertimento n. 3 op. 16 in la maggiore G 463 per flauto e archi (15'29) 5 Allegretto moderato 5'01 6 Allegro assai 5'26 7 Amoroso 5'02 Concerto per violoncello e orchestra d archi in sol maggiore G 480 (16'06) 8 Allegro 7'03 9 Adagio 4'28 bl Allegro 4'35 T. T.: 63'47 Neuzeit Std = per la diffusione Fondazione AM 292-2 Quintetto n. 6 op. 55 in re minore G 436 per flauto e quartetto d archi (11'37) bm Allegretto comodo assai 7'35 bn Minuetto 4'02 Amandine Beyer, violino Marco Ceccato, violoncello Manuel Granatiero, flauto Francesco Romano, chitarra Viva Std = F ITC Benguiat = Amadeus non in vendita separatamente da amadeus Luigi Boccherini Quintetti, Divertimenti e Concerti REGISTRAZIONE inedita Amadeus Amadeus Amandine Beyer, violino - Marco Ceccato, violoncello Manuel Granatiero, flauto - Francesco Romano, chitarra

LUIGI BOCCHERINI (Lucca 19/2/1743 - Madrid 28/5/1805) Quintetto n. 7 in mi minore G 451 per chitarra e quartetto d archi 1 Allegro moderato (6'55) 2 Adagio (4'04) 3 Minuetto. Trio (4'10) 4 Allegretto (5'24) Composizione 1799 Prima edizione Zimmermann, Lipsia-Berlino-Riga, 1925 Organico chitarra, 2 violini, viola, violoncello Divertimento n. 3 op. 16 in la maggiore G 463 per flauto e archi 5 Allegretto moderato (5'01) 6 Allegro assai (5'26) 7 Amoroso (5'02) Composizione 1773 Prima edizione La Chevardière, Parigi, 1775 Organico flauto, 2 violini, viola, 2 violoncelli, violone Concerto per violoncello e orchestra d archi in sol maggiore G 480 8 Allegro (7'03) 9 Adagio (4'28) bl Allegro (4'35) Composizione 1770 Prima edizione Bureau d Abonnement Musical, Parigi, 1770 (come Concerto III) Organico violini primi, violini secondi, viola, violoncello, violone, violoncello solista Quintetto n. 6 op. 55 in re minore G 436 per flauto e quartetto d archi bm Allegretto comodo assai (7'35) bn Minuetto (4'02) Composizione 1797 Prima edizione Pleyel, Parigi, 1800 (come op. 45) Organico flauto, 2 violini, viola, violoncello Amandine Beyer, violino (violino Pierre Jacquier 1996, copia da Amati) Marco Ceccato, violoncello (violoncello Giuseppe Sgarbi, 1850) Manuel Granatiero, flauto (flauto traverso copia Heinrich Grenser a 8 chiavi di Rudolf Tutz nel Quintetto op. 55 e copia August Grenser a una chiave di Rudolf Tutz nel Divertimento op. 16) Francesco Romano, chitarra (chitarra Filippo Guarmandi, Bologna 1808) Amandine Beyer ( 1 - bn ), Teresa Ceccato ( 8 - bl ) e Alberto Caponi ( 8 - bl ), violini primi Ayako Matzunaga ( 1 - bn ), Gabriele Politi ( 8 - bl ) e Nunzia Sorrentino ( 8 - bl ), violini secondi Teresa Ceccato ( 1-7, bm, bn ) e Ottavia Rausa ( 8 - bl ), viole Marco Ceccato ( 1 - bn ) e Rebeca Ferri ( 5 - bl ), violoncello Matteo Coticoni ( 5 - bl ), violone

all ascolto Guida all ascolto Luigi Boccherini Quintetti, Divertimenti e Concerti di Alessandro De Bei 4 I l Quintetto n. 7 G 451 per chitarra e quartetto d archi appartiene a un gruppo di Quintetti frutto di trascrizioni e adattamenti realizzati dallo stesso Boccherini da sue opere precedenti. L uso della chitarra è un omaggio che il musicista lucchese fece al marchese di Benavente: l originale era un quintetto con due viole e Boccherini utilizzò la chitarra ora come strumento armonico, ora come raddoppio di altre parti, ora come vero e proprio solista. Composto intorno al 1799, nel periodo del suo secondo soggiorno a Madrid, il Quintetto G 451 è una pagina equilibrata e piacevole; il primo movimento, Allegro moderato 1, si apre in un clima musicale quasi misterioso, ben reso dalle delicate note del violino sostenute dall ostinato ribattuto della chitarra. A questo primo motivo fa seguito un secondo tema in sol maggiore, presentato dagli archi. Gioiose cadenze concludono l esposizione e aprono alla sezione di elaborazione, tutta giocata sugli arpeggi modulanti della chitarra che creano un atmosfera musicale molto suggestiva, quasi notturna. Regolare la ripresa del primo e del secondo tema (ora in mi minore) ai quali Boccherini fa seguire un nuovo motivo che di fatto conduce alle cadenze finali. L Adagio 2 è scritto nella canonica forma A-B-A; dopo poche battute introduttive degli archi, la chitarra prende in mano il discorso musicale con morbidi e dolci arpeggi in sol maggiore. La seconda parte è invece più danzante, grazie alle scalette discendenti in terze del solista. La ripresa della prima parte viene seguita dal ritorno del motivo danzante del solista che chiude la pagina con tre strappate fortissimo in sol maggiore. Il Minuetto 3 è tripartito: la prima sezione, in mi minore, è dominata dalla chitarra solista (rapidi arpeggi in terzine); la seconda, dal carattere più cantabile e spensierato, è in mi maggiore (tema cantabile al violino). 5 Guida all ascolto Una breve ripresa della prima sezione porta al Trio, galante nel dolce tema di danza proposto dal violino e dal violoncello sopra i fluidi arpeggi della chitarra. La ripresa del Minuetto senza ritornelli conclude il movimento. Meravigliosamente cantabile e scorrevole è il movimento finale, Allegretto 4, condotto dalla chitarra solista con un tema sereno e disteso in mi maggiore, cui fa seguito un secondo motivo più acceso presentato dagli archi. La sezione centrale, in mi minore, è più appassionata e inquieta, e viene giocata in dialogo serrato fra il solista e il quartetto d archi. Il Quintetto si chiude con la ripresa della prima parte. Composto intorno al 1773, il Divertimento o Sestetto op. 16 per flauto, 2 violini, viola, 2 violoncelli e violone risale al primo soggiorno madrileno di Boccherini (1768-1776). Si apre con un Allegretto moderato 5 la cui prima parte presenta un percorso tonale tonica-dominante (da la maggiore a mi maggiore) ed è costruita su un tema solare esposto dagli archi e subito ornato dal flauto con vivaci figurazioni in semicrome. Dopo il ritornello della prima parte, la seconda parte è costituita di fatto dall elaborazione del tema principale, nella quale gioca un ruolo centrale il flauto. La ripresa scorciata della prima sezione termina il movimento. L Allegro assai 6 è una pagina decisamente più virtuosistica: qui le evoluzioni del flauto sono notevoli (veloci scalette, vivaci trilli, arpeggi a piena estensione) e conferiscono alla pagina il carattere di concerto solistico. Nella seconda parte del movimento, in tonalità minore, gli archi conducono il discorso musicale, mentre il flauto stende un tappeto di arpeggi di semicrome modulanti che portano direttamente alla ripresa della prima parte con la quale si conclude la pagina. Il Divertimento termina con un delicato Amoroso 7 in la maggiore, nel quale il flauto ha modo di esibire doti di cantabilità, tanto nella prima parte in la maggiore (tenero tema discendente in imitazione con gli archi), quanto nella seconda parte in la minore (scatto ascendente seguito da scaletta discendente degli archi), irta anch essa, come già nel primo movimento, di passaggi di bravura (rapidi arpeggi e scalette in semicrome). La ripresa abbreviata della prima parte conclude la composizione.

Guida all ascolto Guida all ascolto Anche il Concerto in sol maggiore G 480 per violoncello e orchestra d archi del 1770 si colloca nel primo soggiorno a Madrid presso la corte di Carlo III, in seno alla quale il principe ereditario Don Carlos (che diverrà più tardi re col titolo di Carlo IV), violinista dilettante, si occupava di tutte le questioni artistiche, e in particolare musicali. Celebre, ma forse poco attendibile, la testimonianza del musicologo francese François-Henri-Joseph Castil-Blaze che racconta di quando il principe Don Carlos criticò un passaggio ripetitivo in una composizione di Boccherini, che rispose semplicemente: «Per emettere un giudizio, occorre essere un conoscitore». Focosa e irata fu la reazione del principe che afferrò Boccherini e lo fece penzolare dalla finestra: da quel momento gli venne vietato l accesso alla corte reale. Nell Allegro 8, che apre il Concerto, l esposizione orchestrale, in sol maggiore, ne presenta i temi principali: il primo, costituito da terze ascendenti seguite da una veloce scaletta discendente in ritmo puntato, e il secondo, brioso e vivace nelle terze staccate seguite da rapidi trilli e unite da una scaletta ascendente, di vivaldiana memoria. Una rapida chiusa porta all ingresso del violoncello solista che subito si appropria del primo tema, facendolo seguire da un episodio di bravura costituito da veloci semicrome. La modulazione alla dominante conduce a un Tutti orchestrale in re maggiore che prende le mosse dal primo tema, lo elabora e giunge al secondo tema, ora in re maggiore. L episodio solistico successivo esplora le tonalità vicine ed esalta la cantabilità del violoncello; un lungo pedale di re riconduce a sol maggiore e alla ripresa del primo tema, giocato ora in grazioso dialogo fra solista e violini. La ripresa del secondo tema, che il violoncello espone qui per la prima volta, porta alla cadenza solistica seguita dalla chiusa orchestrale. L Adagio 9 è dominato dal canto dolente e quasi rassegnato del violoncello nella mesta tonalità di sol minore, che solo a tratti si apre al maggiore. La sua struttura è tripartita (AAA ): a una prima parte (ripetuta) in sol minore, fa seguito una variazione della stessa che prende le mosse da si bemolle maggiore e tocca i momenti più drammatici della composizione. Una breve cadenza solistica chiude il movimento. L Allegro bl conclusivo si apre col Tutti iniziale, nel quale Boccherini presenta il tema principale in eco fra archi chiari e scuri: è un motivo spensierato e brioso che richiama movenze di danza ternaria. Il primo episodio solistico riprende il tema principale e ne presenta poi un secondo, più cantabile, esposto in progressione ascendente e concluso con frizzanti terzine di semicrome nel registro sovracuto del violoncello. Un nuovo Tutti in re maggiore precede il secondo episodio solistico, più intenso e drammatico del precedente. La riapparizione del tema cantabile, ora in sol maggiore, porta al Tutti conclusivo. Il Quintetto n. 6 op. 55 G 436 appartiene alla raccolta di Sei Quintettini per oboe o flauto dedicati all oboista Gaspare Barli e pubblicati a Parigi nel 1800. Articolato in due soli movimenti, prende le mosse da un Allegretto comodo assai bm, la cui esposizione si apre con un tema malinconico in re minore, esposto dai violini sopra le lunghe note del flauto e poi subito ripetuto dal solista. Una breve transizione conduce alla tonalità di fa maggiore, nella quale viene presentato il secondo tema (ritmo puntato seguito da scaletta ascendente) e il terzo tema, galante ed espressivo (violini). Una vivace coda cadenzale conclude la prima parte. La sezione centrale riprende spunti del secondo e del terzo tema elaborandoli liberamente. La ripresa della prima parte inverte l ordine dell esposizione: prima udiamo il secondo e il terzo tema, poi il primo tema in re minore. Una nuova coda cadenzale conclude il movimento. Il Minuetto bn presenta un suggestivo motivo, la cui originalità è dovuta allo spostamento degli accenti ritmici e alla contrazione degli incisi musicali. Nelle strappate degli archi riecheggiano forti le suggestioni della musica popolare spagnola. Il Trio, in tonalità maggiore, è più tradizionale nella sua fluente cantabilità, ma qui e là ritornano le strappate degli archi, quasi accordi chitarristici che spezzano il ritmo della frase. Regolare la ripresa del Minuetto iniziale. 6 7

Interpreti Amandine Beyer, violino Ha iniziato lo studio della musica all età di quattro anni, dapprima flauto dolce e poi violino sotto la guida di Aurelia Spadaro. A 15 anni è ammessa al Conservatoire Supérieur di Parigi, ottenendo nel 1994 il primo premio nella classe di violino. Parallelamente si dedica allo studio della musicologia, ottenendo la laurea presso l Università di Aix-en-Provence. Nel 1995 prosegue i propri studi alla Schola Cantorum Basiliensis, nella classe di violino barocco di Chiara Banchini e, quattro anni più tardi, consegue il Solisten-diplom. Come solista ha tenuto concerti in tutta Europa, suonando con Mala Punica, Concerto Vocale, la Capella Reial d Catalunya, La Petite Bande e con i gruppi, L Assemblée des Honnestes Curieux (con il quale ha ottenuto il primo premio e il premio speciale della giuria nel concorso di Rovereto del 1998) e Gli Incogniti (con il quale ha vinto i premi discografici Le choc de la Musique, Diapason d Or e Gramophone Prize ). Ha inciso per Erato, Harmonia Mundi France, Opus 111, Alpha e Zig Zag e per numerose radio e televisioni come France Musiquem Radio Classique, Wdr e Orf. Nel marzo del 2001 ha ottenuto il primo premio nella Concorso Internazionale Antonio Vivaldi a Torino. È docente di violino barocco presso la Schola Cantorum Basiliensis. Interpreti Marco Ceccato, violoncello Formatosi prima in violoncello moderno con Teodora Campagnaro e David Geringas e successivamente in violoncello barocco con Gaetano Nasillo, ha svolto la propria attività concertistica e discografica anche come solista, con le più importanti Orchestre e formazioni da camera europee. In qualità di primo violoncello, attualmente collabora con diverse orchestre barocche, tra le quali Le Concert des Nations, diretta da Jordi Savall e l Academia Montis Regalis, diretta da Alessandro de Marchi. Nel 2006 ha fondato con la violinista francese Amandine Beyer l ensemble Gli Incogniti, con il quale ha riscosso importanti riconoscimenti dalla critica internazionale (Diapason d or, Choc de Classica, Gramophone). Nel 2004 ha fondato a Roma l. Svolge da molti anni attività di ricerca musicologica con particolare attenzione alla letteratura violoncellistica italiana del XVII e XVIII secolo. Ha recentemente inciso per l etichetta discografica francese Zig Zag le Sonate per violoncello e basso continuo di Vivaldi, la cui uscita è prevista in aprile 2014. Attualmente è titolare della cattedra di violoncello barocco presso il Dipartimento di musica antica dell Università di Oporto. Manuel Granatiero, flauto Nato a Napoli nel 1976, nel 1991 vince il terzo premio al concorso internazionale Undine. Si diploma nel 1994, conseguendo nello stesso anno il Premier prix all unanimità all Accademia del flauto italiana con Raymond Guiot. Nel 1999 inizia lo studio del flauto barocco e classico entrando al Koninklijk Conservatorium di Bruxelles sotto la guida di Barthold Kuijken, Marc Hantaï e Frank Theuns. Qui ottiene il diploma con distinzione nel 2004. Collabora con alcune delle più importanti orchestre specializzate nella prassi esecutiva su strumenti d epoca, sia in qualità di solista che di prima parte: Gli Incogniti, Academia Montis Regalis, il Complesso Barocco, Les Talens Lyriques, Accademia Bizantina, Australian Chamber Orchestra, Hollande Baroque Society, Ensemble Philidor, La Chambre Philarmonique, Le Cercle de l Harmonie, Concerto Italiano, Les Ambassadeurs, Ensemble Cordia, solo per citare alcuni gruppi. Ha inciso per Deutsche Grammophon, Decca, Naive, Deutsche Harmonia Mundi, Zig Zag, Dynamic, Virgin, Atma Classique e Stradivarius. È uno dei fondatori dell. Francesco Romano, chitarra Nato a Roma, successivamente al diploma di chitarra ha rivolto il suo interesse al repertorio rinascimentale e barocco sugli strumenti appartenenti alla famiglia del liuto e della chitarra. Da molti anni svolge un intensa attività concertistica come solista e come membro di formazioni da camera per le principali istituzioni musicali e festival in Europa, America e Asia. Ha collaborato con i più importanti gruppi di musica antica europei e inoltre con Christoph Coin, Rinaldo Alessandrini, Giovanni Antonini, Andrew Lawrence King. Dalla sua fondazione, è membro del ensemble Gli Incogniti, gruppo 8 9

Interpreti diretto dalla violinista Amandine Beyer, con cui ha effettuato numerose registrazioni che sono state premiate con i più prestigiosi premi internazionali, tra cui il Diapason d Or, Le Choc de la Musique, Deutsche Schallplatten. Ha inciso per Opus 111, Naive, Symphonia, Capriccio, Edel Klassik, Hyperion, Amadeus, Zig Zag, Divox, Harmonia Mundi. Insegna chitarra e liuto al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze È un ensemble che si occupa di musica antica attraverso l utilizzo di strumenti originali. Nato a Roma nel 2004, riunisce le esperienze di alcuni tra i musicisti dell ultima generazione maggiormente attivi sulla scena internazionale. I suoi componenti, collaborando con i più importanti ensemble di musica antica, si esibiscono nelle più prestigiose sale del mondo. Si è esibita in diversi festival in Italia e all estero. Dal 2005 al 2008 è stato gruppo residente presso la stagione di musica antica di Sant Antonio dei Portoghesi a Roma. Nel 2010 ha ottenuto numerosi riconoscimenti dalla critica musicale per il disco vivaldiano Cupido, tu vedi; a breve è prevista l uscita di un cd di Sonate per violoncello e basso continuo di Vivaldi registrato per l etichetta discografica francese Zig Zag. Amadeus n. 292 Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 e 2014 s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione 8-11 settembre 2012, Cori (LT) Direzione artistica Ottavia Rausa Tecnico del suono Giuseppe Famularo (Roma) In copertina Marco Ceccato, Manuel Granatiero e Francesco Romano (Foto di Filippo Romano) Si ringraziano: Stefano e Lilli Rizzo per il loro generoso contributo che ha reso possibile la registrazione di questo cd, il liutaio Lorenzo Frignani che ha concesso di utilizzare la chitarra Filippo Guarmandi appartenente alla sua collezione, il dottor Giacomo Curatolo per aver generosamente concesso in prestito il violoncello Giuseppe Sgarbi N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201403.pdf 10 11