DEI GRANDI LAGHI PREALPINI:

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DEI GRANDI LAGHI PREALPINI: STRUTTURA, BIOLOGIA, TUTELA Prof. Ettore Grimaldi Dott. Alessandra Ippoliti* * G.R.A.I.A. Srl Varano Borghi (VA) Como, Università dell Insubria Giugno 2003

Il popolamento ittico originario dei grandi laghi prealpini Clupeidi Salmonidi Agone (Alosa fallax lacustris) I Trota lacustre (Salmo (trutta) marmoratus?) Carpione (Salmo (trutta) carpio) I.. solo Lago di Garda Esocidi Ciprinidi Cobitidi Luccio (Esox lucius) Tinca (Tinca tinca) Barbo (Barbus barbus plebejus) Vairone (Leuciscus souffia muticellus) Savetta (Chondrostoma soetta) I assente dal Lago di Garda Cavedano (Leuciscus cephalus) Pigo (Rutilus pigus) assente dal Lago di Garda Triotto (Rutilus erythrophthalmus) I Scardola (Scardinius erythrophthalmus) Alborella (Alburnus alburnus alborella) Cobite (Cobitis taenia) Anguillidi Anguilla (Anguilla anguilla) Gadidi Percidi Bottatrice (Lota lota). originariamente assente dal Lago di Garda e dal Lago di Iseo Pesce persico (Perca fluviatilis) Blennidi Cagnetta (Blennius fluviatilis) Gobidi Ghiozzo (Padogobius martensii) I I

Tre preziosi endemismi dei nostri laghi Il Carpione (Salmo trutta carpio) L Agone (Alosa fallax lacustris) Il Pigo (Rutilus pigus) Carpione (Salmo trutta carpio) Sottospecie della trota europea esclusiva del Lago di Garda. Ha caratteristiche biologiche particolari: L originaria ittiofagia della specie di appartenenza è sostituita con una dieta a base di crostacei planctonici Forte riduzione della taglia Si riproduce a grande profondità (80-300 m) Oltre alla normale frega invernale dei Salmonidi, effettua una seconda frega in luglio-agosto

Tre preziosi endemismi dei nostri laghi Il Carpione (Salmo trutta carpio) L Agone (Alosa fallax lacustris) Il Pigo (Rutilus pigus) L Agone (Alosa fallax lacustris) Si distingue dalla cheppia (Alosa fallax nilotica), specie migratoria anadroma, per il ciclo biologico completamente lacustre dieta zooplanctofaga anziché ittiofaga dimensioni più ridotte (sino 35 cm anziché 50 cm circa) numero maggiore di branchiospine (30-40 anziché 20-25 sulla porzione inferiore del primo arco branchiale)

Tre preziosi endemismi dei nostri laghi Il Carpione (Salmo trutta carpio) L Agone (Alosa fallax lacustris) Il Pigo (Rutilus pigus) Il Pigo (Rutilus pigus) Esclusivo oltre che dei grandi laghi anche degli affluenti di sinistra del Po. Ha enormi e acuminati bottoni nuziali che si sviluppano durante la stagione riproduttiva Descritti 2000 anni fa da Plinio il Vecchio nella Historia Naturalis

Trota lacustre (Salmo trutta marmoratus?)

Luccio (Esox lucius)

Tinca (Tinca tinca)

Barbo (Barbus barbus plebejus)

Vairone (Leuciscus souffia muticellus)

Savetta (Chondrostoma soetta)

Cavedano (Leuciscus cephalus)

Triotto (Rutilus erythrophthalmus)

Scardola (Scardinius erythrophthalmus)

Alborella (Alburnus alburnus alborella )

Anguilla (Anguilla anguilla)

Bottatrice (Lota lota)

Persico reale (Perca fluviatilis)

Cagnetta (Blenna fluviatilis)

Ghiozzo (Padogobius martensii)

Specie alloctone introdotte con successo nei grandi laghi prealpini In epoca classica (I sec. D.C.) Ciprinidi Carpa (Cyprinus carpio) Europa centro-orientale (Danubio) XIX secolo - prima metà XX secolo Salmonidi Coregoni (Coregonus spp.) Europa centrale Salmerino alpino (Salvelinus alpinus) Europa centrale Percidi Lucioperca (Stizostedion lucioperca) Europa centro-orientale Centrarchidi Persico trota (Micropterus salmoides) Nord America Persico sole (Lepomis gibbosus) Nord America In anni recenti Ciprinidi Gardon (Rutilus rutilus) Europa centrale E IN FUTURO????

I Pesci del Pavesi : cronistoria dell introduzione dei coregoni 1861 1877-1879 1880 1885 1886-87-89 1891 1891-93-94 1897 1921 1950 1970 Anni 80 Introduzione di uova fecondate di Coregonus wartmanni coeruleus del Lago di Costanza nel L. di Como e nel L. Maggiore ad opera di De Filippi. Unico riscontro concreto: la cattura di 1 coregone nel Verbano (1881) Pietro Pavesi (1844-1907) accerta la presenza nei nostri laghi degli stessi crostacei planctonici predati dai coregoni nei laghi transalpini (Leydig) Alla Mostra Internazionale della Pesca di Berlino, Pavesi discute con altri esperti un programma scientifico di introduzioni di specie esotiche in Italia, in particolare il Coregone 500.000 uova di Coregonus wartmanni coeruleus del Lago di Costanza incubate a Fiumelatte (L. di Como). Fine anno: cattura di 43 giovani esemplari Altri 2 milioni ca. di avannotti immessi nel L. di Como Prima immissione di successo di coregoni nel L. Maggiore (800.000) Ulteriori immissioni nel L. Maggiore Prima immissione nel L. di Lugano e nell Iseo Prima immissione nel L. di Garda Introduzione del coregone bondella (C. macrophthalmus) del L. di Neuchatel nel L. Maggiore (circa 100.000 avannotti) Introduzione dello stesso coregone nel L. di Como Comparsa di una terza forma di coregone - a riproduzione litorale come il lavarello introdotto da Pavesi - nel L. Maggiore. Provenienza ipotizzata: L. di Neuchatel

Carpa (Cyprinus carpio)

Coregone (Coregonus spp.)

Salmerino alpino (Salvelinus alpinus)

Lucioperca (Stizostedion lucioperca)

Boccalone o Persico trota (Micropterus salmoides)

Persico sole (Lepomis gibbosus)

Gardon (Rutilus rutilus)

Distribuzione spaziale del popolamento ittico POPOLAMENTO LITORALE Specie ittiche che durante l intero ciclo biologico mantengono un contatto più o meno stretto con il substrato di fondo: Popolamento litorale sensu strictu: specie distribuite sempre sul litorale (triotto, pigo, cavedano, savetta, scardola, carpa, tinca, persico, boccalone, persico sole, luccio, ghiozzo, cagnetta) Popolamento sublitorale: specie distribuite per la maggior parte del ciclo biologico nella zona sottostante quella litorale (bottatrice, anguilla, salmerino, lucioperca) Popolamento parafluviale: specie reofile che risiedono nei tratti prossimi all immissione di tributari (vairone, barbo, stadi giovanili trota) POPOLAMENTO PELAGICO Specie ittiche che, al di fuori del periodo riproduttivo, si situano nella massa d acqua senza contrarre rapporti regolari con il substrato di fondo: Popolamento eupelagico: specie che si portano nella zona litorale e sublitorale solo per la riproduzione (coregone, agone, trota) Popolamento a distribuzione prevalentemente pelagica: specie che guadagna la zona litorale per fini trofici oltre che riproduttivi (alborella)

Relazioni trofiche POPOLAMENTO LITORALE Numerose opzioni alimentari offerte dal litorale Elevato numero di specie elevata differenziazione trofica Consumatori di alimento alloctono, ossia organismi e materiale organico di varia natura provenienti dal bacino imbrifero (cavedano) Consumatori di macrofite acquatiche (scardola) Consumatori di alghe bentoniche (pigo, savetta) Consumatori di invertebrati bentonici (triotto, gardon, carpa, tinca, persico sole) Consumatori di invertebrati bentonici e pesci (pesce persico, nell ordine, dall età giovanile all età adulta) Consumatori di pesci (luccio, persico trota) POPOLAMENTO PELAGICO Modesto numero di specie scarsa differenziazione trofica Solo 2 categorie alimentari: Consumatori di zooplancton: coregone, agone, alborella Consumatori di pesci: trota lacustre

Migrazioni La collocazione spaziale dei pesci varia nel corso delle stagioni a causa delle migrazioni effettuate dai pesci per il soddisfacimento delle esigenze biologiche ORIZZONTALI Evidenti nei pesci pelagici. Hanno finalità: Riproduttive: abbandono della zona pelagica per quella litorale (coregone, agone, alborella) o per il tratto terminale dei tributari (trota lacustre) Alimentari: ricerca di sciami zooplanctonici non ancora sfruttati da parte delle specie ittiche planctofaghe VERTICALI Mirano a collocare i pesci nell ambito termico corrispondente alle loro esigenze fisiologiche. La distribuzione verticale presenta due fasi stagionali: Fase di omeotermia (tardo autunno-primavera): le diverse specie non mostrano una distribuzione verticale nettamente differenziata Fase di stratificazione termica (tarda primaveraautunno): le specie euriterme (agone, alborella) possono occupare anche le acque più calde dell epilimnio, mentre le stenoterme (coregone, trota) devono portarsi in acque più profonde e fresche (termoclino, ipolimnio sup). Il popolamento litorale occupa profondità > in inverno, per la tutela termica.

Riproduzione MATURITÀ SESSUALE Nelle nostre acque viene di norma raggiunta a 2-3 anni DIMORFISMO SESSUALE Quasi assente nei nostri pesci. In alcune specie durante il periodo riproduttivo la livrea assume tinte più vivaci nei maschi (es. salmerino alpino). In molti Ciprinidi (pigo, triotto, vairone) ed in alcuni Salmonidi (coregoni) durante il periodo di frega compaiono numerose escrescenze cutanee (bottoni o tubercoli nuziali) più evidenti nei maschi STAGIONE RIPRODUTTIVA Specie a riproduzione primaverile-estiva: tutti i Ciprinidi, pesce persico e lucioperca, persico sole, persico trota, agone Specie a riproduzione invernale: trota, coregoni Specie a riproduzione tardo invernale : luccio

Riproduzione AMBIENTE DI RIPRODUZIONE Tutti i pesci dei nostri laghi si riproducono nella zona litorale e sublitorale ed alcuni nel tratto terminale dei tributari. A seconda del tipo di substrato prescelto si distinguono in: litofili: se esso è di natura minerale (cavedano, alborella, trota ) fitofili: se esso è di natura vegetale (tinca, scardola, luccio ) FECONDITÀ RELATIVA È il n. uova/ Kg femmina È assai variabile a seconda della specie Per es.: Trota lacustre: 1.000-2.000 Salmerino: 3.000-5.000 Coregoni: 40.000-50.000 Pesce persico: 45.000-250.000

Attività di pesca FINALITÀ ECONOMICO-ALIMENTARI: documentate già in epoca preistorica (pesca commerciale o professionale) RICREATIVE: sviluppatesi nel secolo scorso come espressione di massa del tempo libero (pesca sportiva)

Attività di pesca PRINCIPALI ATTREZZI IN USO NELLA PESCA COMMERCIALE RETI VOLANTI: munite superiormente di galleggianti ed inferiormente di una corda piombata o di anelli metallici che le tengono distese perpendicolarmente. Sono libere di muoversi nel pelago lacustre nel senso delle correnti dominanti RETI DA FONDO: munite superiormente di galleggianti di profondità e inferiormente di una corda piombata o di anelli metallici a contatto col fondo RETI DA POSTA: identiche alle volanti ma ancorate ad una postazione fissa, rimanendo per altro distaccate dal fondo TRAMAGLI: tre reti strettamente affiancate, di cui quelle esterne a maglie più larghe e quella intermedia a maglie più strette. Muniti di galleggianti e zavorrati inferiormente. Possono essere lasciati immersi per una notte o più oppure calati e da lì a poco ritirati, dopo aver spaventato e spinti nella rete i pesci

Attività di pesca specie pelagiche 84%: 137.138 kg Media pescato L. di Como 1996-2002 agone 21%: 28.737 kg SPECIE PELAGICHE alborella 4%: 4.923 kg specie litorali 16%: 25.324 kg trota 1%: 817 kg SPECIE LITORALI coregone 74%: 103.364 kg N. Pescatori professionisti 500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 1931 1983 1999 Anno luccio 2% : 702 kg altre specie 20%: 6.805 persico 40%: 13.815 kg cavedano, pigo 32% : 11.103 kg tinca 6% : 1.938 kg

Eutrofizzazione e struttura del popolamento ittico Oligotrofia Mesotrofia Aumento produzione ittica totale coregoni, agone, percidi, ciprinidi salmerino Mesotrofia Eutrofia Aumento produzione ittica totale ciprinidi, percidi trota, coregoni, agone Eutrofia Ipertrofia Aumento iniziale produzione ittica totale, seguito da un calo Ciprinidi (inizialmente, quindi in calo) percidi Salmonidi Percidi Ciprinidi

Altri fattori antropici di alterazione del popolamento ittico PRELIEVO DI PESCA SQUILIBRATO INTRODUZIONE DI SPECIE ITTICHE ALLOCTONE ARTIFICIALIZZAZIONE DELLE SPONDE ALTERAZIONE DEL REGIME IDRAULICO DEL LAGO

Fattori antropici di alterazione: Eutrofizzazione e morbilità ittica Principali cause: Evidente correlazione tra innalzamento del livello trofico e frequenza di forme morbose da bioaggressori (virus, batteri, funghi, protozoi) a carico dei pesci azione stressante dell ambiente con conseguente abbassamento delle difese organiche dei pesci (saprobicità patogenicità) moltiplicazione bioaggressori favorita dall aumento di nutrienti e sostanza organica aumento della virulenza dei patogeni obbligati (?)

Fattori antropici di alterazione: Eutrofizzazione e morbilità ittica Individuazione di specifici fattori di stress in episodi morbosi correlati con l eutrofizzazione: incremento dell ammoniaca totale incremento dell importanza relativa dell ammoniaca non ionizzata (ph elevato per fotosintesi algale e/o T elevate) azione irritante a carico dell epitelio respiratorio dell alborella infezione branchiale da funghi (Branchiomyces) o da batteri filamentosi in questa specie ittica

Misure in favore del popolamento ittico dei grandi laghi prealpini Trattamento delle acque usate direttamente o indirettamente confluenti nei laghi Riequilibrio della pressione di pesca Rigorosa applicazione delle normative di pesca Effettiva applicazione delle norme disciplinanti l introduzione di specie ittiche alloctone Divieto di ulteriori interventi di artificializzazione a carico delle sponde lacustri Regimazione idraulica dei laghi rispettosa delle esigenze biologiche della fauna ittica Attività ittiogeniche Interventi assicuranti la percorribilità da parte dei pesci delle connessioni idrografiche tra laghi prealpini e rete fluviale ad essi collegata

Attività ittiogeniche Accertamento della effettiva utilità/necessità di interventi di ripopolamento Interventi di ripopolamento mediante semina di: stadi giovanili a sacco vitellino parzialmente riassorbito (non alimentati) stadi giovanili avanzati (alimentati) Incremento della riproduzione naturale mediante posa di substrati: lignei ( legnaie per persici e altre sp. xilofile e fitofile) minerali (ghiaia, mattoni forati per alborella e altre sp. litofile) Controllo numerico di specie ittiche predatrici e/o competitrici mediante apposite pescate

1: CATTURA RIPRODUTTORI 2: SPREMITURA FEMMINE 3: SPREMITURA MASCHI 4: INCUBAZIONE UOVA

5: RILASCIO AVANNOTTI