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L autore GUIDO QUARZO, (nato a Torino nel 1948) laureato in Pedagogia e specializzato in Didattica del teatro, ha lavorato per molti anni nella scuola elementare sia come insegnante sia come formatore. Dal 1989 si è occupato in modo particolare di teatro per ragazzi, scrivendo testi, organizzando laboratori e spettacoli, ed impegnandosi nell insegnamento della scrittura creativa. Inoltre è da anni scrittore di romanzi, racconti e poesia per l infanzia ed è considerato oggi uno fra gli autori italiani di maggior peso, sia per quantità che per qualità di produzione. Ha pubblicato più di 50 libri per le più importanti Case Editrici particolarmente attente al settore educativo. Tra le sue numerose opere Clara va al mare (Salani, 1999, 2004), Il viaggio dell orca zoppa (Einaudi Ragazzi, 2003), Alla ricerca della strega Cisterna (Fabbri, 2004). Ha vinto, tra gli altri premi letterari, nel 1992, il Premio Andersen-Baia delle favole, nel 1994 il Premio Biblioteca Civica di Lucca, nel 1996 il Premio Il Battello a Vapore, Città di Verbania. Dal 2011 dirige la Collana Bestiale della casa editrice Notes Edizioni. Attualmente, oltre a scrivere storie, partecipa a molti incontri di lettura con le classi, presso scuole e biblioteche, ed è coinvolto attivamente alla diffusione dell iniziativa Nati per Leggere. La sua ultima opera pubblicata è La meravigliosa macchina di Pietro Corvo (Salani Editore, 2013). Materiale realizzato da achab group - www.achabgroup.it Un racconto di Guido Quarzo Illustrazioni di Valentina Tamiazzo LA BUONA STRADA DELLA SICUREZZA

6) Lo stringe come se volesse tenerlo prigioniero: ancora una considerazione su come possiamo accettare o non accettare le regole (per esempio, rispettare un limite di velocità o attraversare la strada sulle strisce pedonali): sono catene che ci imprigionano? Esistono situazioni in cui le regole non valgono? 7) Anna, che è anche la sua migliore amica: nel sogno di Gianni, Anna si è messa in una situazione pericolosa e lui per aiutarla peggiora ancora le cose. Non sempre la prima cosa che ci viene in mente è la cosa giusta da fare. Un comportamento impulsivo può dare pessimi risultati (si pensi per esempio a quando dobbiamo attraversare una strada trafficata...). 8) è pallida, ha un aria un po spaventata: i grandi sanno sempre che cosa fare? Non hanno mai paura di niente? O qualche volta sbagliano pure loro? Se un adulto ha un comportamento scorretto, siamo giustificati nell imitarlo? 9)...non me l aspettavo proprio: bisogna sempre mettere in conto l imprevisto: quando utilizziamo la strada, a piedi o in auto o con la nostra bicicletta, dobbiamo considerare che non ci siamo solo noi. Ci muoviamo sempre in un ambiente dove siamo collegati agli altri e in qualche modo responsabili di quello che succede. Ecco perchè il nostro comportamento deve essere corretto e prevedibile... e purtroppo dobbiamo anche stare attenti a chi non rispetta le regole. 10) Le braccia del nonno sono come una specie di cintura di sicurezza: ancora un invito a riflettere sulla responsabilità che dobbiamo assumere nei confronti degli altri. Comportandoci in modo corretto dimostriamo anche attenzione verso le persone che ci sono vicine. Un racconto di Guido Quarzo Ormai sono grande! si lamenta Gianni. Ho dieci anni, non sono più un bambinetto 1, so stare fermo da solo, non c è bisogno di legarmi!. Sua madre lo sta a sentire pazientemente, ma non sembra per nulla intenzionata a cambiare idea. Sono in piedi davanti all auto, uno di fronte all altra. La portiera dal lato del passeggero è spalancata ma Gianni rimane lì, piantato sul marciapiede a braccia conserte, deciso a sostenere la sua protesta. La cintura non la metto! Mi sembra di essere un salame, mi fa soffocare, mi strozza! E poi è una cosa da bambini piccoli! 2. La cintura è una cosa da grandi gli risponde sua madre. E comunque la questione si risolve così: niente cintura niente gita 3 dai nonni. La mamma di Gianni richiude la portiera e fa scattare la serratura. 14 3

Spunti di riflessione dell autore per una discussione aperta tra genitori e figli L autore vi invita a soffermarvi su alcune parti del racconto (contrassegnate dal carattere corsivo e dal numerino), qui sotto sviluppate, con utili spunti per una discussione aperta tra genitori e figli su temi di vita e comportamenti quotidiani. 1) Non sono più un bambinetto: sentirsi grandi è un atteggiamento positivo, serve a costruire le nostre sicurezze e la stima di sè, ma può renderci anche imprudenti e indurci a comportamenti rischiosi. Autonomia e indipendenza significano anche capacità di valutare le situazioni e le nostre reali competenze. Tu che ne pensi? 2) è una cosa da bambini piccoli: che cosa significa crescere? Quali sono le abitudini e gli atteggiamenti che impariamo da piccoli e che servono poi per tutta la vita? Gianni capisce che non scherza: se continuerà a rifiutarsi di mettere la cintura di sicurezza, sua madre rinuncerà alla gita, non andranno dai nonni, niente festa della vendemmia, niente corse in bici tra le vigne, niente zabaglione fatto con le uova fresche. Senza contare che poi bisognerà spiegare tutto a papà. E va bene, metterò la cintura dice Gianni a mezza voce. 3) Niente cintura niente gita: è meglio fare le cose per convinzione o perchè siamo costretti? E vero che possiamo sempre scegliere? Se ci sono cose che si possono fare solo a certe condizioni, rispettando determinate regole, è giusto accettare questi limiti? Riflettere sul significato di libertà. 4) Non gli piace arrendersi: accettare le regole significa arrendersi? Riflettere su come interpretiamo le raccomandazioni che ci vengono fatte. Qual è la nostra reazione? Noia? Irritazione? Gratitudine? 5) So nuotare! So nuotare benissimo: qualche volta abbiamo l impressione di sapere già tutto quel che ci serve e di non aver bisogno di consigli, eppure la guida di chi è più esperto è indispensabile. In questo modo siamo poi anche in grado di riconoscere situazioni troppo pericolose o difficili da affrontare. Ti è mai capitato di sopravvalutare le tua capacità e di cacciarti per questo motivo in qualche guaio? 4 13

vedere solo al tramonto...non me l aspettavo proprio 9. Gianni si accorge che sono già fra le colline, vicino alla casa dei nonni. Meno male che andavo piano dice la mamma. Sì ma abbastanza forte da farmi cadere dall albero ribatte Gianni. Cosa? Quale albero! fa la mamma stupita. Quello dove si era arrampicata Anna, però non sono caduto perché avevo il salvagente, o forse il serpente, non so. Guarda che non riesco proprio a capire quello che dici. Voglio dire...fortuna che avevo allacciato la cintura...ecco! esclama Gianni. Ah sì, certo...fortuna che avevi allacciato la cintura, ma guarda un po... fa la mamma, e le scappa un sorriso. Quando arrivano dai nonni, Gianni ha già quasi dimenticato il suo sogno. Però il nonno lo abbraccia forte e a Gianni viene uno strano pensiero: gli sembra che le braccia forti del nonno, in fondo, sono proprio come una specie di... cintura di sicurezza anche loro 10. L ha detto pianissimo, perché non gli piace arrendersi 4, non gli piace per niente. La mamma però ha sentito lo stesso. D accordo, meglio così dice. Riapre la macchina. Prego signore, si accomodi fa la mamma con un inchino. Ma Gianni non si diverte affatto: è deciso a tenere il muso e si sistema al suo posto tutto imbronciato. Finalmente si mettono in viaggio. La mamma di Gianni guida in silenzio, non ha nemmeno acceso la radio. Si sente solo il rumore del motore. Gianni per un po guarda fuori dal finestrino, poi chiude gli occhi e piano piano si addormenta. Ma anche nel sonno rimane molto arrabbiato, e i suoi sogni assomigliano al suo cattivo umore. Il ronzio monotono dell auto si trasforma, nel sogno di Gianni, in un torrente che scorre fra i prati. Lui è su una piccola barca, proprio al centro fra le due sponde, e qualcuno gli dice di infilare il salvagente, perché la corrente è forte. So nuotare! So nuotare benissimo 5 protesta Gianni. 12 5

è la cintura di sicurezza che l ha trattenuto. Una brusca frenata ha causato lo strattone che ha fatto rischiare a Gianni di volare contro il parabrezza. Gianni guarda la mamma: è pallida, ha un aria un po spaventata 8. Che cosa è successo? domanda. Un daino...piccolo...ha attraversato la strada all improvviso. Un daino?. Sì, in questi boschi ce ne sono parecchi, ma di solito si fanno 6 11

Ma è tutto inutile: un ombra scura dietro di lui afferra il salvagente a ciambella e glielo infila fino ai gomiti. è proprio lo stesso salvagente mezzo giallo e mezzo verde che usava da piccolo quando andava al mare d estate. Ora però quel salvagente lo stringe come se volesse tenerlo prigioniero 6. scrollarselo di dosso. Uno strappo violento e Gianni perde la presa, si ritrova a testa in giù, precipita. Per un attimo gli manca il fiato, poi qualcosa, qualcuno lo trattiene e ferma la sua caduta. è la corda, che ora è di nuovo un serpente, è il serpente che si è trasformato ancora in salvagente, è il salvagente che non è più un salvagente... Gianni si sveglia di colpo. 10 7

Gianni lotta per liberarsi dal salvagente, ma si accorge che non è più un salvagente che gli stringe le braccia: è un grosso serpente giallo e verde. Intanto la corrente si fa sempre più forte, la barca si inclina paurosamente a destra e a sinistra, poi si rovescia del tutto. Gianni finisce in acqua, ma per fortuna il grosso serpente gli ha lasciato le braccia libere e ora lo stringe in vita. Che stranezza: il serpente giallo e verde galleggia proprio come un salvagente. Gianni nuota fino alla sponda. In realtà nel sogno è caduto in acqua perché il tratto di strada che hanno appena percorso è piuttosto dissestato e lui è stato sballottato su e giù sul sedile. Ora che l asfalto è più regolare, anche il sogno di Gianni diventa meno turbolento. Gianni si accorge che il serpente non è più un serpente ma solo una grossa corda, come quelle che si usano per saltare, ma molto più lunga. Davanti a lui c è un abete altissimo, e lassù, quasi in cima, appesa come una pallina sull albero di Natale, c è la sua compagna di classe Anna, che è anche la sua migliore amica 7. Sono salita fin quassù e adesso non so più scendere gli grida. Stai tranquilla, ti lancio questa corda e ti raggiungo, poi scendiamo insieme! risponde Gianni. Lancia la corda che magicamente si annoda in cima all albero. Poi inizia l arrampicata. Sale, sale, sempre più in alto: è una salita che sembra non finire mai. Nel sogno Gianni è agile e veloce e non fa assolutamente fatica...però non arriva da nessuna parte. Vede Anna lassù e per quanto si arrampichi, lei è sempre lontanissima: gli fa ciao con la mano. Gianni sale, sale, sale... Poi improvvisamente uno strattone, come se l albero volesse 8 9