Progressione della cordata Catena e tecniche di assicurazione



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11 Corso di Alpinismo su Roccia 2013 Scuola permanente di Alpinismo «Cosimo Zappelli» Progressione della cordata Catena e tecniche di assicurazione a cura di Claudio Luperini

Stasera parleremo di: _ come si procede in cordata (sequenza dei movimenti dei componenti della cordata, comandi, ). _ catena di assicurazione. In particolare discuteremo gli elementi principali (e delle loro caratteristiche) che intervengono nella trattenuta del volo di un alpinista. _ soste, protezioni intermedie e tecniche di assicurazione.

La cordata: - due/tre alpinisti (con imbracatura, casco e materiale necessario) - 1 corda intera o 2 mezze corde - sosta di partenza (eventualmente da fare) - protezioni intermedie (eventualmente da posizionare con protezioni veloci o chiodi) - sosta di arrivo (eventualmente da fare) La progressione della cordata si fonda sull'autoassicurazione in sosta di un componente (SECONDO) che a sua volta procede all'assicurazione dell'altro componente (PRIMO) che avanza sulla via di roccia verso la sosta successiva.

Vediamo nei parecolari la progressione della cordata: Preparazione sosta iniziale Autoassicurazione del secondo e del primo Preparazione della corda e del materiale Partenza del primo, assicurato dal secondo che rimane autoassicurato in sosta Progressione del primo di cordata che dispone le protezioni per la migliore sicurezza della cordata. Il secondo deve stare CONTINUAMENTE CONCENTRATO, da un lato per dare la corda in maniera corre<a e dall'altra per ascoltare eventuali richieste del primo di cordata (ad esempio: «TIENI»); se è possibile è bene guardare il primo che si muove per capire come dare più o meno corda (ad esempio quando me<e una protezione...). Quando si fa sicura dobbiamo pensare solo a fare quella, se abbiamo altri problemi per la testa è bene stare a casa!!!

- Quando il primo arriva alla sosta (eventualmente da disporre) si autoassicura e urla: MOLLA TUTTO (se non ci si sente né ci si vede si procede per strattoni di corda, sui quali ci si è accordati precedentemente). Il secondo smette di fare assicurazione al primo, RIMANE AUTOASSICURATO, e urla: LIBERA. - Il primo recupera la corda, predispone (e controlla) l'assicurazione al secondo e urla: PUOI VENIRE. (quando non siamo sicuri di aver sentito bene al 100% un comando, si chiede di ripeterlo; se siamo più cordate prima di ogni comando andrebbe dichiarato il nome del compagno al quale lo stiamo inviando) - a questo punto, E NON PRIMA, il secondo si toglie l'autoassicurazione, eventualmente smonta tutto il materiale della sosta che ha messo all'inizio (il materiale trovato non va tolto!!!), urla: VENGO e parte. Man mano porta via tutte le sicure (quelle lasciate dal primo!), eventualmente se la corda non è tesa davanti a lui, urla: RECUPERA. Se, per qualche ragione, avesse bisogno di manovrare con un po' di corda, urla: DAMMI UN PO' DI CORDA, fa la manovra, urla: RECUPERA e quando la corda si tende ri-urla: VENGO. - arrivato in sosta, si autoassicura.

A questo punto se la cordata è a comando alternato, dopo aver controllato di avere tumo il materiale necessario, quello che faceva il secondo parerà da primo, l'altro gli farà l'assicurazione e così fino alla fine della via. Se invece c'è sempre uno che fa il primo (come qui al corso), il secondo, dopo essersi autoassicurato, riconsegna tumo il materiale al primo e gli fa l'assicurazione per farlo parere sul prossimo Ero di corda.

Catena di assicurazione: l insieme di tutti gli elementi che concorrono alla sicurezza della cordata nel caso in cui si verifichi una caduta. Lo studio della catena di assicurazione consiste nel valutare cosa succede quando un corpo umano cade, allo scopo di determinare quale sia l elemento principale tra corda, imbracatura, rinvii, ecc. che elimina, o quantomeno riduce, gli eventuali danni ai componenti della cordata. In tale studio si presuppone il volo di un alpinista nel vuoto, in quanto solamente in questo caso ha senso andare a discutere la funzione della catena di assicurazione. Non sarebbe possibile pensare di quantificare gli effetti della catena di assicurazione nei casi (spesso reali) in cui l alpinista urta contro la roccia. Perciò lo studio della catena di assicurazione procede presentando situazioni limite (sperimentali, riproducibili) che poi sono quelle che hanno portato alle norme riguardo a corde, rinvii, cordini, moschettoni, ecc. Alla fine dovrà risultare chiaro che in montagna non si deve cadere.

La trattazione del volo dell alpinista nel vuoto ha sfruttato anche i risultati sperimentali ottenuti nel «paracadutismo», in cui il paracadute rappresenta la «corda» dell alpinista. Da tali esperimenti è risultato che la massima accelerazione sopportabile dal corpo umano è 15g nella direzione piedi-testa oppure 4 6g nella direzione testa-piedi. g = 9,8 m/s 2 accelerazione di gravità ( spesso nei conti viene approssimata a 10 m/s 2 ) Quindi per calcolare la forza massima sopportabile (considerando una persona di massa pari a 80 kg): a max = F max / m con m = 80 kg F max = m 15 g = 12.000 N = 12 kn Valore assunto anche dall UIAA come limite di sicurezza fisiologico. ( Per farsi un idea della forza si tenga conto che 80 chili equivalgono a 80 x 9,8 = 784 N = 0,784 kn ) Spesso, e anche nel Manuale, si usa il dan come unità di misura; questo perché 1 dan = 10 N 1 kg p = 9,8 N (1 kg p : misura della forza nel sistema pratico di unità di misura)

Dopo aver determinato la massima accelerazione sopportabile vogliamo vedere in quale/i caso/i essa si possa presentare. Analizzando le varie situazioni possibili ci si rende conto che la massima accelerazione si ha quando la corda è bloccata (o in sosta o incastrata in una fessura o ) e l unico elemento che concorre a frenare la caduta è la corda stessa, cioè non c è neanche un rinvio. Prima di continuare, però è utile ricordare le definizioni di Fattore di caduta e di Forza di arresto Fattore di caduta (che si definisce a corda bloccata) FC = L volo / L corda È stato sperimentalmente verificato che le sollecitazioni che si sviluppano, durante una caduta a corda bloccata, dipendono da FC

In alpinismo il FC 2 mentre, ad esempio, in ferrata può essere anche molto > 2 e per questo, in ferrata, è obbligatorio l uso del dissipatore. Alpinismo Ferrata

La massima forza sviluppata dalla corda durante la caduta (a corda bloccata) che si ha al momento dell arresto della caduta stessa, è definita Forza di arresto, FA. La corda dopo essersi tesa inizia ad allungarsi, assorbendo l energia della caduta, fino ad un allungamento massimo che coincide con il momento dell arresto della caduta e lo sviluppo della FA (questo valore dipende, tra l altro, dalla radice quadrata del prodotto fra FC e un fattore dipendente dall elasticità della corda). Osservazione: la trattazione viene fatta parlando a volte di forza e a volte di energia. In pratica lo si fa perché, a seconda di quello di cui si vuole trattare, un punto di vista è più comodo dell altro. Più la corda riesce ad allungarsi più la FA sarà minore. Però corde troppo deformabili compromettono le manovre e quindi serve un compromesso. Le norme indicano che alla prima caduta di una massa di 80 kg, a FC=2, la FA 12kN (massima forza sopportabile); così per ragioni di manovrabilità della corda il suo allungamento dovrà essere 10%, per le corde intere, e 12% per le mezze corde o gemellari. In commercio si trovano corde con 7 kn FA 9,5 kn Il carico di rottura delle corde non ha interesse per la catena di assicurazione, comunque per le corde intere è 24 kn mentre per le mezze è 16 kn.

In questa seconda parte abbiamo visto: la massima accelerazione sopportabile la forza di arresto il fattore di caduta (Tutto questo nel caso di corda bloccata)

Prima di continuare diciamo qualcosa sull imbracatura. La sua funzione è essenzialmente quella di ripartire al meglio le forze in gioco in caso di caduta e di tenere in posizione retta l alpinista che cade per evitare danni fisici. L imbracatura può essere bassa oppure combinata (o intera). Si raccomanda l uso della combinata quando si arrampica o si scende in corda doppia con uno zaino (pesante), mentre senza zaino è indifferente l uso dell una o dell altra. Solo nel caso di attraversamento di ghiacciai è raccomandato l uso dell imbraco basso.

Adesso consideriamo l effetto della presenza di un rinvio analizzando le sue sollecitazioni nel caso di caduta dell alpinista. Iniziamo (come sempre!) con qualche schematizzazione supponiamo di sostituire al rinvio una carrucola senza attriti e di massa trascurabile.

Se al posto della carrucola metto un rinvio le cose cambiano! Un moschettone di un rinvio, di diametro 5 mm, presenta un attrito quando la corda ci scorre di circa ½ di giro (180 ), causando una riduzione dello sforzo fra ramo traente (dalla parte del volo) e ramo resistente (dalla parte della sosta). In condizioni statiche (a corda ferma) è di 1,7, nel caso dinamico varia da 1,35 a 1,50.

La figura seguente mostra una caduta con il valore massimo di FA, 12 kn, e un fattore di riduzione pari a 1,5. Da questo esempio si capisce il motivo per cui i moschettoni devono avere un carico di rottura 20 kn (anche i moschettoni devono avere 20 kn lungo l asse maggiore a leva chiusa, mentre i cordini e le fettucce - anche dei rinvii - invece ce lo devono avere 22 kn, in quanto si suppone che si deteriorino a causa dei raggi UV e dell usura).

Fino ad ora abbiamo considerato la corda bloccata in sosta con, al massimo, la presenza di un rinvio. Adesso consideriamo la presenza di un freno sulla sosta: mezzo barcaiolo, tuber, reverso (NO GRIGRI): la presenza del freno fa sì che la corda scorra dentro di esso e quindi, per attrito, venga dissipata l energia di caduta. In questo caso non si parla più di FC (Fattore di caduta). Possiamo vedere il freno come un amplificatore di forza, che moltiplica la forza applicata dalla mano dell assicuratore. Oppure, in modo analogo, si può vedere il freno come un riduttore di forza, che riduce la forza applicata alla corda a valle. In ogni caso il freno è un dispositivo che assorbe energia per attrito.

Mediamente la mano dell assicuratore esercita una forza di 0,15 0,30 kn che poi viene amplificata dal freno. È ovvio che è bene avere un freno che funzioni bene, cioè con un alto fattore di moltiplicazione, però, poiché il fenomeno della trattenuta non è semplice, non si deve pensare che il fattore di moltiplicazione del freno sia inversamente proporzionale allo scorrimento della corda nel freno, in quanto la forza generata non è costante nel tempo. Sosta e unico rinvio

Prove con vari tipi di freno (l Otto ormai non si usa più). Il mezzo barcaiolo è l unico che funziona ottimamente con i rami paralleli, mentre gli altri non sono buoni. Da tutte le prove effettuate risulta fondamentale per la sicurezza della cordata posizionare il primo rinvio prima possibile e comunque entro i primi 3 metri dalla sosta. In questo modo otteniamo due risultati positivi: si riduce l altezza di caduta e soprattutto l azione frenante del sistema mano-freno viene moltiplicata dall attrito del rinvio, permettendo così di diminuire lo scorrimento della corda entro valori più facilmente gestibili.

Nella terza parte abbiamo analizzato: L azione frenante del rinvio Carico di rottura di rinvii, moschettoni e cordini Presenza di un freno nella catena di assicurazione Analisi della trattenuta: andamento delle forze e scorrimento della corda nel freno

Soste, protezioni intermedie e tecniche di assicurazione Sosta. È su questa che si fonda la sicurezza della cordata, quindi deve essere sicura. La sosta (se non c è già!) si deve fare almeno su due ancoraggi sicuri, riparata da eventuali scariche e in posto possibilmente comodo. L angolo al vertice del triangolo di sosta non deve essere troppo grande, altrimenti ci sono forze orizzontali inutili a sollecitare gli ancoraggi. Inoltre con un assicurazione classica, come in figura, il cordino (di almeno 7 mm oppure in kevlar) non deve essere molto lungo altrimenti il ribaltamento potrebbe essere eccessivo. Preferibilmente i moschettoni sono muniti di ghiera. Come detto all inizio, in sosta si manovra autoassicurati (in figura, barcaiolo su uno degli ancoraggi, ritenuti sicuri) Nel caso che ci sia un ancoraggio sicuro, albero o anello cementato, la sosta può essere fatta solo su questo.

Se i due ancoraggi non sono affidabili (possiamo provare con tre) allora chi assicura si autoassicura al vertice della sosta in maniera tale che, in caso di volo, la tensione della corda oltre che sul freno e sulla sosta (non ottimale) si scarichi anche sull assicuratore (sollevamento dell assicuratore). Si distinguono così due categorie di assicurazione dinamica: - Senza sollevamento dell assicuratore: assicurazione classica - Con il sollevamento dell assicuratore: assicurazione bilanciata e assicurazione ventrale (i minori carichi sull intera catena di assicurazione non sono dovuti solamente all innalzamento dell assicuratore ma anche al fatto che in questa situazione non si riesce ad applicare al freno forze di elevata entità) Di seguito vedremo alcune immagini che si riferiscono a questi due tipi di assicurazione; ovviamente le sperimentazioni sono in continua evoluzione e i pro e i contro rispettivi sono numerosi ma qui non verranno discussi.

Assicurazione classica con mezzo barcaiolo (gli altri freni non operano bene con i rami paralleli). Assicurazione bilanciata semimobile con mezzo barcaiolo.

Assicurazione ventrale con secchiello e pseudo rinvio (sosta semimobile).

Assicurazione al secondo

Ancoraggi intermedi

Rinvii posizionati correttamente Rinvii posizionati in modo errato

Nel caso che si scelga di utilizzare le corde in modo alternato (sicurezze intermedie e sosta poco sicure) sia nello pseudo rinvio che nei primi due rinvii (posti entro 5 o 6 m dalla sosta) le corde vanno passate tutte e due in modo da aumentare gli attriti in caso di volo.

Assicurazione a spalla Questa manovra viene, di norma, eseguita su terreno facile e solo in presenza di particolari condizioni di sicurezza. L assicurazione a spalla va usata anche quando non sia possibile approntare un punto di sosta adatto a realizzare un assicurazione dinamica.

Grazie per l attenzione