CONFESERCENTI Giovedì, 02 aprile 2015
CONFESERCENTI Giovedì, 02 aprile 2015 02/04/2015 Gazzetta di Modena Pagina 1 Corso Duomo pedonalizzato: sono tutti d' accordo 1 02/04/2015 Gazzetta di Modena Pagina 13 Corso Duomo senz' auto: le associazioni dicono sì 2 02/04/2015 Gazzetta di Modena Pagina 13 «Modenamoremio Serve condivisione sulle strategie» 4 02/04/2015 Gazzetta di Modena Pagina 20 Pd, casse vuote: contratti di solidarietà 5 01/04/2015 gazzettadimodena.it di Daniele Montanari Tomei: «Comuni, è tempo di fusioni» 7 02/04/2015 Il Resto del Carlino (ed. Modena) Pagina 23 «Vignola fuori dal tour Expo, saranno le imprese a perderci» 9 02/04/2015 La Nuova Prima Pagina Pagina 23 «Modenamoremio, serve un confronto» 10
Pagina 1 Gazzetta di Modena Corso Duomo pedonalizzato: sono tutti d' accordo PIACE LA PROPOSTA DI MUZZARELLI. La proposta del sindaco Muzzarelli di pedonalizzare corso Duomo piace. Lapam, Confcommercio e Confesercenti danno il via libera, con alcune richieste a tutela delle esigenze dei negozi della zona. Anche Forza Centro è d' accordo con la chiusura al traffico, ma che sia davvero una strada pedonalizzata. «Quindi, niente deroghe»nservizio A PAG. 13. 1
Pagina 13 Gazzetta di Modena Corso Duomo senz' auto: le associazioni dicono sì Lapam, Confcommercio, Confesercenti danno il via libera con alcune richieste a tutela delle esigenze dei negozi. Forza centro: «Bene, ma nessuna deroga» Un via libera convinto, a patto che come già spiegavano ieri i modenesi le cose sia no fatte per bene. È quello che arriva dalle associazioni di commercianti all' indomani dell' annuncio del sindaco Muzzarelli circa l' intenzione di trasformare corso Duomo in strada pedonale, eccezion fatta per il passaggio dle filobus. «Perchè no? esordisce Silvia Manicardi, presidente della zona di Modena Lapam Confartigianato La chiusura al traffico di corso Duomo e la riqualificazione della zona, garantiranno un nuovo splendore alla Cattedrale e potrebbe in effetti far diventare corso Duomo parte integrante del 'salotto buono' di Modena». Lapam, quindi, apre alla pedonalizzazione, ma chiede garanzie: «Pensiamo sia necessario un confronto, in tempi rapidi, con il mondo economico per discutere insieme le modalità di questo intervento. È infatti necessario far sì che la pedonalizzazione sia realizzata con il minor impatto possibile sul tessuto del centro storico. Corso Duomo collega corso Canalchiaro e via Emilia e la sua chiusura comporta, necessariamente, alcune misure alternative. Inoltre prosegue la presidente Lapam è necessario tenere conto delle esigenze delle attività commerciali e di servizio. E qui il riferimento è per il carico scarico e i taxi. Anche Confesercenti benedice l' operazione chiedendo un' integrazione con gli altri altri interventi di riqualificazione. Mauro Salvatori, presidente Confesercenti Modena auspica che questi interventi vadano di pari passo con un centro storico da «'da vivere e da apprezzare per le sue bellezze'. La spinta verso una sua progressiva pedonalizzazione è un fattore importante da non trascurare e fa il paio con una Piazza Grande e un Duomo che sono patrimonio Unesco. L' approvazione del regolamento Unesco può favorire una maggiore sensibilizzazione verso la pedonalizzazione del centro. Risulta però evidente, che le aree della città recuperate al passeggio e alla vivibilità, dovranno poi essere sede di eventi in grado di generare un richiamo anche e soprattutto dal punto di vista commerciale». Confcommercio parla di una scelta doverosa «La pedonalizzazione potrà migliorare l' appeal e la fruibilità di Corso Duomo per i cittadini ed i turisti, creando così un vantaggio anche per il commercio presente. spiega Alberto Crepaldi. Proprio nell' ottica di dare vita ad un luogo unico, appare però importante che, oltre alla ripavimentazione ed alla possibile pedonalizzazione, l' Amministrazione Continua > 2
Pagina 13 < Segue Gazzetta di Modena ripristini la bellezza originaria dei portici, ora ostaggio di decadenza e sporcizia». Infine Enrico Benini, di Forza Centro che si dice «Favorevole a patto però che sotto il cartello di divieto alle auto non ne compaia un secondo con una lunga lista di deroghe commenta Non è una battuta. Ricordo che formalmente e da anni all' inizio di corso Duomo c' era un cartello di divieto di accesso. Sotto, appunto, una serie di deroghe che di fatto ha permesso a chiunque di passare senza problemi. Eviterei il ripetersi di questa cosa che saprebbe di presa in giro». (a.m. ) 3
Pagina 13 Gazzetta di Modena «Modenamoremio Serve condivisione sulle strategie» Il Comune riduce le proprie Partecipate da 14 a 9 uscendo da Modenamoremio? È un «piano che non rappresenta una novità, anche se forse sarebbe stato più opportuno apprenderlo al tavolo di confronto istituzionalizzato con l' approvazione del documento sullo sviluppo sostenibile». Lo dice Confesercenti a proposito di Modenamoremio, che resterà una partecipata solo se passerà dal Cda oggi a 11 componenti a un amministratore unico. Se dunque il sindaco si è adeguato per tempo alle disposizioni della legge di stabilità, commenta sulle partecipate il presidente dell' associazione Mauro Salvatori: «Tecnicamente l' operazione non fa una piega. E' però foriera di implicazioni politico associative e meritevole di approfondimento che va oltre al rapporto Comune cda di Modenamoremio, ma deve essere allargato all' insieme del mondo associativo. In gioco, c' è anche la ridefinizione della mission di modenamoremio, quale soggetto unico per la promozione del centro storico cittadino». 4
Pagina 20 Gazzetta di Modena Pd, casse vuote: contratti di solidarietà Crollano gli iscritti ed i fondi di mantenimento. La sede cambierà di nuovo: si trasloca in un appartamento di via Rainusso. Tempi duri, anzi durissimi per il Partito democratico di Modena. Le casse sono vuote e non ci sono più le condizioni per mantenere una macchina organizzativa che, seppur già fortemente ridimensionata nel corso degli ultimi anni, è tuttora composta da un trentina di dipendenti, senza considerare quelli in aspettativa. E così occorre tagliare e si vanno a toccare i dipendenti. Sono dietro l' angolo, infatti, i contratti di solidarietà, anticamera della cassa integrazione. Un fantasma che ora inizia ad aggirarsi in modo preoccupante per le sale della sede di via Scaglia. DECISIONE INEVITABILE. È di queste ore la proposta ai dipendenti, e ai sindacati, di avviare una procedura di solidarietà per una parte dei mesi del 2015 e del 2016. Passaggio scontato è stato deciso che non ci saranno più funzionari politici dipendenti a tempo indeterminato: insomma, la strada è quella di «un impegno più flessibile al servizio del partito», rilancia il segretario Lucia Bursi, in una nota che sfuma e di molto i reali problemi sul tappeto. Sta di fatto che, superato il finanziamento pubblico dei partiti (sè già sollecitato il 2 per mille), in calo ormai da alcuni anni i proventi del tesseramento, in calo anche i proventi complessivi delle feste, «occorre ora costruire nuove condizioni di sostenibilità», spiegano dalla segreteria. NOMI ECCELLENTI. E così i contratti di solidarietà diventano realtà. Sarà così anche per alcuni volti noti come il segretario cittadino Andrea Sirotti, l' ex sindaco di Spilamberto Francesco Lamandini, l' exsindaco di Carpi Enrico Campedelli, e l' ex assessore comunale Antonino Marino.. E la cura dimagrante non finisce qui. A breve sarà tempo di trasloco. Si cercano spazi più piccoli e meno costosi. La nuova sede è stata individuata in via Rainusso, in un palazzo che fino a qualche anno fa ospitava la sede Modena 2 di Confesercenti... I tempi della maxisede di via Fontanelli sono proprio cose da secolo scorso... CROLLO DELLE TESSERE. Del resto i numeri sono pesantissimi. A poco più di un mese dalla fine del tesseramento, i dati sugli iscritti in provincia sono già significativi. Degli 11mila 92 iscritti al Pd modenese del 2013 hanno rinnovato, finora, solo 8 mila 096 Persone. Ovvero, il 73% dei tesserati. BILANCIO IN ROSSO. Ma a preoccupare ancor di più sono i numeri di bilancio. Dopo gli utili di gestione del 2010, 2011, 2013 (326.222 euro, superiore alle previsioni) e il sostanziale pareggio del 2012, l' anno del terremoto, per il 2014, anche a inizio 2015, aleggiava una perdita di circa 100mila euro. Continua > 5
Pagina 20 < Segue Gazzetta di Modena CONTROMIUSURE. Ecco perchè quindi di fronte a un quadro così desolante occorre prendere atto della situazione e formalizzare le contromisure, da portare a termine nell' arco di un biennio. Non solo il trasloco, entro la fine dell' anno, della federazione provinciale in via Rainusso e i contratti di solidarietà. Ma anche le strutture logistiche di servizio alle feste e le sedi dei circoli saranno oggetto della "riorganizzazione", come la chiama Bursi. CIRCOLI AUTONOMI Ai circoli, in particolare, viene chiesto di rendersi economicamente autosufficienti. Intanto, è già stato avviato il percorso di fusione "deciso dagli iscritti" delle sezioni di Fanano, Montecreto e Sestola. Altri circoli, come quello di Sassuolo, si sono già trasferiti in sedi meno onerose. E altre «azioni analoghe sono ora allo studio», avanza Bursi. Che assicura: «pur nella razionalizzazione, confermiamo la presenza del Pd sul territorio provinciale e continuiamo nella progettazione di incontri di informazione, approfondimento e confronto come le recenti iniziative, compresa la due giorni dell' assemblea provinciale, stanno a dimostrare. E queste nostre riflessioni si collocano all' interno del percorso del congresso regionale». Inutile dire che il clima lungo i corridoi della federazione sia particolarmente teso. I dipendenti temono di perdere il posto di lavoro e il "partitone" tra tagli di poltrone e nuova politica come ufficio di collocamento non ha più la forza di un tempo. (a.m. ) 6
1 aprile 2015 gazzettadimodena.it Tomei: «Comuni, è tempo di fusioni» Il sindaco di Polinago lancia la proposta: «L' Unione è superata. Pronti a dialogare con Lama, Pavullo e Serramazzoni» POLINAGO. «L' Unione non dà quelle risposte di cui un piccolo Comune come Polinago ha bisogno, per cui va avviata una riflessione per superarla e procedere invece alla fusione tra Comuni». È il sasso che ha lanciato a sorpresa ieri il sindaco Gian Domenico Tomei all' incontro di presentazione del bilancio di previsione 2015 ad associazioni di categoria e sindacati. Nell' analisi del documento finanziario, Tomei ha sottolineato più volte che un centro di 1.700 abitanti «non può più autogestirsi», a fronte anche di continui tagli dallo Stato che hanno ridotto i 541mila euro di contributi del 2004 ai 99mila del 2015, anno per cui si registrano altri 55mila euro in meno. Di qui la necessità di un appoggio nella gestione della macchina con delega di funzioni, che in parte si sta attuando a livello di Unione del Frignano. Ma l' ente che sta nascendo a suo giudizio non basta: «Io ho sempre creduto nell' unione di servizi ha osservato sulla quale bisogna senz' altro procedere. Ma oggi penso che l' organo in sé sia superato e che per stare al passo serva una soluzione diversa che è quella della fusione tra Comuni. Non è pensabile che il cittadino di una frazione paghi le tasse, voti per un sindaco dandogli mandato per prendere decisioni e poi veda che le scelte vengono fatte su un' area diversa che non è quella comunale ma dell' Unione. Non può funzionare, non viene più garantito il diritto alla rappresentatività dei cittadini. Per questo ho avviato un confronto con i sindaci che nel bolognese e nel reggiano sono già arrivati alla fusione per capire che tipo di modello proporre per il nostro territorio». Secondo Tomei le spese per l' Unione sono diventate troppo alte e non c' è il meccanismo di altre Unioni della Bassa, come l' Area Nord o le Terre d' Argine, «dove tutti hanno pari dignità». «Non siamo disponibili a essere incorporati domani ha rimarcato allora dico: facciamo un passo indietro e decidiamo noi che fusione vogliamo». Il primo soggetto di riferimento potrebbe essere Lama Mocogno, «ma da sola non basta», per cui il pensiero va anche a Serramazzoni e Pavullo, comuni che però hanno dimensioni molto più grandi. Per questo va avviata un' attenta riflessione per un approdo «che può arrivare anche tra dieci anni, ma che rappresenta il futuro delle nuove generazioni». L' idea ha trovato sponda generale tra sindacati e le associazioni riunite in Rete Imprese, che da tempo chiedono di pensare alla fusione come stanno facendo Cavezzo, Medolla e San Prospero. «Già riuscire a fare un' Unione come si deve è un passo avanti formidabile per il territorio e c' è da lavorare ancora parecchio ha commentato il presidente Continua > 7
1 aprile 2015 < Segue gazzettadimodena.it Romano Canovi se c' è poi chi vuole addirittura la fusione, ben venga. Però stiamo attenti a passare da un doppio a un triplo salto mortale, perché c' è anche il rischio di spezzarsi il collo». RIPRODUZIONE RISERVATA. di Daniele Montanari 8
Pagina 23 Il Resto del Carlino (ed. Modena) IL CASO LA CRITICA DI CONFESERCENTI: «OPPORTUNITÀ NOTA DA TEMPO, L' UNIONE DOVEVA LAVORARE MEGLIO» «Vignola fuori dal tour Expo, saranno le imprese a perderci» VIGNOLA REAZIONI diverse, quelle di Confesercenti e del senatore Pd modenese Stefano Vaccari di fronte all'(auto?)esclusione di Vignola dal tour provinciale di Expo: per i contenuti e per il piano sul quale si muovono, economico la prima e politico il secondo. L' associazione di categoria evita di fare nomi e cognomi nel distribuire colpe, anche se «chi è in capo all' Unione» un nome e un cognome ce li ha. Ma tutto sommato punta il dito più sull' indotto sfumato per gli esercenti, che non sulle responsabilità personali. E definisce l' esclusione dal tour come «una vera e propria occasione mancata per le imprese vignolesi. Non è da poco tempo continua Confesercenti che si sa dell' Expo e di quello che può comportare anche per le Terre dei Castelli e le sue eccellenze, compresa la ciliegia. Di conseguenza, ne era noto il significato in termini di ricadute per l' indotto economico: commercio, ristorazione, alberghi. Il rammarico c' è, soprattutto per l' assenza, di fronte a una tale opportunità, di un vero coordinamento in grado di elaborare un progetto non di singoli comuni, ma di Unione, come avrebbe dovuto fare chi è in capo all' Unione al di là dei soliti annunci fatti nei mesi scorsi. Resta quindi da capire, ora, in che modo recuperare nel poco tempo rimasto. E chiediamo che anche le associazioni imprenditoriali siano coinvolte nelle altre iniziative annunciate per Expo ed esterne al tour». Più duro nei confronti del sindaco di Vignola, ovviamente, Vaccari. Che commenta: «Vignola sta perdendo il treno dell' Expo e anche gli imprenditori vignolesi se ne stanno accorgendo: una zona portante del sistema agroalimentare modenese rischia di rimanere completamente tagliata fuori dalla vetrina internazionale più importante proprio nell' anno in cui siamo riusciti a ottenere in Europa il nuovo Igp per la ciliegia tipica. Ma per Smeraldi è sempre colpa di qualcun altro e mai del ritardo e della sottovalutazione con i quali la sua giunta affronta tante questioni strategiche per il futuro della città». Poi il senatore Pd conclude: «Dispiace che, mentre qualcuno gioca allo scaricabarile, il tessuto economico e produttivo, così come la comunità vignolese, perdano importanti opportunità per rilanciare un territorio che, comunque, ha subito i colpi della crisi. Fare l' amministratore locale comporta un' assunzione di responsabilità in ogni situazione, sia nel bene che nel male». 9
Pagina 23 La Nuova Prima Pagina CONFESERCENTI L' associazione di categoria interviene sul piano di razionalizzazione intrapreso dall' a m m i n i s t ra z i o n e. «Modenamoremio, serve un confronto» Salvatori: «In gioco non solo l' assetto societario, ma anche la mission» Ci sono: il passaggio da quattordici a nove società partecipate, il riposizionamento del Comune in Hera e il futuro di Modenamoremio. Tutto contenuto nel piano di razionalizzazione intrapreso dall' amministrazione comunale in ossequio alle disposizioni della Legge di Stabilità 2015 che indica una serie di criteri a cui i comuni debbono attenersi. «Piano che non rappresenta una novità chiarisce Mauro Salvatori presidente di Confesercenti per l' Area di Modena anche se forse sarebbe stato più opportuno apprenderlo al tavolo di confronto istituzionalizzato con l' approvaz ione del documento sullo sviluppo sostenibile». Il piatto forte è rappresentato indubbiamente dal riposizionamento del Comune di Modena in Hera. Secondo Confesercenti questo «garantirebbe a quanto pare, comunque il controllo della società da parte dei soci pubblici. Sul versante della società di promozione Modenamoremio apprendiamo invece evidenzia Salvatori che la permanenza del Comune è subordinata alla condizione che l' assemblea dei soci deliberi il passaggio dal CdA all' amministratore unico. In osservanza alla previsione normativa che prevede il superamento della partecipazione diretta nelle società con un numero di dipendenti inferiore al numero di amministratori. Tecnicamente l' operazione non fa una piega prosegue Salvatori E' però foriera di implicazioni politico associative e quindi meritevole di un approfondimento che non può limitarsi unicamente ad un dialogo diretto tra amministrazione e CdA di Modenamoremio, ma che deve essere allargato all' i nsieme del mondo associativo. Per la ragione, che in gioco non c' è solo la modifica dell' assetto societario, ma pure la ridefinizione della mission di Modenamoremio, quale soggetto unico per la promozione del centro storico cittadino. Fattore che comporta da parte del Comune, anche in relazione al documento siglato sullo sviluppo sostenibile, una chiara scelta politica in merito alle risorse da destinare alla promozione del Centro prosegue Mauro Salvatori presidente di Confesercenti per l' Area di Modena perché se la direzione è quella di un rafforzamento della società di promozione, tali risorse non possono che esse re allocate al suo interno. Condizione oltretutto indispensabile per favorire la riaggregazione delle diverse associazioni di via e piazza attive nel centro di Modena, attorno a Modenamoremio». Continua > 10
Pagina 23 < Segue La Nuova Prima Pagina Ecco perché «riteniamo che la ridefinizione dell' assetto societario di Modenamoremio conclude Mauro Salvatori presidente di Confesercenti per l' Area di Modena quale condizione per continuare a beneficiare del contributo pubblico, non può essere separata dalla ridefinizione della sua mission». 11