IPATERNESI PK. PK/ 244 mm x 56 mm colore. 41x46. 41x46. Tutti i Santi combattenti della cappella del Castello



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41x46 QUINDICINALE D INFORMAZIONE LOCALE il de IPATERNESI 41x46 9 FEBBRAIO 2006 I Paternesi speciale di Free Press allegato de La Sicilia all edizione di Catania del 9 febbraio 2006 - e-mail: melamedia@tiscali.it - Spedizione A.P. comma 20b - Art. 2 legge 662/96 Pubblicità Publikompass Catania tel. 095 7306311 - Progetto grafico Studio Di Marco - Realizzazione Melamedia sas - Tipografia e stampa TI.ME. srl La Paternò di un tempo narrata dagli autori d oggi Tutti i Santi combattenti della cappella del Castello FUORI DAL RECINTO DELCARNEVALE Personaggi: Giovan Battista Nicolosi, il più grande geografo del Seicento Turi Marchese, un cuntastorie... del nuovo millennio alle pagine 17-18-19-20 IL COMUNE INFORMA / 244 mm x 56 mm colore

2 pag. 3-4-5-6 Nella foto: tra le maschere tipiche veneziane c era anche quella della cortigiana I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 EDITORIALE Nel servizio principale di questo primo numero di febbraio de I Paternesi, Giovanna Iurato e Giuseppe Lazzaro Danzuso affrontano il tema dell evoluzione del rapporto tra omosessuali e Carnevale. E si scopre come la comunità gay di Paternò, non abbia più bisogno di nascondersi - come avveniva un tempo in tutta Europa - dietro i riti carnascialeschi, anche se l appuntamento con la festa e le sfilate resta fondamentale per il contributo in termini di creatività e gusto. Una conquista recente se pensiamo che fino a pochi decenni fa la situazione fosse decisamente diversa. Intanto, come emerge dalle dichiarazioni di alcuni intervistati, si ribadisce il patto stretto dalla comunità omosessuale con la città: integrazione e apertura, come si conviene a una società evoluta, ma... senza esagerare. Il secondo pezzo principale del numero, firmato da Giorgio Cicciarella, è dedicato ai vari Pippo Virgillito, Vincenzo Fallica, Angelino Cunsolo, Ezio Costanzo, Barbaro Conti, Carmine Rapisarda e tanti altri ancora. Scrittori e saggisti paternesi contemporanei impegnati a tramandare tradizioni, aneddoti, fatti e personaggi di tempi ormai trascorsi, che senza il loro prezioso lavoro sarebbero stati destinati all oblio. Intervistiamo soltanto alcuni di loro semplicemente per una questione di spazio, non certo per stilare una qualsivoglia graduatoria di merito: tutti coloro i quali, con il loro impegno, si sono adoperati per portare alla luce aspetti e vicende, più o meno inediti, della storia di Paternò sono infatti degni di grande considerazione. Francesco Giordano ci parla poi della cappella del Castello di Paternò, un monumento che risale all epoca sveva e, a parte il Cristo Pantocratore e quel Battista cui è dedicata, mostra nei suoi affreschi una teoria di santi cavalieri i quali, sui loro cavalli arabo-normanni, sembrano volere uscire dalle pareti per compiere ancora una volta la loro missione. D altra parte, i dipinti furono realizzati quando era ancora vivo il fervore per le crociate. Nel Il Comune informa, l inserto curato in collaborazione con l Ufficio stampa di Palazzo Alessi, ci occupiamo del programma stilato dall Amministrazione Failla per il Carnevale 2006; del baby Consiglio comunale; della mostra intitolata Gli argenti di Paternò; e dei lavori di riqualificazione in via Fonte Maimonide. L inserto è chiuso, come sempre, dallo spazio riservato all Ama Spa. Per la rubrica dedicata ai personaggi del passato, Pippo Virgillito ci parla di Giovan Battista Nicolosi, mentre per Personaggi di oggi, Salvo Spampinato traccia un ritratto di Turi Marchese, un cuntastorie... del nuovo millennio. All interno del numero, anche la rubrica fotografica curata da Orazio Oliveri. Vi auguriamo una piacevole lettura, ricordandovi che il prossimo numero del nostro periodico sarà in edicola, sempre con La Sicilia, il prossimo 23 febbraio. I Paternesi piedino interno mm 244 x mm 161

3 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 FUORI DAL RECINTO DEL CARNEVALE di Giovanna Iurato e Giuseppe Lazzaro Danzuso foto di Orazio Oliveri La comunità gay di Paternò non ha più bisogno di nascondersi, come avveniva un tempo in tutt Europa, dietro i riti carnascialeschi L appuntamento con la festa e le sfilate resta però fondamentale per il contributo in termini di creatività e gusto Intanto, si ribadisce il patto con la città: integrazione e apertura, ma... senza esagerare Nella pagina: due immagini delle sfilate carnevalesche a Paternò e una ricostruzione della maschera della gnaga Il nostro legame con la città è solidissimo e si rinsalda ancora di più durante il Carnevale: ogni anno allestiamo un gruppo in maschera, che risulta sempre particolarmente apprezzato dai paternesi per l originalità del tema e per la piedino interno mm 244 x mm 71 COLORE

4 ricchezza dei costumi. Ha parlare è Gianni, un omosessuale di 48 anni, che aggiunge ridendo: D altronde, quanto a creatività e gusto, la superiorità dei gay è indiscutibile. I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 quarto di pagina mm 120 x mm 138 GAY IMPICCATI E PONTI... DE LE TETTE Nella Venezia tra il Tre e il Cinquecento i sodomiti venivano inquisiti ogni venerdì da un apposito collegio dei deputati cui medici, barbieri e speziali avevano l obbligo di riferire le confidenze amorose dei loro pazienti. E a venir riconosciuti dal collegio come omosessuali si rischiava di finire prima impiccati nelle due colonne della piazzetta di San Marco e poi bruciati. Lo stesso avveniva anche altrove: se tra greci e latini la sodomia non era peccato, dalla seconda metà del XIII secolo in Europa furono adottati degli atti legali allo scopo di renderla un crimine punibile con la morte. Di solito la più terribile, quella tra le fiamme, come dimostra una famosa stampa del 1482: Il rogo del cavaliere di Hohenberg e del suo servo sotto le mura di Zurigo. Fu però nel 1532 che Carlo V, con la Constitutio Criminalis Carolina produsse un fondamento per questo principio di legge rimasto valido nel Sacro Romano Impero fino alla fine del XVII secolo. Nonostante ciò la sodomia era talmente diffusa che, a Venezia, per distogliere li uomini dal peccare contro natura, il governo incentivava le cortigiane (nel 1509 erano ben 11.164), cui era riservato un intero quartiere chiuso dal cosiddetto Ponte de le tette. Il legame tra omosessualità e Carnevale ha radici antichissime. Non dimentichiamo che un tempo, come accade oggi nei paesi islamici, anche da noi esistevano leggi rigorosissime per impedire l omosessualità e che colpivano, per esempio, chi indossava abiti dell altro sesso. A meno che, ovviamente, non fosse Carnevale. A Venezia, in quei giorni dell anno i giovani omosessuali indossavano la cosiddetta gnaga, un vero e proprio travestimento da dama con l aggiunta di una piccola maschera che copriva occhi e naso e serviva a raddolcire i lineamenti. Femminili erano anche tono di voce e atteggiamento e come donne le gnaghe giravano durante il periodo carnevalesco per le piazze e le osterie veneziane, facevano il loro ingresso trionfale alle feste con comportamenti decisamente licenziosi. Ma ciò era consentito soltanto nel periodo consacrato al mondo alla rovescia, a sottolineare che la realtà era altro. Ecco perché ancor oggi, chi vuol colpire manifestazioni come il gay pride tira in ballo il Carnevale, come se fosse tutto uno scherzo. Che motivo c è di mettersi in mostra si sostiene. Scordando che per centinaia d anni - e ancor oggi nei paesi sottoposti alla legge coranica -, al di fuori del recinto del Carnevale l omosessuale rischiava la vita (vedi box). E se non ci fossero state delle esternazioni - i siti gay su internet brulicano di biografie di omosessuali famosi, tanti da restarne stupiti - probabilmente anche oggi le cose non sarebbero così diverse. Giovanni Dall Orto, 48 anni, storico e direttore del mensile Pride, autore di diversi libri sulla storia gay, in una recente conferenza nell piedino interno mm 244 x mm 71

5 I PATERNESI GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 VESTIRSI DA COW BOY NON È PIÙ MACHO Una volta per Carnevale ci si vestiva da cow boy per esaltare la mascolinità, ma dopo Brokeback mountain, che peraltro ha fatto incetta di nomination (ben 8) agli Oscar, chissà se si potrà ancora. La pellicola di Ang Lee - che ha già vinto quattro Golden globe e il leone d oro a Venezia - racconta infatti una storia di omosessualità tra due mandriani, interpretati da Heath Ledger e Jake Gyllenhaal. Il film ha suscitato polemiche negli stati americani più tradizionalisti come lo Utah ed è stato recentemente vietato in Cina (dove peraltro da poco l omosessualità non è più bollata come malattia mentale). Ma l aver spezzato un luogo comune come quello del cow boy macho ha soprattutto scatenato i comici americani, e sulle tv è un fiorire di battute. Ma queste non offendono i gay americani. Il fatto che si possa scherzare senza pregiudizi sul film - ha detto Neil Giuliano, presidente della Gay & Lesbian Alliance Against Defamation - dimostra il livello di emancipazione raggiunta dal nostro movimento. E il fatto che se ne parli (o se ne rida) in prime time ha permesso al film di raggiungere l America profonda dove altrimenti sarebbe rimasto tabù. Università di Catania su Storie e aneddoti omosessuali all ombra dell Etna tra 800 e 900 ha parlato tra l altro di un processo celebrato nel 1939 che culminò con l invio al confino, nelle isole Tremiti, del maggiore gruppo di omosessuali, ben 42, catturati durante una grande retata nel Catanese. Cinque di queste persone - ci rivela poi Dall Orto - erano proprio di Paternò. Si trattava di un pittore, di un suo cugino e di altri tre omosessuali. Ricordavamo nel numero scorso Sopra: Giovanni Dall Orto come mezzo secolo fa sotto i dòmino dei balli carnascialeschi paternesi gli omosessuali potessero spacciarsi per donne. E non erano rare, prima della festa, delle retate per evitare che questo potesse avvenire. Ancora negli anni Sessanta numerosi travestiti, provenienti anche dalle città vicine, per Carnevale si riversavano lungo le vie di Paternò suscitando stupore, riprovazione ma anche ammirazione, non soltanto negli uomini, per la loro femminilità, ma anche nelle donne, per l eccentricità e la libertà nell abbigliarsi. A sentire coloro i quali hanno vissuto questo periodo, quando arrivavano nella piazza principale si diffondeva una curiosa allegria, che però durava poco, visto che i travestiti venivano caricati sulle camionette e subito condotti all uscita del paese. Con la rivoluzione sessuale degli anni Settanta, tutto è cambiato. Sono passati esattamente trent anni da quando i Pooh sferzarono l Italia nazionalpopolare con una delicata piedone interno mm 244 x mm 161 COLORE

6 segue da pagina 5 canzone intitolata Pierre (Penso a te nei tempi della scuola con noi sottile pallido e un po perso tu già da noi cosi diverso triste). Per fortuna - commenta Dall Orto - con l evolversi della mentalità è venuta sempre meno l esigenza di usare impropriamente il Carnevale. Questa festa - conferma Gianni - per la comunità gay locale rappresenta oggi soltanto un occasione per divertirsi dando libero sfogo alla creatività. E dunque anche per far divertire i nostri concittadini. Insomma, è sì un momento atteso, ma non certo per indulgere a comportamenti che siamo costretti a reprimere per un intero anno. L accettazione della nostra città nei confronti dell omosessualità, negli ultimi decenni, è sempre cresciuta. Avevo otto anni - racconta Gianni - quando i miei genitori furono convocati dalla maestra, accortasi delle mie tendenze. Presi coscienza di com ero intorno ai quindici anni. Fu allora che affrontai la questione Sopra: un immagine del Gay Pride di Parigi con i miei genitori e, nonostante il loro atteggiamento non certo di rifiuto, scappai di casa, tornandoci soltanto dopo che erano venuti a cercarmi. Anch io avevo quindici anni - aggiunge Roberto, che oggi ne ha 40 - quando mi resi conto che desideravo avere il fidanzatino piuttosto che la fidanzatina. A differenza di quelli di Gianni - aggiunge -, i miei genitori inizialmente la presero molto male. Poi però il loro amore nei miei confronti ebbe il sopravvento e oggi ho uno splendido rapporto con loro. E anche con la mia città. A Paternò - continua - oltre che vivere, lavoro. E non mi sono mai sentito discriminato, né mai sono stato offeso, eppure la mia omosessualità è evidentissima. Certo, ogni tanto può capitare qualche sorrisino, ma mai nulla di più. Anche G., 34 anni, parla di un rapporto con la città molto buono. La mia esperienza - afferma - è di perfetta integrazione. Nonostante ciò non ci sono nella nostra città locali o associazioni gay. Io - dice Gianni - non ho mai sentito il bisogno di fare parte di un associazione. Qui a Paternò, tra noi omosessuali, ci conosciamo un po tutti. Per quanto riguarda poi i locali per gay, a Catania ce ne sono diversi. Tra quelli segnalati su una guida su internet troviamo il Pegaso s Circus, nella zona della Plaia, e il Pegaso s bar, in centro, Villa Romeo, proprio nel centro storico, con annessa una sauna dall allusivo nome di Mykonos e l Havana pub. La vicinanza con Catania - commenta G. - credo sia il vero motivo per cui non ci sono ritrovi gay a Paternò, non certo perché simili locali potrebbero avere vita difficile in città. Per quanto riguarda le associazioni, tra febbraio e marzo si svolgerà a Catania il Congresso fondativo del Comitato provinciale dell Arcigay. Ma esistono già due associazioni che si connotano per un atteggiamento tra loro opposto nei confronti della chiesa cattolica: l Open Mind, fortemente critico, e I PATERNESI quarto di pagina mm 120 x mm 138 I fratelli dell Elpis, che si definiscno omosessuali credenti. Io - dice al proposito Roberto - sono stato e continuo a essere molto religioso ma sento di non essere accettato dalla Chiesa. Per quanto mi riguarda - aggiunge G. -, pur avendo fatto il chierichetto per molti anni, mi sono poi allontanato dalla pratica religiosa. Ma non certo dalla fede, anche quando mi sono sentito incompreso e discriminato. Non si può non finire con il parlare del recente riconoscimento giuridico delle unioni tra individui dello stesso sesso in alcuni stati europei, anche a maggioranza cattolica, e della possibilità di introdurre simili iniziative legislative, i cosiddetti Pacs, anche nel nostro Paese. Io non mi sposerei - dice Gianni - ma ritengo che sia giusto e utile che anche in Italia possano contrarsi i cosiddetti matrimoni gay. Sono GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 contrario invece al riconoscimento del diritto ad adottare bambini. Della stessa opinione è anche G., secondo il quale Anche se oggi la mentalità è molto più aperta che in passato i tempi non sono ancora maturi e i bambini potrebbero soffrire per la diversità dei genitori. Insomma, apertura ma... senza esagerare. Tant è che i nostri intervistati non hanno voluto, con varie motivazioni, che fosse pubblicato il loro nome per esteso. Ed ecco che allora il Carnevale può avere ancora un suo valore di valvola di sfogo. Quest anno - afferma Gianni - stupiremo tutti con un gruppo in maschera che si intitola La città del sole, con sessanta componenti, ovviamente anche non omosessuali. Un carro che sfilerà anche a Milano. E vedrete che ci sarà da divertirsi. piedino interno mm 244 x mm 71

8 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 LA PATERNÒ DI UN TEMPO NARRATA DAGLI AUTORI D OGGI Il Castello di Paternò di Giorgio Cicciarella foto di Orazio Oliveri Pippo Virgillito, Vincenzo Fallica, Angelino Cunsolo, Ezio Costanzo, Barbaro Conti, Carmine Rapisarda e tanti altri ancora: scrittori e saggisti paternesi contemporanei impegnati a tramandare tradizioni, aneddoti, fatti e personaggi di tempi ormai trascorsi, che senza il loro prezioso lavoro sarebbero stati destinati all oblio Se non fosse per la loro inesauribile attività di studio e di ricerca noi tutti avremmo di Paternò un quadro storico privo non soltanto di importanti passaggi, ma anche di aneddoti, leggende, tradizioni e personaggi che qualcuno potrebbe considerare minori ma che non lo sono affatto. Tanti sono gli autori di saggi de- dicati alla città e sarebbe stato difficile ascoltarli tutti. Ma, intervistandone alcuni, non intendiamo certo stilare una qualsivoglia graduatoria di merito: tutti coloro i quali, con il loro impegno, si sono adoperati per portare alla luce aspetti e vicende, più o meno inediti, della storia di Paternò sono degni di grande considerazione. Cominciamo con Pippo Virgillito, piedino interno mm 244 x mm 161 COLORE

9 I PATERNESI GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 Pippo Virgillito avvocato, membro dell associazione culturale SiciliAntica, sol perché è un nostro collaboratore, oltre a rappresentare una delle memorie storiche della città. Autore di innumerevoli pubblicazioni, tutte incentrate su Paternò, ha un altra innegabile dote, quella di essere un grande affabulatore: non ci si stancherebbe mai di ascoltarlo mentre racconta di fatti e personaggi della tradizione locale. L ultima sua fatica letteraria C erano una volta a Paternò I bastonieri, illustra di una nobile arte, ai più sconosciuta, assiduamente esercitata nel secolo scorso da tanti paternesi, pronti a sacrificare se stessi per difendere, con un semplice bastone di legno e un innegabile dose di maestria, il debole, la giustizia, l onore delle donne. Quella di Virgillito è una delle opere attualmente più richieste nelle librerie della nostra città. I suoi scritti sono intrisi di aneddoti e personaggi, che non è eufemistico definire, nel loro piccolo, leggendari. Grazie all aiuto di alcuni mecenati - spiega Virgillito - ho avuto la gioia, la fortuna, di pubblicare numerose opere che parlano di Paternò: tutto nasce da un intima esigenza di far conoscere le radici della mia terra. Delle mie opere non ho mai fatto un uso commerciale e cercherò di proseguire anche in futuro questa attività di carattere culturale e divulgativo. Ho, infatti, in progetto di dare alle stampe un testo intitolato Le Edicole Votive a Paternò, con le foto di Giuseppe Barbagiovanni, che racconterà la storia di 75 altarini, dai tempi della seconda guerra mondiale ai giorni nostri, e mi prefiggo di pubblicare pure due scritti che tratteranno della chiesetta di San Marco e di quella di San Giacomo. Ottimo il rapporto di collaborazione tra Virgillito e gli altri, illustri, autori locali contemporanei. Ho lavorato bene - dice - con Barbaro Conti, che ha pubblicato diversi testi di grande interesse, con Angelino Cunsolo, con Vincenzo Fallica, con Carmelo Ciccia, scrittore paternese insignito di numerosi premi a livello nazionale, i cui racconti sono stati tradotti in varie lingue, con Francesco Alberto Giunta, con cui ho un costante scambio di idee e che ha presentato il mio libro sui Bastonieri. Ciascuno di loro ha dato un contributo importante per la conoscenza della nostra città. Leggo, inoltre, con piacere - aggiunge - le pubblicazioni di Carmine Rapisarda, del quale ricordo il padre, Barbaro, autore di un testo corposo sui bombardamenti a cui fu sottoposta la nostra città nella Seconda Guerra Mondiale, dal titolo L apocalisse a Paternò. Apprezzo inoltre le opere del giornalista Ezio Costanzo. Quest ultimo ha scritto di argomenti quali lo sbarco alleato del 1943, e, con un altro noto giornalista - Aldo Forbice, il catanese conduttore della fortunata trasmissione radiofonica Zapping - I bambini e la guerra. Un altro grande narratore dei fatti storici della nostra città è il professor Vincenzo Fallica. La nostra città - afferma -, e non lo dico per un malinteso senso di municipalismo, è una delle più belle quarto di pagina mm 120 x mm 138 di tutta la Sicilia. La mia ricerca delle fonti cominciò da giovane: mi imbattei in una massa enorme di straordinari documenti, quali gli atti di fondazione e i lasciti dei monasteri benedettini. Ne venne fuori una Storia di Paternò che pubblicai nel 1990, che arricchisce quella di Gaetano Savasta, Memorie storiche della città di Paternò, pubblicata nell ormai lontano 1905. Successivamente - prosegue Fallica - sono stato attratto dalle vicende di una sfortunata regina: Bianca di Navarra. Era un peso che sentivo fin da quando, da giovane professore, studiavo gli Aragonesi. Con Bianca di Navarra ho pensato di tracciare un profilo di quella che fu l ultima regina di Sicilia che nel 1415, con la persecuzione di Bernardo Cabrera, fu costretta a tornare in terra di Spagna. Fallica spiega come la presenza di Bianca fu fondamentale per la nostra città, perché Paternò diventò insieme a Mineo, Vizzini e Siracusa parte integrante della cosiddetta Camera Reginale. Sarei felice - afferma - se si potesse valorizzare questo patrimonio storico e artistico creando, insieme a Motta Sant Anastasia e Adrano, una Contea dei Castelli. Il professore sottolinea come il suo fine sia quello di dare un contributo divulgativo quanto più possibile vasto su storie e personaggi della nostra città. Del resto - afferma - quando i paternesi sono sollecitati nel modo giusto rispondono alle iniziative culturali con autentico entusiasmo. E a proposito di personaggi poco noti il professore Fallica preannuncia la realizzazione di una pubblicazione dedicata a un sacerdote di origine emiliana, padre Vincenzo continua a pagina 11 piedino interno mm 244 x mm 71

11 I PATERNESI GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 segue da pagina 9 Vincenzo Fallica Ravazzini, che sacrificò la propria vita per i sofferenti durante i bombardamenti alleati del luglio 1943. Una figura leggendaria - conclude - che i nostri giovani devono conoscere, anche se in verità pochi sembrano portati a proseguire l attività di ricerca. Tra questi voglio Angelino Cunsolo citare il giornalista Francesco Giordano (nostro collaboratore n.d.r.), che ha già scritto alcuni articoli di carattere storico-divulgativo, e che mi auguro in futuro possa arrivare pure alle pubblicazioni. Un altra figura assai significativa nel vasto panorama dei saggisti locali è rappresentata dal professor Angelino Consolo, per decenni corrispondente de La Sicilia, ideatore e promotore del premio culturale Tirsi Etneo, che rappresenta una fonte pressoché inesauribile da cui attingere. Attualmente è in libreria con la pubblicazione Uomini illustri e Santa Barbara. Provengo - afferma Cunsolo - da una famiglia in cui le espressioni artistiche e culturali sono state sempre preponderanti. Da mio nonno, a mio padre, a mio fratello. Da bimbo, arrivando dalla natìa Biancavilla rimasi affascinato non soltanto dai monumenti di Paternò, ma dalle storie che di questi monumenti si raccontavano. Fu così che cercai di approfondire la conoscenza sulla nostra città e diedi alle stampe, insieme a Barbaro Conti e Barbaro Rapisarda, due edizioni di Note storiche di Paternò, raccolte di vari autori antichi e moderni. Fu poi la volta - ricorda - de Il Santuario della Consolazione in Paternò, con Barbaro Rapisarda, e nel 93 uscì La triste estate del 43 a Paternò. Tra breve pubblicherò inoltre un libro, intitolato Il Castello di Paternò, piuttosto voluminoso e su cui lavoro da oltre dieci anni, in cui sovverto parecchi luoghi comuni sul maniero normanno. L altra grande passione di Cunsolo è la poesia: ogni anno, nell ambito dei festeggiamenti in onore di Santa Barbara, organizza un recital di poesie dedicate alla Santa Patrona, che annovera già diverse edizioni. Le poesie - spiega Cunsolo - sono una costante per la mia famiglia, basti pensare che conservo ancora un antica raccolta di versi composti dal mio nonno materno. E io stesso ho sempre coltivato questa passione tanto che quest anno spero di dare alle stampe una mia raccolta di circa trecento liriche. Uscendo dalla casa del professor Cunsolo veniamo, letteralmente, rapiti dalla bellezza del centro storico paternese: di fianco a noi si staglia l imponente sagoma della chiesa di Santa Barbara. Percorriamo le strade che solcano la Collina storica e, nei pressi della scalinata monumentale, ammiriamo come fosse la prima volta l edicola votiva della Madonna delle Grazie. Ancora pochi passi ed ecco il Castello Normanno. Nell aria pare aleggiare il peso di vicende e personaggi che hanno fatto la storia delle nostra città. Il nostro viaggio alla ricerca di una Paternò d altri tempi finisce qui. Non si esaurirà, invece, l opera certosina di questi preziosi testimoni che con i loro scritti perpetueranno, nel tempo, una cultura che non deve in alcun modo essere rimossa. piedino interno mm 244 x mm 161

13 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 di Francesco Giordano * Risale all epoca sveva e, a parte il Cristo Pantocratore e quel Battista cui è dedicata, mostra nei suoi affreschi una teoria di santi cavalieri che, sui loro cavalli arabo-normanni, sembrano volere uscire dalle pareti per compiere ancora una volta la loro missione D altra parte i dipinti furono realizzati quando era ancora vivo il fervore per le crociate TUTTI I SANTI COMBATTENTI DELLA CAPPELLA DEL CASTELLO A sinistra: l abside con l affresco, molto degradato, del Cristo Pantocratore Il Castello normanno, simbolo di Paternò, rappresenta il quinto punto cardinale per la città dato che il grande parallelepipedo in pietra lavica sulla collina storica è visibile da ogni quartiere. La Turri è il nostro continua a pagina 14 piedino interno mm 244 x mm 161 COLORE

14 segue da pagina 13 SAN GIOVANNI BATTISTA E I CAVALIERI GEROSOLIMITANI L Agnus dei posto sulla chiave di volta della porta d ingresso della cappella è il simbolo di San Giovanni Battista. Lo stesso personaggio è raffigurato in un dipinto a destra dell abside. Tutti questi elementi che lasciano supporre la presenza, nel castello di Paternò, di esponenti gerosolimitani, ossia di appartenenti all ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme. I suoi adepti avrebbero successivamente preso il nome di cavalieri di Rodi e, nel 1530, di cavalieri di Malta. San Giovanni Battista è raffigurato a sinistra dell abside rispettando gli stilemi del tempo. La sua figura è asciutta, quasi scarna, capelli e barba rossa sono incolti, in segno di penitenza. La vita ascetica del difensore del Santo sepolcro è simboleggiata da torso nudo e dalla veste di pelle di cammello. Il volto di Giovanni è scavato dai duri digiuni ma la sua espressione resta comunque ieratica. Regge con la mano sinistra un cartiglio che annuncia l Avvento del Messia, e con la mano destra benedice. A sinistra: un particolare dell affresco che rappresenta San Giovanni Battista I PATERNESI monumento per eccellenza, ma non molti tra i nostri concittadini lo conoscono come dovrebbero. Il dongione, per esempio, - ossia un ridotto ulteriormente fortificato all interno del maniero, costruito tra il 1072 e il 1073 per volere del Gran conte Ruggero d Altavilla -, non gode la stessa notorietà dei suoi quattro scabri e imponenti prospetti esterni. E tra le sue stanze, il visitatore meno attento, rischia di trascurare addirittura interi ambienti, soffermandosi magari a godere dello splendido panorama che si gode dalle bifore. Vittime illustri di questa distrazione sono gli affreschi della cappella interna al castello, un interessante espressione d arte figurativa medievale guardata - ma non osservata -, dalla maggior parte dei visitatori, eccezion fatta per gli spiriti più sensibili all arte e alla storia e per gli studiosi, che li hanno collegati con le pitture rupestri di Lentini e della cripta di San Marziano a Siracusa. Gli affreschi paternesi ornano la cappella di San Giovanni al piano terra del castello, un ambiente non molto grande (6 metri per 3,95) volto da oriente verso occidente e culminante con un abside alta 2 metri e 30 centimetri, larga m.1,53 e profonda poco meno di un metro. Quest abside, a sua volta, è affiancata da due edicole il cui originario utilizzo resta poco chiaro. La volta a GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 botte, un tempo azzurra, è trapuntata di stelle a sei e sette punte che conservano tracce di doratura. Fino al 1990, anno in cui la cappella, visto il gravissimo stato di degrado, fu restaurata, esistevano anche dei sedili in pietra ai lati della sala. La cappella - cui si accede attraverso una porta ad arco ogivale sormontato da un bassorilievo raffigurante l Agnus dei (vedi box) - secondo l illustre storico Giuseppe Agnello, risale all epoca sveva, quindi al XIII secolo. E diversi artisti realizzarono fra il Due e Trecento l intero ciclo di affreschi. Questi si dividevano in origine in tre ordini: superiore, con la rappresentazione di stemmi araldici del XIV secolo con scudi gotici moderni, mediano, con la rappresentazione di una teoria di santi, e inferiore, di cui non rimane più traccia. Nell abside troneggia un immagine - fortemente danneggiata - del Cristo Pantocratore, una tipica raffigurazione di stile bizantino così come se ne trovano in tutta l area del Mediterraneo e nella stessa Sicilia. Celebre è il Pantocratore del Duomo di Cefalù, ma anche quello della cappella di Adelasia nel vicino castello di Adrano. A Paternò Cristo tiene nella mano sinistra il Vangelo aperto, indossa un manto azzurro, e la testa dalla fluente capigliatura è circondata da un nimbo, un aureola dorata. In alto, piedino interno mm 244 x mm 161

15 I PATERNESI GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 segue da pagina 14 come una cornice alla stessa abside, quattordici tondi contengono serafini e cherubini, mentre, sopra la cornice degli angeli, quattro tondi più grandi contengono il bue, l aquila, l angelo e il leone, rispettivamente simboli degli Evangelisti Luca, Giovanni, Matteo e Marco. Al loro centro, un tondo contiene, ancora una volta, l Agnus dei. A destra (per l osservatore) dell abside troviamo l arcangelo Gabriele. E inquadrato da una cornice a bastoni, le sue grandi ali sono semi spiegate, mentre indossa il drappo simbolo divino. A sinistra del registro superiore troviamo raffigurata la Vergine, seduta in trono su cuscini, mentre ha rivolto lo sguardo all arcangelo Gabriele annunziante, nel registro opposto. A sinistra dell abside troviamo San Giovanni Battista (vedi box) che, dopo lo stesso Cristo, è la figura più importante della sala. Il Precursore, l ultimo profeta prima della venuta del Salvatore, raffigura infatti il legame tra il Vecchio e il Nuovo testamento. Nel registro inferiore della Cappella, sotto la Vergine, troviamo San Nicola, simbolo della lotta contro i saraceni. Il padre della Chiesa orientale e vescovo di Mira è raffigurato frontalmente, nella tipica posizione del periodo aureo bizantino. La sua fronte è larga, ha lunghi capelli e barba, indossa la doppia stola (epitrachelio), e regge il Vangelo con la mano sinistra. La posa rigida e ieratica, lo sguardo severo, la figura solida, il gesto benedicente, i ricchi paramenti e la testa circondata dal nimbo, dovevano certamente indurre i fedeli del medioevo a un mistico rispetto. Girando lo sguardo sulle altre pareti della cappella troviamo i santi martiri militari e cavalieri che, sui muri settentrionale, occidentale e meridionale, si dispiegano come in una religiosa parata. Una processione militare che ha come destinazione il luogo ideale della difesa della fede cattolica. Nella parete ovest spiccano San Sebastiano - protettore delle milizie cristiane contro quella peste che terrorizzava i musulmani - e San Nestore. Nella parete sud troviamo San Michele, il santo-soldato per antonomasia, e San Demetrio. Nella parete nord, infine, San Giorgio e Sant Ippolito. Si tratta dei dipinti meglio conservati dell intero ciclo d affreschi. Una teoria di santi cavalieri che, sui loro cavalli arabo-normanni, sembrano volere uscire dalle pareti per compiere ancora una volta la loro missione. D altra parte gli affreschi furono realizzati quando era ancora vivo il fervore per le crociate in Terra santa. Sotto: Un particolare dei dipinti della volta Le figure sono di grande suggestione: i Santi Giorgio e Michele uccidono il drago, Sant Ippolito e San Nestore reggono degli stendardi svolazzanti mentre sono in corsa. I colori a tempera offrono una gamma cromatica alquanto vivace: l azzurro e il rosso, il giallo e il nero, l ocra e il bianco: un fantasmagorico ed essenziale cromatismo che alleggerisce notevolmente la tematica dell opera. Tutti i soggetti sono eleganti, avvolti in ampi mantelli militari e hanno il loro comune punto d osservazione nel Cristo Pantocratore dell Abside. Concludiamo con una notazione riguardante le epigrafi che accompagnano le figure degli affreschi di Paternò: esse costituiscono un interessante elemento di studio, così come i simboli cabalistici ed esoterici dell intera Cappella. E visto l interesse popolare scatenato da romanzi diventi best sellers - uno per tutti Il Codice Da Vinci - riteniamo che una loro lettura critica porterebbe interessanti sorprese. * foto dell autore piedino interno mm 244 x mm 161 COLORE

16 I PATERNESI Personaggi di ieri GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 MALEDISSE I PATERNESI IL PIÙ GRANDE GEOGRAFO DEL NOSTRO SEICENTO Poi però Giovan Battista Nicolosi dimenticò lo sdegno per la propria terra, esaltandola e magnificandola nei propri scritti quarto di pagina mm 120 x mm 138 Giovan Battista Nicolosi nacque a Paternò il 6 ottobre 1610 da Antonina Corsaro e Mario Nicolosi. Di famiglia umile e numerosa trascorse i primi anni a Paternò e a Catania, dove ebbe modo di frequentare il Seminario. Quando, all età di 40 anni, morì suo padre, era il 1628 e Giovan Battista non era stato ancora ordinato sacerdote. Quando ciò avvenne questo pretino esile, basso di statura, che vestiva con abiti frusti, si mise in mostra per le sue assai forbite prediche. Queste erano invidiate dai dotti della città, che lo osteggiavano. Gli era ostile persino il Clero, geloso per la sua intelligenza e la sua eloquenza. La situazione che rattristava Nicolosi, il quale decise di lasciare la terra natia per recarsi a Roma. Lasciando Paternò lanciò alla città versi pervasi di sdegno. Una dolorante e angosciata invettiva, una pietrata lanciata ai propri concittadini iniqui e scellerati. E famosa la dolorante e angosciosa invettiva in dialetto siciliano, tradotta dal prof. Santi Correnti in lingua italiana: Patria ingratissima, empio ricetto Di gente iniqua, scellerata e ottusa Io parto da qui e getto di dietro Una pietra e fuggo le odiose mura Da te quali grazie e quali favori posso attendermi Se non miserie e tradimenti ognora? Mi hai dato una cattiva culla ed un peggiore letto Pessima mi daresti la sepoltura. A Roma Nicolosi si laureò in Sacra Teologia. Divenne presto poliglotta, poeta, letterato e matematico insi- gne, architetto ed esperto di arti militari. Fu docente di Geografia in case principesche; assai stimato dal Papa Alessandro VII (1655/1667), da Clemente IX (1667/1669), dall Imperatore Leopoldo I, da scienziati, cardinali e magistrati dell epoca. Si dice, anche, che per circa 18 mesi sia rimasto in Germania come maggiordomo del marchese Ferdinando Massimiliano di Baden. Tornato a Roma venne nominato dal principe Borghese cappellano della Borghesiana di Santa Maria Maggiore. Nel 1652 la sacra congregazione Propaganda Fide lo incaricò di descrivere il mondo in diverse carte geografiche. In meno di due anni Nicolosi compilò dieci grandi quadri descrivendo in tal modo analiticamente il mondo allora noto, procurandosi simpatie e lodi dai più colti geografi del tempo. Nel 1660 pubblicò l Hercole e lo studio geografico che lo fecero stimare come il più grande geografo dell epoca. Con il tempo Giovan Battista Nicolosi dimenticò lo sdegno per la propria terra, esaltandola e magnificandola nei propri scritti. Nel 1659 donò alla sua ex parrocchia di Santa Maria dell Alto un bellissimo dipinto del santo martire Nanieno e una tela raffigurante Sant Emanuele in estasi. Morto nel 1670, Nicolosi fu sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma ma dopo il 1905 il suo avello fu eliminato e s ignora dove si trovi adesso la sua tomba e cosa avvenne dei suoi resti. A lui, Paternò ha dedicato la biblioteca di via Monastero; una via, una scuola media, un mezzo busto nella Villa comunale, una lapide di marmo nell ex Palazzo Alessi, numerose pubblicazioni, circoli culturali e centro studi. PIPPO VIRGILLITO piedino interno mm 244 x mm 71

17 I PATERNESI GIOVEDÌ IL COMUNE INFORMA I PATERNESI con la collaborazione dell Ufficio stampa del Comune di Paternò e l Ama Spa 9 FEBBRAIO 2006 L Amministrazione Failla ha realizzato un programma ricco e ambizioso, che soddisferà i paternesi e i visitatori UN CARNEVALE DI QUALITÀ ALL INSEGNA DELLA MUSICA E DEL DIVERTIMENTO Oltre alle sfilate dei carri e dei gruppi in maschera, spiccano le esibizioni dei Matia Bazar, de I Brigantini, di Paolo Meneguzzi e dei Tropical latin sound Pippo Failla, sindaco di Paternò Si preannuncia grasso il Carnevale 2006 a Paternò. Per la storica kermesse, infatti, l Amministrazione Failla ha allestito un programma ricco e ambizioso. Concentrando tempo ed energie, l assessorato alla Cultura si è posto come fine quello di offrire, a paternesi e forestieri, una festa di qualità, con sette carri allegorici, dieci carri infiorati e undici gruppi in maschera che sfileranno lungo le strade e le piazze della città. Non mancheranno spettacoli musicali di grande richiamo: la sera di domenica 26 febbraio, in piazza Indipendenza, si esibiranno i Matia Bazar, con la presentazione di Rug- gero Sardo; lunedì 27 sarà la volta de I Brigantini, e per la serata del 28 febbraio, martedì grasso, sempre in piazza Indipendenza, si terranno il concerto di Paolo Meneguzzi e della band musicale dei Tropical latin sound, mentre a presentare sarà Salvo La Rosa. La manifestazione verrà seguita da diverse dirette televisive, anche via satellite. Ad accrescere questo già ricco programma, vi saranno una serie di manifestazioni sportive e di solidarietà. Innanzitutto La festa dei bambini - realizzata in collaborazione con la Croce rossa italiana - nel giorno di giovedì grasso; e, con l associazione Città viva, la mattina del 28 febbraio, si svolgeranno una serie di attività sportive al Palazzetto dello sport: La coppa di Carnevale è il titolo della manifestazione che vedrà la partecipazione di diverse associazioni sportive e atleti diversamente abili. Continua sempre con impegno - afferma Nino Naso, assessore alla Cultura, Sport e Spettacolo - il nostro impegno per fare crescere di anno in anno il Carnevale di Paternò. Le novità di quest anno riguardano soprattutto le modalità di partecipazione alle sfilate per gruppi e carri; abbiamo eliminato i premi finali istituendo, invece, una doppia categoria (A e B), un sistema che, preso in prestito dal mondo calcistico, stimolerà maggiormente Nino Naso, assessore alla Cultura, Sport e Spettacolo i partecipanti alla manifestazione. Abbiamo puntato molto - conclude - sulla qualità dei carri e dei costumi in maschera, dando spazio ai giovani talenti, e specialmente ai nostri artigiani. Così, il Carnevale di Paternò non sarà la pallida imitazione di un passato che non esiste più ma, in linea coi tempi, si presenterà come richiamo turistico per la diffusione dell immagine della nostra città. Il tutto senza perdere di vista il tradizionale divertimento. Francesco Giordano Addetto stampa Comune di Paternò

18 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 La città avrà anche quest anno una Giunta e un Consiglio comunale interamente composti da bambini Virgolini: questa iniziativa dà la giusta importanza ai paternesi più giovani, una grandissima risorsa per l intera città Le istituzioni formato baby stanno per prendere posto a Palazzo Alessi. La città, infatti, avrà anche quest anno una propria Giunta così come anche un Consiglio comunale in miniatura... interamente composti da bambini, alunni delle scuole di ogni ordine e grado della città. Dopo quella che per i ragazzi, lo scorso autunno, è stata una vera e A PALAZZO ALESSI I PICCOLI AMMINISTRATORI PROVENIENTI DALLE SCUOLE propria campagna elettorale - con tanto di proclamazione di sindaco, vicesindaco e assessori - adesso è il momento dell insediamento. Gli incontri - il cui calendario è stato stilato dal presidente dell assise paternese, Alfio Virgolini - sono e saranno ospitati nella sala consiliare della nuova sede di rappresentanza della residenza municipale, l ex Palazzo Alessi. Il via è stato dato lo scorso due febbraio, quando a far visita al Comune è arrivato il baby Consiglio dell Istituto comprensivo don Milani. All incontro, oltre ad alunni e insegnanti, hanno preso parte il sindaco di Paternò, Pippo Failla, e il presidente del Consiglio comunale Virgolini. È poi toccato ai piccoli del quarto circolo didattico e a quelli dell Istituto comprensivo Marconi. Dopo una prima pausa, si è ricominciato, lo scorso sei febbraio, con l insediamento dell Istituto comprensivo Giovanni XXIII; mentre a seguire prenderanno posto rispettivamente gli studenti della scuola paritaria Maria del Tindari, quelli del secondo circolo didattico, della scuola media statale Nicolosi, del terzo e del primo circolo didattico. Venerdì 17, infine, il programma prevede l insediamento del baby sindaco di tutte le scuole. Sono davvero soddisfatto - afferma Alfio Virgolini - di aver programmato, anche nel 2006 questa iniziativa, che dà la giusta importanza ai piccoli paternesi, il futuro della nostra città. Agnese Virgillito Addetto stampa Comune di Paternò LA CITTÀ METTE IN MOSTRA I SUOI ANTICHI ARGENTI Verranno esposti in questi giorni i celebri oggetti rinvenuti a Paternò nel 1909, ora di proprietà di un Museo tedesco, e dati in prestito al Comune per esporli al pubblico La mostra Gli argenti di Paternò, appena inaugurata dall Amministrazione comunale nei locali della Galleria d arte moderna, rappresenta indubbiamente uno degli eventi culturali più importanti dell anno. Si tratta dell esposizione dei celebri argenti greco-romani rinvenuti a Paternò nel 1909, ora di proprietà dell Antikensammlung Staatliche Museen di Berlino, e dati in prestito al nostro Comune per poterli esporre alla visione del pubblico. La storia di questo tesoro - risalente al V-IV secolo a.c., e costituito da sette pezzi - è molto particolare. Venne scoperto a Paternò, vicino al Castello, da una contadina che li vendette per pochi soldi. Quindi, attraverso le mani di vari ricettatori giunsero fino in Germania. Si tratta di reperti estremamente rari e preziosi, - hanno dichiarato il sindaco di Paternò, Pippo Failla e l assessore alla Cultura Nino Naso -, gli Argenti di Paternò sono stati esposti nei mesi scorsi al Museo archeologico Ibleo di Ragusa, e Paternò non poteva lasciarsi sfuggire l occasione di questo ritorno in patria dei preziosi oggetti. L amministrazione Comunale si è fortemente impegnata per allestire questa importante mostra che prevede anche una serie di eventi collaterali, e un convegno con la presenza di esperti del settore. Intanto, la mostra resterà visibile a tutti per due, per offrire ai paternesi la possibilità di ammirare questi splendidi oggetti. Francesco Giordano Addetto stampa Comune di Paternò

19 I PATERNESI GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 Un importante progetto di ristrutturazione urbana COMINCIATI I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE IN VIA FONTE MAIMONIDE Il sindaco Failla: un importante iniziativa che punta al miglioramento della zona e a snellire il traffico Previsti il rifacimento del manto stradale, la realizzazione di una rotatoria, la costruzione di un nuovo marciapiede, l installazione di un aiuola centrale e di un impianto di irrigazione In primavera il quartiere rivivrà i fasti di un tempo Iniziata, la scorsa settimana, la riqualificazione di via Fonte Maimonide, essenziale arteria considerata strategica nello scacchiere della viabilità cittadina, soprattutto in ordine al mercato trisettimanale. I lavori, disposti dall Amministrazione comunale per oltre 600 mila euro, sono stati avviati già nello scorso mese di novembre, anche se hanno riguardato soltanto l area limitrofa alla strada. Dalla passata settimana, invece, gli operai sono al lavoro proprio sulla strada che, per tre volte a settimana, ospita il mercato. La fiera in questi ultimi anni è stata al centro di un braccio di ferro continuo tra l Amministrazione e gli operatori commerciali, che hanno contestato con ogni mezzo l idea di spostamento delle bancarelle nel vicino parcheggio dello stadio Falcone-Borsellino. Oggi, però, sembra sia stato trovato un accordo. Il progetto di restyling dell arteria prevede il rifacimento del manto stradale, la realizzazione di una rotatoria con area a verde tra la via Fonte Maimonide e la via Po, la costruzione di un marciapiede a scendere da via Nazario Sauro - più largo dell attuale e comprensivo di aiuole - l installazione di un aiuola centrale e di un impianto di irrigazione. La vicina Fonte Acque grasse verrà dotata di una piazzetta comprensiva di arredo urbano, proprio dove sono stati iniziati i lavori in attesa di potersi estendere anche in via Fonte Maimonide, ma ciò solo all atto del trasloco del mercato, previsto per il 23 febbraio prossimo. La consegna dei lavori è attesa per la prossima primavera. Una novità in assoluto sarà la postazione fissa, nei giorni di mercato, degli agenti di polizia municipale, prevista nelle adiacenze dei campi da tennis dove verranno allocati anche i servizi igienici. Il progetto dall Amministrazione è da inquadrare nell ottica di una riqualificazione della zona, attualmente in forte stato di degrado. Per quel che concerne il mercato, lo spostamento non porterà mutamento di dimensioni: i posti resteranno 189. Nei tre giorni (lunedì, giovedì e sabato) si alterneranno ben 263 operatori commerciali aventi diritto. Nel riassetto, inoltre, saranno divisi i due settori - alimentare e non - in modo da non arrecare Attilio Lombardo, assessore alle Attività produttive danno a nessun ambulante. Si tratta - ha dichiarato il sindaco, Pippo Failla - di un importante progetto che punta tanto alla riqualificazione della zona quanto a snellire il problema di circolazione viario; in primavera il quartiere rivivrà i fasti di un tempo. Della stessa linea l Assessore alle attività produttive, Attilio Lombardo. Il trasferimento degli ambulanti - rileva l amministratore - è un atto dovuto nei confronti della città tutta. Agnese Virgillito Addetto stampa Comune di Paternò

20 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 Il percorso compiuto dall acqua potabile per giungere fino ai rubinetti delle nostre case ACQUA: IMPIANTI NUOVI E RETE... MOLTO VECCHIA Pozzi, serbatoi e condotta adduttrice sono in ottime condizioni e molti sono anche di recente realizzazione Ma problemi non indifferenti sono causati da una rete di distribuzione davvero vetusta, che dovrebbe essere ammodernata nei prossimi anni dall Ato Ogni mattina ciascuno di noi è abituato ad aprire il rubinetto della propria casa, da cui esce un flusso, più o meno abbondante, di acqua che ci aiuta a cominciare la giornata nel migliore dei modi. Ma bisognerebbe chiedersi da dove questa acqua provenga e quale percorso abbia seguito. Affinché l acqua giunga nelle nostre case sono necessarie infatti una serie di complesse operazioni che proviamo di seguito a elencare. Innanzitutto è necessario possedere delle fonti in grado di fornire il giusto quantitativo di acqua, possibilmente costante al variare delle stagioni, e dopo dotarle di idonei impianti di sollevamento per consentire all acqua di essere sollevata sino alla superficie. Attualmente nella zona di Paternò l acqua proviene dai seguenti impianti, tutti dotati delle necessarie autorizzazioni sanitarie e della Regione: l/s = litri per secondo Pozzo Di Natale: 50 l/s Pozzo Currone: 10 l/s Pozzo San Vito: 35 l/s Pozzo Lo Jacono: 15 l/s Pozzo Ardizzone: 15 l/s Sorgente Ardizzone: 60 l/s Pozzi Raffo: 45 l/s Pozzo Acque Nord: 40 l/s La profondità da cui viene prelevata l acqua varia dai 124 metri del Pozzo Di Natale ai 24 del Pozzo Ardizzone, mentre dalla Sorgente Ardizzone l acqua fuoriesce senza necessità di alcuna forza motrice. L acqua, a eccezione di quella proveniente dal Pozzo e dalla Sorgente Ardizzone viene convogliata in una condotta di 250 mm di diametro e lunga quasi un chilometro e mezzo, realizzata negli scorsi dall Azienda, che partendo dalla contrada Ardizzone raggiunge il Serbatoio Palazzolo situato nell omonima contrada a circa. Lungo in tragitto l acqua provenientente dai vari pozzi viene immessa nella condotta e successivamente immagazzinata nei serbatoi in funzione delle effettive esigenze di distribuzione. Ciascun serbatoio, infatti, serve di una zona definita, e questo rispetto sia alla disponibilità della rete ma soprattutto alle quote altimetriche. Così il Serbatoio Currone Vecchio ( 900 mc) serve la Zona Ardizzone, il Serbatoio Currone Nuovo (3.000 mc) serve la Zona via Mazzini, Via Libertà, c.so Italia, i Serbatoi Palazzolo (3.900 mc) zona via Sardegna-Villetta, mentre il centro storico resta servito dalla Sorgente Ardizzone anche attraverso l utilizzo del Serbatoio Collina. Tutti gli impianti sin qui citati, pozzi, serbatoi e condotta adduttrice sono in ottime condizioni di manutenzione e molti sono anche di recente realizzazione. Problemi non indifferenti vengono invece creati dalla vetustà della rete idrica di distribuzione. Infatti l ultimo intervento di realizzazione della rete idrica risale ormai a oltre un quarto di secolo, senza tenere ovviamente in debita considerazione lo sviluppo urbanistico che da li a poco avrebbe interessato l intero territorio paternese. L Ufficio Tecnico del Comune, di concerto con l Azienda, negli scorsi anni si è dotato di un parco progetti esecutivi relativi alla zona in cui la rete versa in peggiori condizioni, ovvero zona Villetta - via Fiume, ma Giovanni Rao la realizzazione delle opere ormai è di competenza del gestore unico per l intero Ato di Catania di recente formazione e pertanto nei prossimi anni, grazie anche a previsti e cospicui finanziamenti pubblici, dovrebbero iniziare i lavori di ammodernamento della rete idrica. ing. Giovanni Rao Direttore Generale Ama

21 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 CON CRAZY FUN, IL DIVERTIMENTO È UNA COSA SERIA Dalle semplici feste per bambini ai grandi eventi organizzati dai Comuni, l azienda si occupa di curare tutti quei dettagli che trasformano un avvenimento qualsiasi in una grande festa Èl impresa paternese leader nella realizzazione di spettacoli, animazione e intrattenimento per i bambini. Nata il 14 Febbraio del 2004 dall entusiasmo dell appena ventunenne Milos Virgillito, da anni attivo nel settore dell animazione, Crazy Fun può contare sull esperienza di una settantina di animatori qualificati. Dalle semplici feste per bambini ai grandi eventi organizzati dai comuni, l azienda si occupa di curare tutti quei dettagli che trasformano un avvenimento qualsiasi in una grande festa: con clown, animazione, musica, giochi e luci. L idea - spiega Milos Virgillito - è quella di creare un azienda in grado di soddisfare pienamente il cliente, liberandolo dalla responsabilità di mettere su una festa per bambini, un party o semplicemente una serata fra amici. Credo che il segreto del nostro successo consista nel capire ciò di cui le persone hanno bisogno, soprattutto per fare in modo che possano godersi la festa organizzata, lasciando che siano i nostri animatori a occuparsi del resto. Un successo, quello raggiunto dalla Crazy Fun, decretato anche dalle migliori strutture turistiche, siciliane e non soltanto. La nostra azienda - aggiunge -, soprattutto in estate, collabora con i villaggi vacanze, prendendo in gestione il settore in cui siamo più bravi: l animazione. Siamo inoltre stati più volte incaricati da diverse amministrazioni locali per animare feste comunali, serate in piazza e momenti d intrattenimento per i più piccoli. Crazy Fun è dunque riuscita a riscuotere tanto successo offrendo un buon prodotto a prezzi contenuti. Con un prezzo - conferma Milos Virgillito - che può oscillare tra i settanta e gli ottanta euro, siamo in grado di organizzare una festa con i fiocchi, animando la serata nel migliore dei modi. Con i nostri ragazzi vestiti da clown, la nostra musica e tantissime luci colorate il divertimento per i bambini è assicurato, tanto che spesso anche i più grandi si fanno trascinare nei nostri balli. Per chiunque desiderasse avere maggiori informazioni, Crazy Fun ha un proprio sito internet (www.crazyfun.it) dove si possono scoprire tutte le fantastiche offerte proposte dal team. Il campo dell animazione - spiega Virgillito - è uno tra i più esigenti in assoluto. Non basta una radio e qualche pezzo di carta colorata per organizzare una serata. Dietro il successo di un evento o di un party c è il lavoro, a dire il vero non tanto silenzioso, di un team di animatori che ha come unico obiettivo la soddisfazione del cliente. Uno dei lavori che a breve ultimerà il team di Crazy Fun è l organizzazione della prossima festa del Liceo classico di Paternò, nella discoteca Martini Plaza di Catania. Porteremo l intera scuola - conclude - in una delle migliori piste da ballo di Catania. Il numero elevato di persone presenti non sarà affatto un problema, anzi più saremo e più ci divertiremo. BARBARA D ASERO

22 I PATERNESI GIOVEDÌ 9FEBBRAIO 2006 Le vostre istantanee Strette in un forte abbraccio, Maria Barbara e Annalisa Pelleriti, rispettivamente di quattro e otto anni, si presentano a tutti i lettori del nostro periodico con il loro sorriso contagioso e gli splendidi occhi scuri. Ai genitori di queste bellissime bimbe, Rino e Consuelo, porgiamo gli auguri e i complimenti di tutta la nostra redazione Le immagini da pubblicare vanno fatte pervenire al nostro fotografo: Foto flash di Orazio Oliveri, via Vittorio Emanuele 324 Paternò Tel.095/841087 -. 347/1742823 o inviate agli indirizzi e-mail: fotoflash.o@tiscalinet.it o melamedia@tiscali.it piedino interno mm 244 x mm 161 COLORE

23 I PATERNESI Personaggi di oggi GIOVEDÌ 9 FEBBRAIO 2006 TURI MARCHESE, UN CUNTASTORIE... DEL NUOVO MILLENNIO Insegna nel primo circolo didattico di Paternò e, come poeta dialettale, ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali quarto di pagina mm 120 x mm 138 Sebbene la sua prima poesia sia datata 1991, in appena quindici anni di produzione letteraria, Turi Marchese è riuscito a farsi conoscere come uno dei migliori rappresentanti della poesia dialettale cittadina. 53 anni, sposato e padre di due figli, Marchese insegna nel primo circolo didattico di Paternò e come poeta ha ottenuto numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Soltanto dal 2002, però, i suoi componimenti hanno trovato seguito fra i suoi stessi concittadini. Di quell anno, infatti, è La strata di la cruci, opera in versi a rima baciata in cui Marchese dipinge, con pennellate attinte dalla ricca tavolozza dialettale, il Cristo immerso nella sua opera salvifica: U mali è ammucciatu arreri i gnuni, e non si vidi ma spissu è patruni; ma ccu Gesù non cci po fari nenti pirchì l amuri vinci li so ntenti. Dopo aver rappresentato la Passione del Cristo, nel 2005 ha mandato alle stampe La vita di Santa Barbara, sua seconda opera dialettale. Lo scritto, per metrica, non si scosta dal precedente, facendo scorrere la vicenda della Santa patrona paternese sotto formadi cuntu in quartine a rima baciata. La produzione di Turi Marchese non si esaurisce però soltanto con la poesia. Nonostante questa rappresenti la più ampia fetta della sua espressione artistica, lo scrittore paternese si è fatto apprezzare anche come rappresentante di un antica arte poetica tanto cara alla tradizione cittadina, quella del cuntastorie. I suoi scritti, infatti, pur battezzati dalla poesia ben si sposano con la tradizione orale tipica dei cantastorie siciliani. Lo stesso Marchese, durante una delle rappresentazioni della Strata di la cruci ha recitato i suoi versi accompagnato dal suono della sua chitarra e dalle immagini disegnate su un cartellone, proprio come facevano i cantastorie. Ricordo con profonda ammirazione - spiega Turi Marchese - la maestria con cui questi cantastorie, anni fa, raccontavano vicende tratte dalla cronaca locale come fossero favole da raccontare ai bambini. Era il più poetico - riprende - dei modi con cui un uomo poteva tenersi informato ed è molto brutto constatare che stiamo barattando la nostra lingua siciliana, il nostro essere siciliani, per una new culture di dubbia necessità. Di recente, in occasione del Seicentesimo anniversario dalla promulgazione delle Consuetudini di Paternò, Marchese ha presentato la sua più recente creazione, anche questa in forma di cuntu, sulla Regina Bianca di Navarra. Completano la sua produzione diversi componimenti, rigorosamente in dialetto, scritti per onorare le maggiori festività cristiane. Altre opere di vario genere attendono pubblicazione. Tutte plasmate dalla spontaneità della lingua siciliana, vero vessillo dell arte di Turi Marchese. SALVO SPAMPINATO piedino interno mm 244 x mm 71