Focus on Balcani Crescita economica e opportunità per le imprese. novembre 2015

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Focus on Balcani Crescita economica e opportunità per le imprese novembre 2015

Nata nel 2010 Confindustria Balcani riunisce le associazioni di imprese italiane attive nel Sud Est Europeo. In totale Confindustria Balcani rappresenta più di mille aziende italiane. Confindustria Balcani è attiva in 4 Paesi: Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Serbia, Romania. Nel 2016 la Federazione punta a includere anche la Croazia. Albania, Macedonia e Montenegro sono Paesi di interesse della Federazione. La scelta di creare Confindustria Balcani parte dalla consapevolezza che quest area costituisca una realtà economica interdipendente che può essere affrontata in maniera organica e coesa. L Italia, i suoi prodotti, il suo modello industriale mantengono nei Balcani un altissima reputazione. L impresa italiana in tali contesti è chiamata ad un ruolo di leadership economica utile sia allo sviluppo dei Balcani sia al rilancio economico del nostro Paese.

Inquadramento generale dell area, ruolo dell Unione Europea Contesto macroeconomico dell area balcanica Infrastrutture ed energia Il tessuto industriale dei Balcani Sistemi fiscali a confronto L attività imprenditoriale nei Balcani Criticità e opportunità L Italia nei Balcani Presenza Industriale Relazioni Commerciali

La strategia europea nei Balcani (I) L Unione Europea considera l Europa Sud Orientale parte del processo di allargamento dei propri confini. L obiettivo dei player economici privati nell area deve essere quello di prefigurare gli sviluppi politici futuri e non di inseguirli. EURO15 (1958 1995) EURO25 (2004) EURO27 (2007) EURO28 (2013) PAESI CANDIDATI PAESI POTENZIALI CANDIDATI

La strategia europea nei Balcani (II) I Paesi già membri dell Unione Europea hanno accesso ai fondi strutturali e al fondo di coesione. A seguire le cifre per il periodo settennale 2014 2020: Bulgaria: 7,5 Mld. Croazia: 8,6 Mld. Romania: 22,9 Mld. I Paesi candidati o potenziali candidati hanno accesso ai fondi di pre-adesione (IPA). Queste le cifre per il settennato in corso. Albania: 649 Mln. Bosnia Erzegovina: n.d. Macedonia: 664 Mln. Kosovo: 645 Mln. Montenegro: 270 Mln. Serbia: 1,5 Mld. Turchia: 4,4 Mld. Programmi con beneficiari multipli: 2,9 Mld.

La strategia europea nei Balcani (III) I livelli di assorbimento risultano tuttavia ancora insufficienti

Andamento del Pil: un confronto regionale Fonte: elaborazione Confindustria Balcani su dati del Fondo Monetario Internazionale

Andamento del Pil: un confronto globale

Un area che ambisce a nuove infrastutture La creazione di un sistema di trasporti europeo integrato che includa il Sud Est del continente è un prerequisito fondamentale per lo sviluppo dell area. Anche in questo caso sarà di vitale importanza un efficiente utilizzazione dei fondi europei. Sei corridoi di trasporto paneuropei dovrebbero attraversare l area balcanica: -Corridoio IV (Dresda/Istanbul) attraverso Romania e Bulgaria -Corridoio V (Leopoli Venezia) attraverso Croazia, Slovenia e Bosnia Erzegovina -Corridoio VII (Danubio) -Corridoio VIII (Durazzo Varna) attraverso Albania, Macedonia e Bulgaria -IX (Helsinki Alessandropoli) attraverso Moldova, Romania e Bulgaria -X (Salisburgo Salonicco) attraverso Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria e Macedonia. Esistono due iniziative dell Unione Europea che hanno significative ricadute sulla rete dei trasporti dell area balcanica: TEN T e SEETO.

TEN-T e SEETO TEN-T Transeuropean Transport Network è il programma della Commissione Europea per lo sviluppo di un infrastruttura di trasporto integrata tra gli Stati Membri. I progetti prioritari nell area sono: a)l autostrada Patrasso Atene Sofia Budapest b)la via d acqua Reno Meno Danubio c)la ferrovia Atene Sofia Budapest Vienna Praga Il South East Europe Transport Observatory è un organizzazione realizzata dalla Commissione Europea e dai governi di Albania, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Kosovo. L obiettivo è la realizzazione di infrastrutture con standard TEN-T. Tra il 2007 e il 2011 sono stati registrati 10,8 miliardi di euro. Gli effetti della crisi stanno tuttavia fortemente riducendo l impegno finanziario degli Stati interessati.

La strategia del Danubio Requisiti obbligatori per gli enti responsabili (Stati Membri, gestori infrastrutturali, operatori di porti ed aeroporti, etc.) I progetti di interesse comune debbono essere conformi ai relativi requisiti. Quattro obiettivi principali Connettere la regione del Danubio Proteggere l'ambiente Fondare le basi di una nuova prosperità Rinforzare le Istituzioni e la Cooperazione Il Danubio è un infrastruttura cruciale per lo Sviluppo economico e commerciale dei Balcani, l Unione Europea ha sviluppato una Strategia per potenziarne l utilizzo. Interoperabilità basata su questi requisiti: Alta qualità delle infrastrutture Requisiti identificati in cooperazione con i gruppi di interesse e fondati sulla vigente legislazione

Focus sui settori strategici - Manifatturiero Opportunità Lo sviluppo delle iniziative imprenditoriali manifatturiere si è innestato su un tessuto industriale con una tradizione significativa. Ovviamente la sfida principale è consistita nell adeguamento della mentalità produttiva pianificata alle esigenze del mercato. I costi dell attività industriale nell area permettono un alto livello di concorrenzialità. L area presenta un rilevante livello di stabilità politica che garantisce la sicurezza dell investimento. Al momento i Balcani rappresentano un area export oriented costituiscono tuttavia un potenziale mercato di 50 milioni di consumatori Settori principali I settori di principale rilevanza strategica per il manifatturiero sono il metalmeccanico, il tessile e il calzaturiero e l industria del legno.

Focus sui settori strategici - Energia Opportunità Risorse naturali significative e posizionamento strategico. Livello di gassificazione ancora inferiore alle potenzialità del mercato. Necessità di know-how italiano e occidentale in questo campo. Spazio per le tecnologie legate alla produzione di energia dalle risorse agricole e forestali Necessità di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare dei Paesi in oggetto con specifico riferimento alle realtà già parte dell Unione Europea. Criticità Incertezza dei framework legali relativi alle rinnovabili, con particolare riferimento alla gestione di conti energia e incentivi. Necessità di confrontarsi con mercati dell energia che hanno una storia diversa e un livello infrastrutturale inferiore a quelli dell Europa occidentale.

Focus sui settori strategici - Agroindustria Criticità Settore cruciale dell'economia del Sud Est Europa. Tanto rilevante quanto trascurato negli anni della transizione. Processo di redistribuzione delle terre particolarmente complesso in tutti i Paesi dell area, causa, specie nel decennio scorso, di una forte frammentazione dei lotti agricoli che ha severamente limitato lo sviluppo del mercato della terra e disincentivato possibili investitori. Dimensione media delle aziende agricole ancora inferiore a quella dell Europa occidentale. Opportunità Inserimento graduale nel contesto normativo comunitario. Benefici tratti da fondi strutturali e di pre-adesione. Forte tradizione del settore, recupero di competenze, ottima qualità dei terreni. Possibilità di diffusione di know how italiano, sviluppo di linee di produzione innovative (biologico).

Focus sui settori strategici Infrastrutture e trasporti Opportunità Forte deficit infrastrutturale e richiesta di know-how. Assorbimento di Fondi Strutturali e di pre-adesione destinati allo sviluppo infrastrutturale. Stabilità dei mercati e contesto normativo affine a quello italiano europeo occidentale. Criticità Farraginosità del sistema burocratico, difficoltà nella partecipazione ai bandi. Livello di assorbimento dei fondi ancora insufficiente. Difficoltà nel riconoscimento dell equipollenza di certificazioni diffuse in Italia (Certificazione SOA) N.B. l edilizia sia residenziale sia amministrativa, dopo una fase di fortissimo sviluppo sta conoscendo una fase di significativa contrazione in tutti i mercati in oggetto.

Aliquote tassazione imprese vigenti

La presenza italiana nei Balcani Nell area sono dislocate 17 000 aziende a capitale italiano (per la maggior parte pmi dislocate soprattutto in Romania, Bulgaria e Serbia) che danno lavoro a decine di migliaia di addetti locali ed italiani. Tali aziende operano in settori differenti: nel manifatturiero, nei servizi, nelle costruzioni, nelle infrastrutture, nella distribuzione, nei servizi bancari e assicurativi, nell energia, nell oil and gas, nell agricoltura e nella logistica. Il flusso di imprese italiane che sbarcano nei Balcani continua ad essere alto.

La presenza italiana nei Balcani Aziende Italiane attive: 60 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 5000 Aziende Italiane attive: 500 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 20 000 Aziende Italiane attive: 1000 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 25000 Aziende Italiane attive: 250 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 20 000 Aziende Italiane attive: 80 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 2500 Aziende Italiane attive: 18 000 Lavoratori occupati dalle aziende italiane: 800 000

Export nei Balcani: dai inattesi 5 Mld. 13,6 Mld. 9,8 Mld. 10,7 Mld. 2,9 Mld. Fonte: Confindustria Balcani, su elaborazione di dati Istat 2014

Export, l Italia e i principali competitors Fonte: Confindustria Balcani, ICE, Istituti di Statistica dei Paesi in oggetto. I grafici fanno riferimento al 2011, 2012 o al 2013 in base alla disponibilità dei dati.

Grazie per l attenzione