VIII. STRUTTURE MURARIE

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VIII. STRUTTURE MURARIE In questo capitolo si espone una sintesi dei risultati raggiunti con lo studio delle tipologie murarie del castello di Montarrenti. Queste ultime saranno analizzate, all interno di ogni periodo cronologico, in base al tipo di apparecchiatura utilizzato, all assenza o presenza di legante 129, al tipo di lavorazione, alla rifinitura del materiale lapideo e alle aree del sito urbanizzate 130. SECONDA METÀ VIII-IX SECOLO A partire dalla seconda metà dell VIII-IX secolo iniziano a comparire a Montarrenti le prime strutture in muratura. Si tratta del muro di cinta del centro curtense, collocato ai margini dell area sommitale e realizzato impiegando grandi pietre rozzamente squadrate, miste ad altre più piccole non lavorate e legate da malta gialla 131. Sebbene l apparecchiatura della cinta sia irregolare, l uso della malta e la constatazione dell assenza, in questo periodo, di altre strutture in pietra all interno del villaggio, suggerisce che la costruzione del recinto della curtis sia il frutto del lavoro di maestranze chiamate dall esterno appositamente in loco. X-XI SECOLO Strutture in muratura compaiono ora, oltre che a recingere la parte alta della collina, anche sui versanti, dove sono impiegate, in associazione al legno, per la costruzione di piccole strutture abitative in tecnica mista 132. Queste murature, in genere a secco o legate da terra mista a grumi di calce, vanno a costituire il basamento di pareti lignee. I nuovi inerventi ricostruttivi della cinta muraria dell area sommitale sono invece caratterizzati da pietre non lavorate, poste in opera in modo irregolare, ma legate da malta. Tra X e XI sembra quindi che coesistano all interno del villaggio due tipi di sapere tecnico: uno più povero, che permette di costruire case che uniscono l impiego del legno a quello della pietra, materiale da costruzione, quest ultimo, che, probabilmente, alcuni membri della comunità avevano imparato ad usare lavorando, come manodopera, per i maestri che avevano realizzato il muro di cinta della curtis di seconda metà VIII-IX secolo; l altro più ricco, che prevede l uso della malta, introdotto forse dall esterno su committenza signorile. Non è poi da escludere che l impiego della pietra per la fondazione delle pareti in legno fosse previsto semplicemente per rendere più asciutto l interno delle abitazioni poste sui versanti della collina, dove, in caso di piogge, doveva scorrere acqua in abbondanza. Questa ipotesi sembrerebbe confermata anche dall esclusiva presenza di strutture interamente in legno sull area sommitale del rilievo, probabilmente la più asciutta del villaggio 133. 129 Per una analitica caratterizzazione delle malte delle strutture murarie di Montarrenti cfr. FRATINI et alii 1996. 130 Una lettura delle murature del castello, che però non teneva di conto dei nuovi dati acquisiti con lo studio di tutte le aree del sito, è in PARENTI 1990. 131 Le USM realizzate tra seconda metà VIII e IX secolo sono: 6081 (periodo I, fase A): muro di cinta realizzato con pietre legate da malta di colore giallo scuro; 1151-1346 (periodo I, fase A): muro di cinta realizzato con grandi pietre rozzamente squadrate e legate da malta di colore giallo scuro; 6801 (periodo I, fase A): ricostruzione o restauro del muro 6081 realizzato con pietre legate da malta di colore giallo scuro. 132 Le USM realizzate tra X e XI secolo sono: 1300: ristrutturazione della cinta muraria. Si tratta di una muratura realizzata impiegando grandi pietre rozzamente squadrate, miste ad altre più piccole non lavorate e legate da malta grigiastra. L apparecchiatura è irregolare, sebbene in alcuni punti sembra di notare dei corsi suborizzontali; 1962: ristrutturazione della cinta muraria, realizzata con la stessa tipologia costruttiva impiegata nell USM 1300; 6350: ristrutturazione della vecchia cinta muraria, realizzata con la stessa tipologia costruttiva impiegata nell USM 1300; 2007, 2034, 2036, 2158: murature pertinenti ad un edificio di forma rettangolare, con base in pietra e probabile alzato ligneo. Le parti basali sono realizzate con pietre legate da terra mista a grumi di calce, poste in opera in modo irregolare; 5125, 5164: murature a secco realizzate con pietre di grandi dimensioni, rozzamente squadrate; 8109, 8173, 8055: strutture murarie a secco realizzate impiegando pietre rozzamente squadrate; 8120: muro realizzato impiegando pietre di grandi dimensioni appena sbozzate e legate da malta grigiastra. 133 Si tenga comunque in considerazione il fatto che l area 1000 non investe completamente la parte sommitale del rilievo, dove potrebbero trovarsi altre strutture in tecnica mista. 217

Tra la fine dell XI e l inizio del XII secolo un nuovo intervento da parte di maestranze alloctone consentirà di realizzare un ulteriore tipo di muratura, costruita con conci squadrati di travertino e rare zeppe in pietra, disposti in corsi orizzontali e paralleli, e legati da malta tenace, con giunti sottili. Non a caso questo tipo di muratura più ricca caratterizzerà la prima torre del villaggio, primo simbolo forte dell affermazione del potere signorile. Si tratta di una torre di pianta quadrata (Tav. 46) con solai in legno interni e accesso alla sommità del muro di cinta costituito da un apertura centinata 134. XII SECOLO Al pieno XII secolo si possono datare quattro interventi di ristrutturazione del muro di cinta dell area sommitale, realizzati con blocchi di pietra legati da malte di differente colore 135. L apparecchiatura irregolare di questi rifacimenti denuncia forse una costruzione realizzata da membri della stessa comunità. FINE XII-XIII SECOLO Con la fine del XII e l inizio del XIII secolo, l innovazione tecnologica, introdotta con la costruzione della piccola torre dell area sommitale, è applicata per la prima volta anche nell edificazione delle cinte murarie e delle case del borgo 136, 134 PARENTI 1985a, pp. 419-20. 135 Si tratta delle USM: 1364 (periodo IV, fase A, XII secolo): ristrutturazione del muro di cinta realizzata con grandi blocchi di pietra legati da malta gialla. L apparecchiatura è irregolare; 6689 (periodo IV, fase A, XII secolo): ristrutturazione del muro di cinta realizzata con grandi blocchi di pietra (calcare) legati da malta grigia con macchie nere. L apparecchiatura è irregolare; 1212 (periodo IV, fase A, XII secolo): ristrutturazione del muro di cinta realizzata con blocchi di pietra squadrati all esterno e legati da malta verde. L apparecchiatura è irregolare; 1082 (periodo IV, fase A, XII secolo): ricostruzione del muro di cinta, realizzata con blocchi di pietra di medie e grandi dimensioni legati da malta di color crema, ricca di ghiaia. 136 Si tratta delle USM: 2037, 2085 (periodo IV, fase C, fine XII-inizio XIII secolo): strutture murarie realizzate con blocchi di calcare squadrati disposti in corsi orizzontali e legati da malta gialla; 2028: muro di cinta costruito con pietre di grandi dimensioni, in alcuni casi con evidenti tracce di rifinitura, legate con malta grigia e poste in filari orizzontali e paralleli; 5001; 5034 (periodo IV, fase C, fine XII-inizio XIII secolo): come 2028; 5007, 5017 (periodo IV, fase D, XIII secolo): muri realizzati con pietre squadrate miste a pietre più piccole sbozzate e legate da malta grigia; 50034 (periodo IV, fase D, XIII secolo): ristrutturazione del muro di cinta realizzata con pietre di grandi dimensioni, legate da malta rosa; 5038, oltre che per la realizzazione di altre tre torri. La capillare diffusione di questo modello costruttivo si lega ora alla piena affermazione del potere signorile nel villaggio, potere che riorganizza l assetto del castello, chiamando forse maestranze specializzate dall esterno. Si osserva un uso generalizzato della malta come legante, mentre le pietre, in calcare o travertino, squadrate e spianate, sono disposte in corsi orizzontali. In particolare, nella realizzazione della torre B 137 (Tav. 47), databile tra la fine del XII e l inizio del XIII secolo, sono stati riconosciute tre fasi costruttive: la prima è caratterizzata dall uso del travertino, la seconda dall impiego del calcare cavernoso e la terza, infine, prevede il rialzamento della torre stessa per la creazione di un colombaio. La copertura era probabilmente a capanna e sulle facciate nord ed ovest si trovavano dei ballatoi, come suggerice la presenza di numerose buche pontaie. L accesso al piano terreno e al primo piano è collocato invece sul lato ovest. Anche la costruzione del palatium 138 di XIII secolo (torre A) e della torre C si caratterizza per l uso di conci squadrati e spianati di travertino, calcare cavernoso, brecce e dolomia, disposti in corsi orizzontali e paralleli, con rare zeppe verticali, legati da malta grigia. La struttura, di pianta trapezioidale, prevede due ambienti al pian terreno, entrambi con piccolo necessario, e altre due stanze al piano soprastante, con due diverse aperture dalle quali si accede, sul lato nord, ad un terrazzo ballatoio coperto da una tettoia lignea 139. La torre, alla metà del XIII secolo, doveva avere una copertura piana con una serie di terrazzi lignei a sporgere. Un terzo piano doveva accogliere un unico grande ambiente. I prospetti dell edificio si caratterizzavano inoltre per una serie di finestre con arco a sesto acuto 140 (Tav. 48). Tra la fine del XIII e l inizio del XIV il palatium 5055 (periodo IV, fase D, XIII secolo): muri realizzati con grandi pietre squadrate miste a pietre di piccole dimensioni, legate da malta grigia; 8129 (periodo IV, fase C, fine XII-inizio XIII secolo): come 2028; 8007, 8017, 8006 (periodo IV, fase D, XIII secolo): muri costruiti con pietre di media e grande dimensione, legate da malta grigia; 8005, 8011 (periodo IV, fase D, XIII secolo): muri realizzati con pietre di grandi e medie dimensioni legate da malta biancastra; 8007 (periodo IV, fase D, XIII secolo): canaletta realizzata con pietre di piccole e medie dimensioni legate da malta grigia. 137 Per le vicende costruttive della torre B di Montarrenti cfr. PARENTI 1986, p. 283-290. 138 Ibidem. 139 PARENTI 1985a, p. 421. 140 Ibidem, p. 422. 218

219 Tav. 44.

220 Tav. 45 Area 1000. Muro di cinta.

è rialzato di 2 m, con un coronamento merlato, mentre all interno sono costruiti due camini e la copertura piana è sostituita da un tetto a padiglione poggiante su un pilastro centrale 141. XIV SECOLO La crisi del castello fa ora riemergere il bagaglio tecnologico comunitario, arricchito delle esperienze fatte nei cantieri di XII-XIII secolo, con cui si torna a costruire strutture murarie caratterizzate da apparecchiature irregolari o corsi suborizzontali, molto simili a quelle di X-XI secolo 142. Le dimensioni dei blocchi di pietra sono molto eterogenee e la malta impiegata presenta al suo interno frammenti di mattoni. Sono comuni le zeppe di laterizio e si osserva un diffuso reimpiego dei materiali da costruzione sottratti agli edifici più antichi. Le case realizzate in questo periodo sono di forma pressappoco rettangolare, con piano terra adibito a stalla dotata di mangiatoie in muratura e primo piano ad uso abitativo. La copertura è realizzata in laterizi. Per piccole opere di terrazzamento sono costruiti anche muretti a secco. CONCLUSIONI L analisi delle tipologie murarie del castello di Montarrenti ha permesso di definire un quadro dell evoluzione delle tecniche costruttive in muratura, che si caratterizza per l avvicendarsi di sapere tecnologico comunitario e innovazioni portate dall esterno da maestranze specializzate 143. Si osserva come lenta sia l assimilazione da parte della comunità dei nuovi saperi, la presenza dei quali spesso si lega a quella di un potere forte residente nel villaggio. Non a caso, è proprio quando questo potere diventa più debole, cioè nel corso del XIV secolo, che il bagaglio tecnologico 141 Ibidem. 142 Si tratta delle USM: 1362 (periodo V, fase A, XIV secolo): muro a secco; 2004, 2006, 2005, 2007 (periodo V, fase A, XIV secolo): muri perimetrali della casa contadina, realizzati impiegando pietre di medie e grandi dimensioni, sbozzate e legate da malta grigia mista a frammenti di mattoni. Si nota un generale reimpiego dei materiali da costruzione posti in opera in apparecchiature irregolari o in corsi suborizzontali; 2503 (periodo V, fase A, XIV secolo): secondo edificio in muratura; 2009 (periodo V, fase A, XIV secolo): terzo edificio; 5056 (periodo V, fase A, XIV secolo): muretto divisorio costruito impiegando pietre e laterizi legati da malta grigia. 143 Su queste tematiche cfr. l interessante contributo di BIANCHI 1996. comunitario si riafferma, con apparecchiature irregolari molto simili a quelle di X-XI secolo. Questo quadro sembra comunque comune ad altri tre siti incastellati della Toscana meridionale: Rocca San Silvestro (LI) e Campiglia Marittima (LI), legati alla famiglia dei Della Gherardesca, e Rocchette Pannocchieschi (GR), legato alla famiglia omonima 144. In particolare, a Rocca S. Silvestro (LI), castello minerario, le tipologie costruttive e le cronologie per esse proposte coincidono con quelle del nostro castello. Si passa da murature realizzate con pietre legate da malta, non squadrate e rifinite superficialmente, disposte in apparecchiature irregolari, datate tra la fine dell XI e la fine del XII secolo e impiegate per il muro di cinta, a quelle caratterizzate da pietre ben squadrate, rifinite e poste in opera in modo regolare, di fine XI-prima metà XIII secolo. Queste ultime, tra la seconda metà XIII e la fine del XIV secolo, sono sostituite da strutture costruite con conci, sommariamente squadrati, ma rifiniti superficialmente, posti in opera in modo irregolare, insieme a pietre sottratte ad alcuni edifici più antichi. Anche le tipologie abitative sembrano simili in molti siti incastellati toscani: per il periodo di massimo sviluppo urbanistico (XII-XIII secolo) sono realizzate abitazioni con pianta rettangolare e dimensioni medio-grandi, poste sui terrazzamenti e appoggiate al muro di cinta 145. Per il XII-XIII secolo possono essere fatte le stesse considerazioni riguardo a Campiglia Marittima. Relativamente alla fase di transizione dal XIII al XIV secolo, in fine, un ulteriore confronto può essere stabilito con il castello di Rocchette Pannocchieschi, dove si passa da una muratura accurata, realizzata con grandi pezzi di calcare, ben squadrati e spianati superficialmente, posti in opera su filari orizzontali e paralleli, ad una muratura costituita da pietre appena sbozzate, disposte secondo filari sub-orizzontali, con zeppe in pietra e laterizio 146. Questo passaggio si attua quando, come a Montarrenti, il potere signorile si fa più debole: è infatti proprio tra XIII e XIV secolo che il castello di Rocchette passa dal potere signorile dai Pannocchieschi alla città di Campiglia Marittima, interessata più all aspetto economico dello sfruttamento minerario che non al carattere rappresentativo dell edilizia 147. 144 BIANCHI 1994; BIANCHI 1995; BIANCHI 1996; BIANCHI 1997. 145 BIANCHI 1997, p. 483. 146 BIANCHI 1994, p. 257. 147 BIANCHI 1994, p. 260. 221

Tav. 46 Torre A. Prospetto della parete sud, interno (da PARENTI 1985a, p. 432, fig. 12). 222

Tav. 47 Torre B. Prospetto della parete sud, interno (da PARENTI 1986, p. 286, fig. 8). 223

Tav. 48 Torre A. Prospetto della parete est, esterno (da PARENTI 1985a, p.431, fig. 11). 224