Centro Missionario Diocesano di Trento. Progetto Missionario Annuale CON I RIFUGIATI IN GIORDANIA

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Centro Missionario Diocesano di Trento Progetto Missionario Annuale 2015-2016 CON I RIFUGIATI IN GIORDANIA

Il Nostro Progetto In questo periodo si sente parlare molto di rifugiati, persone che fuggono da guerre, calamità naturali, terrorismo e violenze di ogni genere, spesso con la complicità dell Occidente e nel silenzio dei media. Tra le varie tappe dei viaggi molto conosciuta è ormai la Giordania. Un Paese che ha circa 8.000.000 abitanti e circa un milione tra rifugiati e richiedenti asilo. Il governo, tra mille difficoltà e grazie anche ai progetti di Mensa per i rifugiati cooperazione internazionale, si è attrezzato per evitare che i campi profughi diventino insediamenti permanenti colmi di disperazione, perché i bambini possano continuare ad andare a scuola e perché i servizi locali non siano sopraffatti da questo aumento straordinario di popolazione. Il Jesuit Refugee Service Giordan (associazione dei gesuiti) opera a favore dei rifugiati, sia quelli che si trovano nei campi profughi sia quelli che risiedono fuori dai campi ma sempre in territorio giordano. Il Centro Missionario Diocesano, per un anno, vuole sostenere l assistenza sanitaria, finanziaria e sociale dei rifugiati siriani, iracheni, sudanesi e somali presenti in Giordania attraverso l aiuto al Jesuit Refugee Service Jordan. Due sono gli obiettivi principali: 1. migliorare le condizioni di vita attraverso visite alle famiglie, offrire sostegni economici, evitando di creare dipendenza, specificando chiaramente la durata del sostegno, verificando l uso del denaro, osservando lo sviluppo e il miglioramento delle condizioni di vita e facilitando l accesso ai servizi della rete informatica; 2. migliorare le condizioni di salute e lo stato psicologico dei singoli e delle famiglie vulnerabili attraverso visite regolari e consulti presso cliniche ed ospedali. Tre sono i tipi di assistenza previsti: servizio di consulenza: coloro che necessitano di assistenza medica e sono pienamente indigenti vengono inviati a cliniche specializzate e ospedali che possono fornire le cure necessarie. Verrà fornito un supporto finanziario per i documenti necessari;

elementi di supporto: si forniranno i presidi sanitari necessari dopo attente visite effettuate da un team che constaterà l incapacità della famiglia/individuo a provvedervi. Dovrà esserci in ogni caso prescrizione clinica adeguata; supporto terapeutico: utilizzando il rapporto medico messo a disposizione dalla famiglia, si provvederà a dare il sostegno economico necessario. Tale sostegno durerà un massimo di un anno e potrà essere prorogato solo in caso di ricovero o di necessità superiori ad un anno. La situazione in Medio Oriente Negli ultimi anni, il Medio Oriente è al centro delle cronache internazionali a causa del continuo susseguirsi di rivoluzioni, guerre, gravi crisi politiche, stati senza governi, divisioni settarie e rafforzamenti di diversi gruppi terroristici. Le continue violenze hanno causato centinaia di milioni di sfollati che si sono rifugiati nelle nazioni vicine. In Siria, nel tardo 2011, le proteste anti-governative si estesero rapidamente in Medio Oriente e in Nord Africa, causando cambi politici in Egitto, Libia e Tunisia, e disordini mai visti prima in altre parti della regione. In Iraq, a metà giugno 2014, la città di Mosul è stata occupata dallo Stato Islamico dell Iraq e del Levante (ISIL) costringendo molte persone, specialmente cristiani ed yazidi a fuggire. Il Sudan, dopo il 1956, è stato lacerato, per buona parte della sua storia recente, dai conflitti tra le diverse componenti culturali, religiose ed economiche che hanno poi prodotto, nel 2011, la secessione del Sud Sudan. Le cause pricipali dei continui conflitti nei due stati sono dovute soprattutto al ritrovamento di giacimenti petroliferi nel territorio.

La Repubblica somala subito dopo la sua nascita (1960) è stata trasformata in una dittatura dal golpe del maggiore Mohammed Siad Barre, che ne assunse la presidenza fino al 1991. Dopo la caduta del regime, a seguito di una guerra civile, nessuno è riuscito a controllare il territorio; l assenza di un governo centrale ha avuto profonde ripercussioni sulla governabilità del Paese. Nel 2012 l elezione di un nuovo Presidente ha messo fine al governo di transizione. Il nuovo Presidente, Sheick Mohamud, non appartiene ad alcun partito politico ma è legato al movimento Al Islah, braccio somalo dei Fratelli Musulmani. L incapacità del Presidente di tenere unita una repubblica costituita da vari clan è una delle cause principali dei conflitti in Somalia. Molte persone hanno continuato a rimanere nei rispettivi stati vivendo in circostanze estreme, altri invece, sono stati costretti a scappare per sopravvivere. Tra i vari stati che ospitano e accolgono i rifugiati c è la Giordania che è divenuta importante luogo di rifugio per migliaia di persone che fuggono dalla violenza in Siria e ospita un numero significativo di persone sfollate dall Iraq, Sudan e Somalia. Suore Comboniane Suor Pierina Carli, comboniana, di Vigo Lomaso, ci ha scritto una lettera dove racconta la sua esperienza in Giordania. Il suo lavoro si svolge principalmente nella struttura ospedaliera di Karak, costruita per richiesta del Vescovo. L ospedale era visto come unica presenza cristiana sanitaria della zona quindi come punto di riferimento e di incoraggiamento ai pochi cristiani presenti nell area e ponte di dialogo tra musulmani e cristiani. Oggi è un prezioso luogo e strumento di guarigione per i tantissimi rifugiati siriani e iracheni presenti nella zona e senza mezzi finanziari. Oltre all ospedale, le suore sono presenti anche ad Amman con la catechesi nella chiesa locale, la partecipazione agli incontri dell Unione Religiosi. Molto importante è la collaborazione nata con i gesuiti presenti in Giordania che seguono e sostengono i rifugiati facendo sì che non vengano meno i loro diritti. Sr. Claudia Galli, superiora provinciale in Medio Oriente ci scrive: In ospedale evangelizziamo attraverso testimonianza di vita, la preghiera, la parola ed il servizio Sr. Pierina Carli - Giordania

agli ammalati. Cerchiamo di essere animatrici tra questo popolo diverso per cultura, religione e mentalità per far presenti i valori del Regno dando molta attenzione alla donna e alle minoranze. Coinvolgiamo i laici che lavorano con noi in particolare nella cura dei rifugiati e dei bambini handicappati. Il progetto diocesano di quest anno è nato grazie all esperienza delle suore, che collaborano a tempo pieno con il Jesuit Refugee Service Jordan. Jesuit Refugee Service Jordan I gesuiti hanno una lunga presenza in Medio Oriente e sono impegnati nell educazione e nei servizi sociali nella regione fin dalla metà del 1800. Jesuit Refugee Service (JRS) è riconosciuto a livello internazionale per la sua esperienza nel campo della cura psicologica e dell educazione; ha iniziato a lavorare in Giordania nel luglio del 2008 con visite nelle case e progetti di educazione informale. Originariamente seguiva i rifugiati iracheni, poi il servizio si è esteso agli sfollati siriani, sudanesi e somali. Dal 2008 il team ha effettuato 7.500 visite a domicilio a 5.000 famiglie in Giordania, negli ultimi 4 anni più di 4.500 rifugiati hanno ottenuto da un nostro progetto in Ashrafiyeh un diploma con competenze in inglese e computer e attività ricreative volte a rinsaldare la comunità. Attraverso queste esperienze, JRS ha sviluppato forti relazioni di fiducia e supporto con le comunità di rifugiati iracheni, siriani, sudanesi e somali in Giordania. JRS ha un team dedicato, molti dello staff sono rifugiati loro stessi, per tanto il Team è attento alla cultura e ai valori di chi assiste, ascoltando costantemente i loro problemi, le idee e i sogni per il futuro. Questo spirito di accompagnamento permea tutto il lavoro di JRS in Giordania consentendo la costruzione di una forte e sostenibile rete di comunità di supporto. Fondamentale per questo spirito è il valore dato dignità, compassione, speranza, solidarietà, ospitalità, giustizia e partecipazione così da assicurare un approccio che sostiene la dignità delle persone senza essere paternalistico. JRS assiste musulmani, cristiani, sabei, yazidi, e altri senza discriminazione, cercando un terreno comune nelle comunità spesso dilaniate da feroci conflitti etnici e religiosi, mettendo a disposizione lo spirito della famiglia gesuita. Viene inoltre data assistenza ai giordani in difficoltà, inclusi i bambini che frequentano classi gestite e supportate da JRS in collaborazione con la scuola Cattolica Greco-Melchita.

SITUAZIONE PROFUGHI Campo Profughi Zaatari - Giordania Abbiamo raccolto alcuni dati relativi alla migrazione di popoli che sta avvenendo soprattutto in questo ultimo anno. Tra le varie informazioni trovate molto interessante è il confronto tra il numero dei rifugiati presenti in Giordania e quello dei profughi giunti in Italia. Al 23 luglio 2015 il conteggio degli arrivi in Italia segnalava 85.815 persone. Considerando che l Italia ha una popolazione di circa 61 milioni di abitanti significa che sono arrivate circa 10 persone per comune italiano. Sono davvero numeri notevoli, ma questi dati vanno raffrontati con quelli dei profughi siriani ospitati in Giordania (un milione di persone circa), e in Libano (un milione e mezzo), per popolazioni rispettivamente di 8 e 6 milioni di cittadini. Per arrivare alle stesse proporzioni in Italia sarebbero dovuti arrivare, dall inizio della guerra siriana, 17 milioni di persone. Senza molte polemiche, la Giordania, mentre continua ad accogliere profughi, cerca di far fronte agli enormi bisogni insoddisfatti della crescente popolazione di rifugiati nella nazione, guardando anche alla pro-

pria popolazione vulnerabile a causa della situazione economica e lavorativa attuale. Si stima che l 80% degli sfollati siriani è sistemato in aeree urbane come Amman e nel resto delle città giordane, specialmente nel nord. Secondo le statistiche dell UNHCR circa 120.000 siriani sono ospitati nei campi giordani di Zaatari, Azraq e Emirati (sono 630.000 i siriani registrati in tutta la Giordania), però la grande maggioranza risiede fuori dei campi e non è registrata. I rifugiati siriani che arrivano in Giordania prima di stabilirsi al campo di Zataari hanno il permesso di rimanere in comunità anche se è evidente che non sono in grado di far fronte alla situazione (spese di affitto, ecc.) di conseguenza poi si spostano nei campi. La Giordania inoltre ospita circa 50.000 rifugiati iracheni (comunque, le statistiche governative riportano numeri più alti). Inoltre ad oggi, più di 5.000 individui dal Sudan, Somalia e altre nazioni sono registrati come rifugiati e richiedenti asilo. C è una crescente preoccupazione che i rifugiati non siriani in aree urbane non ricevano una giusta attenzione e assistenza. A causa dell attenzione speciale impiegata per far fronte alla crisi siriana, la gente che viene dall Iraq, Sudan e Somalia viene sempre più dimenticata (JRS cerca di dare più attenzione a loro). Far fonte alle necessità mediche dei rifugiati che vedono disabili, feriti, malati cronici rimane una enorme sfida. Questa è la particolare preoccupazione: dare un adeguato ed egualitario accesso ai servizi sanitari. In seguito a visite, telefonate e informazioni giunte all ufficio del JRS, sono state evidenziate le seguenti necessità dei rifugiati che vivono all esterno dei campi: a) assistenza in denaro e supporto da parte di altre agenzie; b) accesso al lavoro; c) sovraffollamento nelle case (anche 20 persone per appartamento); d) scarso accesso scolastico: le famiglie non ritengono una priorità la scuola, inoltre alcuni bambini vengono allontanati dalle scuole pubbliche a causa del sovraffollamento; e) isolamento e traumi a causa delle esperienze nella propria nazione, razzismo e molestie che sono stati sperimentati dalle comunità sudanesi e somale; f) difficoltà nell accesso al sostegno sanitario. Un disabile che vive con moglie e figlio

Progetto Missionario Annuale 2015-2016 CON I RIFUGIATI IN GIORDANIA SE VUOI CONTRIBUIRE puoi versare la tua offerta direttamente al Centro Missionario Diocesano Via S. Giovanni Bosco, n. 7/1 38122 Trento oppure tramite conto corrente postale n. 13870381 Cassa Rurale Valle dei Laghi Sarche IBAN: IT 56 A 08132 34442 000120300338 Intestare a: Opera Diocesana Pastorale Missionaria Per i privati che usufruiscono della DETRAZIONE IRPEF conto corrente postale n. 30663371 Cassa Rurale Valle dei Laghi Sarche IBAN: IT 98 C 08132 34442 000120311172 Intestare a: Opera Diocesana Pastorale Missionaria sezione ONLUS SPECIFICARE SEMPRE LA CAUSALE: RIFUGIATI IN GIORDANIA IR