UN APPROCCIO DISTRETTUALE ALLO SVILUPPO RURALE? OPPORTUNITA, METODOLOGIE, STRUMENTI ED ESPERIENZE A CONFRONTO Considerazioni su applicazione e prospettiva della Legge regionale 13 ottobre 2003, n. 26 Istituzione dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità dott.a Loredana CONTI Responsabile del Settore Politiche Comunitarie DICEMBRE 2004
PRINCIPI INFORMATORI DELLA LEGGE REGIONALE n. 26/03 ISTITUZIONE DEI DISTRETTI RURALI E AGROALIMENTARI DI QUALITA Concertazione Modulazione Cofinanziamento Addizionabilità Sussidiarietà Abbandono delle politiche settoriali a favore di politiche integrate intersettoriali o territoriali -1 -
INTERVENTI LEGISLATIVI CHE PREVEDONO POLITICHE INTEGRATE E PRECORRONO LA LEGGE REG.LE N. 26/03 Il decreto legislativo n. 228/01 Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57 La Legge reg.le n. 24/97 Interventi per lo sviluppo dei sistemi locali di imprese nei distretti industriali del Piemonte La Legge reg.le n. 20/99 Disciplina dei distretti dei vini e delle strade del vino del Piemonte. Modifiche della legge regionale 12 maggio 1980, n. 37 segue -2 -
INTERVENTI LEGISLATIVI CHE PREVEDONO POLITICHE INTEGRATE E PRECORRONO LA LEGGE REG.LE N. 26/03 Le scelte regionali relativamente: al DocUP ob. 2 ai Piani di sviluppo locali di cui all iniziativa Leader Plus all Interreg agli strumenti della programmazione regionale (patti territoriali, contratti di programma ecc.) - 2bis - segue
INTERVENTI LEGISLATIVI CHE PREVEDONO POLITICHE INTEGRATE E PRECORRONO LA LEGGE REG.LE N. 26/03 Il PSR 2000-2006 ove convivono: una nuova politica intersettoriale finalizzata ad aumentare la competitività dell agricoltura nell ambito delle filiere e delle organizzazioni territoriali una politica di sostegno alle economie agricole basata sul concetto della multifunzionalità in agricoltura - 2ter -
-3 - LE STRUTTURE LOCALI DISTRETTUALI SI DENOTANO COME: strumenti di governance locale atti a valorizzare le risorse endogene, a partire dalla multifunzionalità dell agricoltura, in una competitività che si esercita sempre più tra sistemi locali strumenti atti a valorizzare le relazioni di filiera territoriale nel quadro della competitività globale che si esercita sempre più tra sistemi di filiera
DEFINIZIONE DISTRETTI AGROALIMENTARI DI QUALITÀ E RURALI ARTT. 3 E 4 L.R. n. 26/03 Per potersi costituire i distretti agroalimentari devono ritrovarsi le seguenti condizioni: presenza di prodotti merceologicamente omogenei, certificati e tutelati; presenza di un sistema consolidato da interrelazioni; capacità di realizzazione a livello locale; integrazione tra produzione agroalimentare e fenomeni culturali e turistici interesse delle istituzioni locali per una politica integrata -4 -
GLI OPERATORI RELAZIONI FRA LORO E IL TERRITORIO Regione Istituzioni locali Rappresentanze economiche e sociali dell area distrettuale -5 -
LE NORME ATTUATIVE D.G.R. n. 33-13542 del 4/10/04 Nota metodologica per la determinazione delle aree distrettuali Schema metodologico di elaborazione del Piano di distretto -6 -
-7 - DEFINIZIONE DEI PROGETTI DI INNOVAZIONE La D.G.R. n. 33-13542 del 4/10/04 testualmente li qualifica: Iniziative esemplari aventi caratteri pilota, trasferibili e sostenibili omissis atti ad accrescere la competitività del distretto mediante: La riduzione dei costi; La promozione della multifunzionalità delle imprese agricole; L integrazione orizzontale e verticale; La tutela e la valorizzazione delle risorse naturali, culturali, produttive locali; La salvaguardia dell ambiente
ATTI PROCEDURALI I progetti d innovazione con: Il Piano di delimitazione territoriale Il Piano di animazione del distretto costituiscono gli atti progettuali dell attività del distretto -8 -
I PIANI DEVONO ESSERE CONFORMI ALLA FILOSOFIA ESPRESSA DALLE LINEE GUIDA ovvero Promuovere la realizzazione di progetti di innovazione con forme di collaborazione tra imprese, istituzioni ed altri soggetti Incentivare strette relazioni sociali che orientino i soggetti locali verso politiche innovative Proporre azioni di stimolo verso modelli di intervento concertato fra pubblico e privato -9 -
PRIMA INDIVIDUAZIONE DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI Le note metodologiche non individuano aree elegibili ma segnalano alcuni territori con caratteristiche idonee a divenire distretti: area floricola a cavallo delle province di Novara, Verbano Cusio Ossola e Biella l area risicola, a cavallo delle province di Vercelli, Novara, Alessandria e Biella, nella quale si concentra in modo quasi esclusivo la coltivazione di tale cereale e la presenza di industrie di lavorazione del risone; segue
PRIMA INDIVIDUAZIONE DEI DISTRETTI AGROALIMENTARI l area frutticola del Saluzzese e Cavourese; l area della pianura alessandrina, caratterizzata dalle coltivazioni cerealicole e orticolo-pataticole - 10bis -
CONSIDERAZIONI SULLO SVILUPPO DELLE POLITICHE DISTRETTUALI 1. dalle risorse finanziarie che potranno essere messe a disposizione dei diversi Piani; segue -11 -
CONSIDERAZIONI SULLO SVILUPPO DELLE POLITICHE DISTRETTUALI 2. dall accuratezza nell analisi della situazione esistente e nella valutazione delle prospettive; - 11bis - segue
CONSIDERAZIONI SULLO SVILUPPO DELLE POLITICHE DISTRETTUALI 3. dall interesse e dalla volontà dei soggetti locali (istituzionali e non) di esprimere reali priorità di intervento; segue - 11ter -
CONSIDERAZIONI SULLO SVILUPPO DELLE POLITICHE DISTRETTUALI 4. previsioni nel PSR 2007-20013 di interventi per politiche integrate. - 11quater -
- 12 - Requisiti per l individuazione dei distretti rurali (art. 3, L.R. n. 26/03) la presenza di un insieme di attività e funzioni diversificate, quali l'agricoltura, l'agriturismo, il turismo rurale, l'artigianato e la piccola industria, aventi una base comune territoriale ed in grado di valorizzare le risorse produttive, culturali ed ambientali locali; la produzione agricola realizzata nell'area distrettuale risulta coerente con i valori ambientali e paesaggistici dei territori, caratterizza l'identità dei luoghi ed è significativa a livello dell'economia locale; è presente un sistema consolidato di relazioni tra le imprese agricole e le imprese locali operanti in altri settori; una parte rilevante dell'innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese agricole, nonché dell'assistenza tecnica ed economica e della formazione professionale è soddisfatta dall'offerta locale; esiste un'integrazione tra produzione agricola e fenomeni culturali e turistici; sono disponibili le risorse aziendali necessarie per attività di valorizzazione dei prodotti agricoli e del patrimonio rurale e forestale, nonché di tutela del territorio e del paesaggio rurale; le istituzioni locali sono interessate alla realtà distrettuale ed a stabilire rapporti di tipo collaborativo e convenzionale con le imprese agricole e con quelle di altri settori locali