MINISTERO DELLA SOLIDARIETÀ SOCIALE FIERA DEL LEVANTE REGIONE PUGLIA



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Transcript:

Con il patrocinio di Con il contributo di MINISTERO DELLA SOLIDARIETÀ SOCIALE REGIONE PUGLIA FIERA DEL LEVANTE Questo seminario fa parte del progetto Mainstreaming della disabilità nella Cooperazione allo Sviluppo, co-finanziato dalla Direzione Generale Impiego e Affari Sociali della Commissione Europea. L AIFO e DPI Italia ONLUS si assumono la responsabilità dei contenuti di questo documento.

DISABILITÀ E COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO BARI 15-16 SETTEMBRE 2007 15 settembre SALUTI DI APERTURA Francesco Colizzi Presidente AIFO Accolgo e saluto tutti gli intervenuti ed i presenti a questo evento straordinario all interno della Fiera Campionaria di Bari, città che per storia e per geografia ha rappresentato e rappresenterà un ponte tra est ed ovest, tra nord e sud e che è oggi e sarà in futuro luogo eletto di lavoro e di tavolo permanente. Ciò consentirà di ritrovarci ogni anno in questa cornice coinvolgendo Associazioni di persone con disabilità, ONG che lavorano nel sud del mondo- come l AIFO-, Enti locali- oggi qui presenti e rappresentati nel Comune di Bari e nella Regione Puglia -, autorità del Governo italiano, dell Unione Europea, della Lega Araba e tanti altri esponenti del lavoro su campo che da molto tempo si svolge nel bacino del mediterraneo. Tale ampio coinvolgimento risulta necessario e fondamentale affinché i lavori di oggi e del futuro divengano coscienza comune. Giampiero Griffo Membro Consiglio Mondiale DPI Buongiorno, con me porto i saluti di 650 milioni di persone con disabilità che vivono nel mondo e che quest anno hanno festeggiato il massimo conseguimento dei diritti. Le Nazioni Unite, infatti, hanno approvato la Convenzione sui Diritti delle Persone con disabilità, Convenzione che ha iniziato il processo di ratifica il 30 marzo di quest anno. In quest occasione vogliamo che cresca l attenzione delle Agenzie dei Paesi ricchi dell U.E. nei confronti delle persone con disabilità, persone che vivono per l 80% nei Paesi più poveri per cui esse risultano essere le persone più povere del mondo: sono poche le risorse destinate in quest ambito che richiama invece l idea e la fattività di inclusione dell art. 32 della Convenzione. Si tenga conto, poi, in questo processo di modificazione culturale avviato con la Convenzione che la disabilità non è una situazione di nicchia: l OMS dichiara che la condizione di disabilità è e sarà una condizione comune del genere umano. Nell area del mediterraneo vivono 420 milioni di persone ed il 10% sono persone con disabilità. DPI è presente in 142 Paesi nel mondo ma in quest area si è voluto costruire un area Regione Araba perché siamo convinti che le identità e le culture vadano favorite e che esse stesse creino ponti. Tanti più ponti costruiremo tanto più avremo un mediterraneo di pace, di equità, di partecipazione e di sviluppo Sono consapevole che il modo della politica siamo anche noi, non vi è separazione quando c è una capacità di coinvolgimento, di dialogo e di proposte. Io sono convinto che in questa sala ci sono tutti i pilastri che possono permettere a questo sogno, così l avevamo pensato tre mesi fa quando siamo partiti, di diventare realtà oggi con la presenza di tutte le istituzioni che abbiamo coinvolto e con la volontà nostra che questo sogno diventi realtà, speriamo sia la prima pietra di un processo che porti a qualcosa di solido. Ci auguriamo certo che i politici raccolgano questo segnale ma certo noi continueremo con le ONG e DPO a costruire questo mondo inclusivo e partecipativo, dove ognuno ha lo spazio di cittadinanza che la sua dignità merita e possa contribuire allo sviluppo ed al benessere della società. Susi Mazzei Assessore Politiche Sociali, Comune di Bari Delegata di Michele Emiliano Sindaco di Bari Porto i saluti di Michele Emiliano e le sue e mie volontà, responsabilità ed impegni di fare di Bari una città accessibile e che Bari possa divenire città da cui far partire questi ponti. E un cambiamento profondo amministrativo e culturale che siamo chiamati a compiere. Riaffermo, quindi, la volontà del Sindaco Emiliano di una forte volontà di collaborare con le associazioni, le persone con disabilità, tutti voi affinché Bari possa divenire un punto di partenza per costruire i ponti di cui si parla. 2

Cosimo Lacirignola Presidente Fiera del Levante [N.d.r. L inizio dei lavori è stato tardato a causa della mancanza della pedana che rendeva accessibile il podio] Questa mattina volevo ricevervi in modo adeguato ma il potenziale elemento volontaristico è stato bloccato ed impedito da problemi piccoli e grandi materiali e me ne scuso. Nel porgervi, dunque, il mio benvenuto comprendo che ancora una volta la fisicità del territorio ci impedisce di essere uguali ma come impegno personale mi faccio carico, per l anno prossimo, di rimuovere quegli ostacoli che oggi Vi hanno impedito anche il semplice accesso. Ho fondato una ONLUS, Levante Philantrophy, che ha per scopo, attraverso l adozione di biglietti solidali, di essere presente nei bisogni della nostra società, accanto a chi soffre per abbattere tutta una serie di limiti. Il mio impegno è l impegno di chi eredita un Ente glorioso che ha 75 anni e di chi si auspica che nel vostro ritornare in Fiera molti di questi ostacoli che oggi hanno impedito non vi siano più. INTRODUZIONE AI LAVORI Francesca Ortali Project Manager, AIFO Il progetto che ha reso possibile la presente iniziativa si intitola Mainstreaming Disability in development cooperation, cioè inserire la disabilità nel mondo della cooperazione, nella politica che fa cooperazione e nella realizzazione di progetti. Il progetto e realizzato da 12 ONG e di persone con disabilità (DPI Italia e Francia) dell Europa. AIFO Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau e DPI Italia membro di DPI sono le associazioni che realizzano questo progetto in Italia. Alcune riflessioni che voglio condividere con voi sul perchè di questo Convegno e sul suo background. Perchè qui, presso la Fiera del Levante? Il significato di mainstreaming come ho accennato prima e inserire trasversalmente il tema della disabilità in ogni settore della sfera pubblica e privata. Ora in specifico si tratta di inserire la disabilità e le tematiche connesse nella cooperazione allo sviluppo. La Fiera del Levante nella sua lunga storia ha una tradizione radicata di cooperazione e collaborazione economica e sociale soprattutto nell area del Mediterraneo. Quale luogo migliore, quindi,dove si raccolgono Aziende ed Enti pubblici che non si occupano o preoccupano di disabilità per iniziare un processo di mainstreaming, cioè di trasversalità. Tutti gli organizzatori e le persone coinvolte hanno condiviso che questa poteva essere una bella scommessa. E di fatto le autorità pubbliche ne hanno percepito subito la validità, la Regione, con gli Assessorati alle Politiche sociali ed al Mediterraneo, si sono dimostrati entusiasti, il Comune di Bari ha collaborato attivamente, e la Direzione della Fiera del Levante ha subito colto la sfida posso azzardare a definirla così, a mio parere si tratta proprio di una sfida. Perchè questo tema, il Mediterraneo ed un mare di opportunità? Tutti siamo al corrente delle problematiche e delle risorse che offre quest area; delle grandi sofferenze e delle buone pratiche esistenti in quest area. Tutti sappiamo quale forte legame accomuni i paesi del Mediterraneo. Dopo la firma della Convenzione dell ONU sui diritti umani delle persone con disabilità, pensiamo che sia un importante opportunità costruire un percorso comune di condivisione dei processi che porteranno poi alla ratifica da parte dei Governi. Pensiamo che lo scambio di esperienze sia utile sia al settore pubblico sia al settore privato per portare avanti un processo partecipato dai tutti gli attori coinvolti. Infine, ma non ultima, la Regione Puglia ha sempre avuto un attenzione particolare all area del Mediterraneo, per le ragioni geografiche, storiche e culturali che tutti conosciamo. Perchè questa divisione dei lavori in workshops ed in tavole rotonde? I Workshops sono suddivisi nelle principali tematiche che riguardano un individuo come persona, non come persona con disabilità, ma come essere umani portatori di diversi bisogni. Questi temi riassumono la dimensione umana. La condivisione di buone pratiche provenienti dalle varie parti del Mediterraneo, dall Egitto e dal Libano, dalla Bosnia e dal Kosovo, e da tutti gli altri Paesi qui presenti, pensiamo che rappresenti un mare di opportunità per l implementazione della Convenzione. La prima variabile fondamentale sulla quale occorre riflettere e la necessità delle 3

persone con disabilità di essere educate ed informate. Questo punto apre già a mio parere un ampio campo di discussione. Vorrei citarvi un passo da un libricino di Martha Nussbaum, insegnante di Legge ed Etica all Università di Chicago, che assieme ad Amartya Sen ha analizzato alcuni temi sensibili utilizzando l approccio alle capacità ed alle opportunità: Sono state soprattutto loro ad essere private di istruzione e di informazione, che sono necessarie, ancorché non sufficienti, per fare delle preferenze un indicatore affidabile per gli obiettivi che dovrebbero essere perseguiti dalle politiche pubbliche. Sono anche spesso state indotte socialmente a credere che un livello inferiore di vita sia ciò che per loro è più giusto e più adatto, e che alcuni importanti beni umani (come ad esempio l'educazione o la partecipazione politica) non le riguardino affatto 1. Quale impegno nostro, di tutti, del privato cittadino, delle ONG che lavorano in cooperazione, delle Organizzazioni di persone con disabilità, degli Enti Locali e delle Regioni, dei Governi nazionali sul rendere possibile questo processo di educazione ed informazione? Spero sinceramente che questo convegno rappresenti la prima occasione di scambio e di condivisione su questi temi. BUONE PRASSI DI COOPERAZIONE DECENTRATA WORKSHOP: SALUTE, ABILITAZIONE E RIABILITAZIONE Moderatore: Alaa Sebeh Save the Children, Egitto Sono molto felice oggi di poter promuovere nuovamente un incontro tra i Paesi del Mediterraneo in cui scambiare opinioni su come voi potreste essere più avanti con certe tecniche mentre noi potremmo avere approcci differenti che spesso si rivelano più efficaci quando applicati nei paesi in via di sviluppo nel campo della salute, abilitazione e riabilitazione. Questo infatti il tema del primo workshop di oggi. L obiettivo è quello di condividere idee su approcci e modelli migliori così da fornire una guida per le future collaborazioni nell area del Mediterraneo. Mervat Maher SETI Center, Egitto A nome della Caritas Egitto e del Centro SETI in Alessandria, è un onore essere qui con voi oggi e offrire una breve presentazione del progetto di Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) e della collaborazione con l Autorità Sanitaria Locale in Alessandria d Egitto. I servizi del Ministero della Sanità e della Popolazione sono divisi in due settori: servizi di prevenzione, inclusi l immunizzazione, Centri di Salute per la Madre e il Bambino (Mother and Child Health MCH ) e servizi di educazione alla salute e curativi che coinvolgono centri, cliniche private ed ospedali. Nel 1993 la CARITAS Egitto, in Alessandria, rappresentata dal centro SETI, firmò un protocollo di collaborazione con il Ministero per aggiungere all interno degli MCH nuovi servizi per la riabilitazione delle disabilità. Il motivo per cui scegliemmo di collaborare con i Centri MCH per realizzare il progetto di RBC, è dovuto ad una serie di ragioni: essi servono, su larga scala, persone ad un basso livello socioeconomico, in aree rurali e sub-rurali; si occupano delle madri dalla gravidanza al parto, del bambino dalla nascita fino all età scolastica, e perché forniscono servizi di immunizzazione e di educazione sanitaria. Vorrei sottolineare il fatto che tutti questi servizi sono gratuiti. I Centri MCH sono i luoghi migliori per effettuare programmi d informazione, per il controllo delle cause di disabilità prenatale, perinatale e infantile, così come per le scoperte precoci della disabilità e anche di interventi altrettanto precoci. Abbiamo sviluppato relazioni con il Ministero della Sanità in Alessandria: Incontri personali con responsabili all interno del Ministero della Sanità in Alessandria. Presentazione degli attuali servizi RBC effettuati in vari centri MCH. Rapporti mensili, da parte del team tecnico, a responsabili della sanità, negli stessi Centri MCH. Inviti mensili a tutti i responsabili sanitari a presenziare, con la squadra tecnica, all incontro mensile, organizzato dal dipartimento RBC nel Centro SETI. 1 Martha C. Nussbaum, Giustizia sociale e dignità umana, pag. 71, Il Mulino Intersezioni, 2002 4

Periodici inviti a tutti i responsabili sanitari ad assistere alle varie conferenze, organizzate dal dipartimento RBC, ed anche a partecipare alle celebrazioni annuali di attività competitive e ad altre manifestazioni. Così vengono coinvolti in tutte le attività e i problemi dell RBC, incontrandosi anche col capo del dipartimento di educazione e sanità nel Ministero della Sanità ad Alessandria, perché siano resi partecipi dei programmi di informazione sulla disabilità, nel loro progetto di educazione sanitaria. In seguito alla divisione dell Autorità Sanitaria locale ad Alessandria, abbiamo progetti RBC nelle regioni di Karmouz, Kabari (ovest); Hadara (centro); Smouha, Bucchos (est); Mandara e Amrawi (zona Montaza). Fino ad oggi, non siamo riusciti a coprire le aree di Gomrok e Amria. Un importante obiettivo, che desidero sottolineare, è il buon livello di cooperazione raggiunto ai due vertici, verticale ed orizzontale, tra i centri sanitari ad Alessandria. Grazie. Perla Amodio Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile CIRPS - Università La Sapienza Roma Vi saluto comunicandovi da subito il piacere che il CIRPS ha nel partecipare a questo evento. Il CIRPS Centro Inter-universitario per la Ricerca dello Sviluppo Sostenibile dell Università La Sapienza di Roma ed è partner di DPI Italia in molti progetti che riguardano la cooperazione internazionale. Le nuove esperienze alle quali il CIRPS sta lavorando sono: il progetto NEBAME - programma di formazione, di mobilità e di condivisione di esperienze tra amministratori ed esponenti esperti degli Enti locali italiani con i Balcani e con l area del mediterraneo finalizzato all alta formazione degli amministratori balcanici, alla creazione una rete di conoscenze reciproche per una migliore efficacia della cooperazione; il progetto Saharawi insieme di iniziative ed attività basate sulla Convenzione e sui diritti delle persone con disabilità: una delle attività è stata quella di creare conoscenza sui temi della disabilità prevedendo la partecipazione di persone disabili alla SAHARA-MARATON. Altre attività è stata quella dell avviamento di un dialogo con le associazioni e le strutture di persone con disabilità presenti su territorio al fine di creare una DPOcon l aiuto di DPI- e la presentazione di un progetto per la creazione dispositivi fotovoltaici per il reperimento dell acqua affidata alle famiglie di persone disabili per creare empowerment. Ed infine il progetto europeo EU4ALL, al quale il CIRPS sta lavorando con DPI, che si prefigge l implementazione dell accesso continuo all educazione ed alla formazione per tutti soprattutto nel settore informatico per garantire un lavoro futuro. Il progetto sostiene il concetto dell accessibilità all informatica: le tecnologie devono rapportarsi e garantire supporti ed accessibilità alle varie modalità di consulto ed operatività, esistenza di supporti infrastrutturali per offrire pari opportunità didattiche ed educative. Per questo creare un unico sistema informatico ed una architettura accessibile ed uno strumento di convalida di tale sistema al fine di influenzare e modificare le modalità di apprendimento internazionale. Stefania Lauri Project Manager, OVCI L OVCI porta l esperienza progettuale avviata in Marocco e che ha preso il via dalla riflessione dell abbandono del bambino disabile in quei luoghi. Si è allora cercato di attivare un progetto che andasse nella direzione della prevenzione dell abbandono infantile, dello sviluppo di un sistema sostenibile e della promozione dell integrazione socio-educativa dei bambini disabili. Occorreva, però, parlare un linguaggio che fosse vicino al loro modo di vivere in modo che le esigenze che giungevano dal basso- dalla popolazione- fossero recepite dalla struttura organizzativa statale. Infatti l OVCI, lavorando a vari livelli, ha notato, come il livello apicale e formale locale è risultato distante come attività fattiva in merito alle problematiche sulla disabilità - poiché legato a problematiche soprattutto di linguaggio distante e sconnesso dal mondo reale, dunque un problema di comprensione. La presentazione del progetto si avvale, in questa sede, di un supporto audio-visivo che racconta la storia di un bambino, Brahim, e di come è cambiata la sua vita e quella della sua famiglia nel momento in cui si è attivato il progetto sostenuto dall OVCI. Attraverso gli occhi di questo bambino si illustrano le attività che il progetto ha realizzato. Halit Ferizi HandiKOS, Pristina, Kosovo 5

Buongiorno a tutti, ringrazio gli organizzatori per questa opportunità di incontrarci e scambiare esperienze attraverso questo ponte di comunicazione. La disabilità è diventata una diversità umana, un riconoscimento che ci porterà verso la pace e verso i diritti umani, nuovo modello per lo sviluppo mondiale. Da giovane, nel 1974, ho subìto un incidente che mi ha procurato una lesione alla spina dorsale. Ho avuto molte informazioni scorrette sul mio stato. Dopo dieci anni non sapevo più cosa mi fosse successo e chi fossi. Per cui ho deciso di creare nel 1983 una mia organizzazione di persone con disabilità ed un nucleo di persone che lavorano insieme. In quel periodo in Kosovo vi era una crisi politica, sociale ed economica e successivamente abbiamo avuto la presenza dell ONU e ci siamo chiesti come essere parte integrante della missione e come eravamo considerati attraverso i loro strumenti come le Convenzioni ed i diritti umani. Dopo una tavola rotonda si è dato il via ad una Task Force sulla disabilità con l obbiettivo di creare un quadro della situazione che serve per i policy- makers per includere i bisogni delle persone con disabilità nello sviluppo. Nel 2001 si è creato, dunque, un documento quadro sulle questioni della disabilità che è stato diffuso a vari livelli per creare condizioni migliori di inclusione, di diritti umani, di accessibilità. La cosa più importante era coinvolgere l azione politica. Ci sono voluti quasi 5 anni affinché il Governo accettasse queste raccomandazioni. Lo scopo era creare una associazione forte, che avesse una voce importante. Brevi cenni sulla mia organizzazione: è una ONG è stata creata nel 1983 con l obiettivo di battersi per i diritti umani e la loro promozione. Il Network è composto da 26 uffici municipali, 12 centri di riabilitazione, molti servizi come trasporto, capacity building e training e fornisce informazioni per le famiglie e supporti di auto-aiuto.( Questa presentazione si avvale si supporti visivi). WORKSHOP: VIVERE IN AUTONOMIA/LAVORO Moderatore: Enzo Martinelli Leonard Cheshire International, Inghilterra L organizzazione che rappresento ha sede in Inghilterra, è una delle più grandi ONG inglesi, è accreditata in Europa ed ha un sostegno di rete di 250 organizzazioni che lavorano sulla disabilità in 50 paesi del mondo, non necessariamente nei paesi in via di sviluppo. Infatti c è anche una presenza dell organizzazione in Europa e nei paesi del Mediterraneo quali Spagna, Portogallo, Malta, Grecia Cipro. La dimensione europea: LCI è parte dell IDDC, come AIFO, e all interno abbiamo costituito un gruppo di lavoro dedicato alle tematiche economiche legate alla disabilità. In particolare, insieme ad Handicap International ed altre ONG, abbiamo presentato uno studio sulle pratiche migliori di accesso alla micro-finanza. Anne Leymat Inclusion Unit Handicap International, Lyon Lavoro per l Handicap International, presente in più di 60 Paesi in tutto il mondo. Nell area del Mediterraneo, abbiamo più di 7 programmi in nord Africa, Asia Centrale e sud-est dell Europa. In quest occasione, presenterò i risultati ottenuti dallo studio intitolato Buone Pratiche per l Inclusione Economica di Persone con Disabilità nei Paesi in via di Sviluppo Meccanismi di Finanziamento per l Auto-Impiego 2. Come sapete, la povertà è una causa di disabilità, dovuta alla scarsità o mancanza di adeguato accesso ai servizi, che possono prevenire alcuni impedimenti ed è una conseguenza, dato che le persone con disabilità spesso non hanno accesso all educazione e al reddito, generando situazioni che portano al diniego dei loro diritti umani, economici e sociali. Più dell 82% delle persone disabili nel mondo vive con meno di 2 dollari al giorno. Come il resto della popolazione nei Paesi Democratici, la maggior parte delle persone con disabilità ripiega sull auto-impiego, per mancanza di altre opportunità nel mercato del lavoro. Queste premesse ci portano a concentrarci sui requisiti per un soddisfacente lavoro autonomo. I fattori principali comprendono: attitudine personale, fiducia in sé stessi, ed anche una conoscenza specifica per sviluppare una micro-impresa. Comunque, come tutti i piccoli imprenditori, le persone con disabilità hanno bisogno di un capitale iniziale e dell accesso ai servizi 2 http://www.handicap-international.org.uk/page_133.php 6

finanziari, ed attraverso questo studio potremmo osservare come mettere in contatto queste persone con il meccanismo dell acquisizione di fondi nei Paesi in via di sviluppo. Mentre si stima che le persone disabili costituiscono una media del 10-12% della Popolazione, le organizzazioni di microfinanza, riportano una media da 0 a 0,5% di persone con disabilità tra i loro clienti. Abbiamo identificato diversi tipi di prove o barriere: la prima potrebbe essere collegata direttamente alla persona in termini di autoesclusione dai servizi (carenza di auto-stima, motivazione, capacità), mentre un altro aspetto potrebbe essere l aspettativa delle persone disabili e delle loro famiglie, di ricevere costantemente la carità. Questa attitudine non è compatibile con gli enti di microfinanza sostenibile (da qui in poi MFI), il che porterebbe naturalmente all esclusione. Un altro aspetto include le barriere esterne, molto più collegate con l ambiente dove la persona è implicata. Questo può essere in relazione con fattori come emarginazione, pregiudizi e barriere architettoniche. Adesso vado ad analizzare queste barriere. Attitudine e pregiudizio nella società, specialmente tra lo staff dell MFI, evidenzia chiaramente la necessità di addestramento del personale, per incrementare l esperienza nello stimare/valutare le risorse delle persone ed anche per distinguere tra il reale ed il percepito rischio di credito, quando riguarda una persona disabile. Un altra ragione potrebbe essere il progetto del prodotto finanziato, cosicché la metodologia del credito utilizzato dall MFI, come metodologia di gruppo, rimborsi settimanali, risparmi obbligati o storia creditizia, può impedire alle persone disabili di partecipare. Un altra ragione è la carenza di accessibilità, sia in termini di ambiente fisico che come accesso all informazione e comunicazione. Ci sono diverse metodologie per limitare certe barriere. La prima è l inclusione nei servizi di una presa di coscienza del mainstream, costruendo un ponte tra l MFI e il movimento dei disabili, in modo da conoscere le costrizioni di entrambi, stabilendo un alleanza in sviluppo. L idea globale è che persone disabili, che hanno la capacità di gestire un attività che abbia un buon piano d affari, possano confrontarsi con gli esaminatori dell MFI ed essere in grado di accedere ai servizi finanziari, e questo tipo di approccio è molto più sostenibile e con costi adeguati, in termini di realizzazione. Un altra idea è fare un tipo di adattamento semplice a tal punto da non impedire la sostenibilità dell MFI, ad esempio in termini di progetto del prodotto finanziato, del luogo d incontro del gruppo o riducendo il gruppo stesso. Lo studio identifica diversi vantaggi nello stabilire alleanze tra l MFI e le organizzazioni di persone disabili (da qui in poi DPO), infatti ogni organizzazione è volta a fornire i propri servizi principali, poiché sono quelli che conosce meglio: il DPO fornirà lavoro sociale, sviluppando l auto-stima, prestando servizi di counseling agli associati, mentre l MFI fornirà servizi finanziari, promuovendo così diversi servizi insieme, anziché separati. Il secondo approccio che abbiamo identificato, è quello di fornire meccanismi di finanziamento, da parte degli stessi DPO, attraverso crediti e garanzie, che abbiamo constatato essere molto usuali nel settore. Troviamo che questo sia meno efficace e sostenibile dell inclusione in un ente tradizionale, avendo come clienti solo persone con disabilità. Comunque, è interessante notare che ci sono diverse opzioni, nell ambito di un prestito finanziario, come rate con interessi più bassi, tempi di rimborso più lunghi, elasticità di rimborso per effettuare i pagamenti. Questo approccio è abbastanza interessante, dato che consente di arrivare alle persone molto povere, soprattutto nelle aree rurali dove le MFI non sono molto presenti. Concludendo, vorrei menzionare che le persone con disabilità, come qualsiasi altro imprenditore, dimostrano che sono disposte e capaci di amministrare affari e crediti con successo, e che la strategia migliore sarebbe quella di lavorare verso una società inclusiva che si applichi nell empowerment delle persone disabili. Enrico Azzone CTM Lecce Il CTM è una delle poche organizzazioni pugliesi che si interessa di cooperazione internazionale. Le attività del CTM coprono vari progetti e vari Paesi ma dal 2005- in Libano, dove siamo presenti da più anni, abbiamo avviato tre progetti legati alla disabilità ed al superamento delle barriere: due tra questi vertono sulla formazione professionale delle persone con disabilità motoria del Libano e coinvolgono partner locali poiché si vuole rendere il territorio autonomo traendo dalle attività della cooperazione lo strumento per un futuro. I partner locali come associazioni- sono guidati da due donne disabili e questo è molto importante perché ricordo che le donne in Libano 7

subiscono una doppia discriminazione- essendo donne e donne con disabilità. L obiettivo del progetto era creare formazione per le persone disabili corrispondente alla domanda del mercato del lavoro locale dando vita a 6 centri di formazione professionale creando attività lavorativa artigianale nella creazione di modellini in scala di progetti, costruendo una nicchia di mercato che esporta in altre regioni. Ricordo altresì che nel Libano vige la legge n 220 del 2000 che obbliga imprese pubbliche ed istituzioni private alla chiamata all impiego delle persone con disabilità in numero corrispondente al 3% dell organico. Centrale, per qualunque attività compresa quella del CTM, il diffondere informazioni alle persone con disabilità sui e per i diritti umani che includono sviluppo e parità di accesso e trattamento superando la fase caritativa dell aiuto. Ovviamente c è una mancanza di coscienza politica e pubblica e campagne di awareness servono proprio per sensibilizzare l opinione pubblica sulla percezione che si ha della disabilità. Tra le raccomandazioni che mi sento di fare c è quella di rivolgere particolare attenzione all informazione, che ovviamente va accompagnata alla fornitura di servizi; ciò per evitare che le persone con disabilità continuino a vivere in condizioni di emarginazione e per fare in modo che anche esse abbiano la consapevolezza di avere diritti e doveri al pari degli altri. Qualunque attività va intesa come parte della società nel suo complesso. Oltre all azione tecnica delle ONG c è bisogno di un azione statale che indirizzi le risorse della collettività verso una piena accessibilità dei diritti all impiego, alla salute, a vivere in un ambiente inclusivo, all educazione. Un ultima segnalazione: su 35 progetti di emergenza finanziati dal governo Italiano, il nostro è l unico progetto a tenere in considerazione i diritti delle persone con disabilità. Mi è stato subito chiesto un business plan dei centri di fisioterapia e riabilitazione e lo sviluppo economico che si potrebbe generare, a dimostrazione del fatto che il donatore tende ad intervenire in un quadro di produttività economica. Produttività che ci sarà ma non prima di aver superato gli ostacoli di accessibilità che valgono per tutti, non solo per le persone con disabilità. Gordana Ilić, UMRL Associazione per l assistenza alle persone con handicap mentale, Banja Luka, Bosnia Buongiorno, è un onore per la mia organizzazione essere qui con voi per questo progetto. Il mio nome è Gordana Ilić, vengo dalla Bosnia sono una rappresentante di questa associazione che si occupa di disabilità intellettive e coordinare la loro vita nella collettività. considerando che dagli anni 60 e anni 90 non sapevamo nulla del terzo settore e settore non governativo, abbiamo iniziato questo sviluppo solo nel 2000. Il processo ha richiesto molta formazione con competenze di gestione ed anche di adattamento. All inizio nel 2001 per implementare queste attività per database che era un prerequisito per le attività future. Da allora, da quando abbiamo creato il database abbiamo incominciato ad implementare i progetti e sistemi legali come priorità e creando strategie per favorire lo sviluppo dei progetti che creavano auto sostegno delle attività nella comunità. In questa ONG ci siamo resi conto che non era possibile produrre cambiamenti radicali e per questo uno degli obiettivi principali era di dar vita ad una partnership con il Governo locale e la comunità locale e la municipalità. Dopo 5 anni dalla nostra iniziativa in BANJALUKA la città ha ricevuto un premio che gli conferisce uno status speciale per la municipalità che ha iniziato a sviluppare progetti nel settore governativo. Considerando il fatto che abbiamo contribuito significativamente a conquistare questo premio, la città ha avuto un certificato di riconoscimento valido come nostra gratificazione per le nostre attività. Inizierò con le nostre attività principali ed i servizi che abbiamo iniziato ad implementare: un progetto per un centro diurno per disabilità mentali. In base alla raccolta dati da noi conclusa abbiamo individuato 386 categorie di disabilità successivamente, dopo ulteriori ricerche, abbiamo scoperto che le disabilità erano di numero superiore, più di 700, che abitano a Banja Luka. Sono progetti PAC in parternariato con le comunità locali. Si è deciso di fare richiesta per un centro diurno. Il nostro obiettivo principale era quello di fornire cura giornaliera a tutti i beneficiari.( Questa presentazione si avvale si supporti visivi di power point). E dunque venuto fuori un lavoro tra municipalità locale e la nostra organizzazione. E stato firmato un accordo nel 2001 per cui il servizio e divenuto comune. Si vorrà tentare un parternariato col Ministero dell Educazione per promuovere materiale didattico come strumento dell educazione per includere le persone disabili mentalmente. Se si tenesse a mente la prima delle regole standard, lo sviluppo della consapevolezza, non avremo mai paura di diventare vecchi vivere con una disabilità. 8

WORKSHOP: SOCIALE Jahda Abou Khalil AODP Libano Grazie agli organizzatori per questa opportunità. Sono la direttrice generale di una organizzazione araba e sono l editore di un giornale del settore. La mia presentazione è basata su una ricerca che ho compiuto. Gli studi sulla disabilità sono molto pochi e sulle donne con disabilità ancora meno. Ho svolto la ricerca su 21 donne di 7 Paesi arabi. Il nostro obiettivo è di sottolineare le aree di oppressione comparando la loro situazione con le altre donne con disabilità nel resto del mondo. Vogliamo diffondere informazione sulle potenzialità di queste donne. Si è partiti con le descrizioni della vita di queste donne da parte di delle scrittrici e come queste donne attiviste le vedone. I paesi coinvolti 21 donne sono stati: Siria, Palestina, Yemen, Bahrain, Egitto, Giordania e Libano. 12 di queste donne hanno disabilità fisica. Sono storie di empowerment delle donne coinvolte in questa ricerca. L anno scorso è stata realizzata una Conferenza di donne con disabilità alla quale hanno partecipato 200 donne di diversi paesi arabi. Alaa Sebeh Save the Children Egitto Il nuovo approccio alla cooperazione per lo sviluppo si sta muovendo verso la comprensione che le barriere sociali costituiscono il principio fondamentale del rispetto dei diritti delle persone disabili,il che implica anche la scelta autonoma del processo di riabilitazione, dove il ruolo dei professionisti è di chiarire, spiegare ed educare, ammesso che questa sia la parola giusta da usare. In questo contesto, è molto importante apportare la formazione, come strumento per un cambiamento sociale, conferendo più autonomia alle persone disabili e fornendo un ambiente adatto all inclusione, e ai Diritti Umani. Nell opinione di molti, inclusa la mia, la Riabilitazione su Base Comunitaria (RBC) rappresenta il miglior approccio, da realizzarsi in qualsiasi programma di disabilità, perché racchiude diverse componenti. Le linee guida del nuovo RBC stanno per essere pubblicate dall Organizzazione Mondiale della Sanità con l auspicio che facciano luce su ciò che è veramente; siamo comunque distanti dalla percezione che consista di tecnologia semplificata, che non raggiunge un livello professionale. Certamente questa presentazione non sarà sufficiente, ma invito quelli che sono contrari a questo approccio, a leggere ancora,ad andare sul sito web dell Organizzazione Mondiale della Sanità e cercare di capire meglio. La RBC si è dimostrata molto efficiente, particolarmente nei Paesi in via di sviluppo, dato che può raggiungere circa il 70% delle persone con disabilità e soddisfare la maggior parte delle loro necessità, senza alcun tipo di istituzioni o servizi specializzati. Possiamo quindi suddividere tutti i servizi in tre livelli: Livello comunitario: educativo, sociale, religioso, i servizi sanitari possono diventare mobili ed essere usati. Tutto il personale esistente, che lavora a livello comunitario, così come le persone con disabilità e le rispettive famiglie, possono essere coinvolti a fare autoempowerment, quando è necessario, nel costituire gruppi di auto-aiuto. Tutto questo lavoro potrebbe essere effettuato a livello di comunità, con un piccolissimo supporto da parte di personale professionale altamente specializzato. Professionisti specializzati: sono a livello medio, coprono diversi ruoli nella formazione, seguendo e sostenendo il lavoro fatto a livello di comunità. Per esempio essi conoscono la tecnologia, la semplificano e supportano quelli che stanno lavorando a livello della comunità. Il loro contributo è essenziale nel raggiungimento dell obiettivo finale, di permettere alle persone di ritornare alle loro comunità e famiglie. La percentuale delle persone che necessitano di servizi altamente specializzati non è più del 25%. 9

Professionisti ad alto livello: il 5% della popolazione disabile ha un reale bisogno di servizi altamente specializzati, non disponibili a livello di comunità. Questo è dove i professionisti dovrebbero avere l intervento diretto e il supporto per fornire servizi nazionali specializzati. E anche importante puntualizzare che molto lavoro può essere effettuato sia a livello di comunità, che a livello nazionale, dove chiedere il patrocinio per le politiche legislative nazionali e per la distribuzione di risorse, attraverso la condivisione di opinioni di persone, anche loro disabili. La formazione nell RBC è fornita a molteplici livelli: questo la persona deve imparare, dovrebbe imparare e sarebbe bene che imparasse. Desidero presentarvi alcuni esempi di buone pratiche: in Egitto uno dei maggiori progetti realizzati dalla Banca Mondiale, è stato sostenuto da Save the Children, è stato il principale dei servizi alle persone con disabilità in tutti i locali esistenti, tipo biblioteche, scuole elementari e in tutte le attività locali. Questo significa che il donatore, quando ha pianificato l attività, avrebbe dovuto considerare il fatto che il 10% della popolazione ha una disabilità, e che lui stesso deve prefiggersi l obiettivo di raggiungere questa percentuale, se è un sostenitore dell istruzione o di biblioteche o di quant altro. I donatori rappresentano una componente importante nel quadro dello sviluppo, e possono giocare un ruolo innovativo, nel sostenere i sistemi di amministrazione dell RBC, promuovendo inclusione e partecipazione di persone con disabilità, nel definire tutto il progetto da soli. E anche importante sostenere il ruolo e le abilità manageriali del sistema di riferimento (come gli ospedali, i centri sanitari nazionali, n.d.r.) dei quali abbiamo esempi molto buoni: l RBC non può raggiungere ogni persona, quindi, quando questo accade, lui/lei ha bisogno di avere un sistema di riferimento affidabile. Nonostante sia stato realizzato per Paesi in via di sviluppo, l RBC è anche molto valido per Paesi sviluppati ed industrializzati 3. Diana Indjov Youth with Disability in EC, Bulgaria Sono una persona con disabilità e faccio parte dell organizzazione Youth with Disability in EC, Bulgaria ed ho iniziato a lavorare nel Congresso americano dieci anni fa. La nostra organizzazione guarda al modello sociale basato sui diritti umani e sulle abilità delle persone e non al modello medico basato sulle limitazioni ed inabilità. Il 20% della popolazione bulgara è disabile ma solo il 10% viene riconosciuta come tale dal Governo. La Bulgaria non ha un fiorente sviluppo economico per cui non può sostenere le persone con disabilità anche perché ha attraversato periodi di forti crisi economiche e politiche. In Bulgaria inoltre la disabilità non viene collegata alla povertà mentre la World Bank fa questo diretto collegamento. Per povertà si intende nessun tipo di accessibilità per ausilii e medicine che porta al genocidio delle persone con disabilità, suicidio anche politico con nessuna titolarità di diritti. Le persone con disabilità, dopo aver raggiunto un buon livello di empowerment, devono avere un ruolo nelle politiche di cambiamento e per ottenere questo devono ricoprire ruoli di leadership ed agire su livello internazionale. Le donne ed i bambini con disabilità risultano fortemente discriminati. Molto importante è il diritto all educazione e la riforma scolastica, capire i bisogni speciali ed i ruoli. Altrettanto importante è l accessibilità all informazione ambientale( accessibilità al Web). Ci sono molti documenti importanti, quali la Convenzione ONU, ma gli articoli sono applicabili? Mervat Maher SETI Center Egitto Il problema della disabilità in Egitto, ha certamente maggiori conseguenze di tipo economico, sanitario e sociale. Vorrei iniziare con una brevissima panoramica sulla situazione di disabilità in Alessandria: il 75% della popolazione disabile, è rappresentata da persone con disabilità intellettiva. In numeri stiamo parlando di circa 1.800.000 persone, dei quali solo il 2% raggiunti da servizi,circa 36.000 persone. I servizi sono abbastanza limitati nelle grandi città, indirizzati solo a certe età e disabilità lievi. Il livello qualitativo dei servizi è basso e tende a portare all esclusione. Notiamo che le maggiori carenze sono legate alla prevenzione ed ai programmi di informazione, 3 Per saperne di più sulla Riabilitazione su Base Comunitaria: http://www.aifo.it/saperne_di_piu/riabilitazione/corsi2/categoria1/pagina21.html 10

legislazione, carenza di medici e di personale, approcci efficaci e programmi adatti alla comunità Egiziana, screening preventivo ed intervento per limitare l attitudine negativa della società. CARITAS, tramite i centri SETI ha iniziato i progetti RBC in Alessandria 14 anni fa, dove ci sono 7 progetti domestici in vari distretti, che servono circa 2543 persone disabili e le loro famiglie. La popolazione Egiziana è oggi stimata in 70 milioni di persone, facendo quindi della popolazione disabile un elemento consistente. Con la consapevolezza che soltanto il 2% di loro vede soddisfatte le proprie necessità essenziali, va da sé che il calcio di via ai progetti dell RBC è diventato un impellente necessità. Le attività dell RBC in Alessandria sono organizzate in quattro fasi: 1. Coinvolgimento dello staff che lavora nei Centri di Salute per la Madre e il Bambino (MCH: Mother and Child Health), per i quali esiste un accordo tra la SETI ed il Ministro della Sanità: dato che lo staff MCH include sia medici che personale paramedico, il cambiamento delle attitudini e l importanza del coinvolgimento delle famiglie e dei parenti, sono concetti chiave per la formazione iniziale; allo stesso tempo vengono portate avanti l informazione comunitaria e l attività di coinvolgimento. 2. Gli istruttori dell RBC, insieme allo staff dell MCH, dal centro SETI, prendono contatto con i capi delle comunità, con le persone disabili e le loro famiglie: i volontari della comunità sono addestrati e sono organizzati per le visite domiciliari; alle famiglie viene anche fornito l addestramento nelle tecniche di riabilitazione. 3. Graduale trasferimento di responsabilità a gruppi di genitori, oltre a una commissione guida dell RBC, che dovrebbe assicurare la continuità delle attività, con un regolare supporto da parte dello staff dell MCH. 4. L ultima fase sarà raggiunta quando la responsabilità sarà completamente trasferita alla commissione dell RBC ed il team dell MCH e il programma dell RBC apparterranno a loro. Adesso 6 dei progetti RBC in Alessandria potrebbero raggiungere l ultima fase. Le attività di formazione servono diverse classi e adottano molteplici metodologie. Queste attività includono: formazione, incontri, laboratori e corsi di formazione su piccola scala. Queste attività utilizzano metodi teorici e pratici, e differiscono, a seconda della disabilità specifica del gruppo che deve essere formato, includendo genitori, volontari, personale del centro medico, lavoratori impegnati nel sociale ed amici dell RBC. Durante la sessione di formazione, vengono trattati molti argomenti: Pensiero dell RBC, filosofia e strategie particolari. Empowerment della famiglia. Programma di patrocinio. Metodo di comportamento con persone disabili. Scoperta precoce e importanza di un intervento preventivo. Informazione pubblica. Come formulare le sessioni psicomotorie. Gestione comportamentale. Ed altre materie mediche, sociali e culturali, che sono necessarie agl istruttori. Su un quadro più ampio, le singole sessioni di addestramento sono affiancate da attività generiche, organizzate in tutti i progetti ed includono: Sessioni e classi di pronto intervento. Classi educative. Classi pre-professionali e professionali. Incontri settimanali. Attività sportive. Campeggi estivi. Attività di competizione (premio di eccellenza). Pubblicazione di 3 aggiornamenti all anno. Nell identificare le difficoltà affrontate nella realizzazione dei progetti, c è l instabilità di presenze al lavoro da parte dei volontari, la necessità di incrementare il numero dei membri delle squadre, la 11

ridotta capacità dei pochi fondi disponibili a raggiungere la periferia della città, e altre province. Altre difficoltà derivano dalla scarsità di leggi emanate relative alla disabilità, il limitato ruolo dei padri nelle attività dell RBC (soltanto l 1% circa è coinvolto), la necessità di assistenza addizionale,dove vi è più di una persona disabile in una famiglia, e la carenza di centri che si prendano cura dei disabili gravi o con molteplici disabilità. Oltre tutto c è la pressante necessità di un incremento d informazione comunitaria. D altra parte siamo stati in grado di raggiungere risultati ammirevoli, come una cooperazione sostenuta col Ministro della Sanità, Affari Sociali, Educazione, Gioventù e Sport ed organizzazioni religiose ufficiali. Alla fine del 2003 abbiamo stabilito una Organizzazione Non Governativa di RBC, dove i membri sono genitori di persone disabili. Inoltre consideriamo la richieste fatte al nostro dipartimento di stabilire progetti RBC in tre diversi centri salute, un eccellente risultato. Grazie. Antonio Ferraro Consigliere Amministrazione AGENSPORT Regione Lazio Parlando di interventi motori per le persone con disabilità si fanno, tendenzialmente, discorsi, programmi, progetti limitati ad un piano assistenzialista. In Italia sono davvero poche le esperienze caratterizzate dall uso dello sport come strumento facilitatore per raggiungere determinati obiettivi nel campo della cooperazione allo sviluppo. Segnalo che nel 2006 a Torino il gruppo internazionale Sport per Sviluppo e pace, insediato su mandato di Kofi Annan, nel Report finale ha indicato, fra gli altri risultati chiave, la stretta relazione tra la promozione dello sport e il raggiungimento degli obiettivi del millennio, individuando lo sport come uno degli strumenti meno costosi e più efficienti per il conseguimento degli stessi. Qui vi porto l esperienza di molte realtà che rappresentato le buone prassi di questo nuovo modo di concepire lo sport in progetti di cooperazione decentrata per le persone con disabilità: Master dal titolo Educazione e integrazione delle persone con disabilità, disagio sociale e anziane: metodologie e tecniche di intervento nella attività motorie ed espressive dello IUSM, Istituto Universitario di Scienze Motorie di Roma Progetto Ultrà della Uisp (Unione Sport per Tutti), che in Congo ha stretto rapporti con la LISPED (Lega Sportiva per la Promozione e la Difesa dei Diritti dell Uomo) con l obiettivo di sensibilizzare la popolazione alla lotta contro ogni tipo di discriminazione. Iniziative nazionali ed internazionali dell Anpis (Associazione Nazionale Polisportive per l Integrazione Sociale). Ultima quella del treno dei matti verso Pechino, che vede coinvolti centinaia di pazzi al fine di (usando le parole del presidente) cancellare insieme, chilometro dopo chilometro, i pregiudizi e le discriminazioni contro le persone con problemi di salute mentale". Il progetto dell Agensport COME2PLAY è stato costruito insieme alla Cooperazione Italiana allo Sviluppo. Si è svolta in Etiopia una missione congiunta DGCS/UTC e Agensport per incontrare l ambasciatore italiano in Etiopia, le maggiori autorità istituzionali federali, regionali e locali competenti in materia di minori e sport, con l Università di Addis Abeba, ONG internazionali ed italiane, l UNICEF, la televisione etiope. Si è quindi potuto individuare possibili terreni e spazi da utilizzare per l eventuale realizzazione di iniziative sportive per i giovani in stato di disagio promosse dalla Regione Lazio. Il progetto intende costituire un modello di intervento pilota nel settore sportivo. L intervento dell Agensport è focalizzato sui bambini e le bambine e gli/le adolescenti di Addis Abeba ed in particolare a quelli di strada con l obiettivo generale di fornire loro un luogo di aggregazione e di asilo dove svolgere attività sportive e ludiche. L apprendimento e la pratica di sport sono al centro della logica dell'intervento in quanto lo sport praticato regolarmente sotto una supervisione competente può efficacemente contribuire non solo alla salute dei singoli individui, ma favorisce lo sviluppo di caratteristiche come la consapevolezza del proprio corpo, la responsabilità di se stessi e la sensazione di poter contare su se stessi. Lo sport crea un ambiente dove si possono sperimentare e apprendere quelle capacità sociali, pre-condizione dello sviluppo 12

delle abilità necessarie per la vita sociale ed una vita all insegna dell autodeterminazione e dell indipendenza. TAVOLA ROTONDA APPLICAZIONE DELLA CONVENZIONE: IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI Vincenzo Divella Presidente Provincia di Bari Il ruolo degli Enti locali è e sarà importante in quest ambito. Come istituzione abbiamo il compito di monitorare, in ambito lavorativo, la chiamata obbligatoria per legge- la riserva di posto- delle persone con disabilità. C è da dire, tra l altro, che la graduatoria della chiamata lavorativa ingloba, indistintamente tutte le persone con disabilità sia civile che lavorativa. Stiamo lavorando per aumentare l integrazione scolastica, con l attribuzione di maggiori insegnanti di sostegno. In corso d opera, in collaborazione con l ASL di Bari, dei tirocinii formativi che speriamo di trasformare in veri e propri contratti di lavoro finalizzando il tutto all assunzione di 50 ragazzi. Per l ambito trasporti provinciali possiamo dire che i 29 mezzi di nuovo inserimento parco autobus sono tutti forniti di pedana ed accessibili adeguando, di conseguenza, gli spazi di prelievo passeggero su strada. Mi rendo disponibile, per l Ente che rappresento, ad impegnare la Provincia alla collaborazione della realizzazione di altri progetti per migliorare l accessibilità e la parità di trattamento. Salvatore Nocera Vice-Presidente Fish L approvazione della Convenzione ha offerto una ulteriore riflessione: sino ad oggi ci siamo battuti per i nostri diritti, la Convenzione ci ha aperto la mente ai problemi del mondo soprattutto verso il mondo in difficoltà dove i nostri diritti sono delle attese, delle aspettative. Dalle riflessioni odierne avremo materiale e strumenti per modificare la realtà degli Enti Locali. E il caso di ricordare l importante avvenimento del decentramento a cui ha contribuito la legge nazionale n.142 del 90 sugli Enti locali e le legge n.328 del 2000 sul decentramento delle sociali e la legge di riforma costituzionale del 2001 che ha spostato il baricentro delle scelte decisionali dalla programmazione nazionale sempre più verso le Regioni e gli Enti Locali: per questo motivo è importante il dialogo con le Associazioni e la progettazione per dare ottemperanza alla Convenzione attraverso la modalità della cooperazione internazionale, basata questa non su una vecchia logica colonialistica ma su una logica di collaborazione, di conoscenza reciproca e di rispetto del clima sociale e culturale. Gli Enti locali possono fare molto, in questa direzione, attraverso i gemellaggi. L obiettivo comune rimane l antidiscriminazione delle persone con disabilità nel rispetto dell identità religiosa e culturale dei Popoli con i quali si coopera. Mi auguro che gli Enti italiani vogliano far propria questa scelta oramai irreversibile nella cultura italiana e vogliano aiutare le organizzazioni e le associazioni dei disabili italiani di piena intesa gli Enti locali e le organizzazioni e le associazioni delle persone con disabilità dei Paesi nei quali si coopera. Vi auguro i migliori risultati in questo convegno. Gildo Baraldi Direttore Generale, Osservatorio Interregionale per la Cooperazione allo Sviluppo L Osservatorio è di fatto l Agenzia comune di tutte le Regioni, Province autonome italiane per la cooperazione ed il Presidente è, e mi fa piacere dirlo in questa occasione, è il Presidente della Regione Puglia. La cooperazione decentrata persegue e condivide pienamente la logica non della elemosina dal Paese ricco al Paese povero ma è concepita come la costruzione di parternariato di vantaggio e con sviluppo reciproco in cui ciascuno dei territori mette sul tavolo quello che ha di buono e lo offre per un vantaggio reciproco: la crescita del PIL, è risaputo da tutti, è importante ma non è garanzia di sviluppo la cui base è sempre la piena inclusione sociale, per cui credo sia importante festeggiare la proclamazione della Convenzione ma credo sia indispensabile renderla applicabile, renderla reale e non solo positiva. Narro ora un episodio: la storia dell incontro con Giampiero Griffo. All epoca egli si stava occupando di un progetto europeo sull accessibilità che coinvolgeva il Parco Nazionale della Maddalena- in Sardegna- tra le attività progettuali la riconversione o meglio la restituzione all originaria predisposizione di accessibilità della casa di 13

Garibaldi che si trova in quel luogo, insieme a tutto lo spazio intorno. Si sa che Garibaldi, dopo il suo ferimento sull Aspromonte, ebbe bisogno e progettò una casa accessibile essendo divenuto un disabile deambulatorio. Poiché dichiarata patrimonio storico fu aggredita dall inaccessibilità: Ebbene Giampiero ed i suoi amici riuscirono a riportare alle origini lo spazio intorno alla casa ma non la casa: nulla si poté su di essa poiché era stata dichiarata patrimonio storico ma noi sappiamo storicamente non genuino. Questa narrazione per dire due cose: la prima è che nessuno ha modelli da esportare ma abbiamo la possibilità di generare parternariato. La seconda cosa è che i patti di impegno sulla cooperazione vanno rispettati e conclusi: vedo qui presenti esponenti del mondo arabo ed a loro bisogna chiedere scusa perché tanti anni fa abbiamo avuto come OICS un incarico, da parte di una Regione, di sviluppare una fattiva possibilità di impiego con piena dignità, presso imprese sociali, di persone con disabilità. Fu un successo ed il Governo tunisino ne fu entusiasta tanto da chiedere al Governo italiano di essere coinvolto in ampi progetti di cooperazione in questo campo. Il Governo italiano disse di si ma nel frattempo la Giunta regionale cambiò il colore politico e non onorò l impegno preso dai predecessori. C è un solo modo di superare quest impedimento e cioè passare da una cooperazione che è e deve essere anche istituzionale ad una cooperazione con un coinvolgimento fortissimo di tutta la società civile. Questa occasione di oggi può essere un banco di prova per tutti noi: non solo attenzione alla disabilità come target di cooperazione ma anche come soggetto di cooperazione. Michele La Macchia Presidente Associazione Nazionale Comuni Italiani, Puglia Ringrazio per l opportunità data. Una proposta in tema di attuazione della Convenzione potrebbe essere di fare nostra, come Enti Locali, la Convenzione. Noi manderemo a tutti i 7000 Comuni associati all ANCI chiedendo loro di recepirla nella rubrica dei Principi fondamentali degli Statuti dei Comuni per trarne ispirazione fattiva ed assunzione di responsabilità. Inoltre, come ANCI, siamo impegnati da anni in cooperazione decentrata con Paesi europei ma anche con Paesi del mediterraneo. Con me porto il testo di un Protocollo stilato tra l ANCI e l UNDESA (Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali) con cui si mette a disposizione l esperienza dei Comuni italiani per il decentramento e per le attività sociali proprio per i Paesi del mediterraneo per fare attività di formazione e di organizzazione dell attività di decentramento ed organizzazione delle comunità locali. Infine, credo e spero in un maggiore finanziamento europeo per il raggiungimento di questi interessi da parte delle associazioni come l ANCI poiché associazioni portatrici di interessi diffusi. Non si tratta di un attività unidirezionale, come se esportassimo dei modelli o assistenzialismo, noi intendiamo a nostra attività come scambio tra pari, di esperienza, di buone pratiche. Portiamo la nostra esperienza con alcuni comuni albanesi, per l identificazione di regole antisismiche. Li abbiamo incontrati, insieme ai nostri tecnici ed ingegneri, ed abbiamo condiviso le nostre conoscenze Dobbiamo necessariamente partire dal concetto di inclusività, anche nella cooperazione internazionale. Come ANCI dobbiamo estendere la partecipazione alle ONG ed alle organizzazioni da tempo impegnate in questo campo, anche per imparare dalle loro esperienze e dare continuità alla politica. Finalmente la Puglia ha capito che il Mediterraneo è parte essenziale del proprio sviluppo e farà dell interlocuzione e lo scambio con i partner dell area un obiettivo fondamentale per accrescere un azione politica tesa a fare della cooperazione nel Mediterraneo un obiettivo per accrescere il proprio sviluppo ed accrescere la speranza di pace e sviluppo tra i popoli. Noi ci rendiamo disponibili a sottoscrivere impegni con chi vuole andare in questa direzione: con DPI per un Protocollo d Intesa, per sollecitare la Commissione Europea per fare si che le risorse destinate a queste attività siano pari alle belle, troppe parole che vengono espresse siano pari alle ed avere coerenza tra la ratifica e la fattiva attuazione della Convenzione. Francesco Colizzi Presidente AIFO In questa fase di vita della Convenzione cosa chiedere agli Enti locali? Innanzi tutto conoscenza del testo, dei contenuti; poi diffusione e disseminazione ad ampio raggio dello stesso testo ed ispirazione delle attività amministrative ai Principi sanciti dalla Convenzione. Gli Enti locali possono poi premere dal basso, essendo portatori di interessi di tutti i cittadini, per la richiesta dell attuazione della Convenzione in tutti i Paesi ai Parlamenti ed ai Governi esigendo così una dinamica sociale, educativa e culturale ed a far recepire il senso di urgenza della sua applicazione. 14

Giampiero Griffo Membro del Consiglio Mondiale DPI Lavorare alla Convenzione presso le NU non è stato facile ma, nonostante limiti di pressione politica, è stata approvata. Questo ci fa capire come anche l ONU dei Governi può divenire l organizzazione dei Popoli e che la società civile, se si organizza bene, può superare tutti i veti che immancabilmente si presentano quando si affrontano problemi comuni a 191 Paesi. Abbiamo organizzato con l AIFO e con la FISH questo Convegno perché siamo convinti che la ratifica della Convenzione debba trovare gli strumenti, con l alleanza concreta e reale con gli Enti Locali, per far sì che la società civile partecipi al processo di inclusione. Importante sarà, poi, monitorare con essi la situazione e valutare l applicazione reale della Convenzione. Sono convinto che il cambiamento avvenga per consapevolezza. Abbiamo, dunque, lavorato con il progetto MAINSTREAMING ad un lavoro di mappatura di quali progetti in Italia si fossero occupati e/o si occupino di cooperazione allo sviluppo inclusiva della disabilità e riteniamo opportuno che tale lavoro possa svolgersi e venga gestito da un Ente pubblico. Ci servono, allora, alleanze per diffondere la filosofia della Convenzione: non è la persona disabile che va riabilitata ma è la società contigua a ciascuno di noi che deve riabilitarsi con una organizzazione sistemica. CONCLUSIONI Silvia Godelli Assessore Regionale al Mediterraneo, Regione Puglia I dati sono eloquenti: il 10% della popolazione è rappresentato dalle persone disabili, a qualsiasi titolo, ed è una percentuale destinata a crescere. Purtroppo la nostra società non funziona poiché ha sviluppato la sindrome della rimozione dei problemi, dimensione autolesiva, che vede il problema della disabilità appartenere sempre a qualcun altro ma non l appartiene. Se allarghiamo lo sguardo, nell ottica di una Regione che si vuole distinguere e connotare per la cooperazione territoriale, ci poniamo la problematica di come interagire con i Paesi partner per raggiungere l inclusione ma badando alle tematiche dei Diritti delle persone e non solo all aspetto, settoriale e generico, economico ed energetico che rappresenta comunque una facciata di tali Diritti. Tutte le esperienze, fatte da Ente, sono fenomeni di nicchia e non si iscrivono in un progetto se non marginale: questo è un problema. Registro, inoltre, un altra difficoltà: il mondo associazionistico, quando si rapporta con le Istituzioni in ambito di cooperazione, ha la problematica di farsi comprendere e di comprendere e quindi con atteggiamenti illuministici non comprende la realtà a cui si rivolge. La cooperazione è ascolto, poi parola. Non c è, inoltre, da parte di altri Governi con i quali si vorrebbe cooperare la volontà di includere le persone con disabilità, a volte si incontra resistenza quasi ostruzionistica, preclusiva. E d obbligo agire, quindi, con cautela in quest ambiti per evitare fenomeni di rigetto. Nevio Baruffi Membro del Direttivo Nazionale ANPIS (Associazione Nazionale Polisportive per l'integrazione Sociale) L ANPIS è un organizzazione con 2000 associati e di circa 80 Polisportive. Siamo attivi a livello europeo ed internazionale. Particolare attenzione alle attività alla disabilità psichica è stata data con l esperienza del Treno Roma-Pechino dove pazienti psichiatrici, operatori della salute mentale, familiari e cittadini, in viaggio verso la Cina come ambasciatori-testimoni delle buone prassi portavano il messaggio insieme libera-mente. Il treno come simbolo portatore di diritti. La presentazione del progetto si avvale, in questa sede, di supporti visivi che ne raccontano l esperienza. 16 settembre SALUTI DI APERTURA E INTRODUZIONE AI LAVORI Francesco Colizzi Presidente AIFO La Convenzione deve divenire realtà e già il fatto che ben 22 Paesi del Mediterraneo l abbiamo firmato rapidamente segnala l attesa di quei Popoli. Siamo tutti chiamati ad avocarla, impossessarcene e reclamarla e molto importante è stato l assunzione di disponibilità declamata dagli Enti Locali in questa occasione barese. Piccoli esempi quotidiani ci fanno capire quanto sia 15

difficile poi tradurre in realtà concreta dei diritti che pure potrebbero sembrare acquisiti ma non lo sono a causa della nostra pigrizia mentale, della la forza delle abitudini. Per cui tante realtà che potremmo ritenere scontate non lo sono e hanno bisogno dello stimolo delle persone interessate, delle associazioni, che continuano a rivendicare un diritto già sancito. Dunque il cammino dell applicazione della convenzione ONU sarà lungo ma siamo convinti che sarà un cammino di liberazione, come ci ricorda Giampiero Griffo. Enzo Falabella Fish Puglia Ringrazio per l opportunità dataci di intervenire in questa manifestazione. Il nostro obiettivo è quello di rivendicare fortemente la dignità, l indipendenza, la coesione e l inclusione sociale delle persone con disabilità. I diritti sono uguali e per tutti. In Puglia abbiamo perso terreno e tempo ma soltanto creando una rete di associazioni e di Istituzioni pugliesi si può puntare sull inclusione sociale. E necessario che la Puglia sia presente in questo percorso per evitare queste barriere sociali che ancora ci sono e per crescere culturalmente. Continueremo su questa scia per il prossimo futuro. MANIFESTO: DISABILITÀ E COOPERAZIONE NEL MEDITERRANEO Sunil Deepak Responsabile attività scientifica AIFO [Sunil Deepak ha presentato il manifesto La cooperazione allo sviluppo ed il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità nei paesi del bacino del Mediterraneo ALLEGATO 1] Il Manifesto è il risultato concreto di lavori iniziati molto tempo prima. Il testo è stato mandato a tutti i relatori che sono intervenuti in questo incontro. L impronta partecipatoria che abbiamo voluto dare a questo importante documento fa si che si tratti di un lavoro aperto, in evoluzione. Il Manifesto è diviso in 2 parti generali: la I prende atto della situazione, degli atti, documenti, convenzioni regionali, nazionali ed internazionali sul tema disabilità e cooperazione; la II parte propone una serie di azioni concrete che dovrebbero essere realizzate. TAVOLA ROTONDA LA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ: LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ED IL PROCESSO DI RATIFICA Moderatore Giampiero Griffo Membro Consiglio Mondiale DPI La cooperazione internazionale contribuisce all applicazione della Convenzione ed impegna le O.N.G. a tener conto del tema della disabilità e del mainstreaming. La ratifica è un processo che prevede più passaggi e che l art 4 tra gli obblighi di ratifica menziona il coinvolgimento delle organizzazioni delle persone con disabilità. Il primo passaggio dall Assemblea Generale delle N.U. l approvazione del 13 dicembre 06. Il secondo passaggio la firma da parte degli Stati:il 30 marzo 07, primo giorno utile, l Italia ha firmato insieme ad altri 80 Paesi ed all U.E. dando inizio all iter di ratifica. Ogni Paese, dopo esami interni alla propria codificazione, farà proprio il testo nella legislazione nazionale. In Italia il Governo italiano presenterà un disegno di legge che verrà discusso ed approvato dalle Camere: il Ministro Ferrero è stato identificato come responsabile della Convenzione all interno del Governo italiano. Ad oggi il numero dei Paesi firmatari è 102, il numero dei Paesi che hanno ratificato è 5. Il che significa che se si arrivasse ad un numero di 20,numero idoneo- secondo quanto stabilito dalla Convenzione- per l entrata in vigore. Su queste basi verrà convocata presso l O.N.U. la Conferenza degli Stati parte che hanno ratificato la Convenzione- per eleggere il Comitato con compiti di azione e monitoraggio. Se l Italia ratificherà avremo la possibilità di fornire un candidato. Nichi Vendola Presidente Regione Puglia Vorrei lanciare un idea per il prossimo anno nell ambito Fiera del Levante:costruire un evento internazionale sul tema della disabilità che coinvolga gli attori del territorio. La battaglia contro l handicap sociale, fisico - quello delle barriere architettoniche- contro l handicap che c è 16

nell immaginario e nella riproduzione dei pregiudizi è una battaglia che deve disseminarsi sul territorio, animare le volontà, le parole, i comportamenti di tutti. La Regione Puglia ha affrontato un dato sconfortante: essere agli ultimi posti dal punto di vista degli investimenti in spesa sociale. Il territorio è un deserto come offerta dei servizi socio-assistenziali.. Si fa tanto retorica sul tema della famiglia ma la famiglia quando vive situazioni di un certo peso anche economico, penso alle famiglie che hanno bambini con disabilità psichica, sentono di essere buttate alla deriva, sentono l abbandono, la solitudine. Ogni famiglia è chiusa nella prigione del proprio dolore e nella battaglia disperata di affermare ed ottenere dei diritti. Pensare, dunque, al territorio in maniera diversa. Oggi il territorio o è deserto o è giungla. In realtà il territorio dovrebbe diventare socialità, comunità, protezione per le persone Oggi al centro dello Stato sociale, del Welfare non deve esserci la pubblica pietà: oggi le persone vogliono la propria dignità delle scelte di ogni giorno. Provate a leggere attraverso la lente di ingrandimento del corpo di una persona con disabilità la storia di una città e si vedono le barriere architettoniche poiché le nostre città sono state costruite sull alleanza rendita fondiaria ed edilizia. Dunque: l abbattimento delle barriere architettoniche è un vantaggio per pochi o per tutti? La civiltà è riorganizzazione della città per i bisogni di tutti. Nell attività amministrativa e progettuale SAC della Regione Puglia, che prevedeva l assegnazione di strumenti informatici alle persone disabili, ricordo la difficoltà di dover assegnare presidii informatici a ragazzi con disabilità intellettiva: era impensabile, per il governo di allora, giustificare la possibilità che un disabile psichico potesse usare il computer, strumento invece fondamentale per guadagnare un sistema di relazione. Abbiamo, allora, preso da un bilancio della regione stressantissimo i fondi necessari per finanziare tali spese. L idea che ha guidato il progetto SACS sulla questione disabilità è quella di consegnare le chiavi alle persone con disabilità per aprire una porta che metterà la persona con disabilità di essere in condizione di non avere più bisogno, di non essere dipendente ed avere una visione totale che dà la libertà di essere protagonisti della partecipazione ai diritti. La Regione si sente dentro questa battaglia per la Convenzione, che non vuole essere una battaglia umanitaria, una battaglia in più, ma è la battaglia che restituisce dignità alla politica. E l invito per l anno prossimo: ci ritroveremo qui, coinvolgeteci come Regione - per costruire un grande incontro ed invadere gli spazi della fiera. Questo l augurio della Regione Puglia. Raffaele Tangorra Direttore Generale DG inclusione e i Diritti Sociali (CSR) Delegato Ministero degli Affari Sociali Porto i saluti del Ministro Ferrero il quale sta seguendo con attenzione i lavori di ratifica della Convenzione la quale accompagna la società verso un ribaltamento di prospettive: la disabilità è nell ambiente non nelle persone. Per quanto attiene la ratifica il Governo si è mosso verso il processo più celere: quello della natura di ratifica di misura programmatica. Dobbiamo predisporre ora le relazioni di accompagnamento facendo prioritariamente una ricognizione di tutte le legislazioni esistenti. Tra l altro, il Ministro a fine luglio ha convocato, per la rappresentanza, le associazioni del settore più emergenti informandole sul percorso seguito e futuro. Volevo, poi, richiamarvi ad un aspetto specifico della Convenzione quale l attivazione del monitoraggio. Esso potrebbe seguire, nella realtà fattiva storica italiana, un percorso ed una tempistica celere attraverso la creazione di un Osservatorio in relazione a quello che è l art 33 della Convenzione attraverso la volontà espressa nella richiesta-proposta di fondi inoltrata nella Legge Finanziaria. Le tre dimensioni quali, dunque, la rappresentanza, la programmazione ed il monitoraggio della Convenzione vorremmo fossero già da subito trovassero spazio attraverso l istituzione dell Osservatorio. Raafat Ghoneim Capo della sezione disabilità e riabilitazione- Lega Araba, Egitto È un vero piacere per me rappresentare il Segretariato Generale della Lega Araba a questa conferenza. Esprimo il mio più grande rispetto per i presidenti delle associazioni organizzatrici (AIFO, DPI, Fish) per il loro impegno nel migliorare lo stato delle persone con disabilità e la loro inclusione nella comunità. Educazione ed occupazione sono i due maggiori elementi che contribuiscono al generale processo di sviluppo, inclusi gli Obiettivi del Millennio. Il Consiglio della Lega Araba, durante uno dei suoi summit, ha approvato un importante documento sui diritti delle persone don disabilità nei paesi arabi che ha indetto la Decade Araba delle Persone con Disabilità dal 2004-2013. Con la risoluzione n. 283 si riconosce che le capacità delle persone con disabilità si possono 17

incrementare tramite la formazione, la riabilitazione sevizi di cura e pari opportunità. Il consiglio dei Ministri degli Affari Sociali arabi ha adottato la risoluzione n. 523 sull implementazione della Convenzione ONU sui diritti delle Persone con disabilità, chiama tutti gli Stati arabi a firmare la convenzione ed il suo protocollo. Il segretariato della Lega Araba attribuisce grande importanza a questa risoluzione, non solo perché è ora divenuta un impegno internazionale ma perchè rappresenta un impegno nazionale che ci impegneremo ad implementare. Ad ora 13 stati arabi hanno firmato la Convenzione ed abbiamo ricevuto notizie che molti altri sono intenzionati a sottoscriverla, insieme al suo protocollo. Il Consiglio dei Ministri degli Affari Sociali arabi, nella sessione del 26 gennaio, ha condotto una studio col fine di sviluppare un Piano di Azione Arabo ed un Programma per l implementazione della Decade Araba delle Persone con Disabilità e per coordinarne le azioni. In questo contesto, accogliamo suggerimenti e contributi da tutti i paesi del mondo, governi ed organizzazioni non governative che si occupano di disabilità volti a sviluppare i nostri obiettivi e migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità e definire i loro diritti. Paola Viero Esperta Senior, Ministero degli Affari Esteri, Unità Tecnica Centrale Vi porto i saluti della Vice Ministra ed il suo pieno appoggio ai risultati della Conferenza. Inoltre, vi porto i saluti della Direzione Generale della Cooperazione allo sviluppo che qui rappresento. Molti sono i progetti avviati per i diritti dei minorenni disabili attraverso la cooperazione decentrata, le Agenzie delle Nazioni Unite o ONG impegnate in questo settore come AIFO, ONG riconosciute alle quali viene data autorizzazione a gestire i fondi relativi. Condivido l intervento di Nichi Vendola: le disabilità colpiscono tutti, non è un problema di altri ma nostro. Pieno appoggio, dunque, alla Convenzione ed alla sua applicazione in special modo per quei Paesi molto poveri: la maggior parte della popolazione vive in miseria totale e le maggiori vittime sono i bambini, donne, anziani e disabili; se poi le condizioni si assommano la situazione peggiora ancor di più se possibile. Il ruolo della cooperazione internazionale deve essere rivolto, dunque, a promuovere programmi che tutelino i diritti delle persone tra le più povere, le più deboli. Si è pensato col Vice Ministro- come proposta-, allora, di istituire presso l Unità Tecnica Centrale un gruppo di lavoro aperto al contributo delle associazioni, esperti, ONG di delineare nuovamente le linee guida della cooperazione alla luce della nuova Convenzione. Di seguito si vorrebbe favorire, poi, l utilizzo dei fondi di cooperazione in questa direzione e con un attenzione particolare per i paesi dell area mediterranea. Rappresenterò alla Vice Ministra l opportunità di avere un incontro con gli esponenti presenti per comprendere come indirizzare un impegno in questa direzione. Siamo aperti e disposti a continuare la cooperazione e la collaborazione con tutti voi. Nawaf Kabbara Presidente Comitato Paesi lingua araba DPI Libano Buongiorno a tutti. Ho cominciato con una frase in italiano perchè penso che sia già questo un primo passo verso l inizio di un lavoro insieme. Infatti penso che il risultato più importante che ha portato questa convenzione è la creazione di un linguaggio comune sulla disabilità. Anche se avremo bisogno di traduttori, stiamo usando lo stesso discorso in tutto il mondo. Credo che la convenzione abbia apportato un doppio cambiamento di paradigma: sulla scena internazionale si passa da un paradigma basato sull interesse degli Stati verso uno basato sui diritti umani. Ciò ha portato al secondo cambiamento, da un modello medico di invalidità ad uno basato sul modello sociale. Sappiamo che in Francia e Russia, si usava chiamare le persone con disabilità invalide (les invalides, n.d.r.) a significare una persona non in grado di produrre e quindi relegata ai margini della società. Questo funzionava bene in una società basata sulla produttività piuttosto che sui diritti umani dove la questione dell empowerment per i diritti delle persone con disabilità si trasforma in potere politico. Per questo è importante la che il movimento delle persone con disabilità partecipi alla vita politica ed alla cooperazione così da sviluppare le capacità che porteranno ai cambiamenti nei paesi. Pensiamo che la cooperazione internazionale unitamente al monitoraggio internazionale sono due strumenti importanti che faranno si che tra 10 anni non si penserà alla Convenzione solo come un pezzo di carta. Non è possibile avere una politica di cooperazione comune in tutto il mondo quindi dovremmo lavorare per regionalismi. Il Mediterraneo è una regione molto interessante sulla quale lavorare. Un linguaggio comune di cooperazione ci aiuterà ad abbattere le barriere tra il Sud ed il Nord del Mediterraneo. Dimostrerebbe che il mondo Arabo e l Europa possono lavorare insieme. 18

E giunto il tempo di dimostrare che siamo seri su ciò che stiamo facendo, sulla ratifica della convenzione. Abbiamo discusso con il Presidente di DPI Europa dell idea di lavorare con la Cooperazione Italiana, con Bari, con le comunità locali, con l Unione Europea per creare in incontro che includa le DPOs, ONG e funzionari ministeriali per intavolare una comprensione comune non modo da trasformare il Mediterraneo in un posto senza barriere. Un eccellente punto di partenza è costituito dal Manifesto di Bari presentato qui questa mattina. Tempo fa ho avuto modo di incontrare il governatore della regione del Cairo al quale ho chiesto perché la sua città non fosse pienamente accessibile. Mi rispose che al Cairo ci sono più di un milione di disoccupati e che mi sarebbe bastato chiedere per ottenere aiuto. Tutto ciò è lodevole ma l aiuto no è più sufficiente. Non possiamo fare affidamento solo sull aiuto altrui, vogliamo le rampe e, anche in quel caso, potremmo eventualmente chiedere aiuto. Dobbiamo dimostrare che possiamo lavorare insieme, che abbiamo gli stessi obbiettivi. Mi piace pensare a questa conferenza di Bari come l inizio di un forte rapporto di collaborazione tra i movimenti delle persone con disabilità di tutte le sponde del Mediterraneo. Erminia Emprin Senatrice, Rifondazione Comunista Grazie per queste due giornate di intenso lavoro. Siamo già oltre al traguardo della codificazione: c è mobilitazione civile, sociale per la sua realizzazione a livello mondiale, a partire dalle realtà nelle quali viviamo e dalla costruzione di rapporti solidali tra i popoli del Mediterraneo in particolare. Altra cosa di cui mi compiaccio è l istituzione per la prima volta, nella legislatura del 2006, del portafoglio per il Ministero della Solidarietà Sociale attribuendo così ad esso una autonoma dignità. Aggiungo un fatto degno di nota: è stata apposta alla Convenzione, al momento della firma degli Stati, la sottoscrizione di impegno di questo Ministero e non di quello degli Affari Esteri è dunque chiaro il segno di cambiamento che sarà ancora più forte con la partecipazione delle associazioni. La Convenzione è un quadro di riferimento, seguendo il quale dobbiamo darci una serie di obbiettivi che siano iscritti sull agenda degli impegni politici tra cui la ratifica di natura programmatica della stessa. Si tratterà quindi di ratificarla sapendo che dovrà trovare dei decreti attuativi che dovranno vedere la partecipazione diretta dei movimenti per il superamento dell handicap alle fasi di stesura e di attuazione, attraverso dei tavoli. Mi piacerebbe inoltre che uscissimo da questo convegno con l obiettivo di organizzare un incontro con le donne con disabilità e con altre parlamentari di altri Paesi del Mediterraneo, dei Paesi in cui adesso viviamo, così da costruire legami sociali e di diffondere le relazioni oltre a consolidare quelle che abbiamo, proprio perché sappiamo che senza il patrimonio di ricchezza non riusciremo a produrre una politica di cambiamento. L attuazione della Convenzione è cosa più complessa: in Italia ci sono competenze regionali molto estese su gran parte delle politiche sociali e ciò comporta necessariamente un lavoro capillare coinvolgendo tutti i vari comparti regionali. Ad esempio si potrebbe provare a prendere l iniziativa di attivare consiglieri regionali ai quali trasmettere il documento finale di questa assemblea (Manifesto di Bari, n.d.r.) perché, anche le Regioni da questo documento, insieme alla nostra Costituzione ed alla Carta Europea dei diritti, traggano i principi di riferimento con i quali modificare il propri Statuti. Pietro Barbieri Presidente Fish Concludendo i lavori, cercherò di essere sintetico partendo da alcuni elementi di sintesi di questi lavori. Partirei dal documento finale, dal manifesto di Bari che questo Convegno vuole emettere come sintesi, attorno al quale far sviluppare politiche. Come primo punto vorrei sottolineare che questo documento è il parto dell esperienza dei rappresentanti delle persone con disabilità di tutto il mondo, non solo quelle italiane. Il secondo elemento è il coinvolgimento governativo che riguarda la cooperazione internazionale: mi sembra interessante la proposta di istituire, per le linee guida per la cooperazione, un gruppo di lavoro con le nostre organizzazioni dal quale emergerà il contenuto concreto da dare all art 32 della Convenzione ONU. In tutto questo processo è importante capire quale cooperazione si intende fare: se una cooperazione sulla disabilità centrata sul modello medico, quindi sull intervento medico oppure andare a creare opportunità e diritti come dice la Convenzione. Fondamentale, poi, l impegno nostro di lavorare e collaborare con gli Enti locali per una direzione unitaria per generare possibilità, opportunità per tutti. Ma altrettanto 19

importante è la presenza e l intervento del nostro Parlamento per generare il cambiamento grazie anche alla presenza sempre più massiccia nelle realtà locali come del resto abbiamo potuto notare con la nostra presenza in questa città. È importante, quindi, valutare se il Parlamento ha davvero una funzione di leadership in questo ruolo propositivo o se la società è più avanti: in questo, l alleanza con le associazioni, con i movimenti può certamente creare quel traino importante che serve al coinvolgimento profondo delle coscienze, delle persone. Ed anche in questa direzione l ospitalità offertaci per il prossimo anno rappresenterà una sfida e dovremo lavorare molto per questo. Dovremmo, infine, per le politiche inclusive a tutela dei diritti anche essere più presenti su territorio con le nostre associazioni: importante in questo senso è la creazione da poco definitasi della FISH Puglia. Vi lascio quindi con un arrivederci. 20