Approvazione del Piano triennale della ricerca nonché del Piano per la razionalizzazione della rete di ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) (Schema di DPCM n. 332) N. 111 4 ottobre 2016
Camera dei deputati XVII LEGISLATURA Analisi degli effetti finanziari Approvazione del Piano triennale della ricerca nonché del Piano per la razionalizzazione della rete di ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) (Schema di DPCM n. 332) N. 111 4 ottobre 2016
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Estremi del provvedimento Atto n.: 332 Natura dell atto: Titolo breve: Riferimento normativo: Relatore per la Commissione di merito: Gruppo: Schema di decreto ministeriale Approvazione del piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (piano della ricerca) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) nonché del piano per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca) del medesimo CREA articolo 1, comma 381, della legge n. 190 del 2014, come modificato dall articolo 1, comma 668, della legge n. 208 del 2015 Oliverio PD Relazione tecnica: Non presente Assegnazione Alla XIII Commissione Alla Commissione Bilancio ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento (termine per l esame: 3 ottobre 2016) ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 2, del Regolamento (termine per l esame: 23 settembre 2016)
INDICE ARTICOLO 1... - 4 - APPROVAZIONE DEI PIANI E CONTENUTO DEL PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLA RETE DI RICERCA DEL CREA... - 4 - I
PREMESSA Lo schema di decreto ministeriale in esame reca l approvazione del Piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (piano della ricerca), nonché del Piano per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA). Il provvedimento è adottato in attuazione dell art. 1, comma 381, della legge n. 190/2014, così come modificato dall'articolo 1, comma 668, lett. a) e b), della legge 28 dicembre 2015, n. 208. L'articolo 1, comma 381, della legge 190/2014 (legge di stabilità 2015), al fine di razionalizzare il settore della ricerca e della sperimentazione nel settore agroalimentare e di contenere la spesa pubblica, prevede l'incorporazione dell'istituto nazionale di economia agraria (INEA) nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), che assume la denominazione di Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA). Il nuovo ente conserva la natura di ente nazionale di ricerca e sperimentazione, subentrando nei rapporti giuridici attivi e passivi dell'inea, mentre con decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali (MIPAAF) sono individuate le risorse umane strumentali e finanziarie dell'inea trasferite nel Consiglio. Lo statuto del Consiglio è adottato con regolamento del MIPAAF. La norma ha previsto, inoltre, la nomina di un commissario straordinario incaricato, tra l'altro, di predisporre per il CREA lo statuto (di cui all'a.g. 331) nonché un piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (di cui al provvedimento in esame), prevedendo un numero limitato dei centri per la ricerca e la sperimentazione, al fine della riduzione delle articolazioni territoriali in misura pari ad almeno il 50 per cento e della riduzione delle spese correnti in misura pari ad almeno il 10 per cento, rispetto ai livelli precedenti. La relazione tecnica della legge di stabilità per il 2015 (L. n. 190/2014), con riferimento ai commi da 381 a 383, ha ribadito che da tali norme sarebbero dovuti derivare risparmi sulla spesa corrente pari ad almeno il 10 per cento e ha fatto presente che tali risparmi avrebbero potuto essere quantificati a consuntivo in ragione delle misure di attuazione adottate dall'organo Commissariale. Il provvedimento in esame non è corredato di relazione tecnica. Si esaminano di seguito le disposizioni dello schema di DM e le parti del solo Piano di razionalizzazione della rete di ricerca che presentano profili di carattere finanziario. - 3 -
ANALISI DEGLI EFFETTI FINANZIARI ARTICOLO 1 Approvazione dei piani e contenuto del Piano di razionalizzazione della rete di ricerca del CREA La norma dispone l approvazione del piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (piano della ricerca) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) nonché del piano per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca) del medesimo CREA predisposto in attuazione dell'articolo 1, comma 381, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, così come modificato dall'articolo 1. comma 668, lett. a) e b), della legge 28 dicembre 2015, n. 208. Di seguito sono riportati sinteticamente i contenuti della proposta di riorganizzazione e il relativo impatto finanziario contenuti nel Piano per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca). Il piano di riorganizzazione si articola lungo due importanti direttrici: la concentrazione dell attività di ricerca, per strutturare un sistema di Centri di Ricerca che rispondano autonomamente ai fabbisogni di ricerca; la razionalizzazione della ricerca con una organizzazione a matrice con Centri di Ricerca di tipo disciplinare, che si intersecano con Centri di Ricerca interdisciplinari di filiera, con l obiettivo di concentrare le risorse per rispondere a precipui interessi strategici del Paese. Dal punto di vista dell organizzazione funzionale, la nuova struttura di ricerca si concentra su 6 Centri di Ricerca disciplinari e 6 Centri di Ricerca di filiera, cui si aggiunge l Amministrazione centrale. Le strutture dell Ente già operative sul territorio, o altre messe a disposizione da soggetti istituzionali con cui l Ente collabora in modo sistematico consentono di mantenere una presenza in 19 Regioni. Pertanto, l Ente sarà riorganizzato in 40 sedi (ivi compresa l amministrazione centrale di Roma), che, rispetto alle 87 strutture di origine, rappresenta una riduzione numerica superiore al 50% previsto dalla legge. L impatto finanziario della riorganizzazione Come sopra detto, l'articolo 1, comma 381, della legge 190/2014, ha previsto un opera di riorganizzazione dell ente con l obiettivo di una riduzione delle attuali articolazioni territoriali pari ad almeno il 50 per cento, nonché alla riduzione delle spese correnti pari ad almeno il 10 per cento, rispetto ai livelli attuali. - 4 -
Nel piano in esame, l intervento di riorganizzazione della ricerca viene dunque affiancata da un azione di spending review capace di realizzare risparmi rispetto alla situazione di partenza quantificabili in una quota del 10% della spesa corrente. Gli interventi predisposti sono articolati in: 1. riduzione dei costi di funzionamento; 2. razionalizzazione dei costi del personale; 3. ottimizzazione della gestione patrimoniale; 4. ottimizzazione della gestione finanziaria. 1. La riduzione dei costi di funzionamento prevede interventi in tre campi, di seguito esplicitati. 1.a) Concentrazione degli acquisti In particolare, i centri di ricerca passano da 43 a 12, permettendo di accentuare la centralizzazione degli acquisti, senza peraltro diseconomie da coordinamento o da approvvigionamento stante la ridotta eterogeneità dei centri stessi. Il piano stima dunque un risparmio medio del 15% sugli acquisti non centralizzati. Si tratta, quindi, di ricomprendere interventi di spesa in sette ambiti, per un valore complessivo di circa 4,6 milioni di euro, con un risparmio complessivo previsto di 700.000 euro su base annua. 1.b) Riduzione dei centri di costo La riduzione dei centri di costo da 87 a 40 determina, secondo il Piano, l abbattimento degli oneri in proporzione al numero dei centri soppressi o accorpati (dal calcolo sono esclusi i costi di affitto, analizzati nell ambito dell ottimizzazione della gestione immobiliare). Per effetto della predetta riduzione, si avrebbe una contrazione degli oneri di funzionamento di circa 2,3 milioni annui, pari al 28% del totale. 1.c) Recupero di economie di scala Secondo il Piano, nell attuale assetto ciascun centro di spesa ha una scala media di poco meno di 14 ricercatori, contro gli oltre 48 della nuova organizzazione. L incremento della scala di produzione determina una riduzione del costo medio associato ad ogni ricercatore da 14.700 euro a 12.000 euro, con un risparmio complessivo del 18%, pari a poco più di 1,5 milioni di euro. In sintesi, dunque, la riduzione dei costi di funzionamento porta a regime ad un risparmio di circa 4,5 milioni di euro, poco meno del 50% dei costi attualmente sostenuti, al netto degli affitti. 2. La razionalizzazione dei costi del personale concerne la riduzione degli oneri del personale delle figure apicali dei diversi centri di spesa. Con la riduzione di questi ultimi da - 5 -
43 a 12, il costo per i direttori si abbatte verticalmente, con un risparmio stimato di circa 2,9 milioni, come illustrato nella seguente tabella: Costi potenziali di direzione delle attuali strutture CREA numero di centri di ricerca compenso connesso all'incarico di direzione dei centri totale centri numero di unità di ricerca compenso connesso all'incarico di direzione delle unità totale unità totale costo direzione di tutte le strutture di ricerca del Consiglio pre Razionalizzazione 19 104.000 1.976.000 24 95.000 2.280.000 4.256.000 Costi connessi alla direzione delle strutture di ricerca del CREA a seguito dell'attuazione del Piano di razionalizzazione numero di centri di ricerca compenso connesso all'incarico di direzione dei centri totale centri numero sedi dei centri di ricerca diverse dalla sede di direzione compenso connesso all'incarico di direzione delle unità (*) totale unità totale costo direzione di tutte le strutture di ricerca del Consiglio pre Riorganizzazione 12 100.000 1.200.000 28 5.554 155.507 1.355.507 Risparmi conseguibili in relazione alla direzione delle strutture di ricerca del CREA 2.900.493 (*) nel nuovo assetto organizzativo tutti i 12 centri avranno un'unica direzione seppur articolati in più sedi territoriali. Presso ciascuna sede sarà individuato un coordinatore cui sarà riconosciuta un'indennità pari al massimo al 15% dello stipendio tabellare come previsto dall'art. 22 del DPR n. 171/1991. Il valore medio di detta indennità è pari a euro 5.553,82 (pari al 15% su base annua dello stipendio di un Primo ricercatore) 3. L ottimizzazione della gestione patrimoniale si incentra su quattro linee di intervento, di seguito indicate. 3.a) Riduzione degli affitti La misura va conseguita mediante l utilizzo delle strutture di proprietà o l acquisizione di cespiti finanziata con dismissione di beni non strumentali. Secondo il Piano, sono stati, o saranno nel corso del 2016, chiusi 27 contratti di affitto per un risparmio complessivo di quasi 3,3 milioni di euro (risparmio netto di 3 milioni se si tiene conto di spese non eliminabili). A fronte delle locazioni dismesse, le strutture sono state allocate, per quanto riguarda le strutture di ricerca, presso altre sedi di proprietà o enti che hanno offerto ospitalità (Università, CNR, Enti locali), per quanto riguarda l Amministrazione centrale e la sede principale dell ex INEA, presso un immobile in via di acquisizione mediante dismissione di immobili non strumentali. 3.b) Cessione degli immobili non strumentali all attività di ricerca Gli immobili da dismettere riguardano strutture non più idonee alla ricerca, i cui proventi non vengono computati quali risparmi ma destinati ad investimenti, tenendo conto, secondo il Piano, di una logica di territorialità. 3.c) Razionalizzazione dell uso delle aziende sperimentali. Le aziende sperimentali sono oggetto di una perimetrazione dei fabbisogni per la sperimentazione, in un ottica di minimizzazione dei costi. In particolare, si prevede la destinazione delle aziende non strumentali alla promozione di iniziative di spin-off - 6 -
tecnologico, ingresso di giovani imprenditori agricoli, collaborazioni con istituzioni territoriali. Per tali ragioni, il Piano non quantifica in questa fase risparmi associati a tale linea di intervento, né tantomeno essere previsti eventuali introiti. 3.d) Nuove politiche di sfruttamento degli asset immateriali. Il Piano sottolinea l importanza dei maggiori introiti (o minori spese) derivanti dalle politiche di sfruttamento della proprietà intellettuale (che comprende: la ridefinizione dei rapporti con la Fondazione Morando Bolognini che, in virtù di una convenzione preesistente, si occupa della commercializzazione dei diritti di privativa dell Ente; l identificazione di strategie eterogenee nella scelta di brevettazione e acquisizione delle privative; il rafforzamento delle procedure pubbliche per lo sfruttamento dei risultati della ricerca, prevedendo un maggior coordinamento centrale nel supporto alle strutture di ricerca). A tali misure il Piano non ascrive risparmi quantificati. Inoltre, si evidenzia l accesso alla disponibilità di liquidità concessa dal MEF per far fronte alle posizioni debitorie dell ex INEA, valutate al 31 dicembre 2014 in poco meno di 15 milioni di euro, e la rimozione di una esposizione bancaria a tassi di mercato per quasi 3 milioni di euro, sempre detenuta dallo stesso Ente: in questa fase, secondo il Piano, non è possibile identificare i relativi risparmi. In conclusione, il Piano segnala come da un dato storico 2014 di spesa corrente pari a circa 104 milioni di euro, il risparmio già ottenuto e ancora ottenibile nel corso del triennio 2015-17 si aggira (così come previsto dall'articolo 1, comma 381, della legge 190/2014), poco sopra il 10%, visto che si conseguono risparmi totali di 10.411.240, superiori dunque all obiettivo di riduzione di 10.400.000, come evidenziato nella seguente tabella riassuntiva. TOTALE SPENDING REVIEW SPESA CORRENTE 2014 104.000.000 OBIETTIVO RIDUZIONE 10% 10.400.000 RISPARMI TOTALI 10.411.240 - CHIUSURA SEDI 2.309.661 - CENTRALIZZAZIONE ACQUISTI 701.086 - ECONOMIE DI SCALA 1.500.000 - ONERI PERSONALE 2.900.493 - RIDUZIONE AFFITTI 3.000.000-7 -
Al riguardo, si rammenta preliminarmente che il Piano in esame è adottato in attuazione delle previsioni della legge di stabilità per il 2015 1 concernenti la razionalizzazione del settore della ricerca e della sperimentazione nel settore agroalimentare, la cui applicazione avrebbe dovuto comportare una riduzione delle attuali articolazioni territoriali pari ad almeno il 50 per cento e una riduzione delle spese correnti pari ad almeno il 10 per cento, rispetto ai livelli attuali. Alla norma non erano tuttavia ascritti effetti finanziari ai fini dei saldi, in quanto alla quantificazione dei risparmi si sarebbe dovuto procedere a consuntivo. In proposito non si hanno osservazioni da formulare per i profili di quantificazione tenuto conto che i risparmi in questione non sono stati preventivamente scontati ai fini del miglioramento dei saldi di finanza pubblica. Non si entra quindi nel merito della valutazione delle singole voci di risparmio indicate dal Piano di razionalizzazione della rete di ricerca. A scopo meramente indicativo, si osserva che: - circa la concentrazione degli acquisti, sarebbe utile chiarire gli elementi alla base della stima del risparmio medio indicato (valutato nel 15% sugli acquisti non centralizzati); - circa le economie di scala, il Piano estrapola il costo medio per ricercatore, evidenziando che nelle strutture maggiori detto costo medio unitario diminuisce. I relativi risparmi, legati alla concentrazione delle strutture operative, e dunque, al loro aumento dimensionale, sono conseguentemente stimati e sommati ai risparmi derivanti dalle altre misure di riduzione dei costi. Non risulta chiaro se il costo medio per ricercatore sia stato calcolato sulla base dei costi totali antecedenti la razionalizzazione, configurandosi, in tale ipotesi, la possibilità di una parziale sovrapposizione tra le voci di risparmio indicate; - circa la gestione degli immobili, il Piano indica che l Amministrazione centrale e la sede principale dell ex INEA sono da allocare presso un immobile in via di acquisizione mediante dismissione di immobili non strumentali: a proposito di tale operazione, cui il Piano non riconduce espressamente effetti di risparmio o di costo, sarebbe utile acquisire una conferma in merito all assenza di effetti finanziari negativi. 1 Art. 1, commi 381-383, della legge n. 190/2014. - 8 -