Pubblica. Inchiesta. Progett PROGETTO. Protezione contro i fulmini C. 994 30-06-2008 81-10; V... IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO



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N O R M A I T A L I A N A C E I Data Scadenza C. 994 30-06-2008 Data zione 2008- Classificazione 81-10; V... Titolo Protezione contro i fulmi Title n IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO PROGETTO 1 Progett CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Il presente fascicolo contiene modifiche alla Premessa Nazionale delle quattro norme della serie di Norme CEI EN 62305 nonché ad alcuni articoli delle Norme CEI EN 62305-1, CEI EN 62305-2 e CEI EN 62305-3. Norma CEI EN 62305-1, Norma CEI EN 62305-2, Norma CEI EN 62305-3, Norma CEI EN 62305-4: PREMESSA NAZIONALE Sostituire il testo esistente della Premessa Nazionale con il seguente nuovo testo: La serie di Norme CEI EN 62305/1-4 è composta dalle seguenti quattro parti: CEI EN 62305-1 Protezione contro i fulmi. Prcipi generali CEI EN 62305-2 Protezione contro i fulmi. Valutazione del rischio CEI EN 62305-3 Protezione contro i fulmi. Danno materiale alle strutture e pericolo per le persone CEI EN 62305-4 Protezione contro i fulmi. Impianti elettrici trici ed elettronici terni alle strutture La serie di Norme CEI EN 62305/1-4 sostituisce i seguenti documenti normativi: Norma CEI 81-1 Protezioni delle strutture contro i fulmi Norma CEI 81-4 Protezioni delle strutture contro i fulmi. Valutazione del rischio dovuto al fulme Guida CEI 81-8 Guida d applicazione all utilizzo zo di limitatori di sovratensione sugli impianti utilizzatori di bassa tensione. La valutazione del rischio deve essere eseguita per tutte le strutture conformità alla Norma CEI EN 62305-2 e devono essere dividuate le misure di protezione necessarie a ridurre il rischio a valori non superiori a quello ritenuto tollerabile dalla Norma stessa. La presente serie di Norme CEI EN 62305/1-4 contiene alcuni articoli specifici, delle note a fondo paga di terpretazione da parte del Comitato Nazionale italiano ai corrispondenti articoli della Norma Europea. Norma CEI EN 62305-1: Protezione econtro i fulmi Parte 1: Prcipi generali Inserire le seguenti Note del CT italiano: 6.2 Aggiungere la seguente nuova Nota: NOTA 1 La valutazione della convenienza economica delle misure di protezione, anche se facoltativa,è tuttavia consigliata quanto consente la scelta del sistema di protezione contro i fulmi più adatto e conveniente alle esigenze del committente. Essa potrebbe peraltro essere omessa presenza di espressa runcia da parte del committente. 8.3.2 Prima dell ultimo capoverso, aggiungere la seguente nuova Nota: NOTA 1 Per la protezione degli impianti terni (di energia e di segnale) contro le sovratensioni dovute ai fulmi, ai fi del rispetto della regola dell'arte il progettista/stallatore degli impianti deve riferirsi sia alla Norma CEI 64-8, sia alla a Norma CEI 81-10. A tal fe, per dividuare le idonee misure di protezione, è necessario effettuare l'analisi dei rischi secondo la Norma CEI 81-10/2. La necessità di misure di protezione che esulano dai limiti dell'carico ricevuto dal progettista/stallatore degli impianti dovrebbe essere segnalata al committente. 1

Allegato E Tabella E.1 NOTA 1 I valori di Z 1 sono riferiti a corpi metallici esterni o lee di lunghezza superiore a 100 m; per lunghezze feriori i valori di Z 1 sono maggiori e, suoli con alta resistività ( > 500 m), possono anche raddoppiare. NOTA 2 I valori di Z sono riferiti ad un sistema di dispersori conforme alla Norma CEI 81-10/3. Tabella E.2 NOTA 1 I valori di corrente si tendono per conduttore di lea. NOTA 2 I valori di corrente per fulmazione diretta (sorgente di danno S3) delle lee di energia sono riferiti al caso più critico di fulmazione prossimità dell arrivo lea nella struttura e di lee e multipolari (3fasi +neutro). Norma CEI EN 62305-2: Protezione contro i fulmi. Parte 2: Valutazione del rischio 3.1.3 NOTA 1 Per gli scopi della Norma CEI EN 62305 le zone di pericolo di tipo 20 sono assimilabili a quelle di tipo 0. NOTA 2 Ai fi della valutazione del rischio la presenza di zone con pericolo di esplosione di tipo 0 e 20 può essere trascurata quando: sia esclusa la possibilità di fulmazione diretta della zona con pericolo di esplosione e siano impedite dette zone scariche pericolose dovute a frazioni della corrente di fulme o a correnti dotte. Per zone con pericolo di esplosione all terno di contenitori metallici chiusi, queste condizioni ricorrono quando: il contenitore è grado di svolgere le funzioni di organo di captazione e di conduzione delle correnti di fulme, che si possono verificare nella zona LPZ cui è stallato il contenitore, senza dare luogo a sovratemperature sulla superficie terna del contenitore stesso (hot spot) grado di nescare l esplosione; all terno del contenitore non sono presenti impianti terni o sono comunque presenti provvedimenti atti ad evitare scariche pericolose. La presenza di zone con pericolo di esplosione di tipo 0 e 20 può oltre essere trascurata quando il volume effettivo di atmosfera esplosiva V ex non supera i limiti stabiliti dalle Guide CEI 31-35 e 31-56. 3.1.25 NOTA 1 Per una lea di telecomunicazioni il nodo è costituito, nella maggior parte dei casi, dalla centrale di telecomunicazioni. Sono altresì nodi : la cassetta (o la colonna stradale o l armadio di distribuzione), stallata dal gestore del servizio di telecomunicazione ne per la distribuzione a più clienti anche diversi edifici; il Multiplex o le apparecchiature per i servizi a larga banda stallate armadi lungo lea oppure presso l edificio dei clienti. La cassetta di protezione lungo lea all terno della quale sono stallati gli SPD non può essere considerata nodo. 4.1.3.3 NOTA 1 I danni permanenti alle persone possono essere clusi fra le perdite di tipo L1. 2

5.5 Aggiungere, al terme dall articolo, la seguente nuova Nota: NOTA 1 Quando il danno alla struttura si può estendere anche alle strutture circostanti o all ambiente (ad es. a causa di emissioni pericolose chimiche o radioattive) dovrebbero essere comunque adottate misure di protezione con LPL 1 qualunque sia il risultato dell analisi del rischio. 6.4 NOTA 1 Nel caso di più lee con lo stesso percorso, i calcoli dovrebbero essere riferiti alla lea con le peggiori caratteristiche, ad es. lea con i più alti valori di NL ed NI connessa all impianto terno con il più basso valore di UW (lea di segnale vece che di energia, non schermata vece che schermata, di energia BT vece che di energia MT con trasformatore MT/BT). 6.5 Aggiungere, prima dell ultimo capoverso, la seguente nuova Nota: NOTA 1 Nel caso di più lee con lo stesso percorso, i calcoli dovrebbero essere riferiti alla lea con le peggiori caratteristiche, ad es. lea con i più alti valori di NL ed NI connessa all impianto terno i con il più basso valore di UW (lea di segnale vece che di energia, non schermata vece che schermata, di energia BT vece che di energia MT con trasformatore MT/BT). Allegato B Tabella B.1 NOTA 3 Il valore della probabilità PA è trascurabile oltre quando si verifica una delle seguenti condizioni: a) La probabilità che vi sia presenza di persone, e, o la durata della loro presenza all esterno entro 3 m dalla struttura è molto bassa; b) La resistività superficiale del suolo entro 3 m dalla struttura non è feriore a 5 k m; NOTA 4 Le tensioni di contatto si verificano verso parti metalliche, facenti parte della struttura, che possono entrare a far parte del percorso della corrente di fulme. In assenza di tali parti metalliche le tensioni di contatto possono essere trascurate. NOTA 5 L isolamento elettrico delle parti metalliche è una misura di protezione efficace solo contro le tensioni di contatto e solo se le parti stesse sono o connesse e ad un sistema di dispersori conforme alla Norma CEI 81-10/3. NOTA 6 L equipotenzializzazione del suolo è una misura di protezione efficace solo contro le tensioni di passo e solo se realizzata con un sistema di dispersori a maglia conforme alla Norma CEI 81-10/3. Allegato C C.1 Ammontare della la perdita media annua relativa NOTA 1 Le perdite L X devono essere determate per ogni zona cui è stata divisa la struttura. Ove la determazione analitica di L X risultasse certa o difficoltosa, i valori di L X delle zone possono anche essere desunti da quelli medi relativi alla struttura. 3

Tabella C.1 Valori medi tipici di L t,l f e L o Sostituire la Tabella C1 esistente con la seguente Nuova Tabella C.1: Tipo di struttura Tutti i tipi 10-2 Tipo di struttura Ospedali, alberghi, civile abitazione 10-2 Industriale, commerciale, scuole 5 10-3 Pubblico spettacolo, chiese, musei 2 10-3 L t 81-10 L f 81-10 Tipo di struttura L 0 81-10 Rischio di esplosione 10-2 Ospedali 10-4 C.2 Perdita di vite umane NOTA 1 n p è il numero delle persone danneggiate neggiate (vittime) nella zona considerate. n t è il numero totale di persone nella struttura NOTA 2 I valori di L X delle zone possono anche essere desunti da quelli tipici riportati Tabella C.1, moltiplicandoli per il rapporto fra il numero di persone presenti nella zona rispetto al numero totale di persone nella struttura. NOTA 3 I coefficienti di cremento (hh z ) e di riduzione (r f, r p, r a, r u )devono essere ignorati se L X è stato determato con la formula C.1. NOTA 4 Per le strutture cui il danno si può estendere alle strutture o all ambiente circostanti, dovrebbero ogni caso essere adottate misure di protezione con LPL I. C.3 Perdita accettabile cettabile di servizio pubblico Aggiungere, dopo o la legenda alla formula C.6, le seguenti nuove Note: NOTA 1 n p è il numero di utenti non serviti per un danno verificatosi nella zona considerata. n t è il numero totale di utenti serviti dalla struttura NOTA 2 I valori di L X delle zone possono anche essere desunti da quelli tipici riportati Tabella C.6, moltiplicandoli oli per il rapporto fra il numero di utenti serviti dalla zona rispetto al numero totale di utenti serviti dalla struttura. Aggiungere, giungere, fondo all articolo, la seguente nuova Nota: NOTA 3 I coefficienti di riduzione (r f, r p, ) devono essere ignorati se L X è stato determato con la formula C.6. 10s 10-2ta 4

C.4 Perdita di patrimonio culturale sostituibile Aggiungere, dopo la legenda alla formula C.9, le seguenti nuove Note: NOTA 1 c è il valore medio della possibile perdita nella zona considerata. c t è il valore della struttura. NOTA 2 I valori di L X delle zone possono anche essere desunti da quelli tipici medi della struttura, moltiplicandoli per il rapporto fra il valore della zona rispetto al valore totale della struttura. Aggiungere, fondo all articolo, la seguente nuova Nota: NOTA 3 I coefficienti di riduzione (r f, r p, )devono essere ignorati se L X è stato determato con la formula C.9. C.5 Perdita economica Aggiungere, dopo la Tabella C.7, la seguente nuova Nota: NOTA 1 I valori di L X delle zone possono anche essere desunti da quelli tipici ici riportati Tabella C.7, moltiplicandoli per il rapporto fra il valore dalla zona (cluso il suo contenuto, o, le relative attività e conseguenze) rispetto al valore totale(cluso il suo contenuto, le relative attività e conseguenze) enze) della struttura. Aggiungere, fondo all articolo, la seguente nuova Nota NOTA 2 I coefficienti di riduzione (r f, r p, ) devono essere ignorati se L X è stato determato con la formula C.11. Il coefficiente di cremento (h z ) deve essere ignorato ogni caso. Norma CEI EN 62305-3: Protezione contro i fulmi Parte 3: Danno materiale alle strutture e pericolo o per le persone 5.2.5 a) Aggiungere dopo il terzo alea, la seguente nuova Nota: NOTA 1 Quando possono sorgere problemi di accensione o di punto caldo si dovrebbe verificare che la sovratemperatura sulla superficie terna corrispondenza risponde del punto di attacco del canale di fulme non raggiunga valori pericolosi. 5.2.5 Tabella 3 Sostituire la Nota (a) con la seguente nuova Nota: NOTA 1 Lo spessore t evita la perforazione. Il fenomeno di accensione o di punto caldo dipende dalle caratteristiche del materiale teressato; dovrebbe pertanto essere comunque verificato che la sovratemperatura sulla superficie terna non costituisca sca pericolo. 6.3 Aggiungere nella legenda alla formula (4), per il solo riferimento l, la seguente nuova Nota: NOTA 1 La lunghezza l lungo i captatori può essere trascurata nelle strutture con tetto metallico contuo usato come captatore naturale. Si segnalano no le seguenti Errata corrige : a) Si prende atto che, anche nella versione origale della Parte 2 art. 5.5 è menzionato erroneamente roneamente il rischio R 1 relativamente ad un servizio. b) Si prende atto delle seguenti lacune nella traduzione: Parte 2 art. B.5 prima riga leggasi..alle tensioni di contatto per un fulme. Parte 3 art. 4.3 leggasi: La connessione dei ferri verticali deve essere effettuata mediante saldatura, sovrapposizione dei ferri per un mimo di 20 volte il loro diametro ed terconnessi mediante legatura o altro modo sicuro. 5

La presente Norma è stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1 Marzo 1968, n. 186. Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano Stampa proprio Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956 Responsabile: Ing. R. Bacci Comitato Tecnico Elaboratore CT 81 Protezione contro i fulmi Altre norme di possibile teresse sull argomento Pubblic ica PROGETTO Totale Page 7 Sede del Punto di Vendita e Consultazione 20134 Milano Via Saccardo,9 Tel. 02/21006.1 Fax 02/21006.222 http://www.ceiweb.it e-mail cei@ceiweb.it