COME E QUANDO USCIREMO DALLA CRISI ECONOMICA? Opinioni, ricette e aspettative dei cittadini italiani

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COME E QUANDO USCIREMO DALLA CRISI ECONOMICA? Opinioni, ricette e aspettative dei cittadini italiani

UNA SPESA IMPREVISTA DI 100 EURO OGGI COME OGGI, QUANTO PESEREBBE SUL BILANCIO MENSILE DELLA SUA FAMIGLIA UNA SPESA IMPREVISTA DI CENTO EURO? Molto+Abbastanza 60,2% 18,0 42,2 30,6 9,2 Molto Abbastanza Poco Per nulla Residenti Sud e Isole Donne Elementare / Media inf. Diploma superiore 18-34 anni Oltre 54 anni 35-54 anni Residenti Centro Laurea Residenti Nord Uomini Molto+Abbastanza 70,9 68,7 64,6 64,1 62,7 59,6 59,0 58,2 53,0 52,9 50,9 Per sei italiani su dieci (60,2%) una spesa imprevista di 100 euro peserebbe molto o abbastanza sul loro bilancio familiare. Più preoccupati di fronte ad una spesa fuori budget sono i cittadini del Sud (70,9%), le donne (68,7%) e gli under 35 anni (62,7%).

QUANDO È INIZIATA LA CRISI? MI PUÒ INDICARE IN QUALE ANNO HA INIZIATO A FARSI SENTIRE LA CRISI ECONOMICA NELLA SUA VITA E IN QUELLA DEI SUOI FAMILIARI? 26,3 21,2 14,8 12,7 15,8 9,2 Prima del 2008 2008 2009 2010 2011 2012 Quasi la metà degli intervistati (47,5%) ha iniziato a percepire in concreto nella vita quotidiana gli effetti della crisi economica tra il 2010 e il 2011. Il 14,8% del campione era, invece già in una condizione di sofferenza economica prima del 2008.

QUANDO È INIZIATA LA CRISI? MI PUÒ INDICARE IN QUALE ANNO HA INIZIATO A FARSI SENTIRE LA CRISI ECONOMICA NELLA SUA VITA E IN QUELLA DEI SUOI FAMILIARI? Prima del 2008 2008 2009 2010 2011 2012 Totale 14,8 12,7 15,8 26,3 21,2 9,2 Maschio 13,0 13,3 15,9 25,6 22,9 9,3 Femmina 16,4 12,0 15,7 27,0 19,7 9,2 18-34 anni 15,6 9,5 15,6 30,0 20,2 9,1 35-54 anni 12,8 13,7 17,4 26,1 21,3 8,7 Oltre 54 anni 15,9 13,9 14,4 24,0 21,9 9,9 Nord 14,5 11,0 15,9 24,7 23,1 10,8 Centro 12,4 10,4 16,1 29,0 23,8 8,3 Sud 16,4 16,1 15,5 27,0 17,2 7,8 Elementare / Media inf. 23,5 11,0 13,8 27,6 17,2 6,9 Diploma superiore 13,9 13,7 16,5 27,3 20,4 8,2 Laurea 12,4 12,0 15,6 24,9 24,0 11,1 Cattolico praticante 15,2 12,8 15,8 26,9 21,5 7,8 Cattolico non praticante 13,5 10,3 15,1 26,5 23,8 10,8 Altra religione/non credente 22,5 12,2 6,1 26,5 18,4 14,3 A differenza dei cittadini del centro-nord per i quali il biennio terribile è stato quello a cavallo tra il 2010 e il 2011, per quasi un quarto dei residenti al Sud gli effetti della crisi sulla propria vita si sono iniziati a far sentire già prima del 2008. La percezione degli effetti della crisi è diversa anche in relazione al livello di scolarità degli intervistati. I laureati, infatti, hanno iniziato a sentire la crisi più tardi di diplomati e di chi ha un titolo di studio inferiore.

LA CRISI È LA PIÙ GRANDE BENEDIZIONE PERCHÉ PORTA PROGRESSI QUANTO È D ACCORDO CON QUESTA AFFERMAZIONE... 'LA CRISI È LA PIÙ GRANDE BENEDIZIONE PER LE PERSONE E LE NAZIONI, PERCHÉ PORTA PROGRESSI'? Poco+Per nulla 72,4% Oltre 54 anni Poco+Per nulla 78,1 Elementare / Media inf. 76,1 34,3 38,1 Femmina Residenti Centro Residenti Sud e Isole 74,3 73,3 72,8 23,6 Diploma superiore Cattolico praticante 72,7 72,7 Cattolico non praticante 72,4 Residenti Nord 71,7 4,0 Laurea Maschio 70,8 70,2 Molto d'accordo Abbastanza d'accordo Poco d'accordo Per nulla d'accordo 18-34 anni 35-54 anni Altra rel. / Non credente 70,2 68,0 60,9 Il 72,4% degli intervistati non è in sintonia con le parole di Einstein e ritiene che nella situazione economica e sociale attuale ci siano poche possibilità reali di progresso e cambiamento. Leggermente più pessimiste sotto questo aspetto le donne (74,3%) degli uomini (70,2%), chi ha un titolo di studio inferiore (76,1%) rispetto a diplomati (72,7%) e laureati (70,8%) e chi è ateo/agnostico o comunque non cattolico (60,9%).

IL FUTURO? PREOCCUPAZIONE, INSICUREZZA, PESSIMISMO NEL PENSARE AL FUTURO, QUALI SENTIMENTI LE CAPITA DI PROVARE PIÙ DI FREQUENTE? Preoccupazione 27,4 Insicurezza 17,3 Pessimismo Speranza Ansia 11,1 12,4 12,2 Paura 7,8 Fiducia 4,5 Ottimismo Curiosità 3,1 3,0 Entusiasmo Nessuno di questi 0,3 0,9 Preoccupazione (27,4%), insicurezza (17,3%) e pessimismo (12,4%) sono i sentimenti dominanti quando si pensa al futuro.

IL FUTURO? PREOCCUPAZIONE, INSICUREZZA, PESSIMISMO NEL PENSARE AL FUTURO, QUALI SENTIMENTI LE CAPITA DI PROVARE PIÙ DI FREQUENTE? Preoccupazione Insicurezza Pessimismo Speranza Totale 27,4 17,3 12,4 12,2 Uomini 27,6 16,5 12,8 13,9 Donne 27,1 18,2 12,1 10,6 18-34 anni 22,7 19,3 12,4 12,5 35-54 anni 26,6 16,5 13,3 11,1 Oltre 54 anni 31,3 17,0 11,8 13,0 Residenti al Nord 26,5 17,0 12,4 12,2 Residenti al Centro 28,9 19,5 11,5 11,8 Residenti al Sud e Isole 27,6 16,8 12,9 12,5 Elementare / Media inf. 29,1 15,6 15,6 9,2 Diploma superiore 28,4 16,1 12,4 12,7 Laurea 25,1 20,1 11,2 12,7 Cattolico praticante 28,1 17,3 10,3 13,2 Cattolico non praticante 28,1 16,4 15,3 9,8 Altra religione/non credente 27,2 14,1 12,0 10,9 Preoccupazione e insicurezza sono i sentimenti dominanti quando si pensa al futuro in tutti i segmenti di popolazione considerati. Uomini, over 54enni, laureati e cattolici praticanti indicano, però, in terza battuta, seppur di poco, la speranza prima ancora del pessimismo.

DI COSA C È PIÙ BISOGNO OGGI IN ITALIA? SE DOVESSE SINTETIZZARE IN UN UNICA PAROLA DI COSA CI SAREBBE PIÙ BISOGNO OGGI IN ITALIA, QUALE SAREBBE? Equità 24,9 Moralità 22,8 Competenza 18,5 Innovazione 12,7 Ordine Partecipazione Solidarietà 4,2 5,0 5,9 Costruzione Libertà 2,5 3,1 Altro 0,4 Per uscire dalla crisi sociale ed economica del paese, secondo gli italiani non si può non puntare su una maggiore equità (24,9%) e moralità (22,8%) generale da un lato, mentre dall altro occorre far leva sulla competenza (18,5%) delle classi dirigenti e sull innovazione (12,7%).

CHI DEVE PAGARE LA CRISI? CHI DEVE PAGARE LA CRISI? Tutti quanti, senza distinzioni 25,2 I più ricchi 74,8 La richiesta di una maggiore equità sociale emerge anche in relazione all opinione degli italiani su chi deve pagare la crisi. Il 74,8%, del campione, infatti, ritiene che siano i cittadini più facoltosi a dover sopportare il carico maggiore della crisi. Opinione, questa, diffusa in maniera trasversale e con la stessa intensità in tutte i segmenti socio-demografici della popolazione.

CHI CI TOGLIERÀ DALLA CRISI? SECONDO LEI QUALI SONO LE CARATTERISTICHE IMPORTANTI CHE DOVREBBE AVERE LA PERSONA CHE CI TOGLIERÀ DALLA CRISI? Giovane 53,7 Che si occupi prima delle famiglie e poi dei conti dello Stato 75,7 Laureato 49,5 Che tenga conto delle indicazioni delle istituzioni internazionali 56,5 Donna 25,2 Che abbia esperienza di sociale e di volontariato 55,8 Sposato 14,0 Che sia esperto/docente universitario 37,8 Del Sud Italia 12,6 Che decida da solo e rapidamente 34,4 Cattolico praticante 9,9 Che abbia esperienza politica 34,4 Benestante 6,1 Che sia il capo di un partito 6,6 Emerge una voglia di leadership differente e in completa rottura rispetto al passato. Il leader del futuro che porterà l Italia fuori dalla crisi dovrà essere giovane (53,7%), competente e possibilmente laureato (49,5%), che venga dal mondo del sociale del volontariato (55,8%), che sia attento all economia reale delle famiglie prima ancora che alla mera quadratura dei conti pubblici (75,7%), ma sappia anche tener conto delle istanze che vengono dai partner internazionali (56,5%).

USCIRE DALLA CRISI, MA COME? COSA OCCORRE PER CAMBIARE IL NOSTRO PAESE? 35,7 32,5 14,6 17,2 L Italia può essere cambiata attraverso riforme graduali e condivise L unico modo per trasformare l Italia è una rivoluzione L Italia può cambiare solo imponendo riforme impopolari Questo paese non cambierà mai Gli italiani sono divisi a metà tra chi ritiene che non ci sia nulla da fare (17,2%) o che l unico modo per portare un cambiamento nel nostro paese sia una rivoluzione (32,5%) e chi invece pensa che la via da seguire sia quella riformista con interventi graduali e condivisi (35,7%) e/o anche impopolari (14,6%)

USCIRE DALLA CRISI, MA COME? COSA OCCORRE PER CAMBIARE IL NOSTRO PAESE? Riforme graduali e condivise Riforme impopolari L unico modo è una rivoluzione Questo paese non cambierà mai Totale 35,7 14,6 32,5 17,2 Uomini 32,2 20,3 32,6 14,9 Donne 38,8 9,4 32,3 19,5 18-34 anni 24,3 18,3 41,4 16,0 35-54 anni 27,5 15,7 36,7 20,1 Oltre 54 anni 51,5 10,9 22,1 15,5 Residenti al Nord 33,5 14,5 33,0 19,0 Residenti al Centro 36,8 16,1 31,6 15,5 Residenti al Sud e Isole 37,9 13,8 32,2 16,0 Elementare / Media inf. 33,1 13,1 36,6 17,2 Diploma superiore 35,9 13,9 33,9 16,3 Laurea 37,1 15,9 28,4 18,6 Cattolico praticante 40,1 14,8 28,0 17,1 Cattolico non praticante 35,1 8,1 37,8 19,0 Altra religione/non credente 40,8 14,3 26,5 18,4 Giovani e adulti sono i più pessimisti verso una possibilità di riforma e di cambiamento dell Italia, tanto che la maggioranza ritiene che l Italia non cambierà mai o che l unica via di cambiamento sia una rottura radicale. I più orientati verso una via riformista di cambiamento, anche a costo di riforme impopolari, sono, invece, gli uomini, gli over 54enni e i cattolici praticanti.

QUALI SARANNO I SEGNALI DELLA RIPRESA? DAL SUO PUNTO DI VISTA, QUALE SARÀ IL SEGNALE PIÙ EVIDENTE CHE L ITALIA AVRÀ SUPERATO LA CRISI? La diminuzione della disoccupazione 26,3 La ripresa dei consumi 19,8 L abbassamento delle tasse 15,7 L aumento degli stipendi La diminuzione delle famiglie povere 9,7 10,7 L aumento del risparmio Diminuzione dei fatti di corruzione L abbassamento dei prezzi dei prodotti alimentari 5,3 4,6 4,0 L aumento delle esportazioni L aumento del numero di figli La diminuzione degli scioperi e delle manifestazioni Altro 1,4 1,4 1,0 0,1 I segnali più evidenti che l Italia starà uscendo dalla crisi saranno, secondo gli intervistati, l aumento dei posti di lavoro (26,3%) e la conseguente ripresa dei consumi (19,8%). Opinione questa condivisa in maniera trasversale da tutta le fasce di popolazione intervistate.

QUANDO FINIRÀ LA CRISI ECONOMICA? GUARDANDO AL FUTURO, SECONDO LEI QUANDO FINIRÀ QUESTA CRISI ECONOMICA? 43,4 37,7 6,8 10,9 1,1 Tra qualche mese Tra 1 anno Tra 2-3 anni Non prima di 4-10 anni Non finirà mai Gli italiani sono moderatamente ottimisti sui tempi di uscita dalla crisi del nostro paese. La maggioranza (51,3%) intravede la fine del tunnel entro i prossimi 3 anni. Il 37,7% ritiene, invece, che i tempi siano più dilatati e che sì, si uscirà dalla crisi ma non prima di 4-10 anni. In ogni caso, solo il 10,9% è scoraggiato al punto da ritenere che l attuale situazione sia senza ritorno.

QUANDO FINIRÀ LA CRISI ECONOMICA? GUARDANDO AL FUTURO, SECONDO LEI QUANDO FINIRÀ QUESTA CRISI ECONOMICA? Entro i prossimi 3 anni Non prima di 4-10 anni Non finirà mai Totale 51,3 37,7 10,9 Uomini 57,7 35,5 6,8 Donne 45,1 40,0 14,9 18-34 anni 54,3 31,8 13,9 35-54 anni 51,5 36,8 11,7 Oltre 54 anni 49,2 42,6 8,2 Residenti al Nord 56,3 34,6 9,1 Residenti al Centro 49,5 42,4 8,1 Residenti al Sud e Isole 45,8 39,3 14,9 Elementare / Media inf. 44,6 38,0 17,4 Diploma superiore 53,3 35,7 11,0 Laurea 51,5 40,1 8,4 Cattolico praticante 52,3 35,5 12,2 Cattolico non praticante 49,4 40,8 9,8 Altra religione/non credente 57,1 38,1 4,8 A pensare che la crisi terminerà entro i prossimi 3 anni sono per lo più gli uomini (57,7%), gli under 35enni (54,3%) e i residenti al Nord (56,3%). Più pessimiste le donne, i residenti al Sud e chi ha un livello di scolarizzazione medio-basso.

L ITALIA FUORI DALLA CRISI: MEGLIO O PEGGIO DI PRIMA? COME USCIRA L ITALIA DALLA CRISI? Meglio di prima Meglio di prima 29,3 Peggio di prima 40,2 Altra rel. / Non credente Maschio Residenti Sud e Isole Oltre 54 anni 44,9 34,5 33,0 32,0 Diploma superiore 31,0 18-34 anni 29,3 Laurea 29,3 Cattolico praticante 28,9 Residenti Nord 28,0 35-54 anni 26,6 Residenti Centro 25,9 Uguale a prima 30,5 Cattolico non praticante Femmina Elementare / Media inf. 25,4 24,7 23,4 Il 40,2% degli italiani pensa che l Italia uscirà dalla crisi in condizioni peggiori di prima. Per il 30,5%, invece, l Italia si riprenderà come prima della crisi. Quasi un terzo degli italiani, però, vede un futuro migliore quando la crisi sarà passata. Si tratta soprattutto di uomini (34,5%), di persone oltre i 54 anni (32%) e residenti nel Sud (33%).

PIÙ RICCHI O PIÙ POVERI FRA 10 ANNI? PER CONCLUDERE, COME SI VEDE FRA 10 ANNI? Più ricco 19,1 Come ora 36,2 Più povero 44,7 Proiettandosi nel futuro, il 44,7% degli intervistati crede che fra 10 anni sarà più povero di oggi a fronte del 19,1% che invece confida su un miglioramento della propria condizione. Emerge una forte divaricazione tra giovani e laureati da un lato - che in misura maggiore si mostrano più ottimisti verso il futuro - e anziani e persone con titolo di studio non elevato dall altro tra i quali regna in misura maggiore scoramento e sfiducia. 18-34 anni Laurea Maschio Residenti Sud e Isole Altra rel. / Non credente 35-54 anni Residenti Nord Diploma superiore Cattolico praticante Femmina Residenti Centro Cattolico non praticante Elementare / Media inf. Oltre 54 anni Più ricco Più povero 34,9 35,7 22,3 42,3 23,8 44,3 21,9 44,4 17,0 40,4 18,7 43,1 18,7 43,9 18,5 45,3 16,7 44,7 14,7 45,0 15,3 47,0 14,5 48,0 13,6 48,6 9,1 52,1

NOTA METODOLOGICA INDAGINE REALIZZATA DA IPR MARKETING IN COLLABORAZIONE CON IREF-ACLI DOCUMENTO INFORMATIVO COMPLETO (In ottemperanza al regolamento dell Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni in materia di pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa: delibera 153/02/CSP, allegato A, art. 3, pubblicato su G.U. dell 8.8.2002, e 237/03/CSP, su GU 285 del 9 dicembre 2003) Autore Committente Tipo di rilevazione Oggetto del sondaggio Universo di riferimento Campione Metodologia di raccolta delle informazioni IPR Marketing ACLI Sondaggio di opinione Opinioni, ricette e aspettative dei cittadini italiani sulla crisi economica Popolazione italiana maggiorenne residente (Fonte: Istat 2011) Panel Omnibus Campionamento stratificato di tipo proporzionale per sesso, classi di età, ripartizione geografica e classi di ampiezza demografica del comune di residenza Panel telematico con l ausilio del sistema informatico Tempo Reale (Mobile Assisted Web Interview) con questionario strutturato Numerosità campionaria Totale contatti: 1032 Interviste: 995 (96,4%) Non reperibili: 37 (3,6%) Rappresentatività dei risultati Elaborazione SPSS 19.0 Periodo di rilevazione Dal 22 aprile al 25 aprile 2012 Il margine di errore relativo ai risultati del sondaggio sul totale dei casi, al livello di significatività del 95%, è compreso fra +/- 3,2 %