La finanza regionale

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La finanza regionale 1. Il sistema di finanziamento delle Regioni, in particolar modo quello delle Regioni a Statuto ordinario, ha subito nell ultimo decennio notevoli mutamenti, che hanno comportato la progressiva riduzione dei trasferimenti statali, sostituiti da nuove entrate tributarie proprie, addizionali e compartecipazioni a tributi erariali. 2. In attesa dell attuazione del dettato del nuovo Titolo V della Costituzione (L. Cost. 3/2001), la transizione verso il federalismo fiscale non può tuttavia definirsi del tutto completata. Infatti, ancor oggi vengono da più parti osservati i limiti e le inefficienze dell attuale sistema di finanziamento. In particolar modo, le maggiori criticità sono associate ai meccanismi di redistribuzione interregionale delle risorse, che risultano in larga parte ancorati saldamente al principio della spesa storica e, pertanto, non sono correlati alla perequazione della capacità fiscale, che l articolo 119 della Costituzione ha individuato come strumento per assicurare l equilibrio tra autonomia e solidarietà. 3. In tale contesto, l analisi dei dati desunti dai bilanci di previsione regionali per l anno 2006 è utile a comprendere le differenze nella composizione e nella distribuzione territoriale delle entrate e delle spese delle Regioni. La composizione delle entrate regionali 4. La maggior parte delle entrate regionali è costituita da entrate tributarie (grafico 2.1): esse costituiscono, per il complesso delle Regioni, il 70,8%, di cui il 30,5% sono tributi propri, mentre il 40,3% compartecipazioni a tributi erariali. Altre categorie di entrata derivano da trasferimenti di parte corrente (6,4%), da trasferimenti di parte capitale (7,5%), da entrate patrimoniali (2,5%) e da accensione di mutui (12,7%). Grafico 2.1 - La composizione delle entrate regionali (anno 2006) Accensione di mutui 13% Entrate patrimoniali 3% Tributi propri 30% Trasf. per investimenti 8% Trasferimenti correnti 6% Compartecipazione al gettito di tributi erariali 40% Fonte: elaborazioni Regione - Direzione Risorse Finanziarie su dati CNR Le differenze di entrata Nord-Sud e Regioni speciali-ordinarie

5. La composizione delle entrate varia da Regione a Regione, ma le contrapposizioni più forti emergono dal confronto tra i valori delle Regioni del Nord e delle Regioni del Sud (quelle del centro presentano valori mediani) e tra le Regioni a statuto speciale () e quelle a statuto ordinario () (tabella 2.1.2 nella Parte III). 6. La differenza maggiore tra Regioni ordinarie e speciali si nota nella composizione delle entrate tributarie, che per le Regioni a statuto speciale è fortemente sbilanciata verso le compartecipazioni a tributi erariali (55,9% delle entrate), mentre è ridotta la quota dei tributi propri (12,7%). Le Regioni ordinarie invece presentano, in media, un migliore bilanciamento tra le due forme di entrata (rispettivamente 30,5% e 40,3%). 7. Se osserviamo la composizione delle entrate tributarie all interno del gruppo Regioni ordinarie, notiamo grandi differenze tra le Regioni del Nord e quelle del Sud: le prime vedono prevalere i tributi propri (42,9%) sulle compartecipazioni (30,4%); per le seconde prevalgono le compartecipazioni, che rappresentano il 48,6% delle entrate, contro il 23,5% dei tributi propri. Questo è dovuto alla funzione perequativa svolta dalla compartecipazione al gettito IVA: essa infatti non viene riversata alle Regioni secondo quanto riscosso nei rispettivi territori, ma subisce un processo di rettifica perequativa attraverso il quale le regioni più ricche cedono gettito IVA a quelle meno ricche a titolo di solidarietà, attraverso l intermediazione del fondo perequativo nazionale. La posizione relativa di entrata del 8. Le differenze tra i citati gruppi di Regioni si riflettono anche nei valori delle entrate pro capite (Grafico 2.2). Al riguardo la posizione del è analoga a quella delle Regioni ordinarie del Nord: valori elevati dei tributi propri per abitante ( 936 euro, media italiana 817 euro), valori più bassi riguardo alle compartecipazioni al gettito dei tributi erariali ( 721 euro, media italiana 1.080 euro), per via della funzione perequativa dell IVA, e riguardo ai trasferimenti ( 203 euro, media italiana 374 euro). 9. L effetto perequativo dell attuale sistema di finanziamento regionale provoca quindi forti conseguenze sulle dotazioni di risorse complessive delle Regioni. In particolare i valori pro capite delle entrate finali (entrate al netto di indebitamento e partite di giro) di e sono i più bassi nella graduatoria delle Regioni: 1.884 euro, 1.767 euro. La media delle Regioni italiane è invece pari a 2.338 euro pro capite, ma è ancora più elevata quella delle Regioni a statuto speciale (4.030 euro pro capite). L autonomia di entrata 10. Le differenze interregionali nella composizione qualitativa e quantitativa delle entrate trovano sintesi negli indici di autonomia tributaria (calcolata come rapporto tra tributi propri ed il complesso delle entrate correnti 1 ) e finanziaria (calcolata come rapporto tra entrate tributarie, proprie e compartecipate, ed il complesso delle entrate correnti). 11. Come vediamo dal Grafico 2.3, l autonomia tributaria del presenta valori elevati nella graduatoria regionale. Da sottolineare inoltre come le Regioni a Statuto speciale si posizionino agli ultimi posti, poiché, sul complesso delle loro risorse, le compartecipazioni a tributi erariali (escluse dal numeratore dell indice di autonomia tributaria) incidono in modo preponderante. Se osserviamo infatti il grado di autonomia finanziaria (Grafico 2.4), notiamo che le differenze tra Regioni si riducono e che Regioni speciali come e le Province autonome di Trento e Bolzano si trovano in posizioni elevate nella graduatoria. Al contrario il si colloca all incirca in posizione mediana. La composizione delle spese regionali 1 Le entrate correnti, nel calcolo dell autonomia tributaria e finanziaria, per motivi di disponibilità di dati escludono le entrate extra-tributarie. Tuttavia, l'incidenza di tale categoria di entrata sul complesso delle risorse regionali è molto ridotta e quindi non viene inficiata la significatività dell indicatore.

12. La maggior parte delle risorse complessive delle Regioni è finalizzata alle spese per i servizi alla persona (72%), e in particolare al finanziamento della sanità (63%). Le spese per il territorio occupano il 14%, mentre percentuali simili presentano le spese per attività istituzionali e per lo sviluppo economico (entrambe il 7%). (Grafico 2.5). 13. Tra le Regioni ordinarie vi è una sensibile differenza di composizione della spesa tra le Regioni del Nord e quelle del Sud: nelle prime la spesa per i servizi alla persona è più rilevante che nelle seconde; in queste ultime invece le spese per lo sviluppo economico e per il territorio hanno maggior peso che nelle prime. Grafico 2.5 - La composizione delle spese regionali (anno 2006) Territorio 14% Attività istituzionali 7% Sviluppo economico 7% Servizi alla persona 72% Fonte: elaborazioni Regione - Direzione Risorse Finanziarie su dati CNR Le differenze di spesa Nord-Sud e Regioni speciali-ordinarie 14. La dotazione complessiva di risorse regionali implica le medesime differenze anche sul lato della spesa (Grafico 2.6). Osserviamo quindi che le Regioni del Sud effettuano in media una spesa per abitante maggiore di quelle del Nord, e le Regioni a statuto speciale hanno maggiore intervento di spesa rispetto a quelle a statuto ordinario. 15. Tuttavia, se riguardo alle differenze di spesa tra Regioni ordinarie del Nord e del Sud le motivazioni sono di carattere perequativo, le differenze tra Regioni statuto ordinario e quelle a statuto speciale sono dovute anche a maggiori funzioni attribuite a queste ultime. Osserviamo che le Regioni speciali presentano spese pro capite maggiori in tutti i settori di spesa, tuttavia in alcuni di essi le differenze sono particolarmente elevate, in particolare: amministrazione generale (584 euro, 102 ), istruzione e diritto allo studio (198 euro, 40 euro ), formazione professionale (163 euro, 60 euro ), assistenza sociale (188 euro, 66 euro ). Per una disamina approfondita di questi aspetti si rimanda al seguente paragrafo di approfondimento. La posizione relativa di spesa del 16. Riguardo alla spesa per l amministrazione generale bisogna fare una puntualizzazione sulla posizione del, che, tra le Regioni, è quella che spende meno in tale funzione (63 euro pro capite, contro 175 euro della media italiana). Questo rappresenta un indicatore oggettivo dell elevata efficienza amministrativa della Regione.

Grafico 2.2 - Entrate regionali - anno 2006 - valori pro capite (euro) Tributi propri Tributi compartecipati 1.106 1.534 5.899 5.870 1.103 5.532 1.090 3.015 P.A. Bo lzano 1.017 2.428 945 2.000 936 1.600 899 1.360 897 1.235 864 1.208 817 1.087 793 1.080 781 1.079 722 1.073 701 1.026 642 1.020 574 974 553 898 531 837 520 814 502 801 499 721 486 653 401 572 Trasferimenti Entrate finali 1.142 930 904 858 2.121 2.662 4.809 4.050 4.030 7.199 7.914 10.407 831 829 601 594 384 3.244 3.105 2.733 2.691 2.338 374 364 346 340 2.290 2.252 2.247 2.061 287 2.033 212 211 207 203 2.033 1.979 1.974 1.971 150 1.922 Piemo nte 140 105 73 1.917 1.884 1.767 Fonte: elaborazioni Regione - Direzione Risorse Finanziarie su dati CNR Stanziamenti di competenza 2006

Grafico 2.6 - Spese regionali - anno 2006 - valori pro capite (euro) Attività istituzionali Servizi alla persona 2.296 2.919 3.595 3.576 1.495 3.304 584 2.234 432 2.110 300 2.082 299 2.053 295 2.046 207 1.994 193 1.984 175 1.983 164 1.965 154 1.872 127 1.867 111 1.774 105 1.769 105 1.714 102 1.705 92 1.696 82 1.692 78 1.549 75 1.486 66 1.485 63 1.458 Sviluppo economico Territorio 1.497 2.343 506 489 777 705 680 1.314 1.105 1.037 941 806 386 372 270 230 215 494 480 465 463 363 190 177 167 131 361 353 348 333 119 331 108 104 101 82 326 300 245 231 79 222 74 60 28 200 144 142 Fonte: elaborazioni Regione - Direzione Risorse Finanziarie su dati CNR Esclusi gli oneri non attribuibili. Stanziamenti di competenza 2006.