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Transcript:

Alessandra Sannella, INMP Tradizione donna. Dalle istituzioni al territorio e viceversa: il dialogo possibile

La ricerca-azione: Incidenza, significati e percezioni delle Mutilazioni Genitali Femminili: dalla ricerca-azione a modelli di intervento. L indagine socio-sanitaria è stata realizzata nelle regioni: Siciliana, Puglia, Lazio, Toscana, Piemonte e ha interessato capillarmente le principali realtà medico-sanitarie, servizi e associazioni impegnati nell assistenza e supporto alle comunità a rischio di MGF. La ricerca ha avuto la durata di un anno Obiettivo: Favorire una maggiore conoscenza del fenomeno delle MGF, della loro incidenza, percezione e significato culturale sia tra le comunità che ne sono artefici e vittime che tra le istituzioni e strutture preposte alla loro prevenzione e rimozione, al fine di delineare efficaci proposte di networking, capacity building, formazione e comunicazione per la loro

Obiettivi specifici Approfondire il livello di conoscenza che gli operatori sanitari e sociali hanno del fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, della loro diffusione in Italia e dei rischi sanitari che possono determinarsi nella popolazione femminile proveniente da paesi in cui tali pratiche sono sorte Valutare l esperienza, le risorse e le risposte attuali sul campo che gli operatori e le istituzioni locali hanno fornito in merito alle MGF in termini di strategie di ricerca, di formazione e di intervento preventivo e clinico in relazione alla Legge n. 7/2006, per rafforzarne le strategie d impatto Indagare il sistema di atteggiamenti, di opinioni, di significati e percezioni rispetto alle MGF utilizzati dalla popolazione di sesso maschile e femminile all interno delle diverse comunità a rischio di MGF

Obiettivi Specifici 2 Raccogliere i dati relativi all incidenza del fenomeno delle MGF sul territorio in correlazione con la situazione socio-economica delle donne e delle famiglie provenienti dai paesi a rischio Coinvolgere i capi religiosi e leader delle comunità di Somalia, Etiopia, Eritrea, Sudan, Mali, Egitto, Senegal, Nigeria, Costa d Avorio, Yemen e dei Paesi Arabi, al fine di confrontarsi e discutere insieme sulle migliori modalità di intervento e sugli strumenti più idonei da utilizzare durante la ricerca-intervento nelle diverse comunità Elaborare i dati al fine di identificare le variabili che portano la popolazione maschile ad avere un comportamento marginale di silenzio-assenzo o richiesta nei confronti delle MGF e capire in che misura l informazione posseduta su questo argomento sia correlata allo status e al ruolo dell individuo, all integrazione con la popolazione ospitante, all approvazione e all esclusione di tali pratiche mutilatorie Utilizzare i dati raccolti della ricerca intervento per sviluppare un analisi dei bisogni al fine di progettare modelli formativi e di comunicazione ad hoc per promuovere un cambiamento nelle abitudini culturali relative alle MGF all interno delle comunità esplorate

Metodologia Il progetto di ricerca-azione, si è avvalso di un approccio di analisi qualiquantitativa. 1) E stato somministrato un questionario strutturato a domande chiuse a 2500 operatori socio-sanitari (500 mediatori interculturali) individuati in settori di incontro con persone a rischio MGF nelle strutture medico-ospedaliere del reparto Ostetricia e Ginecologia e Dermatologia, ambulatori e servizi medicina dell immigrazione, ecc 2) Sono state svolte interviste in profondità, tranche de vie, a testimoni privilegiati, ovvero, a leader comunitari, mediatori culturali, donne e uomini, pazienti con MGF. Sono stati svolti 10 focus group tra le città di Torino, Firenze, Roma, Palermo, Agrigento, Messina, Foggia e Bari per circa 100 donne e uomini stranieri originari di paesi a forte rischio MGF e italiani con il fine di stimolare il dibattito pubblico. Gli incontri sono stati coadiuvati dalle strutture partner e dal Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione e la Cura delle MGF, Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Osp. Careggi, Firenze, con l aiuto di mediatori interculturali e il coinvolgimento dei vari capi religiosi e dei leader delle comunità (Somalia, Etiopia, Eritrea, Sudan, Mali, Egitto, Senegal, Nigeria, Costa d Avorio, Yemen e dei Paesi arabi).

Il campione Maschio 16% Maschio Femmina Femmina 84% Il campione sondato è composto da un totale di 1.421 rispondenti, di cui 313 mediatori culturali (e professionalità affini) e 1.108 operatori sanitari, composto in maggioranza da donne (più del 70% degli intervistati in entrambi i campioni). Il tipo di struttura in cui si lavora è prevalentemente pubblica per i sanitari (87%), mentre un più elevato numero di mediatori lavora in strutture private o del privato sociale (in totale circa la metà del campione). I mediatori operano nell ambito sociale nel 58% dei casi, nell ambito scolastico nel 12% dei casi e nel 30% dei casi nell ambito sanitario. Per quanto riguarda i sanitari, i ruoli professionali predominanti sono quelli di infermiere, ginecologo/andrologo e medico ostetrico, che in totale costituiscono più della metà del campione. Il 37% degli operatori sanitari proviene da un reparto ospedaliero, l 8% l da consultori familiari e solo il 4% opera in un pronto- soccorso.

La pratica delle MGF rappresenta una conoscenza consolidata per l 82% l dei mediatori culturali (il 38% conosce bene il fenomeno e un altro 46% dichiara di averne qualche conoscenza) e per il 90% degli operatori sanitari contattati (il 27% conosce bene il fenomeno e un altro 62% dichiara di averne qualche conoscenza). Circa il 34% dei mediatori culturali ed il 33% degli operatori sanitari dichiarano di conoscere le recenti disposizioni di legge sulle MGF. Di questi ultimi solo il 53% è a conoscenza delle linee guida emanate dal Ministero della Salute. L indagine evidenzia, in generale, un basso livello d informazione d sul sistema normativo, anche sui più recenti dispositivi di legge, diffuso indipendentemente dalle variabili socio- anagrafiche e del contesto lavorativo.

Si tratta per lo più di mediatori con elevata anzianità di servizio e ampia esperienza sul campo, principalmente impiegati nel servizio sanitario (19% rispetto all 8% dei colleghi dei servizi sociali) e, più in generale nelle strutture pubbliche (16% rispetto al 10% dei colleghi che afferiscono a strutture private). Fra gli operatori sanitari, questa percentuale sale al 24%. Hanno avuto più probabilità di assistere donne o bambine con MGF gli operatori che prestano servizio nei consultori familiari e nei reparti ospedalieri, con percentuali che superano il 40% dei casi. Più del 60% dei mediatori e quasi il 30% dei sanitari associa la pratica delle MGF ai gruppi sociali meno abbienti e/o poco istruiti. iti. Circa la metà del campione, tuttavia, vede le MGF come garanzia di purezza e pulizia nelle società dove esse vengono praticate. La grande maggioranza degli intervistati ritengono che le MGF vengano no praticate su bambine, mentre quasi la metà del campione crede che le MGF siano una pratica tradizionale della religione musulmana. In moltissimi affermano che le MGF sono diffuse principalmente nei paesi dell Africa sub-sahariana. sahariana.

MGF rito o reato? Molti sembrano i problemi che emergono nella relazione fra gli operatori e le donne/bambine con MGF: si tratta principalmente di d difficoltà di comprensione, che emergono in base a motivi linguistici, culturali e di limitata esperienza professionale. Fra i mediatori culturali, solo il 32% dei rispondenti dichiara di non aver avuto alcuna difficoltà di relazione. Nei rimanenti casi, grande importanza hanno avuto le limitate esperienze personali nel trattamento di problematiche quali le MGF (nel 26% dei casi), le difficoltà di comprensione per motivi linguistici e/o culturali (in un altro 26% dei casi) e, infine, l emergere l di situazioni di conflitto con la donna/bambina o con i suoi familiari. Fra gli operatori sanitari, la situazione sembra ancora più critica, con solo il 3% di intervistati che dichiara di non aver incontrato difficoltd ifficoltà di comprensione: i motivi linguistici appaiono qui come particolarmente significativi (49%) mentre si riducono le problematiche inerenti le poche esperienze personali in materia o lo svilupparsi di un contesto conflittuale col paziente o con suoi familiari.

I Laboratori della mediazione Gruppi target - 200 Mediatori interculturali - Personale socio- sanitario - Leader di comunità

Obiettivo Formare mediatori interculturali specializzati Migliorare e Sviluppare la formazione e l aggiornamento dei mediatori interculturali al fine di far acquisire le necessarie informazioni sulle MGF, sulla loro incidenza, sulle percezioni e significati culturali, sulle più recenti normative di tutela contro ogni forma di violenza a contrasto delle MGF. Finalità Modello integrato per un approccio funzionale, rivolto alla comunicazione e alla relazione interculturale, alla promozione della salute e all integrazione dei popoli. Creazione di modelli finalizzati alla promozione dei diritti umani. Sviluppo di reti di relazione Metodologia Laboratori della mediazione: Moduli didattici composti da équipe transculturali (medici, operatori sanitari, sociologi, antropologi, group leader delle comunità migranti e leader religiosi.

Obiettivi Specifici del Laboratorio 1 Partecipazione attiva dei mediatori e utilizzo del gruppo come risorsa per l'apprendimento. Approfondimento sulle MGF della loro diffusione in Italia, dei rischi sanitari che possono determinarsi nella popolazione femminile proveniente da paesi in cui tali pratiche sono sorte Utilizzazione di tecniche e strumenti: simulazioni, role - play, lavoro di gruppo, esercizi. Cura dell'aspetto emotivo, socio - relazionale (senza per questo entrare in campo psicoterapeutico) e al contempo quello cognitivo. Valorizzare l'esperienza e il punto di vista dei partecipanti, senza dimenticare il confronto con modelli teorici cui fa riferimento la cultura

Obiettivi Specifici del Laboratorio 2 Attivare strategie di ricerca, di formazione e di intervento preventivo e clinico in relazione al più recente ordinamento nazionale (Legge n. 7/2006), per rafforzarne le strategie di impatto Utilizzare un intervento per sviluppare un analisi dei bisogni al fine di progettare modelli formativi e di comunicazione ad hoc per promuovere un cambiamento nelle abitudini culturali relative alle MGF all interno delle comunità esplorate Creazione di un sito WEB e di una virtual community per la socializzazione delle esperienze e delle normative vigenti sul piano nazionale e internazionale a contrasto delle MGF. Creazione post-formazione di un Registro dei mediatori specializzati sulle MGF

Struttura dei Laboratori COMPETENZE DI BASE Competenze Legali e di divulgazione della legge 7/06 (6h) COMPETENZE TRASVERSALI (attività impattate dal progetto) Strumenti di tutela alle donne e ai minori (5h) Antropologia culturale (5h) COMPETENZE SPECIALISTICHE Strategie di comunicazione ai nuclei familiari (6h) Comunicazione interculturale sulle MGF (10h)

Gli esperti sulle MGF. L effetto cascade Contrastano ed eradicano le MGF in bambine a rischio attraverso l informazionel Coinvolgono gli uomini nella conoscenza della pratica Coinvolgono i leader religiosi Migliorano la vita sessuale della coppia Rendono consapevoli cittadini operatori sanitari utenti stranieri Hanno sviluppato le competenze orientate alla cooperazione con forme f di razionalità provenienti da diversi modelli epistemologici di tradizione e curac Ascoltano la tradizione, le narrazioni e il dialogo tra mondi diversi (quello biomedico e quello dei vissuti della malattia) come risorsa operativa Posseggono le best practice utili all assistenza assistenza e alla prevenzione (Cambiamento) dei percorsi di cura dei pazienti Hanno acquisito un Innovativo rapporto medico/paziente/famiglia/mediatori/associazioni alla base del miglioramento continuo della qualità Conoscono e sono in grado di utilizzare la legge 7/2006 che genera nuove identità cognitive all interno di contesti culturali diversi da quelli orientati alla progettazione p di un futuro volto alla prevenzione.

Azioni da intraprendere Divulgare la normativa nazionale e internazionale Formare il personale sanitario (dal p.d.v. sanitario, psicologico, soddisfazione sessuale), ma anche gli educatori scolastici e i leader di comunità Promuovere iniziative di sensibilizzazione durante i riti di passaggio dedicati alle donne Promuovere il rispetto dei diritti umani

Concludendo - Avere come obiettivo comune il contrasto e l eradicazione - Facilitare il dialogo e il rispetto tra le culture - Formare ad un metodo di confronto,, che non escluda il conflitto ed il mantenimento delle diversità

Grazie per la collaborazione a: Micaela Basagni, Alessandro Gattai, Fabiola Brignone, Klodiana Cuka, Eloise Longo, Mara Longo, alla preziosa collaborazione dei mediatori interculturali, al Centro di Riferimento Regionale per la Prevenzione e la Cura delle MGF, Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia, Osp. Careggi, Firenze, e a tutte le strutture sanitarie che hanno collaborato per la buona riuscita della ricerca e per il

Grazie per la collaborazione a tutti voi