L esperienza Isfol nel progetto di inserimento lavorativo degli utenti con disturbo psichico Pro.P. Amedeo Spagnolo

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1 L esperienza Isfol nel progetto di inserimento lavorativo degli utenti con disturbo psichico Pro.P Amedeo Spagnolo

2 IL PROGRAMMA PRO.P Il Programma per il sostegno e lo sviluppo dei percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo dei soggetti con disturbo psichico (ProP), sostenuto e finanziato dal Ministero del Lavoro, D.G. PSL e D.G. IPS, è stato realizzato dall ISFOL in collaborazione con 11 regioni: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto. I 2

3 IL PROGRAMMA PRO.P Il Programma - attraverso l elaborazione di ricerche, di percorsi formativi sperimentali, di linee guida regionali e di manuali per operatori e funzionari - intende contribuire all adozione e alla messa a sistema di metodologie e di strumenti innovativi per i servizi pubblici destinati ai pazienti psichiatrici, mediante lo studio delle diverse variabili che influenzano i loro percorsi di inserimento. Il Programma si è sviluppato nelle undici regioni in modo diversificato, a seconda delle esigenze territoriali. I 3

4 LA METODOLOGIA DI INTERVENTO DEL PROGRAMMA PRO.P La metodologia adottata per l impostazione e la realizzazione del Programma Pro.P. si basa su un approccio di tipo partecipativo. Questa scelta è basata sulla constatazione di due specifiche evidenze: 1. l eterogeneità di attori coinvolti nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa delle persone con disturbo psichico; 2. la molteplicità di prospettive e la complessità delle problematiche connesse a tali percorsi. 4

5 LA METODOLOGIA DI INTERVENTO DEL PROGRAMMA PRO.P Questo insieme di caratteristiche richiede la più ampia partecipazione al disegno progettuale del percorso, delle iniziative e degli strumenti. Il Programma, pertanto, è il risultato di Tavoli di progettazione partecipata che hanno visto il coinvolgimento di referenti pubblici, privati e del privato sociale dei sistemi sanitario, sociale, della formazione e del lavoro. L adozione di una metodologia partecipata ha costituito uno dei principali elementi di successo delle azioni realizzate. 5

6 IL PERCORSO METODOLOGICO Incontro Interassessorile Lavoro Salute Pol. Sociali Formazione Sensibilizzazione territoriale Progettazione partecipata Gruppi di lavoro Incontro di restituzione Definizione linee prioritarie regionali Condivisione con il territorio e prima individuazione attori da coinvolgere Definizione Progetto Operativo Realizzazione attività previste nel Progetto Operativo Restituzione al territorio 1/2 incontri 1 incontro 2/3 incontri Più incontri 1 incontro 6

7 Situazioni territoriali prevalenti Realtà trovate nel territorio: Difficile comunicazione tra Assessorati regionali Mancanza di collegamento tra servizi di diagnosi/cura e di inserimento lavorativo Mancato collegamento tra attività regionali e provinciali Non coinvolgimento attivo delle Aziende Mancata sensibilizzazione 7

8 LE ATTIVITÀ DEL PROGRAMMA PRO.P a) Gruppi di Lavoro Linee Guida - creazione e rafforzamento di reti interistituzionali tra i diversi attori del territorio b) Gruppi di Lavoro Percorsi e Buone prassi - cooperazione sociale e percorsi di inserimento lavorativo c) Gr. di Lavoro Competenze e Sperimentazioni formative - competenze e formazione degli operatori dei servizi territoriali d) Ricerche su Aziende profit e Tavolo nazionale con le Associazioni datoriali - ricerche su inserimento nel mondo del lavoro e mantenimento dell occupazione delle persone con disturbo psichico e) Indagini sull attività e ruolo Centri diurni per la salute mentale f) Attività volte alla prevenzione del disagio psichico 8

9 NUOVE ATTIVITÀ DEL PROGRAMMA PRO.P Nell ambito del programma, è stato avviato recentemente uno sviluppo dei piani di attività per affrontare la tematica dell inserimento sociolavorativo delle persone con disagio psichico in un ottica più ampia: - Prevenzione del disagio psichico tra i giovani - Minori condannati a misure alternative al carcere - Giovani ed adulti in carcere prossimi a scarcerazione 9

10 a. Creazione e rafforzamento di reti interistituzionali Gruppi di Lavoro interistituzionali, con la partecipazione di tutti gli attori coinvolti nei percorsi di inserimento socio-lavorativo delle persone con disabilità psichica, per la definizione di Linee Guida e/o Raccomandazioni regionali. Piemonte: DGR Costruzione di una rete integrata tra gli operatori dei DSM, la Cooperazione Sociale, i Centri per l Impiego e gli altri attori del sistema. Puglia: DGR Linee Guida Regionali per l inserimento lavorativo di persone con problemi psichici ; Schema Protocollo di intesa Istituzionale. Toscana: DGR Modello di convenzione fra province, Aziende UU.SS.LL., Società della Salute/Conferenze zonali dei Sindaci per favorire l inserimento lavorativo delle persone con disabilità psichica ai sensi della legge 68/1999. Veneto: DGR Linee Guida Regionali per l inserimento lavorativo di persone con disturbi psichici ; Modello formativo per l inserimento lavorativo delle persone con disturbi psichici. Molise: DGR Documento strategico regionale per l inserimento lavorativo delle persone con disagio psichico. Campania, Marche e Sardegna: elaborazione di Linee Guida in fase di approvazione 10

11 b. Cooperazione sociale e percorsi di inserimento lavorativo I Gruppi di Lavoro Percorsi e Buone prassi sono stati propedeutici all elaborazione delle Linee Guida e Raccomandazioni. 11

12 c. Competenze e formazione degli operatori dei servizi territoriali Gr. di Lavoro Competenze - Lazio, Toscana e Veneto Sperimentazioni formative - Veneto, Toscana e Campania 12

13 Le competenze trasversali dei tutor - per l inserimento lavorativo - aziendale I due modelli, elaborati durante workshop e incontri con gli operatori della regione Toscana e Veneto, sono: - INTEGRABILI, in quanto scaturiscono dall analisi di competenze agite in momenti di lavoro e in contesti diversi - COMPLEMENTARI, in quanto delineano uno scenario che valorizza i ruoli dei tutor esterni e interni all azienda 13

14 Le relazioni del tutor dell inserimento lavorativo Per svolgere al meglio il proprio lavoro il tutor dell inserimento lavorativo deve costruire relazioni con: La persona con disturbo psichico I servizi: DSM, Centri per l impiego Il luogo di lavoro della persona con disturbo psichico L ambiente di riferimento della persona con disturbo psichico: famiglia, gruppi dei pari, scuola 14

15 Il Tutor territoriale per l inserimento lavorativo 15

16 RELAZIONI DEL TUTOR AZIENDALE Per svolgere la propria attività il tutor aziendale deve stabilire relazioni con: La persona con disturbo psichico Il luogo di lavoro della persona con disturbo psichico Il tutor dell inserimento lavorativo 16

17 Il Tutor aziendale 17

18 d. Le ricerche su aziende profit Prima indagine 2011 Su un campione di 1000 aziende esaminate, il 6,2% occupa una persona con disabilità, il 2,2% con un disturbo psichico. Il dato relativo alle assunzioni aumenta invece su un secondo campione, composto da 495 aziende con più di 15 dipendenti (quindi con l obbligo di assunzione di disabili), dove la quota sale al 45,5%, pari a 570 persone inserite, di cui 70 disabili psichici. il 70% delle imprese intervistate ha dichiarato che l'esperienza fatta è stata molto o abbastanza positiva. Inoltre le valutazioni negative sono solitamente causate da eventi di forza maggiore, come l acutizzarsi della malattia, o un insufficiente presenza di tutor esterni. 18

19 Obiettivi dell indagine 2013 sulle Aziende profit individuare un set di indicatori che permettano di valutare le potenzialità di riuscita di un inserimento lavorativo. condizioni facilitanti che assicurino un integrazione lavorativa determinare i fattori protettivi per la persona con disturbo psichico per far si che l esperienza lavorativa si trasformi in un opportunità di crescita esaminare gli ostacoli socio-culturali che potrebbero rappresentare barriere per un proficuo inserimento lavorativo 19

20 Presenza di persone con disabilità in aziende private: confronto (Campione probabilistico escluse aziende settore agricolo) ,2 % di aziende che occupano persone con disabilità % di aziende che occupano persone con disabilità psichica 4 2 2,2 3,0 0, (N.=1.000) 2013 (N.=660) Fonte: ISFOL

21 e. Indagine sui Centri Diurni Realizzata in tre fasi attraverso la somministrazione postale e/o informatica di un questionario. Hanno risposto: Seconda fase: Prima fase: Regione Lazio: 58 CD Terza Fase Reg. Piemonte: 47 CD Regione Puglia: 43 CD Regione Toscana: 58 CD Regione Umbria: 10 CD Regione Campania: 40 CD Regione Marche: 14 CD Regione Molise: 2 CD Regione Veneto: 64 CD 21

22 Articolazione del questionario semiaperto 53 domande suddivise in: Informazioni di carattere generale Personale e spazi Utenza Attività Situazione occupazionale degli utenti Attività di formazione degli operatori Territorio 22

23 INDAGINE SUI CENTRI DIURNI TOTALE PERSONALE, TOTALE UTENTI Regioni Personale Utenti frequentanti regolarmente i centri Totale utenti Campania*** Marche*** nd Molise*** Lazio* Piemonte** Puglia** Toscana** Umbria** Veneto*** Totale * ** *** 23

24 f - Analisi della dimensione inclusiva dell offerta formativa e delle misure di accompagnamento dei giovani anni con disagio individuare i fattori protettivi per identificare modelli di intervento preventivo che evitino l esclusione socio-lavorativa dei giovani con disagio psichico individuare percorsi di integrazione sociolavorativa per la prevenzione del disagio psichico raccogliere dati per l analisi dei sistemi educativi al fine di creare misure preventive e per la modellizzazione delle migliori esperienze territoriali. 24

25 INDAGINE NELLE SCUOLE 53 SCUOLE SECONDARIE di II Grado (Istituti Tecnici e Istituti Professionali). Un totale di circa 2800 allievi di età tra i anni delle classi III e IV superiore Lazio 11 Ist. Tecnici e 3 Ist. Profes. 14 Marche 4 Ist. Tecnici e 5 Ist. Profes. 9 Molise 2 Ist. Tecnici e 2 Ist. Profes. 4 Campania 8 Ist. Tecnici e 5 Ist. Profes. 13 Puglia 10 Ist. Tecnici e 2 Ist. Profes

26 INDAGINE NELLE SCUOLE Qualitativa Individuazione di 5 studi di caso nell ambito delle esperienze per l accompagnamento e l inserimento lavorativo. Descrizione delle fasi di formazione, orientamento, accompagnamento, inserimento e follow up al percorso. Incontri di approfondimento e focus group per la modellizzazione dei percorsi, per una potenziale trasferibilità delle migliori esperienze. Quantitativa Indagare la prospettiva temporale sulla base di alcuni costrutti come ad es. speranza, fiducia ed ottimismo individuati dalla letteratura recente come possibili fattori di protezione in relazione al disagio in adolescenza Identificare i fattori di rischio che potrebbero ostacolare l inserimento socio lavorativo Individuare precocemente i ragazzi a rischio di esclusione sociale Ipotizzare percorsi personalizzati per i soggetti a rischio 26

27 CONCLUSIONI Cosa emerge dall attività del Pro.P Necessità di reti territoriali adeguate Determinante la sensibilizzazione delle Aziende Necessario l accompagnamento ed il supporto specialistico anche dopo l inserimento lavorativo Punti di forza registrati o miglioramento di reti regionali e percorsi di inserimento; o maggior dialogo tra le varie istituzioni e tra queste ed il territorio; o maggiore sensibilizzazione di operatori e datori di lavoro; o indicazioni per formazione specifica 27

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