Pagina 1 di 6 rassegna stampa Data 04 ottobre 2013 IL CITTADINO Lodi SANITÀ LA MAPPA DELLE PREFERENZE - L ostretricia del Maggiore il reparto che piace di più Cure palliative a domicilio: «Gli angeli venivano a casa e si occupavano di mio papà» Codogno Casale Sant Angelo Lodigiano IL GIORNO Lodi Codogno Casale Sant Angelo Lodigiano
Pagina 2 di 6 SANITÀ LA MAPPA DELLE PREFERENZE L ostretricia del Maggiore il reparto che piace di più Il reparto lodigiano che piace di più è quello di ostetricia e ginecologia. È l unità che attira più pazienti da fuori. Nel 2012 ne sono arrivati 678, 619 da altre Asl lombarde, 28 da fuori regione e 31 dall estero. Quasi la metà sono partorienti. Al nido, infatti, sono arrivati da fuori 335 bambini. La sola ostetricia e ginecologia, attualmente guidata da Mario Di Mario, ha fatto guadagnare, nel 2012, oltre un milione e 341mila euro. Il secondo reparto con più charme, manco a farlo apposta, è sempre l ostetricia e la ginecologia, ma dell ospedale di Codogno. Nel 2012, infatti, l unità operativa ha attratto in corsia 394 donne, 167 da altre Asl lombarde, 211 da fuori regione (ben 198 dalla vicina Emilia Romagna) e 16 dai paesi stranieri. Al nido, invece, sono arrivati 169 bambini.al terzo posto per quanto riguarda la capacità di appeal si piazza la day surgery di Sant Angelo: nel 2012 ha attirato 205 pazienti, 168 da altri ospedali lombardi, 22 da altre regioni e 15 dai paesi stranieri. La chirurgia generale di Lodi ha attirato 193 pazienti da fuori, 167 da altre Asl
Pagina 3 di 6 lombarde, in particolare da quella di Cremona (53). Non è messa male neanche la pediatria dell ospedale Maggiore. Il reparto, infatti, l anno scorso, ha portato in corsia 148 piccoli forestieri. La maggior parte, cioè 133 sono arrivati da altre Asl lombarde e, in particolare, dall Azienda sanitaria della provincia di Cremona (49), di Melegnano (48) e di Pavia (23). Sopra i 100, anche la cardiologia di Lodi (113) e la medicina generale di Codogno (106). In quest ultimo caso, la maggior parte, cioè 92, sono arrivati dalla Lombardia, 51 dalla provincia di Cremona, 16 dall Asl della città di Milano e altrettanti dalla provincia di Pavia. La medicina del Maggiore ha attirato, invece, 96 pazienti da fuori.diciotto di questi sono arrivati da fuori regione, 4 dalla Campania, 3 dall Emilia Romagna e dalla Liguria, 2 dalla Toscana, dalla Sicilia e dalla Puglia, uno dal Piemonte e dalla Sardegna e 4 dall estero. Dopo l ostetricia di Codogno che ne ha 211, quella di Lodi, che ne ha 28 (28 anche per l oncologia di Casale, 19 dei quali dall Emilia Romagna), il nido della Bassa che ne ha 97 (96 dall Emilia Romagna), la chirurgia di Codogno che ne ha 30 (14 dall Emilia Romagna e 6 dalla Campania) e la day surgery di Sant Angelo, che ne ha 22, la medicina del Maggiore è il reparto con più pazienti in arrivo da fuori regione. La chirurgia plastica ha portato 84 pazienti da fuori, 45 dall Asl di Melegnano.In tutto il 2012 sono stati 3687 i pazienti arrivati da altre regioni, 2224 al Maggiore, 893 a Codogno, 447 a Sant Angelo e 123 a Casale. La maggior parte dei 651 pazienti proveniente da fuori
Pagina 4 di 6 regione è arrivata dall Emilia Romagna (425). La Sicilia ha portato 42 pazienti, 27 la Campania, 26 la Liguria e 21 la Puglia. A gradire gli ospedali del Lodigiano sono stati anche 22 piemontesi e altrettanti calabresi, 13 ammalati del Lazio, 12 sardi e tocani, 8 marchigiani e veneti. I malati provenienti da altri ospedali lombardi, invece, sono arrivati soprattutto da Cremona (1161), dall Asl di Melegnano (691) e da Pavia (570).
Pagina 5 di 6 Cure palliative a domicilio: «Gli angeli venivano a casa e si occupavano di mio papà» «Mi piace definirli angeli e non infermieri e mi riferisco alle persone che la scorsa estate si sono presi cura di mio padre». Queste sono le parole di Walter Baroni, da sempre cittadino di Cervignano d Adda e direttore generale del supermercato il Gigante, che si trova al confine tra la città di Lodi e l abitato di Montanaso Lombardo. La malattia del padre, Sergio Baroni, e la sua conseguente scomparsa lo scorso 7 Luglio a causa di un tumore alla stomaco, hanno fatto sì che Walter e la sorella Paola venissero a conoscenza dell opera degli infermieri che fanno parte dell unità operativa di ospedalizzazione domiciliare cure palliative di Lodi. Un servizio importante, si potrebbe dire insostituibile in alcuni casi, ma poco conosciuto, che l Azienda ospedaliera della provincia di Lodi mette a disposizione per tutti coloro che vogliono assistere il familiare malato nella propria casa, come racconta Walter Baroni: «Mio padre era come se fosse ricoverato in ospedale ma in realtà il suo letto era a casa, gli angeli ci hanno messo a disposizione un kit di medicinali con tutte le indicazioni importanti per le cure specifiche e un numero di telefono al quale è stato possibile
Pagina 6 di 6 chiamare a qualsiasi ora del giorno e della notte». E poi aggiunge: «Tutte le mattine il ricevitore di casa squillava per una telefonata da parte di questi angeli che volevano assicurarsi di come mio padre avesse passato la notte». Gli infermieri si preoccupavano di fare visita al malato ogni due giorni fino ad incontrarlo quotidianamente quando la malattia andava degenerando. Il sostegno però non era solo rivolto a livello medico al malato ma lo era anche a livello psicologico per i familiari, come racconta ancora Walter: «Gli angeli presenti quotidianamente in casa nostra non mancavano mai di sedersi al tavolo con noi per tranquillizzarci e per aiutarci a capire e a sopportare la perdita che sarebbe avvenuta a breve». Gli angeli di cui parla Walter sono Eleonora Cipolla, Laura Gerola, Giuseppe Fiorentino, Antonella Bressanelli insieme ai medici Diego Taveggia e Silvia Gorgni. Alcuni di loro fanno parte anche dell associazione Pallium, una Onlus presente a Lodi in via Borgo Adda che mette a disposizione gratuitamente l attrezzatura indispensabile per alleviare i dolori del malato. Conclude Walter: «Nonostante il dolore per la perdita di mio padre sono ancora oggi molto stupito per il servizio ospedaliero ricevuto che va oltre le cure mediche, è la possibilità concreta di non sentirsi abbandonati in un momento così delicato». Eleonora Marino