Biografia di Louis-Jacques-Mandè- Daguerre Generalmente in tutte le narrazioni storiche, le bibliografia a corredo dei protagonisti, sono intercalate da vicende generali. In questo caso la vita del secondo protagonista, Daguerre, si è talmente intersecata e amalgamata con quella di Niepce da non lasciare spazio a narrazioni intermedie. Un po come se, parlando del Rinascimento, si cercassero vicende di sviluppo tra l arte di Leonardo e quella di Michelangelo. In questo contesto va premesso che i meriti di Daguerre sono molto minori di quelli i Niepce Ma chi era Daguerre. Louis-Jacques-Mandé Daguerre nacque A Cormeilles-en-Parisis il 18 novembre 1787. Nella sua lunga attività lavorativa ha svolto svariate attività, è stato impiegato dell'ufficio imposte indirette, un artista, chimico, apprendista in architettura, scenografia, pittura e panoramica, quest ultima specializzazione lo vide operare in collaborazione con Pierre Prévost, il primo pittore panoramico francese. Estremamente abile era la sua capacità di produrre illusioni teatrali, è diventato un celebre designer per il teatro, ha inventato il Diorama. che ha aperto al pubblico nella fiera di Parigi nel luglio 1822. Il Diorama originario non era ciò che intendiamo oggi, cioè un plastico in miniatura di paesaggi completi di personaggi, ma era la riproduzione di uno spettacolo in scala umana. In genere la sua rappresentazione avveniva in una grossa sala provvista di pedana rotante.intorno a questa p, capace di contenere sino 300 persone, venivano esposte tele, dipinte e posizionate in modo di alterare l effetto prospettico della sala stessa. Ciò forniva al visitatore l impressione di trovarsi in un contesto diverso, molto più ampio del reale. Ma Daguerre è soprattutto riconosciuto universalmente come l'inventore del processo fotografico chiamato dagherrotipo. Riprendendo la narrazione là dove era stata interrotta nell ambito della biografia di Niepce, continuiamo dicendo che la collaborazione tra Daguerre e la famiglia Niepce non si interruppe con la morte di Nicephore avvenuta nel 1833 ma proseguì con il figlio Isidore, ed è da questo connubio che si sviluppò la Dagherrotipia. Il processo di dagherrotipia,presentato nel 1839 dallo scienziato francese François Arago alla camera francese dei deputati, consisteva nel sottoporre una lastra di rame argentata, lucidissima, ai vapori di Iodio. Si formava cosi uno strato di ioduro d argento molto sensibile alla luce. Dopo aver fatto impressionare per qualche minuto lo ioduro d argento all interno di una camera oscura, venivano altresì inseriti vapori di mercurio. Nasceva l immagine latente. Il primo fissatore utilizzato fu il cloruro di sodio (il comune sale),nel 1839, lo stesso hanno in cui Daguerre intese pubblicizzare la sua scoperta J Herschel l aveva gia sostituito con il più pratico ed efficace iposolfito di sodio, usato di fatto sino ai giorni nostri. 1 / 6
Si può tranquillamente affermare che la Dagherrotipia morì ancor prima di nascere. Ancor prima che le scoperte dell inventore francese si divulgassero l inglese W.H. Fox-Talbot, che sino al 1834 eseguiva ricerche orientate su altra via, nel marzo 1839 fece conoscere in Inghilterra un procedimento che si avvicinava ai metodi attuali molto più che la Dagherrotipia. Perchè si pone dunque molta enfasi e lo si ritiene una pietra miliare La dagherrotipia è stata il simbolo di un epoca ha rappresentato in maniera massiccia abitudini, ha sostituito per la prima volta la pittura è entrato nell immaginario della gente attraverso illustrazioni di libri scolastici reclame pubblicitarie, manifesti pubblici. Con Daguerre entra prepotentemente nella società francese l era dell immagine, una delle più grandi rivoluzioni civili degli ultimi due secoli. Il ricordo storico gli amarcord di un intera vita iniziano ad essere legate in maniera sempre più indelebile ad icone fotografiche. Basti pensare che nel 1849, le immagini Daguerreotype effettuate dal famoso fotografo russo Sergei Lvovich Levitsky (1819-1898) durante una missione nel Caucaso del 1843, vennero messe in mostra dal famoso ottico parigino Chevalier all'esposizione di Parigi della Seconda Repubblica. I Levitsky's Dageurreotypes ricevettero la medaglia d'oro della stessa Esposizione, la prima volta che un premio del genere era mai stato assegnato a una fotografia. Tutto questo secondo molti acuti e ben documentati revisionisti attuali oltre a non essere tutta fa rina del suo sacco gli capitò per caso, in pratica Daguerre non fu l artefice di una ricerca metodica bensì colui che sfrutto al meglio circostanze del tutto occasionali. Ecco come la rivista on-line La meravigliosa storia della fotografia descrive la vicenda Daguerre, per puro caso, dimentica un cucchiaio su una lastra argentata, preparata con joduro. Dopo un po' di tempo, sì accorge che sulla lastra è rimasto, nitidissimo, il disegno del cucchiaio. Ciò gli basta per afferrare un dato di fatto: la sensibilità dello joduro d'argento alla luce. Ma proprio in quel tempo (è il 1833) Niepce viene a mancare, colpito da trombosi cerebrale. Muore povero e ignorato. Presto sarà anche misconosciuto. Daguerre seguita a esporre, per molte ore, le lastre preparate con joduro d'argento. Ed ecco il secondo colpo di fortuna. Un giorno il cielo è nuvoloso, il sole non esce, anzi minaccia di piovere. Daguerre toglie le lastre dalla finestra e le sistema in un armadio. Quando va a ritirarle, qualche giorno dopo, si accorge con enorme sorpresa che, dopo una esposizione assai breve, di appena quindici minuti, esse danno immagini limpide, già fissate e sviluppate, Quattro anni dopo la morte di Niepce (avvenuta nel 1833) Daguerre furbescamente impone al figlio del socio un nuovo contratto e gli fa firmare questa dichiarazione: "Io sottoscritto dichiaro con il presente scritto, che il signor Louis Jacques-Mandé Daguerre mi ha fatto conoscere un procedimento di cui è inventore... Questo nuovo mezzo ha il vantaggìo di riprodurre gli oggetti dieci o venti volte più rapidamente di quello inventato dal signor Joseph-Nicéphore Niepce, mio padre... In seguito alla comunicazione che mi ha fatto, il signor Daguerre acconsente ad abbandonare alla società il nuovo procedimento di cuì è inventore e che egli ha perfezionato, a condizione che questo nuovo procedimento porti solo il nome dì 2 / 6
Daguerre ". E' questa appunto l'origine del nome francese daguerrotype, da cui l'italiano dagherròtipo Questo personaggio estremamente controverso ha rappresentato entrambe le facce di una medaglia, da un lato il precursore di un era fittizia e fatua come il mondo dell immagine e dall altro un abile sfruttatore delle capacità altrui. La sua biografia si impone non solo per il fatto di essere, nel bene e nel male, degna di nota (cove vedremo in seguito, nell ambito della storia della fotografia, sono stati ben più importanti di lui Talbot e Eastman) ma perché Daguerre è anche il punto di collegamento con la cinematografia. Tra i suoi allievi vi è quel Louis La Prince che oggi è universalmente riconosciuto come il padre della cinematografia. Anticipiamo che, come si è resa necessaria scrivere una biografia per Togliere a Cesare ciò che non è di Cesare sarà necessario scriverne un altra, dedicata a Lousi La Prince, per dare a Cesare ciò che è di Cesare Capitolo 1.2 Nella biografia dedicata a Daguerre avevamo accennato al processo dell inglese W.H. Fox-Talbot, il suo processo fotografico iniziava col porre un foglio di carta all interno di una soluzione di acqua e sale e successivamente in una di nitrato d argento, in tal modo si formava sulla superficie del foglio una patina di cloruro d argento. ll cloruro d argento ha la caratteristica di annerire immediatamente a contatto con la luce. Esponendo questa carta sotto il disegno si aveva una copia negativa che si fissava immergendo il tutto nuovamente in un soluzione di sale marino. Questa negativa, serviva in seguito per stampare su un secondo foglio preparato allo stesso modo l immagine positiva riproduceva fedelmente l originale. Si erano gettate le basi della fotografia moderna, sul sistema di riproduzione a ciclostile antesignano a sua volta dei fotocopia tori. A dare un ulteriore sviluppo all evoluzione della fotografia fu un altro componente della famiglia Niepce, Abel, figlio di un cugino di Nicephore. Nel 1847, Abel, utilizzando una superficie di vetro ricoperta da uno strato di bianco d uovo, idruro di potassio e cloruro di sodio, attraverso un successivo trattamento di tutto ciò con nitrato d argento otteneva una lastra sensibile alla luce. Le immagini così ottenute erano di una finezza e di una delicatezza mai raggiunte prima. Solo nel 1873 il processo di produzione delle lastre divenne di tipo industriale. Il merito di questa nuova rivoluzione si deve al francese J. Burges che nel 1873 che ricoprì le sue lastre con uno strato di gelatina in cui erano dispersi cristallini di bromuro d argento.. 3 / 6
La fotografia continuava però ad essere un attività professionale esercitata da pochi. Il fotografo di professione era costretto a viaggiare in grossi carri-laboratorio trainati da cavalli. Le sue apparizioni erano simili a quelli delle comunità circensi mobili, l arrivo di un carrozzone fotografico suscitava gli stessi entusiasmi dei circhi ambulanti I ricordi più cari di un epoca, quelli che venivano tramandati dai nonni ai nipoti e che rimangono impressi nell immaginario delle generazioni future. Nonni e bisnonni ci raccontavano Ai nostri tempi non esisteva la televisione e le sale cinematografiche erano diffuse solo nelle grandi città. Non si attendeva, dunque, come oggi il film di Natale, cartoni o comico che fosse, da vedere a casa o al cinema. Ai nostri tempi, a Natale, attendevamo carrozzoni ambulanti di ogni tipo. I simboli indelebili di un periodo storico si incrinarono dell arco di vent anni. Nel 1884 gli americani Eastman e W.H. Walzer introdussero sul mercato i primi rulli di pellicola fotografica con supporto in carta che dopo solo 4 anni, ai ferventi sviluppi in ambito chimico, divennero in celluloide. Questa scoperta fu l inizio della fine dell epoca collodiana di fine 800 tanto ben narrata in libri quali Minuzzolo e Giannettino, romanzi per bambini ancora molto diffusi negli anni 60del 20 secolo. Fine di un era che si delineò definitivamente quando l ottico tedesco Voigtander progettò insieme al matematico viennese J Petzval un sistema di lenti da collocare in corrispondenza del foro applicato alla camera oscura. Nasceva così il primo obiettivo. Con questa nuova scoperta l arte fotografica iniziò ad essere alla portata di tutti. Non è obiettivo di questa rubrica addentrarsi oltre nei dettagli tecnici, per cui ci limitiamo a sottolineare che la fotografia produsse altre tre rivoluzioni di costume. Due di queste, l obiettivo bilanciabile che del tempo divenne motorizzato aprendo l epoca della tecnologia autofocus e la fotografia digitale, ebbero un impatto più incisivo, la terza, il sistema Polaroid, al contrario di quanto a priori si potesse pensare (era infatti il sogno nascosto di generazione di fotografi ed appassionati) si dimostrò molto meno rivoluzionario di quanto previsto. Grazie ad un sistema composito regolabile di: lenti, otturatori, carrelli mobili e grazie alla nascita di una vasta gamma di pellicole con sensibilità differente diveniva praticamente possibile fotografare tutto e in tutte le condizioni: dalle più buie alle più luminose, dai soggetti più lontani a quelli più vicini,e dai più lenti ai più veloci. Questa fu una delle scoperte che produsse notevole beneficio anche in ambito scientifico-tecnologico. Basti pensare agli autovelox, ai fermo immagine di oggetti velocissimi come i proiettili e alle tecniche medico-radiografiche. Con l immissione in mercato delle prime Polaroid si pesò di assistere alla più grande rivoluzione della storia della fotografia, uno dei sogni nascosti dell intera umanità a partire dai suoi primordi, una macchina che da sola sostituiva l intero carrozzone dell 800, che da sola fotografava, sviluppava la pellicola e in pochi minuti imprimeva l immagine su carta sensibile. Per la prima volta il fotografo poteva fare a meno dei laboratori per lo sviluppo della pellicola e la stampa. Ho specificato si pensò di assistere alla più grande rivoluzione poiché così non fu. 4 / 6
L innovazione dopo un boom iniziale non ebbe particolare sviluppo commerciale e non riuscì a soppiantare la fotografia tradizionale, anzi lentamente fu essa stessa, in punta di piedi, ad uscire dal mercato. Rivoluzione totale che si ebbe invece con la nascita della fotografia digitale. Con essa è sparito quasi completamente l utilizzo della pellicola, un oggetto di culto, un icona che negli anni è divenuta per gli appassionati una reliquia sacra (un po come era per i bambini la colla prima dell avvento delle figurine adesive). Quanti reportages giornalistici, vacanze, safari fotografici, e studi scientifici erano legati al tipo di pellicola. La pellicola non fu l unico oggetto a produrre un progressivo allontanamento del fotoamatore da quella figura professionale che era il foto-ottico di fiducia, un mentore, un vero e proprio confessore a cui riferire dubbi e chiedere consigli. A questo contribuì anche la stampa. Con il digitale non è più indispensabile rivolgersi ad uno studio di sviluppo, la foto può essere tranquillamente osservata su uno schermo televisivo o sul monitor di un computer, oppure essere riprodotta su stampanti laser o a getto d inchiostro. Questa nuova rivoluzione si è rivelata ad oggi ancor più radicale di quella prodotta da Eastman. In questa trattazione ho omesso il nome di fotocamere storiche e non ho menzionato case produttrici famose (lascerò sicuramente delusi i cultori di quest arte) Capirete che se inizio a parlare di : Kodak, Agfa, Leica, Rolleiflex, Hasselblad o Nikon avrei snaturato gli obiettivi della rubrica che sono principalmente culturali e scientifici e un po meno Hobbistici.(Anche se confesso, il desiderio era notevole) La fotografia mi permette di introdurre un altra arte legata all immagine e ad essa molto affine la cinematografia. Ma di questo ne parleremo nel prossimo capitolo. 5 / 6
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