Orientarsi lungo linee conduttrici

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CONSIGLI DI TECNICA ORIENTISTICA (tratti dal testo Orienteering nella scuola R.Biella Edi-Ermes Milano) Orientarsi lungo linee conduttrici L'orientamento lungo linee conduttrici è la più elementare e sicura tecnica di navigazione orientistica e per questo viene spiegata per prima. Con la padronanza di questa tecnica si può cominciare ad esercitare la propria autonomia nel bosco. Occorre dunque imparare a riconoscere e individuare queste vie di riferimento utili per giungere al punto desiderato. Una linea conduttrice è un qualsiasi riferimento lineare che conduce al punto o in prossimità di esso (fig. 10). Una linea conduttrice è tutto ciò che è lineare sulla carta come ad es. strade e sentieri, fiumi e torrenti, canalette e fosse, margini di campi e di vegetazione, recinti e linee elettriche. Ciò a cui si deve giungere è di individuare con immediatezza linee di conduzione che portano al controllo, anzichè essere tentati istintivamente di FIG 10 Orientamento lungo linee conduttrici. tagliare a caso verso il punto avventurandosi nel bosco. Si è infatti indotti a raggiungere immediatamente il punto facendo meno strada possibile cioè quella sotto la linea rossa. In orienteering non conta la distanza ma il tempo e a livello di principianti (ma non solo) la maggior parte del tempo che si perde in gara è dovuto a mancanza di scelta di riferimenti sicuri. L'orienteering non premia l'impulsività ma la riflessività ed è questa una delle sue precipue valenze educative. Una volta compreso concettualmente la definizione e la funzione di una linea conduttrice, si deve poi saperla individuare sul terreno mediante un opportuno orientamento della carta e con il confronto carta territorio; occorre poi seguirla valutando la sua forma (curve) e la sua lunghezza (valutazione delle distanze). Come esercizio individua almeno 20 linee conduttrici su una cartina di una gara già svolta. Il progetto; concetto di punto e momento critico. Una volta compreso che scegliendo opportune linee di conduzione si giunge con sicurezza al controllo, anche se si compie un tragitto più lungo rispetto alla linea d'aria, si può passare a considerare linee di conduzione successive, cioè poste una di seguito all'altra, anche di natura diversa (es. sentiero+torrente). Questo comporta una più accurata attenzione sia in lettura che in esecuzione del tratto. Qui vengono introdotti due concetti fondamentali per ogni livello (anche per gli atleti di élite): il progetto e il punto/momento critico. Il progetto è quella operazione mentale essenziale costituita dalla pianificazione più o meno dettagliata di ciò che occorre fare da un punto all'altro. Alcuni orientisti tendono a partire a caso verso il punto successivo oppure dopo avere fatto una scelta di percorso grossolana e non ben definita, spesso presi dalla fretta o dall'eccitazione del confronto agonistico. Ogni 50 metri si fermano e leggono la cartina per capire cosa devono fare, e così per parecchie volte prima di giungere al punto, perdendo tantissimo tempo. Progettare sino FIG 11 Orientamento lungo linee conduttrici successive e punti critici. in fondo un tratto del percorso per giungere al punto significa avere idee chiare su cosa fare; questo deve essere uno stile di vita e non solo tecnica orientistica! L'apprendista orientista deve quindi comprendere l'importanza fondamentale di progettare ogni tragitto e assicurarsi che ciò diventi una cosa automatica. A questo livello il progetto è anche memorizzazione essendo costituito da pochi elementi (es. prendo il sentiero, corro sino alla curva, seguo la canaletta sino al termine).

Un altro concetto fondamentale è quello di momento/punto critico; i bivi, gli incroci e i passaggi da una linea di conduzione ad un'altra sono esempi di punti critici (fig. 11). Essi corrispondono a punti in cui lungo il percorso è facile sbagliare e per questo l'orientista deve porre particolare attenzione rallentando la sua corsa e, se necessario, fermarsi per leggere o osservare meglio. Si deve quindi imparare a rallentare, o addirittura fermarsi tutte le volte che si è in prossimità di un punto critico al fine di fare un più accurato confronto carta-territorio. Questo concetto sarà ripreso ad un livello superiore quando si dovrà imparare il cosiddetto "cambio di ritmo", cioè l'adeguamento del rapporto lettura/corsa a seconda delle difficoltà tecniche del tracciato. Introduzione all'orientamento grossolano: navigazione a vista verso grossi riferimenti. In terreni molto aperti, come zone rurali e parchi cittadini, dove spesso si svolgono i tracciati promozionali e delle categorie più facili, questo tipo di navigazione può essere usata con profitto e immediatezza. L'orientamento grossolano consente di utilizzare sulla carta i più grossi ed evidenti riferimenti, come prati, strade, case, laghi, fiumi e colline (fig. 12). Se questi sono visibili a vista da alcune centinaia di metri si avrà l'orientamento a vista, altrimenti dovrà essere utilizzata la navigazione con riferimenti piccoli e vicini. FIG. 12 Orientamento grossolano con navigazione a vista. A. Percorso su cartina completa. B. Tragitto interpretando grossolanamente la carta L'orientamento grossolano presuppone la lettura grossolana della carta, con ciò intendendo la capacità di cogliere solo le cose più evidenti, escludendo dalla vista i particolari (es. sassi, roccette, buche, piccole radure e collinette). Questo significa vedere la struttura essenziale del territorio sulla carta. Occorre dunque acquisire questa capacità di lettura semplificata e grezza della carta. Per orientarsi con i grossi riferimenti a vista occorre innanzitutto abituarsi a guardare lontano e cogliere quegli elementi dell'ambiente che sono vistosi e macroscopici. Infatti a volte si fissa la propria attenzione sui particolari nell immediato intorno senza accorgersi delle cose più evidenti ma che sono un po più distanti. L'orientamento grossolano con navigazione a vista consta nella capacità di spostarsi nello spazio utilizzando come riferimenti quelle cose molto grandi che si possono facilmente riscontrare sia sulla carta che nell'ambiente. Presupposto è quindi un confronto carta-ambiente riferito ad una grande porzione di territorio purchè visibile (come appunto zone di campagna, pascoli o parchi cittadini). L'apprendista orientista dovrà in sostanza comprendere i rapporti geometrici di forma, di direzione, di reciprocità, contiguità ecc. dei prati, delle strade, delle case e degli altri elementi che si vedono da lontano (il che è più difficile che da vicino). Il tutto finalizzato allo spostamento immediato in direzione del grosso riferimento più vicino al punto. La navigazione grossolana a vista è la seconda tecnica di navigazione orientistica si qui insegnata (la prima era quella per linee conduttrici). Ciò significa che si dovrà imparare quando utilizzare una o l'altra a seconda del tratto. Ciò significa comportamento tattico, se per tattica significa saper utilizzare la tecnica giusta al momento opportuno. In sostanza ci si può staccare dalla linea conduttrice quando si può tagliare per i prati andando verso un grosso riferimento che si ha sempre sott'occhio come, al contrario, si deve seguire una linea conduttrice quando, in mezzo al bosco, è l'unico riferimento certo che si ha per andare verso il punto di controllo.

Tagli e salti da una linea conduttrice a un'altra. In certe situazioni si può abbandonare momentaneamente la linea conduttrice per passare ad una vicina non direttamente collegata (salto di linea) o per tagliare una curva (scorciatoia)(fig.15). Per poter eseguire un salto o un taglio di linea con sicurezza occorre abbandonare il sentiero in punti precisi altrimenti ci si perde (vedi fig. 15). Il taglio della linea di conduzione (scorciatoia) deve essere conveniente e cioè produrre un risparmio di tempo non solo di distanza; fare meno spostamento ma infognarsi in un verde 3 (rovi, bosco fittissimo) o in una palude non fa guadagnare tempo perché si avanza molto più lentamente. Se non si è capaci ancora navigare nel bosco senza linee di conduzione, i salti di linea devono essere al massimo di 100 mt in modo da ridurre al minimo la possibilità di perdersi. Per passare da una linea di conduzione ad un'altra si userà momentaneamente il senso globale della direzione. FIG 15 Salto e taglio di linea conduttrice da punti precisi. La scelta di percorso semplice e il progetto. Ora che si è compresa la tecnica di navigazione lungo linee di conduzione, si può confrontare due o più possibilità di tragitto per verificare quale è la più veloce (fig. 16) giacché in gara capita abbastanza spesso di avere due o più alternative di percorso tra due punti. Questo si dice "fare una scelta di percorso" ed è un concetto essenziale di tutta la tecnica orientistica. Inoltre i tratti tra un punto e l'altro potrebbero essere lunghi e complessi e i controlli ad una certa distanza dalle linee di conduzione per cui sarà necessario una maggiore accuratezza del progetto; si dovrà curare come uscire dal FIG 16 Fare una scelta di percorso significa determinare quale tragitto è più conveniente. controllo appena punzonato per cogliere subito la linea di conduzione e come attaccare il controllo con sicurezza in zona punto. I due concetti si denominano "uscita" dal e "attacco" al punto (fig. 17). Criteri di scelta di percorso (lunghezza e complessità). Una "scelta di percorso" si necessita ogni qualvolta vi sono tra due punti più possibilità di tragitto e occorre scegliere quale tra queste è quella che impiega meno tempo per essere percorsa. In genere la scelta è determinata dall'evitamento di grossi ostacoli come ad esempio un lago, ampie zone di vegetazione fitta o colline. Ai livelli iniziali può anche essere determinata semplicemente da due linee di conduzione che vanno verso il punto senza interposizione alcuna di ostacoli. Inoltre quanto è più lungo il tratto, tanto è più importante fare la scelta corretta poichè una scelta sbagliata può comportare parecchio tempo in più; quando in gara si trovano tratti lunghi, occorre valutare attentamente tutte le

possibilità. Infatti il tracciatore a volte impone tratti in cui la scelta migliore non è molto evidente e questo si nota solo ad una attenta e precisa lettura della carta. I criteri per valutare la scelta migliore si integrano in modo complesso. Essendo la gara di orientamento una competizione a tempo, ciò che conta di più nella scelta è il tempo di percorrenza e non solo la lunghezza o solo la velocità a cui si può correre. Infatti una scelta lungo sentieri, anzichè lungo un torrente ad esempio, permette l'esecuzione di una velocità maggiore, ma se il primo tragitto è molto più lungo del secondo non si ha guadagno di tempo. La relazione matematica che lega tempo, lunghezza e velocità è infatti data da: t=l/v; quindi è il rapporto lunghezza-velocità quello che conta. L'orientista deve per cui integrare questi due fattori per valutare quale è la scelta migliore valutando le lunghezze ma anche le velocità di percorrenza delle singole possibilità. Un altro fattore che interviene come criterio di scelta è quello della sicurezza. La sicurezza, cioè la scarsa possibilità di sbagliare, è in stretto rapporto con la complessità del tragitto. Due scelte che comportano lo stesso tempo teorico di percorrenza ma l'una con molti bivi e salti tra le varie linee conduttrici, e l'altra costituita da una o due linee, non sono equivalenti: meglio la seconda che comporta meno possibilità di sbagliare e meno fermate per il confronto carta-territorio nei punti critici. FIG 17 Componenti del progetto: USCITA (verso la casa) SCELTA (sentiero di destra, bivio a sinistra) ATTACCO (al sasso a sinistra) CONTROLLO (buca) Componenti del progetto: attacco del punto, scelta di percorso, uscita dal punto. Il concetto di "progetto" è già stato introdotto nel paragrafo progetto, ora se ne approfondirà l'applicazione per poter eseguire tratti più complessi e con controlli lontani dalle linee di conduzione. Quando si deve progettare un tratto di percorso si devono eseguire 3 operazioni, fondamentali anche per un atleta élite: 1) lettura grossolana della zona carta compresa tra i due punti notando i grossi riferimenti, i grossi ostacoli e le linee di conduzione. 2) fare il progetto vero e proprio. Questo consiste in tre scelte: come attaccare il controllo, il tragitto (o scelta vera e propria) e l'uscita dal punto. 3) ripassare e memorizzare l'intero tragitto progettato dal punto di controllo sino al punto successivo: uscita, scelta FIG. 18 Per raggiungere con sicurezza un punto è meglio utilizzare nelle vicinanze un riferimento più evidente (riferimento di attacco). di percorso, attacco, controllo. "Attaccare il punto" significa prendere, nelle sue vicinanze, un riferimento più evidente del punto stesso. In questo modo il controllo risulta essere il riferimento di attacco, più facile da trovare, dal quale andare, con maggior sicurezza, al punto vero e proprio (fig. 18). Ad esempio una casa vicino al controllo è sempre un ottimo riferimento di

attacco poichè si nota da lontano. Biforcazioni di sentieri, riferimenti su di essi o loro particolari punti (es. curva a gomito) sono tipici punti di attacco. In sostanza il riferimento di attacco permette di arrivare con sicurezza al controllo quanto si è in zona punto. Scegliere con accuratezza e costantemente il riferimento di attacco è molto importante ed è una operazione da automatizzare, perchè statisticamente in zona punto si perde molto tempo (si gira intorno senza mai trovare la lanterna). Del "fare la scelta di percorso" ne abbiamo già parlato diffusamente; precisiamo ora che la lettura grossolana dei grossi riferimenti, ostacoli e sentieri, che si fa inizialmente, serve proprio per identificare subito le varie possibilità di tragitto. "L'uscita dal punto" ha parimenti al riferimento di attacco la sua importanza. Consiste nel valutare come abbandonare il punto di controllo, a cui si è appena punzonato, per iniziare la scelta di percorso. Se non si computa precisamente come uscire dal punto si può rischiare di non prendere ad esempio il sentiero giusto sbagliando subito in partenza. Per uscire dal punto si và verso il riferimento più vicino alla linea di conduzione da seguire oppure ci si orienta globalmente verso la linea prendendo come riferimento la direzione di ingresso al controllo. Quando si avrà imparato ad usare la bussola per seguire una direzione si potrà usarla per uscire più velocemente dal punto. Spesso si sbaglia la direzione di uscita dal controllo quando questa è molto diversa da quella di entrata. È sempre meglio ricontrollare l orientamento della carta e la direzione del corpo dopo la punzonatura. La sequenza del progetto viene fatta in "senso contrario" partendo cioè dall'attacco del punto di arrivo, alla scelta di percorso e infine all'uscita dal punto di partenza, proprio perchè l'ordine di importanza di queste tre valutazioni và in questo senso, tenendo conto buona parte del tempo perso dall'allievo non è per scelte sbagliate ma in zona punto. Senza arrivare a ragionamenti limite, la scelta di percorso spesso è condizionata dalla presenza o meno di un FIG 19 Importanza del punto di attacco: A) scelta più breve ma come attacco il controllo? B) scelta più lunga, ma attacco sicuro. buon riferimento di attacco. L'uscita dal punto è condizionata dalla scelta di percorso verso la quale indirizzarsi (fig. 19). Quando l'attacco al punto non comporta problemi (perchè facile come ad es. un bivio di sentieri) allora è la scelta a venir compiuta per prima, poi l'uscita (così si può già iniziare a correre) e infine l'attacco. Successivamente a queste operazioni occorre fare un ripasso nel "senso di marcia", cioè dal punto di partenza verso quello successivo secondo quanto stabilito dal progetto stesso: uscita dal punto, scelta di percorso, riferimento di attacco e punto di controllo. Un ottimo sistema è quello di enunciare a voce alta quest'ultima operazione per abituarsi a fare progetti completi e precisi in gara. La memorizzazione del progetto ha, a questo punto, una certa importanza per evitare di perdere tempo in continui arresti per leggere la carta.