Progetto nazionale 2014-15 Scuola, cittadinanza, sostenibilità Le pietre e i cittadini Corso di aggiornamento per docenti sezione di Palermo Territorio e Museo - il caso Favorita Le ville della campagna palermitana Adriana Chirco
Verso S. Lorenzo e la piana dei Colli Si perveniva alla contrada attraverso la strada che dal mare, attraversato il piano dei Quattro Venti, il vasto terreno detto piano dell'ucciardone e la borgata Sampolo, giungeva alla borgata di S. Lorenzo. Il primo documento in cui compare il nome della borgata risale al 1350. Fino al XVI secolo gran parte del territorio appartenne alla Mensa arcivescovile e veniva sfruttato per la coltivazione di vigne o per il pascolo. Dal XVI secolo si ebbe un incremento dell utilizzazione agricola che comportò la costruzione di bagli per piccole comunità agricole e, contemporaneamente, la concessione delle terre a rappresentanti del ceto nobile o del ceto civile.
La villeggiatura Tutta la Piana fu interessata, durante il secolo XVIII, da un intenso fenomeno di edificazione a carattere residenziale per la villeggiatura. Ciò produsse un maggiore sfruttamento agricolo del terreno, giacché la presenza per alcuni mesi all'anno del signore e della sua corte comportava la necessità di adeguare la produttività dei campi; non di rado qualche aristocratico volle sperimentare la cultura di nuove specie; il fronte sul giardino era invece opposto al principale.
La villa padronale era legata allo sfruttamento agricolo del fondo. Gran parte delle ville deriva infatti dalla trasformazione di fabbriche più antiche ad uso agricolo.
Posta al centro del fondo agricolo, la villa era accessibile attraverso una strada interpoderale che la collega alla viabilità della zona, su cui veniva posto un ingresso a piloni
La residenza padronale emergeva solitamente di un piano rispetto agli altri edifici, si trovava in posizione baricentrica e si coordinava con corpi bassi laterali attraverso terrazze.
Quasi sempre fu privilegiata la disposizione della corte con corpi bassi per la servitù e il magazzinaggio; sul fronte principale si ergeva l'abitazione padronale Villa Niscemi
1. Nucleo preesistente 2. Nuovi corpi bassi simmetrici coperti da terrazzi (uno può ospitare la cappella) 3. Portale d accesso al baglio 4. corpi bassi di servizio 5. Nuovo ingresso in asse con lo scalone 6. Cappella 7. Sacrestia annessa alla cappella 8. Scalone 9. Scala interna secondaria 10. Apertura secondaria 11. Corpi bassi 12. Residenza padronale 13. Fastigio 14. Alberi del viale d accesso (palma, pino marittimo,cipresso o araucaria Foto da: M. De Simone, Ville palermitane, 1974
5 6 4 2 1 3 2 1. Nucleo preesistente 2. Nuovi corpi bassi simmetrici coperti da terrazzi (uno può ospitare la cappella) 3. Scalone 4. Residenza padronale 5. Coronamento (balaustra o muretto) 6. Fastigio
fastigio Residenza padronale Passo carraio scalone corte
Lo scalone esterno che raggiunge il piano nobile è il principale elemento compositivo delle residenze stagionali barocche. Spesso è composto da due rampe simmetriche a tenaglia con gradini in pietra e transenna a colonnine in pietra intagliata.
LA PIANURA SETTENTRIONALE DI PALERMO - F. Cichè - 1721
Villa Di Napoli Resuttano
La Piana dei Colli Tra il XVI ed il XVIII secolo, nella fertile Piana dei Colli a settentrione della città sono state edificate sontuose dimore estive. La zona fu scelta dall aristocrazia palermitana grazie alla sua posizione, vicina alla città, e alle caratteristiche climatiche, perchè ventilata, ma protetta dalla massiccia presenza ad oriente di Monte Pellegrino e ad occidente dalla catena di Monte Billiemi. Qui furono edificate numerose ville, alcune delle quali ancora abitate, che hanno segnato le vie del futuro sviluppo urbano.
Villa Bonocore Maletto
Villa Raffo
Collegio Romano
Villa Trabia alle Terre Rosse
Villa Belmonte all Acquasanta
Villa Valguarnera
Villa Alliata di Pietratagliata
Ozi Regali La piana dei Colli ebbe nuovo sviluppo quando il re Ferdinando di Borbone, durante il suo esilio palermitano, decise di acquistare nel 1798 la casena del marchese della Scala ed i terreni confinanti per impiantarvi un vasto parco con riserva di caccia.
Villa Niscemi
Palazzina alla Cinese Favorita Nella tenuta acquistata da re Ferdinando esisteva uno chalet in legno fatto costruire dal precedente proprietario, Benedetto Lombardo, in stile cinese. Il re volle ricostruirlo in muratura ed incaricò l'architetto Venanzio Marvuglia, artista versatile e colto ed il più affermato professionista dell epoca che predispose una costruzione stilisticamente riconducibile alla moda cinese, ma distribuita secondo un sobrio schema compositivo.
Il parco reale, detto La Favorita, raggiungeva un'estensione di 400 ettari ed aveva lunghi viali, giardini, ornati da statue padiglioni, fontane, vigneti, boschi e zone riservate alla caccia. Nella tenuta esisteva uno chalet in legno fatto costruire dal precedente proprietario, Benedetto Lombardo, nello stile cinese allora in voga.
La Palazzina Cinese, nonostante l'appartenenza ad un proprietario di così alto rango, appare isolata e non vi corrisponde una corte chiusa. L'edificio è prospiciente una vasta piazza ad esedra, punto conclusivo di un lungo viale, costeggiato da giardini all'italiana, che parte dall'attuale piazza Niscemi. Per consentire un facile accesso alla tenuta reale da piazza Leoni fu aperta la via del Fante, detta Strada della Real Favorita, e la moda della villeggiatura nella Piana dei Colli si diffuse tra le famiglie nobili della città