Protocollo d intesa per la realizzazione di un intervento pilota mirato alla

Documenti analoghi
VALORIZZAZIONE DEL PARCO URBANO DI VIA PALESTRO A CIMNAGO

OASI WWF BOSCO VILLORESI CENSIMENTO FLORISTICO ARBOREO-ARBUSTIVO. Dott. Nat. Giuseppe Stablum

Esplorare i paesaggi agro-urbani

COMUNE DI GALLIERA VENETA CONDIZIONI ESECUTIVE LAVORI DI POTATURA DELLE PIANTE VIALE MONTE GRAPPA

IL PATRIMONIO ARBOREO DEL COMUNE DI BOLOGNA


Una siepe per Zelata

SCHEDA DI OFFERTA PREZZI UNITARI

SCHEMA DI PROTOCOLLO D INTESA TRA. la Regione Lombardia e le Province della Lombardia PER

Obbligo per il comune di porre a dimora un albero per ogni neonato residente

CONDIZIONI PARTICOLARI TECNICHE PER L ESECUZIONE DEI LAVORI. DI PULIZIA DEL TERRENO DEMANIALE DELLO STABILIMENTO (Opera R. 13),

COMUNE DI CALCIO. PIANO ATTUATIVO AMBITO DI TRASFORMAZIONE AT12 a destinazione logistico-produttiva

COMUNE DI CALVENZANO SCHEMA DI REGOLAMENTO DEL VERDE EXTRAURBANO

I N D I C E. 4. Quadro Economico

Dalle criticità idrauliche alla gestione della vegetazione: la manutenzione dei corsi d acqua nell approccio regionale

ECONOMICA POPOLARE. Variante di specificazione art.34 L. 865/71 P.E.E.P N 15 VIA VENTIMIGLIA RELAZIONE TECNICA DEL PROGETTO DEL VERDE

REGOLAMENTO PER L ESECUZIONE DI LAVORI DA PARTE DI IMPRENDITORI AGRICOLI AI SENSI ART. 15 D. LGS , N. 228

REGOLAMENTO DEL PARCO DEI MUGHETTI PARCO LOCALE D INTERESSE SOVRACOMUNALE

DISCIPLINA DELLE UTILIZZAZIONI FORESTALI

Piantare e coltivare le fasce tampone

VIVAIO. Specie arboree V 001 1,00 5,00 10,00. Piccolo * Medio * Grande * Fam. Aceracee Acero Campestre ACER CAMPESTRE 1,00 5,00 10,00

TIMBRO A DATA DEL PROTOCOLLO DI PRESENTAZIONE Mod. 10

ART. 3 ART. 4 - ART. 5 - ART. 6 ART. 7

IL CASO STUDIO DEL TORRENTE SEVESO

Operazione Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000

RELAZIONE TECNICA INERENTE LA CLASSIFICAZIONE DI USO DEL SUOLO, AI SENSI DELLA L.R. 39/2000, DI UN AREA POSTA IL LOCALITÀ GUAZZI, NEL COMUNE DI POPPI

Elevato valore ambientale dei boschi ripariali oggetto di intervento

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE IDRAULICO-FORESTALE NELLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI LE LINEE DI AZIONE DELLA REGIONE PIEMONTE.

Comune di Ravenna. Piano Urbanistico Attuativo S12 - Casalborsetti. Cino Zucchi Architetti. GSA srl. Ettore Rinaldini Architetto

Regime sanzionatorio per abbattimenti di alberi non autorizzati

Pubblicato sul BURL n. 27 Serie Avvisi e Concorsi del in vigore dal

Le Linee guida regionali sulla gestione della vegetazione ripariale

Allegato 2. Specificazioni normative per gli interventi nelle aree boscate o nei boschi

GRUPPO A Specie a lento accrescimento e di rilevante interesse ecologico e storico testimoniale.

COMUNE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA Provincia di Grosseto IL SINDACO

RELAZIONE AGRONOMICA

Elenco qc identificazione risorsa. componente territorio rurale. particelle interessate (anche in parte) tipologia. norme

GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

UNIONE MONTANA delle VALLI MONGIA e CEVETTA LANGA CEBANA ALTA VALLE BORMIDA Provincia di Cuneo

Il progetto GESPO: Linee guida per la gestione della vegetazione di sponda dei corsi d acqua secondo criteri di sostenibilità ecologica ed economica

La gestione della vegetazione di sponda dei corsi d acqua: aspetti colturali, ambientali e opportunità di valorizzazione

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA Servizio di manutenzione delle aree a verde pubblico

I Convegno Italiano sulla Riqualificazione Fluviale

Comune di Pero. Individuazione del Reticolo Idrico Minore e regolamentazione delle attività di Polizia Idraulica REGOLAMENTO DI POLIZIA IDRAULICA

PRONTUARIO DI MITIGAZIONE AMBIENTALE (modalità per la realizzazione di siepi e filari alberati)

PER SCARICARE I PDF DELLE LEZIONI ANDATE SU:

Schede descrittive. Arboricoltura

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE TOSCANA - N. 31 DELIBERAZIONE 18 luglio 2005, n. 726

La struttura del legno delle angiosperme. Caratteri macroscopici e microscopici. I piani di osservazione del legno

Campo di condizionalità: buone condizioni agronomiche

OIKOS 2000 CONSULENZA E INGEGNERIA AMBIENTALE SAGL. Interventi di gestione e valorizzazione della vegetazione riparia del fiume Gaggiolo

LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici

PRINCIPALI NOVITA DI PIANO DELLE REGOLE E PIANO DEI SERVIZI

LEGGE REGIONALE N. 24

CITTÀ DI MOGLIANO VENETO

Interventi di manutenzione delle alberature cittadine

COMUNE DI MIRANO Bosco Parauro. Riassunto del Piano del Gestione Forestale Associazione Forestale di Pianura

La presente relazione di stima è stata redatta per determinare il più probabile valore di

PROVINCIA DI VICENZA

COMUNE DI PIOVENE ROCCHETTE Provincia di Vicenza

Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e successive modifiche

INTERVENTI FORESTALI COMPUTO METRICO ESTIMATIVO

Tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. Norme di Attuazione: Titolo 4

(omissis) IL DIRIGENTE (omissis) determina

Dissesti riale Val Molina

Assetto del Territorio - Settore

La Misura 222 del Programma regionale di Sviluppo rurale

SISTEMAZIONE DELLA S.P. 31 STRADA DELLA RIPA

Provincia di Torino Comune di Cafasse. Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO

La presente Relazione Tecnica riguarda il sito n 10 del PIT ricadente nel Comune di Empoli (FI).

7. Il Piano di Assetto idrogeologico Le fasce fluviali

4) Il progetto di ampliamento degli insediamenti presenti in tessuti urbani consolidati dovrà dimostrare:

RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE

ELENCO PIANTE AUTOCTONE E INDICAZIONE DELLE PIANTE NON AUTOCTONE E PERIODII PER IL TAGLIO E L IMPIANTO ENTE PARCO REGIONALE DEL CONERO

LEGGE FORESTALE DELLA TOSCANA L.R.T. 39/2000

PARCO "EUROPA" Il Parco Europa possiede 286 piante, suddivise in 28 specie. Percorso botanico Parco Europa Pagina 1

COMPUTO METRICO ESTIMATIVO

1. Al comma 1 dell articolo 98 del d.p.g.r. 48/R/2003

CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI PISA E IL CONSORZIO DI BONIFICA UFFICIO DEI FIUMI E FOSSI DI PISA OGGETTO

REGOLAMENTO DEL PARCO DEI MUGHETTI PARCO LOCALE D INTERESSE SOVRACOMUNALE

APPENDICE AL REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE (Delibera n 228 del 09/09/1993)

Alternative di progetto e Valutazione Multi-criteriale

il reticolo idrico della Provincia di Bergamo

Obiettivi della misura, collegamenti e coerenza con la strategia

SERVIZIO SVILUPPO ECONOMICO, AGRICOLTURA E PROMOZIONE DEL TERRITORIO DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

LATIFOGLIE. Specie in latino. Specie in italiano Età Altezze Circonferenza. Provenienza. Prezzo in Fr. Tipo. Pagina 1 di 5

OPERE DI COMPENSAZIONE FORESTALE IN LOCALITÀ BOZA EX L.R. 31/2008 ART.

Regione del Veneto. Giunta Regionale ACCORDO DI PROGRAMMA. Progetto integrato di sviluppo locale del paesaggio culturale.

C O M U N E D I V I C E N Z A

Programma di gestione della vegetazione ripariale dei fiumi Secchia e Panaro dalle Casse di espansione al confine provinciale Ordinanza n.

COMUNE DI CASTEL MELLA Provincia di Brescia

CENSIMENTO INDIVIDUI ARBOREI SINGOLI, IN FILARE O IN GRUPPO ISOLATO - INDICE -

REGIONE CALABRIA LEGGE REGIONALE MODIFICHE ALLA LEGGE REGIONALE 5 NOVEMBRE 2009, N. 40 (ATTIVITA ESTRATTIVA NEL TERRITORIO DELLA REGIONE CALABRIA),

DIRETTORE AREA MANUTENZIONI. Determina N. 214 Data Adozione 05/08/2016. Atto Pubblicato su Banca Dati escluso/i allegato/i. Numero proposta: -

Convenzione tra il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e l Unione dei. Comuni del Casentino per l esecuzione di un programma di interventi di

COMUNE DI CASTIGLIONE DELLA PESCAIA Provincia di Grosseto IL SINDACO

Vista la DGR 1298 del 28 dicembre 2009 con la quale è stato approvato il bilancio gestionale 2010 e pluriennale 2010/2012; A voti unanimi DELIBERA

Determinazione del dirigente Numero 653 del 01/07/2016

Provincia di Ravenna Piazza dei Caduti per la Libertà, 2

(servizi di manutenzione e riparazione gruppi elettrogeni - parte elettrica (art. 1 comma 3 lettera f e comma 6)

Transcript:

PROVINCIA DI PISA Servizio Forestazione e Difesa Fauna CONSORZIO DI BONIFICA VAL D ERA Protocollo d intesa per la realizzazione di un intervento pilota mirato alla salvaguardia delle piante tartufigene in zone soggette alla sicurezza idraulica (art. 8) DOCUMENTO TECNICO PARCO DEL TARTUFO

- Indice ART. 1) OGGETTO...4 ART. 2) CORSI D ACQUA INTERESSATI DAL PARCO DEL TARTUFO...4 ART. 3) INDIVIDUAZIONE DELLE PIANTE TARTUFIGENE E DELLA VEGETAZIONE RIPARIA DA SALVAGUARDARE...4 ART. 4) SEGNALAZIONE DELLE PIANTE TARTUFIGENE DA SALVAGUARDARE E DELLA VEGETAZIONE DA SALVAGUARDARE...4 ART. 5) ONERI DELLA MANUTENZIONE...5 ART. 6) MANUTENZIONE DEI TRATTI INTERESSATI...5 ART. 7) EVENTI A RISCHIO DI SALVAGUARDIA IDRAULICA...5 ART. 8) MODALITÀ DI ESECUZIONE DEGLI INTERVENTI...5 ART. 9 - TEMPI DI ATTUAZIONE...7 01/08/2008 Pagina 2 di 7

DOCUMENTO TECNICO PREMESSO CHE: o In data 01 marzo 2006 è stato firmato tra il Consorzio di Bonifica Val d Era, la Provincia di Pisa, Servizio Agroalimentare e Forestazione, la Provincia di Pisa Servizio Difesa del Suolo, il Comune di San Miniato, il Comune di Palaia, il Comune di Volterra, l Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi e l Associazione Tartufai della Val di Cecina, il Protocollo d Intesa, repertorio Provincia di Pisa n. 170/06, riguardante la realizzazione di un intervento pilota finalizzato alla salvaguardia delle piante tartufigene in zone soggette alla sicurezza idraulica. o Si ritiene opportuno sintetizzare l intervento pilota come Parco del Tartufo anche ai fini del piano di comunicazione verso l esterno. o Tale protocollo all art. 8 prevedeva che la disciplina delle disposizioni, di cui agli artt. 3, 4, 5, 6 e 7, avvenisse mediante un documento tecnico predisposto dal Consorzio di Bonifica Val d Era. o Dal 1 novembre 2006 il Servizio Agroalimentare e Forestazione della Provincia di Pisa ha assunto la denominazione di Servizio Forestazione e Difesa Fauna. o Si rende necessaria l individuazione di un area campione, prioritariamente compresa nelle zone a vocazione tartufigena individuate dagli strumenti di programmazione urbanistica dei comuni, o limitrofe per un successivo inserimento nelle stesse, sulla quale realizzare interventi sperimentali finalizzati alla salvaguardia delle piante tartufigene ai fini della futura applicazione in porzioni più ampie del comprensorio di bonifica nel rispetto della buona gestione idraulica dei corsi d acqua interessati. o Si ritiene opportuno individuare la citata area campione lungo la fascia di rispetto di 4 metri dei corsi d acqua e in terreni immediatamente adiacenti, da ottenere in disponibilità dai rispettivi proprietari, in zone geografiche già interessate da progetti avviati legati al turismo naturalistico ed enogastronomico, come percorsi naturalistici (trekking, ippovia), oppure ad attività di tipo didattico educativo. o Il Documento Tecnico costituisce l atto di riferimento di tutti gli interventi successivi attraverso i quali verranno: analizzate, a seconda delle varie situazioni, le tipologie più adatte e i costi relativi; sviluppati i rapporti operativi tra Provincia di Pisa e Consorzio di Bonifica Val d Era; esemplificati i modelli in funzione dello sviluppo del ruolo multifunzionale dell impresa agricola attraverso i meccanismi del D.Lgs. 228/01 e D.Lgs. 227/01, rispettivamente legge di orientamento agricolo e forestale. o Gli interventi per realizzare il Parco del Tartufo, oltre che con la programmazione dei soggetti pubblici e privati interessati dal Documento Tecnico, si raccordano con il lavoro sperimentale, coordinato dalla Provincia di Pisa in collaborazione con tutti i consorzi di bonifica del territorio provinciale, mirato ad individuare di interventi di manutenzione idraulica compatibili con la salvaguardia degli ambienti tartufigeni e faunistici, presentato il 28 marzo 2008 all Aeroporto Galilei di Pisa in occasione del convegno sullo stesso tema. o L approvazione del Documento Tecnico, trattandosi di un atto gestionale nel pieno rispetto ed in continuità con il protocollo d intesa citato, da parte della Provincia è a cura del Servizio Forestazione e Difesa Fauna mediante Determinazione Dirigenziale, quindi senza necessità di ulteriori approvazioni. o Il Documento Tecnico costituirà la base di riferimento anche per successive intese tra il Consorzio di Bonifica della Valdera e la Provincia di Pisa, Servizio Forestazione e Difesa Fauna, finalizzate alla realizzazione di progetti esecutivi e gestione di lavori di tipo manutentorio e di salvaguardia delle piante tartufigene di cui all art. 2 lettera f) del citato Protocollo d Intesa, in riferimento al Parco del tartufo. 01/08/2008 Pagina 3 di 7

Art. 1) Oggetto Il Documento Tecnico è realizzato in base al protocollo d intesa, art. 8, sottoscritto in data 1 marzo 2006 tra il Consorzio di Bonifica Val d Era; la Provincia di Pisa, Servizi Agroalimentare e Forestazione e Difesa del Suolo; i Comuni di San Miniato, Palaia, Volterra; le Associazioni Tartufai delle Colline Sanminiatesi e della Val di Cecina, finalizzato alla realizzazione di un intervento pilota mirato alla salvaguardia delle piante tartufigene e della vegetazione di ripa, in zone soggette alla salvaguardia idraulica nell ambito del Consorzio di Bonifica Val d Era. Tale intervento pilota è denominato per sintesi comunicativa Parco del Tartufo. Il Documento Tecnico costituisce la base di riferimento per successive intese tra il Consorzio di Bonifica della Valdera e il Servizio Forestazione e Difesa Fauna della Provincia di Pisa, di seguito indicato come Provincia di Pisa, finalizzate alla realizzazione di progetti esecutivi e gestione di lavori di tipo manutentorio e di salvaguardia delle piante tartufigene e della vegetazione di ripa del Parco del Tartufo. Art. 2) Corsi d acqua interessati dal Parco del Tartufo Per la realizzazione degli interventi del Parco del Tartufo, a seguito del confronto tra le Associazioni dei Tartufai, la Provincia di Pisa,, ed il Consorzio di Bonifica Val d Era, sono stati individuati i seguenti tratti di corsi d acqua del comune di Palaia, di cui: a) Torrente Carfalo (dallo sbocco nel Torrente Roglio, fino all attraversamento della S.P. n.13 delle Colline per Legoli); b) Rio Piccola Tosola. I tratti interessati, evidenziati in giallo nella cartografia allegata al presente documento, sono ritenuti prioritari in quanto compresi nelle zone a vocazione tartufigena individuate dallo strumento di programmazione urbanistica del comune, o immediatamente limitrofi per un successivo inserimento nelle stesse, e/o in corrispondenza di percorsi trekking, mountain bike o ippovie, lungo i quali sono in già atto progetti legati allo sviluppo del turismo naturalistico ed enogastronomico. Il Parco del Tartufo potrà essere ampliato anche ad altri corsi d acqua, sia nello stesso comune che in altri del comprensorio di bonifica, aventi le stesse caratteristiche sopra indicate. Art. 3) Individuazione delle piante tartufigene e della vegetazione riparia da salvaguardare La stesura dei progetti di manutenzione dei corsi d acqua legati al Parco del Tartufo di cui all art. 2 da parte dei tecnici consortili verrà preceduta da sopralluogo congiunto con gli incaricati della Provincia di Pisa, e dell Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi. Tale sopralluogo sarà finalizzato, nell ambito della fascia di 4 metri di rispetto lungo i tratti di corso d acqua interessati, alla individuazione delle aree intorno alle piante a vocazione tartufigena da salvaguardare ed alla valutazione delle eventuali variazioni di costo che deriveranno all attività consortile per effettuare la manutenzione programmata, salvaguardando anche le piante suddette. Altresì, il sopralluogo suddetto sarà finalizzato alla individuazione della vegetazione di ripa da salvaguardare e, conseguentemente, alla valutazione della compatibilità dell utilizzo delle macchine operatrici negli interventi di manutenzione, con la salvaguardia della vegetazione riparia medesima. Art. 4) Segnalazione delle piante tartufigene da salvaguardare e della vegetazione da salvaguardare Una volta individuate le piante da tutelare, l area di pertinenza e la vegetazione di ripa da salvaguardare, sarà cura dell Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi realizzare delle opportune segnalazioni delle stesse. 01/08/2008 Pagina 4 di 7

Svolta la suddetta operazione, un tecnico Consortile procederà alla verifica della corretta individuazione. Art. 5) Oneri della manutenzione L onere della manutenzione dei corsi d acqua di cui all art. 2 è a carico del Consorzio Bonifica Val d Era. Eventuali interventi aggiuntivi di manutenzione, legati alla cura di piante tartufigene e dell area di pertinenza, o di salvaguardia della vegetazione di ripa che necessitino di macchine operatrici come descritto al precedente art. 3 e al successivo art. 6, verranno effettuati direttamente dalla Provincia di Pisa; allo stesso ente faranno carico i relativi oneri sostenuti da specifiche risorse finanziarie disponibili in bilancio ed individuate attraverso lo strumento della programmazione. Art. 6) Manutenzione dei tratti interessati Una volta individuate le piante tartufigene da salvaguardare, unitamente alla vegetazione di ripa, il Consorzio di Bonifica Val d Era continuerà ad eseguire l ordinaria manutenzione lungo i corsi d acqua oggetto del presente disciplinare, avendo l accortezza di salvaguardare durante le operazioni le piante tartufigene e la vegetazione riparia segnalate. La Provincia di Pisa provvederà tramite appositi progetti sia alla cura puntuale delle piante tartufigene e dell area di pertinenza delle stesse, quali potatura delle fronde ed eventuale pulizia dell area intorno al fusto che ad effettuare la manutenzione di quei tratti che richiedano al Consorzio di Bonifica Val d Era un aggravio manutentivo rispetto alla normale operatività dovuto all impiego di mezzi leggeri rispetto a quelli usuali o, ricorso al tagli o a mano laddove usualmente si ricorre al taglio meccanico, nel rispetto delle indicazioni di cui all art. 8. La Provincia di Pisa potrà realizzare anche gli interventi di manutenzione idraulica che il Consorzio di Bonifica Val d Era ordinariamente esegue. In tale eventualità verranno individuati i corsi d acqua sui quali intervenire sulla base di specifici progetti concertati con il Consorzio di Bonifica Val d Era; tali interventi potranno essere finanziati da risorse attivate allo scopo, tra cui quelle consortili. In tal caso verranno sottoscritti tra le parti accordi di tipo oneroso mediante convenzione. Gli interventi di manutenzione idraulica sui corsi d acqua individuati con la presente convenzione verranno progettati ed eseguiti sulla base delle modalità di cui all art. 8. Art. 7) Eventi a rischio di salvaguardia idraulica Il Consorzio di Bonifica Val d Era, in qualità di manutentore dei corsi d acqua interessati dal progetto pilota denominato Parco del Tartufo, ai sensi della L.R. 34/94 e successive modifiche ed integrazioni, per proprie esigenze di manutenzione, a seguito di eventi che mettessero a rischio la salvaguardia idraulica del reticolo, potrà in ogni momento procedere al taglio della vegetazione segnalata di cui ai precedenti punti. Il Consorzio di Bonifica Val d Era comunicherà alla Provincia di Pisa il verificarsi di tale evento, ad eccezione dei casi ricadenti nella fattispecie di interventi in somma urgenza. Art. 8) Modalità di esecuzione degli interventi I corsi d acqua interessati dalla presente convenzione saranno oggetto di interventi di manutenzione progettati ed eseguiti sulla base delle seguenti indicazioni operative. In corrispondenza di argini artificiali, di difese di sponde, di dighe in terra, di opere di presa o derivazione e di altre opere idrauliche o di bonifica è consentito il taglio della vegetazione forestale che possa recare danno alla conservazione o alla funzionalità delle opere stesse. 01/08/2008 Pagina 5 di 7

Negli alvei artificiali ed in quelli naturali è consentito il taglio della vegetazione forestale che possa costituire pericolo per l ostruzione della sezione idraulica. Sulle sponde poste al di fuori dell alveo è consentito il taglio delle piante in pessime condizioni fitosanitarie, inclinate o sradicate che possano interessare l alveo con la loro caduta, ove ciò sia motivato dall esigenza di evitare franamenti o sradicamenti di piante. I tagli sopra indicati possono essere attuati durante tutto l anno. Al di fuori della fascia di rispetto dei 4 metri, su terreni in disponibilità ricadenti all interno delle zone tartufigene individuate nello strumento urbanistico del comune, potranno essere realizzate nuove piantagioni di essenze arboree unicamente delle seguenti specie: Quercus sp.pl. querce Ostrya carpinifolia Scop. carpino nero Carpinus betulus L. carpino bianco Corylus avellana L. nocciolo Salix alba L. salice bianco Tilia platyphyllos Scop. tiglio Populus alba L. pioppo bianco Populus nigra L. pioppo nero In occasione dei tagli di manutenzione saranno preservate le piante sporadiche delle seguenti specie, quando presenti con densità inferiore a venti piante ad ettaro per singola specie, e aventi diametro maggiore di 8 centimetri: Acer sp.pl. aceri Cercis siliquastrum L. albero di Giuda Fraxinus oxycarpa Bieb. ex Wild frassino ossifillo Malus sp.pl. melastri Prunus avium L. ciliegio Pyrus sp.pl. perastri Quercus suber L. sughera Sorbus sp.pl sorbi Tilia sp.pl. tigli Ulmus sp.pl. olmi In occasione degli stessi tagli potrà essere eseguito il dirado selettivo dei soggetti di minore sviluppo e peggiore conformazione, entro un massimo di un terzo dei soggetti presenti, ove tali piante siano presenti in gruppi della stessa specie. Le ramaglie e gli altri residui della lavorazione verranno allontanati dalla tagliata o, in alternativa, lasciati in posto a condizione che: a) siano distribuiti sul terreno depezzati, in modo da facilitare l adesione al terreno stesso, o posti in cumuli o andane di ridotto volume e di altezza non superiore ad 1 metro; b) siano collocati a distanza superiore a 15 metri da strade rotabili di uso pubblico, da ferrovie o da cesse, viali e fasce parafuoco; c) non siano collocati all interno dell alveo di massima piena di fiumi, fossi, torrenti o canali; d) i cumuli e le andane siano realizzati negli spazi liberi da ceppaie vitali tranne che nelle zone ove siano prevedibili danni ai ricacci causati dalla fauna selvatica ove i residui della lavorazione possono essere sistemati a protezione delle ceppaie tagliate; Gli interventi di manutenzione in linea generale non dovranno possibilmente intaccare gli elementi naturalistici ed estetici del bosco ripario; pertanto si cercherà di mantenere gli alberi che presentano le seguenti caratteristiche: ceppaie protendentesi sul corso d acqua (ceppaie pensili ma stabili), come rifugio dell ittiofauna soggetti pendenti sul corso d acqua, se non instabili, aventi interesse estetico 01/08/2008 Pagina 6 di 7

individui deperienti o morti, siti accertati di nidificazione di uccelli. Al fine di evitare l innesco di nuovi fenomeni erosivi si dovrà evitare di sradicare le ceppaie. Durante gli interventi di manutenzione si cercherà di preservare arbusti quali: sanguinello, pruni, biancospino, evonimo, corniolo, sambuco; che, oltre a svolgere un importante funzione meccanica contrastando i fenomeni erosivi, sono fonte di nutrimento per numerose specie animali. Al fine di evitare il compattamento del suolo per le lavorazioni verranno utilizzati di preferenza mezzi meccanici leggeri mentre per preservare il più possibile la vegetazione riparia si preferiranno interventi effettuati a mano. Art. 9 - Tempi di attuazione L intervento pilota avrà una durata di tre anni. Alla fine del terzo anno verranno valutati, da ogni singola amministrazione interessata, i risultati conseguiti la cui comunicazione verrà data in forma congiunta e coordinata tra i soggetti sottoscrittori del Protocollo d Intesa. 01/08/2008 Pagina 7 di 7