Il mercato del lavoro: tendenze evolutive e prospettive occupazionali

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Transcript:

Il mercato del lavoro: tendenze evolutive e prospettive occupazionali 2015

IL MERCATO DEL LAVORO: TENDENZE EVOLUTIVE E PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI

SOMMARIO IL CONTESTO MONDIALE... 4 L OCCUPAZIONE IN ITALIA: TENDENZE EVOLUTIVE... 5 PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI IN MOLISE... 11

IL CONTESTO MONDIALE Secondo un rapporto dell Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), in tutto il mondo, solo un quarto dei lavoratori ha un rapporto di lavoro stabile: infatti, nei paesi dove i dati sono disponibili (che corrispondono all 84% della manodopera globale), i tre quarti dei lavoratori hanno contratti temporanei o a breve termine, lavorano nel settore informale 1 (tutta quella parte di economia che non è regolamentata da norme legali o contrattuali), spesso senza nessun contratto, sono lavoratori autonomi, o svolgono un lavoro familiare non retribuito. Negli ultimi anni, quindi, sta emergendo la tendenza alla precarizzazione del lavoro: aumenta, inoltre, il lavoro a tempo parziale, soprattutto fra le donne. Nella maggior parte dei paesi con dati disponibili, infatti, i posti di lavoro a tempo parziale sono aumentati più di quelli a tempo pieno. Se, quindi, in alcuni casi le forme atipiche di lavoro possono aiutare le persone ad accedere al mercato del lavoro, questi nuovi cambiamenti riflettono anche la diffusione di una insicurezza che colpisce oggi numerosi lavoratori in tutto il mondo. Questa trasformazione del rapporto di lavoro tradizionale è, in molti casi, associato anche ad un aumento delle disuguaglianze e della povertà in diversi paesi. Le disuguaglianze di reddito sono, infatti, in aumento o comunque rimangono elevate nella maggior parte dei paesi; una tendenza aggravata, appunto, dalla diffusione di forme di lavoro temporaneo, dall aumento della disoccupazione e dell inattività. Durante l ultimo decennio si è ampliato il divario di reddito tra i lavoratori a tempo indeterminato e quelli temporanei. Inoltre, secondo l analisi di numerosi studiosi, questa tendenza rischia di prolungare il circolo vizioso caratterizzato da una domanda globale debole e da una lenta creazione di posti di lavoro, fenomeni che hanno interessato l economia globale e diversi mercati del lavoro durante tutto il periodo successivo alla crisi. In conclusione, il mondo si trova di fronte alla prospettiva di una prolungata crescita della disoccupazione, della povertà e delle disuguaglianze. Generalmente, si assiste ad una ripresa dell occupazione solo diversi anni dopo la ripresa economica. In alcuni paesi, il semplice ritorno ai livelli occupazionali precedenti alla crisi non basterà per rafforzare in modo decisivo l economia e per garantire lavori dignitosi per donne e uomini. 1 I lavoratori del settore informale non sono spesso lavoratori dipendenti nel senso abituale del termine: sono formalmente indipendenti, effettivamente spesso in relazioni di dipendenza riguardo a quelli che li pagano ancora molto più violente dei lavoratori dipendenti. Tipicamente, si tratta di lavoratori a domicilio (abbigliamento, alimentazione, tabacchi, artigianato, introduzione e trattamento di dati informatici, ecc.), rappresentanti ambulanti o in mercati non regolamentati e micro-beneficiari di servizi (pulizia, trasporti, ecc.), collaboratori domestici, contadini senza terra o costretti a lavorare sulle terre d'altri per sopravvivere.

L OCCUPAZIONE IN ITALIA: TENDENZE EVOLUTIVE L economia italiana è attraversata da una fase di profonda crisi con il Pil che è tornato a crescere solo nell ultimo anno, anche se appena dello 0,8%. Le politiche di bilancio di segno restrittivo, la caduta del clima di fiducia degli operatori economici, e la riduzione del credito si sono tradotti in un crollo della domanda interna. La caduta del prodotto ha determinato, inevitabilmente, la crisi del mercato del lavoro. Nel confronto europeo vi sono altri Paesi in cui il mercato del lavoro, tenuto conto dell andamento del Pil, ha fatto peggio dell Italia. L entità delle perdite occupazionali è stata contenuta in Italia dalla riduzione delle ore lavorate per occupato e dalla flessione della produttività del lavoro. Figura 1: Numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni. Italia, anni 2005-2015 1.400.000.000 Numero totale di ore autorizzate 1.200.000.000 1.000.000.000 800.000.000 600.000.000 400.000.000 200.000.000 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat Figura 2: Occupati a tempo parziale. Italia, anni 2005-2015 4.500,000 4.000,000 3.500,000 3.000,000 2.500,000 2.000,000 1.500,000 1.000,000 500,000 0,000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat La riduzione delle ore lavorate per occupato dipende dall aumento del ricorso alla CIG, dalla riduzione delle ore di straordinario e, soprattutto, dall aumento negli ultimi anni della diffusione del part-time. Una quota importante dei lavoratori part-time è, inoltre, di carattere involontario, si tratta cioè di lavoratori che non hanno trovato un impiego a tempo pieno pur desiderandolo.

In Molise, se le ore di Cassa integrazione guadagni sono quasi raddoppiate rispetto agli anni pre-crisi, con una sensibile diminuzione nell ultimo anno di analisi, gli occupati a tempo parziale sono dapprima diminuiti proprio negli anni di crisi economica, per poi tornare ad aumentare negli ultimi due anni. Figura 3: Numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni. Molise, anni 2005-2015 7.000.000 Numero totale di ore autorizzate 6.000.000 5.000.000 4.000.000 3.000.000 2.000.000 1.000.000 0 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat Figura 4: Occupati a tempo parziale. Molise, anni 2005-2015 115,000 110,000 105,000 100,000 95,000 90,000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat Durante questi anni la parte più giovane della popolazione è risultata quella più colpita delle altre dal deterioramento del mercato del lavoro. Negli ultimi anni è aumenta anche la partecipazione al lavoro dei giovani, e ciò ha concorso ad elevare ulteriormente il tasso di disoccupazione, e a ridurre significativamente le opportunità di ottenere o mantenere un impiego. La pressione dei giovani sul mercato del lavoro si sta traducendo in una crescente disponibilità ad accettare lavori meno qualificati, con una crescita del fenomeno dell overeducation, (ossia quando il titolo di studio non è necessario per acquisire il posto di lavoro) e sovente anche a condizioni sfavorevoli, con un aumento del sottoinquadramento. In base agli ultimi dati Almalaurea, inoltre, i giovani italiani hanno dovuto fare i conti anche con un aumento delle differenze occupazionali tra Nord e Sud. Infatti ad un anno dal titolo di studio

magistrale, il differenziale occupazionale in Italia è pari a 21 punti percentuali: è occupato il 74% dei laureati residenti al Nord e il 53% tra coloro che risiedono nelle aree meridionali. Il tasso di disoccupazione è pari al 17% tra i colleghi del Nord e sale al 36% tra quelli del Sud. In tale contesto i laureati residenti al Centro si collocano di fatto in una condizione intermedia. Gli occupati che lavorano al Sud mostrano una migliore stabilità lavorativa (autonomo effettivo e tempo indeterminato) rispetto ai colleghi del Nord: ad un anno dalla laurea, possono contare su contratti stabili rispettivamente il 30% contro il 25%. Questo è dovuto al fatto che nel Mezzogiorno, in risposta alle difficoltà del mercato del lavoro locale, è più elevata la percentuale del lavoro autonomo, che coinvolge l 11% degli occupati contro il 7% del Nord. Si registrano ampie differenze tra Nord e Sud anche in merito alle attività lavorative non regolamentate che interessano il 3% dei laureati magistrali del Nord e il 10% di quelli del Sud. Elevate anche le differenze retributive: tra i neolaureati che hanno iniziato l attuale attività lavorativa dopo la laurea e lavorano a tempo pieno, il differenziale è pari al 16%. Al Nord, il guadagno è di 1.290 euro mensili netti rispetto ai 1.088 euro dei colleghi del Mezzogiorno. Un differenziale che, pur non tenendo conto del diverso costo della vita delle ripartizioni territoriali, resta rilevante. In merito all efficacia del titolo, indicatore che combina la richiesta della laurea per l esercizio del lavoro svolto e l utilizzo - nel lavoro - delle competenze apprese all Università, le differenze sono marginali. Il titolo è efficace o molto efficace per il 51% degli occupati al Nord contro il 53% al Sud. Su questo risultato incide la maggiore diffusione al Sud delle attività di natura autonoma caratterizzate da livelli più alti di efficacia. A cinque anni dal conseguimento del titolo le differenze territoriali tra Nord e Sud del Paese si riducono apprezzabilmente, ma restano sempre a favore del Settentrione. Tra i laureati magistrali il differenziale occupazionale Nord-Sud scende a 15 punti percentuali. Lavorano 89 laureati su cento residenti al Nord, mentre al Sud l occupazione coinvolge il 74% dei laureati. Tra uno e cinque anni, scende anche il differenziale del tasso di disoccupazione che si attesta su 12 punti percentuali: è pari al 6% al Nord e al 18% al Sud. Cresce la stabilità, seppur a cinque anni sia più elevata al Nord dove coinvolge 72 occupati su cento contro il 67% del Sud. Anche in questo caso, a giocare un ruolo rilevante sono le diverse opportunità lavorative offerte dal tessuto economico e produttivo locale. Al Nord è infatti maggiore la quota di chi lavora alle dipendenze con contratti a tempo indeterminato: riguardano 54 occupati su cento contro il 36% del Sud. Il lavoro autonomo si dimostra, ancora una volta al Sud, una risposta attiva alle difficoltà di reperimento di un impiego: coinvolge quasi un terzo degli occupati del Mezzogiorno, contro il 18% del Nord. A cinque anni dal titolo, al Sud crolla la percentuale di laureati che lavora senza un regolare contratto: è il 2,5% rispetto all 1% al Nord. Migliorano anche le retribuzioni: al Nord si attestano a 1.480 euro mensili netti, mentre al Sud arrivano a 1.242 euro. Cresce anche l efficacia: il titolo risulta molto efficace o efficace per il 55% degli occupati al Nord e per il 59% degli occupati nel Mezzogiorno. Ancora una volta, su questo risultato incide la maggiore diffusione al Sud delle attività di natura autonoma caratterizzate da livelli più alti di efficacia. Gli intervistati dell Ateneo molisano, ad un anno dalla laurea, per il 33,4% dei casi dichiarano di lavorare, il 28,0% dichiara di non lavorare e non cercare lavoro mentre il 38,5% dichiara di non lavorare, ma di essere attivamente alla ricerca di un occupazione. Tali valori cambiano a 5 anni dalla

laurea con circa li 70% che ha un lavoro, il 21% è ancora alla ricerca, mentre il 9% non lavora e non cerca. Figura 5: Condizione occupazionale studenti ateneo molisano, anno d indagine 2015 Ad un anno dalla laurea A 5 anni dalla laurea 38,5 28 33,4 Lavora Non lavora e non cerca Non lavora ma cerca 9,1 20,9 69,9 Lavora Non lavora e non cerca Non lavora ma cerca Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Almalaurea Il tasso di occupazione degli intervistati del Molise è pari al 41,7% ad un anno dalla laurea che sale a 72,3% a cinque anni dal conseguimento del titolo. Dinamica opposta per il tasso di disoccupazione che è pari al 34,7% dopo un anno dallaa laurea e scende al 16,7% a cinque anni. Figura 6: Caratteristiche del lavoro studenti ateneo molisano, anno d indagine 2015 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Totale stabile 42,2 67,1 A tutele crescenti 1 0 Contratti formativi Non standard 1 4,4 17,9 30,5 ad un anno dalla laurea a 5 anni dalla laurea Parasubordinato 3,2 6,8 Altro autonomo 5,8 9,8 Senza contratto 1,4 8,9 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Almalaurea Tra uno e cinque anni miglioranoo le condizioni occupazionali degli intervistatii con la quota di coloro che dichiarano un condizione di lavoro stabile che passa dal 42,2% al 67,1%. Tra questi fortunati ad avere un lavoro stabile, a cinque anni dalla laurea, coloro che possiedono un lavoro a tempo determinato sono il 44,4%, mentree il restante 22,7% ha un lavoro autonomo effettivo. Gli intervistati con un lavoro non standard (contratto a tempo determinato, contratto di somministrazione di lavoro (ex interinale), lavoro socialmente utile/di pubblica utilità, lavoro intermittente o a chiamata, lavoro ripartito) sono il 30,5% ad un anno dalla laurea che scendono al 17,9% a cinque anni.

Figura 7: Efficacia della laurea studenti ateneo molisano, anno d indagine 2015 70 60 62,6 50 47,7 40 30 20 26,1 26,1 19,2 18,2 ad un anno dalla laurea a 5 anni dalla laurea 10 0 Molto efficace/efficace Abbastanza efficace Poco/Per nulla efficace Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Almalaurea In merito all efficacia del titolo di studio per il lavoro svolto, restano predominanti coloro che dichiarano molto efficace il titolo di studio: il 47,7% dopo un anno dalla laurea; il 62,6% dopo cinque anni. Significativa, comunque, anche la percentuale di coloro che dichiarano che le competenze apprese all Università non siano servite nell attuale lavoro. Questo fenomeno si collega a quello dell overeducation già menzionato un precedenza. In Italia la riflessione sulla questione giovanile è poi scandita dalle preoccupanti statistiche su quell ampia platea di giovani sospesi nel limbo del non studio e del non lavoro i cosiddetti NEET, arrivati a 2 milioni 250 mila, pari al 26,2%, ovvero circa un giovane su quattro tra i 15 e i 29 anni. Un tasso elevato spiegato in buona parte dalle difficoltà sperimentate dai giovani italiani nella transizione verso il mercato del lavoro una volta concluso il percorso di studi. Anche l incidenza dei NEET presenta un elevata differenziazione dal punto di vista territoriale: il tasso sfiora il 35% al Sud, il doppio che nelle regioni del centro-nord. Figura 8: Incidenza giovani NEET su giovani 15-29 anni anno 2014 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 28,1 Incidenza Italia 26,2 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat In Molise i giovani NEET rappresentano il 28,1% dei giovani tra 15 e 29 anni, una percentuale superiore alla media nazionale e in costante crescita soprattutto a partire dal 2010.

Figura 9: Incidenza giovani NEET su giovani 15-29 anni Molise, serie storica 2004-2014 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Istat A tutto ciò si deve aggiungere anche il fenomeno dei working poor, ovvero dei lavoratori a basso salario, che sta assumendo dimensioni rilevanti. Il lavoro è il fattore che più di altri consente agli individui di sfuggire alla povertà, ma la mancanza di qualificazione e gli impieghi precari sono un fattore che aumenta il rischio di percepire un basso salario. In molti casi, le posizioni lavorative a basso salario rappresentano per i giovani lavoratori, che accedono al mercato per la prima volta, una porta di entrata per acquisire esperienza di lavoro e transitare successivamente verso posizioni lavorative con maggiori garanzie e retribuzioni più elevate. Ciò nonostante, spesso le stesse si trasformano in trappole della povertà, senza che vi sia un percorso verso la stabilizzazione del rapporto di lavoro e una maggiore indipendenza economica. In conclusione, tutte le misure di disagio e di divario nelle condizioni dei lavoratori si sono ampliate negli ultimi anni per l effetto determinante della crisi. Le politiche del lavoro possono cercare di contribuire a superarla, ma difficilmente si verificherà una inversione di tendenza se l economia italiana non si riporterà su un sentiero di crescita per un periodo prolungato e a ritmi vivaci.

PROSPETTIVE OCCUPAZIONALI IN MOLISE Abbiamo visto nel paragrafo precedente che senza un ritmo di crescita dell'economia sostenuto difficilmente la crisi occupazionale potrà essere superata nel breve periodo. In base alle previsione fatte dall'isfol nel periodo di previsione (2014-2018), il valore aggiunto a fine 2018 del Molise dovrebbe crescere del 4,8%. In termini occupazionali, l'occupazione, espressa in migliaia di ULA, aumenterà dello 0,6%. Se si considera il solo settore dell'industria in senso stretto, dovrebbe essere attesa una variazione positiva del 8,9%, con il trend espansivo che dovrebbe proseguire per tutto il periodo di riferimento. L'andamento dell'occupazione nel settore dei servizi privati seguirà una simile dinamica. In tale ambito si registreranno tassi di crescita positivi dal primo anno di previsione e risulterà, alla fine del 2018, che l'occupazione sarà aumentata del 3,9%. I settori più importanti per l'economia molisana sperimenteranno quindi una crescita anche in termini di quota di lavoratori occupati. Il settore Attività manifatturiera dovrebbe registrare un aumento nell'occupazione, la cui quota di livello passerà dal 14,5% al 15,7% della manodopera complessiva regionale. Il Commercio, un altro settore molto importante, dovrebbe mantenere un peso stabile nell'economia regionale. Contemporaneamente le maggiori contrazioni occupazionali dovrebbero concentrarsi nei seguenti settori: Agricoltura, silvicoltura e pesca (-3,5% medio annuo), Costruzioni e fornitura di acqua e rifiuti (-2% annuo). Passando ad un'analisi dell'occupazione per categorie professionali, quelle nelle quali si potrebbe registrare una variazione positiva potrebbero essere le professioni esecutive nel lavoro d'ufficio (+6,6%) e le professioni tecniche (+4,6%). Al contrario una diminuzione occupazionale, stando alle previsioni, si avrà nelle altre categorie professionali, con quelle dei legislatori, imprenditori e alta dirigenza (-7,6%) che registra la performance peggiore nel periodo di riferimento. Figura 10: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 -0,5% -1,0% -1,5% -2,0% -2,5% -3,0% -3,5% -4,0% LEGISLATORI, IMPRENDITORI E ALTA DIRIGENZA -3,4% Membri dei corpi legislativi e di governi, dirigenti ed equiparati dell'amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse nazionale Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Più nel dettaglio nella categoria professionale "legislatori, imprenditori e alta dirigenza" il gruppo professionale che dovrebbe fare peggio sono i membri dei corpi legislativi e di governi, dirigenti ed equiparati dell'amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende -1,8% Imprenditori e responsabili di piccole aziende

e nelle organizzazioni di interesse nazionale che dovrebbero registrare una variazione percentuale media annua nel periodo 2014-2018 di -3,4%. Stabili dovrebbero mantenersi il numero di imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende, mentre in calo sono previsti gli imprenditori e i responsabili di piccole aziende. Più disomogenea la situazione nella categoria professionale "Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione" nella quale a crescere saranno soprattutto le professioni specialistiche della salute, nelle scienze della vita e specialisti in scienze umane, sociali artistiche e gestionali. Viene confermata, quindi, la tendenza all'aumento dell'occupazione nella produzione/prestazione di servizi per la produzione e per le persone. Tra i servizi personali con occupazione in espansione, vi sono quelli socio-sanitari, in particolare quelli che riguardano i bisogni della popolazione anziana. Sono previsti in aumento in Molise anche gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali, mentre dovrebbero diminuire gli ingegneri, architetti e professioni assimilate e gli specialisti della formazione e della ricerca. Figura 11: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% -1,0% -2,0% 1,5% Specialisiti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE -0,7% Ingegneri, architetti e professioni assimilate Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Figura 12: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 2,4% Specialisti nelle scienze della vita 3,5% PROFESSIONI TECNICHE 1,0% Specialisti della salute Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali -1,3% Specialisti della formazione e della ricerca 5,0% 4,5% 4,0% 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 4,4% Professioni tecniche in campo Professioni tecniche nelle scienze scientifico, ingegneristico e della della salute e della vita produzione 0,7% Professioni tecniche nell'organizzazione, amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali 1,8% Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol

Anche tra le professioni tecniche dovrebbero aumentare soprattutto quelle delle scienze della salute e della vita e quelle dei servizi pubblici e alle persone. Più stabili sono previste le professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione e le professioni tecniche nell'organizzazione, amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali. Tra le professioni esecutive nel lavoro d ufficio a crescere con passo più deciso saranno gli impiegati addetti ai movimenti di denaro e all assistenza clienti. Sono previsti in leggero aumento anche gli impiegati addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio e gli impiegati addette alla raccolta, controllo, conservazione e recapito delle documentazione, mentre sono previsti in diminuzione gli impiegati addetti alla gestione amministrativa, contabile e finanziaria. Figura 13: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO 1 8,0% 8,6% 6,0% 4,0% 2,0% 1,1% 0,7% -2,0% Impiegati addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio Impiegati addetti ai movimenti di denaro e all'assistenza clienti -1,0% Impiegati addetti alla gestione amministrativa, contabile e finanziaria Impiegati addetti alla raccolta, controllo, conservazione e racapito della documentazione Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Tra le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, nel periodo di analisi, sono previste in aumento le figure qualificate nei servizi sanitari e sociali e nelle attività della ristorazione, mentre è previsto un calo nel numero di occupati nei servizi culturali, di sicurezza di pulizia e alla persona e nelle attività commerciali. Figura 14: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE ATTIVITA' COMMERCIALI E NEI SERVIZI 3,5% 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% -0,5% -1,0% -1,5% -0,8% Professioni qualificate nelle attività commerciali 1,9% Professioni qualificate nelle attività e della ristorazione 3,0% Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali -1,2% Professioni qualificate nei servizi culturali, di sicurezza, di pulizia e alla persona Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Nei prossimi anni sarà alta la richiesta di artigiani ed operai della meccanica di precisione, dell artigianato artistico, della stampa ed assimilati, che potrebbero sperimentare una crescita annua

fino al 2018 del 38,2%. In base alle previsioni dovrebbero crescere anche le figure di artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche e quelle di artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari, del legno del tessile, dell abbigliamento delle pelli, del cuoio e dell industria dello spettacolo, mentre sarà pressoché stabile la richiesta in regione di artigiani e operai specializzati dell industria estrattiva, dell edilizia e della manutenzione degli edifici. In diminuzione, al contrario, la richiesta di agricoltori e operai specializzati dell agricoltura delle foreste della zootecnia, della pesca e della caccia. Figura 15: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI 45,0% 4 35,0% 3 25,0% 2 15,0% 1 5,0% -5,0% -1-0,3% Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici 6,8% Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche 38,2% Artigiani ed operai della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati -4,9% Agricoltori e operai specializzati dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia 2,5% Artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio e dell'industria dello spettacolo Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Se le figure professionali legate all agricoltura sono previste in diminuzione, l aumento di richiesta di operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell industria alimentare può essere spiegata con la crescita di tali figure professionali prevalentemente nel settore alimentare. Sostanzialmente stabili le altre figure professionali di tale categoria, con una leggera crescita solo degli operai semiqulificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al montaggio. Figura 16: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 1 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% -2,0% CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI MACCHINARI FISSI E MOBILI E CONDUCENTI DI VEICOLI 0,1% Conduttori di impianti industriali 1,2% Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al motaggio Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol Infine resterà stabile la richiesta totale di figure non qualificate: nel dettaglio se aumenterà la richiesta di professioni non qualificate nel commercio e nei servizi, resterà stabile la richiesta di figure non qualificate nella manifattura, nell estrazione di minerali e nelle costruzioni. Al contrario sono previste 9,0% Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare -0,3% Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento

in diminuzione le professioni non qualificate nell agricoltura, nella manutenzione del verde, nell allevamento, nella silvicoltura e nella pesca e le professioni non qualificate nelle attività domestiche, ricreative e culturali. Figura 17: Previsioni occupazionali per grandi gruppi professionali Molise, anni 2014-2018 PROFESSIONI NON QUALIFICATE 2,5% 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% -0,5% -1,0% -1,5% -2,0% -2,5% 2,0% Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi -1,2% Professioni non qualificate nelle attività domestiche, ricreative e culturali -2,2% Professioni non qualificate nell'agricoltura, nella manutezione del verde, nell'allevamento, nella silvicoltura e nella pesca 0,2% Professioni non qualificate nella manifattura, nell'estrazione di minerali e nelle costruzioni Fonte: Elaborazioni Ufficio Studi e ricerche Unioncamere Molise su dati Isfol

Tabella 1: Occupati e previsioni di occupazione nel period 2014-2018 - Molise Occupati 2014 Occupati 2018 Varizione % media annua sul periodo 2014-2018 Varizione % media annua nazionale sul periodo 2014-2018 LEGISLATORI, IMPRENDITOR E ALTA DIRIGENZA 3.366 3.111 Membri dei corpi legislativi e di governi, dirigenti ed equiparati dell'amministrazione pubblica, nella magistratura, nei servizi di sanità, istruzione e ricerca e nelle organizzazioni di interesse 898 769-3,4% 0,5% nazionale Imprenditori, amministratori e direttori di grandi aziende 730 728 2,5% Imprenditori e responsabili di piccole aziende 1.738 1.614-1,8% -1,0% PROFESSIONI INTELLETTUALI, SCIENTIFICHE E DI ELEVATA SPECIALIZZAZIONE 14.919 14.906 Specialisiti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali 358 380 1,5% -0,3% Ingegneri, architetti e professioni assimilate 2.517 2.422-0,7% 1,6% Specialisti nelle scienze della vita 733 805 2,4% -0,3% Specialisti della salute 1.077 1.232 3,5% 0,4% Specialisti in scienze umane, sociali, artistiche e gestionali 4.235 4.395 1,0% 0,9% Specialisti della formazione e della ricerca 5.999 5.672-1,3% 0,2% PROFESSIONI TECNICHE 15.740 16.461 Professioni tecniche in campo scientifico, ingegneristico e della produzione 5.527 5.509 0,2% Professioni tecniche nelle scienze della salute e della vita 2.551 3.013 4,4% 0,2% Professioni tecniche nell'organizzazione, amministrazione e nelle attività finanziarie e commerciali 6.000 6.157 0,7% 0,5% Professioni tecniche nei servizi pubblici e alle persone 1.662 1.782 1,8% 1,1% PROFESSIONI ESECUTIVE NEL LAVORO D'UFFICIO 10.411 11.095 Impiegati addetti alle funzioni di segreteria e alle macchine da ufficio 4.780 4.987 1,1% 0,4% Impiegati addetti ai movimenti di denaro e all'assistenza clienti 1.713 2.283 8,6% 0,9% Impiegati addetti alla gestione amministrativa, contabile e finanziaria 2.784 2.661-1,0% 0,6% Impiegati addetti alla raccolta, controllo, conservazione e racapito della documentazione 1.134 1.164 0,7% 0,3% PROFESSIONI QUALIFICATE NELLE ATTIVITA' COMMERCIALI E NEI SERVIZI 19.929 19.737 Professioni qualificate nelle attività commerciali 7.819 7.559-0,8% -1,0% Professioni qualificate nelle attività e della ristorazione 4.663 5.031 1,9% -0,5% Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali 552 618 3,0% -0,8% Professioni qualificate nei servizi culturali, di sicurezza, di pulizia e alla persona 6.895 6.529-1,2% -0,1% ARTIGIANI, OPERAI SPECIALIZZATI E AGRICOLTORI 20.511 19.902 Artigiani e operai specializzati dell'industria estrattiva, dell'edilizia e della manutenzione degli edifici 4.854 4.792-0,3% 1,2% Artigiani ed operai metalmeccanici specializzati e installatori e manutentori di attrezzature elettriche ed elettroniche 3.127 3.948 6,8% -0,7% Artigiani ed operai della meccanica di precisione, dell'artigianato artistico, della stampa ed assimilati 155 372 38,2% 0,1% Agricoltori e operai specializzati dell'agricoltura, delle foreste, della zootecnia, della pesca e della caccia 10.025 8.197-4,9% -2,8% Artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari, del legno, del tessile, dell'abbigliamento, delle pelli, del cuoio e dell'industria dello spettacolo 2.350 2.593 2,5% -0,1% CONDUTTORI DI IMPIANTI, OPERAI DI MACCHINARI FISSI E MOBILI E CONDUCENTI DI VEICOLI 10.903 11.108 Conduttori di impianti industriali 2.641 2.628 0,1% -1,3% Operai semiqualificati di macchinari fissi per la lavorazione in serie e operai addetti al motaggio 3.027 3.163 1,2% -0,4%

Operatori di macchinari fissi in agricoltura e nella industria alimentare 380 517 9,0% -0,9% Conduttori di veicoli, di macchinari mobili e di sollevamento 4.855 4.800-0,3% -0,4% PROFESSIONI NON QUALIFICATE 11.726 11.792 Professioni non qualificate nel commercio e nei servizi 5.307 5.735 2,0% 0,1% Professioni non qualificate nelle attività domestiche, ricreative e culturali 3.048 2.893-1,2% 0,3% Professioni non qualificate nell'agricoltura, nella manutezione del verde, nell'allevamento, nella silvicoltura e nella pesca 2.235 2.022-2,2% -3,9% Professioni non qualificate nella manifattura, nell'estrazione di minerali e nelle costruzioni 1.136 1.142 0,2% TOTALE 107.505 108.112 Fonte: dati Isfol