Punti critici delle drupacee

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Transcript:

Punti critici delle drupacee Bazzoni A. 1, Minafra A. 2, Ippolito A. 1, Vovlas N. 3, Cariddi C. 1, Amenduni T. 1, Finetti-Sialer M. M. 1, Di Terlizzi B. 4, Savino V. 1 1 Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari 2 Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, Università degli Studi di Bari, e Centro di Studio sui Virus e le Virosi delle Colture Mediterranee, CNR, Bari 3 Istituto di Nematologia Agraria, CNR, Bari 4 Istituto Agronomico Mediterraneo, Valenzano, Bari Riassunto Il D.M. del 14/4/1997 indica tra gli obblighi del fornitore accreditato quello di tenere in debito conto, nel processo di produzione del materiale di propagazione di categoria C.A.C., una serie di elementi definiti punti critici. Purtroppo, il Decreto non affronta in maniera precisa e completa alcuni aspetti fondamentali quali lo stato sanitario dei materiali iniziali e l individuazione degli interventi da adottare per consentire la conservazione dello stato sanitario di partenza delle fonti di approvvigionamento o materiali iniziali. Pertanto, nel protocollo proposto sono riportate alcune integrazioni al Decreto finalizzate a rendere il protocollo stesso uno strumento operativo chiaro e più rispondente alla situazione reale. Relativamente allo stato sanitario, sono stati precisati quali sono i patogeni (virus, funghi e nematodi) che effettivamente possono essere trasmessi con il materiale di propagazione. Per quanto riguarda i virus, si ritiene importante indicare esplicitamente, oltre quelli indicati nell allegato II del Decreto (PDV e PNRSV), anche ACLSV (Virus della maculatura clorotica del melo) e ApMV (Virus del mosaico del melo). Tra i patogeni fungini, oltre ad indicare la specie di Verticillium che deve essere considerata (V. dahliae), sono state inserite alcune specie di Phytophtohora (Phytophthora cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri), responsabili di marciumi radicali. Tra i nematodi, il Decreto riporta i nematodi galligeni appartenenti al genere Meloidogyne; le specie che si riscontrano più frequentemente, e che si ritiene debbano essere indicate esplicitamente, sono le seguenti: M. arenaria, M. incognita e M. javanica. Indicazioni importanti sono date sulle caratteristiche agronomiche e sanitarie dei terreni da destinare ai campi di fonti iniziali e ai vivai. Infine, si evidenzia la necessità di effettuare ispezioni periodiche sia sulle fonti iniziali (rilievi visivi e saggi di laboratorio) che nei vivai (rilievi visivi). Sono indicate le modalità di controllo, campionamento e il tipo di saggi di laboratorio da effettuare. In considerazione delle condizioni fitosanitarie delle singole specie di drupacee, della epidemiologia dei principali agenti patogeni (batteri, funghi, nematodi e virus), che possono compromettere la produzione quali-quantitativa degli impianti frutticoli, e dei requisiti sanitari minimi richiesti dalla attuale normativa fitosanitaria (D.M. 31 gennaio 1996 e del D.M. 14 aprile 1997) per la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione, con la presente nota si

intendono evidenziare alcune possibili integrazioni delle norme (Cfr. Allegato II del D.M. del 14 aprile 1997), sulla base sia di dati in letteratura che di alcuni risultati conseguiti nell'ambito del progetto POM A32 (Savino, 2001) relativamente ad alcuni punti critici della filiera vivaistica mediante la formulazione di un protocollo. Particolare importanza nella definizione del protocollo è stata data allo stato sanitario dei materiali iniziali e all individuazione degli interventi da adottare per consentire la conservazione dello stato sanitario di partenza delle fonti di approvvigionamento o iniziali. 1. I materiali di moltiplicazione di drupacee possono essere acquistati o prodotti solo da fornitori (vivaisti) accreditati di cui all'art. 9 del D.M. del 14 aprile 1997. I predetti materiali di moltiplicazione (semi, gemme, marze, portinnesti, ecc.) devono derivare da piante madri (fonti iniziali o di approvvigionamento) costituite con materiali iniziali derivanti da piante capostipiti dotate di buona vigoria, con i caratteri tipici della cultivar ed asintomatiche, individuate in impianti commerciali ubicati in aree esenti da focolai di patogeni da quarantena (sharka), che hanno superato la fase giovanile e sottoposte a controlli di corrispondenza varietale ed accertamenti sanitari per l'esenza da patogeni pregiudizievoli la qualità (Tabella 1). 2. Le caratteristiche delle fonti iniziali riguardano i requisiti sia di identità varietale che sanitari. Per quanto riguarda il primo tipo di requisiti, si rimanda a quanto previsto dal Decreto all art. 7, mentre per i requisiti sanitari, e in particolare per i nematodi e i virus, si è ritenuto indispensabile segnalare alcune imprecisioni ed inserire integrazioni finalizzate a rendere il protocollo più rispondente alla situazione reale. I batteri indicati nell allegato II del D.M. del 14/4/1997 sono tutti da prendere in considerazione in quanto trasmissibili prelevando materiale di propagazione da piante infette. Per quanto riguarda i nematodi e alcuni patogeni fungini, il Decreto fa riferimento solo al genere, trascurando il fatto importante che non tutti sono patogeni per le specie vegetali considerate. Per tale motivo, di seguito sono esplicitate le specie riportando solo quelle effettivamente dannose e trascurando, invece, le specie la cui presenza in un determinato areale ha solo valore scientifico. Fra i nematodi endoparassiti appartenenti al genere Meloidogyne, sono da considerare, in relazione ai danni causati le seguenti specie: Meloidogyne arenaria, M. incognita e M. javanica (Fig. 1). Inoltre, si ritiene opportuno inserire anche Pratylenchus vulnus (nematode delle lesioni), in considerazione dei danni causati all apparato radicale (Fig. 2). Tra i patogeni fungini si segnala il Verticillium dahliae come la principale specie responsabile di tracheoverticillosi nelle drupacee. Inoltre, si consiglia di integrare l elenco indicato nell allegato II del Decreto, con gli agenti del marciume del colletto (Phytophthora cactorum, P. cambivora,

P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri), responsabili, soprattutto in vivaio, di gravi danni anche in relazione alla maggiore diffusione delle colture in irriguo (Fig. 3). Per i virus, il Decreto fa riferimento a virus ed organismi patogeni virus-simili citando esplicitamente solo PDV e PNRSV. Si ritiene che l elenco risulti incompleto poiché non si considerano ACLSV (virus della maculatura clorotica del melo) e ApMV (virus del mosaico del ciliegio). Il primo virus, infatti, anche se poco diffuso, è responsabile di gravi danni (la malattia causata viene indicata anche con il nome di falsa Sharka ) sui frutti di molte cultivar di albicocco, ciliegio, susino e, in misura minore, di pesco, oltre a determinare alcuni tipi di incompatibilità di innesto (albicocco, ciliegio e pesco) (Fig. 4). L ApMV, anche se non sono disponibili dati univoci sui reali effetti negativi sulla produttività delle piante, viene preso in considerazione in quanto, oltre ad essere uno dei principali agenti del complesso del mosaico, è anche il più diffuso, raggiungendo in alcune cultivar di mandorlo percentuali di infezioni anche del 100% (Savino et al., 1989) e manifestandosi con sintomi molto evidenti (Fig. 5). 3. Le fonti iniziali, esenti dai predetti patogeni, devono essere coltivate in condizioni di sanità, in modo da evitare i rischi di infezione. Questo obiettivo può essere raggiunto mediante il rispetto di protocolli relativi ad alcuni punti critici del processo produttivo. Un primo punto critico da considerare è rappresentato dalle caratteristiche dei campi di piante madri categoria C.A.C. (cfr. Allegato 1). Non appare superfluo ribadire che i campi devono essere ubicati in aree esenti da focolai di Sharka (D.M. 29/11/1996). Altro elemento da considerare è l esenza del terreno da patogeni (batteri, funghi e nematodi) trasmissibili mediante il materiale di propagazione. Il terreno, pertanto, dovrà essere sottoposto ad analisi micologica e nematologica prima dell impianto e, in particolare, prima di qualsiasi lavorazione profonda che potrebbe falsare il risultato dell analisi (Tabella 2). I campioni dovranno essere prelevati secondo le usuali tecniche di campionamento. Altra importante indicazione è rappresentata dal fatto che non dovranno essere utilizzati i terreni sui quali erano presenti colture con attacchi di A. tumefaciens; infatti, questo patogeno non è facilmente rilevabile mediante l analisi del terreno, pertanto è necessario conoscere lo stato sanitario delle specie che negli anni precedenti sono state coltivate. Per quanto riguarda le caratteristiche agronomiche (cfr. Allegato 1), in alcune situazioni, un efficiente sistema drenante e l isolamento dall afflusso di acque superficiali e sotterranee sono fondamentali per evitare il ristagno idrico (che crea l ambiente favorevole all insediamento di patogeni fungini) e l eventuale contaminazione dai campi circostanti per il trasporto di propaguli batterici e fungini e di nematodi vettori di virus e/o parassiti. A ciò contribuisce la presenza di

un adeguata fascia di bordo, la cui funzione è anche quella di evitare che le radici delle piante madri entrino in contatto con le radici di altri piante presenti in campi limitrofi. L indicazione data in questo caso (10 metri) tiene conto dello sviluppo orizzontale dell apparato radicale delle drupacee. La fascia di bordo deve essere, inoltre, costantemente lavorata e tenuta libera da infestanti che possono costituire focolai di infezioni. Infine, è necessario definire la distanza dei campi delle fonti iniziali da impianti commerciali e vivai realizzati con materiale non qualificato sanitariamente. Per il campo di piante madri portaseme di ciliegio e di megaleppo viene indicata la distanza di 600 metri per limitare la possibilità di trasmissione per polline di PDV e PNRSV; per le altre specie e in generale per le piante madri portamarze, si considera sufficiente la distanza di 100 metri. Nel caso in cui non si disponga di un campo di fonti iniziali appositamente costituito per produrre materiale di categoria C.A.C., in deroga si prevede che potranno essere utilizzate, in via transitoria, piante ubicate in impianti commerciali, sottoposte annualmente a controlli visivi nei periodi di massima espressione sintomatologica delle singole malattie e sottoposti a saggi di laboratorio per i patogeni indicati in Tabella 1. Anche per il semenzaio e il vivaio (cfr. Allegato 2-A), quando realizzati in pieno campo, il terreno deve possedere gli stessi requisiti di idoneità agronomica e sanitaria indicati per i campi delle fonti di approvvigionamento; ai patogeni già indicati per il campo di piante madri, bisogna aggiungere anche i nematodi galligeni e delle lesioni e gli agenti del marciume del colletto. Se realizzati, rispettivamente, in cassoni e in contenitori, il substrato colturale utilizzato deve possedere i requisiti indicati in Allegato 2-B. Nel protocollo sono riportate anche alcune importanti indicazioni da seguire per garantire l igiene di contenitori e attrezzature varie utilizzati nelle diverse fasi del ciclo produttivo (cfr. Allegato 3); per le acque di irrigazione, si considera quanto già indicato nell allegato II del Decreto. 4. Pur partendo da fonti iniziali di cui si garantisce lo stato sanitario e mettendo in atto tutti gli accorgimenti necessari per mantenerlo nel tempo, non si può escludere la possibilità di infezioni. Quindi, al fine di prevenire la diffusione di materiale infetto prelevato da piante apparentemente sane, è necessario effettuare ispezioni periodiche sia sulle fonti iniziali (rilievi visivi e saggi di laboratorio) che nei vivai (rilievi visivi). Nelle tabelle 4a, 4b. 5, 6a, 6b, 6c e 6d sono descritti, per ciascuno dei patogeni indicati, i controlli sanitari da eseguire sulle fonti iniziali.

Per quanto riguarda i batteri (Tabelle 4a e 4b) e i funghi (Tabella 5), i controlli consistono solo in rilievi visivi, in quanto se uno dei patogeni indicati è presente la sintomatologia è chiara e manifesta. Per i virus (Tabelle 6a, 6b, 6c e 6d) i rilievi visivi sulle foglie e sui rami vanno eseguiti a partire dalla ripresa vegetativa sino a Maggio, in quanto è in questo periodo che è possibile apprezzare, se presenti, i sintomi. Con il procedere della stagione, l innalzarsi delle temperature determina una diminuzione della carica virale e quindi dell espressione sintomatologica. Il momento migliore per osservare i sintomi sui frutti (ACLSV) è all invaiatura, mentre i sintomi sul fusto (PDV) possono essere osservati nel corso di tutto l anno. Poiché gli effetti dei virus sulla pianta possono andare dall assenza di sintomi sino alla compromissione della vitalità della pianta, in relazione alla suscettibilità della cultivar e alla combinazione di innesto, si ritiene indispensabile affiancare ai rilievi visivi gli accertamenti di laboratorio saggiando annualmente il 10% delle piante madri presenti in campo. La percentuale indicata, oltre a tener conto della epidemiologia dei diversi virus, permette che nell arco di un decennio (tempo medio di prelievo del materiale di moltiplicazione) ogni pianta sia saggiata almeno una volta. Il saggio sierologico (ELISA) se effettuato su fiori e/o giovani foglie permette di avere una risposta precisa sullo stato sanitario della pianta. Nel caso in cui si decida di effettuare il saggio in autunno, allora è necessario ricorrere alla diagnosi molecolare (RT-PCR) che, presentando una sensibilità maggiore, permette di rilevare una carica virale più bassa. Per ApMV su mandorlo sono sufficienti i rilievi visivi da effettuarsi nel periodo indicato. In vivaio sono previsti solo rilievi visivi da effettuare sempre in corrispondenza del periodo di massima espressione sintomatologica delle singole malattie, finalizzati a controllare lo stato generale della pianta.

Fig. 1 - Danni causati da Meloidogyne spp. su apparato radicale di drupacee. Fig. 3 - Danni da Phytophthora spp. su Prunus mahaleb Fig. 2 - Danni causati da Pratylenchus vulnus su apparato radicale di drupacee. Fig. 4 - Sintomi di ACLSV su ciliegio Fig. 5 - Complesso del mosaico su mandorlo

Protocollo tecnico dei punti critici per la produzione di materiali di moltiplicazione delle DRUPACEE categoria C.A.C. (Conformità Agricola Comunitaria) PUNTI CRITICI REQUISITI E CONTROLLI 1. MATERIALI INIZIALI DI MOLTIPLICAZIONE - Approvvigionamento presso terzi - Autoproduzione 2. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DI MOLTIPLICAZIONE INIZIALI (FONTI INIZIALI DI APPROVIGIONAMENTO) - Requisiti di identità varietale - Stato sanitario - Età e durata dell impianto 3. CAMPI PIANTE MADRI FONTI INIZIALI, SEMENZAI E VIVAI - Caratteristiche tecniche dei campi di piante madri e dei materiali di moltiplicazione iniziali (Allegato 1) - Caratteristiche tecniche dei semenzai e dei vivai (Allegato 2) in campo in contenitori - Contenitori, attrezzature ed acque d irrigazione (Allegato 3) 4. CONTROLLI SANITARI - Fonti di approvvigionamento - Vivaio - Terreno e Substrati colturali

1. MATERIALI INIZIALI DI MOLTIPLICAZIONE a) Approvvigionamento presso terzi I materiali di moltiplicazione devono essere acquistati solo da fornitori accreditati. b) Autoproduzione I materiali di moltiplicazione devono provenire da piante madri ubicate in appositi campi (cfr. punto 2) ben identificate e sottoposte a regolari controlli, atti a garantire l'identità varietale e lo stato sanitario 2. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI DI MOLTIPLICAZIONE INIZIALI (FONTI INIZIALI DI APPROVIGIONAMENTO) E DEI MATERIALI PRODOTTI Le piante madri devono rispondere a requisiti di identità varietale e sanitari. a) Requisiti di identità varietale Il materiale di moltiplicazione deve essere commercializzato con l indicazione della varietà cui appartiene. Le varietà cui viene fatto riferimento possono essere: Varietà brevettate Varietà (comunemente note) diffuse a livello nazionale Varietà a diffusione locale devono possedere i requisiti indicati per la varietà nella documentazione allegata al brevetto; devono possedere i requisiti della varietà descritti nel Registro nazionale di cui all art. 5 del DPR n. 697 del 1996; iscritte in un apposito elenco tenuto dal fornitore e nel quale ogni varietà deve essere descritta conformemente a quanto indicato nell'allegato III del DM del 14/4/1997. b) Stato sanitario I materiali di moltiplicazione devono essere esenti dagli organismi patogeni pregiudizievoli la qualità (cfr. Tabella 1), la cui assenza deve essere accertata mediante saggi di laboratorio e/o osservazioni visive. c) Età e durata dell impianto Si precisa che le piante madri possono essere utilizzate per il prelievo di materiali di moltiplicazione una volta superata la fase giovanile (3 anni dall impianto per albicocco, mandorlo, pesco e susino cino-giapponese; 5 anni per ciliegio e susino europeo) e fino a 20 anni dall impianto.

Tabella 1. Malattie ed organismi patogeni pregiudizievoli la qualità previsti dall allegato II D.M. del 14/4/1997 e proposta dal Progetto POM A32 ALLEGATO II D.M. 14/04/1997 PROPOSTA PROGETTO POM A32 Malattia Agente Malattia Agente Tumore batterico del pesco Cancro batterico del ciliegio - Cancro batterico del pesco - Deperimento batterico e scabbia dei frutti dell albicocco BATTERI Agrobacterium Tumore batterico del tumefaciens pesco Pseudomonas syringae Cancro batterico del pv. mors-prunorum ciliegio - Cancro batterico del pesco P. syringae pv. syringae - Deperimento batterico e scabbia dei frutti dell albicocco Agrobacterium tumefaciens Pseudomonas syringae pv. mors-prunorum P. syringae pv. syringae FUNGHI Marciume radicale Armillaria mellea Marciume radicale Armillaria mellea fibroso fibroso Mal del piombo parassitario Chondrostereum purpureum Mal del piombo parassitario Chondrostereum purpureum Cancri rameali Nectria galligena Cancri rameali Nectria galligena Tracheoverticilliosi Verticillium spp. Tracheoverticilliosi Verticillium dahliae Marciume radicale lanoso Rosellinia necatrix Marciume radicale lanoso Rosellinia necatrix Bolla (per albicocco, mandorlo, pesco) Maculatura clorotica anulare e/o lineare Maculatura cloroticanecrotica Taphrina deformans VIRUS PDV (virus del nanismo del susino) PNRSV (virus della maculatura anulare necrotica dei Prunus) NEMATODI Bolla (per albicocco, mandorlo, pesco) Marciume del colletto Maculatura clorotica anulare e/o lineare Maculatura cloroticanecrotica Necrosi dei frutti Mosaico (per il mandorlo) Taphrina deformans Phytophtora spp.: P. cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri PDV (virus del nanismo del susino) PNRSV (virus della maculatura anulare necrotica dei Prunus) ACLSV (virus della maculatura clorotica fogliare del melo) ApMV (virus del mosaico del melo) Galle alle radici Meloidogyne spp. Galle alle radici Meloidogyne arenaria, M. incognita e M. javanica Lesioni alle radici Pratylenchus vulnus, P. penetrans

3. CAMPI DI PIANTE MADRI FONTI INIZIALI, SEMENZAI E VIVAI Allegato 1. Caratteristiche tecniche dei campi di piante madri e di fonti iniziali di moltiplicazione iniziali (categoria C.A.C.). l impianto deve essere ubicato in aree esenti da focolai di Sharka (Virus della vaiolatura delle drupacee, PPV) l impianto deve essere realizzato su terreni che rispondono ai normali requisiti di idoneità agronomica l impianto deve essere realizzato su terreno esente dai nematodi vettori di virus (Longidorus elongatus, L. attenuatus, L. macrosoma, L. diadecturus, Xiphinema diversicaudatum, X. rivesi, X. americanum, X. californicum) e da Verticillium dahliae l impianto non deve essere realizzato su terreni in cui sono stati osservati sulle colture precedenti attacchi di Agrobacterium tumefaciens l impianto deve essere localizzato in zone isolate o posto a distanza di: - almeno 600 metri, nel caso di piante madri portaseme di ciliegio e megaleppo - almeno 100 metri, nel caso di piante madri portamarze di ciliegio e megaleppo, piante madri portaseme e portamarze di albicocco, pesco, mandorlo e susino da impianti commerciali o piante isolate della stessa specie contemplare una fascia di bordo di almeno 10 metri, costantemente lavorata l impianto deve essere isolato dall afflusso di acque superficiali provenienti da campi limitrofi l impianto deve essere dotato di un sistema drenante che eviti il ristagno idrico superficiale e/o sotterraneo

Allegato 2. Caratteristiche tecniche dei semenzai e dei vivai a) In pieno campo Il campo: deve essere ubicato in aree esenti da focolai di Sharka (Virus della vaiolatura delle drupacee, PPV) deve essere esente da V. dahliae deve essere esente da propaguli di Phytophthora cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri deve essere esente da nematodi vettori di virus (Xiphinema diversicaudatum, X. rivesi, X. americanum, X. californicum, Longidorus elongatus, L. attenuatus, L. macrosoma, L. diadecturus, P. penetrans e P. vulnus), da nematodi galligeni (M. cambivora, M. incognita e M. javanica) e dai nematodi delle lesioni (Pratylenchus vulnus) deve essere isolato dall'afflusso di acque superficiali e sotterranee deve contemplare una fascia di bordo, costantemente lavorata, di almeno 10 metri da altre colture arboree e 3 metri da colture erbacee non deve essere costituito in appezzamenti nei quali sono stati osservati sulle colture precedenti attacchi di A. mellea, R. necatrix e A. tumefaciens

b) In contenitori Il substrato colturale deve essere: - non riciclato o, nel caso di terriccio rigenerato, sterilizzato - esente da V. dahliae - esente da propaguli di Phytophthora cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri semenzaio vivaio* - esente da nematodi vettori di virus (Xiphinema diversicaudatum, X. rivesi, X. americanum, X. californicum, Longidorus elongatus, L. attenuatus, L. macrosoma, L. diadecturus), da nematodi galligeni (M. cambivora, M. incognita e M. javanica) e dai nematodi delle lesioni (P. vulnus e penetrans) - preparato e conservato su piazzole di cemento preventivamente trattate con ipoclorito di sodio al 2% I fertilizzanti devono essere conservati su supporti o in ambienti che escludono il contatto diretto con il suolo Nel caso di cassoni o contenitori interrati, questi devono essere isolati dall afflusso delle acque superficiali e subsuperficiali In caso di cassoni fuori terra, questi non devono essere a diretto contatto con il suolo e possibilmente sollevati I contenitori *(fitocelle, vasi, etc.) in cui sono allevate le piantine devono essere poggiati su materiale che assicuri l isolamento dal suolo (ad es., brecciolino di almeno 10 cm di spessore)

Allegato 3. Contenitori, attrezzature ed acqua di irrigazione. Devono essere utilizzati contenitori nuovi o lavati con soluzioni sterilizzanti (immersione per 20-30 minuti in ipoclorito di sodio) e abbondantemente risciacquati Tutte le attrezzature (attrezzi da taglio, indumenti, ecc.) devono essere disinfettate con soluzioni di ipoclorito di sodio Impiegare acqua di idonea qualità, controllata o trattata in modo da escludere ogni possibilità di contaminazione da parte di organismi nocivi 4. CONTROLLI SANITARI I controlli consistono in: - analisi nematologica e micologica per il terreno e i substrati colturali. La modalità di campionamento e il tipo di saggio da adottare sono indicate nelle tabelle 2 e 3; - rilievi visivi e saggi di laboratorio per quanto riguarda le piante madri e solo rilievi visivi sul materiale presente in vivaio. L epoca per i controlli visivi, la periodicità e le tecniche per gli accertamenti di laboratorio, per ciascuna specie e patogeno, sono riportati nelle tabelle 4a, 4b, 5, 6a, 6b, 6c e 6d. Nota 1. Per ridurre i rischi di infezioni di tumore batterico su pesco si consiglia di: non causare ferite alle radici e al colletto durante i trapianti; immergere, prima del trapianto, l apparato radicale fino al colletto in sospensioni rameiche o, previa autorizzazione, in sospensioni di Agrobacterium radiobacter ceppo K84 o ceppo K1026; Nota 2. Per diminuire i rischi di infezione di deperimento batterico e cancro batterico del ciliegio e del pesco, si consiglia di: effettuare trattamenti con composti rameici alla caduta delle foglie (su pesco solo nelle aree con periodo autunno-invernale più freddo per evitare danni da fitotossicità); effettuare le potature tardivamente (a fine inverno); evitare le irrigazioni soprachioma. In generale, eliminare le piante infette e i residui di vegetazione infetta e disinfettare gli attrezzi da taglio in soluzioni di ipoclorito di sodio

Tabella 2. Controlli sanitari sul terreno dei campi delle fonti iniziali per la produzione di materiale di propagazione di categoria C.A.C. PATOGENI M ALATTIA R ILIEVI ACCERTAMENTI SANITARI Campione Modalità di Epoca Tecnica Periodicità conservazione N /Ha natura Funghi: - (*)Phytophthora cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri - Verticillium dahliae Nematodi: - Longidorus elongatus, attenuatus, macrosoma,. diadecturus, - Xiphinema diversicaudatum, rivesi, americanum, californicum Marciume del colletto Tracheoverticillosi 10 campioni, costituiti ognuno da 10 subcampioni Terreno Terreno e radici Intero anno I campioni raccolti in sacchetti di polietilene sterili devono essere analizzati nell arco di 4-7 giorni Isolamento su terreni di coltura selettivi, ELISA Isolamento su terreni di coltura selettivi Estrazione mediante setacci di Cobb e/o mediante centrifugazione Estrazione mediante centrifugazione a bassa velocità Impianto(**) (*) Il rilevamento dei propaguli delle specie di Phytophthora elencate deve essere effettuato solo per il terreno destinato a vivaio; mentre non è necessario per il terreno destinato ad ospitare le fonti iniziali. (**) L analisi deve essere fatta prima di qualsiasi lavorazione profonda del terreno

Tabella 3. Controlli sanitari sul substrato e sul terreno in semenzaio e vivaio per la produzione di materiale di propagazione di categoria C.A.C. PATOGENI MALATTIA R ILIEVI ACCERTAMENTI SANITARI Funghi: V. dahliae, Phytophthora cactorum, P. cambivora, P. citrophthora, P. megasperma, P. drechsleri Nematodi: - Longidorus elongatus, attenuatus, macrosoma, diadecturus, - Xiphinema diversicaudatum, rivesi, americanum, californicum, - P. vulnus e penetrans Campione N /Ha natura 1 campione ogni 5 m 3 di terriccio, del peso di circa 1 Kg, proveniente da almeno 10 subcampioni prelevati da diversi punti della massa ben mescolata Substrato colturale Epoca Intero anno Modalità di conservazione Tecnica Funghi: Isolamento su terreni di coltura selettivi, ELISA Nematodi: Estrazione mediante setacci di Cobb e/o mediante centrifugazione Periodicità Ogni volta che si prepara una nuova miscela a partire da componenti non sterili

Tabella 4a. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: BATTERI OSPITE BATTERI MALATTIA CONTROLLI SANITARI Agrobacteriu m tumefacens tumore batterico del pesco organo Radici e colletto Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio Period. Campionamento sintomo epoca organo epoca N campioni Tumori su radici e colletto Intero anno Organo/ tessuto Saggio tecnica Pseudomonas syringae pv. morsprunorum cancro batterico del ciliegio Rami di 1 anno, rami e branche, foglie e frutti - necrosi alla base delle gemme; - cancri depressi su rami e branche con emissione di gomma; - maculature idropiche e necrotiche e impallinature delle foglie; - piccole macchie scure circolari e infossate sui frutti Primavera e autunno NON PREVISTI

Tabella 4b. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: BATTERI OSPITE BATTERI MALATTIA CONTROLLI SANITARI Pseudomonas syringae pv. syringae Pseudomonas syringae pv. syringae deperimento batterico e scabbia dei frutti dell albicocco cancro batterico del pesco organo Rami, foglie e frutti rami, branche e tronco Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio Periodicità Campionamento Sintomo epoca organo epoca N campioni - avvizzimento di rami e branche con fuoriuscita di gomma; - maculature idropiche e necrotiche e impallinatura delle foglie; - lesioni scabbiose e circolari di colore rossobruno sui frutti - macchie brune sui rami in prossimità dei nodi; - cancri depressi su branche e tronco con fuoriuscita di gomma Primav era e autunn o NON PREVISTI Organo/ tessuto Saggio tecnica

Tabella 5. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: FUNGHI OSPITE FUNGHI MALATTIA CONTROLLI SANITARI Chondrostereu m purpureum Verticillium dahliae Mal del piombo organo foglie rametti Rami, branche Intera chioma Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio Periodicità Campionamento sintomo epoca organo epoca N campioni Piombatura (presenza di colorazione metallica) Defogliazione della parte basale Imbrunimenti del legno Disseccament o di germogli, rami, branche o intera pianta; imbrunimento delle cerchie legnose Aprilegiugno Aprilegiugno Tracheoverticillosi Intero anno Aprilesettembre NON PREVISTI Saggio Organo/ tecnica tessuto

Tabella 6a. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: VIRUS OSPITE V IRUS M ALATTIA CONTROLLI SANITARI Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio PDV Prune dwarf virus (Virus del nanismo del susino) Periodicità Campionamento organo sintomo epoca organo epoca N campioni Foglie Rami Fusto - Maculature clorotiche e/o gialle anulari e/o lineari; - riduzione della superficie fogliare; - malformazioni fogliari (lamina stretta e allungata, asimmetria, bollosità) - internodi raccorciati; - rosettamenti Differenza di diametro tra nesto e portinnesto Tutto l'anno (a partire da 2-4 anni dopo l innesto) annuale Fiori e foglie Febbraioaprile Talee dormienti Autunno 10% delle piante Saggio Organo/ tecnica tessuto Fiori e/o giovani foglie Floema e/o foglie ottenute con forzatura delle talee Saggio sierologico (ELISA) Marzomaggio Amplificazione genica (RT-PCR)

Tabella 6b. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: VIRUS Ospite VIRUS Malattia Controlli sanitari Prunus necrotic ringspot virus (PNRSV) (Virus della maculatura anulare necrotica dei Prunus) organo Foglie Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio Periodicità Campionamento sintomo epoca organo epoca N campioni - Maculature anulari clorotiche che tendono a necrotizzare e successivo distacco dei tessuti; - mosaico lineare; annuale Fiori e/o giovani foglie Febbraioaprile Talee dormienti Autunno 10% delle piante Saggio Organo/ tecnica tessuto Fiori e/o giovani foglie Floema e/o foglie ottenute con forzatura delle talee Saggio sierologico (ELISA) Marzomaggio Amplificazione genica (RT-PCR) - lieve malformazione

Tabella 6c. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: VIRUS OSPITE VIRUS MALATTIA CONTROLLI SANITARI Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio Periodicità Campionamento organo sintomo epoca organo epoca N campioni Saggio Organo/ tecnica tessuto Apple chlorotic spot virus (ACLSV) (Virus della maculatura clorotica fogliare del melo) Malformazioni dei frutti (butteratura, tacche necrotiche depresse) Foglie Frutti Lieve decolorazione diffusa Malformazioni - butteratura (infossatura e maculatura necrotica dell epicarpo) - necrosi del mesocarpo Invaiatura dei frutti Fiori e/o giovani foglie Febbraioaprile Talee dormienti Autunno annuale 10% delle piante Fiori e/o giovani foglie Floema e/o foglie ottenute con forzatura delle talee Saggio sierologico (ELISA) Marzomaggio Amplificazione genica (RT-PCR)

Tabella 6d. Controlli sanitari da eseguire sulle fonti di approvvigionamento (fonti iniziali) di categoria C.A.C.: VIRUS VIRUS MALATTIA ONTROLLI SANITARI Rilievi visivi Accertamenti di laboratorio OSPITE C organo sintomo epoca Apple mosaic virus (ApMV) (Virus del mosaico del melo) Complesso del mosaico Foglie Rami - Maculature anulari o lineari; - picchiettatura gialla; - scolorazioni perinervali; - internodi raccorciati; - rosettamenti Marzomaggio