Vegetazione Forestale Emiliana
Fascia collinare
Le definizioni di bosco, arbusteto e cespuglieto, definite nelle PMPF (L.R. 4 settembre 1981, n. 30) sono le seguenti: I boschi sono definiti in base a una copertura di specie arboree (h > 3m) superiore al 20% su una superficie > 2000 mq Gli arbusteti sono definiti in base a una copertura di specie arbustive (h 1/1,5-3 m; tra cui biancospino, sanguinello, ginepri, prugnolo, ecc,) >20% e con specie arboree < 20%. I cespuglieti sono definiti in base a una copertura di specie cespugliose (h < 1/1,5 m ) tra cui alcuni tipi di ginestra, ecc, >20% con specie arboree < 20%.
La vegetazione forestale tipica dei versanti collinari assolati e dei suoli asciutti è costituita da boscaglie e boschi di roverella (molto aridi) oppure da boschi di roverella e cerro (meno aridi e con suoli più profondi). Si tratta senza dubbio di boschi di origine naturale, spesso però degradati a struttura di boscaglia con alberi di bassa taglia, il cui modesto sviluppo è determinato anche dall eccessivo sfruttamento dei cedui.
Tra le specie dello strato arboreo, oltre alla roverella (Quercus pubescens,) e al cerro (Quercus cerris), si trova abbondante l orniello (Fraxinus ornus), inoltre si trovano frequentemente esemplari di acero campestre (Acer campestre), sorbo domestico (Sorbus domestica), sorbo ciavardello (Sorbus torminalis) e acero minore (Acer monspessulanum).
Quercus pubescens
Quercus pubescens
Quercus pubescens
Quercus cerris
Quercus cerris
Quercus cerris
Quercus cerris
Fraxinus ornus
Fraxinus ornus
Fraxinus ornus
Acer campestre
Sorbus domestica
Sorbus domestica
Sorbus domestica
Sorbus torminalis
Sorbus torminalis
Sorbus torminalis
Acer monspessulanum
Acer monspessulanum
Lo strato arbustivo spesso è abbondante e ricco di specie, tra cui ricordiamo la lantana (Viburnum lantana), il biancospino (Crataegus monogyna), il sanguinello (Cornus sanguinea) e il ligustro (Ligustrum vulgare); talvolta capita di incontrare l agazzino sempreverde che colpisce per i suoi piccoli frutti rossi (Pyracantha coccinea); tra i bassi arbusti poi abbondano i citisi (Cytisus sessilifolius e Cytisus hirsutus, foto in basso) che spiccano per le loro fioriture gialle.
Anche lo strato erbaceo dei boschi aridi è ben sviluppato, grazie alla elevata luminosità del sottobosco, chepermette la sopravvivenza di specie eliofile e resistenti all aridità, che normalmente crescono anche ai margini dei boschi e nei cespuglieti. La specie più diffusa è senz altro il brachipodio (Brachypodium rupestre)
La vegetazione boschiva dei versanti collinari freschi è rappresentata da boschi misti con prevalenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia,) o di cerro (Quercus cerris) a seconda delle caratteristiche del suolo. Si tratta in generale di fitocenosi con composizione floristica essenzialmente naturale, la cui struttura però è indotta e mantenuta dal tipo di utilizzazione a ceduo semplice o matricinato. Nello strato arboreo, oltre al carpino nero e al cerro, è molto frequente l orniello (Fraxinus ornus).
Inoltre possiamo individuare alcune specie tipiche di queste fitocenosi, come il velenoso maggiociondolo (Laburnum anagyroides,) che si ricopre di vistosi grappoli di fiori gialli in primavera ed un particolare tipo di acero, l opalo (Acer opulifolium). Altre specie legnose frequenti in questi boschi sono: la roverella (Quercus pubescens) e il ciavardello (Sorbus torminalis); nelle stazioni più fresche e umide si puo trovare anche il carpino bianco (Carpinus betulus).
Tra gli arbusti ricordiamo la fusaria maggiore (Euonymus latifolius), il nocciolo (Corylus avellana), il caprifoglio peloso (Lonicera xylosteum) e il corniolo (Cornus mas). Nel sottobosco è presente inoltre una grande varietà di piante erbacee, alcune delle quali iniziano a fiorire in inverno, come l elleboro verde (Helleborus viridis), seguito dalla primula (Primula vulgaris), dall anemone dei boschi (Anemone nemorosa) dall erba trinità (Hepatica triloba), dalla pulmonaria (Pulmonaria officinalis).
Ostrya carpinifolia
Ostrya carpinifolia
Ostrya carpinifolia
Laburnum anagyroides
Acer Opulifolium
Carpinum betulus
Carpinum betulus
Carpinum betulus
Corylus avellana
Cornus mas
La vegetazione boschiva dei suoli acidi è costituita da querceti con rovere (Quercus petraea) e castagno (Castanea sativa), oppure da castagneti. I castagneti si possono considerare seminaturali, perché, se da un lato l origine è artificiale (poiché si tratta di boschi derivati dalla coltura del castagno), dall altro la composizione floristica è largamente naturale. Gli aspetti di castagneto puro si trovano generalmente in stazioni più fresche, sui versanti settentrionali; gli aspetti a castagno e querce sui versanti meridionali.
Lo strato arbustivo, generalmente molto scarso, diventa più consistente solo nei tratti di bosco più aperti e meglio esposti, ed è costituito da arbusti tolleranti dell acidità del suolo come le eriche e alcune ginestre (Erica arborea, Calluna vulgaris, Genista pilosa). Anche lo strato erbaceo è poco coprente ed è costituito in prevalenza dalla felce aquilina (Pteridium aquilinum).
Lo strato arboreo dei boschi acidofili oltre al castagno (foto a lato) puo ospitare varie specie di querce (Quercus cerris,quercus pubescens), pioppo tremolo (Populus tremula) e talvolta anche qualche esemplare di pino silvestre (Pinus sylvestris), la cui presenza, almeno in alcuni casi, sembra naturale.
Quercus petraea
Quercus petraea
Castanea sativa
Castanea sativa
Populus tremula
Populus tremula
Pinus sylvestris
Fascia collinare
Il paesaggio montano dell Appennino settentrionale è caratterizzato dai boschi di faggio (Fagus sylvatica) che rappresentano la vegetazione potenziale e l unico tipo fisionomico di bosco naturale al di sopra dei 900 metri di quota e fino al limite superiore del bosco (circa 1700 metri di quota).
La composizione dello strato arboreo come si è detto appare piuttosto uniforme, in quanto dominata dal faggio; anche per questo motivo la fascia montana, con le sue caratteristiche faggete, è facilmente distinguibile da quella sottostante, dei boschi misti, che appaiono molto più eterogenei anche in lontananza. Il faggio, in certe condizioni, può dare origine a formazioni miste insieme a poche altre essenze caducifoglie (aceri, frassini, carpini, sorbi, tigli) oppure conifere (soprattutto abete bianco).
La fisionomia del bosco montano in molte zone può mostrarsi eterogenea per la presenza di vasti rimboschimenti a conifere (con pini e abeti), che ai non esperti possono dare la falsa impressione della presenza di una fascia di vegetazione a conifere. L artificialità di queste pinete o abetine è però facilmente svelata dai contorni netti e regolari delle aree rimboschite. Un po in tutta la regione, soprattutto alle quote meno elevate, e su substrati adatti, talora i boschi di faggio sono stati sostituiti da castagneti, un tempo da frutto e ora in gran parte trasformati in cedui.
Anche se le faggete appenniniche sono per lo più governate a ceduo, attualmente si registra una tendenza alla riconversione ad alto fusto, attuata favorendo lo sviluppo dei polloni principali degli alberi, con tagli opportuni. Le ragioni di queste conversioni sono essenzialmente di ordine economico: infatti, i boschi d alto fusto forniscono legname più pregiato e inoltre sono esteticamente più apprezzati e fruibili da escursionisti e gitanti. La conversione ad alto fusto ( che tende alla trasformazione verso una struttura più naturale) va valutata soprattutto per i suoi aspetti ecologici e naturalistici: infatti questo processo porta con il tempo alla ricostituzione di una struttura forestale simile a quella del bosco naturale.
Fagus Silvatyca
Abies alba
Acer pseudoplatanus
Acer platanoides
Sorbus aucuparia
Sorbus aucuparia
Sorbus aria
Sorbus aria