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IMPIANTI DEL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA In figura: i principali impianti del Consorzio della Bonifica Burana

Impianti di scolo PILASTRESI (Stellata di Bondeno, FE) CIPOLLETTE (Bondeno, FE) MORETTA (Bondeno, FE) SANTA BIANCA (Bondeno, FE) DOGARO (San Felice, MO) DRAGONZO (Sermide, MN) BASSONI (S. Martino Spino, MO) BONDENO-PALATA (Bondeno, FE) Impianti pluvirrigui CONCORDIA SUD (Mirandola, MO) BOSCO DELLA SALICETA (Camposanto, MO) BOTTEGONE DEL BOSCO (Bomporto, MO) BOZZALA NUOVO (San Prospero, MO) BOZZALA VECCHIO (S. Prospero, MO) CASTELLO (Finale Emilia, MO) BOCCHIROLO (Savignano s/p, MO) Manufatti per lo scolo e l irrigazione BOTTE NAPOLEONICA (a gravità) Bondeno, FE Manufatti per l irrigazione TRAVERSA DI S.MICHELE (Castellarano, RE S.Michele dei Mucchietti, MO) PRESA CANALE DI S.PIETRO (a gravità) Vignola, MO Impianti di derivazione irrigua SABBIONCELLO (Quingentole, MN) PILASTRESI (Stellata di Bondeno, FE) SUSSIDIARIO PILASTRESI (Stellata di Bondeno, FE) CHIAVICA SECCHIA (Bomporto, MO) PICOZZA (Nonantola, MO) CASONI (Nonantola, MO) CAMPAZZO (Nonantola, MO) BAGAZZANO (Nonantola, MO) BOZZALA SECCHIA (S. Prospero, MO) CANALETTO (Crevalcore, BO) FINALETTO (Castelfranco Emilia, MO) CANAL TORBIDO (S. Cesario s/p, MO) Impianti di sollevamento ABBÀ MOTTO (Finale Emilia, MO) UBERTOSA (Concordia, MO) REDENA (Bondeno, FE) PIETRE (Poggiorusco, MN) STREGGE (Poggiorusco, MN) PONTESALTO (S. Felice s/p, MO) CAMURANA (Mirandola, MO) CHIAVICA REGINA (S. Martino Spino, MO) MONTALBANO (Medolla, MO) CORRADI (Cavezzo, MO) MOSCARDINA (S. Prospero, MO) GESSO (S. Prospero, MO) BARBIERI (S. Prospero, MO) BADIA (S. Prospero, MO) ROVERE (S. Prospero, MO) SAN LORENZO (S. Prospero, MO) ZOCCOLO (S. Prospero, MO) FARINI (Nonantola, MO) ZANETTI (Nonantola, MO) CENTO (Cento, FE) CASE EMILIA (Sant Agata Bolognese, BO) PONTE DEL LOSCO (Sant Agata Bolognese, BO) TORRAZZUOLO (Sant Agata Bolognese, BO) SBOCCO ZENA (Sant Agata Bolognese, BO) ACCATA (S.Giovanni in P., BO) MOLINO DEL SECCO (Crevalcore, BO) VALBONA (Sant Agata Bolognese, BO)

DESCRIZIONE DEI PRINCIPALI IMPIANTI DEL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA BOTTE NAPOLEONICA Situata a Bondeno (Ferrara) La Botte Napoleonica fu progettata agli inizi del XIX secolo ma portata a compimento e all'effettivo funzionamento solamente nel 1899, ultimata la complessa canalizzazione di raccolta delle acque. Tale manufatto fu ideato per consentire lo sgrondo delle acque di un bacino di 54.700 ettari ed è tuttora rilevante per l economia della zona in cui opera: le acque, raccolte da territori modenesi, mantovani e ferraresi nel Collettore di Burana, vengono convogliate sotto il fiume Panaro attraverso la Botte Napoleonica e portate dal Canale Emissario e dal Po di Volano direttamente al mare Adriatico. Altrettanto importante è la funzione irrigua della Botte Napoleonica, ad usi plurimi: essa fornisce acqua per l agricoltura, l industria e la navigabilità ai terreni orientali del ferrarese. La portata massima è pari a 44 mc/sec. I due edifici posti sulle estremità sono in stile dorico - romano e al loro interno vi sono paratoie che controllano il flusso delle acque del Canale Collettore di Burana in entrata e del Canale Emissario in uscita. Complessivamente ha una lunghezza pari a m. 120,50. Tipologia: botte a due canne con fondo e calotta arcuati e spalle verticali, sottopassanti il fiume Panaro Portata: 44 mc/sec Altezza delle canne: 2,85 m Larghezza delle canne: 4,20 m Lunghezza delle canne: 99,00 m Prevalenza: platea inclinata a valle con cadente 0,45 m Bacino di scolo: 54.700 ettari del Bacino Acque Basse ricadenti nelle province di Modena, Mantova e Ferrara Caratteristiche di funzionamento: deflusso delle acque del canale Collettore di Burana sotto il fiume Panaro

SANTA BIANCA Situata a Bondeno (Ferrara) L'impianto di S. Bianca consente lo scolo nel fiume Panaro del Bacino delle Acque Alte (terreni di Bomporto, Cavezzo, Camposanto, S.Felice e Mirandola) attraverso il Diversivo di Burana: quando le piene del fiume Panaro non consentono lo scolo a gravità, le acque raccolte dal canale Diversivo di Burana vengono sollevate dalle pompe e immesse nel fiume Panaro, evitando esondazioni e ristagni nei terreni circostanti. Tipologia: impianto idrovoro di scolo Portata max: 29 mc/sec Caratteristiche pompe: 4 ad asse orizzontale Caratteristiche motori: 4 elettrici Potenza nominale: 1.766 KW Prevalenza: 4,5 m Bacino di scolo: 17.800 ettari del Bacino Acque Alte ricadenti nella provincia di Modena e in piccola parte di Ferrara Caratteristiche di funzionamento: scolo a gravità e per sollevamento meccanico dal canale Diversivo di Burana al fiume Panaro IMPIANTO PILASTRESI Situato a Stellata di Bondeno (Ferrara) L'impianto idrovoro delle Pilastresi, inizialmente concepito per le sole necessità di scolo di 54.700 ettari di comprensorio delle Acque Basse, venne successivamente rivisto in funzione della derivazione di 47 mc/sec d'acqua di cui 44 a servizio di 150.000 ettari della Provincia di

Ferrara, ad uso agricolo, industriale, nonchè per consentire la navigazione del Po di Volano. L'impianto Pilastresi, costruito tra gli anni 1928-37, venne attivato solo nel 1949 a causa degli eventi bellici e dei lavori necessari per rimediarne i danni. All'epoca, per la duplicità delle funzioni di scolo e derivazione, venne definito il più importante impianto d'europa. Tipologia: Impianto idrovoro a funzione mista: scolo/derivazione Portata max per scolo: 40 mc/sec Portata max per derivazione: 47 mc/sec Caratteristiche pompe: 4 gruppi composti da 2 pompe ad asse orizzontale Caratteristiche motori per scolo: 2 elettrici, 2 diesel Caratteristiche motori per irrigazione: 4 elettrici sincroni Potenza nominale totale: 7.400 KW Prevalenza per scolo: 10,6 m Prevalenza per derivazione: 2,6 m Bacino di scolo: 54.700 ettari nel Bacino Acque Basse ricadenti nelle province di Modena, Mantova e Ferrara Bacino di irrigazione: 160.000 ettari nella parte orientale della provincia di Ferrara Caratteristiche di funzionamento per scolo: scolo a gravità o per sollevamento dal canale delle Pilastresi al fiume Po Caratteristiche di funzionamento per derivazione: derivazione a gravità o per sollevamento dal fiume Po al canale delle Pilastresi IMPIANTO SUSSIDIARIO PILASTRESI Situato a Stellata di Bondeno (Ferrara) L impianto Sussidiario Pilastresi è ubicato lungo l asta del Po, nel nodo idraulico strategico delle Pilastresi ed è stato progettato per affiancare l impianto principale per assicurare l approvvigionamento idrico anche in caso di magre eccezionali del fiume Po. L impianto idrovoro Sussidiario Pilastresi, inaugurato nel 2004, preleva acqua dal fiume Po: attraverso le vecchie Chiaviche Pilastresi, l acqua percorre il vecchio Canale di derivazione e, dopo la Chiavica Quattrocase, si immette nel canale delle Pilastresi il quale raccorda l impianto omonimo con il canale Collettore di Burana. Tipologia: Impianto idrovoro sommergibile di derivazione Portata max: 17,5 mc/sec Caratteristiche pompe: 5 elettropompe sommergibili Potenza nominale: 1.000 KW Prevalenza: 3,5 m Bacino: 160.000 ettari ricadenti nella parte orientale della provincia di Ferrara Caratteristiche di funzionamento: sollevamento delle acque dal Po al canale di Derivazione da Po e al canale delle Pilastresi

IMPIANTO BONDENO-PALATA Situato a Bondeno (FE) Costruito intorno al 1925 con lo scopo di immettere nel fiume Panaro le acque del Canale Emissario delle Acque Basse provenienti dai terreni tra Panaro e Samoggia oggi preserva dagli allagamenti un bacino di scolo di 15.000 ettari, nei comuni di Crevalcore, S. Agata Bolognese, S. Giovanni in Persiceto. Sei gruppi idrovori da 320 kw con portata di 7,5 mc/sec ciascuno, sollevano le acque di scolo quando il livello idrico di Panaro non ne consente l immissione per gravità. Alla confluenza dell Emissario in Panaro è presente una chiavica dotata di tre paratoie di difesa e tre coppie di porte vinciane che difendono il territorio dall eventuale risalita di acqua dal fiume. Nel periodo estivo le paratoie trattengono le acque del Canale Emissario come riserva d acqua per l agricoltura e l ambiente. Tipologia: Impianto idrovoro di scolo Portata max: 42 mc/sec Caratteristiche pompe: 6 gruppi idrovori da 7 mc/sec Potenza nominale: 1.920 KW Prevalenza: 5 m Bacino: bacino di scolo di 15.000 ettari nei comuni di Crevalcore, S. Agata Bolognese, S. Giovanni in Persiceto Caratteristiche di funzionamento: solleva le acque di scolo quando il livello idrico di Panaro non consente l immissione per gravità FOSSA MOZZA Situata a Sermide (MN) Il Consorzio della Bonifica Burana riceve i deflussi delle acque della Bonifica di Revere che

scolano attraverso la Fossalta. Tale apporto idrico, regolato dalla Chiavica Vallazza (Carbonara Po) e dalla Chiavica Fossa Mozza (Sermide), viene immesso nel Collettore di Burana o recapitato direttamente nel Po nei pressi di Moglia di Sermide. IMPIANTO SABBIONCELLO Situato a Quingentole (Mantova) L'impianto di derivazione del Sabbioncello, in funzione dal 1957, è il principale impianto di derivazione per l approvvigionamento idrico del comprensorio di pianura. Preleva l'acqua dal fiume Po a fini irrigui mediante il sollevamento, distribuendola attraverso l'omonimo Canale, ad una rete irrigua che serve 60.000 ettari di terre coltivate, verso zone ad altitudine superiore, tra le province di Mantova, Modena e Ferrara. L'impianto, costruito in golena, è provvisto di 6 gruppi di pompaggio della portata complessiva di 20 mc/s., con tubazioni del diametro di m. 1,5 ciascuna che, immerse nel fiume Po, prelevano direttamente l'acqua dal fiume stesso. L impianto è stato oggetto di lavori di ripristino nel 2007. Tipologia: Impianto idrovoro di derivazione Portata max: 20 mc/sec Caratteristiche pompe: 6 centrifughe ad asse verticale Caratteristiche motori: 6 elettrici Potenza nominale: 1.854 KW Prevalenza: 7 m Bacino: 60.000 ettari ricadenti nel comprensorio di pianura consortile delle province di Modena, Mantova e Ferrara Caratteristiche di funzionamento: Derivazione per sollevamento dal fiume Po al Canale Sabbioncello

CONCORDIA SUD Situato a S.Possidonio (Modena) L'impianto pluvirriguo Concordia Sud rappresenta l'opera più importante del Consorzio per l'utilizzazione delle acque sollevate da Po dall'impianto Sabbioncello. L'impianto, attivo dal 1983, distribuisce acqua a pressione attraverso 195 km di tubazioni interrate agli impianti di irrigazione delle singole aziende dei comuni di Mirandola, Cavezzo e S. Possidonio dove, per mezzo di attrezzature mobili, tubi ed irrigatori collegati a 2.500 idranti di presa, l'irrigazione risulta più razionale e a vantaggio di un corretto uso delle risorse idriche. Tipologia: impianto pluvirriguo Portata: 1,80 mc/sec Caratteristiche pompe: 8 centrifughe ad asse verticale Caratteristiche motori: 8 elettrici Potenza nominale: 1.541 KW Prevalenza: 54 m Bacino irriguo: 2.667 ettari nei comuni di Mirandola, Cavezzo e S. Possidonio Caratteristiche di funzionamento: prelievo dal canale Diversivo, distribuzione in 195 km di tubi interrati e 2.500 idranti IMPIANTO DOGARO Situato a S. Felice s/p (Modena) L impianto Dogaro di S. Felice s/p si trova sul punto di immissione delle acque del cavo Dogaro nel cavo Vallicella ed è a servizio di un area depressa pari a circa 1.975 ettari. Prima della costruzione dell impianto Dogaro, ultimato nel 1930, lo scolo a gravità delle acque del sottobacino veniva impedito dalle piene del canale ricevente e l interruzione del deflusso delle acque provocava allagamenti, mentre oggi grazie all impianto viene assicurato lo scolo delle acque in eccesso.

Tipologia: impianto idrovoro di scolo Portata: 3,8 mc/sec Caratteristiche pompe: 2 ad asse orizzontale Caratteristiche motori: 2 elettrici Potenza nominale: 74 KW Prevalenza: 1,65 m Bacino: 1.975 ettari del Bacino Acque Alte nel comune di S. Felice s/p Caratteristiche di funzionamento: sollevamento meccanico dal cavo Dogaro al cavo Vallicella, poi al canale Diversivo di Burana PARATOIA GUAZZALOCA Situata a Crevalcore (Bo) Il Guazzaloca è un luogo, in comune di Crevalcore, situato lungo il percorso del canale Cavamento Foscaglia, scavato in origine nel 1487 basandosi su tracciati preesistenti, oggi Canale Collettore delle Acque Alte. È sempre stato un punto di passaggio, prima un Guazzo - Vadum - Guado poi un ponte. Tramite il Canale Torbido dell XI secolo, l acqua di Panaro derivata a monte per mulini, risaie, ecc, vi ritornava più a valle immettendosi prima nella Fossa Rangona presso il Mulino del Secco e poi nel Cavamento proprio al Guazzaloca. Nel 1926, nell ambito delle più recenti opere di bonifica fu realizzato il Grande Sbarramento poi ristrutturato nel 2009 e dal 1976 l acqua del Po tramite il Canale Emiliano Romagnolo si immette nel C.C.A.A. a monte della Paratoia stessa. All inizio di maggio di ogni anno, in assenza di criticità idrauliche, la paratoia viene abbassata per impedire all acqua di defluire in Panaro. Lo sbarramento determina la creazione di un adeguato livello idrico a monte, tale da consentirne la risalita lungo il Canale, fino a Sbocco Zena e a Valbona. Per portare l acqua ancora più a monte, è stato necessario realizzare impianti di sollevamento meccanico. L acqua, ora dominante, viene distribuita per caduta naturale nei canali, da cui può essere prelevata, concordando l operazione con i tecnici del Consorzio di Bonifica per usi legati all agricoltura e all ambiente: irrigazione, riempimento maceri, aree naturalistiche, ristoro della falda, ecc. Alla fine del periodo estivo, di norma a metà settembre, la paratoia viene sollevata per ripristinare la direzione di deflusso delle acque verso valle e smaltire le successive precipitazioni.

CHIAVICA FOSCAGLIA La Chiavica Foscaglia regola l immissione delle acque del canale Collettore delle Acque Alte nel fiume Panaro mediante tre paratoie di difesa e tre coppie di porte vinciane. Le acque scaricate sono quelle provenienti dai terreni compresi il Samoggia e il Panaro nei comuni di S. Giovanni in Persiceto, Crevalcore, S. Agata Bolognese, Castelfranco Emilia per circa ha 16800. Quando la quantità e la distribuzione delle piogge consente il deflusso regolare nel fiume, le porte sono aperte, ma nel caso il livello idrico in Panaro sia più alto del livello del canale le porte si chiudono in attesa che la piena si esaurisca. La chiusura delle porte vinciane nel periodo primaverile estivo consente invece la creazione di una riserva d acqua nel canale per fini irrigui ed ambientali. CASSA DI ESPANSIONE MANZOLINO TIVOLI Situata a Manzolino, Castelfranco Emilia (Mo) Il progressivo aumento dell abitato di Castelfranco Emilia raggiunse livelli tali che alla fine degli anni 50 aveva causato, per la quantità di acqua riversata nel Canale di San Giovanni, problemi e danni all abitato di S. Matteo della Decima (nel comune di San Giovanni in P.) nonché frequenti allagamenti, con interruzioni della viabilità, della strada statale Ferrara-Modena. Nel 1960 viene quindi realizzata la Cassa di Espansione del Canale di S. Giovanni in Loc. Manzolino, nel Comune di Castelfranco Emilia, allo scopo di regolare le piene del canale di S. Giovanni e dello scolo Finaletto. La Cassa di espansione di Manzolino, delle dimensioni di quasi 40 ettari per una capacità di invaso di 1.000.000 m³,costituisce oggi un importante riserva irrigua per gli agricoltori nel periodo estivo e un bacino per la diluizione degli scarichi urbani dei centri di S. Giovanni in Persiceto, S. Matteo della Decima e Cento. La presenza di un habitat idoneo all insediamento di numerose specie animali ha spinto l Amministrazione Provinciale di Modena ad istituire nella zona un oasi di protezione della fauna. Oggi le manovre degli organi di intercettazione e scarico vengono effettuate dalla centrale di telecomando di San Giovanni.

PRESA CANALE S. PIETRO Situata a Vignola (Modena) La Presa del Canale di S. Pietro, ricostruita nel 1927, derivava acqua dalla sponda sinistra del fiume Panaro già dal Medioevo per consentire, attraverso il Canale di S. Pietro ed il Canale Diamante, in primo luogo la navigazione del Canale Naviglio, secondariamente per fornire energia idraulica a diversi opifici e per dilavare le fognature dei centri cittadini, infine per l'irrigazione dei terreni. L acqua del Panaro entra per gravità in un canale derivatore e, regolata da paratoie, viene distribuita attraverso il canale di S. Pietro; nel canale sbarramenti artificiali innalzano il livello dell acqua fino a riempire condotti secondari e fossi interpoderali per irrigare le coltivazioni. Attualmente, infatti, le funzioni principali rimangono quelle relative all'irrigazione a servizio dei comuni di Vignola, Spilamberto, Castelnuovo Rangone e Modena, per un totale di 2.900 ettari, oltre che allo scolo di circa 3.000 ettari e al servizio igienico ambientale per il dilavamento del sistema fognario della città di Modena. Tipologia: presa per l irrigazione Portata max: 2,7 mc/sec Bacino irriguo: 2.900 ettari ricadenti nei comuni di Vignola, Spialmberto, Castelnuovo Rangone e Modena Caratteristiche di funzionamento: derivazione a gravità dal fiume Panaro al canale S. Pietro BOTTE SOTTOPASSANTE FOSSA SPEZZANO

Situata a Sassuolo (Modena) La Botte sottopassante la Fossa di Spezzano, di origine medievale, assolveva al duplice scopo di consentire alle acque del Canale Maestro di sottopassare il torrente Fossa e, nel contempo, di riversare all'interno dello stesso torrente le acque eccedenti. Posta sul confine tra Sassuolo e Formigine, fu ristrutturata nel 1804. Il Canale Maestro, o Canale di Modena, che deriva acqua dal fiume Secchia alla Traversa di Castellarano, fu costruito per alimentare il Canale Naviglio e per l'irrigazione dei terreni di Formigine, Castelnuovo Rangone e Modena. Il manufatto, attualmente in gestione al Consorzio in base ad una convenzione col Comune di Modena, viene sfruttato massimamente per l'allontanamento delle acque eccedenti. Dotata di un sistema di paratoie e sfioratori, la struttura garantisce la sicurezza idraulica del territorio di Sassuolo scaricando nel torrente Fossa l'acqua in esubero in caso di precipitazioni intense; in posizione centrale alla Botte è collocata la chiavica di accesso al sifone che sottopassa il torrente Fossa, per una portata d'acqua media di 2 mc/sec. Tipologia: botte a sifone in muratura Portata: 4 mc/sec ca IMPIANTI DI DERIVAZIONE DAL PANARO Situati tra i comuni di Nonantola e Ravarino (Modena) Gli impianti Campazzo e Bagazzano (1957), Casoni e Picozza (1936), dalla caratteristiche tecniche simili, sono posizionati sull argine destro del fiume Panaro: da quest ultimo prelevano tramite impianti di sollevamento l acqua per irrigare i terreni alti che lo costeggiano e la distribuiscono nei comprensori di Nonantola e Ravarino tramite opportuna canalizzazione. Impianto Campazzo Tipologia: impianto idrovoro di derivazione Portata max: 0,30 mc/sec Caratteristiche pompe: 2 centrifughe ad asse orizzontale Caratteristiche motori: 2 elettrici Potenza nominale: 85 KW Prevalenza: 24 m Bacino: 2.400 ettari ricadenti nella parte a nord del Comune di Nonantola Caratteristiche di funzionamento: derivazione per sollevamento dal fiume Panaro alla cabaletta irrigua D-E, poi alla Fossa Signora

BRIGLIA SUL TORRENTE DARDAGNA Situata a Lizzano in Belvedere (Bologna) La briglia sul torrente Dardagna esemplifica i lavori di ripristino e consolidamento attuati dal Consorzio nell'area montana. La briglia a traversone, costruita in pietra arenaria, serve a diminuire la pendenza dell'alveo e a ridurre la velocità della corrente impedendo l'erosione delle sponde. Costruita nella prima metà degli anni '30 in passato era stata utilizzata come presa d'acqua per un mulino posto a valle, ora in disuso. É stata ripristinata e consolidata nel 1995. BRIGLIE SUL RIO RONCO A MONTECRETO Situate a Montecreto (Modena) Le briglie sul Rio Ronco presentano diverse tipologie d'intervento: costruzione di briglie a scatola, briglie a traversone e consolidamento della platea del ponte d'attraversamento della strada che da Strettara arriva a Montecreto. La briglia a scatola si compone di una briglia di monte di due muri laterali e d'una platea di fondo collegati alla sottostante controbriglia di valle. Presenta una struttura più forte e resistente che contrasta maggiormente eventuali spinte di frana. I muretti laterali sorreggono le sponde e pendici soprastanti; con la platea di fondo costituiscono una vasca che rallenta maggiormente la velocità dell'acqua, azzerando quasi completamente lo scalzamento di valle delle briglie dovuto al salto - stramazzo dell'acqua. I lavori sono stati eseguiti nel 1995. Nell'alto corso del Rio Ronco è stata inoltre sistemata una pendice in frana mediante fosse drenanti.

CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA