UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PALEREMO FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE E TECNICHE DELLA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL EDUCAZIONE I DISEGNI DEI BAMBINI TRASCURATI COME STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DEL TRAUMA Tesi di laurea di: Manuela Scala Relatore: Ch.ma Prof.ssa Giovanna Manna Tutor: Dott.ssa Maria Rosaria Como ANNO ACCADEMICO 2004-2005
Introduzione L argomento trattato nel presente lavoro riguarda le rappresentazioni che i bambini trascurati hanno di se stessi e degli altri, espresse attraverso l attività grafica. Il disegno rappresenta una modalità espressiva consueta e spesso piacevole una sorta di via regia per accedere alle rappresentazioni mentali del bambino (Gallino, 2000). Molti autori (Widlöcher, 1965; Oliverio Ferraris, 1973; Bombi & Pinto, 2000; Arace & Gallino, 2003) hanno sottolineato che il modo di tradurre in immagini grafiche ciò che viene visto e lo stile assunto dalla raffigurazione prodotta, altro non costituiscono che la personale visione che ognuno ha di se stesso e del mondo, ed è questo processo che conferisce al disegno un valore proiettivo. L attività grafica costituisce dunque un mezzo che, nello spazio prestabilito di un foglio, permette di esprimere ed organizzare pensieri, bisogni, stati d animo e, talvolta, anche vissuti così traumatici da non poter essere espressi che attraverso tale canale (Ionio & Procaccia, 2003). In particolare, la letteratura mostra l utilità applicativa del disegno nell intervento con bambini maltrattati; si tratta di uno strumento che consente di conoscere l immagine che il bambino ha di sé, degli altri e di sé con gli altri (Gallino, 2003). 3
In situazioni di maltrattamento, il disegno si rivela uno mezzo che facilita il ricordo e la verbalizzazione delle esperienze traumatiche, nonché uno strumento di valutazione diagnostica. Nell espressione di un trauma quale quello del maltrattamento, dunque il disegno assume ancor più il valore di una comunicazione personale che rivela la realtà interna di chi disegna, dei suoi stati emotivi, dei turbamenti, delle paure e dei conflitti presenti. Inoltre, rispetto alla narrazione traumatica, l attività grafica potrebbe facilitare l espressione dello stato emotivo e nel contempo restituire al bambino un senso di padronanza e di competenza che lo aiuti indirettamente nelle relazioni interpersonali e nel racconto delle proprie esperienze (Yates et al., 1985; Burgess & Hartman, 1993). Nel presente lavoro l interesse è rivolto allo studio degli aspetti psicologici della trascuratezza, indicata dalla letteratura come una condizione spesso cronica, che provoca effetti a lungo termine di rilevante entità dal punto di vista emotivo ed affettivo. Il primo capitolo viene dedicato alla definizione del maltrattamento e alle caratteristiche assunte dal fenomeno. Ad un breve excursus storico, in cui vengono sottolineati i numerosi sforzi compiuti per definire univocamente cosa si debba intendere per violenza all infanzia, segue la trattazione degli aspetti più significativi dei vari tipi di maltrattamento infantile. Attenzione viene dedicata anche alle principali conseguenze psicologiche e sociali del maltrattamento e alla qualità dell intervento. 4
Il secondo capitolo, attraverso recenti contributi empirici che mostrano l utilità diagnostica e terapeutica degli strumenti grafici ampiamente utilizzati nei settori della ricerca psicologica, clinica e forense, focalizza l attenzione sul valore narrativo del disegno, utile e talvolta indispensabile ausilio per la comunicazione del trauma. Nel terzo capitolo viene presentata la ricerca svolta, i soggetti coinvolti, gli strumenti utilizzati e i dati ottenuti attraverso l interpretazione qualitativa di test quali il Disegno della Figura Umana (DFU; Machover, 1953), il Disegno Cinetico della Famiglia (Kinetic Family Drawings, KFD; Burns & Kaufmann, 1970) e il Disegno del Tipo Preferito di Giornata (The Favorite Type of Day Drawing, FTD; Manning, 1987). 5
CAPITOLO I L infanzia violata: analisi del fenomeno 6
I.1. Definizione e classificazione del maltrattamento Il tema dell abuso e del maltrattamento sui minori è sempre stato un argomento difficile da trattare, probabilmente a causa delle difficoltà presenti nell affrontare un problema che provoca un alto coinvolgimento emotivo. Nelle diverse epoche storiche la presenza di condotte che non esiteremmo, oggi, a definire di abuso (sfruttamento economico, violenze sessuali, abbandono, incuria, esercizio di un potere pressoché assoluto), non si traduceva nel riconoscimento collettivo di tali comportamenti come devianti per il semplice motivo che tali non venivano considerati, esprimendo di fatto piuttosto la norma che l eccezione (Cofano, Oldani & Poli, 1993). Il riconoscimento dell abuso infantile come un problema individuale e sociale nello stesso tempo si pone pertanto in tempi relativamente recenti. Negli ultimi anni le segnalazioni di casi di maltrattamento hanno avuto un aumento vertiginoso grazie ad una maggiore sensibilizzazione della società nel suo complesso e all accresciuta capacità di rilevare le situazioni di maltrattamento da parte degli operatori che lavorano con i bambini. Ma cosa si intende per abuso infantile? Nonostante si intenda il più delle volte il solo maltrattamento fisico, il termine, inizialmente coniato per descrivere gli aspetti medici della violenza fisica sul bambino, è stato esteso ad includere le forme di trascuratezza e l abuso sessuale. Il decreto di legge approvato negli Stati Uniti nel 1974 ha definito il maltrattamento infantile come il danno fisico o mentale, l abuso sessuale, il trattamento negligente o il maltrattamento di un soggetto inferiore ai 18 anni, o all età specificata dalla normativa sulla protezione 7