Pragmatici e visionari

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Scritto da administrator2 Lunedì 02 Maggio 2011 08:52 Pragmatici e visionari di Corrado De Rossi Re Scarica l'articolo in pdf Tratto da: Panorama della Sanità - Anno XXIV - numero 16 - Aprile 2011 A Roma il 4 Congresso della Società italiana medici manager (Simm): È tempo di costruire il futuro del management in medicina Parterre di grande rilievo per l evento che ha tenuto a battesimo la nascita dell Alleanza europea dei medici manager. Molte le presenze internazionali da Europa, Asia e Oceania. Ferruccio Fazio Medico manager 2010. Al Ministro e a Plinio Pinna Pintor la membership onoraria Leadership, accountability, competenza, approccio sistemico sono alcune delle parole chiave al centro delle riflessioni del 4 Congresso nazionale della Società italiana medici manager che si è svolto a Roma, presso l Università Cattolica del S. Cuore nei giorni 14 e 15 aprile scorsi. Presenze istituzionali al top, a cominciare dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, al quale oltre alla membership onoraria è stato conferito anche il Premio Medico manager 2010 per aver contribuito in modo decisivo alla rinascita del Ministero della Salute, alla sua riorganizzazione ed al suo rilancio come Istituzione di garanzia della tutela della salute del Paese, svolgendo il suo ruolo in un quadro di gravi difficoltà nella finanza pubblica con una forte leadership e grandi capacità manageriali, ma senza mai dimenticare la sensibilità di medico e la centralità del cittadino e della persona malata. Ed è stato proprio il Ministro ad introdurre nel suo saluto alcuni concetti chiave per la leadership medica del futuro. «Ho iniziato a togliere ogni tanto il camice bianco circa vent anni fa» ha raccontato Fazio «e spesso mi chiedevo se sarei stato più utile in reparto o dietro una scrivania. Con l esperienza ho però capito una cosa fondamentale che deve appartenere ad entrambi i lati della barricata, il rispetto di tre valori fondamentali: trasparenza, perseguimento di una vera alleanza con il malato, necessità di governare i processi. Dal 1978 a oggi» ha quindi esemplificato il Ministro «la medicina e le organizzazioni hanno vissuto tanti passaggi chiave importanti come la complessa affermazione dell aziendalizzazione. Una norma molto contestata ma che ormai oggi è chiara a tutti quale necessaria per governare al meglio l appropriatezza e il soddisfacimento delle esigenze dei cittadini. Questo perché se il sistema è gestito bene erogherà anche cure migliori, e alla fine il risparmio, anzi l appropriatezza, verrà da se. 1 di 5 13/07/15 11:00

E il governo dell appropriatezza» ha sottolineato Fazio alla platea «mette al sicuro da pericolose derive come, per esempio, la medicina difensiva». Stressando ancora il concetto di appropriatezza il Ministro ha quindi esemplificato ancora ritenendo corretta la recente sentenza della cassazione che ha visto protagonista un paziente, poi deceduto, dimesso in ottemperanza alle linee guida del caso: «Una sentenza sostanzialmente giusta» ha commentato «poiché non ritengo corretto basarsi solo e soltanto sulle linee guida senza aggredirne criticamente la stessa validità e, quindi, la loro appropriatezza». Un concetto importante che dunque intende riportare al centro competenza e decisionalità del medico ma che spesso si scontra contro quelle che lo stesso Ministro ha definito derive economicistiche che, e di questo siamo certi, non appartengono neanche lontanamente né al concetto di aziendalizzazione in sanità pubblica né tantomeno al concetto di leadership che la Simm pone come faro illuminante per una nuova classe dirigente dei servizi sanitari che sia, come affermato dal Presidente Leonardo la Pietra inaugurando i lavori, «pragmaticamente visionaria». Un concetto che sembrerebbe aver fatto una certa breccia, a giudicare dalle autorevoli presenze in sala: da Antonio Tomassini, Presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato a Daniela Scaramuccia, Assessore alla Sanità della toscana, da Giovanni Monchiero, Presidente Fiaso a Fulvio Moirano, Direttore generale dell Agenas, da Francesco Bevere, Direttore generale della Programmazione del ministero della Salute a Carlo Favaretti, Presidente della Società italiana di health technology assessment a Gilberto Gentili, Presidente della Card, in compagnia anche di una nutrita rappresentanza di leader sindacali come Salvo Calì (Smi), Francesco Lucà (Snr) e Mauro Mazzoni (Fassid), solo per citare alcuni tra le centinaia di partecipanti al congresso. Potranno dunque i medici, anzi, i medici manager, che nell ambito di questa giovane società scientifica trovano anche percorsi formativi alla leadership molto seri, essere la testa di ponte di un nuovo modo di intendere la professione e le responsabilità anche manageriali che il sistema potrebbe affidare loro? Walter Ricciardi, Presidente del Comitato scientifico della Simm ne è talmente convinto da essersi preso in carico la responsabilità, insieme alla collega britannica Jenny Simpson, già Presidente della British Association of medical manager, della nuova realtà associativa internazionale che ha visto la luce proprio a Roma, nel corso dei lavori del Congresso Simm. Nel corso della seconda giornata dei lavori è infatti formalmente nata la Eamm, European Alliance of medical manager che, secondo Ricciardi, assume una valenza molto importante nella prospettiva che l Europa offre ai paesi membri. «Il Commissario europeo» ha sottolineato Ricciardi «ha vinto una battaglia importante contro ogni previsione: abbattere i confini nell Unione Europea per quanto riguarda la migrazione sanitaria. Una battaglia che come Eupha (la società scientifica di sanità pubblica di cui Ricciardi è Presidente, ndr) abbiamo supportato ma che non pensavamo mai potesse essere vinta per l opposizione molto forte di grandi paesi come la Germania, la Gran Bretagna, l Olanda. In parole povere entro due anni non ci saranno più confini sanitari e un cittadino 2 di 5 13/07/15 11:00

europeo sarà libero di farsi curare dove vuole. Adesso» ha spiegato ancora «da nostre indagini sappiamo che circa il 60% dei cittadini europei non esiterà a migrare se lo riterrà necessario e questo per l Europa, per i sistemi sanitari e per i professionisti che vi operano è una sfida colossale. Questo è anche il senso della nascita di Eamm. Poiché bisognerà trovare tutti insieme un meccanismo sovranazionale di governo del sistema, consapevoli se una persona di Napoli sa che c è un bravissimo ortopedico a Marsiglia, ci andrà. Non solo il giocatore del Napoli, chiariamoci ma anche il ragazzo di Fuorigrotta. E se non ci prepariamo per tempo assisteremo ad una sorta di rivoluzione incontrollabile perché masse di cittadini, magari dall est Europa piuttosto che da Cipro o da Malta, si muoveranno per farsi curare. Per fortuna oggi in Italia la migrazione all estero è sostanzialmente cessata. Rimane, è vero, quella dal sud verso il nord del paese. Un fenomeno che, anche con i Piani di rientro, l Italia sta cercando, appunto, di governare». E anche sul sistema sanitario italiano si è soffermata la riflessione di Ricciardi, «un servizio sanitario visto male dagli italiani ma solo a parole». «Perché poi quando l italiano entra in sala operatoria il gradimento è pressoché totale, direi quasi bulgaro, il 90%, questi i dati, esprime piena soddisfazione. Il problema quindi è la diffidenza nei confronti di un sistema che non è trasparente, che in caso di errore da l impressione di lasciare i colpevoli impuniti, che spesso evidenza sprechi e che complessivamente non è sempre attento alle esigenze dei cittadini. Perché una persona che oggi vive nel sesto paese industrializzato del mondo e che a casa sua ha tutte le comodità, quando va in ospedale deve stare in piedi, vicino a un muro scrostato...? Queste sono le cose che il cittadino non accetta. Così come non accetta che abbia tante difficoltà nell avere un contatto più umano con i medici, per parlarci, senza limitarsi alla sola visita. Ebbene» ha quindi sottolineato Ricciardi «tutti questi aspetti non cambieranno se non c è uno sforzo organizzato. Per questi problemi il tempo non sarà dottore, non ci sarà un evoluzione naturale in positivo. Senza un azione precisa, in primis dei professionisti che operano nel sistema, l evoluzione porterà a cittadini sempre più arrabbiati e a medici sempre più frustrati. C è quindi bisogno di gestire queste dinamiche e noi pensiamo che i medici possano e debbano avere un ruolo importante. Non è un fatto corporativo» ha quindi chiosato Ricciardi «diciamo solo che i medici devono poter dire la loro e devono anche formarsi molto seriamente su queste dinamiche. Poiché essere un bravo medico non significa certamente essere anche un bravo gestore». E anche il fatto che oggi oltre la metà dei Direttori generali aziendali sia di formazione medica non è elemento sufficiente poiché, come osservato ancora, «non è detto da nessuna parte che siano medici manager nell accezione più nobile e completa. Sono medici o laureati in medicina a cui è stata affidata una direzione generale ma non è detto che siano le persone più capaci per quello che sono stati chiamati a farea. Ancora troppo spesso la scelta dell alta dirigenza in sanità non segue le logiche prima accennate di trasparenza, competenza, leadership e accountability mentre è più facile che vengano scelte perché facenti parte di qualche entourage o schieramento. Dire cose del genere in Italia è certamente impopolare ma nel resto del mondo questi 3 di 5 13/07/15 11:00

concetti sono abbastanza normali». Per questo è anche importante guardare al di fuori dei propri, a volte ristretti, confini. Questione di vision Intervista a Leonardo la Pietra, Presidente della Società italiana medici manager (Simm) Tratto da: Panorama della Sanità - Anno XXIV - numero 16 - Aprile 2011 Amargine dei lavori congressuali del 4 appuntamento nazionale della Simm, nella giornata in cui si è tenuta a battesimo la nascita della European Alliance of Medical Managers, abbiamo incontrato il Presidente Leonardo la Pietra, socio fondatore della Simm e Direttore sanitario dello Ieo di Milano per tracciare un sintetico bilancio sul posizionamento della Simm stessa nel panorama italiano delle società scientifiche e anche per sottolineare il valore per il nostro Paese di tenere a battesimo la nascita di un Alleanza più vasta di medici impegnati in prima persona nella crescita dei sistemi sanitari. Presidente, partendo proprio dalla nascita qui a Roma dell Eamm qual è il significato e la prospettiva di questo evento che avete ospitato nell ambito del 4 Congresso Simm? Nel 2006 la Simm è nata anche grazie al fondamentale contributo culturale della British association of Medical Managers il che è sostanzialmente nella scia della tradizione italiana rispetto al servizio sanitario inglese. Siamo certamente una società scientifica anagraficamente giovane e proprio per questo abbiamo ancora una forte spinta propulsiva di grande entusiasmo. Il fatto che a Roma si sono quindi coagulate tutta una serie di energie positive e che in questa cornice sia nata la Eamm non è solo un dato di fatto positivo ma un vero e proprio segnale che sottende una sostanziale maturità di rapporti nei confronti dei nostri colleghi europei. Inoltre, e questa potrebbe essere una seconda chiave di lettura che riguarda il nostro servizio sanitario nazionale, in un momento di forte crisi, quale quella in cui siamo, in cui è molto forte la tentazione di richiudersi in se stessi, nelle proprie organizzazioni regionali, magari con una forte diffidenza rispetto a una guida centrale, i medici della Simm rilanciano guardando addirittura all Europa. E ora più che mai siamo convinti che sia necessario guardare ben oltre... Un tipico atteggiamento manageriale, anzi, da leader Esatto. Il manager nella accezione tradizionale del termine guarda per lo più all interno della propria organizzazione, affinché tutto vada bene e tutto funzioni per il meglio, il leader, invece, guarda anche fuori, alle cose giuste. Il management ha obiettivi prevalentemente di medio termine, il leader di lungo e anche lunghissimo termine. Per questo crediamo fermamente che il medico manager debba essere un pragmatico visionario, una definizione che sembrerebbe sottendere un palindromo ma che crediamo invece debba essere la realtà quotidiana: management e leadership devono andare avanti di pari passo. 4 di 5 13/07/15 11:00

Una concezione identitaria di classe dirigente che, a giudicare dalle presenze istituzionali, comincia ad essere presa seriamente in considerazione Nella crescita delle società o delle organizzazioni del nostro paese spesso assistiamo a tentativi che possono apparire, a volte, anche un po velleitari. All inizio si guarda alle cose nuove con diffidenza, a volte con curiosità e attorno alla Simm c era interesse da parte di molti ma anche attesa, come di chi sta sulla riva del fiume... In questo Congresso invece abbiamo avuto una sorta di segnale, ci siamo accorti che qualcosa era scattato, e anche se non posso dire che si sia trattato di una vera e propria svolta, la presenza di tanti autorevoli esponenti del mondo istituzionale, accademico e professionale, ha significato che la nostra intuizione originale è stata percepita quale portatrice di contenuti molto seri, di solidità di persone e di continuità di azione. E, in sintesi, in cosa consiste questa intuizione? Quali sono le parole d ordine della Simm di cui il nostro sistema sanitario ha bisogno e che giustifica il fatto che qualche centinaio di professionisti, già leader nel loro ambito professionale, abbiano accettato di rimettersi in gioco anche tornando a formarsi su contenuti e competenze nuove? Come dicevo poc anzi, nei momenti di crisi, quello che molti professionisti lamentano non è la scarsità di risorse, ma la scarsità di visione. Come se l una, nel tempo, si trasformasse nell altra. Se c è scarsità di risorse ma c è una visione, un obbiettivo, dei valori solidi, le persone sono disposte a mettersi e a rimettersi in gioco. Penso quindi che una società come la nostra che ha poche risorse per definizione ma molta visione, in questo momento possa coagulare molti professionisti sotto la bandiera del cambiamento. Soprattutto se opereremo anche con sufficiente creatività nella consapevolezza che, soprattutto tra professionisti, non ha senso essere contrapposti, antagonisti o in conflitto. Cerchiamo invece tutti insieme, manager, professionisti e pazienti, in un ottica sistemica, di capire quali sono quelle situazioni in cui possiamo guadagnare tutti. Basta essere dei pragmatici visionari. di Corrado De Rossi Re Ultimo aggiornamento Lunedì 02 Maggio 2011 10:02 5 di 5 13/07/15 11:00