Il ruolo dei CPIA per l apprendimento permanente. Firenze 24 novembre 2015

Documenti analoghi
LEGGE 92 del 28 giugno (stralcio) Art. 4 c (Sistema Nazionale di Apprendimento Permanente)

e la formazione delle nuove figure professionali

Validazione degli apprendimenti non formali ed informali e certificazione delle competenze Dott.ssa Lilli Casano Aprile 2015

XIV ISTITUTO COMPRENSIVO K. WOJTYLA Via Tucidide, 5 SIRACUSA CENTRO TERRITORIALE PERMANENTE EDUCAZIONE DEGLI ADULTI

II ( OBIETTIVO

Emilio Porcaro. CONVEGNO NAZIONALE CPIA: il nuovo sistema di Istruzione degli Adulti. ROMA, 30 novembre 2016

Certificare competenze

PROTOCOLLO D INTESA TRA

IL DIRETTORE GENERALE

SERALI e EDA Analisi della situazione

SCHEDA SISTEMA INTEGRATO DELL'APPRENDIMENTO PERMANENTE

L. n. 92 del 28 giugno 2012: Art. 4 commi dal 51 al In linea con le indicazioni dell'unione europea, per apprendimento permanente si intende

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca di concerto con il l Ministro dell Economia e delle Finanze

BOZZA di Decreto attuativo del comma 632 dell'art. 1 della L. n. 296 del 27 dicembre 2006 (finanziaria 2007)

UFFICIO LEGISLATIVO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Il sistema di valutazione scolastico alla luce della legge 107/2015

ITCG P. TOSCANELLI CORSO SERALE PERCORSO DI ISTRUZIONE DI SECONDO LIVELLO

REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE

Seminario regionale Senigallia 15 aprile 2015

Linee guida e buone prassi alla luce delle nuove direttive Ministeriali. DPR 263/2012 Linee guida art 11 c 10 DPR 263/12 C M 2014

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE SICILIANA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

PRESENTAZIONE DEL SISTEMA DI GOVERNANCE ZONALE

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE LAZIO IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Comitato Tecnico Scientifico delle DBN Regione Lombardia Commissione verifiche. Nota Informativa

PERIODO di PROVA PERSONALE DOCENTE NEO-ASSUNTO IL DIRIGENTE INFORMA


PROTOCOLLO D INTESA FRA REGIONE LOMBARDIA MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

Strategia. Obiettivi tematici prioritari. Obiettivi strategici

La formazione universitaria in un percorso educativo lifelong

Prot Data: 14/10/2015 AL COLLEGIO DEI DOCENTI AL PERSONALE ATA

D.Lgs. 14 gennaio 2008, n. 22

Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno. Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Salerno

Progetto La dimensione territoriale del miglioramento: una sfida solidale GRIGLIA DI ANALISI II FASE. I PARTE: Analisi della Sezione 5 del RAV

IL CPIA 4 MILANO E IL SUO TERRITORIO INNOVAZIONE NELL ISTRUZIONE DEGLI ADULTI. Legnano, 10 Marzo 2017 Palazzo Leone Da Perego

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LOMBARDIA FONDAZIONE PER LA SALVAGUARDIA DELLA CULTURA INDUSTRIALE A. BADONI

Ruolo e funzioni del Tirocinio. Il modello MARC nel modello di formazione tra Vecchio e Nuovo Ordinamento

Fase valutazione, monitoraggi, individuazione indicatori TUTTI I DIRIGENTI TECNICI. Fase istruttoria e fase assegnazione fondi

AZIONI DI SISTEMA A SUPPORTO DEL SISTEMA DUALE E DELL APPRENDISTATO DI I LIVELLO

PIANO TRIENNALE DELLE ATTIVITA DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE DEL PERSONALE DOCENTE ED ATA

2. Agli stessi effetti rientra, fra le funzioni inerenti la materia, la vigilanza sull'attivita' privata di formazione professionale.

Mappa indicatori per Rapporto di Autovalutazione

Allegato 3 Schema di Piano formativo individuale PIANO FORMATIVO INVIVIDUALE (PFI)

Gli strumenti Unioncamere per l Orientamento. Licia Cianfriglia Vicepresidente ANP

normativa Legge 1859 del 31 dicembre 1962: Istituzione e ordinamento della scuola media di Speranzina Ferraro, Flavia Marostica, Annamaria Pretto

AUTONOMIA SCOLASTICA. Dal D.Lgs 275del 1999 alla L.107del 2015

DECRETO N Del 07/10/2016

Emilio Porcaro. Trento, 10 ottobre 2014

Assessorato Istruzione e Formazione Professionale ALLEGATO A

PROTOCOLLO D INTESA TRA. la REGIONE TOSCANA, la RETE TOSCANA DEI CENTRI PROVINCIALI DI ISTRUZIONE PER ADULTI (CPIA)

PROTOCOLLO D INTESA FRA LA REGIONE CALABRIA, IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE A. MEUCCI

IL COMITATO DI VALUTAZIONE. il DLgs , n. 297, art. 11 così come novellato dalla legge 107/15, ed in particolare il comma 3;

CTP Bovio-Colletta Napoli Lunedì 7 novembre Prof. Sebastian Amelio - MIUR

PROTOCOLLO D INTESA TRA L UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MODENA E CONFAPI MODENA, ASSOCIAZIONE DELLE PICCOLE E MEDIE INDUSTRIE

Mappa indicatori per Rapporto di Autovalutazione

FORMAZIONE CONTINUA OBBLIGATORIA. 5 Dicembre 2016

La certificazione delle competenze nel primo ciclo di istruzione

Piano triennale per l attuazione del piano nazionale scuola digitale

Il Ministro dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

P.E.I Progetto educativo di Istituto.

Il dialogo sociale a supporto delle politiche attive del lavoro. Verso nuove sinergie

C o n f e r e n z a U n i f i c a t a

MINISTERO DELL'ISTRUZIONE DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA DECRETO 3 dicembre 2004 Approvazione dei modelli di certificazione per il riconoscimento

ACCORDO DI RETE PER LA COSTITUZIONE DELLA RETE ITALIANA ISTRUZIONE DEGLI ADULTI PER L APPRENDIMENTO PERMANENTE RIDAP

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA TOSCANA CONFCOOPERATIVE TOSCANA

La risposta del sistema educativo e formativo al lifelong learning. Camerino, 18 dicembre Clara Grano

L ISCRIZIONE DEI QUINDICENNI

L autonomia delle istituzioni scolastiche

IC REGINA ELENA - AMBITO 1 - ROMA

Ministero dell'istruzione, dell'università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Campania Direzione Generale

Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca

Legge nazionale e leggi regionali. Focus group Festival dei saperi Bagno a Ripoli 27 e 28 gennaio 2011

IL CPIA La scuola degli adulti

Questionario Personale ATA

tra la Regione Toscana e l Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana Deliberazione GR 996 del 10 novembre 2014

Decreto Dirigenziale n. 690 del 03/09/2014

Apprendistato Il possibile ruolo della scuola

ACCOGLIENZA EDUCATIVA E VERIFICA INIZIALE DIAGNOSTICA MESE DI SETTEMBRE P, 5,6 (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI)

Apprendimenti di base e cultura della valutazione

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELLA TOSCANA. LIONS CLUB INTERNATIONAL DISTRETTO 108La TOSCANA

Istituto Comprensivo 10 (Bologna)

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Il sistema educativo italiano. formazione

Introduzione. Il Dirigente Scolastico

La nuova legge regionale per il lavoro. Pier Angelo Turri REGIONE DEL VENETO

DECRETO LEGISLATIVO 16 gennaio 2013, n. 13

Sviluppare alleanze formative. Antonia Liuzzo MIUR - DG Ordinamenti scolastici Marsala, 24 e 25 Febbraio 2016

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di 1 grado RAGAZZI D EUROPA

Com. N. 39 COMUNE Allegato 1 Venezia,

LICEO... INDIRIZZO... di... ANNO SCOLASTICO 2013/2014. PROGETTAZIONE DEL DIPARTIMENTO DELL ASSE... oppure DEL DIPARTIMENTO DI...

UNA PALESTRA PER UNA DIDATTICA PER COMPETENZE

Verso una legge regionale per lo sviluppo del settore musicale

Proposta di Patto Provinciale per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica e formativa. Bozza di lavoro 1

PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI Il 3 Ottobre 2016 il MIUR ha presentato il Piano per la formazione dei docenti

REGIONE LAZIO GIUNTA REGIONALE STRUTTURA PROPONENTE. OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: ASSESSORATO PROPONENTE DI CONCERTO

VISTA la legge , n. 107, art. 1 commi ;

PROTOCOLLO D INTESA TRA UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA SARDEGNA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI

Formulario per la presentazione di progetti. in attuazione della sperimentazione del Sistema Duale. nella Regione Lazio

sociosanitaria sociosanitaria

Transcript:

Il ruolo dei CPIA per l apprendimento permanente Firenze 24 novembre 2015

Principali norme di riferimento Legge 92/12 (art. 4, commi 51-68); Accordo in CU del 10/7/14 (1.2,1.3,1.4 e 2.2) DI 12 marzo 2015 ( 3.1.3) 2

Apprendimento permanente (Definizioni - commi 51-54) APPRENDIMENTO FORMALE Per apprendimento formale si intende quello che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale conseguiti anche in apprendistato. APPRENDIMENTO INFORMALE Per apprendimento informale si intende quello che anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento da parte di ogni persona di attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo dei seguenti contesti. Sistema di istruzione e formazione Università AFAM Apprendistato lavoro Famiglia Tempo libero APPRENDIMENTO NON FORMALE Per apprendimento non formale si intende quello caratterizzato da una scelta intenzionale che si realizza al di fuori dei sistemi indicati nell apprendimento formale, in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi Volontariato Servizio civile nazionale Privato Sociale Imprese 3

Articolo 4, comma 51, L.92/12 per apprendimento permanente si intende qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale. 4

Articolo 4, comma 51, L.92/12 Le relative politiche sono determinate a livello nazionale, con intesa in sede di Conferenza unificata, su proposta del Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentito il Ministro dello sviluppo economico e sentite le parti sociali, a partire dalla individuazione e riconoscimento del patrimonio culturale e professionale comunque accumulato dai cittadini e dai lavoratori nella loro storia personale e professionale, 5

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 1.2. L apprendimento permanente come diritto della persona la portata più significativa introdotta dalle recenti disposizioni normative è la configurazione di un diritto alla persona all apprendimento (quindi a poter accedere e usufruire di reali e significative offerte educative e formative lungo tutto l arco della sua vita, nonché di vedere riconosciuti gli apprendimenti e le competenze comunque acquisite in modo non formale ed informale). 6

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 1.2. L apprendimento permanente come diritto della persona ;l apprendimento permanente è prospettato in termini, nuovi, di «diritto» di ogni persona, in ogni fase della vita e nell ambito di un sistema condiviso e territorialmente integrato dei servizi di istruzione, formazione e lavoro che permette l individuazione, validazione e riconoscimento del patrimonio culturale e professionale accumulato nella propria storia personale, formativa e professionale. 7

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 1.3 Obiettivi e priorità strategiche per l implementazione del sistema dell apprendimento permanente 8

Riforma del welfare Reti territoriali di servizio AP Attori - Strategie e Azioni prioritarie (commi 55-56) Servizi di istruzione, formazione e lavoro Università Invecchiamento attivo 1. Costruzione dei propri percorsi di apprendimento CCIAA 2. Riconoscimento di crediti formativi Imprese 3. Fruizione di servizi di orientamento Accesso al lavoro dei giovani Osservatorio sulla migrazione interna e strutture territoriali degli enti pubblici di ricerca Cittadinanza attiva anche da parte degli immigrati Crescita economica 9

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 2.2 L organizzazione delle reti territoriali 10

Articolo 1, comma 2, DPR 263/12 La ridefinizione, riguarda i Centri nei quali sono ricondotti, i Centri territoriali permanenti per l istruzione degli adulti di cui allom 455/97, e i corsi serali per il conseguimento dei titoli di studio, ivi compresi i corsi della scuola dell obbligo e dell istruzione secondaria superiore negli istituti di prevenzione e pena, 11

12 Prof. Amelio- MIUR_DGOSVS

13 Prof. Amelio- MIUR_DGOSVS

Il nostro paese si colloca all ultimo posto della graduatoria nelle competenze alfabetiche, anche se rispetto alle precedenti indagini Ocse la distanza dagli altri paesi si è ridotta. Inoltre l Italia risulta penultima nelle competenze matematiche (numeracy), fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta. (I dati dell indagine nazionale ISFOL PIACC, comunicato stampa, 8 ottobre 2013) Punteggi medi nelle competenze alfabetiche (literacy) nelle ripartizioni territoriali in relazione alla media Ocse, Spagna, Francia, Germania Le competenze analizzate dall indagine sono espresse in punteggi da 0 a 500. Nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Nelle competenze matematiche la media italiana è pari a 247 rispetto a 269 di quella Ocse. I punteggi sono riconducibili a 6 diversi livelli di competenze e il livello 3 è considerato il minimo indispensabile per vivere e lavorare nel XXI secolo. In riferimento alle competenze alfabetiche il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3 o superiore, il 42,3% al livello 2 e il 27,9% non supera il livello 1. Quanto alle competenze matematiche il 28,9% è al livello 3 o superiore, il 39% a livello 2 e il 31,9% al livello 1 o inferiore Prof. Amelio- 14 MIUR_DGOSVS

Cosa sono i CPIA? Istituzione scolastica autonoma, articolata in rete territoriale di servizio Unità Formativa Unità Didattica Sede operativa Sede operativa Unità Amministrativa Sede associata Sede associata Sede associata Sede associata Sede operativa Sede operativa Prof. Amelio-MIUR_DGOSVS 15

Cosa offrono i CPIA? Iniziative di Ampliamento offerta formativa Attività di Ricerca Sperimentazione e sviluppo Percorsi ordinamentali di Istruzione degli adulti Prof. Amelio-MIUR_DGOSVS 16

RA Cosa offrono i CPIA? - Percorsi di istruzione - RA RA RA RA L I N G U A I T A L I A N A Repertorio competenze II 825 Repertorio competenze I 400 AC 200 I L I V E L L O II L I V E L L O III II LG. E IN I 1518 CPIA (Unità amministrativa e didattica) Accordi di rete Scuole (IT; IP; LA) Prof. Amelio-MIUR_DGOSV 17

Cosa offrono i CPIA? - Attività di ricerca, sperimentazione e sviluppo - Potenziare gli ambiti di ricerca di cui all art, 6 del DPR 275/99 1. la progettazione formativa e la ricerca valutativa; 2. la formazione e l'aggiornamento culturale e professionale del personale scolastico; 3. l'innovazione metodologica e disciplinare; 4. la ricerca didattica sulle diverse valenze delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e sulla loro integrazione nei processi formativi; 5. la documentazione educativa e la sua diffusione all'interno della scuola 6. gli scambi di informazioni, esperienze e materiali didattici; 7. l'integrazione fra le diverse articolazioni del sistema scolastico e, d'intesa con i soggetti istituzionali competenti, fra i diversi sistemi formativi, ivi compresa la formazione professionale. Valorizzare il CPIA come struttura di servizio 1. la lettura dei fabbisogni formativi del territorio 1. la costruzione di profili di adulti definiti sulla base delle necessità dei contesti sociali e di lavoro; 1. l interpretazione dei bisogni di competenze e conoscenze della popolazione adulta; 1. l accoglienza e l orientamento; 1. il miglioramento della qualità e dell efficacia dell istruzione degli adulti. Favorire il raccordo tra i percorsi di istruzione di primo livello e i percorsi di istruzione di secondo livello 1. Criteri e modalità per la gestione comune delle funzioni attribuite alle istituzioni scolastiche di cui al comma 2, art. 14, DPR 275/99 2. Stesura del POF del CPIA in quanto rete territoriale di servizio, articolata in unità amministrativa, unità didattica e unità formativa; 3. Progettazione comune dei percorsi di primo livello e dei percorsi di secondo livello Prof. Amelio-MIUR_DGOSVS 18

CPIA e Apprendimento Permanente Contribuire alla realizzazione dei percorsi integrati di presa in carico, (cfr. CU, 10/07/14, 1.2) Contribuire al raggiungimento del 5 obiettivo strategico per l implementazione del sistema dell Apprendimento permanente (cfr. CU, 10/07/14, 1.3) Contribuire a favorire il cambiamento di paradigma (cfr. CU, 10/07/14, 2.2) 19

Percorsi integrati di presa in carico (Accordo in CU 10/7/2014, pag. 3) Servizi di orientamento Servizi di Informazione Servizi di valutazione CPIA Struttura di servizio (pag. 13) Inoltre, appaiono prioritarie le attività di RS&S finalizzate a valorizzare il ruolo del CPIA quale struttura di servizio volta, per quanto di competenza, a predisporre le seguenti misure di sistema: a) lettura dei fabbisogni formativi del territorio; b) costruzione di profili di adulti definiti sulla base delle necessità dei contesti sociali e di lavoro; c) interpretazione dei bisogni di competenze e conoscenze della popolazione adulta; d) accoglienza e orientamento e) miglioramento della qualità e dell efficacia dell istruzione degli adulti

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 1.3 Obiettivi e priorità strategiche per l implementazione del sistema dell apprendimento permanente 21

Obiettivi e priorità strategiche per l implementazione del sistema dell apprendimento permanente ( Accordo CU 10/7/14, pag. 4) Integrazione servizi Efficacia politiche attive Strutturazione SNOP Potenziamento AZIONI Potenziamento Competenze CPIA Rete territoriale di servizio (pag. 14) In ogni caso, il CPIA in quanto Rete territoriale di servizio articolata per livelli e deputata alla realizzazione di azioni di istruzione e azioni di RS&S costituisce il punto di riferimento istituzionale stabile, strutturato e diffuso per quanto di competenza per il coordinamento e la realizzazione di azioni destinate alla popolazione adulta per favorire l innalzamento dei livelli di istruzione e/o il consolidamento delle competenze chiave per l apprendimento permanente,.

Competenze chiave per l AP 8 Competenze chiave per l apprendimento permanente 16 Competenze di base - Assi culturali - 8 Competenze di cittadinanza Percorsi di istruzione degli adulti 23

Accordo C.U. 10 luglio 2014, Allegato, 2.2. L organizzazione delle reti territoriali Il processo di messa in rete dei servizi territoriali non può e non deve comunque essere ridotto a un ingegneria istituzionale e organizzativa che consideri le strutture e gli stessi servizi in termini meramente sommatori e funzionali. Le reti territoriali devono, anzi, costituire la modalità con cui l insieme dei servizi viene ripensato in funzione della risposta che esso deve dare alla persona e al suo diritto all apprendimento permanente 24

per un cambio di paradigma Ripensare l assetto dei servizi di IFeL Modificare l assetto disciplinare dei saperi Dare corpo ai nuovi diritti Valorizzare i saperi collettivi Favorire il protagonismo delle comunità locali 25