Insula dopo insula. di PAOLO GARDIN *

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Insula dopo insula di PAOLO GARDIN * G li interventi integrati per insulae costituiscono la parte pr minente del programma sistematico di manutenzione urbana del centro storico. Dopo l intervento per l insula di S. Maria di Zobenigo, concluso nel 1997, è stata portata a termine la seconda insula, quella del Ghetto. Altre due, Frari e S. Maria Formosa sono in corso di manuten - zione, mentre è stata recentemente avviata l attività per l insula di San Giovanni in Bragora. La ripresa dello scavo dei rii. Dopo anni di attesa, lo scavo dei rii è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti. E con esso è ripreso un vasto programma di manutenzione di Venezia e delle isole che comprende altri indispensabili interventi di risanamento, quali: - il restauro di sponde e rive degradate dal tempo e dissestate dal moto ondoso; - la manutenzione del patrimonio edilizio pubblico e privato prospiciente i rii; - il consolidamento dei ponti più deteriorati; - il riassetto dei sottoservizi (comprendente la posa della rete antincendio); - l adeguamento igienico-sanitario degli scarichi; - la manutenzione della pavimentazione pubblica e dell arredo urbano; - la difesa locale dalle maree medio-alte. Questo complesso di interventi costituisce il progetto integrato rii, programma di opere pubbliche finanziato dalla legge speciale n 139 del 1992, che all art. 5 ne stabilisce le modalità di attuazione attraverso la collaborazione fra i tre soggetti responsabili della salvaguardia di Venezia e della sua Laguna: in primo luogo lo Stato, attraverso il Magistrato alle Acque, gloriosa istituzione della Serenissima ricostituita nel 1905, suo vigile organo tecnico, il Comune di Venezia, ovviamente, e la Regione Veneto. Il coordinamento degli interventi, al di là delle competenze attribuite ai tre soggetti e l integrazione delle rispettive risorse finanziarie, è regolato da un Accordo di Programma, promosso dalla stessa legge 139, che è stato sottoscritto nell agosto del 1993. Questo accordo ha anche stabilito che l attuazione del progetto integrato rii fosse affidata al Comune di Venezia e da quel momento l Amministrazione comunale, prima mediante i propri uffici tecnici e dall ottobre del 1997 con la collaborazione della società Insula appositamente costituita e sulla base di un apposito contratto di servizio, ha dato corso alla ripresa di una pratica manutentoria che per varie ragioni nel corso degli ultimi trent anni aveva subito un grave rallentamento. Tale rallentamento, va ricordato, era dovuto a più fattori concomitanti, quali: - la scarsità di risorse finanziarie disponibili; - la prevalenza di altre problematiche considerate più urgenti, 29

quali: la difesa fisica dalle acque alte (specialmente dopo l evento del 1966) o la tutela igienico-sanitaria (la questione lungamente dibattuta delle fognature a Venezia); - il problema dello smaltimento dei fanghi asportati dai rii. Quest ultimo problema si era tradotto, anche nel momento in cui delle risorse furono rese disponibili (dalla legge n 798 del 1984), in un blocco di fatto all avvio degli scavi in carenza di modalità di smaltimento compatibili con la legislazione ambientale di cui nel frattempo tutto il Paese si stava dotando, grazie alla diffusione di una generale coscienza ecologista. Nell aprile 1993 veniva sottoscritto tra il M i n i s t e ro dell Ambiente, il Magistrato alle Acque e gli Enti Locali interessati (Regione, Provincia e Comuni di Venezia e Chioggia) il cosiddetto Protocollo d intesa sui fanghi. Quest ultimo non solo fissava le modalità di analisi per la classificazione dei fanghi, ma indicava le sedi possibili di recapito all interno della conterminazione lagunare. Caduto anche questo ostacolo e grazie alle risorse nel frattempo stanziate dalla legge 139 del 1992 e moltiplicate dal meccanismo dei mutui a provvista dilazionata, il programma di scavo dei rii poteva finalmente essere varato. Le quaranta insulae di Venezia (più otto). Il programma dei lavori (fissato dal Piano Programma degli interventi integrati per il risanamento igienico ed edilizio della Città di Venezia, redatto nell ottobre del 1994) prevedeva una serie di interventi: alcuni considerati prioritari ed urgenti (tra cui il risanamento delle sponde e la stabilizzazione del fondo di rio Novo e rio Ca Foscari o lo scavo ad umido di rii particolarmente interriti e considerati a rischio dai Vigili del Fuoco), altri speciali (come le opere per il confinamento dell isola di San Michele destinata ad accogliere i fanghi scavati o la riattivazione idraulica del rio terà della Crea e del Bacino Orseolo), altri sistematici, disegno: Sergio Camuffo 30 1 - Asporto dei fanghi 2 - Consolidamento statico delle rive 3 - Interventi sulle fognature 4 - Risanamento statico delle sponde 5 - Scavo dei rii 6 - Rialzo delle fondamente 7 - Restauro/ricostruzione di ponti 8 - Razionalizzazione dei sottoservizi 9 - Manutenzione ordinaria di sponde e paramenti privati.

facenti parte di un programma di ampio respiro da articolarsi nel corso di almeno un ventennio. Sono questi ultimi gli interventi integrati, come sono stati definiti prima, accorpati per unità territoriali operative, chiamate insulae. Il Centro storico è stato ritagliato, come un puzzle, in 40 insulae. Vi sono poi altre otto insulae o unità territoriali al di fuori del centro: - 4 corrispondenti alle isole di Murano, Burano, Mazzorbo/Torcello e Sant Erasmo; - 3 per il Lido (Malamocco, Casinò, Alberoni); - 1 per Cavallino/Treporti La prima insula cantierata, quella di S. Maria di Zobenigo, una delle otto considerate più urgenti per il livello di interrimento raggiunto nei rii, assunse il carattere di una verifica sperimentale del primo progetto d intervento sistematico. Esperienza funestata, peraltro, dal tragico incendio della Fenice, con il rio adiacente al teatro messo a secco tra i primi proprio per renderlo accessibile (ironia della sorte!) in caso di incendio. Avviato nel 1994 e concluso nel 1997 con una proroga di 24 mesi sui tempi previsti, il cantiere di S. Maria di Zobenigo mise in evidenza la complessità di intervenire in modo integrato e la difficoltà di prevedere a livello progettuale lo stato di dissesto delle fondazioni sottostanti l elevata copertura del fango depositato in vari decenni, difficile da diagnosticare se non con approfondite e costose indagini preliminari ad hoc, peraltro mai esaustive. Tra il 1996 e il 1997 venivano appaltate quattro nuove insulae: Ghetto, Frari, S. Maria Formosa e Murano (1 lotto Navagero), i cui cantieri si aprivano quasi contemporaneamente nella primavera del 1997. Cantieri che nell ottobre passavano in gestione ad Insula S.p.A., costituita nel frattempo tra Comune, Aspiv, Enel, Italgas e Telecom. L esperienza di S. Maria di Zobenigo aveva messo in evidenza l importanza di un fattivo coordinamento tra i soggetti gestori delle reti tecnologiche e la necessità di un loro coinvolgimento preventivo. È impensabile intervenire in modo così massiccio su f o n d a m e n t e, ponti e selciati, senza tenere conto dei programmi di rinnovo e manutenzione delle quattro aziende che gestiscono le reti tecnologiche. Il primo obiettivo naturalmente è quello di sincronizzare gli interventi in modo da r i d u r re i disa g i spesso giustamente lamentati dai cittadini, disturbati dai frequenti lavori in corso su calli e ponti. Vi è poi un beneficio economico per le stesse aziende di servizi, derivante dalle economie di scala, che il progetto integrato rii riesce ad attivare. Un apposito gruppo di lavoro, composto dai tecnici delle aziende e del Comune, coordinato da Insula, programma in anticipo i lavori comuni nel sottosuolo delle insulae, collaborando tra l altro a spostare preventivamente cavi e tubi (alcuni desueti o abbandonati, taluni addirittura ignoti) onde non fermare o rallentare il corso dei lavori nei rii a secco. È noto, infatti, che lo svuotamento dei rii è un operazione delicata ed eccezionale, laddove la durata della messa a secco deve essere contenuta il più possibile per non creare scompensi all equilibrio idrostatico sul quale si reggono le fondazioni della città. Una diminuzione della cosiddetta pressione interstiziale dell acqua può esser causa di riassestamenti del suolo e delle strutture sovrastanti. Solo questo dato dà la misura della sensibilità e precarietà dell ambiente idrogeologico ed edilizio, nel quale vanno ad operare i cantieri del progetto integrato rii. Per questo motivo, Insula sta potenziando la fase delle indagini preliminari sul campo, onde prevenire al massimo gli imprevisti ed identificare gli edifici prospicienti i rii, la cui struttura fondazionale potrebbe essere a rischio nel momento in cui l acqua verrà tolta. Questo monitoraggio di edifici pubblici e privati in condizioni di precarietà strutturale, è parte integrante ed importante del complessivo programma di manutenzione, che pone in essere ulteriori strumenti di intervento amministrativo e finanziario, attraverso una contribuzione pubblica ai costi di risanamento degli edifici privati che è di rilevante impegno. È uno dei compiti di Insula assistere i cittadini proprietari aventi diritto ai contributi della 31

legge speciale, sia per il risanamento strutturale che igienico-sanitario dei loro edifici. I risultati I lavori per l insula del Ghetto hanno comportato lo scavo di oltre 17.000 metri cubi di fango, il risanamento di circa 4.000 metri lineari di fondamente e sponde, il consolidamento e la manutenzione di 6 ponti e il completo rifacimento di 2, il rialzo di circa 5.000 metri quadrati di fondamente per ridurre i disagi dell acqua alta. Nelle pagine seguenti sono bre v e m e n t e descritti (e documentati con immgini fotografiche e figure) alcuni aspetti tecnici dei suddetti interventi che nel complesso hanno comportato una spesa complessiva di circa 9,5 miliardi e 26 mesi di lavoro. L insula del Ghetto è quindi la prima ad essere conclusa dopo quella prototipica di S. Maria di Zobenigo. Ogni insula presenta le proprie particolarità e problematiche, ma certamente con l avanzamento del progetto integrato rii (vedi avanti a pag. 68), di insula in insula, l esperienza in questo particolare tipo di manutenzione aumenta e si affina, costituendo un patrimonio di conoscenze da consolidare con continuità nell alveo della lunga e ricca tradizione di gestione e di tutela della città lagunare. * Presidente Insula S.p.A. 32 Cannaregio in una foto d epoca

LE 40 INSULAE DEL CENTRO STORICO Sestiere Denominazione dell insula Superficie emersa (ha) S.Marco - S.Maria di Zobenigo 6,49 - S.Marco 14,02 - Santo Stefano 11,67 - S.Luca 8,93 - S.Salvador 9,63 Tot. = 50,74 Cannaregio - S.Canciano 12,01 - Ghetto - Chioverete 3,68 - S.Felice/SS.Apostoli 12,18 - Maddalena/S.Fosca 7,03 - S.Alvise 12,81 - S.Marcuola 8,92 - S.Giobbe 29,75 - S.Geremia 12,28 - S.Girolamo 17,06 Tot. = 115,72 Castello - S.Maria Formosa - S.Zaccaria 7,78 - S.Francesco della Vigna 11,60 - S.Martino 6,78 - Campo Ruga/S.Giuseppe 27,28 - S.Giovanni in Bragora 13,70 - SS.Giovanni e Paolo 16,22 - S.Pietro 5,98 - S.Elena 32,87 Tot. = 158,03 S.Polo - Frari 17,41 - S.Cassiano 6,27 - Rialto 7,30 Tot. = 30,98 S.Croce - S.Maria Mater Domini 5,18 - S.Maria Maggiore 14,64 - S.Simeon 7,94 - S.Giacomo dell Orio 6,50 - Tolentini 8,41 Tot. = 42,67 Dorsoduro - Angelo Raffaele 13,29 - S.Trovaso 14,33 - S.Vio 18,97 - S.Pantalon 2,59 - S.Maria del Carmine 8,51 - S.Marta 88,15 Tot = 145,84 Giudecca - Sacca Fisola 18,63 - S.Eufemia 27,58 - Redentore 40,85 Tot. = 87,06 33