SCHEDA ANALITICO-DESCRITTIVA per gli oggetti storico - artistici a cura di Maria Rosaria Iacono LGA LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICA AMMINISTRATIVA Provincia: Palermo Comune: Misilmeri LDC COLLOCAZIONE SPECIFICA abbazia cappella casa castello X chiesa convento fattoria masseria monastero palazzo piazza villa altro (specificare) Denominazione: Santuario di Gibilrossa Posizione: controfacciata facciata principale fianco X parete altro----------------------------------------------------- OGT OGGETTO acquerello medaglia affresco miniatura dipinto mosaico edicola dipinta X pala d altare ex voto porcellana dipinta gruppo scultoreo rilievo lapide statua devozionale lunetta vetrata mattonella dipinta altro.. Denominazione o dedicazione: Trittico Madonna con il Bambino tra le Sante Barbara ed Agata TZ CRONOLOGIA Secolo: XV Anno: 1430 AUT AUTORE Nome dell artista: Artista incerto. L opera viene attribuita agli artisti Gaspare da Pesaro o Nicolò Di Magio ATB AMBITO CULTURALE (**) X pittura marchigiana umbro toscana bottega manifattura produzione
(**) Indicazioni di carattere generale riguardo al contesto culturale (oppure alla manifattura, alla maestranza, ecc.) a cui può essere ricondotto il bene nei casi in cui l autore non sia in alcun modo precisabile. Il presente campo può essere anche considerato integrativo rispetto a quello autore, quando si tratta di opera di collaborazione di cui una parte sia anonima. Ad es.: manifattura di Capodimonte, bottega comacina, ambito napoletano REN NOTIZIA STORICA L opera proviene da uno dei luoghi più antichi e sacri di Misilmeri: il santuario di Gibilrossa, dove è rimasta fino al 1866, quando, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi, fu trasportata alla Galleria Regionale di palazzo Abatellis. Il luogo, già nel VI secolo, abitato dai padri Basiliani, abbandonato durante il periodo arabo, poi rivalorizzato in epoca normanna, fu concesso ai Francescani Osservanti dal duca di Misilmeri d. Francesco del Bosco e poi confermato nel 1594 da mons. Diego di Haedo, arcivescovo di Palermo, passò infine ai Carmelitani Riformati con i quali ebbe più di due secoli di splendore, di culto e di venerazione. Stanislao Alberti nel suo libro Meraviglie di Dio in onore della sua SS. Madre racconta di grandi miracoli operati da questa effige e come attesta il Mongitore nel libro Palermo divoto di Maria (1719) la madonna di Gibilrossa godeva di grande devozione, da parte dei fedeli non solo Misilmeresi ma anche provenienti da tutta la Sicilia che venivano in pellegrinaggio il 15 agosto di ogni anno. Nel momento in cui il trittico, che è una pittura su tavola (cm.126 X cm.146) raffigurante la Madonna col Bambino tra le sante Barbara ed Agata, viene traslato a Palermo, entrando a far parte di una così importante collezione museale, finisce di avere un valore devozionale e comincia a suscitare l interesse critico degli storici dell arte. (Mongitore, G. Di Marzo, Van Marle, De Logu, Bresc Bautler, Vigni, Santucci, Di Natale, Abbate ecc.) Ancora oggi l attribuzione è incerta, anche dopo tante ipotesi su di essa, a causa dei continui rimaneggiamenti nel corso dei secoli, così come attestato dalla scritta nella fascia inferiore della tavola: HOC OPUS FIERI FECERU AMORE BEATE VIRGINIS MARIA DE GIBILARUSA ANNO DOMINI MILLE C.C.C.C.XXIII / INSTAURATA PRIUS ANNO 1549-FUIT DEINDE RENOVATA A P. P. CARM.TIS P.MI INST.TI AN.1837. La tradizione attribuisce il primo restauro, datato 1549, a Gian Paolo Veronese. L opera risente sicuramente dell influenza della pittura marchigiana-umbro-toscana tardo trecentesca. Alcuni studiosi (Bottari 1962, Di Natale 1974, Santucci 1981) l attribuiscono a Gaspare da Pesaro, data la sua permanenza a Palermo, riscontrandovi molte analogie con le sue presunte opere. Il Vigni (1962) intravide nel nostro trittico elementi tipici della pittura senese e ne ipotizzò l attribuzione a Nicolò Di Magio, pittore senese attivo a Palermo nei primi trentanni del 400. Altre analogie nella posa e nei panneggi si riscontrano (Paolini 1994) con la tavola dell Arcivescovado di Monreale, oderisiano-iberica, nei confronti della quale l unica differenza consiste nella presenza di un cardellino, simbolo di Cristo, che il Bambino del trittico di Gibilrossa tiene nella mano sinistra. Queste considerazioni ci fanno pensare che l opera sia stata non importata, ma creata in ambito locale da qualche artista che riprendeva i modelli toscani, arricchendoli con il gusto per il colore vivido e per certe espressioni trasognate, cosa che riscontriamo anche nel maestro del polittico di Termini Imprese.; ipotesi avvalorata anche da evidenti analogie con alcune tavole dipinte dal Perruchio (L incoronazione della Vergine tra i santi Alberto e Pietro presente al MU.DI.PA. e l icona con Santa Barbara presente a Castellammare) artista operante a Palermo tra il 1392 ed il 1435. Il nostro trittico subisce ancora un restauro nel 1953, ad opera di Ottemi della Rotta, il quale aggiunse degli archi a tutto sesto su capitelli ai lati delle due sante ed un tendaggio alle spalle della Vergine, appesantendo notevolmente l opera; soltanto il recente restauro del 2008 ha riportato la tavola al primitivo splendore. CMM COMMITTENZA Nome: Duca di Misilmeri Don Francesco del Bosco Data: 1430 MTC MATERIA E TECNICA DI ESECUZIONE acquerello X tempera olio su tavola olio su tela ceramica bronzo X legno marmo tufo cartapesta
gesso mosaico metallo vetro ferro osso ottone altro MIS MISURE Lunghezza: cm. Larghezza: cm. 146 Altezza: cm. 126 Spessore: cm. 3 STC STATO DI CONSERVAZIONE X buono discreto mediocre cattivo Indicazioni specifiche. Descrizione sintetica e testo libero (rischi di alterazione, situazione vincolistica con particolare riferimento al D. Lgs 42/04, proposte di tutela, ): L opera è stata restaurata una prima volta nel 1549 da Gian Paolo Veronese, poi nel 1953 ad opera di Ottemi della Rotta, infine nel 2008 da maestri restauratori della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis. CDG CONDIZIONE GIURIDICA / PROPRIETA Stato Ente locale Ente pubblico non territoriale Stato estero X Privato Indicazione specifica: Galleria Regionale Palazzo Abatellis ( Palermo ) ***************************************************************************** CM COMPILAZIONE Data: 21/01/2017 Nome compilatore: Vincenza Di Palermo Sezione di appartenenza: MOTIVAZIONI DELLA SCELTA: L opera rappresenta l atto materno più dolce: la Madonna che allatta Gesù Bambino. Quest ultimo tiene nella mano sinistra un cardellino, simbolo di Cristo, come a voler ricordare che tiene in mano il suo destino. Tale opera è stata trovata nel sotterraneo del Santuario di Gibilrossa ed è rimasta lì per molti secoli rappresentando un rifugio sicuro per i misilmeresi i quali affidavano alla Madonna le loro speranze e le loro necessità. Il Trittico, sottratto alla devozione dei misilmeresi, è stato traslato alla Galleria Regionale di Palermo, dove è diventato solo un opera d arte, sconosciuto alle nuove generazioni. Per sopperire a tale perdita l associazione culturale Palio dei Sestrieri ha fatto realizzare una copia del trittico che viene condotto lungo le vie di Misilmeri durante la sfilata medievale. ***************************************************************************** AGGIORNAMENTI ANNUALI RIFERITI A: STC / STATO DI CONSERVAZIONE: USA / USO ATTUALE: CDG / CONDIZIONE GIURIDICA:
SI ALLEGANO N. 3 MMAGINI IN FORMATO DIGITALE Trittico prima del restauro Dopo l ultimo restauro
Palio dei Sestrieri