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The Journal of Fasti Online Published by the Associazione Internazionale di Archeologia Classica Piazza San Marco, 49 I-00186 Roma Tel. / Fax: ++39.06.67.98.798 http://www.aiac.org; http://www.fastionline.org Resti del III-IV secolo a Solaro (MI) Laura Simone Zopfi - Adriana Briotti L indagine si è svolta in un area interessata dalla realizzazione di un nuovo complesso residenziale, che occupa complessivamente una superficie di circa mq 7500 lungo il lato nord della strada provinciale 527 (a circa km 4 da Saronno), ora via Roma, a poche centinaia di metri dal centro storico del Comune di Solaro, tra il torrente Guisa, ad ovest e via Diaz ad est. L intervento è stato effettuato dopo una segnalazione trasmessa alla Soprintendenza da alcuni cittadini, che avevano riscontrato svariate anomalie sia nelle sezioni a vista dell intera area, sia nella terra di risulta, che sembrava contenere frammenti ceramici e di tegolame sparso. Purtroppo il cantiere aveva già da tempo ultimato le operazioni di scavo e si stava procedendo all armatura dei basamenti delle fondazioni dei nuovi edifici. Con il controllo delle sezioni perimetrali, si è notato che effettivamente, come era stato segnalato, le pareti del cantiere erano costellate dai varie lenti (fig. 1) di terreno scuro (larghe m 1/1,5 circa) con terreno carbonioso e con frammenti ceramici e laterizi che si profilavano appena sotto lo strato di coltivo: si è così è imposta la necessità di un indagine più approfondita anche se molto limitata e condizionata dalla situazione del cantiere. Si è deciso di intervenire su due lenti, poco distanti l una dall altra, sul fronte sud del cantiere, caratterizzate da un evidente quantità di ceramiche e frammenti di embrici. In corrispondenza di ognuna è stata aperta una piccola area rettangolare in estensione verso sud in modo da ricostruire, almeno parzialmente, la stratigrafia. Purtroppo nella scelta della metodologia di scavo e nello svolgimento stesso delle operazioni ci si è dovuti adeguare alle condizioni del cantiere e limitare l indagine ad una stretta fascia lasciata libera tra gli impianti delle fondazioni già costruite e l incombere della terra di risulta che era stata accumulata ai bordi del cantiere per riportare il piano di calpestio a livello della strada provinciale (circa m 211,3 s.l.m., a fronte di un abbassamento di circa m 5), dopo la realizzazione dei piani interrati. La lente n. 1 si presentava come un notevole ammasso di frammenti di ceramica e di embrici (fig. 2). Se si fosse trattato di un rinvenimento isolato non si sarebbe esitato a considerarla una buca di scarico, ma la presenza di molte altre simili evidenze lungo tutti i bordi del cantiere ha fatto nascere alcune perplessità che sembrano contrastare con questa semplicistica ipotesi: da quale necessità sarebbero stati spinti gli antichi fruitori dell area per sentirsi obbligati a scavare così tante buche per riempirle di vasi rotti, trasportandoli da non si sa dove? Né, del resto, i frammenti recuperati hanno caratteristiche che possano farli ritenere scarti di fornace (casomai una fabbrica di ceramiche, mai identificata, fosse stata nei pressi). Il confronto più puntuale è offerto dalla situazione riscontrata a Cornate d Adda 1, dove un intera necropoli è stata trovata sistematicamente violata in antico e dove moltissimi frammenti di vasi - evidentemente considerati di nessun 1 SIMONE ZOPFI 2006. Fig. 1. Solaro, via Roma. Particolare di una delle lenti trovate ai bordi del cantiere. www.fastionline.org/docs/folder-it-2007-793.pdf

valore - erano stati abbandonati e ributtatati ai bordi delle fosse tombali, trovate vuote, e trascinati poi avanti e indietro dai moderni aratri. Si potrebbe quindi supporre, almeno in via ipotetica, che anche a Solaro si sia verificata una situazione simile e anche le ceramiche presentano molte affinità con quelle di Cornate. Si è, pertanto, osato denominare tombe le strutture 1 e 2 in considerazione anche della presenza di grandi frammenti di embrici che, come è noto, costituivano spesso le cassette delle tombe ad incinerazione. I materiali si datano al III-IV secolo e, sia da Cornate d Adda, sia dalla necropoli dei cortili dell Università Cattolica di Milano per non citare che gli esempi più prossimi a Solaro si sa ormai con certezza che in Lombardia il rito crematorio è perdurato fino ai primi decenni del IV secolo 2. Del resto anche una segnalazione del Gruppo Amici del Museo di Legnano del 1979, trovata agli atti della Soprintendenza, citava il riconoscimento, in una ricerca di superficie nella stessa area allora ancora a coltivo, di chiazze con frammenti ceramici attribuiti alla presenza di tombe tardoromane. Che la spoliazione delle supposte tombe sia avvenuta in tempi remoti sembra confermato da quanto trovato sulla cosiddetta tomba 2. Della sua fossa restava integro soltanto il fondo, su cui si era impostato un modesto acciottolato stradale, antico ma non databile con esattezza. La sua realizzazione non sembra tener conto della sepoltura, di cui dovevano essere sparite le tracce e la memoria. In simili condizioni di ritrovamento è comunque troppo azzardato insistere nel proporre ipotesi: ci si limita quindi a presentare i disegni delle forme ceramiche riconosciute in modo da fornire dati di confronto per eventuali ricerche future (figg. 3-6). Fig. 2. Solaro, via Roma. Struttura (tomba?) 1, particolare dello stato di rinvenimento. Predominano nettamente le olle ma sono presenti anche alcuni coperchi, mortai a listello e un frammento di orlo di anfora tipo S. Lorenzo 7 3. La grande quantità di orli di diversi recipienti da cucina fa pensare che molti di essi siano da attribuire, eventualmente, più che al corredo vero e proprio, ai resti di offerte successive al giorno della sepoltura o al banchetto funebre. Unico altro indizio di presenze di età romana a Solaro è un ara in marmo bianco, con tracce di figura umana su basamento entro cornice rettangolare, riutilizzata nell angolo NW della chiesetta di S. Pietro 4. BIBLIOGRAFIA Laura Simone Zopfi Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia laura.simone@beniculturali.it BRUNO S., 1996, Le anfore, in F. ROSSI (a cura di), Carta Archeologica della Lombardia. V. Brescia. La città, Modena: 199-205. La necropoli tardoantica (a cura di SANNAZARO M.), Atti delle giornate di studio. Milano 25-26 gennaio 1999, Contributi di archeologia, 1, 2002. SIMONE ZOPFI L., 2006, Cisterna e necropoli romane a Cornate d Adda (MI), in www.fastionline.org/docs/folder-it- 2006-62.pdf. SIMONE ZOPFI L., c.s., Cornate d Adda (MI), località Villa Paradiso, Cascina dei Frati e Cascina dei Preti. Cisterna e necropoli romane, in NOTIZIARIO 2005. Soprintendenza Beni Archeologici della Lombardia. 2 La necropoli tardoantica 2002. 3 BRUNO 1996. 4 Relazione di M. Giacomini negli archivi della Soprintendenza. 2

Fig. 3. Solaro, via Roma. Struttura (tomba?) 11. 1. Anfora tipo S. Lorenzo 7. 2. Chiodo in ferro. Ceramica comune. 3-5.Olle. 6. Mortaio a listello. Scala 1:1. 3

Fig. 4. Solaro, via Roma. Struttura (tomba?) 1. Ceramica comune. 7-15. Olle. Scala 1:1. 4

Fig. 5. Solaro, via Roma. Struttura (tomba?) 1. Ceramica comune. 16-21. Olle. Scala 1:1. 5

Fig. 6. Solaro, via Roma. Struttura (tomba?) 1. Ceramica comune. 22. Coperchio. 23-26. Olle. 27. Bacino. Scala 1:1. 6