ELEMENTI DEL PAESAGGIO RURALE DEL PARCO NATURALE REGIONALE DEL MONTE SAN BARTOLO

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UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE FACOLTA DI AGRARIA CORSO DI LAUREA IN SCIENZE FORESTALI E AMBIENTALI ELEMENTI DEL PAESAGGIO RURALE DEL PARCO NATURALE REGIONALE DEL MONTE SAN BARTOLO Tesi di laurea: Massimo Renzi Relatore: Chiar.mo Prof. F.Taffetani A.A. 2010/2011

OBIETTIVI DELLA TESI: L obiettivo principale della tesi è l individuazione di alcuni ambienti rurali ben conservati ancora presenti all interno del Parco Naturale del Monte San Bartolo, tenendo conto che la tipologia di paesaggio più rappresentativa è costituita proprio dall ambiente agricolo (che copre circa il 70 % del territorio). I criteri di scelta delle aree campione sono costituiti dalla presenza di vecchie case coloniche con il loro intorno, costituito dalla corte e dagli spazi un tempo utilizzati per le diverse attività produttive che si succedevano nel corso dell anno all interno dell azienda mezzadrile. Lo studio delle aree campione verrà ef fettuato attraverso l analisi floristica, che costituisce la base di conoscenza per il successivo studio delle vegetazione e quindi per la ricostruzione del paesaggio vegetale. Queste informazioni permetteranno innanzitutto di fare un confronto con La flora vascolare del Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo (Gubellini e Di Massimo, 2001). Particolare attenzione verrà rivolta alla raccolta degli aspetti socio -culturali legati alla realtà contadina dell area del Parco. Antiche tradizioni legate all uso delle piante per scopo alimentare, medico, cosmetico, pratico, ecc. costituiscono una fonte di recupero della cultura popolare che si sta rapidamente perdendo a causa del profondo cambiamento delle modalità di vita e di lavoro nelle campagne. Un aspetto che viene sistematicamente trascurato è proprio il significato delle aree agricole intorno alle vecchie case coloniche: ci sono norme precise previste per la ricostruzione delle strutture edilizie, ma nessuna attenzione viene rivolta al patrimonio ambientale circostante

METODOLOGIA DI LAVORO: INDIVIDUAZIONE DELLE REE CAMPIONE Il lavoro di indagine è iniziato nel giugno 2011. Per la realizzazione di questo lavoro, si è proceduto ad una ricerca delle aree sulle quali ef fettuare lo studio. Le autorità del Parco del San Bartolo si sono prestate nel fornire indicazione sull allocazione di due case coloniche presenti all interno del Parco. STUDIO FLORISTICO E stato ef fettuato uno studio floristico delle aree campione, attraverso l identificazione e la raccolta dei campioni vegetali (conservati presso l Erbario dell Università di Ancona e confrontati con quelli dell Erbario del Centro Ricerche Floristiche Marche di Pesaro). Si è proceduto quindi a un confronto con la Flora del Parco (2001). RICOSTRUZIONE PAESAGGIO RURALE In seguito si è proceduto, attraverso il metodo fitosociologico, ad uno studio floristico-vegetazionale e alla ricostruzione delle serie di vegetazione e del paesaggio vegetale sulle aree campione prese in considerazione al fine di rilevare gli ambienti seminaturali ed i livelli di biodiversità e di complessità ambientali esistenti.

ANALISI DEL TERRITORIO Il Parco Regionale Naturale del Monte San Bartolo è stato istituito nel 1994 ed è entrato in attività nel maggio del 1997. Superficie di circa 1600 Ha di territorio costiero che si estende da Sud-est a nord-ovest andando da Pesaro a Gabicce per una lunghezza di circa 12 km ed una larghezza massima di ca 500-600 metri. E uno dei pochi promontori protesi sul mare con falesie rocciose che, assieme al Monte Conero, costituiscono un eccezione rispetto alla costa adriatica (prevalentemente caratterizzata da coste basse e sabbiose) che si estende da Trieste al Gargano. Alcune aree del Parco, per effetto della morfologia acclive e spesso franosa hanno un elevato livello di naturalità, mentre altre zone più interne presentano vari livelli di antropizzazione.

LOCALIZZAZIONE E DELIMITAZIONE DEL PARCO REGIONALE DEL MONTE SAN BARTOLO Parco Regionale del Monte San Bartolo

CENNI GEOLOGICI Il Monte San Bartolo presenta una falesia in forte fase di arretramento. La falesia presenta altezze variabili con massimo di 200 m. Questo fenomeno è reso evidente da una fascia denudata dove non vi è vegetazione e caratterizzata da maggiore pendenza. Lo studio geologico (Nesci, 2008) ha suddiviso la falesia in quattro settori morfostrutturali con elementi evolutivi differenti. I principali affioramenti sono costituiti da una alternanza di substrati arenacei e marnosi.

CENNI SUL BIOCLIMA Pesaro Il clima rilevato sul territorio del Parco (Stazione di Pesaro) è di tipo temperato oceanico con variante bioclimatica submediterranea e termotipo mesotemperato superiore e un ombrotipo subumido superiore.

Gabicce Pesaro

USO DEL SUOLO La percentuale dei territori agricoli riveste quasi il 70% del Parco, il 27% è occupato da territori boscati e dagli ambienti seminaturali, solo una piccola percentuale è rappresentata dai territori modellati artificialmente. All interno del 70% di suolo agricolo possiamo fare un ulteriore suddivisione del territorio. Abbiamo infatti 19% costituito da aree coltivate a seminativo, un 42% di colture pluriennali permanenti, quali ad esempio frutteti e arboricoltura da legno e 36% di zone agricole a contatto con gli ambienti seminaturali della falesia rocciosa.

ATTIVITÀ TRADIZIONALI LEGATE ALLE CASE COLONICHE Il fulcro della casa rurale era rappresentato dal capofamiglia che organizzava il lavoro nel podere. I figli partecipavano all attività dell azienda sin da giovanissimi e rimanevano legati ad essa fino al momento in cui la produzione aziendale riusciva a coprire i loro fabbisogni alimentari e abitativi. La casa, infatti oltre alla zona abitativa, era utilizzata per poter soddisfare le esigenze lavorative. L area esterna era adibita per svolgere le attività manuali come battitura del grano, la pulitura del mais, la preparazione dei cesti di vimini, l allestimento e l utilizzazione dei pagliai, ecc.

SCELTA DELLE AREE CAMPIONE La scelta delle aree campione è stata indirizzata attraverso le indicazioni del Parco verso le uniche due aziende le cui case coloniche si trovano in stato di parziale o completo abbandono. Le zone prese in considerazione sono quelle della Valle dei Pelati e della Bocca del Lupo. Resti casa colonica Valle dei Pelati Casa colonica Bocca del Lupo

Localizzazione delle aree campione Valle dei Pelati E situata nei pressi del frazione di Santa Marina e si trova in condizioni di completo disfacimento. Si trova nella parte bassa della valle omonima, su suolo di tipo alluvionale. Bocca del Lupo Si trova a pochi km dall abitato di S. Maria delle Fabbrecce ed è posta sul versante interno con suolo di tipo marnoso-arenaceo. La casa è stata abbandonata di recente.

ANALISI DELLA VEGETAZIONE Le aie delle case coloniche studiate ospitano comunità vegetali erbacee di un certo interesse naturalistico e permettono una ricostruzione degli agroecosistemi che le circondano. L analisi delle cenosi presenti nelle due aree campione (Valle dei Pelati e Bocca del Lupo) ha permesso l osservazione della presenza di diverse cenosi appartenenti a sette diverse classi di vegetazione (Artemisietea, Phragmito.Magnocaricetea, Molinio-Arrhenatheretea, Festuco-Brometea, Galio-Urticetea, Rhamno-Prunetea, Querco-Fagetea). All interno delle aree campione sono state ricostruite due diverse serie di vegetazione: la serie collinare climatofila delle argille (Valle dei Pelati) e la serie collinare edafoxerofila delle arenarie compatte (Bocca del Lupo), oltre ad alcune tipologie di vegetazione azonale legate al corso d acqua (Valle dei Pelati).

AREA DI STUDIO 1: VALLE DEI PELATI 1 2 3 2 3 2 2 3 2 LEGENDA: 1 Vegetazione erbacea e nitrofila dell intorno dell ex casa colonica 2 Diverse tipologie di vegetazione igrofila legate al fosso 3 Scarpate interessate dalla copertura boschiva ed, al margine, dall orlo e dal mantello forestale

SERIE COLLINARE CLIMATOFILA DELLE ARGILLE La serie collinare climatofila delle argille a Carpino nero si rileva su versanti argillosi con suolo profondo ed esposizioni non eccessivamente calde. La serie è costituita dal bosco di carpino nero, affiancato dal mantello forestale a Ligustro, mentre l orlo si caratterizza per la presenza di Genista tinctoria. Bosco ad Asparago selvatico (Asparago acutifolii-ostryetum carpinifoliae) Mantello mesofilo a Ligustro (Rubo ulmifolii-ligustretum vulgaris) Mantello termofilo a Ginestra odorosa (Aggruppamento a Spartium junceum) Orlo a Ginestra minore (Aggruppamento a Genista tinctoria variante a Scabiosa columbaria)

Bosco a Carpino nero (Scutellario-Ostryetum carpinifoliae) e mantello a Ligustro (Rubo-Ligustreto)

VEGETAZIONE AZONALE IGROFILA La vegetazione azonale igrofila è costituita da cenosi che si distribuiscono in funzione della presenza dell acqua: Helosciadetum nodiflori è quella maggiormentre legata all acqua. Vicino alle sponde del fosso troviamo l associazione Glycerietum plicatae e, nella parte più esterna, le associazioni Paspalo-Agrostidetum e Festuco fenas-caricetum hirtae. Più distante dall acqua la formazione arbustiva dell associazione Urtico-Sambucetum ebuli. Lenticchia d acqua (Lemna minor) 1. Sedano d acqua (Helosciadetum nodiflori) 2. Gramignone minore (Glycerietum plicatae) 3. Paspalo esotico (Paspalo-Agrostidetum) 4. Festuca (Festuco fenas-caricetum hirtae) 5. Egopodieto (Urtico dioicae-aegopodietum) 6. Formazione a ebbio (Urtico-Sambucetum) Sedano d acqua (Helosciadum nodiflorum)

Area campione 2: BOCCA DEL LUPO 3 2 1 2 1 2 LEGENDA: 1 Vegetazione erbacea della casa colonica 2 Vegetazione forestale, comprendente le formazioni del mantello e dell orlo 3 Vegetazione delle scarpate argillose a canna del Reno

SERIE EDAFOXEROFILA DELLE ARENARIE COMPATTE Questa serie di vegetazione si può osservare sulle sommità delle colline su suolo compatto, superficiale, ben drenato e con scarsa capacità di ritenzione idrica. Vi sono cenosi a Roverella (Roso sempervirentis-quercetum pubescentis). Ai margini del bosco vi è un mantello ad asparago selvatico (Asparago-Osyridetum). Vi è inoltre una prateria nei pressi della casa a forasacco (Bromus erectus) e fiordaliso (Centaurea bracteata). Ai margini del bosco vi sono formazioni a canna del Reno (Arundinetum plinianae). Bosco di roverella (Roso-Quercetum pubescentis lauretosum nobilis) Mantello ad asparago selvatico (Asparago acutifolii-osyridetum albae) Prateria a forasacco (Centaureo bracteatae-brometum erecti var. a Brachypodium rupestre) Prateria a gramigna (Aggr. ad Agropyron repens) Formazione a canna del Reno (Arundinetum plinianae)

Bosco di Roverella (Roso-Quercetum pubescentis) sullo sfondo e campi coltivati in primo piano

CONTRIBUTO FLORISTICO Attraverso lo studio della vegetazione sono state osservate un buon numero di specie vegetali, il cui elenco è stato confrontato con i singoli quadranti della Flora del Parco presenti nelle aree della Valle dei Pelati e di Bocca del Lupo, ed inoltre sono state evidenziate le specie che possono essere considerate come nuove in quanto non risultano presenti nell Atlante della Flora Vascolare del Parco Naturale del Monte San Bartolo (Gubellini, Di Massimo, 2001) Confronto con l Atlante della Flora Vascolare del Parco Naturale del Monte San Bartolo: 32 Nuove specie osservate nell area Bocca del Lupo 32 Nuove specie osservate nell area Valle di Pelati 13 Nuove specie osservate rispetto alla flora del Parco Achillea roseo-alba Avena fatua Buglossoides purpurocaerulea Centaurium pulchellum Coronilla emerus Glyceria plicata Melissa romana Parietaria officinalis Scabiosa columbaria Scabiosa maritima Silene alba Silene vulgaris Vinca minor

CONCLUSIONI Il lavoro di tesi ha permesso lo studio sulla flora, sulla vegetazione e sulle serie dinamiche relative alle aree agricole della Valle dei Pelati e di Bocca del Lupo, rappresentative degli agroecosistemi del Parco Sono state osservate 32 nuove specie rispetto al quadrante di Bocca del Lupo e altrettante per quello della Valle dei Pelati È stata integrata la Flora complessiva del Parco con 13 nuove specie È stata fornita una base di valutazione del livello di biodiversità contenuta all interno degli agroecosistemi del Parco, che è risultato particolarmente elevato per le aree considerate Lo studio costituisce una base di conoscenza indispensabile per misurare la direzione e la consistenza delle trasformazioni ambientali dei prossimi anni Vengono forniti elementi di attenzione verso le cenosi erbacee presenti nelle aie delle case coloniche, sia per il loro contributo alla biodiversità, che per il recupero del valore culturale delle tradizioni popolari

GRAZIE PER L ATTENZIONE