CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE DI SPAGNA DICHIARAZIONE FINALE Vertice economico e sociale Madrid, 13 dicembre 1995 I Consigli economici e sociali di Spagna, Francia, Grecia, Italia (CNEL), Portogallo, Algeria (CNES), Marocco(CNJA), Tunisia, il Comitato Economico e sociale delle Comunità Europee, nonché i rappresentanti di Germania, Cipro, Danimarca, Egitto, Giordania, Malta, l'autorità Nazionale Palestinese, la Svezia, la Siria e la Turchia, riuniti a Madrid il 12 e 13 dicembre 1995 per il Vertice Economico e Sociale Euromediterraneo, considerano il nuovo quadro di collaborazione e di cooperazione fra l'unione Europea e i paesi e i territori mediterranei, adottato durante la Conferenza governativa di Barcellona come la base adeguata per realizzare una zona mediterranea di stabilità, prosperità e di pace. Il rafforzamento delle relazioni economiche e il riavvicinamento sociale tra le società del bacino del Mediterraneo esigono il rispetto di un minimo comune denominatore. Senza alcun dubbio la democrazia e i diritti umani sono la base su cui devono essere tracciati i programmi del futuro nel Mediterraneo. Di questo quadro politico fanno parte anche la libertà di associazione e la libertà sindacale, in conformità alle norme adottate su questo tema dall'organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Tutte le delegazioni presenti concordano nell'affermare che lo sviluppo sociale, economico, culturale e umano sono interdipendenti e devono seguire processi paralleli. E' così, al di là della ricerca
della prosperità economica, bisogna fare uno sforzo per raggiungere uno spazio sociale euro-mediterraneo che permetta la realizzazione di un modello di crescita equilibrato in tutta la regione. La collaborazione approfondita tra gli Stati dell'unione europea e quelli del Mediterraneo prospettano una più grande integrazione economica della regione come mezzo per realizzare la pace e la prosperità. Il nuovo quadro di cooperazione euromediterranea individua ugualmente diverse priorità sociali nel campo economico, sociale o altre relative ad essi. All'interno di queste priorità, i Consigli economici e sociali e le istituzioni similari sono d'accordo sulla necessità di avere come asse prioritario la creazione dell'occupazione. Questo miglioramento del livello d'impiego deve servire a stabilizzare la popolazione. Le priorità sociali si concentrano, oltre che sull'impiego, sui temi quali il ruolo della donna nella società, l'emigrazione, l'educazione e la formazione professionale, la lotta contro l'occupazione dei fanciulli e il problema della casa e su altri temi più vasti quali la povertà, la protezione e la giustizia sociale o la redistribuzione della ricchezza. Quanto alle priorità economiche, il libero scambio deve essere lo strumento che permetterà d'accelerare lo sviluppo economico della regione le cui possibilità aumenteranno con la creazione di mercati più vasti. Tuttavia, la creazione di una zona di libero commercio deve svilupparsi entro un termine adeguato, con periodi transitori ragionevoli adatti alle singole situazioni, per evitare la distruzione del tessuto produttivo e la creazione di gravi problemi sociali. Il debito estero è uno dei principali problemi dei paesi mediterranei a causa delle sue negative ripercussioni sull'evoluzione
delle loro economie. Il servizio relativo al debito estero suppone la diminuzione delle percentuali molto elevate delle monete estere realizzate grazie all'esportazione di beni e servizi, e implica lo storno di fondi suscettibili d'essere investiti, accentuando così la disoccupazione e spingendo molte persone verso l'emigrazione. Non va dimenticato tutto ciò che mira a favorire lo sviluppo delle imprese, quale strumento di creazione di impiego e di incoraggiare la crescita dell'economia in tutti i paesi del bacino mediterraneo. L'esistenza di un ambiente economico propizio, l'estensione del mercato e l'esistenza di importanti garanzie giuridiche sono il mezzo più conveniente per rafforzare l'investimento diretto delle imprese europee. Altre condizioni quali la creazione di un quadro amministrativo più semplificato, la presenza di idonee infrastrutture, lo sviluppo di mercati finanziari e di regimi fiscali ed altro, sono indispensabili per ottenere il successo delle iniziative imprenditoriali nel quadro della Collaborazione Euromediterranea. Altre priorità di particolare rilievo nel bacino mediterraneo sono il turismo, le risorse idriche, l'ambiente, l'energia, lo sviluppo rurale e la conservazione del patrimonio artistico. La nuova collaborazione euromediterranea, così come è stata adottata dai governi a Barcellona, si fonda sulla cooperazione decentralizzata tra le società civili. E' per questo motivo che bisogna cercare di ottenere la maggiore articolazione all'interno delle società, sviluppando in modo particolare le organizzazioni rappresentative degli interessi, specialmente delle imprese, dei sindacati, dei consumatori, delle cooperative, delle associazioni, delle fondazioni, delle organizzazioni non governative ed altri
soggetti democratici e rappresentativi. Parimenti, bisogna favorire la creazione di canali idonei ad aumentare la collaborazione tra le organizzazioni padronali, sindacali ed altre organizzazioni sociali fra le due sponde del mare comune. Il nuovo quadro di cooperazione nella regione esige, per poter ricavare il massimo profitto, l'incoraggiamento di idonei centri di partecipazione per la rappresentanza degli interessi economici e sociali, come gli organi di partecipazione quali i Consigli Economici e Sociali, rispettando in ogni caso le particolarità specifiche, sociali e politiche di ogni Stato. Il seguito degli Accordi di Barcellona è senza dubbio il mezzo migliore per tutte le organizzazioni rappresentative della società tramite i Consigli Economici e Sociali, come è stato riconosciuto nella dichiarazione dalla Conferenza governativa di Barcellona, per assicurare la partecipazione della società civile al disegno, esecuzione e controllo degli accordi. I Consigli Economici e Sociali riconoscono l'importanza della loro collaborazione permanente nel seguito degli accordi di Barcellona, tanto a livello interno dei singoli Stati, che nel quadro della loro cooperazione. E' la ragione per cui essi decidono di istituzionalizzare questa cooperazione, multilaterale e continua, impegnandosi singolarmente a elaborare rapporti sulla Collaborazione euromediterranea. Un Vertice economico e sociale euromediterraneo si terrà annualmente e ciascun Consiglio Economico e Sociale o istituzione similare vi presenterà un rapporto nazionale sullo sviluppo della collaborazione euromediterranea: saranno presentati anche studi tematici elaborati multilateralmente tra due o tre Consigli nel corso
dell'anno e saranno adottate alcune conclusioni di carattere generale. Per il coordinamento dei lavori, si è deciso di creare un Gruppo che dovrà mantenere i contatti con tutti i Consigli, organizzare il Vertice annuale e coordinare anche la preparazione di studi tematici elaborati dai Consigli bilateralmente o trilateralmente. Il Gruppo di lavoro è incaricato di curare la presenza dei rapporti nazionali di tutti i paesi partecipanti al Vertice. Per assicurare l'efficacia del coordinamento, il Gruppo di lavoro sarà composto dal Consiglio, organizzatore del Vertice successivo, il Comitato Economico e Sociale delle Comunità europee e un Consiglio appartenente alla zona mediterranea in aggiunta a quello organizzatore del Vertice (membro o no dell'unione europea). Il Comitato Economico e Sociale delle Comunità Europee, nella sua qualità di membro permanente del Gruppo di lavoro dovrà assicurare il collegamento con i quindici Stati membri dell'unione Europea e il permanere delle relazioni con gli Stati associati del Mediterraneo, e dovrà ugualmente garantire le relazioni con le istituzioni comunitarie quali la Commissione o il Consiglio delle Comunità europee. L'elaborazione, la traduzione e la diffusione degli studi tematici così come l'organizzazione delle riunioni tra i Consigli per la preparazione degli studi stessi e per la presentazione di rapporti nazionali esigerà un appoggio finanziario adeguato, richiesto dai Consigli agli organi competenti. In seguito ai risultati del primo Vertice Economico e Sociale Euromediterraneo, i Consigli e le istituzioni similari dovranno avviare l'elaborazione di tre rapporti monografici sui temi seguenti:
- Il problema del debito estero - L'emigrazione e la creazione di una zona di libero scambio - L'energia, l'ambiente e le risorse idriche. Il prossimo Vertice Economico e Sociale Euromediterraneo si terrà a Parigi, e il Gruppo di lavoro sarà costituito dal Consiglio Economico e Sociale di Francia, dal Comitato Economico e sociale delle Comunità Europee, e dal Consiglio Economico e sociale d'algeria.