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SITUAZIONE E PROSPETTIVE DELL ATTIVITA E DELLA REDDITIVITA BANCARIA IN ITALIA 28 Maggio 2014

2 Agenda Redditività bancaria Determinanti e implicazioni operative: scenario reale di riferimento, raccolta, impieghi, tassi, rischio, costi Le prospettive e i disallineamenti competitivi Conclusioni

3 Il problema In che misura e sotto quali condizioni le banche operanti in Italia potranno conseguire livelli di redditività e produttività compatibili con la competizione internazionale, alla luce del contesto istituzionale, regolamentare, macro e micro finanziario che connoterà il prossimo decennio e che sarà segnato dalla grande crisi che stiamo attraversando

Prosegue il declino della redditività registrato dall avvio della crisi Utile netto dei gruppi bancari italiani* Miliardi di Numeri indice 2006=100 Utile netto rettificato** Utile netto Utile netto rettificato** 19,3 15,3 15,3 14,6 11,5 11,3 10,8 11,1 7,2 6,4 3,5 1,5 1,5 6,0 20,9 24,9 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012* 2013* 120 100 80 60 40 20 20 40 60 100 95 75 73 42 23 10 39 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012* 2013* (*) 36 gruppi per 2012 e 2013, 39 gruppi dal 2006 al 2011 (**) al netto delle Rettifiche di valore dell'avviamento e altre attività immateriali, dell utile (Perdita) da gruppi di attività in via di dismissione, dei proventi da partecipazioni in Banca d Italia Fonte: elaborazioni ABI su dati ABI banking data 4

che si riflette in livelli di redditività negativi 5 Return On Equity consolidato in Italia (36 gruppi bancari) 2012 2013 ROE (%) ROE di bilancio ROE RETTIFICATO (%) netto di impairment di attività immateriali, proventi da partecipazione in Banca d Italia e utili da cessione 0,74-0,82-3,18-3,18-11,73 Fonte: elaborazioni ABI su ABI Banking DATA

del tutto inadeguati a rispondere alle esigenze del mercato che chiede rendimenti (ROE) superiori al 9-10% 6 ROE previsioni Afo: 2014 = 1,2% 2015 = 1,7% Fonte: Survey Abi-Ubs, 2013 6

Il settore bancario italiano soffre di una scarsa redditività non solo in assoluto ma anche nel confronto internazionale con i mercati bancari europei (oltre 3 pp di ROE in media nell ultimo triennio, circa 6 punti nel 2013) RETURN ON EQUITY PER I PRINCIPALI GRUPPI BANCARI EUROPEI (utile al netto delle componenti non ordinarie di gestione*; dati aggregati per Paese; 2011, 2012 e 2013) 2011 2012 2013 Media Triennio 7,6% 6,4% 6,0% 5,7% 5,7% 5,3% 5,2% 5,4% 4,5% 4,6% 4,4% 2,8% 2,0% 1,6% 0,7% 3,2% 2,6% 5,7% 3,4% 2,8% 2,5% 1,6% 0,9% 0,7% 0,0% Differenziale Italia Media EU (in pp) 2011 2012 2013 Media Triennio ITALIA 2,5% 0,7% 3,2% 0,0% MEDIA EU 5,7% 1,6% 2,8% 3,4% Gap 3,1 0,9 5,9 3,3-0,2% -0,3% -3,2% NL ES FR DE UK IT EU5 (*) Rettifiche di valore dell'avviamento, Oneri di integrazione; utile (Perdita) da gruppi di attività in via di dismissione; altri utili/perdite da attività non correnti Fonte. Elaborazioni Abi su dati di bilancio di 27 gruppi bancari europei di cui 13 gruppi italiani 7

Gruppi bancari operanti in Italia (1/2) - Segnali di ripresa si rilevano nell utile di esercizio (+34,8%) rispetto al primo trimestre del 2013 attestandosi per i primi 13 gruppi a 1,3 miliardi di euro (1 mld lo scorso anno). - Il margine di interesse aumenta dello 0,4% mentre il margine di intermediazione si riduce. Fonte. Elaborazioni Abi su dati di bilancio di 13 gruppi bancari operanti in Italia 8

9 Gruppi bancari operanti in Italia (2/2) I dati relativi al primo trimestre del 2014 mostrano il permanere di un contenuto livello di redditività (0,95%, il rapporto tra l utile netto del periodo e il patrimonio ROE - ), seppur in aumento rispetto a quello del corrispondente periodo dell anno precedente (0,61) Roe (primo trimestre 2013 vs primo trimestre 2013) 1,00% 0,95% 0,80% 0,60% 0,61% 0,40% 0,20% 0,00% 1t 2013 1t 2014

10 Agenda Redditività bancaria Determinanti e implicazioni operative: scenario reale di riferimento, raccolta, impieghi, tassi, rischio, costi Le prospettive e i disallineamenti competitivi Conclusioni

1. Scenario macroeconomico 11

12 Luci e ombre congiunturali LUCI 1. L indice di fiducia delle imprese e dei consumatori migliorano. 2. I nuovi ordinativi manifatturieri crescono continuativamente da 6 mesi. OMBRE 1. Il Pil torna negativo nel primo trimestre 2. L'indice destagionalizzato della produzione industriale, dopo qualche segnale di miglioramento, torna a calare 3. Il tasso di disoccupazione, resta a livelli massimi. 4. Rischio di deflazione? 5. Lo spread tra i tassi benchmark a 10 anni di Italia e Germania è certamente calato negli ultimi mesi, ma il rapido rimbalzo dei giorni scorsi testimonia dei pericoli sempre incombenti.

L Italia non cresce; il gap rispetto ai livelli pre-crisi è ancora molto ampio (circa 9 punti percentuali) 13 110 Andamento del Pil durante la Crisi (100 = I trim. 2008) Usa:107,1 110 Per memoria, in Italia: 8 trim di recessione 3 trim 2013 var. nulla 4 trim 2013 var. +0,1% 1 trim 2014 var -0,1% 105 Ger:103,8 105 100 100 95 95 Ita: 91 90 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Usa Giappone Italia Germania Francia UK Fonte: Thomson Reuters Datastream - Elaborazioni ABI 90

I maggiori previsori delineano un quadro di modesta ripresa per l area euro e per l Italia nel 2014 14 Pil FMI (apr-2014) 2014 2015 Mondo 3,6% 3,9% Ec. Avanzate 2,2% 2,3% Ec. Emergenti 4,9% 5,3% Usa 2,8% 3,0% Euro 1,2% 1,5% FMI (gen-2014) 2014 2015 3,7% 4,0% 2,2% 2,3% 5,1% 5,4% 2,8% 3,0% 1,0% 1,4% Pil 2014 2015 2014 2015 2014 2015 2014 2015 2014 2015 Italia 0,6% 1,1% 0,6% 1,2% 0,6% 1,0% 0,8% 1,3% 0,6% 1,1% Pil Consensus (mag-14) 3 ABI (apr-14) CE (mag-14) Prometeia (mar-14) Istat (mag-14) OCSE (mar-14) MEF (apr-14) Bankit (gen-14) FMI (apr-14) Confindustria (dic-13) 2014 2015 2014 2015 2014 2015 2014 2015 2014 2015 Italia 0,7% 1,3% 0,6% 1,3% 0,6% 1,4% 0,7% 1,0% 0,7% 1,2%

AnchelavariazionedelPILpotenzialeèintorno allo zero, cresceva dell 1,3% prima della crisi. Resta significativamente inferiore alla media dell Area Euro Pil potenziale (variazione % annua; Italia e Paesi dell Area dell Euro) 3,00 2,50 2,00 Media 1998-2007 2013/2015 Italia 1,3% -0,2% AE 12 2,0% 0,5% 1,50 1,00 0,50 Var. % Ita Var. % AE12 0,00 0,50 1,00 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fonte: elaborazioni ABI su dati di Ameco (Commissione Europea) (Pil massimo raggiungibile stabilmente) 15

Data la correlazione tra Pil e Roe, attese di ulteriore compressione della redditività bancaria Return Return On Equity On Equity delle delle banche banche italiane italiane e crescita e crescita del PIL del in PIL Italia in Italia (1997 2012*) (1997 2013*) 15% ROE PIL 10% 5% 0% -5% -10% 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 * Dati relativi al ROE di sistema fino al 2012; dato 2013 relativo a 36 gruppi bancari. Dato 2010 calcolato utilizzando l utile di esercizio al netto delle rettifiche sull avviamento (Roe di bilancio -6,2%), dato 2013 calcolato utilizzando l utile al netto di impairment di attività immateriali, proventi da partecipazione in Banca d Italia e utili da cessione 7 Fonte: Abi su dati Banca d Italia, bilanci e Istat 16

2. Raccolta, impieghi, tassi 17

Funding gap 18 Le tensioni sul rischio sovrano alimentano un tratto negativo del quadro bancario: lo scarto tra impieghi in essere e provvista stabile (Funding Gap) Il funding gap, la determinante principale della crescita dei fondi raccolti presso la BCE, permane, sebbene in riduzione Le tensioni del funding si trasmettono sull offerta di credito malabassa dinamica del credito è collegata anche a motivazioni di domanda (quantità e qualità) La chiusura/riduzione del funding gap incide sulla dinamica del credito

19 In prospettiva, difficile ipotizzare un ritorno ai tassi di crescita del credito a doppia cifra sperimentati in passato Dinamica del credito in Italia (var. % annua; 2001 gen. 2014) % 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0-1 -2-3 -4-5 -6 famiglie ed imprese non finanziarie * totale settori economici ** gen-01 apr-01 lug-01 ott-01 gen-02 apr-02 lug-02 ott-02 gen-03 apr-03 lug-03 ott-03 gen-04 apr-04 lug-04 ott-04 gen-05 apr-05 lug-05 ott-05 gen-06 apr-06 lug-06 ott-06 gen-07 apr-07 lug-07 ott-07 gen-08 apr-08 lug-08 ott-08 gen-09 apr-09 lug-09 ott-09 gen-10 apr-10 lug-10 ott-10 gen-11 apr-11 lug-11 ott-11 gen-12 apr-12 lug-12 ott-12 gen-13 apr-13 lug-13 ott-13 gen-14 * impieghi a imprese non finanziarie, imprese individuali, famiglie consumatrici e istituzioni senza fini di lucro. ** comprendono oltre ai prestiti al settore privato, anche gli impieghi a istituzioni finanziarie, assicurazioni e fondi pensione, finanziamenti all'amministrazione centrale, enti di previdenza ed enti locali. Il tasso di crescita ad ottobre 2007 riferito al totale settori produttivi è stimato, in quanto da questo mese tale aggregato include anche i dati della Cassa Depositi e Prestiti e, pertanto, i tassi di crescita che ne derivano non sono confrontabili con i mesi precedenti. Da giugno 2010 a maggio 2011 le variazioni tendenziali sono state corrette per leffetto del recepimento del Regolamento BCE/2008/32 e di alcune modifiche nelle segnalazioni statistiche di vigilanza. Elaborazioni Direzione Strategie e Mercati Finanaziari ABI su Fonte: Elaborazioni ABI su dati di Banca d Italia

molto più probabile un allineamento con la crescita del PIL (con una incidenza in lieve riduzione) 20 IMPIEGHI BANCARI*/PIL IN ITALIA 140 % 125,1 124,6 127,0 123,5 122,9 123,5 120 108,5 111,8 118,5 100 93,2 80 68,9 70,1 73,2 77,5 78,5 80,0 82,5 83,4 87,5 60 40 20 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 previsioni AFO (aprile 2014) * Totale impieghi bancari comprensivi delle sofferenze lorde. Fonte: Elaborazioni Direzione Strategie e Mecati Finanziari ABI su dati Banca d'italia ed Istat. Fonte: Elaborazioni ABI su dati di Banca d Italia e stime AFO

La dinamica del costo della raccolta in costanza di un basso livello dei tassi di interessi attivi comprime i margini sull attività tradizionale sui livelli minimi storici (nb: margini al lordo di: costi operativi, costo del rischio, tasse) 21 Punti % 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 Punti % 2,5 3,44 SPREAD TRA TASSO SULLE CONSISTENZE DI IMPIEGHI E RACCOLTA (famiglie e imprese; 2003-2013) 3,18 2,99 3,06 3,2 3,19 2,42 2,16 2,17 1,87 1,83 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Media 2013: 183 bp 2,0 2,15 2,12 2,06 2,10 2,08 2,14 2,21 2,24 2,23 2,26 2,23 2,23 2,16 2,09 2,02 1,96 1,95 1,89 1,80 1,75 1,72 1,69 1,69 1,71 1,74 1,74 1,73 1,78 1,80 1,80 1,84 1,85 1,89 1,91 1,91 1,94 1,5 1,0 0,5 0,0 gen 11 feb 11 mar 11 apr 11 mag 11 giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12 mag 12 giu 12 lug 12 ago 12 set 12 ott 12 nov 12 dic 12 gen 13 feb 13 mar 13 apr 13 mag 13 giu 13 lug 13 ago 13 set 13 ott 13 nov 13 dic 13 Fonte: Elaborazioni ABI su dati di Banca d Italia

3. Ricavi e Costi 22

Sulla redditività complessiva dei gruppi bancari italiani incide, in negativo, l ampliamento della forbice tra ricavi e costi ordinari di gestione - che eleva il cost/income ratio ad oltre il 67% (+3,5 punti percentuali) - Cost income ratio in Italia (dati consolidati; 36 osservazioni) spese amministrative e rettifiche/riprese attività materiali e immateriali 2012 2013 var. 2012 2013 var. (milioni di euro) rettificato con svalutazioni attività immateriali e plusvalenze Banca d'italia (milioni di euro) 48.552 51.375 5,8% 48.376 47.238-2,4% margine di intermediazione 76.065 72.771-4,3% 76.065 70.364-7,5% cost income - media ponderata 63,8% 70,6% 6,8 63,6% 67,1% 3,5 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 2012 2013-7,5% 76,0 70,4-2,4% 48,4 47,2 Costi operativi * * Ricavi Cost/income ratio * 67,1% +5,5 pp 63,6% 2012 2013 (*) ricavi e costi al netto delle svalutazioni attività immateriali e plusvalenze Banca d Italia Fonte: elaborazioni ABI su ABI Banking DATA 23

Sotto il profilo dei costi, nel confronto internazionale pesa in particolare la componente delle spese per il personale: superiore di oltre il 31% in termini di costi unitari di gestione Evoluzione dei costi operativi in % dell attivo per i maggiori gruppi bancari italiani ed europei (Dicembre 1997 vs. Dicembre 2013) 2,23% 1,66% Gruppi bancari italiani 1 : Dic 1997 vs Dic 2013-35% 1997 2013 1,66% Gruppi italiani vs gruppi europei 1 Dicembre 2013 +17% 1,43% Italia Europa 1,48% -24% 0,96% +31% 0,96% -25% 0,75% 0,73% 0,57% -5% 0,60% 0,57% Operating costs**/assets labour cost/assets other operating expenses/assets Costi operativi**/ attivo Spese per il personale/ attivo Altre spese di amministrazione / attivo Costi operativi**/ attivo Operating costs**/assets Spese per il personale/ attivo labour cost/assets Altre spese di amministrazione / attivo other operating expenses/assets Fonte: ABI su dati i bilancio aziendali (**) spese per il personale + altre spese di amministrazione ; incluse rettifiche su attività materiali e immateriali nel 2013 (1) campione di 27 gruppi bancari (DE, FR, ES, NL; UK) di cui 13 italiani 24

4. Il rischio 25

La congiuntura influenza, inoltre, pesantemente la qualità del credito (in modo più marcato per le imprese), come emerge dall andamento delle sofferenze Sofferenze lorde / impieghi in Italia (Giugno 2008 Marzo 2014; %) % 16 14,6% 14 12 14,0% 10 9,9% 8 7,0% 6,4% 6 4 3,3% 3,0% 2 2,9% 6,1% 2,9% 2,3% 2,6% giu-08 ago-08 ott-08 dic-08 feb-09 apr-09 giu-09 ago-09 ott-09 dic-09 feb-10 apr-10 giu-10 ago-10 ott-10 dic-10 feb-11 apr-11 giu-11 ago-11 ott-11 dic-11 feb-12 apr-12 giu-12 ago-12 ott-12 dic-12 feb-13 apr-13 giu-13 ago-13 ott-13 dic-13 feb-14 totale settore privato imprese famiglie consumatrici famiglie produttrici Fonte: Elaborazioni Abi su dati Banca d Italia 26

che le banche italiane pagano moltissimo in termini di perdite su crediti, in crescita fino ad oltre 33 miliardi a fine 2013 Rettifiche su crediti in italia (dati di sistema 1997 2013mld ) 35 30 Media (2008-2012) = 18 mld 33,3 25 20 Media annua (1997-2007) = 7 mld 24,2 15 13,5 12,6 13,8 10 5 8,5 7,1 7,1 6,2 7,0 7,5 9,1 7,3 5,9 4,7 5,5 9,9 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013* Abi su dati Banca d Italia fino al 2012 e dati AFO (ABI) per 2013 (*) dati di settore fino al 2012 e dati relativi a 36 gruppi bancari per il 2013 27

Rischio di credito, fenomeno ampio e diversificato Concentrato soprattutto nel segmento delle piccole e medie imprese Fonte: Elaborazioni Abi su dati Banca d Italia 28

29 Agenda Redditività bancaria Determinanti e implicazioni operative: scenario reale di riferimento, raccolta, impieghi, tassi, rischio, costi Le prospettive e i disallineamenti competitivi Conclusioni

30 Anche la normativa (europea e nazionale) non ha aiutato la redditività delle banche, in questi anni: TROPPE REGOLE impediscono alle imprese, anche alle imprese bancarie, di operare ALCUNE PENALIZZAZIONI FISCALI DI CUI SOFFRONO LE BANCHE IN ITALIA Trattamento degli interessi passivi nell'ambito della tassazione societaria ai fini IRAP ed IRES Addizionale Ires (+8,5 p.p.) e aumento dell anticipo delle imposte (130%) Trattamento del costo del lavoro ai fini IRAP Pressione fiscale più elevata di quella dei principali competitors europei Trattamento svalutazioni e perdite su crediti Regime IVA di gruppo Pro-rata IVA Fonte: ABI

31 Penalizzazioni normative non fiscali Alcuni esempi: 1. Disciplina antiusura 2. Estinzione anticipata senza oneri 3. Ius variandi 4. Calcolo interessi 5. Limiti alle commissioni 6. Modifica della normativa con effetti retroattivi (es. Rinnovabili) 7.

Una piena armonizzazione delle regole e delle prassi di vigilanza in Europa è urgente 32 Alcuni esempi, oltre agli impatti negativi diretti di Basilea3: 1. Calcolo delle attività ponderate per il rischio (RWAs) per le banche IRB 2.Definizione di crediti deteriorati 3.. Per evitare svantaggi competitivi derivanti da un campo di gioco non livellato

33 Ovviamente non solo svantaggi esterni. Necessità di definire strategie aziendali e settoriali per la redditività Strategie aziendali e settoriali per la redditività Rifocalizzazione sui segmenti di clientela. Diverse modalità di relazione Interventi sui prodotti per ridurre gli assorbimenti di capitale Razionalizzazione degli sportelli. Multicanalità Revisione delle procedure di filiale/rete Impatto delle tecnologie

Fonte: ABI 34

Banche diverse per clienti diversi: i modelli di banca multicanale Domanda: Guardando al 2020, quale prevedete sarà il modello più diffuso di multicanalità delle banche italiane? Il modello incentrato sulla relazione a distanza (Centralità dei canali diretti) Il modello incentrato sull agenzia (Centralità dello sportello) Altro Il modello multicanale bilanciato (Nessun canale centrale rispetto agli altri) Fonte: ABI Fonte: Indagine ABI-Università di Parma, L evoluzione dei modelli di servizio in banca, aprile 2013. 35

Ma oggi. eccesso di sportelli Sportelli bancari per 100.000 abitanti (dicembre 2012) Sportelli bancari per 100.000 abitanti (trend; 1999-2012) EU15* = 39 18 20 15 Olanda Regno Unito Svezia 23 Irlanda 25 26 Danimarca Finlandia 33 34 34 Grecia Media Nuovi Stati Membri Belgio 38 39 Lussemburgo Media EU 15 +15 sportelli (+40%) 45 Germania 53 54 Austria Italia 58 Francia 60 Portogallo 82 Spagna 60 55 50 45 40 35 30 25 20 48 47 2% 1999 49 47 3% 2000 51 46 2001 Gap % 52 44 2002 53 43 2003 Italia Italy 53 54 55 56 EU15 media 2004 42 42 2005 2006 57 43 43 43 2007 2008 EU 15 average 57 56 2009 55 54 42 42 41 39 40% 33% 34% 33% 36% 26% 29% 28% 29% 22% 17% 10% 2010 2011 2012 140% 130% 120% 110% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 10% Fonte: ABI su dati BCE 36

Ma oggi.. Andamento in forte riduzione dell attività transazionale in filiale Numero medio transazioni 1 effettuate agli sportelli italiani Milioni, media mensile 13,1-15% p.a. 10,4 9,4 8,0 2008 2009 2010 2011E (1) Prelievi, versamenti, incassi e pagamenti (caso aziendale) 37 37

Sotto il profilo della produttività ci sono ancora ampi margini di crescita per colmare il gap con la media europea: occorre proseguire sulla razionalizzazione dei canali distributivi e sul contenimento delle voci di costo correlate 38 Valore aggiunto per dipendente (x 1000 ; dati aggregati; media 2011-2013) Ricavi per dipendente (x 1000 ; dati aggregati; media 2011-2013) Attivo per dipendente (mln ; dati aggregati; media 2011-2013) 109-20% 136-16% 206-37% 10,3 173 6,5 Italia Europa Italia Europa Italia Europa Fonte: ABI su dati di bilancio aziendali relativi ai 141 gruppi bancari (128 gruppi europei sotto la vigilanza della BCE più 13 gruppi originati di UK, Danimarca, Norvegia, Svezia

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41 In sintesi (1/2) Il nuovo scenario regolamentare (Basilea3 e non solo) spinge per il contenimento degli attivi bancari, ne conseguirà una sostanziale stabilità, se non una riduzione, dell intensità creditizia ossia della quantità di credito per unità di prodotto interno lordo A differenza del passato, il funding gap (eccedenza degli impieghi rispetto alla raccolta) dovrà essere gradualmente colmato e ciò eserciterà una inevitabile pressione al contenimento della crescita del credito La crescita economica resta un potente volano per la redditività delle banche. Tuttavia al momento, pur considerando le previsioni più ottimistiche, la crescita prevista della nostra economia rimane totalmente insoddisfacente per un arco temporale piuttosto lungo Dal lato dei margini unitari sull intermediazione del denaro (lo spread unitario tra il rendimento dell attività di finanziamento e il costo della raccolta) le previsioni di medio termine confermano il permanere sui bassi livelli attuali Dal lato commissionale, i ricavi da servizi saranno compressi dall agire sia dalle pressioni derivanti dall innovazione tecnologica sia dall entrata di nuovi operatori, soprattutto nel segmento dei servizi di pagamento La riduzione prima e l eliminazione poi del gap di redditività oggi esistente potrà difficilmente avvenire solo attraverso una spintadallatodeiricavi(inquestomomentoil reddito prodotto non è in grado di sostenere l attuale livello occupazionale)

42 In sintesi (2/2) Le banche continuano a operare in un ambiente particolarmente sfavorevole e le previsioni per i prossimi anni non mostrano una significativa inversione di tendenza. A ciò si associano costi che risultano estremamente pesanti per le banche italiane e penalizzanti nel confronto europeo. Tutto ciò si verifica in un contesto in cui le norme, fiscali e regolamentari risultano particolarmente penalizzanti per il settore e si registra una impetuosa rivoluzione tecnologica. Ne deriva una drastica razionalizzazione dei processi produttivi, delle strutture distributive e del modo stesso di fare banca. Da tale trend è deducibile una progressiva diminuzione del personale impegnato in attività di sportello, con ricadute sul numero delle succursali e degli addetti per unità operativa: in definitiva, in termini di occupazione. Le azioni finora svolte non hanno impedito una crescita delle retribuzioni superiore alla dinamica inflattiva, dato il permanere di automatismi retributivi. Il personale direttivo è aumentato rispetto al personale impiegatizio, nonostante numerose semplificazioni nei modelli organizzativi e la ridefinizione delle responsabilità. A tutto questo va aggiunto il bisogno di riqualificare professionalità non coerenti con un modo di fare banca assolutamente diverso, nel quale le strutture centrali vengono semplificate, i livelli di supervisione si riducono, crescono i ruoli commerciali si rafforzano e le relazioni con la clientela nel territorio, fuori dal luogo fisico della filiale. Il contenimento dei costi dovrà continuare ad essere uno dei capisaldi su cui costruire l azione di rilancio della redditività del settore