memoria, identità, sviluppo il distretto culturale dei siti reali allegato n. 3

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memoria, identità, sviluppo il distretto culturale dei siti reali allegato n. 3

1. beni culturali e sviluppo locale in campania: l innovazione possibile dei distretti culturali I beni culturali sono oggetto negli ultimi anni di grande attenzione da parte del mondo politico e di studiosi di diverse discipline. I cambiamenti normativi in atto nel settore, l elaborazione di politiche nuove, le ricerche in materia evidenziano sempre più il ruolo di risorsa (culturale, economica, di sviluppo del territorio) attribuibile ai singoli beni culturali e al patrimonio nel suo complesso, nell ambito della c.d. economia della conoscenza e della competizione internazionale. La capacità del patrimonio culturale di poter interagire con il contesto socio-economico di riferimento (filiere produttive di beni e servizi), nonché la vocazione del medesimo a costituire una risorsa strategica per la progettualità locale, induce ad individuare in alcune componenti del settore culturale di dimensione territoriale delle vere e proprie direttrici in grado di orientare lo sviluppo del territorio. In Italia esiste, forse unico caso al mondo, un modello originale di tutela, valorizzazione e gestione dei beni culturali nell ottica dello sviluppo locale sostenibile e dell integrazione territoriale fra pubblica amministrazione, strutture pubbliche di educazione (scuole), formazione e ricerca (università, soprintendenze, musei, biblioteche, ecc.) e soggetti privati - profit e non profit - in una complessiva visione di contesto dell intero tessuto connettivo delle comunità locali e sulla base di un comune retaggio storico culturale. In particolare, mutuando principi ed esperienze dai distretti industriali italiani (centri di produzione e di diffusione del c.d. made in Italy), si afferma sempre più nel nostro paese il modello del distretto culturale, moderno strumento di politiche culturali, che, nel solco della lunga tradizione di tutela del nostro paese, coniuga gli aspetti culturali e scientifici della conservazione e della fruizione del patrimonio culturale ed ambientale, con le ragioni dello sviluppo economico e sociale. Il distretto culturale acquista valore e significato nella misura in cui diventa un modulo produttivo che deve la sua specificità non tanto al fatto di creare valore di per sé, quanto alla capacità di integrarsi di volta in volta con altri settori del sistema locale, dando luogo a sinergie innovative, altrimenti irrealizzabili, che stimolano l economia, la crescita e l occupazione. In uno scenario nel quale la capacità competitiva si lega sempre di più all innovazione, alla creatività, e alla capacità di attrarre dall esterno investimenti e risorse umane, sulla base di un progetto di sviluppo economico e sociale condiviso e dai benefici distribuiti a tutta la comunità locale, il ruolo della cultura è sempre più quello di operare come agente sinergico di coesione e integrazione sociale, che fornisce agli altri settori del sistema produttivo contenuti, strumenti, pratiche creative, valore aggiunto in termini di valore simbolico ed identitario. Il tema in questione resta a tutt oggi un fenomeno a metà strada tra la teoria e la pratica, essendo i distretti culturali una realtà magmatica in continua evoluzione, assieme alle trasformazioni della società e della sua struttura socio-economica. Le condizioni, però, per costruire un distretto non sono facilmente reperibili ovunque, poiché la creazione e l adozione di questi strumenti è fortemente condizionata dalla presenza di un evoluzione specifica del contesto socio-economico locale, che è il risultato di una dolorosa fase di incubazione ed evoluzione spesso di lunga durata storica. Il distretto culturale, dunque, è il frutto di una convinta e consapevole scelta politicoamministrativa che riesce, attraverso la realizzazione di strumenti tipici di un sistema di multilevel governance, a coinvolgere tutti i livelli di governo e territoriali nella gestione dei beni culturali, favorendo innanzitutto il coordinamento istituzionale e territoriale (verticale e orizzontale), l integrazione e Pagina 2 di 5

collaborazione tra settore pubblico e privato e la compartecipazione dei soggetti privati (profit e non profit). 2. il contesto istituzionale e territoriale Esistono numerosi casi di studio in Europa e a livello internazionale che testimoniano del successo del nuovo modello di sviluppo territoriale che punta sull innovazione, sulla conoscenza e sulla creatività per attrarre risorse ed investimenti, sulla base di una precisa progettazione e pianificazione strategica. In Italia, al momento, non è possibile individuare alcun caso compiuto che dia conto dei risultati di questa logica innovativa dello sviluppo incentrata sui distretti culturali, anche se esistono diverse iniziative che tendono a dare sostanza istituzionale a questo strumento innovativo di politica culturale e di applicarlo in alcune aree del Paese dove già sono state avanzate delle proposte di costituzione di distretti o sono già state avviate delle esperienze di progettazione integrata e di sistema, come nelle regioni del Mezzogiorno, nell ambito della programmazione comunitaria europea. In Campania, a partire dalla definizione di alcune linee strategiche fissate con la sottoscrizione nel 2001 dell Accordo di Programma Quadro in materia di beni e attività culturali tra il MiBAC e la Regione Campania, e le prime esperienze di progettazione integrata maturate nell ambito degli interventi in materia di beni culturali previsti dal Programma Operativo Regionale (POR) 2000-2006/2007-2013 della Regione, si è definita una politica comune tra Stato/Regione/Enti Locali tesa non solo ad una moderna tutela e conservazione del patrimonio culturale, ma anche alla sua valorizzazione ai fini dello sviluppo del turismo culturale e dei servizi collegati. Una sperimentazione importante, dunque, maturata in questi ultimi anni, che pone la Campania, in considerazione delle sue straordinarie risorse culturali e ambientali, come laboratorio innovativo nel panorama nazionale e internazionale delle politiche di gestione dei beni culturali. Naturalmente l impegno fin qui sostenuto per le risorse culturali e turistiche va confermato e armonizzato come parte di quella strategia (regionale e nazionale) multipolare di sviluppo che coniughi la valorizzazione delle risorse artistiche e archeologiche con il commercio e l artigianato; la produzione di nuova cultura con i centri della conoscenza, e con la creazione e l attrazione d impresa. La creazione, in definitiva, di una moderna industria culturale e creativa a Napoli e in Campania che crei buoni posti di lavoro, qualità ambientale e coesione sociale, secondo un modello di sviluppo che trova nei distretti culturali uno degli strumenti attuativi più innovativi. Tra l altro, in Campania, sono già emerse esperienze di gestione che, se riceveranno opportuno sostegno in futuro, potranno essere considerate come il naturale sbocco di quel lungo e complesso lavoro che ha visto in questi anni crescere la visibilità della regione e la collocazione dei territori campani nei poli dell arte Europea e mondiale, nonostante la presenza di alcuni problemi complessi (diffusa illegalità e scarsa gestione e controllo del territorio). Dopo secolari tentativi di ricostruzione e industrializzazione, Napoli, la sua area metropolitana e il Mezzogiorno, dunque, cercano oggi con fatica di cogliere le nuove occasioni che offre la società della conoscenza e della creatività, imboccando la strada dell industrializzazione leggera e postfordista, caratterizzata dalla produzione di servizi, informazioni, simboli, valori, estetica e cultura e dalla riscoperta del valore dell identità e dei legami storici e delle conseguenti vocazioni/opportunità territoriali e produttive che ne derivano. Pagina 3 di 5

3. il percorso verso il distretto culturale dei siti reali borbonici A Napoli e in Campania l Associazione Siti Reali, sulla base di una nuova visione dello sviluppo distrettuale di natura culturale e creativa, ha avviato da diversi anni un intesa attività di tutela, valorizzazione, fruizione, sensibilizzazione e animazione sul territorio, portando come contributo agli attori del territorio una proposta progettuale innovativa, elaborata anche grazie ai contributi giunti dal Comitato Scientifico della stessa, che si propone, attraverso il modello/strumento dei distretti culturali, di rafforzare le azioni di tutela, promozione e valorizzazione del circuito storico dei Siti Reali borbonici e le eccellenze territoriali connesse. Lo straordinario patrimonio culturale dei Siti Reali rappresenta un unicum imperdibile, quale manifestazione più evidente dell identità culturale della Campania e della storia del Mezzogiorno italiano trascorsa tra Settecento e Ottocento e contribuisce ancora oggi a caratterizzare un ambito storico e naturale tra i più suggestivi al mondo, che, pur segnato dal degrado sociale e ambientale, esprime un insieme di valori universalmente apprezzati e riconosciuti. Tale continuità storica e culturale rappresenta un elemento propulsivo da recuperare per favorire la coesione locale, l inclusione sociale e la competizione e lo sviluppo del territorio. La memoria di una comunità - riconosciuta nel proprio patrimonio culturale - rischia infatti di essere smarrita se incapace di trasmettere sentimenti di appartenenza e identità e di produrre partecipazione attiva, qualità e produzioni ad alto contenuto culturale e creativo. La partecipazione democratica, il consenso delle comunità locali e la riscoperta delle proprie radici rappresentano, dunque, condizioni primarie per salvaguardare e promuovere lo straordinario circuito dei Siti Reali, affinché le nuove generazioni non perdano traccia, memoria e coscienza dei valori di cui esso è portatore attivo. In tal senso, l Associazione, nell ambito della prima fase di implementazione del progetto del Distretto Culturale dei Siti Reali, ha sviluppato una forte esperienza che, oltre a produrre una significativa azione di diffusione e conoscenza del patrimonio storico e culturale verso diverse fasce di popolazione, ha raggiunto, grazie anche a collaborazioni realizzate con enti e organizzazioni locali e nazionali alcuni importanti traguardi, come: un ciclo di incontri tecnici di progettazione partecipata dal titolo Pubblico e privato nel settore culturale: prospettive e strategie per i Siti Reali borbonici in Campania (in collaborazione con l Università degli Studi di Napoli Federico II ); l iniziativa didattica pilota e sperimentale denominata Scuole in rete. Insieme per i Siti Reali, che ha creato una rete permanente tra le scuole della Campania e il circuito storico dei Siti Reali borbonici in Campania (in collaborazione con la Regione Campania); il progetto di valorizzazione denominato Viaggio in Campania. Le Stagioni nei luoghi dei Borbone realizzato in alcuni siti borbonici come le Regge di Portici, Persano e Carditello mediante attività artistiche, culturali e turistiche (in collaborazione con MiBAC e Regione Campania, MiBAC e MIUR); la Campagna Nazionale di Sensibilizzazione e Valorizzazione denominata SALVIAMO Carditello, Tesoro d Italia, Patrimonio dell Umanità che ha portato nel 2013 all acquisizione della Reggia di Carditello da parte del MIBACT (in collaborazione con enti, associazioni e cittadini del territorio campano e nazionale); il progetto di valorizzazione L Europa delle Corti da Capodimonte a Portici. Napoli tra residenze e giardini reali realizzato presso Pagina 4 di 5

i Siti Reali di Capodimonte e Portici (in collaborazione con MiBAC e ex Facoltà di Agraria dell Università degli Studi di Napoli Federico II ); l iniziativa socio-culturale Premio Siti Reali, organizzata per l attribuzione di borse di studio per giovani del Sud capaci e meritevoli e per l assegnazione di premi e riconoscimenti a personalità e organizzazioni del Mezzogiorno d Italia; la Campagna Nazionale di Sensibilizzazione e Valorizzazione per l estensione del riconoscimento UNESCO alle 15 Residenze Borboniche di Napoli e del Sud Italia; Sono solo alcune delle iniziative, che negli anni hanno ricevuto importanti riconoscimenti, tra cui quelli della Presidenza della Repubblica, Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, realizzate dall Associazione sul modello del distretto culturale e con l obiettivo primario di favorire la costituzione di un coordinamento istituzionale e territoriale per avviare una nuova fase di tutela e valorizzazione del circuito dei Siti Reali in un ottica di promozione e sviluppo del territorio. Dall insieme dei rapporti istituzionali, delle iniziative progettuali e delle attività operative dell Associazione, dunque, si ritiene improcrastinabile l impegno dei maggiori enti pubblici preposti alla tutela del patrimonio culturale e allo sviluppo del territorio (Governo e Enti Locali) affinché sia costituito un Comitato Strategico (affiancato da un Comitato Scientifico) dei soggetti responsabili dei siti borbonici che favorisca: la partecipazione attiva delle comunità locali e della cittadinanza; L azione della filiera istituzionale pubblica, potrebbe concretamente valorizzare e rafforzare quanto già esiste sul territorio, avviando un percorso di cooperazione - anche con il settore privato - (profit e no profit) - che favorirebbe il superamento di quel quadro frammentario (istituzionale e territoriale), che è alla base innanzitutto dei problemi di tutela e valorizzazione del circuito dei Siti Reali e delle Residenze Borboniche, caratterizzato da una costante diminuzione dei finanziamenti e da una perdita di competitività sul piano turistico-culturale metropolitano della Campania e dell intero Mezzogiorno d Italia. In altre parole, il Distretto Culturale dei Siti Reali, come ha già dimostrato l esperienza dell Associazione, permetterebbe di avviare un esperienza innovativa di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, unica nel suo genere in Europa e nel mondo, e di creare un opportunità di sviluppo sostenibile dell area metropolitana della Campania e del Sud Italia, rafforzando la gestione dei singoli siti culturali, generando valore aggiunto per i soggetti ad essi connessi, creando benessere per le comunità locali e riunificando ciò che la storia ha diviso. Associazione per i Siti Reali e le Residenze Borboniche ONLUS l indirizzo e il coordinamento istituzionale ed amministrativo dei soggetti istituzionali preposti alla gestione dei siti borbonici, secondo il modello del distretto culturale e creativo; il concorso e il raccordo di attori locali e internazionali - profit e non profit - del mondo scientifico, sociale, culturale ed economico; Pagina 5 di 5