Migliaia di giovani e famiglie non possono pagare l'affitto e chi ha avuto la possibilità di comprare una casa ha pagato un prezzo troppo alto. A Roma ci sono 250.000 case vuote ma se una casa una casa resta vuota non. PROPOSTA DI DELIBERA SUPERAMENTO DEL SISTEMA DI ASSISTENZA ALLOGGIATIVA ATTRAVERSO I RESIDENCE E INTERVENTI SOCIALI Riconoscere il riutilizzo di scuole e immobili abbandonati attraverso l autorecupero per farne case e spazi sociali e culturali. L emergenza casa deve essere una priorità per la futura amministrazione. La città deve essere arricchita di attività culturali e di servizi sociali. Il modello dell autorecupero è una delle risposte possibili per uscire dall emergenza abitativa a Roma. La delibera è a cura del Comitato Popolare di Lotta per la Casa. Questo provvedimento è modificabile e sono graditi suggerimenti e proposte.
PROPOSTA DI DELIBERA OGGETTO: SUPERAMENTO DEL SISTEMA DI ASSISTENZA ALLOGGIATIVA ATTRAVERSO I RESIDENCE E INTERVENTI SOCIALI IN TEMA DI PRECARIETÀ ABITATIVA FINALIZZATI AL RECUPERO DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE, DELLE RISORSE DESTINATE ED ALLA TUTELA DEL DIRITTO ALL ABITAZIONE Premesso che: la Costituzione Italiana tra i Principi fondamentali, all art. 3, sancisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini; nella Dichiarazione solenne sull Unione Europea (detta anche dichiarazione di Stoccarda) adottata il 19 giugno 1983, è sancita la volontà di approfondire e rafforzare l integrazione; l Italia ha ratificato il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali con la legge 25 ottobre 1977, n. 881. In particolare, è norma di legge l articolo 11 del Patto, dove al punto 1. si afferma che Gli Stati parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per se e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati parti prenderanno misure idonee ad assicurare l attuazione di questo diritto L Italia ha quindi l obbligo legale, non solo morale e politico, di attuare politiche rispettose del diritto alla casa; nella Dichiarazione Universale dei diritti umani all articolo 25, comma 1, si sancisce il diritto di ogni individuo..ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all alimentazione, al vestiario, all abitazione, ;
nella Dichiarazione sul diritto alla sviluppo (adottata dall Assemblea generale delle Nazioni Unite il 4/12/1986) all art 8, comma 1, è scritto che Gli Stati devono prendere, a livello nazionale, ogni necessaria misura per realizzare il diritto allo sviluppo e devono garantire, tra l altro, eguali opportunità per tutti nell accedere alle risorse di base, all educazione, ai servizi sanitari, al cibo, all alloggio, al lavoro e all equa distribuzione del reddito ; la Convenzione sui Diritti dell Infanzia (adottata dall Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20/11/1989 e ratificata con legge 27 maggio 1991 n.176) all art 27, comma 3, si dice che Gli Stati parti adottano adeguati provvedimenti, in considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi, per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad attuare questo diritto e offrono, se del caso, un assistenza materiale e programmi di sostegno, in particolare per quanto riguarda l alimentazione, il vestiario e l alloggio, ratificata dall Italia con legge 176 del 27 maggio 1991. il diritto internazionale ratificato dall Italia riconosce il diritto alla casa e quindi ad una abitazione dignitosa tra i diritti fondamentali dell uomo; CONSIDERATO CHE: i dati generali sulla povertà ci dicono, tra l altro, che esistono in Italia oltre 2.000.000 famiglie sotto il livello di povertà, a fronte di un patrimonio di abitazioni a canone sociale di circa 800.000 alloggi; i dati sulla povertà sono sottostimati poiché nelle statistiche non rientrano i senza fissa dimora, le fasce più marginali della cittadinanza, gli immigrati senza permesso di soggiorno;
ancora più significativo è osservare il cambiamento nella sequenza storica della composizione interna delle differenti motivazione degli sfratti ( necessità del proprietario, finita locazione e morosità): nel 1990 la morosità rappresentava il 26% del totale degli sfratti emessi; nel 2009 ha raggiunto quasi l 85% e nel 2010 si è arrivati ancora oltre, fin quasi alla soglia del 90%; i dati degli ultimi 5 anni sono i seguenti: 246.000 sentenze di sfratto emesse, di cui 194.000 per morosità, 121.000 sfratti eseguiti con la Forza pubblica; con l attuale trend di crescita si può ritenere che nei prossimi 3 anni ci saranno almeno 200.000 nuovi sfratti, di cui 170.000 per morosità dell inquilino e quasi 100.000 esecuzioni con la Forza pubblica; l Italia è il fanalino di coda dell Europa nell offerta di alloggi a canone sociale. I dati, anche qui, parlano chiaro: ogni 100 famiglie ci sono un certo numero di abitazioni in affitto a canone sociale: Italia 4, Regno Unito 26, Olanda 36, Francia 18, Germania 18, Austria 23, Svizzera 24. La media europea è, quindi, di 16 alloggi a canone sociale ogni 100 famiglie. Nel nostro Paese siamo, perciò, 4 volte sotto la media europea. La spesa in Europa per la politica sociale della casa è di oltre 10 volte superiore a quella dell Italia e questo è un elemento di forte disuguaglianza sociale e di arretratezza rispetto all Europa; il social housing, al di là delle giustificazioni a carattere sociale che lo accompagnano, è un intervento pubblico con quello privato; sono, inoltre, necessarie agevolazioni fiscali per il proprietario e per il locatario al fine di favorire l incontro tra domanda ed offerta;
in Italia ci sono circa 6 milioni di alloggi sfitti, dichiarati liberi che, spesso, coprono l evasione fiscale perché non vengono registrati i contratti. Tra l 1% e il 3%, di tassazione su questi immobili consentirebbe un maggiore gettito; secondo i primi dati provvisori del censimento Istat sulla popolazione Italiana sono 71.101 le famiglie che dichiarano di abitare in baracche, roulotte, tende; il dato rilevato dalla Comunità di Sant Egidio secondo cui 2.000 nuove famiglie a Roma rischiano di perdere la casa entro il 2012 e più di 50.000 nuove famiglie potrebbero andare ad ingrandire le file dei cosiddetti nuovi poveri. VISTI - la Legge nazionale n.431 del 9.12.1998 Disciplina delle locazioni e del rilascio degli immobili adibiti ad uso abitativo contenente le nuove disposizioni in materia di locazione ad uso abitativo; - la Deliberazione del C.C. n. 163/1998 relativa all intervento di sostegno economico per il superamento dell emergenza abitativa; - la Deliberazione del C.C. n. 248/1998 e la Legge Regionale Lazio n. 55/1998 riguardante l autorecupero del patrimonio immobiliare;
L ASSEMBLEA CAPITOLINA DELIBERA il Recupero del patrimonio immobiliare disponibile del Comune di Roma consistente in edifici abbandonati e in disuso attraverso sia la sistemazione e l adeguamento delle strutture sia la progettazione di interventi di autocostruzione. Con una spesa neppure lontanamente paragonabile a quella attualmente sostenuta, il Comune di Roma può gradualmente disfarsi dei residence e utilizzare le proprie strutture, a costo zero, per ospitare le famiglie bisognose, abbattendo drasticamente i costi per il pagamento dell affitto; la gestione delle nuove strutture comunali deve essere affidata ad associazioni che lavorino in sinergia con le Istituzioni e che, congiuntamente, definiscano interventi e priorità facendo propri i principi contenuti nella normativa di diritto internazionale; gli edifici che il Comune recupererà dovranno possedere le caratteristiche per l abitabilità, l agibilità e l uso previste dalla legge, anche attraverso il cambio di destinazione d uso, finalizzato esclusivamente al superamento del ricorso ai Residence. Le strutture dovranno risiedere all interno del contesto urbano e dovranno ospitare al massimo 25/30 famiglie per struttura. In questo modo l intervento di integrazione delle persone sarà facilitato dal contesto urbano e sociale in cui si abita;
il Comune di Roma deve istituire un Fondo di solidarietà per gli inquilini delle case degli Enti affinché la garanzia del Comune - attraverso una fidejussione - permetta l acquisto dell alloggio da parte degli inquilini ed il contenimento dell emergenza abitativa che, altrimenti, sarebbe aggravata dall aumento delle domande per un alloggio che si riverserebbero nelle liste esistenti e già piene; il patto sociale deve prevedere anche uno sgravio fiscale sugli affitti nel libero mercato al fine di attuare la lotta all evasione contro gli affitti in nero e rimettere sul mercato appartamenti oggi tenuti irresponsabilmente vuoti e sfitti; Roma Capitale si fa carico di istituire nei Piani di Zona una riserva percentuale del 5% per la costruzione di appartamenti di edilizia residenziale pubblica da destinare ai 10 punti del bando generale.