I L POTERE DEL COSTELLATORE di Georg Senoner



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Transcript:

GIUGNO 2005 Thema 25 I L POTERE DEL COSTELLATORE di Georg Senoner Tra i tanti temi che abbiamo affrontato nel nostro incontro del 12 marzo scorso, quello del potere mi è parso particolarmente degno di approfondimenti. Sento una notevole ambiguità di noi costellatori rispetto al tema del potere. Da un lato diciamo di affidarci a una forza più grande che chiamiamo in vari modi: campo, movimenti dell anima, energia, ecc. e dall altro dichiariamo di usare uno strumento assai potente per aiutare i nostri clienti a risolvere i loro problemi profondi o a scoprire i loro irretimenti nascosti. Tra noi professionisti ricorre frequentemente anche la preoccupazione di favorire, se non di garantire, un uso corretto e professionale di questo metodo. Le mie riflessioni vogliono essere un contributo proprio in tal senso: prendere coscienza del potere che esercitiamo nei confronti dei nostri clienti usando le costellazioni ed essere altresì consapevoli dell impotenza che rimane pur sempre una condizione naturale delle nostre azioni. Cosa intendiamo per potere? Propongo una definizione usata da Fritz Simon: Potere è la capacità di incidere sulle opzioni di scelta di un'altra persona sia nel senso di limitarle che di allargarle. Vorrei esaminare alcuni stratagemmi che usiamo durante le costellazioni per condizionare le opzioni di comportamento dei clienti. 1. IL POTERE DEL COSTELLATORE COME REGISTA In quanto regista della messa in scena il costellatore prende tutta una serie di decisioni autoritarie alle quali i partecipanti si assoggettano: decide a chi dare la parola e quando toglierla, decide chi è pronto per mettere in scena il suo tema, decide spesso cosa sta dietro il problema esposto dal cliente, decide quali sono gli elementi costitutivi del problema del cliente, decide quando far parlare i rappresentanti, decide come spostare i rappresentanti, decide le frasi che i rappresentanti si rivolgono, decide quali elementi mancano e quali vanno aggiunti, decide quando il cliente può entrare personalmente in scena, decide quando interrompere la costellazione, decide chi e quanto può parlare dopo la conclusione di una costellazione, decide i ritmi e i tempi. Probabilmente questo elenco non esaurisce gli interventi di regia del costellatore. È vero che quando guidiamo una costellazione abbiamo spesso la sensazione di obbedire a nostra volta ad una regia più grande, ci sentiamo guidati. Ciò nonostante mi sembra necessario prendere coscienza del potere che esercitiamo con ogni intervento. 2. IL POTERE DEL GRUPPO SEDUTO IN CERCHIO L accorgimento di far sedere i partecipanti in cerchio ha un effetto significativo sulle loro opzioni di comportamento: rispetto ai processi che avvengono in scena sono messi tutti allo stesso livello. Non possono nascondersi nell ultima fila, né mettersi in mostra sul palco. Tutti sono egualmente esposti: vedono quello che accade, ma sono anche visti da tutti gli altri. Le reazioni di ciascun partecipante a quello che succede in scena sono visibili a tutti e fanno parte della costellazione. Alcuni dei meccanismi con i quali prendere coscienza del potere che esercitiamo nei confronti dei nostri clienti usando le costellazioni ed essere altresì consapevoli dell impotenza che rimane pur sempre una condizione naturale delle nostre azioni

26 Thema GIUGNO 2005 La qualità magica della costellazione viene anche rafforzata dall uso delle parole: campo, energia, movimenti dell anima, forza maggiore, si vede che Al potere liberatorio di questa visione del mondo può contrapporsi o associarsi anche un potere costrittivo, quando nel corso della costellazione imponiamo al cliente, attraverso le nostre interpretazioni, una soluzione difendiamo abitualmente la nostra identità e ci distinguiamo dagli altri sono inibiti. Volenti o nolenti, partecipiamo alla costellazione come a una cosa che ci riguarda. Analogie tra quello che accade in scena e la nostra esperienza biografica ci fanno rivivere esperienze che forse abbiamo voluto relegare in un angolo segreto della nostra psiche e ci costringono a rendere pubbliche emozioni molto private. 3. IL POTERE DELLA MAGIA Il costellatore celebra un rito magico in quanto quello che promette e provoca (per esempio la risoluzione degli irretimenti) non appartiene alla normale esperienza dei partecipanti e si sottrae ai loro abituali modelli interpretativi. La qualità magica della costellazione viene anche rafforzata dall uso delle parole: campo, energia, movimenti dell anima, forza maggiore, si vede che, etc. che suggeriscono che quello che accade esula dalla responsabilità dei presenti, ma è dovuto al potere di una forza più grande. Questo aspetto magico divide le persone in due gruppi: quelli che si ribellano a questa forma di esautorazione e presunta manipolazione, e quelli che si affidano volentieri a un autorità che promette la soluzione dei loro problemi. Il metodo richiede al costellatore un umile attenzione per poter portare il cliente a stabilire un equilibrio tra la responsabilità nel gestire la sua vita e l inevitabile necessità di affidarsi al proprio destino. 4. IL POTERE DELL IDEOLOGIA DI BERT HELLINGER Questa parte delle mie riflessioni è sicuramente, per la natura dell argomento, la più abbozzata e incompleta. Ritengo che il potere risolutivo della visione del mondo di Bert Hellinger sia riconducibile tra l altro ai seguenti elementi: é basata sui valori fondanti della nostra tradizione cristiana: amore, uguaglianza di fronte a Dio, rispetto per i genitori e gli antenati, supera tutti i dogmi e i precetti morali in virtù di questi principi cristiani, relativizza il destino e il potere dell individuo di fronte a un' entità più grande che comprende tutto e tutti, riconosce il legame dell individuo ai sistemi di appartenenza. Questi principi che non descrivono certo in maniera esaustiva l ideologia di Hellinger, permettono di infrangere i circoli viziosi delle storie di sofferenza dei clienti e di riscrivere storie più serene che consentono sviluppi più soddisfacenti per l individuo e per i sistemi sociali nei quali è inserito. Noi costellatori interpretiamo, nell ambito del pensiero di Hellinger, tutto quello che accade nella costellazione. Ad ogni fatto e ad ogni parola attribuiamo un significato secondo questa ideologia. Al potere liberatorio di questa visione del mondo può contrapporsi o associarsi anche un potere costrittivo, quando nel corso della costellazione imponiamo al cliente, attraverso le nostre interpretazioni, una soluzione che rispecchia la nostra versione dei precetti morali derivanti dal pensiero di Hellinger. Personalmente ritengo che la bravura di Hellinger stia anche nel fatto che non sia prigioniero di questa sua ideologia, che la sappia usare in funzione terapeutica e che cerchi continuamente di superare i limiti del suo pensiero. Per i suoi discepoli questo processo è più difficile data la velocità con la quale Hellinger procede nel suo percorso. Il rischio di attaccarsi a quello che ha detto Hellinger (e quando diciamo dice Hellinger anziché usare il passato, siamo sicuramente nel falso) e di prenderlo come dogma, come realtà e verità, è forte. Uno degli scopi principali della Rete dovrà essere quello di mantenere vivi il pensiero e il metodo. 5. IL POTERE DELL HAPPY END

GIUGNO 2005 Thema 27 Al cliente che è in cerca di una soluzione per un determinato problema, suggeriamo la dimensione storica dello stesso, e il fatto che questo non appartiene solo a lui come individuo, poiché ha origine nel destino dei suoi antenati. Nella costellazione aggiungiamo gli attori per questa parte passata della storia del cliente e consentiamo che lo svolgimento della trama porti a un happy end. Così chiudiamo il sipario sulla storia del passato e permettiamo al cliente di riscrivere liberamente ex novo la storia della propria vita. Tutti gli interventi del costellatore - regista, gli spostamenti, gli attori nuovi, le frasi rituali, gli inchini, le interpretazioni, etc. tendono all happy end. Alla sua costruzione partecipano tutti: i rappresentanti, il costellatore, il pubblico e ognuno contribuisce con le proprie esperienze di vita. Sono convinto con Siegfried Essen che due sono gli interventi più significativi del costellatore: suggerire l esistenza di una costellazione dove tutti si sentano meglio, suggerire agli attori di potersi spostare più o meno liberamente o sotto la guida del costellatore per trovare un posto migliore. Il fatto che tutto il gruppo partecipi anche emotivamente a questa costruzione dell happy end gli conferisce un grado di realtà oggettiva. La soluzione è condivisa ed una cosa condivisa è più vera di un sogno personale. 6.IL POTERE DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE Se consideriamo che nei nostri primi mesi di vita, quelli che maggiormente segnano la nostra personalità, la comunicazione con il mondo avviene in modo non verbale e soprattutto attraverso movimenti nello spazio, risulta più plausibile la grande forza emotiva delle costellazioni. Riducendo al minimo la comunicazione verbale durante la costellazione, riusciamo a limitare il potere del cliente di proteggere la sua ricostruzione del problema, che avviene soprattutto attraverso il medium della parola. Usando il linguaggio primitivo del movimento nello spazio, ci è più facile ricollegarci alle storie primordiali che costituiscono la base del nostro stare nel mondo. 7. IL POTERE DELLA RAPPRESENTAZIONE Il cliente mette in scena il proprio tema e subito dopo affida la regia al costellatore e l azione ai rappresentanti, rinunciando così al potere di gestire l evoluzione della propria storia. Come spettatore della propria (nuova) storia gli rimane il potere di dissociarsi emotivamente (ma anche questo è ridotto notevolmente da una serie di accorgimenti sopra descritti) o di credere a questa nuova realtà e viverla guadagnando (si spera) in serenità e in libertà di scelta. La nostra esperienza mostra che la rappresentazione ha analogie a volte stupefacenti con il vissuto del cliente. Probabilmente una parte di queste analogie si spiegano con la percezione selettiva del cliente, che viene continuamente focalizzata dal costellatore sulla soluzione del suo problema, benché una parte rimanga pur sempre misteriosa e difficilmente spiegabile con i nostri attuali modelli scientifici. Comunque noi costellatori operiamo continuamente per conferire alla costellazione le qualità di realtà e di verità. Uno di questi accorgimenti è attribuire rilevanza alle sensazioni fisiche ed emotive dei rappresentanti, cosa che non facciamo nella vita comune. Ciò che il rappresentante ci racconta circa le sue sensazioni non è confutabile (come faccio a dire che non è vero se mi dici che ti senti più forte) e perciò lo prendiamo per vero e reale. Collegando attraverso le nostre interpretazioni la reale struttura geometrica della costellazione con le reali sensazioni dei rappresentanti, diamo una connotazione di realtà alla storia Il fatto che tutto il gruppo partecipi anche emotivamente a questa costruzione dell happy end gli conferisce un grado di realtà oggettiva. La soluzione è condivisa ed una cosa condivisa è più vera di un sogno personale. Comunque noi costellatori operiamo continuamente per conferire alla costellazione le qualità di realtà e di verità

28 Thema GIUGNO 2005 Il contratto tra il costellatore e il cliente è secondo me uno dei temi che dovremo approfondire, perché risulta spesso assai ambiguo Queste due considerazioni impongono al costellatore grande umiltà e grande attenzione: la forza del metodo e le buone intenzioni non garantiscono necessariamente un buon esito raccontata dalla costellazione, come in un suo articolo spiega Torsten Kroth con un ragionamento che mi ha particolarmente colpito. Che cosa cambierebbe nell efficacia della costellazione e nel nostro comportamento se descrivessimo le costellazioni nel modo seguente: Tutti i partecipanti (costellatore, cliente, rappresentanti scelti, pubblico) sono attori e rappresentanti nella costellazione sebbene con ruoli e poteri diversi Tutti interpretano il tema proposto dal cliente secondo il proprio vissuto e le proprie mappe mentali in altre parole sono al 100% nel ruolo e al 100% nella propria pelle. Tutti interagiscono cercando uno svolgimento soddisfacente della trama. Tutti attribuiscono a quello che accade un significato coerente con la loro visione del mondo. 8. IL POTERE DEI PROCESSI AUTOPOIETICI Secondo la teoria sistemica di Humberto Maturana e di Francisco Varela, condivisa da numerosi altri scienziati, i sistemi viventi reagiscono ad ogni perturbazione dell ambiente esterno adeguando le proprie strutture per integrare o per neutralizzare tali influenze. L influsso dell ambiente non può perciò essere inteso in senso deterministico: il perturbatore esterno non potrà mai prevedere o determinare la reazione interna al sistema. Tutt al più, se l interazione perdura nel tempo, tra i due sistemi si istaurerà un processo di coevoluzione. Coerentemente con questa teoria, Hellinger affida il seguito alla buona anima del cliente e si disinteressa dei risultati. Per me rimane dubbio se questo atteggiamento sia coerente con la promessa implicita che facciamo ai clienti proponendo una costellazione per risolvere i loro problemi. Il contratto tra il costellatore e il cliente è secondo me uno dei temi che dovremo approfondire, perché risulta spesso assai ambiguo. Penso che un terapeuta professionista non possa rinunciare ad istaurare un processo di coevoluzione tra lui e il cliente. Il potere autopoietico dei sistemi viventi è anche quello che si contrappone e limita tutto l ingegnoso sistema di accorgimenti che vuol dare al costellatore il potere di incidere sul comportamento dei clienti. Dovremo studiarlo più a fondo. CONCLUSIONI Sono convinto che con le costellazioni usiamo un insieme di accorgimenti che ci dà un potere notevole per incidere sulle opzioni di comportamento dei clienti. Da un lato, riduciamo notevolmente le loro capacità di difendere sia con la ratio che con l aggressività la propria costruzione del mondo e dei problemi connessi, dall altro gli proponiamo di vivere come vera una storia alternativa in maniera tale che risulta per loro difficile sottrarsi. I processi autopoietici del sistemacliente ci impediscono però di controllare il modo con cui il cliente integra questa esperienza nella sua struttura psichica e nella sua visione del mondo. Queste due considerazioni impongono al costellatore grande umiltà e grande attenzione: la forza del metodo e le buone intenzioni non garantiscono necessariamente un buon esito. Mi chiedo se una costellazione condotta in maniera molto trasparente, che rinuncia a parole magiche e invita continuamente il cliente a riappropriarsi del potere ceduto al costellatore, non permetta un processo di coevoluzione più efficace nel medio periodo ed anche se un modo meno religioso e più scientifico di condurre le costellazioni non sia ugualmente efficace e più accessibile a persone che attribuiscono un grande valore al pensiero razionale (come il sottoscritto).

GIUGNO 2005 Thema 29 Non sono un terapeuta e perciò non so valutare se la magia sia indispensabile per la cura dei clienti che accusano problemi psichici gravi. Forse qui ci troviamo di fronte ad una delle differenze sostanziali tra terapia e consulenza. In questa discussione sul potere del costellatore e delle costellazioni,condotta prevalentemente in un ottica costruttivista, ho sicuramente trascurato la dimensione spirituale del metodo delle costellazioni. La costellazione ha il potere di riallinearci con l essenza o forse con la verità della nostra vita: vivere la nostra vita in modo più verace e autentico, liberarci dalle menzogne con le quali cerchiamo di aggiustare il nostro destino. Ma questo è un altro tema. Sarei molto grato se voi colleghe e colleghi vorreste integrare o confutare le mie tesi per giungere insieme ad una comprensione migliore di ciò che facciamo.