PER LA CONSERVAZIONE PROGRAMMATA DI POMPEI: IL PIANO DELLA CONOSCENZA NEL QUADRO DEL GRANDE PROGETTO

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PER LA CONSERVAZIONE PROGRAMMATA DI POMPEI: IL PIANO DELLA CONOSCENZA NEL QUADRO DEL GRANDE PROGETTO Teresa Elena Cinquantaquattro, Maria Grazia Fichera, Luigi Malnati, Maria Letizia Mancinelli DIA 1 Intestazione 2-5 6 7 8 Testo dell intervento letto al Convegno A partire dal 2010 il sito archeologico di Pompei è stato interessato da una serie di cedimenti di strutture che hanno suscitato un notevole clamore a livello di opinione pubblica, non solo nazionale. A seguito di questi eventi il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha avviato nel corso del 2011 un progetto straordinario, confluito nel Grande Progetto Pompei approvato dalla Comunità Europea il 29 marzo 2012, che ha come obiettivo la risoluzione delle problematiche legate alla conservazione ed alla valorizzazione dell area archeologica. Il Grande Progetto è un esempio di cooperazione interistituzionale tra più ministeri: il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il Ministero della Coesione Territoriale e il Ministero degli Interni, che cura in particolare gli aspetti relativi alla legalità e alla sicurezza. Il programma prevede cinque Piani di attività: Piano delle Opere, della Conoscenza, della Sicurezza, della 1

9 10 11 12 Capacity Building, della Comunicazione e Fruizione e adotta una metodologia innovativa che vede la conservazione come sistema di interventi per la conoscenza e per il restauro, in coerenza con le Linee guida per la conservazione del patrimonio archeologico definite dal Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Paesaggistici, metodologia prevista dalla normativa vigente e già sperimentata dal Ministero, ad esempio a Roma. Il Piano della Conoscenza svolge all interno del Grande Progetto Pompei un ruolo fondamentale ed è coordinato dalla Direzione Generale per le Antichità che ha istituito un gruppo di lavoro composto da archeologi della stessa Direzione, della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e dell Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, con il supporto tecnico di INVITALIA_Agenzia per l attrazione degli investimenti e lo sviluppo d impresa e dell Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro. Per un attività di conservazione realmente efficace il Piano della Conoscenza prevede il monitoraggio dinamico del patrimonio archeologico in tutte le sue caratteristiche. Infatti, per rendere attuabile, a regime, la manutenzione programmata è necessaria la raccolta sistematica delle informazioni relative ai beni, al fine di individuare i criteri e le strategie più opportuni. Il Piano della Conoscenza si articola in tre linee d intervento che prevedono: 1. rilievo sistematico della situazione attuale 2

13 14 dell intero abitato; 2. indagini propedeutiche alla realizzazione dei progetti di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico; 3. progettazione degli interventi considerati prioritari a seguito delle attività di indagine e rilievo. Il contributo che si espone in questa sede riguarda, nell ambito della Linea di intervento 1, il sistema logico ideato dal gruppo di lavoro per l organizzazione strutturata dei dati conoscitivi sull abitato antico, propedeutica all attività di conservazione programmata. Il contesto del sito di Pompei si presenta come palestra ideale per l elaborazione e la sperimentazione di un sistema globale di conoscenza finalizzato alla conservazione, per l estrema complessità dovuta alla compresenza di diverse valenze legate agli aspetti archeologici, architettonico strutturali, storico artistici, nonché alle esigenze di fruizione e valorizzazione di un luogo simbolo del patrimonio culturale italiano. Pompei, infatti, costituisce una testimonianza unica in quanto abitato antico perfettamente conservato in tutti i suoi aspetti di vita quotidiana, cristallizzato in un preciso momento storico. 15 I suoi edifici, ancora in elevato, presentano le problematiche connesse agli eventi che hanno portato al loro seppellimento ed alla successiva riscoperta in età moderna, nonché le conseguenze dei fenomeni di degrado intervenuti nel corso del tempo, 3

16 17 18-20 21 22 che hanno interessato sia le strutture che gli straordinari apparati decorativi ancora in situ. Il Piano della Conoscenza interessa non solo tutte le insulae di Pompei, ma anche l insieme delle mura, delle infrastrutture idriche e viarie, dei monumenti esterni alla città e ad essa collegati (necropoli, ville suburbane etc.). Il progetto, che prevede la realizzazione di un data base relazionale collegato ad una cartografia georeferenziata, costituirà la base per la raccolta e la sistematizzazione sia di quanto già in possesso della Soprintendenza - materiali eterogenei frutto dell ininterrotta attività di studio sul sito - sia di quanto verrà acquisito in futuro nell ambito della manutenzione programmata. L adozione dell impianto metodologico e dei modelli ministeriali per la standardizzazione delle informazioni consente l approccio sistematico alle diverse problematiche, attuali e future, grazie alla flessibilità e scalabilità della struttura logica. L apparato schedografico è organizzato sulla base del sistema relazionale per la catalogazione dei beni archeologici, di cui vedete nella slide una rappresentazione schematica, con evidenziati i rapporti fra i diversi beni - ciascuno individuato da un diverso codice univoco nazionale - e le loro parti e sottoparti. Tale struttura consente da un lato di evitare la ridondanza dei dati e la sovrapposizione di piani informativi diversi, dall altro permette un approccio conoscitivo che procede dal generale al particolare, con un progressivo aumento della scala di dettaglio: anche il singolo elemento può essere descritto senza perdere il filo logico che lo colloca nel contesto storico e spaziale 4

23 24 25 cui appartiene. Il Sistema progettato prevede un apparato schedografico, strettamente connesso alla rappresentazione cartografica, che rispecchia la complessità del sito e, attraverso un insieme coerente di modelli per l acquisizione dei dati, permette di registrare le informazioni sia generali sia di dettaglio, delineando un percorso conoscitivo che procede via via, fino ad esaminare nel particolare le specifiche emergenze archeologiche. Il Sistema costituisce dunque un unico esaustivo contenitore, capace di gestire le conoscenze storicoscientifiche dell intero contesto di Pompei, nel quale ciascun bene individuato (con le sue parti e sottoparti) viene identificato in modo univoco secondo i criteri propri del Sistema nazionale della catalogazione, pur mantenendo in parallelo codifiche e denominazioni tradizionali ormai consolidate nell uso. Per le diverse entità sono stati definiti appositi tracciati schedografici che, nel rispetto delle regole previste dagli standard ministeriali, sono stati personalizzati in funzione delle caratteristiche peculiari e delle specifiche esigenze del sito di Pompei. Le tipologie di schede adottate sono quelle proprie del sistema catalografico dell ICCD: con la scheda SI, viene descritto il sito, cioè l ambito geografico in cui si estende l abitato di Pompei nel suo complesso. Con la stessa tipologia di scheda vengono raccolti i dati relativi alle regiones di Pompei, partizioni convenzionali in cui è suddivisa la città antica; 5

26 27 28 29 30 31 con la scheda CA viene descritto il complesso archeologico, inteso come architettura conclusa in sé, sia dal punto di vista fisico che concettuale, costituita da più unità edilizie (sono considerati complessi archeologici le insulae, le mura, le ville suburbane, le necropoli, le infrastrutture idriche e viarie); con la scheda MA viene descritto il monumento archeologico, inteso come architettura conclusa in sé, sia dal punto di vista fisico che concettuale, identificata come unità edilizia (una domus individuata nell ambito di un insula, un edificio pubblico, una taberna); Con la stessa tipologia di scheda vengono descritte anche le parti dell unità edilizia, ambienti o spazi individuati come unità funzionali, e le specifiche sottoparti, partizioni funzionali, come ad esempio le pareti, le coperture, i pavimenti, le scale, etc. Nella scheda MA che descrive una partizione funzionale è possibile, inoltre, elencare eventuali elementi funzionali - accessi, finestre, nicchie, colonne e altre unità con precisi limiti e confini - che si considerano di interesse per la descrizione del monumento. Questi elementi non avranno una loro specifica scheda descrittiva, ma potranno essere analizzati in dettaglio mediante il riconoscimento e la documentazione delle singole Unità Stratigrafiche che li compongono. L architettura del sistema garantisce la completa integrazione tra le informazioni geografiche e quelle alfanumeriche, consentendo la ricerca, la navigazione, la gestione e la consultazione dei dati dalla cartografia 6

32 33 34 alle schede e viceversa, permettendo di evidenziare tutti i possibili rapporti fra i diversi beni e le loro parti e mantenendo sempre chiara la precisa collocazione spaziale di ciascun elemento. Proprio per rendere più agevole la consultazione, sono state previste delle tabelle tematiche di riepilogo che, poste in calce a ciascun modello schedografico, permetteranno, fra l altro, di ottenere visioni di sintesi per la rapida navigazione fra i diversi oggetti del data base, e un immediata percezione della complessità dei beni documentati. Alle schede anagrafiche che descrivono i beni e le loro parti, si collegano infatti ulteriori modelli, perfettamente integrati nel sistema: il Modulo per la registrazione delle informazioni relative all analisi archeologica mediante l individuazione e la documentazione delle Unità Stratigrafiche, al quale è possibile collegare un ulteriore modulo (TM) per l approfondimento delle informazioni relative alle strutture costruite. In questo modulo una specifica attenzione è rivolta alla valutazione della qualità e dell efficienza dell opera muraria, al fine di indirizzare nel modo più opportuno gli interventi di conservazione; inoltre una corretta analisi stratigrafica consente la comprensione delle relazioni fisiche esistenti fra le strutture e quindi l individuazione di «uguaglianze» e disomogeneità che pure si riflettono sulla qualità ed efficienza dell opera muraria; il Modulo Attività ispettiva per il monitoraggio dello stato di conservazione; 7

35 36 37 38 il Modulo Diagnostico, per organizzare e sintetizzare i dati dei moduli ispettivi relativi ad una specifica campagna di rilevamento del degrado; il Modulo Intervento, per organizzare e sintetizzare i dati relativi agli interventi conservativi effettuati. L efficacia di ciascun intervento viene verificata in occasione dei successivi monitoraggi, con lo scopo di creare un manuale di buone pratiche da applicare in relazione alle diverse situazioni. Poiché si assume, alla base della metodologia della conservazione programmata, la considerazione che un corretto approccio al bene archeologico richiede una profonda conoscenza di ogni suo aspetto, la prima fase del processo di lavoro prevede una capillare ed esaustiva raccolta dei dati relativi alle caratteristiche fisiche e storiche. L utilizzo delle foto ortorettificate consente una veloce ed agevole perimetrazione dei vari elementi descritti nelle schede e nei moduli (come, ad esempio, le Unità Stratigrafiche). La seconda fase del processo di lavoro prevede la pianificazione delle attività ispettive sulla base di campagne di rilevamento ossia contenitori virtuali definiti nel tempo e nello spazio. Al termine del lavoro di rilevamento, il sistema - grazie ai Moduli diagnostici - sarà in grado di fornire in modo veloce e puntuale rendiconti sintetici che tengano conto del grado di gravità e di urgenza, sulla base dei quali si potrà procedere alla progettazione degli interventi di manutenzione. 8

39 Il sistema logico fin qui esposto non nasce, in realtà, con il Progetto Pompei, ma costituisce la concreta attuazione di studi e metodologie elaborate nell ambito delle attività istituzionali del nostro Ministero: il tentativo, si spera riuscito, è stato infatti quello di integrare e valorizzare le diverse anime dell Amministrazione, sviluppando fino alle estreme conseguenze le teorizzazioni metodologiche proprie del mondo della catalogazione e della conservazione, con lo scopo ultimo di trasmettere alle generazioni future un patrimonio qualitativamente e quantitativamente più fruibile. 40 Ringraziamenti 9