I galliformi nelle Alpi bavaresi : status, pericoli e conservazione

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I galliformi nelle Alpi bavaresi : status, pericoli e conservazione Albin Zeitler Consulente per il Ministero dell Ambiente bavarese Le Alpi bavaresi coprono un area di 5000 kmq (Figura 1). Gli habitat dei tetraonidi sono aumentati in modo significativo grazie alle pratiche forestali e al pascolo in aree alpine. A livello regionale e locale, sono fortemente frammentati (Figura 2). Figura 1: Localizzazione delle Alpi bavaresi Figura 2: Habitat dei tetraonidi L altitudine del fondovalle varia da 600 a 1 000 m e le cime più alte raggiungono quasi i 3 000 m. I boschi occupano il 30 % - 60 % del territorio, raggiungendo in poche aree il 90 %. Il fagiano di monte, il gallo cedrone e il francolino di monte sono presenti su tutte le Alpi Bavaresi, con densità locali delle popolazione estremamente variabili. Tutte e tre le specie sono incluse nella lista rossa tedesca delle specie minacciate. La pernice bianca è presente regolarmente nelle aree poste a quote superiori ai 1 800 m. Le segnalazioni di coturnice sono molto rare; la specie non è un nidificante regolare. 23

Circa 50 000 ettari di habitat del fagiano di monte sono costituiti da pascoli alpini (zone alpine utilizzate) (Figura 3). come riparo e, d inverno, a volte come fonte di cibo insieme agli ontani e ai pini nani. Molti pastori, giovani e vecchi, raccolgono piume di tetraonidi per adornare i loro cappelli. In alcune località, una piuma della coda girata in avanti indica una maggior aggressività (Figura 5). Figura 3: Pascoli alpini I pascoli alpini sono caratterizzati dalla presenza di praterie alpine, brughiere con cespugli di ericacee inframmezzate da ontani e pini nani ed abeti al limite della vegetazione arborea (Figura 4). Figura 5: Giovane pastore con penne di tetraonide sciistici I tetraonidi nei comprensori Figura 4: Brughiere con cespugli Il pascolo del bestiame crea una struttura molto favorevole per i fagiani di monte perchè produce un habitat a mosaico attraente per la specie. Abeti, singoli o in gruppo, vengono usati In 60 stazioni sciistiche, questi ambienti aperti di pascolo e tutta la zona al di sopra del limite della vegetazione arborea sono intersecate da una densa rete di piste da sci. Ci sono all incirca 4 000 ettari di piste battute dai gatti delle nevi nelle Alpi Bavaresi, e ulteriori 15 000-25 000 ettari usati come varianti. Le stazione sciistiche vengono modernizzate di continuo, con l aggiunta di cannoni spara-neve e di parchi per i praticanti dello snowboard. In alcuni impianti, la pratica del fuori-pista è ampiamente pubblicizzata(figure 6-7-8). Solo poche piste sono illuminate di notte, ciò nonostante le piste da sci vengono sempre più usate di sera e di notte dagli sciatori che usano pile frontali o si orientano al chiaro di luna. 24

Sui pendii dove viene praticato lo sci fuoripista, un numero sempre maggiore di fagiani di monte che scavano buchi nella neve vengono uccisi dagli sciatori e in particolare dai praticanti dello snowboard. In punti chiave vengono appesi cartelli panoramici per l orientamento (Figure 9-10). Figura 6: Un comprensorio sciistico con al centro un area protetta per i fagiani di monte di 60 ettari, vietata agli sciatori, e dove i contravventori vengono puniti. Figura 9: Cartello panoramico per l orientamento Figura 7: Sembra che dopo 10 anni di protezione, i fagiani di monte abbiano imparato ad usare quest area come un rifugio relativamente tranquillo per riposare, scavare buchi nella neve e nutrirsi. Figura 10: Cartello panoramico che evidenzia le aree vietate agli sciatori Figura 8: Fagiano di monte morto in seguito a collisione con cavi aerei 25

Figura 11 Specialmente dopo una nuova nevicata, la polizia alpina è presente per fare rispettare le regole di protezione, con multe di 200. A livello locale, la creazione di un area di protezione per il fagiano di monte all interno di una stazione sciistica ha coinciso con l aumento del numero di maschi in parata da 6 a 25 in 10 anni. 26

Figura 12 Figura 13 Figura 14 Figura 15 Figura 16 Figura 17 Figure dalla 12 alla 17: Galliformi presso le strutture di un impianto sciistico 27

Figura 18 Figura 19 Figura 20 Figure dalla 18 alla 20: Avvistamento di femmina di fagiano di monte I tetraoni di nelle stazioni turistiche per lo sci Nelle zone turistiche dove è praticato lo sci, il Ministero dell Ambiente e il Club Alpino tedesco (DAV) cercano congiuntamente di limitare nel tempo la pratica dello sci in modo che essa possa essere compatibile con la presenza dei tetraonidi. Nei luoghi dove esistono aree di protezione indisturbate e dove gli sciatori usano piste appropriate, la pratica dello sci e le necessità dei fagiani di monte nella stagione invernale possono essere compatibili. 28

Figura 21: Versante con tracce lasciate da sciatori fuoripista La maggior parte delle montagne bavaresi sono sempre più frequentate dai turisti che praticano lo sci e, negli ultimi 5 anni, anche da escursionisti con racchette da neve. Gli sci, le tavole da snowboard, e perfino le racchette da neve sono diventati tecnicamente molto avanzati. Di conseguenza, non c è quasi alcun tipo di terreno dove non possano essere usati. Gli sport invernali vengono praticati su 50 000 ettari, che includono la quasi totalità dell habitat del fagiano di monte e parte dei boschi e della zona alpina al di sopra del limite della foresta. Nelle Alpi Bavaresi, la pratica dello sci si è sviluppata come segue: Ministero dell Ambiente, gli habitat delle varie specie di tetraonidi, in particolare del fagiano di monte, sono stati cartografati ed è stato valutato l habitat potenziale invernale (Tabella 1). Su questa base, sono state fornite delle raccomandazioni per una pratica dello sci compatibile con la presenza degli animali selvatici. Nell applicazione di queste raccomandazioni, il Club Alpino tedesco (DAV) ha giocato un ruolo importante come partner del Ministero, procurando personale e finanziamenti. Tabella 1: Sovrapposizione tra habitat di tetraonidi e piste da sci (colonne: frequente, occasionale, rara; righe: Zone sorgente, Elementi discontinui all interno della rete ecologica, Aree marginali) 1980: 1,5 milioni di ore, 1990: 6 milioni di ore, 2000: 15-20 milioni di ore, 2005: più di 20 milioni di ore. Nell ambito del progetto Fauna selvatica e pratica dello sci nelle Alpi bavaresi promosso dal 29

Figura 22: Gruppo di scialpinisti Figura 23: Pannello con indicazione di percorsi per scialpinisti che non disturbino la fauna selvatica L applicazione delle raccomandazioni richiede di organizzare dei sopralluoghi con rappresentanti di vari gruppi d interesse e di enti statali, compresi il Club Alpino tedesco, le squadre di soccorso in montagna, i proprietari terrieri, l ente nazionale di gestione forestale, i cacciatori, l amministrazione addetta alla conservazione delle specie e le organizzazioni non governative. I provvedimenti raccomandati vengono testati in loco, poi discussi, modificati e ultimati dall insieme dei partecipanti. La loro applicazione comprende l installazione di cartelli panoramici da parte del Club Alpino per informare gli sciatori sui luoghi di passaggio raccomandati perchè compatibili con la presenza di animali selvatici. 30

L impatto della caccia Figura 24 L esperienza che abbiamo tratto dal lavorare nelle Alpi Bavaresi, dove i tetraonidi non sono più cacciabili dagli anni 70, ci ha dimostrato che la pratica intensiva degli sport invernali e la presenza di popolazioni vitali di fagiano di monte possono essere compatibili se esistono aree protette indisturbate e se gli sciatori usano soltanto le piste segnalate. La caccia, però, può alterare in modo molto significativo la sensibilità dei fagiani di monte nei confronti dei disturbi creati d inverno dagli sciatori e da altre persone all interno dei loro habitat. Questo effetto appare evidente lungo il confine tra Germania e Austria, dove si riscontrano delle differenze nel comportamento dei fagiani di monte, che non si limitano con ogni probabilità alla sola caccia primaverile. Analoghe considerazioni possono valere per la caccia autunnale che causa perturbazioni nella formazione dei gruppi nella stagione invernale e poi di quelli primaverili e dei gruppi di parata. Gruppi invernali e gruppi di parata sembrano particolarmente sensibili alle perturbazioni sia croniche che acute: ad esempio, gruppi di parata di circa 20 maschi concentrati su circa mezzo ettaro possono dividersi e sparpagliarsi entro un area di 600 ettari, e gli individui possono svolgere le attività di parata in modo solitario o in gruppetti di 2 o 3 soggetti. Figure 25 26: Predatori naturali: l aquila reale e la volpe 31

La presenza di aquile reali può rendere timorosi i fagiani di monte con conseguenti alterazioni dei ritmi biologici e aumento della vigilanza, anche nei confronti degli esseri umani. Le volpi non hanno lo stesso impatto sui fagiani di monte, anche se riescono qualche volta a predarli. Un aneddoto: persino i rackelhähne, ibridi tra gallo cedrone e fagiano di monte, possono provocare dei cambiamenti nella selezione da parte dei fagiani di monte delle arene di canto, da zone aperte verso zone coperte da ontani o da altri alberi usati come riparo. Figura 27: Fagiano di monte cerca rifugio in una zona coperta da ontani Conclusioni Per lo meno nelle condizioni locali relative alle Alpi Bavaresi, la caccia al fagiano di monte sia in primavera che in autunno non sembra compatibile con l obiettivo di mantenere una meta-popolazione vitale e autosufficiente. Queste esperienze suggeriscono che anche in altre regioni alpine, la pratica intensiva degli sport invernali e la caccia al fagiano di monte sono incompatibili nella stessa area. La pratica della caccia su territori con stazioni sciistiche può portare la popolazione locale di fagiani di monte all estinzione. Sono quindi necessari divieti di caccia nei comprensori sciistici e nei loro dintorni immediati (da 1 000 a 2 000 ettari, a seconda delle condizioni orografiche e della selezione di habitat del fagiano di monte in periodo invernale e durante le attività di parata). 32