CASTELLO DI SAN POLO DEI CAVALIERI (Roma) Piazza Barberini 21a 21b 00187 Roma tel. 06 42014034 www.globaluxinternational.com roma@globaluxinternational.com
CITTA San Polo dei Cavalieri (Roma) SUPERFICIE Residenza 1.500 mq DISPOSIZIONE La struttura, dalla forma rettangolare con torri circolari ai quattro angoli, ospita disposte su tre livelli, 8 sale in grado di accogliere dalle 30 alle 80 persone, per una metratura totale di 450 mq, con la possibilità di raddoppiarli in caso di necessità. Al primo livello troviamo due ingressi, vari disimpegni, una sala conferenze di 60 mq e i servizi. Dalla scalinata principale si accende ai livelli superiori che ospitano, rispettivamente, il secondo, un salone di 80 mq, una camera circolare e una piccola cappella; il terzo, due sale completamente affrescate di 40 e 70 mq, ulteriori tre sale una di 55 mq e due di 20 mq, e due servizi; infine, al quarto livello una terrazza di circa 100 mq con accesso al belvedere del Mastio. CLASSE ENERGETICA G PREZZO 7.900.000
CENNI STORICI San Polo dei Cavalieri si erge a circa 700 metri sul livello del mare, alle pendici di monte Morra e Monte Gennaro, nel cuore del Parco naturale dei Monti Lucretili. Il suo elemento distintivo: il Castello, strategica rocca difensiva che uno strano gioco di tornanti e di alture nasconde o fa velocemente vedere una volta lasciala la via Tiburtina, domina a 360 gradi l intera prospettiva delle valli circostanti sino a Roma.
La mole maestosa e compatta del Castello, severa e piacevole ad un tempo, trasuda tutta intera la storia che si è consumata al suo interno e tutto intorno e con i suoi affreschi ed il suo Mastio ancora intatto, sollecita l immaginazione, le emozioni, la fantasia. Le destinazioni storiche del Manufatto, da quella missionaria e pionieristica dei Benedettini di San Paolo Fuori le Mura (1081), a quella agricola - militare degli Orsini (1390-1438) a quella sfarzosa e scientifica dei Cesi (1558-1678) ed a quella minore dei massari, vengono distintamente percepite dal visitatore che riceve specifiche suggestioni dalla monumentalità delle strutture architettoniche e dagli affreschi cinquecenteschi, ore accuratamente restaurati. E proprio in questo scenario naturale, tra i monti a dominare le valli che la dividono da Tivoli e a sorvegliare la Tiburtina Valeria che porta alla Roma papalina, che i monaci Benedettini di San Paolo Fuori le Mura, per
esigenze difensive, fortificavano l'antica torre di guardia che sorgeva al centro del fundum Sancti Pauli in Jana : siamo nel 1029-1081; già dal 978, Benedetto VII riconfermava il fundum ai monaci, il che fa presumere che l'antica torre, l'odierno Mastio, già esistesse come adattamento, sin dal 604, di una amica costruzione romana. La seconda fortificazione della torre, e la trasformazione in castrum, avveniva per opera degli Orsini, che, investiti feudatari nel 1390 da Bonifacio IX, ultimavano le opere di fortificazione e trasformazione della Rocca nel 1438, come conferma l'antica iscrizione del pluteale posto a fine lavori. Il 1558 segna l'inizio di una nuova dinastia su San Polo: i Cesi. Comprato il castrum per 7000 scudi, tramontata l importanza militare del luogo, Io trasformarono in Palazzo Baronale per volontà del Cardinale Federico Cesi, grande mecenate delle arti.
Fu questo un periodo di splendore per il Palazzo arricchito dagli affreschi quasi certamente attribuiti allo Zuccari e al Muziano, alleggerito dall'apertura di grandi finestre su disegno del Guidetti, architetto dei Cesi: In particolare tu scelto da Federico Cesi il Linceo, suo principe, come luogo di incontro d'arte e cultura per le ricerche e i cenacoli dei Lincei, tra i quali Faber, Strelluti, Galileo. Tutto durò sino al 1656, quando una epidemia di peste decimò il paese e allontanò i Cesi dal palazzo, poi venduto nel 1678 ai Borghese che lo tennero sino al 1860. Tutto durò sino al 1656, quando una epidemia di peste decimò il paese e allontanò i Cesi dal palazzo, poi venduto nel 1678 ai Borghese che lo tennero sino al 1860.
Da allora le vicissitudini del Palazzo sono molteplici, finché, sul finire degli anni cinquanta, l architetto Luca Brasini ne cura un preliminare restauro. Circa trent'anni dopo, il Castello, bisognoso di notevoli interventi conservativi e di completamento, viene acquistato da una società, che nel più assoluto rispetto delle antiche strutture, e con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali del Lazio, ne promuove un profondo restauro conservativo, strutturale, pittorico. Adesso, ultimato il restauro, questa società ridestina la parte più pregevole a luogo di incontro per attività socio-culturali, manifestazioni, meetings, congressi, concerti, mostre, ricevimenti, a cui per altro il manufatto, per la storia e la suggestione delle strutture, è elettivamente destinato.