95 GRUPPO DI LAVORO VERBALE del gruppo di lavoro Alborella nel Ceresio tenuto il 27 febbraio 2003 a Gudo Gudo, 27 febbraio 2003
SVOLGIMENTO DELLA SEDUTA Il g.d.l. Alborella nel Ceresio si è riunito il 27 febbraio 2003, dalle ore 10.00 alle 13.00, presso l ex Parco Allevamento Selvaggina del Cantone Ticino. La seduta viene aperta dal dott. Bruno Polli che porge il suo cordiale saluto agli intervenuti. Verbalizza il dott. Alcide Calderoni incaricato del coordinamento della Commissione italo-svizzera per la pesca. Il quadro delle presenze è riportato nel seguente prospetto. PRESENTI prof. Ettore Grimaldi... Presidente Sottocommissione italo svizzera per la pesca. dott. Carlo Romanò Membro Sottocommissione italo svizzera per la pesca dott. Bruno Polli... Segretario del Commissariato svizzero e Membro Sottocommissione italo-svizzera per la pesca. dott. Alcide Calderoni... Segreteria di coordinamento della Commissione. Il prof. Grimaldi ricorda che il g.d.l. nella sua precedente seduta aveva unanimemente deciso di affidare ai signori Grimaldi, Polli, Puzzi e Calderoni la stesura di un documento che sulla base degli orientamenti emersi nel dibattito facesse il punto sui risultati conseguiti in altri ambienti lacustri e riassumesse le ipotesi giudicate percorribili per un intervento di reintroduzione dell alborella nel Lugano, illustrandole sotto l aspetto scientifico e tecnico. Ciò premesso, il prof. Grimaldi fa presente che alla riunione partecipa il dott. Romanò in luogo del dott. Puzzi assente per malattia; inoltre, per ragioni di lavoro, mancherà anche il sig. Ezio Merlo che era stato invitato in accordo con il dott. Polli. In merito all argomento della seduta, il prof. Grimaldi illustra un documento da lui stesso predisposto chiedendo agli intervenuti di proporre le modifiche o aggiunte ritenute necessarie. Dopo un ampio dibattito viene approvato il seguente documento che riassume il punto di vista del g.d.l. sulla possibilità di reintroduzione dell alborella nel Lago di Lugano. FATTIBILITÀ DELLA REINTRODUZIONE DELL ALBORELLA NEL LAGO DI LUGANO Da diversi anni è stata osservata nei grandi laghi profondi ed in alcuni ambienti lacustri minori dell area insubrica una progressiva contrazione delle presenze di alborella (Alburnus alburnus alborella), sino all apparente scomparsa, in qualche caso, di tale specie ittica. La contemporaneità del fenomeno in ambienti diversi induce a presumere l esistenza di un fattore di disturbo ad essi comune, a tutt oggi peraltro non identificato. Ad esso se ne affiancano tuttavia altri specifici per i diversi corpi d acqua, anche questi tuttora da individuare con certezza. Vi è anzi da ritenere che la crisi dell alborella ovunque si presenti, riconosce numerose concause variamente e complessamente interagenti fra di loro. Di qui la difficoltà di una convincente interpretazione ed ancor più di una sua efficace mitigazione mediante interventi di diversa natura, resa ulteriormente problematica dalla vastità degli ambienti in cui ci si trova ad operare. Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 27/02/03, Gudo pag. 2
E in questo quadro che vanno collocate le proposte di reintroduzione dell alborella nel lago di Lugano recentemente avanzate, con il ricorso a tecniche ittiogeniche già sperimentate in ambienti consimili. Si tratterebbe del trasferimento nel Ceresio, da altro lago in cui la specie sia tuttora significativamente rappresentata, rispettivamente di: suoi individui adulti e subadulti; sue uova fecondate deposte su letti di frega artificiali adeguatamente movimentabili. Per quanto concerne il primo procedimento, esso si scontra anzitutto con rilevanti difficoltà di ordine esecutivo allorquando si debba operare con quantitativi di pesce commisurati all ampiezza dei corpi d acqua in questione, anche per la ridotta resistenza dell alborella alle manipolazioni. A ciò si aggiunge anche un concreto rischio di introduzione di patogeni e di specie ittiche indesiderabili con il materiale immesso unitamente alla possibilità di dare luogo ad un eccessivo prelievo di soggetti dalla popolazione di alborella dal lago donatore. In questo contesto non sembra improprio registrare che un recente tentativo di reintroduzione dell alborella effettuato con la tecnica in questione su scala piuttosto significativa, nel piccolo Lago del Segrino (Como) non ha portato a risultati tangibili. Sostanzialmente esente dalle controindicazioni sopra segnalate risulta invece essere la tecnica del trasferimento di uova fecondate, confortata da positivi riscontri in termini sia di uova deposte sui substrati utilizzati (ghiaia, mattoni forati), sia di vitalità delle stesse. Assai ricca di significato, in proposito, la piena utilizzazione di detti substrati da parte dei riproduttori di alborella immediatamente dopo la loro posa in tutti gli ambienti lacustri in cui essi sono stati collocati, in quanto starebbe verosimilmente ad indicare nella carenza di idonee aree di frega naturali una ragione diffusamente ricorrente della crisi dell alborella. Questo elemento causale dovrebbe risultare massimamente attivo in un lago che, come il Ceresio, è tuttora contraddistinto da un elevatissimo livello trofico, manifestantesi fra l altro con lo sviluppo di una densa ricopertura algale ( Aufwuchs ) del substrato minerale prescelto dall alborella per la deposizione delle uova. Ciò vi farebbe apparire appropriato, quantomeno in termini di principio, il ricorso ad interventi ittiogenici a carattere sostitutivo come l immissione di uova fecondate deposte su substrati artificiali in altri corpi d acqua, nonchè la posa di tali substrati nel Ceresio stesso a beneficio di eventuali reliquati dell originaria popolazione di alborella e/o degli individui derivanti da una sua auspicata ricolonizzazione. Tuttavia, nel caso di una specie ad elevata fecondità come l alborella, il successo riproduttivo, assai più del numero di uova deposte, dipende notoriamente dalla somma dei fattori ambientali ad essa opponentesi soprattutto nella prima fase della sua esistenza. Ora, non vi può essere dubbio che nello specifico caso del Lago di Lugano, a primeggiare tra gli altri possibili componenti di tale resistenza ambientale nei confronti dell alborella per lo più soltanto sospettabili o addirittura sconosciuti sia l invasiva presenza del ciprinide alloctono Rutilus rutilus. Il disturbo da essa derivante si è verosimilmente manifestato soprattutto in termini di competizione alimentare esercitata dagli individui dell anno (età 0+) del gardon, ormai diffusamente e densamente presenti anche nella porzione pelagica del lago; di competizione spaziale per le aree di frega e forse anche di predazione sugli stati larvali dell alborella da parte dei soggetti di età e taglia maggiori. Di conseguenza ogni iniziativa di reintroduzione dell alborella nel Ceresio dovrà necessariamente prevedere, ancora prima degli interventi di significato propriamente ittiogenico, un alleggerimento della resistenza ambientale di entità tale da accrescere significativamente la probabilità di successo biologico degli individui da essi derivanti. Ora, Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 27/02/03, Gudo pag. 3
non essendo ovviamente prospettabile la mitigazione di altri fattori di resistenza ambientale di cui poco o nulla si conosce, se ne deduce che allo stato attuale, nello specifico caso del Ceresio, l unico intervento materialmente e ragionevolmente praticabile in tal senso consisterebbe nel contenimento numerico mediante pescate selettive opportunamente pianificate e controllate della popolazione di gardon. Tuttavia, in un ambiente lacustre della dimensione del Ceresio, tanto gli interventi ittiogenici basati sull uso dei substrati di frega artificiali quanto quelli miranti ad una attenuazione della resistenza ambientale mediante sfoltimento della popolazione di gardon, per potere eventualmente dare risultati percepibili e valutabili andrebbero realizzati su una scala quanto mai estesa e quindi difficilmente prospettabile quanto meno in una prima fase di attività. Per dare soluzione ad un problema di tale rilevanza potrebbe essere avviata una sperimentazione preliminare a carattere orientativo in un ambito spaziale assai più limitato e quindi proporzionatamente più gestibile e monitorabile come quello del piccolo Bacino di Ponte Tresa, traendo anche vantaggio dal fatto che il suo popolamento di gardon, peraltro ulteriormente comprimibile, sarebbe già stato ridotto da severi episodi morbosi di natura batterica registratisi nell ultimo biennio. In caso di esito positivo di questa sperimentazione, si potrebbe anche determinare una più ampia irradiazione dell alborella dal Bacino di Ponte Tresa verso le acque lacustri ad esso contigue, rallentando ma certamente non impedendo lo Stretto di Lavena i trasferimenti di pesca in entrambe le direzioni. In conclusione, ciò che emerge pur sempre da quanto sin qui esposto è l intrinseca complessità ed ancor più aleatorietà di ogni iniziativa di reintroduzione dell alborella. Di ciò deve acquisire piena consapevolezza, chiunque intenda comunque assumerla, il quale per di più, anche in caso di riscontri positivi, non potrà mai escludere con assoluta certezza che essi siano da attribuire ad imprecisabili eventi naturali piuttosto che agli effetti dei suoi interventi. D altro canto, di fronte alla minaccia di definitiva scomparsa di una componente tanto significativa, sotto ogni punto di vista, della nostra ittiofauna lacustre, può del tutto comprensibilmente e meritoriamente prevalere il punto di vista di non lasciare nulla di intentato per scongiurare una tale evenienza. In tale caso una minuziosa programmazione delle operazioni da effettuare o dei monitoraggi che si intendono eseguire per constatarne gli eventuali effetti costituiranno, unitamente ad una accurata previsione delle spese a tutto ciò relative, una imprescindibile necessità. I presenti decidono infine che tale documento che sarà portato alla conoscenza della Sottocommissione nella sua prossima seduta venga trasmesso, insieme con il precedente verbale n. 94 del g.d.l. Alborella nel Ceresio, al Gruppo di Lavoro italo-svizzero delle società di pesca dilettantistiche del Ceresio per la scelta e l indicazione alla Sottocommissione stessa dell intervento eventualmente ritenuto fattibile e delle conseguenti iniziative. Pregano pertanto il dott. Polli di occuparsi dell invio della documentazione e della stesura di una lettera di accompagnamento della stessa, nella quale vengano precisati i limiti istituzionali ed amministrativi entro i quali potrà muoversi la Commissione una volta messa a conoscenza delle diverse tematiche gestionali da affrontare per il Lago di Lugano. Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 27/02/03, Gudo pag. 4
Prossima riunione della Sottocommissione. Su richiesta del prof. Grimaldi, si decide unanimemente che la data della prossima riunione di Sottocommissione venga spostata a lunedì 7 aprile 2003 a Gudo, presso l ex Parco Allevamento Selvaggina del Cantone Ticino. Inoltre, viene anche proposto il seguente o.d.g. ovviamente aperto a nuove esigenze che potrebbero derivare dalla programmazione di un incontro del Commissario svizzero, dott. Erich Staub, con il neo Commissario italiano on. dott. Marco Zacchera: 1 Approvazione dell O.d.G. 2 Approvazione verbali di Sottocommissione n. 93 (Casale C. C., 16/10/02) e dei G.d.L. Alborella nel Ceresio n. 94 (Pallanza, 12/12/02) e n. 95 (Gudo, 27/02/03) 3 Proposte di reintroduzione dell'alborella nel Lugano 4 Esame rapporto informativo sul pescato 2002 nel Lago di Lugano 5 Programmi di ricerca d interesse della Commissione 6 Avanzamento ricerche DDT e altri contaminanti (indagini CIPAIS) 7 Ruolo della Commissione nel progetto marmorata 8 Proposte di modifica del R.d.A. e del regolamento pesca sul F. Tresa 9 Contenuti prossimo volume Commissione 10 Formazione o.d.g. Commissione 11 Varie ed eventuali. 12 Prossima riunione della Sottocommissione. Poiché non vi sono ulteriori richieste da parte dei presenti, il presidente della Sottocommissione prof. Grimaldi li ringrazia per l attiva partecipazione e dichiara chiusa la seduta alle ore 13.00. Gudo, 27 febbraio 2003 Segreteria di coordinamento della Commissione italo-svizzera per la pesca dott. Alcide Calderoni Seduta del G.d.L. Alborella nel Ceresio del 27/02/03, Gudo pag. 5