GRUPPO EXODUS BILANCIO DI MISSIONE 2009 2011. L esodo, la parola, la casa.



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Transcript:

GRUPPO EXODUS L esodo, la parola, la casa.

Indice Presentazione Gruppo Exodus La storia di un avamposto sociale 11 Accoglienza Una risposta educativa alle fragilità 19 Exodus nel mondo Un impegno educativo senza frontiere 41 Centri giovanili Musica, sport e avventure per adolescenti 53 Cooperative Ragazzi che imparano facendo 61 Comunicazione La Parola e la strategia comunicativa 69

Formazione Educatori capaci di camminarsi dentro 75 Proposte educative L esodo come un avventura 81 Dimensione economica Un organizzazione in buona salute 89 Dimensione sociale Un valore sociale basato sulle relazioni 97

Presentazione Il grande albero e i ciclamini Con l età l eremita che è rimasto nascosto per tanti anni in qualche parte di me, spinge a mia insaputa e affiora, in un primo momento con delicatezza, e poi con determinazione. La vita è piena di piccoli miracoli che aspettano di affiorare, di crescere silenziosi come i ciclamini sotto le grandi querce. Per tutta la vita ho curato, desiderato, abbracciato la grande quercia. Exodus, oltre ad essere una strada, un cammino, l ho pensato sempre come un grande albero. Tanto che molti amici mi identificano, chiamandomi vecchia quercia. Ho filosofato su tre tipi di alberi: la quercia, l ulivo e il castagno. Exodus era il quarto, la somma dei tre: la maternità, la paternità, l adolescenza. Tardi mi sono accorto dei ciclamini sotto l albero e l eremita, spuntato in me, ha capito che per fare nuovi gli uomini è meglio partire dai ciclamini. I grandi alberi ingombrano troppo. Exodus deve intravedere la necessità di un nuovo umanesimo. Non possiamo più accontentarci di attaccare cerotti, e nemmeno di fare prevenzione che non è prevenzione, ma un cerottino trasparente. Ieri i cerotti aggiustavano le gambe, oggi i cerottini riportano a scuola i ragazzi sbandati. Siamo lontani. Il nuovo umanesimo non può essere riconosciuto dal peso del conto in banca, dall efficientismo informatico, dai disperati che salviamo. Il principio orientatore non può essere quello commerciale ed 5

efficientistico ma quello della reciprocità, delle relazioni, delle parole dialogate, degli incontri liberati dagli assilli dei profitti. I quattro peccati della post-modernità sono: la fissazione di una giovinezza eterna, la dittatura della comunicazione fredda, l ateismo della religione, l idolatria della cultura di cartapesta. In parole povere il successo, l egoismo, il nichilismo e il relativismo hanno provocato, e provocano, disagi universali che noi andiamo incerottando tra le montagne di eleganti cadaveri disseminati lungo le autostrade, i centri benessere, i negozi di ipod e gli ipermercati. Il disumanesimo distratto, ossessivo ma profumato, elegantemente contrabbandato dagli ultimi profeti della carta stagnola ci ha fatto credere che il mondo di plastica è più vero del mondo di Francesco, di Michelangelo, di Verdi, di Gandhi, di Cristo e di Giovanni Bosco. Cosa c entrano questi discorsi con un bilancio triennale. Tutto quello che leggete è un ciclamino che è spuntato non sotto la grande quercia ma dentro un letamaio che puzza di Chanel N 5. È questa la spaventosa contraddizione nella quale viviamo: che fino a ieri pensavamo che i letamai fossero letamai e siano andati a purificare il parco Lambro. Oggi, invece, dobbiamo capire che via Montenapoleone non è meno maleodorante di una piazza nella quale si vende la morte. La contraddizione vincente e strepitosa sta nella ignoranza popolare che nega la possibilità che il futuro possa odorare di letame. Come farlo capire? Anche con i numeri! Don Antonio Mazzi 6

Nuovi segni sulla strada Un triennio già di per sé è un tempo significativo per un bilancio, per una analisi dell andamento di un fenomeno. Se poi come qui stiamo facendo, ci riferiamo al triennio 2009-2011, il periodo della crisi, allora il bilancio diventa ancor più ricco di spunti che possono esser letti non solo riferiti al passato ma come primi segnali del tempo nuovo che verrà. E come si potrà notare da queste pagine, in questa stagione fredda posta alla fine di un epoca, Exodus ha lavorato in questa ottica, per preparare il terreno per la nuova semina. In questo periodo abbiamo assistito in Italia al crollo della credibilità delle istituzioni, in tutto l occidente ad una crisi implosiva che partita dalla finanza ha minato le fondamenta stesse del suo modello di sviluppo, in gran parte del mondo a sommovimenti e rivoluzioni che ci consegnano oggi uno scenario con punti di riferimento, ideali, istituzionali, nazionali radicalmente differenti ma tutt altro che solidi. Sulla scorta di processi corrosivi iniziati in Italia ormai più di vent anni fa, questo triennio ha messo in evidenza lo sfaldamento di corpi sociali e di idee che parevano inossidabili: i partiti politici, le rappresentanze sindacali, la struttura dello stato sociale, la fiducia nelle istituzioni religiose. Ma ancor più profondamente ha fatto traballare istituzioni simboliche quali la famiglia, la scuola, il lavoro, investiti da una mutazione di senso senza precedenti. Domande che solo fino a dieci anni fa potevano sembrare banali suonano oggi cruciali: qual è il senso del lavoro, per che cosa lavorare, cosa c entra il mio lavoro con il mio futuro? Che scopo ha la scuola oggi, chi fa la scuola, che rapporto c è tra istruzione, educazione e apprendimenti? Quale famiglia, quali rapporti autentici? Quanto più è profonda la crisi di una società, tanto più vengono messi in discussione i fondamenti e si preparano le condizioni per rinnovamenti radicali. Non si deve dimenticare questo secondo aspetto: nelle catacombe delle crisi, sottoterra, a livello delle radici, si prepara il vocabolario delle nuove storie di domani. Proprio in questo periodo Exodus ha lavorato alle fondamenta della sua nuova casa. In questo bilancio proviamo ad esprimere con parole scritte il tratto di strada compiuta e proviamo ad indicare gli elementi che poco a poco in questo triennio stanno venendosi a delineare come i nostri futuri pilastri. Al centro di tutto sta sempre una domanda alla quale, a seconda dei contesti diversi, noi di Exodus cerchiamo di dare forme, sperimentiamo risposte il più possibile adeguate: quale educazione? Quale educazione oggi in questo quartiere con questi ragazzi, insieme a questi alunni e insegnanti di queste scuole, oppure in una comunità per giovani nelle Marche o in una casa per adolescenti in Madagascar. Accanto a questa ecco i nuovi segni che tratteggiano il cammino di Exodus di domani: il primo è l attenzione posta alla formazione degli educatori. Non la preparazione all utilizzo di questa o quella tecnica, per questo sono sufficienti le università o gli aggiornamenti. Piuttosto una formazione umana rivolta a camminanti veri, come lampadieri, con il lume in cima alla pertica appoggiata sulla spalla, per far luce a quelli che vengono dietro (don Mazzi). Secondo: non solo lavoro sul disagio, sulla disperazione e non solo nell ottica di una prevenzione contro le dipendenze. Il triennio 2009-2011 è servito per consolidare presenze stabili nelle scuole, nei territori, attraverso centri giovani e progetti sportivi, musicali, culturali... Il terzo elemento è costituito dall apertura sistematica ad uno scenario mondiale. Con una grande attenzione ai sud : al sud dell Italia e al sud del mondo. Quarto: sviluppo del tema della comunicazione positiva. Patrimonio di don Antonio Mazzi che comincia a diventare strumento e contenuto degli educatori, delle carovane e delle case di Exodus. Exodus si rinnova e continua la sua strada. Franco Taverna 7

GRUPPO EXODUS BILANCIO DI MISSIONE 2009 2011

GRUPPO EXODUS Tutti sanno che una cosa è impossibile, poi arriva uno che non lo sa, e la inventa. (A. Einstein) La storia di un avamposto sociale Poche semplici idee, tanta pratica in movimento. Exodus è la storia di un avamposto sociale. Tutto ebbe inizio dalla prima carovana, una comunità itinerante allestita nel 1984 e messa in strada l anno successivo, il 25 marzo 1985. Esperienza unica e straordinaria, partita da Milano con 13 ragazzi tossicodipendenti e 6 educatori. Dopo un viaggio duro, ricco e affascinante di venti tappe lungo la penisola italiana, fece ritorno sempre a Milano qualche giorno prima di Natale dello stesso anno: nove mesi per una rinascita. Fu l evidenza concreta che un viaggio di liberazione era possibile. La scommessa, la speranza e l avventura contenute nella prima carovana segnarono gli anni successivi. Nei suoi primi dieci anni di vita il movimento di Exodus attraversa le più drammatiche questioni sociali del nostro Paese, le dipendenze, il carcere, il terrorismo, l AIDS, la grave emarginazione sociale. Le carovane incontrano territori e testimoni privilegiati, con grande semplicità i ragazzi e le ragazze ricompongono il senso della loro vita non solo praticando una disciplina sana ma toccando con mano e portando il loro aiuto alle sofferenze degli altri, disabili, anziani, infanzia abbandonata, con un metodo essenziale fondato sulla relazione educativa, poche regole e intenso confronto all interno del gruppo e con l ambiente esterno. Presto accanto alle carovane iniziano a costituirsi presenze più stabili con case in molte regioni d Italia. 11

GRUPPO EXODUS Fin dai primi anni Exodus è presente nelle scuole, propone incontri e corsi per genitori, lavora con gli adolescenti negli oratori e nelle periferie. A partire dai primi anni novanta si vengono a strutturare le prime attività lavorative per offrire un opportunità di reinserimento ai ragazzi in uscita dalle comunità. Sempre in quegli stessi anni si sperimentano i primi progetti al di fuori dei confini italiani, con le carovane europee, con la presenza nei campi profughi in Bosnia, con il progetto Romania, nell orfanotrofio di Popesti in Moldavia, con la carovana in Patagonia. Le attività nate a partire dall idea iniziale di Exodus proposta da don Mazzi, negli oltre 27 anni di strada fino ad oggi, si sono venute così a precisare intorno a quattro filoni tematici e ad alcune necessità trasversali. I quattro settori sono sintetizzabili in quattro parole: accoglienza, adolescenti, internazionale e lavoro. Il primo riguarda tutto il tema delle dipendenze, del disagio sociale, delle fragilità e si è nel tempo articolato in programmi residenziali, mediante comunità o case di accoglienza, in centri di ascolto in diverse città d Italia, centri e progetti rivolti alle famiglie e ai genitori (consulenza, accompagnamento, formazione), progetti di prevenzione nei quartieri e nelle scuole. Il secondo mette l attenzione sui ragazzi normali ponendosi il compito di rinsaldare il tessuto educativo della città attraverso Centri Giovani, progetti di animazione territoriale, corsi e iniziative sportive e musicali. Il settore internazionale nasce come servizio rivolto ai contesti di emergenza educativa in diversi paesi del sud del mondo, invita ad allargare gli orizzonti, a camminare scalzi, a costruire ponti. Infine il settore lavoro, sviluppatosi a partire dalla progressiva strutturazione dei laboratori interni alle comunità, dall impegno quotidiano con i suoi ritmi e le sue regole, dalla necessità di tendere con responsabilità verso l obiettivo della piena autonomia. Guida di questo cammino è stato don Mazzi, formatore verso l interno del gruppo e testimone verso l esterno. Fanno capo direttamente a lui perciò i due filoni trasversali della Formazione e della Comunicazione che Exodus ha sempre considerato non semplici strumenti ma contenuti, elementi essenziali della proposta educativa. Grande attenzione perciò è stata posta nel corso degli anni agli incontri formativi per educatori, così come ai corsi di formazione proposti in diversi contesti. Allo stesso modo, una particolare importanza è stata attribuita alla testimonianza e comunicazione, con l utilizzo di tutti i mezzi a disposizione, i giornali, la televisione, la comunicazione telematica. L idea di Exodus ha potuto attecchire e svilupparsi grazie alla collaborazione con enti pubblici e privati e grazie anche al sostegno diretto di alcuni amici: molto importante la loro presenza non solo per l aiuto concreto negli start up di diverse iniziative, per l apporto della loro preziosa competenza, ma anche per il legame stabile e qualificato che hanno saputo e sanno garantire con le altri componenti della nostra società. Con il crescere e il consolidarsi delle diverse esperienze si sono trovate via via forme giuridiche diverse per organizzare le risposte all interno dei differenti settori. In questo modo accanto alla Fondazione Exodus sono nate cooperative, consorzi, associazioni. In questo bilancio di missione si trova descritto l ultimo tratto del percorso di Exodus, dal 2009 al 2011. 12

GRUPPO EXODUS Exodus Il nome exodus richiama direttamente l esodo biblico. Il racconto della liberazione del popolo ebreo dalla schiavitù d Egitto attraverso un lungo viaggio nel deserto del Sinai. L Esodo biblico è il paradigma di tutti i cammini di liberazione. Per questo motivo non è solo un ricordo, è la strada di oggi che passo dopo passo traccia la nostra storia. È il nostro viaggio personale e di gruppo, carico dei nostri desideri, rimpianti, canti, fatiche, scoperte, illusioni, amicizie. È sete di terra promessa. L esodo, oggi come allora, racconta del difficile rapporto con la legge, e di un profeta, servo fino in fondo della promessa che non vedrà avverata. Don Antonio Mazzi Completa gli studi pedagogici e pastorali negli anni 60 a Roma in una della borgate più difficili: Primavalle. Lì scopre che la vera università si fa sulla strada e non sui banchi delle facoltà anche più blasonate. Da Primavalle passa a Verona per lavorare con gli handicappati psichici e apre le prime piccole comunità terapeutiche e familiari in applicazione della L.180 in alternativa alle strutture psichiatriche residenziali. Negli anni 80 ritorna a Milano a dirigere un Centro scolastico e professionale a ridosso del Parco Lambro. Qui nasce l avventura di Exodus. Da sempre ha scelto di avere un piede dentro le istituzioni ed un piede ai margini della società per difendere casi gravi e trascurati. Don Antonio è un prete che scrive, va in televisione, fa il tifoso dell Inter, il cappellano della Nazionale cantanti. E sente il bisogno, spesso e volentieri, di chiudersi in qualche convento a pregare o a dettare gli esercizi spirituali. Mi chiamò al telefono per dirmi che voleva fondare Exodus. Un idea straordinaria che attribuisce a soggetti considerati inutili dalla società, anzi dannosi, un senso sociale. Un idea che riconosce la capacità di aiutare anche in chi ha bisogno di aiuto Mi disse: Ho detto che avevo concordato tutto con te, mi raccomando, dì che sai tutto e danne una fondazione scientifica. Sostenni con forza la validità del progetto Exodus, sul solo fascino catartico di quella parola e sulla stima di uno dei più grandi folli che conoscessi: don Antonio Mazzi. Poi partì la prima carovana di Exodus. Diedi il mio contributo a formare gli operatori... Io voglio bene a don Antonio, come a tutti i miei matti. Con lui ho stretto un contratto segreto e anomalo: mentre con tutti gli altri pazzi con cui ho avuto una relazione li ho curati, di lui ho preso l impegno di difendere una presunta normalità. Don Mazzi sa che: Non chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontà del Padre... e che la volontà del Padre è esattamente espressa nei bisogni di chi soffre. Sono sicuro che andrà in Paradiso, anche se tutti (o molti toccati dal Signore) lo mandano all Inferno. Quando sarà giudicato dal Padre Eterno, mi presenterò come perito di parte. Vittorino Andreoli 13

GRUPPO EXODUS Gli Educatori Carta dei Valori Exodus è l avventura di un gruppo di donne e di uomini che cercano la liberazione propria e di coloro che avvicinano durante il cammino. È l idea che sia possibile affrontare i grandi problemi sociali in maniera semplice, utilizzando le risorse che ci sono già nelle persone. È la scommessa che sia possibile coniugare professionalità e volontariato, avventura e quotidiano, familiarità e disciplina, carisma e istituzione. Il viaggio di Exodus muove dalla critica della società futile, violenta, ingiusta, esteriore, ma non si ferma alla contestazione. Gli operatori di Exodus vivono in prima persona e trasmettono l essenzialità, la nonviolenza, la ricerca della giustizia e il primato dell interiorità. L operatore di Exodus è, prima di ogni altra cosa, un educatore di se stesso, che anzitutto vive tutto quello che cerca di trasmettere. È in grado di lasciarsi educare dalle situazioni che incontra ed è in continua ricerca e formazione. Exodus utilizza gli strumenti dell educazione, quali lo sport, la musica, il teatro, la formazione professionale, il lavoro e la parola. Le altre competenze (psicologica, medica, organizzativa, ecc.) sono a servizio di una prospettiva educativa: l educazione è il baricentro di ogni progetto. L educatore agisce con responsabilità all interno della comunità, come un padre nella sua famiglia, avendo cura di tutti gli aspetti della vita del gruppo, in spirito di servizio e di condivisione. Educa alle piccole cose, alle priorità, alla laboriosità, alla competenza, alla riflessione, alla solidarietà, alla valutazione di se, alla costanza. Exodus è un progetto che non si fa da soli. È fondamentale un buon lavoro di equipe che preveda l accettazione e la stima reciproca all interno di ogni gruppo di lavoro: l educatore di Exodus è parte di una Comunità educante dove ci si confronta e si cresce sul piano umano e professionale. Exodus lavora con tutte le realtà, presenti sul territorio, orientate alla promozione dell uomo, con la consapevolezza di essere una parte di un impegno civile più ampio che deve comprendere operatività e sensibilità diverse. L operatore di Exodus è attento ai mutamenti sociali e ai fenomeni che nella società provocano violenza e ingiustizia, sa intervenire in modo competente e aggiornato dove si presentano situazioni di grave disagio o emarginazione (es. carcere). Alimenta un atteggiamento di prevenzione coinvolgendo primariamente la scuola, famiglia, le associazioni sportive, le realtà musicali e ricreative, gli oratori. Nelle comunità di Exodus si coniuga il lavoro di gruppo con l attenzione all individuo. Viene messo al primo posto il rispetto della persona (la sua identità e dignità) nel suo sforzo di emancipazione e realizzazione. Il rapporto educativo è condotto con sobrietà e senza sbavature o coinvolgimenti sentimentali. L educatore di Exodus è persona affettivamente equilibrata, non possessiva, disinteressata. L educatore si crea momenti quotidiani di ecologia interiore. Nella gestione delle attività si dà preferenza all uso di mezzi poveri. L avventura di Exodus si connota per il suo stile semplice. Anche la precarietà diventa un modo di essere. L operatore di Exodus cura su quattro versanti il suo lavoro: la testimonialità, il recupero, a prevenzione e la comunicazione. 14

GRUPPO EXODUS La dimensione personale L adesione deve essere personale. Ciò sta a significare che lo spirito, lo stile di Exodus dà forma e sostanza al nostro cammino di uomini e di donne e non è solo relegato alle ore lavorative. In altre parole, lo si sente proprio, fa parte delle scelte consapevoli e determinanti della vita. La scelta di campo: Exodus sta con i disperati ovvero con chi sta male a motivo di proprie scelte e soffre senza un rimedio, con chi si è perso e cerca una strada, con chi ha sbagliato e vuole rimediare; Exodus lavora perché non ci siano disperati. Tradotto meglio: la formazione, la prevenzione e la comunicazione sono ambiti di impegno prioritari per Exodus. Anche se il secondo punto sembra una derivazione del primo in molti casi è addirittura prevalente. Lo strumento di Exodus è l educazione. La scelta dell itineranza: Exodus è una strada. Chi sta con Exodus sta sulla strada. Essere sulla strada significa sapere che il nostro destino, ma anche la verità, non è qui, non la possediamo ora. Exodus non è una strada qualunque. Ha una direzione precisa: la liberazione dalla schiavitù. La dimensione comunitaria Exodus è l avventura di un popolo. Non tutti sono uguali, c è chi cammina piano e chi cammina speditamente, chi vorrebbe fare una pausa, chi accelerare. Bisogna parlare e agire al plurale sapendo e accettando le diversità. Collocando i nostri progetti dentro alla comune direzione del gruppo. Nel nostro DNA c è il riconoscimento di tante individualità. Exodus pone grande attenzione al valore della accoglienza semplice, della casa aperta, ma non è una comunità di vita stabile. È piuttosto una tenda lungo la strada. La dimensione politica Exodus è un paradigma, un esempio. Indica come si può fare. In questo senso è una spina nel fianco di questa società fondata su altri presupposti. Essere in prima linea non per tamponare le falle di una società sballata ma per indicare un mondo più giusto. Forte dall aver sperimentato una diversa qualità di rapporti con le situazioni umane più difficili, Exodus può proporre a molti di cambiare obiettivi e modi di agire. È questo il suo modo di fare cultura. Vi sono poi altri ambiti dentro allo stesso corpo sociale, per i quali servono altri tipi di approccio, altre sensibilità. Il lavoro, la salute, la convivenza civile, la tutela dell ambiente, ma prima ancora il senso del progresso, la pace, la giustizia e il diritto degli individui e dei gruppi. Exodus cerca alleanze con coloro che affrontano queste questioni con il medesimo spirito. La dimensione spirituale La dimensione spirituale sta alla fine ma anche all inizio del percorso di Exodus. Muove dalla consapevolezza del limite di ogni tentativo di giustizia, di verità, di libertà perseguite per alzata di mano o per calcolo di uomini. L idea di Exodus vuole essere un espressione della provvidenzialità (la paternità di Dio) presente nella storia. La mia piccola storia e quella con la esse maiuscola. Exodus è certamente una organizzazione. Ma altrettanto certamente è più di una organizzazione. L organizzazione è un po come il suo vestito... Bisogna avere cura dell abito ma ancora di più di quello che ci sta dentro. E poi l abito deve essere adatto alla persona e alla circostanza! L ulteriorità dell idea. Exodus: un popolo in cammino verso la terra promessa. Quanto si fa e si dice in nome di Exodus non è mai un assoluto. Ma la manifestazione di una semplice idea. Exodus non è una fede ma per i credenti può diventare un espressione della fede. Un luogo in cui giocare l avventura umana della costruzione del Regno di Dio. Exodus è per tutti un cartello indicatore, una scommessa, per un mondo migliore. 15

ACCOGLIENZA BILANCIO DI MISSIONE 2009 2011

ACCOGLIENZA Una risposta educativa alle fragilità Il clima familiare Le case di Exodus sono contesti educativi dove la vita in comune ha la funzione di sviluppare una esperienza, un viaggio, se vogliamo anche un programma che possa inizialmente alleviare il disagio psicologico e sociale delle persone che vi sono inserite e successivamente abbia come obiettivo finale la piena autonomia della persona. Il punto di partenza utile ad affrontare e superare il disagio, che costituisce l elemento di forza dell accoglienza, è principalmente la centralità attribuita alle relazioni, con se stessi, con le altre persone, con il mondo. Il cammino personale inizia all instaurarsi di un rapporto di fiducia dove è possibile riprendere in mano la tessitura della trama e dell ordito delle relazioni personali. In un ambiente definito, familiare, affettivo, con la sua valenza di riferimento sicuro dei ritmi spazio-temporali della casa, che consente una serena esplorazione di sé e dei propri problemi e conduce a rimettere in circolo le proprie energie. Nella casa l intensità delle esperienze, in cui tutto è educativo, dagli aspetti più quotidiani e ordinari a quelli più specifici, come i gruppi, fanno sì che la motivazione sia sempre sostenuta. Qui la forza del gruppo si avvale del concetto di auto-aiuto, secondo cui una persona, anche in una situazione di grave disagio, può aiutare gli altri oltre che se stessa, in un processo di crescita continuo all interno di un contesto di forte e intensa reciprocità. L esperienza che Exodus propone è quella di un avventura la cui meta è il progetto di vita individuale, frutto di un proces- 19

ACCOGLIENZA so di crescita e di maturazione consapevole e cosciente che vede la persona protagonista delle scelte e responsabile delle conseguenze che da queste discendono. Le nostre case sono volutamente piccole per favorire un clima familiare. Il Progetto Exodus testimonia di valori quali l essenzialità, la non-violenza, l amore per la natura, l amore per gli altri, la ricerca della giustizia. I principi educativi sono quelli dell autoeducazione che permette la presa di coscienza di ogni passo della crescita e quindi il controllo della propria persona; della coeducazione che educa a crescere insieme nel rispetto delle reciproche differenze, a valorizzare la scoperta delle rispettive identità ed a costruire rapporti umani arricchenti tra uomo e donna basati sul rispetto e la collaborazione e quello della corresponsabilità che rende ciascuno protagonista e giudice del proprio operato. Il programma suddiviso in quattro fasi, accoglienza, consapevolezza, rafforzamento e reinserimento, è personalizzato e viene svolto mediante il metodo della Progressione Personale che prevede l elaborazione di un Progetto Educativo Individualizzato (P.E.I.): un lavoro fatto di impegni, mete ed obiettivi, stabiliti dall ospite con il proprio educatore di riferimento e verificati costantemente sia mediante colloqui personali ma soprattutto mediante momenti di verifica di gruppo, che chiamiamo Parola : vero e proprio cuore della nostra esperienza. È il momento in cui il gruppo si ritrova per parlare di sé, per deporre le maschere di cui si è schiavi e per riscoprire il senso ed il valore del rapporto vero. Tante sono le attività educative proposte ai ragazzi: uscite mensili o occasionali di uno o più giorni per partecipare ad esperienze di interesse sociale, di protezione dell ambiente e di volontariato in collaborazione con varie associazioni; attività di volontariato o di interesse culturale; uscite settimanali in bicicletta; esperienze itineranti per la realizzazione di trekking e carovane. La Carovana è l attività educativa di maggior valore per la metodologia di Exodus, sviluppatasi inizialmente proprio come esperienza itinerante. La Carovana insieme al Capitolo (l incontro nazionale annuale di Exodus) sono per i ragazzi occasioni privilegiate di riflessione, di confronto, di verifica e di ri-programmazione del proprio cammino di crescita personale. Negli anni 2009-2011 sono state operative 18 case: Africo, Assisi, Casale Litta, Garlasco, Milano, Gallarate, Sonico, Lonato, Cavriana, Verona, Bondeno, Jesi, San Martino, Cassino, Elba, Caccuri, Tursi, Santo Stefano Aspromonte. Di queste 13 sono comunità accreditate e convenzionate con i servizi pubblici. Nell anno 2011 si è confermata la tendenza ad una diminuzione del numero delle giornate di residenzialità offerte complessivamente dalle 12 sedi accreditate mediante le convenzioni con le ASL. Si è passati da circa 67.000 giornate a circa 61.000. Motivo principale di questa riduzione è la generale contrazione della spesa sanitaria che pesa di anno in anno sulla assegnazione dei budget di ciascuna comunità. D altra parte però vi è anche il tentativo, per la verità ancora troppo timido, di aprire le comunità ad una utenza diretta, non proveniente dagli enti pubblici. 20

ACCOGLIENZA Ascolto, orientamento, consulenza I Centri di Ascolto di Exodus rappresentano un avamposto educativo privilegiato. In un mondo estremamente capace di produrre messaggi, di generare parole e incessantemente bisognoso di dire, ma non altrettanto capace di ascoltare, di ascoltarsi e di fermarsi per stare con l altro, la disponibilità di un luogo per l ascolto ci sembra strategica. È importante riconsiderare l ascolto e in esso il silenzio, considerare noi in quanto ascoltatori e l altro con il suo bisogno di dire. Con queste premesse è stato organizzato un seminario in Cascina Molino Torrette a Milano il giorno 16 settembre 2011. La prospettiva ci sembra ora quella di mantenere alta questa attenzione per essere più rispettosi nei confronti delle nuove domande e così da poter ridisegnare Exodus a partire da queste. Negli anni 2009-2011 i Centri di Ascolto Exodus hanno continuato a svolgere la loro attività che, forse anche in relazione al generale clima di crisi e di sfiducia, è risultata più intensa sia in termini quantitativi assoluti che per la varietà della domanda. Nel 2010 è stato avviato nella città di Milano un nuovo servizio di ascolto e consulenza che ha visto la partecipazione della Fondazione Exodus, l UMI, Unità Multidisciplinare Integrata. Si tratta di un servizio socio-educativo pensato come presidio cittadino nell ambito delle dipendenze realizzato da un gruppo di lavoro composto da differenti professionalità messe a disposizione di diversi enti del privato sociale. Le équipe hanno come obiettivo di fornire ascolto a tutte le domande di aiuto che arrivano, in particolare per: ascolto e orientamento a persone che vivono disagio psicosociale, richieste d ingresso in comunità Exodus, informazioni sulla rete dei servizi territoriali utili a promuovere il benessere della persona, aiuto alla genitorialità, attività educative, realizzazione di progetti formativi a sostegno della capacità educativa, realizzazioni di attività formative per figure che si occupano di educazione. 1407 378 369 225 213 145 66 53 Unità Multidisciplinare Integrata 2010 2011 Persone con problematiche correlate alla dipendenza Studenti coinvolti in interventi di prevenzione Familiari di persone coinvolte in un problema di dipendenza Persone accolte in emergenza con problematiche correlate all abuso di alcool Persone accolte in emergenza con problematiche correlate all uso di sostanze Ex tossicodipendenti per cui si sono attivati interventi educativi territoriali Ex tossicodipendenti inseriti negli appartamenti Insegnanti destinatari di interventi formativi 21

ACCOGLIENZA Centro di Ascolto di Milano 2009 2010 2011 MODALITÀ DI CONTATTO 57% contatti telefonici 39% contatti tramite e-mail 1% personalmente presso il centro di ascolto 3% contatti tramite lettera cartacea NUMERO DI CONTATTI GENERE 2961 contatti 1233 colloqui 58% 42% 75% 25% 62% 38% maschi TIPOLOGIA DI BISOGNO TIPOLOGIA DI RICHIESTA femmine casi di sostanze altri problemi * richiesta comunità richiesta di altro intervento ** * Disegno psicologico, rapporto genitori-figli, ricerca lavoro, disturbi alimentari, immigrazione, prostituzione, racket, ecc... ** Struttura psichiatrica, dimora, psicoterapia, ecc... 22

ACCOGLIENZA Progetti per la famiglia L attenzione di Exodus ai temi della genitorialità e della famiglia è antica come il primo progetto Exodus. I primi progetti risalgono infatti al 1985 ma si sono poi strutturati in un intervento massiccio chiamato scuole per genitori nel decennio tra il 1990 e l anno 2000. In quegli anni Exodus promuoveva dalle 20 alle 30 scuole in diversi territori prevalentemente in Lombardia, avendo quali interlocutori Istituti scolastici, amministrazioni comunali e parrocchie. Sulla scorta di questa esperienza nell anno 2000 nasce a Verona l Università della Famiglia: proposta forte ed articolata a supporto del contesto familiare; una proposta connotata su aspetti prettamente educativi che permette di agevolare la famiglia nell opera di educazione globale dei figli e nella formazione della loro personalità in tutti i suoi aspetti e che vede parimenti coinvolti i figli, in quanto appartenenti al sistema famiglia, come protagonisti attivi di percorsi paralleli e convergenti al fine di poter costruire interventi efficaci di prevenzione e di promozione del benessere. Don Antonio Mazzi scrive Sono tra quelli che credono che il mestiere dei genitori di oggi sia più difficile e più necessario del mestiere dei genitori di ieri. Fare i genitori è sempre un mestiere a rischio. Non esistono esperti nel mondo dell educazione e non esistono ricette pre-confezionate per essere papà e mamme competenti. Quello che si può imparare, insieme, è come stare alla giusta distanza dalle persone che amiamo, così da voler loro bene e di dare loro delle regole. Una giusta distanza che può essere imparata incontrando altre famiglie, altri papà e mamme, altri adulti che lavorano e studiano sui temi che riguardano l educazione. In questi incontri si parla, si ascolta, si gioca, si discute, ci si diverte. E ci si ricorda che il mestiere del genitore è il più bello del mondo e in questi ultimi anni l Università della Famiglia è diventata nomade, da stanziale che era presso la casa di Costagrande (a Grezzana di Verona). Ecco un elenco di progetti significativi: serie di incontri genitori e figli presso le scuole di Castelgomberto (VI) e Cornedo Vicentino (VI), di Badia Calavena (VR) e di Cerro Veronese, di Ponso (PD) e Monselice (PD), di Verona, Trento, Padova e Brescia. Partecipazione a importanti progetti nazionali, in collaborazione con Associazioni di Genitori, Ministeri, e realtà del Volontariato. Lavoro a fianco del Dipartimento Politiche Antidroga (della Presidenza del Consiglio dei Ministri) per la realizzazione del Progetto EDU.CARE: 10 serate dedicate a 25 famiglie (50 adulti), con i loro figli, a discutere ed allenarci sull educazione nelle città di Trieste, Padova, Bolzano, Padova, Vicenza, Verona, Brescia e Genova. Dal mese di gennaio 2012 l Università della Famiglia è di nuovo stanziale presso la casa di Vago di Lavagno (VR), casa molto cara a San Giovanni Calabria. Don Antonio ha detto che questo sarà il Colle dell educazione. E potete scommetterci che sarà così. Accanto al progetto continuativo dell Università della Famiglia, nel triennio 2009-2011 sono stati realizzati diversi progetti territoriali differentemente articolati (da uno spazio di consulenza all ascolto telefonico, da una singola serata a tema fino a corsi di formazione). Sono stati interessati la zona di Tursi, in molti paesi delle province di Matera e Potenza, il Cassinate, la Brianza, con la prosecuzione dei progetti con capofila i comuni di Desio e Cesano Maderno. Nel Comune di Milano, grazie ad un contributo ai sensi della legge 285, per due anni sono state attive sei scuole genitori presso altrettanti istituti scolastici. Va ricordato in conclusione che l impegno maggiore in questo campo è stato nuovamente quello condotto in prima persona direttamente da don Antonio Mazzi sia in termini di quantità di serate che in quello di numeri complessivi dei fruitori delle proposte. 23

ACCOGLIENZA Con la scuola per la scuola La dimensione della relazione educativa ci sembra la via principale per realizzare interventi di tipo preventivo che incidano veramente sui cambiamenti, sugli stili di vita degli studenti. All azione di prevenzione rivolta contro un comportamento o una situazione a rischio è preferibile sostituire una prospettiva di intervento di tipo promozionale a favore del rinforzo dei comportamenti protettivi sia del ragazzo che del contesto in cui egli si muove; un tipo di prevenzione che coinvolge di più i fattori protettivi efficaci nei confronti della crescita complessiva della persona e della realizzazione di sé sostenendo la relazione educativa e le emozioni. Nel corso degli anni sono state abbandonate le interazioni occasionali con le scuole, salvo in situazioni specifiche. Il principio condiviso anche da noi che sta alla base degli interventi è la considerazione che i ragazzi non sono gli oggetti della prevenzione ma soggetti capaci di riflettere. Così come in tutta la storia di Exodus, anche nel triennio che stiamo prendendo in considerazione l impegno con, per e nella scuola è stato intenso. Le zone nelle quali si è sviluppato maggiormente questo tipo di azione sono il Cassinate, dove ormai da anni si sono allacciate collaborazioni continuative con diversi istituti, la Lombardia e in particolare Milano e provincia, il basso Garda, Verona e alcuni territori del Veneto, per alcuni particolari aspetti anche l isola d Elba. Attività proposte in questi anni: Assemblee di classe studenti scuole superiori; Formazione genitori; Formazione docenti; Sportello d ascolto per la prevenzione in età evolutiva scuole medie e primarie. Nell A.S. 2011/2012 c/o alcuni Comuni del territorio di Cassino sono stati svolti corsi di formazione misti per genitori e docenti sul tema della prevenzione/promozione del benessere in età evolutiva, del sostegno alla genitorialità, dei rapporti Scuola- Famiglia. A tale proposito ci si è occupati di costruire patti educativi di comunità per una nuova alleanza educativa tra Famiglia e Scuola. L unità di intenti tra gli adulti educatori si è rivelata utile per contrastare la società frammentata e migliorare l efficacia della proposta educativa: condivisione, dialogo, accompagnamento autorevole e rispettoso dei ragazzi nel loro cammino di crescita. Dopo più di venticinque anni di impegno diretto con la scuola sul fronte della riduzione della dispersione scolastica (vedi i numerosi progetti realizzati a partire dal 1985 di cui si è trattato nelle precedenti presentazioni e relazioni), nell anno 2010 la Fondazione Exodus ha deciso di promuovere una iniziativa ancora più consistente con l intento di sperimentare un vero e proprio nuovo modello di scuola che potesse andare incontro alle esigenze e alle caratteristiche degli alunni a forte rischio di dispersione e abbandono scolastico. Il Progetto donmilani2 nasce però anche con l ambizione di poter diventare una risorsa per tutta la scuola e non solamente per le fasce più marginali e a disagio. Azioni specifiche proposte: Colloqui di mediazione creativa tra genitori e scuola; Stesura dei Patti educativi di Corresponsabilità; Percorsi di riflessione sui temi dell educazione; Co-progettazione per la partecipazione attiva alla vita di comunità; Attivazione di un tavolo inter istituzionale permanente tra le agenzie formative del territorio Appello agli adulti che educano. 24

ACCOGLIENZA Lo spirito della casa Una delle dieci parole sulle quali da qualche tempo insiste maggiormente don Mazzi è fare casa. È l invito a educatori e ospiti a connotare come casa le nostre comunità. La comunità non deve ridursi a una offerta istituzionale ma presentarsi come spazio dell accoglienza, della famiglia, luogo in cui non ci si nasconde, luogo della parola vera e semplice. Per questo nelle case di Exodus ci sono i fiori, l arredamento e il giardino sono curati, si sente il profumo del pane cotto nel forno. NUMERO OSPITI (2009-2011) Totale Ospiti M F Totale Presenze Media Presenze 1316 82% 16% 205131 156 FASCE DI ETÀ (2009-2011) Minori 18-21 22-25 26-30 31-35 36-40 Over 40 Maschi 5% 11% 16% 15% 18% 15% 19% Femmine 11% 6% 18% 14% 13% 10% 13% PERMANENZE (2009-2011) Da 0 a 3 mesi Da 3 a 6 mesi Da 6 a 9 mesi Da 9 a 12 mesi Dimessi 220 4% 5% 11% 81% Interrotto 378 45% 25% 14% 15% Trasferito 107 45% 16% 19% 21% Arrestato 30 31% 17% 21% 31% Ancora in programma* 581 * al 1 gennaio 2012 25

ACCOGLIENZA Africo Via Provinciale, 15-89030 Africo (RC) Tel. 0964.991110 E-mail: africo@exodus.it Le nostre attività Formazione per adulti e giovani Turismo educativo Progetto donmilani2 Università della Famiglia Assisi Località Porziano - 06081 Assisi (PG) Tel. 075.802420 E-mail: assisi@exodus.it Le nostre attività Luogo di riflessione e formazione Accoglienza educativa La sede si configura come il secondo polo dell Università della Famiglia, luogo di accoglienza, di formazione per adulti e giovani. Rappresenta un osservatorio privilegiato sui fenomeni di crisi della famiglia, in quanto la struttura è collocata in un territorio dove i legami tradizionali familiari e la modernità convivono in un immagine che fa emergere insieme punti di forza e criticità. La Famiglia è il punto di riferimento di questa sede, oltre alle attività formative per genitori, famiglie e giovani, è stato aperto un Centro Diurno per minori provenienti da Africo e realtà vicine che vengono accolti e inseriti in diverse attività: recupero scolastico, giochi, animazione, teatro, musica, laboratori. La sede di Africo ospita da due anni il Progetto donmilani2 che offre la possibilità di conseguire la Licenza Media a alunni/e con gravi difficoltà di apprendimento e rendimento provenienti da paesi vicini quali Bianco, Ferruzzano, San Luca, Brancaleone, Platì, e altri. Da qualche anno opera anche una struttura ricettiva che pratica ospitalità di gruppi, famiglie e persone che vogliono passare dei periodi di vacanza misti a momenti di riflessione-formazione. Sono già state ospitate diverse centinaia di persone. È stata inoltrata la richiesta per essere autorizzati ad aprire una piccola comunità residenziale per tossicodipendenti nella fase avanzata del reinserimento sociolavorativo. La casa di Assisi è un luogo di incontro e di condivisione. Il progetto nasce nel 2003 come spazio di accoglienza, dando a questa parola significati ampi e diversificati. È possibile organizzare insieme momenti di formazione, di riflessione personale e comunitaria, campi educativi per adolescenti e giovani, momenti di condivisione per famiglie e associazioni e per tutti coloro che in momenti di difficoltà necessitano di uno spazio semplice e sereno. Accogliere è fare posto alle persone, ai volti, alle storie, facendosi compagni di strada. Esperienza fondamentale di questi anni è proprio la ricchezza nelle diversità, e la casa è cresciuta grazie a tutti coloro che sono passati di qui senza distinzione tra disagio e normalità, tra credenti e diversamente credenti, ma semplicemente narrando la vita. 26

ACCOGLIENZA Bondeno Via Provinciale, 98-44012 San Biagio di Bondeno (FE) Tel. 0532.882729 - Fax. 0532.882690 E-mail: bondeno@exodus.it Le nostre attività Comunità residenziale Progetto genitorialità Caccuri Località S. Lorenzo - 88833 Caccuri (KR) Tel. 0984.994369 E-mail: caccuri@exodus.it Le nostre attività Comunità residenziale Centro di ascolto La Casa di Carlotta è situata a S. Biagio, piccolo centro rurale del comune di Bondeno. La casa occupa la canonica della chiesa dedicata al santo e la quiete che la circonda è rotta dalla giocosità dei bambini. La Casa di Carlotta è una comunità terapeutica riabilitativa residenziale accreditata dalla regione Emilia Romagna come struttura specialistica per genitori dipendenti da sostanze d abuso e per donne in gravidanza. È una delle poche comunità presenti sul territorio nazionale che oltre ad ospitare le madri, ospita anche i padri o interi nuclei familiari. All interno della nostra equipe è presente una psicologa e una psicoterapeuta e offriamo diverse attività specialistiche: dinamica di gruppo, incontri individuali, incontri di coppia, gruppi di genitorialità, terapia familiare. La struttura è composta da 15 stanze. All esterno c è un grande giardino ricco di piante e fiori, con uno spazio per i bambini con altalene, sedie a dondolo e altri giochi e una zona dove si pranza nella bella stagione. Il venti maggio 2012 la casa è stata colpita dal terremoto che ha investito la zona. Nel momento in cui esce questa pubblicazione la comunità vive all interno dei container messi a disposizione dalla Protezione Civile della Provincia di Trento ed è ancora alla ricerca di una soluzione alternativa soddisfacente. Nata nel 99, la casa Exodus di Caccuri (KR) viene ospitata in una confortevole dimora del Comune collocata nel magnifico scenario delle pendici della Sila. Nel triennio 2009-2011 sono state accolte 156 richieste di aiuto, 75 persone hanno avviato un percorso educativo in comunità, tra questi 11 minorenni e 18 donne. La sede non offre soltanto programmi di accoglienza residenziale, ma svolge anche opera di prevenzione primaria e formazione attiva. In questo periodo sono stati infatti promossi incontri nelle scuole, sensibilizzando studenti e insegnanti. Significativo il fatto che nel corso di queste esperienze circa un centinaio di studenti è stato ospite nella casa, svolgendo delle attività insieme con gli ospiti. Vengono seguiti studenti universitari e volontari nelle attività esperienziale di formazione, tesi e tirocinio. Gli educatori e lo psicologo effettuano a loro volta percorsi di formazione continua, professionale e specialistica. Attorno alla comunità si è creata una rete importante di solidarietà e di scambio che coinvolge comunità locali, parrocchie ed enti no profit. Dal 2011 la sede collabora con la coop. Pegaso di Reggio Calabria. che si occupa di programmi di reinserimento sociolavorativo. Durante le Festività Natalizie del 2011, a Cosenza, è stato realizzato un evento significativo di solidarietà, grazie ad un contributo di UBI Banca. 27

ACCOGLIENZA Capranica La Casa Delle Arti Piazza VII Luglio, 6-01012 Capranica (VT) Tel. 0761.669974 Fax 0761.667143 E-mail: juppiter@exodus.it Le nostre attività Attività con i giovani di musica, sport, danza Progetto Aquile Reali Eventi di aggregazione Dal 1992 l Associazione Juppiter svolge attività rivolte a bambini, preadolescenti, adolescenti ma anche ragazzi diversamente abili, stranieri, giovani a rischio; fa prevenzione, crea percorsi di crescita e recupero attraverso la musica, lo sport, la danza, il giornalismo, i linguaggi multimediali, il teatro, i grandi eventi culturali, i centri di aggregazione, i convegni, le feste, coinvolgendo oltre mille giovani delle province di Viterbo e Rieti. Con Exodus l Associazione realizza grandi eventi di aggregazione, promozione culturale e sensibilizzazione giovanile. La sede di Capranica è la più antica. Qui è nata la prima scuola di musica e si concentrano alcune delle attività che sorreggono l Associazione: l ufficio progettazione, la segreteria permanente per le persone straniere e i corsi di alfabetizzazione, il centro d ascolto, la scuola di pittura anche per pazienti DSM, l internet point, il circolo cinematografico Filmcafé, l équipe comunicazione. L ultima conquista: la gestione della palestra comunale in cui si educano i bambini fin da piccoli a fortificarsi attraverso lo sport. La Casa di San Martino è una struttura data in gestione all Associazione dalla Provincia di Viterbo. Dispone di oltre 40 posti letto, una sala mensa, una sala conferenza e un laboratorio. Nella provincia di Rieti, con la collaborazione dell Associazione Valletiberina, è attivo un altro centro che attraverso il linguaggio della musica coinvolge nelle attività permanenti giovani provenienti dai comuni della Bassa Sabina. Cassino Via San Domenico Vertelle, 23-03043 Cassino (FR) Tel. 0776.311788 Fax. 0776.1721029 E-mail: cassino@exodus.it Le nostre attività Exodus, a Cassino dal 1990, è ospite in una cascina della comunità monastica di Montecassino. Nel triennio 2009-2011 il nostro Centro di Ascolto ha accolto 800 richieste di aiuto. Nella nostra Comunità residenziale sono entrate 200 persone con problemi di dipendenza. Il Centro diurno per giovani disabili ha accolto 18 ragazzi speciali. Con il Progetto UP! di Prevenzione nelle scuole abbiamo realizzato 150 incontri presso scuole medie e superiori incontrando circa 5.000 studenti e 200 insegnanti. 300 studenti hanno visitato la Comunità. L equipe dell Unità di Strada ha incontrato 9.000 ragazzi nelle strade e negli eventi e 2.500 giovani nei rave party. La Cooperativa ha seguito 29 programmi di reinserimento socio lavorativo attraverso attività di falegnameria, parcheggi, manutenzione del verde e l apicoltura legata alla Fattoria didattica. Sul fronte Internazionale, gli educatori di Cassino hanno compiuto viaggi all estero per un totale di 9 mesi ed abbiamo adottato un educatore honduregno ospitandolo in Comunità per uno stage formativo. Con il Progetto Integrazione abbiamo seguito 18 minori stranieri non accompagnati e 20 rifugiati richiedenti asilo, tutti provenienti da Paesi africani. Il Centro Giovanile, anche grazie ad eventi di piazza come Graffiti music e Mille giovani per la pace ha lavorato nel triennio con circa 5 mila giovani utilizzando come strumenti educativi lo sport, la musica, il volontariato. L équipe della casa si è potuta avvalere di 18 Volontari. 28

ACCOGLIENZA Cavriana Via Madonna Porta, 5-46040 Cavriana (MN) Tel. 037680.6292 Fax 037682249 E-mail: casadibeniamino@exodus.it Le nostre attività Attività con i giovani di musica, sport, danza Progetto Aquile Reali Eventi di aggregazione Gallarate Via Gorizia, 111-21013 Gallarate (VA) Tel. 0331200098 - Fax. 0331203045 E-mail: gallarate@exodus.it Le nostre attività Centro di Ascolto Centro per il reinserimento sociale e lavorativo La sede di Cavriana, conosciuta come Casa di Beniamino, si caratterizza come appartenente alla nuova tipologia di strutture ed include sia una Comunità per consumatori di nuove droghe che un centro polivalente a carattere sportivo e ricreativo. La sua potenzialità è data proprio da questa capacità di poter rispondere a più bisogni in tempo reale, con una finestra sempre aperta sull universo giovanile in costante e rapidissima evoluzione. La sede è accreditata presso la Regione Lombardia per 26 soggetti con problematiche di dipendenza di cui 2 in modulo di trattamento specialistico per alcol e polidipendenti. Rientra nell area pedagogica residenziale. La Casa di Beniamino trae il nome da un racconto biblico. Il significato che ne deriva è legato all importanza dell unità della famiglia come cardine e base di una società migliore e più solidale. Obiettivi: cura e recupero di adolescenti problematici; sviluppo delle nuove iniziative di prevenzione (carovana antisballo e Team Exodus); incremento delle attività del Centro Giovanile Polifunzionale; sport, musica, teatro, volontariato. La sede di Gallarate è una struttura di primo soccorso che accoglie persone che vivono in una condizione di grave marginalità sociale (tossicodipendenti, detenuti, senza fissa dimora, extracomunitari). Con gli ospiti della casa viene effettuata un attività di rieducazione utilizzando un approccio ergo terapeutico finalizzato a un loro reinserimento sociale e lavorativo. Inoltre è sede di uno dei Centri di Ascolto della Fondazione. Al fianco delle attività sopradescritte la sede realizza progetti in stretta collaborazione con le realtà istituzionali e associative presenti sul territorio, ad esempio il pranzo di Natale e Pasqua per senza fissa dimora organizzato ogni anno, le attività di prevenzione, serate di formazione rivolte ai genitori, affiancamento alla Protezione Civile nella gestione dell Emergenza Freddo. Nel marzo 2010, nell ottica di creare percorsi di reinserimento lavorativo per le persone accolte nell ultima fase di permanenza in comunità, è stata costituita la cooperativa sociale 4Exodus. Attività principali della cooperativa sono: manutenzione del verde, imbiancatura e tinteggiatura, traslochi e sgomberi, mercatini della solidarietà. Dal luglio 2011 la Fondazione si è presa carico, per conto del comune di Gallarate, dell accoglienza e dell assistenza dei profughi del nord Africa ospitando fino ad un massimo di 27 persone. Questa esperienza ha rappresentato un occasione di messa alla prova di soggetti in reinserimento, impegnati nella gestione burocratica, amministrativa, assistenziale e sociale. 29