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Pag.1/19 R E G I O N E B A S I L I C A T A COMUNE DI TRAMUTOLA (POTENZA) RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALL EMISSIONI IN ATMOSFERA PER L IMPIANTO DI FRANTUMAZIONI INERTI DELLA DITTA TULLIO, AI SENSI DELL ART.269 DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.I. ESTESA ALLA COLTIVAZIONE DELLA CAVA DI LOC. COZZI E DI RINNOVO DELL AUTORIZZAZIONE ALLE EMISSIONI IN ATMOSFERA PER L IMPIANTO DI PRODUZIONE DI CONGLOMERATI CEMENTIZI, GIÀ RILASCIATO IN DATA 2 LUGLIO 2004 CON D.D. 75F/2004/D COMMITTENTE CODICE ATECO ATTTIVITÀ TECNICO INCARICATO Ditta S.r.l. Dr. Giuseppe Farina Chimico COMUNE LOCALITÀ Tramutola (PZ) Cozzi DATI CATASTALI Foglio Catastale: n. 12 Particelle: n 591, 766, 768, 787, 788, 1037, 1039, 1038, 1040; UBICAZIONE CARTOGRAFICA IGM BACINO IDROGRAFICO COORDINATE U.T.M Foglio n. 505 Moliterno della Carta Topografica d Italia, a scala 1: 50.000 - Sezione IV Tramutola, a scala 1:25.000. Fiume Agri 33TWE66406510 Tramutola, dicembre 2014

Pag.2/19 I N D I C E 1.0 PREMESSA. 2.0 INTRODUZIONE AL PROBLEMA 3.0 PRODUZIONE, MANIPOLAZIONE, TRASPORTO, CARICO, STOCCAGGIO DI MATERIALI POLVERULENTI 3.1 Attività estrattiva 3.1.1 Abbattimento 3.1.2 Disgaggio del fronte 3.1.3 Sgombero 3.1.4 Trasporto 3.2 Frantumazione e Selezione Inerti 3.3 Impianto di produzione conglomerati cementizi 4.0 STIMA DELLE EMISSIONI DIFFUSE 4.1 Generalità 4.2 Dati a disposizione dei calcoli 4.3 Estrazione del materiale con escavatore meccanico (AP-42 13.2.3) 4.4 Carico dei mezzi 4.5 Frantumazione e selezione inerti 4.6 Erosione del vento dai cumuli (AP-42 13.2.5) 4.7 Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP-42 13.2.2) 4.8 Scarico inerti nelle tramogge impianto betonaggio 4.9 Scarico del cemento sfuso nel silos di stoccaggio 5.0 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Pag.3/19 1.0 PREMESSA La presente relazione tecnica accompagna la richiesta di Autorizzazione alle emissioni in atmosfera per l impianto di frantumazioni inerti, rilasciata in favore della Ditta Tavolaro Tullio con D.D. 75B1/2002/D1512 del 21/11/2002, ai sensi dell art.269 del D.lgs. 152/2006 (e s.m.i.) estesa alla coltivazione della cava come previsto dall art. 281, comma 3, del citato D.Lgs. 152/2006 e di rinnovo dell autorizzazione all emissioni in atmosfera già rilasciata in data 2 Luglio 2004 con determina 75F/2004/D per l impianto di produzione di conglomerati cementizi ubicato nella stessa area cava. Tale richiesta di autorizzazione è avanzata dalla Società S.R.L. per lavori di coltivazione mineraria della cava già di proprietà della Ditta Tavolaro Tullio sita in Località Cozzi del Comune di Tramutola (PZ). La presente relazione, quindi, tratta la valutazione delle emissioni di polveri provenienti dalle attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti ai sensi del Decreto Legislativo 152/2006 parte V titolo I, in relazione alla coltivazione della predetta cava di inerti. L area di cava ha una superficie catastale di 60.452mq, di cui 44.835 mq costituiscono l area estrattiva ed il piazzale (mq 17.096), il resto 15.617 mq sono fasce di rispetto e residui. Sono stati calcolati 294.256 mc di inerti estraibili, presumendo un estrazione di inerti pari a 30.000 mc/anno si prevede un periodo di esercizio delle attività estrattiva di 17 10 anni, mentre per il recupero ambientale occorrono circa 3 anni. La zona interessata dalla coltivazione è priva di vegetazione arborea e la vegetazione erbacea è rada e degradata. I terreni sui quali si articola l intervento sono classificati come pascoli di 3 a classe o incolto sterili. Sotto il profilo litologico si tratta di roccia calcarea, ricoperta in superficie da un sottile strato di suolo vegetale degradato, definibile come un litosuolo. All interno della stessa area di cava è in funzione un impianto di frantumazione e un impianto di betonaggio di proprietà della S.R.L.. I materiali escavati nell'area sono inerti calcarei idonei ad essere frantumati nell impianto di frantumazione ubicato nel piazzale della cava. Il trasporto dei materiali escavati e dei materiali a diversa granulometria prodotti (sabbia, risotto, brecce e pietrisco) viene effettuato all interno e all esterno della cava con idonei automezzi. La presente relazione viene redatta seguendo gli approcci modellistici proposti dall US-EPA (United States Environmental Protection Agency) nel documento: AP-42 Compilation of Air Pollutant Emission Factor reperibile sul sito web: www.epa.gov/ttnchie1/ap42/.

Pag.4/19 2.0 INTRODUZIONE L'attività estrattiva che viene svolta durante la coltivazione ed il recupero ambientale di tutta l area di cava comporta, inevitabilmente, la produzione, la manipolazione, il carico, il trasporto e/o lo stoccaggio di materiali polverulenti e con la presente, dopo la valutazione delle emissioni, si danno indicazioni e disposizioni sulle attività svolte per contenere dette emissioni, oltre a valutare la compatibilità dell'attività con i recettori sensibili esistenti. Le polveri prodotte dalle lavorazioni sono piuttosto fini e costituite da materiale inerte che non contiene né silice cristallina, né amianto. Le emissioni delle polveri saranno prodotte e distribuite durante la coltivazione ed il recupero ambientale. I lavori di coltivazione e di sistemazione sono effettuati durante tutto l'anno in relazione alla domanda, anche se nella stagione piovosa essi possono essere sospesi momentaneamente. Si stima, pur all interno di un estrema variabilità, una produzione media di 150,0 mc/d e di 30.000 mc/a su 200 gg di lavorazione annui per quanto riguarda gli inerti e di 168 ton/d e 38.860 ton/a su 220 gg di esercizio dell impianto di betonaggio per quanto riguarda il calcestruzzo prodotto in cava. L'area di cava è sottoposta a tutti gli agenti atmosferici (pioggia, neve, grandine, vento, irraggiamento solare). Geograficamente il sito è posto sulla collina di Cozzi, che è un rilievo facente parte dell Appennino Campano Lucano. Le colline di Cozzi e Torrette, con quota variabile da 657 m a 620 m, rispettivamente, si ergono come uno sperone roccioso al di sopra della piana alluvionale dell Agri, che si trova ad una quota media di circa 580.00 m s.l.m.. Il versante ovest della collina di Cozzi è piuttosto dolce e s immerge, con una lieve pendenza nelle coltri alluvionali laterali, ad est il versante è costituito dalla parete di cava e da pareti naturali che si presentano da acclivi a molto acclive, gradonate nell area di cava. Non esistono nelle vicinanze situazioni morfologiche tali da convogliare ed accelerare il normale scorrimento dei venti. In figura 1 sono indicati 3 recettori sensibili individuati: A. Civile abitazione di proprietà del Sig. Antonio Barbella B. Civile abitazione di proprietà del Sig. Domenico Fortunato C. Civile Abitazione di proprietà del Sig. Antonio Ponzio Nella stessa figura è indicato il punto di emissione individuato come E1 e relativo allo scarico di cemento sfuso nel Silos di Stoccaggio.

Pag.5/19 Le civili abitazioni sono poste a distanze tutte superiori ai 200 m dal punto assunto come rappresentativo. Le quote dei recettori sensibili sono piuttosto varie. Il fondo cava è posto alla quota di 601 m sul livello del mare. A tale proposito si considera che: la distanza misurata tra i recettori sensibili e l'area di cui alla presente relazione è stata calcolata rispetto ad un punto assunto come rappresentativo delle lavorazioni e del carico emissivo totale; il recettore C è posto ad una quota sensibilmente più alta di quella dove avverranno le lavorazioni in particolare per quanto riguarda la frantumazione ed è inoltre protetto dalla citata barriera antirumore. Scopo della presente relazione è quantificare e stimare le emissioni di particolato prodotte dalle lavorazioni in cava (compresa la frantumazione e l impianto di betonaggio), una volta fatto ricorso alle operazioni di mitigazione appresso descritte, e di valutarne gli

Pag.6/19 effetti ai fini del rispetto presso i recettori sensibili dei valori limite di PM10 e PM2,5 come individuati dal Dlgs 155/2010. La proporzionalità tra concentrazione ed emissioni,che si verifica in un certo intervallo di condizioni meteorologiche ed emissive molto ampio, permetterebbe di valutare quali valori di emissioni corrispondono ai valori limite per la qualità dell aria e, attraverso queste, stabilire delle emissioni di riferimento al di sotto delle quali non sussistono presumibilmente rischi di superamento o raggiungimento dei valori limite della qualità dell aria attribuibili alle attività oggetto di valutazione. Si aggiunge che non essendo in precedenza normato il valore di PM2,5 la stima e la valutazione si riferiscono al solo PM10. In assenza di altri riferimenti,per il confronto dei valori di proporzionalità,si è scelto di riferirsi alla Tabella 16 (appresso riprodotta) riportata dalle Linee Guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali pulverulenti elaborata dall Agenzia Regionale di Protezione della Toscana del 2009. Tabella 16 Valutazione delle emissioni al variare della distanza tra recettore e sorgente per un numero di giorni di attività compreso tra 250 e 200 giorni/anno Intervallo di distanza (m) del recettore dalla sorgente 0-50 50-100 100-150 >150 Soglia di emissione Risultato di PM10 (g/h) < 79 Nessuna azione 79-158 Monitoraggio presso il recettore o valutazione modellistica con dati sito specifici >158 Non compatibile (*) < 174 Nessuna azione 174-347 Monitoraggio presso il recettore o valutazione modellistica con dati sito specifici >347 Non compatibile (*) < 360 Nessuna azione 360-720 Monitoraggio presso il recettore o valutazione modellistica con dati sito specifici >720 Non compatibile (*) <493 Nessuna azione 493-986 Monitoraggio presso il recettore o valutazione modellistica con dati sito specifici >986 Non compatibile (*) (*) fermo restando che in ogni caso è possibile effettuare una valutazione modellistica che produca una quantificazione dell impatto da confrontare con i valori limite di legge per la qualità dell aria, e che quindi eventualmente dimostri la compatibilità ambientale dell emissione.

Pag.7/19 3.0 PRODUZIONE, MANIPOLAZIONE, TRASPORTO, CARICO, STOCCAGGIO DI MATERIALI POLVERULENTI 3.1 Attività estrattiva L'attività estrattiva e di sistemazione svolta nella cava si articola nelle seguenti fasi: 3.1.1 - Abbattimento L abbattimento della roccia viene effettuato con mezzi meccanici, come escavatori idraulici e ruspe con ripper. Lo scavo avverrà per lavoro in ritirata, con escavatore posto sulla sommità del gradone, ovviamente con enormi vantaggi in termini di sicurezza nel caso di distacco improvviso di materiale. Gli escavatori usati per la coltivazione sono a benna rovescia. Nel caso di attacco di un fronte subverticali dal piede del fronte, l altezza del gradone non deve superare mai quella raggiungibile dall organo di scavo (3,00 m - 3,50 m). 3.1.2- Disgaggio del fronte Durante i lavori di abbattimento primario si effettua sempre, a termine dei lavori giornalieri, l operazione di disgaggio del fronte, mettendo in sicurezza lo scavo, eliminando eventuali blocchi instabili e regolarizzando il fronte per le successive fasi di lavoro. 3.1.3- Sgombero Il materiale abbattuto viene sgomberato dal fronte di cava per essere trasportato alle successive lavorazioni o trattamenti e per consentire la prosecuzione delle operazioni di coltivazione sul fronte stesso. Le macchine usate per lo sgombero sono un escavatore idraulico cingolato e gommato, una pala caricatrice cingolata o gommata. Il materiale sgombrato viene caricato su dumper e/o camion per il successivo trasporto a distanza oppure trasportato direttamente al vagliatore. 3.1.4-Trasporto Il materiale abbattuto viene caricato dai mezzi di sgombero sui dumper e/o camion per essere trasportato all impianto di trattamento. L'escavatore cingolato a benna rovescia verrà utilizzato per le operazioni di coltivazione del materiale utile e per il carico sugli autocarri. Il materiale scavato è stoccato nell'area estrattiva per il tempo strettamente necessario se si trascura quello sopra il quale opera l'escavatore, ma immediatamente caricato sugli autocarri dotati di regolari teloni di copertura che lo condurranno immediatamente al di fuori dell'area di scavo. Il materiale inerte che verrà escavato è caratterizzato naturalmente da un certo grado di umidità che di fatto impedirà il sollevamento di polveri, per cui non sarà necessario intervenire anche perché non vi sarà il tempo per il materiale di asciugarsi. L allegato V - Parte I, alla Parte quinta del D.Lgs. 152/2006 indica le misure di mitigazione da prescrivere nelle fasi di produzione e manipolazione, trasporto, carico e scarico, stoccaggio e nel caso di materiali polverulenti contenenti specifiche categorie di sostanze

Pag.8/19 (tabelle A1, A2 e B). A tale proposito si dichiara che le sostanze indicate nelle tabelle citate o sono assenti (la maggior parte) oppure sono contenute nei limiti. 3.2 Frantumazione e selezione inerti Il materiale estratto viene trasportato ed immesso nell impianto di frantumazione che lavora con granulometria in entrate non superiore a 80 100 mm. Considerate le caratteristiche del materiale in sito è possibile ottenere quattro classi granulometriche di inerti selezionati, che risponde ad elevati standard qualitativi. L impianto è costituito dalle seguenti componenti: a) Gruppo primario completo di: tramoggia primaria con griglia di scarto, alimentatore, vaglio sgrossatore con rete, mulino rotativo a martelli con motorizzazione, nastro trasportatore con canalerie e passerelle ad un lato; b) Gruppo vagliatura e recupero completi di: vaglio vibrante a tre piani con reti motorizzazione e tramoggerie, nastri trasportatori con passerelle ad un lato; 3.3 Produzione di conglomerato cementizi L impianto per la produzione di calcestruzzi pronti per l uso si compone di diversi comparti realizzati, ciascuno, con strutture metalliche. Tali strutture sono connesse in maniera tale da formare un sistema che, dosando tra loro le diverse materie prime, porta alla preparazione del calcestruzzo ed al suo confezionamento all interno di autobetoniere. L unità produttivo, si compone di un impianto a secco, nel quale l aggiunta e l omogeneizzazione del legante (polvere di cemento), dell inerte (sabbia, ghiaia e ghiaietto) e dei reagenti chimici (acqua ed additivi) nelle giuste proporzioni, avviene all interno della betoniera. Le parti principali di cui si compone l impianto sono : Tramoggia di stoccaggio inerti di capacità di ca 80 mc; Nastro estrattore inerti; Dosatore inerti da 8.5 mc; Compressore ; Quadro comando Contalitri automatico 2 Silos Cemento di 100 mc ca cadauno Bilancia inerti Bilancia cemento Dosatore Cemento di capacità 2.0 mc Nastro per dosatore cemento Coclea Estrattrice Coclea elevatrice Nastro elevatore 2 Serbatoi d acqua

Pag.9/19 3.3.1 Ciclo Produttivo Gli inerti, cioè sabbia e ghiaia, nelle diverse pezzature, vengono scaricati dagli autocarri adibiti al loro trasporto su strada, direttamente nella zona di stoccaggio sul piano campagna, confinata da setti costituiti da cubi di calcestruzzo: una pala caricatrice provvede a spostare il materiale verso le griglie di alimentazione della tramoggia di carico. Dalle tramogge, durante la produzione del calcestruzzo, gli inerti vengono trasportati da nastri estrattori, presenti sotto la tramogge e da qui vengono estratti nelle debite proporzioni mediante pesatura con bilancia. Tale operazione di dosaggio serve a fornire il tipo di calcestruzzo conforme alle caratteristiche di prodotto richieste dall ordine. Dopo tale fase, attraverso un nastro estrattore gli inerti vengono immessi sul nastro di carico alle betoniere. Il cemento è scaricato tramite un sistema pneumatico, dalle autocisterne nel silos di stoccaggio a tenuta stagna di capacità già indicata ; la struttura di sostegno di tale unità di stoccaggio è costituita da una tralicciata in acciaio interamente saldata. Lo scarico del cemento dall automezzo al Silos di stoccaggio,avviene tramite un sistema pneumatico,mettendo cioè in leggera pressione il silos dell automezzo che comporta l emissione di particelle dal tubo di sfiato dello stesso silos in un circuito chiuso dotato di filtro e pertanto non interessante l ambiente circostante.

Pag.10/19 4.0 STIMA DELLE EMISSIONI DIFFUSE 4.1 Generalità Come prima cosa va detto che i modelli e le tecniche di stima qui utilizzati si riferiscono sia al PM10 ma anche a PTS (polveri totali sospese) e al PM2,5. Per queste due ultime frazioni tuttavia non sono state sviluppate analoghe valutazioni a quelle del PM10. Per il PTS non esistono valori soglia ai quali far riferimento ed essendo stato solo di recente normato il PM2.5 è risultato impossibile trovare in letteratura valori confrontabili all impianto preso qui in considerazione. Di fatto quindi in questo studio si farà riferimento al solo PM10. I metodi di valutazione e di stima delle emissioni sono quelli proposti e validati dall US-EPA (con gli adattamenti e le semplificazioni che si sono ritenute necessari), contenuti nel documento: AP-42 "Compilation of Air Pollutant Emission Factors. Ogni fase di attività capace di emettere polveri viene classificata tramite il codice SCC (Source Classification Codes). Le emissioni di PM10 (PTS e PM2.5) sono in genere espresse in termini di rateo emissivo orario (kg/h). Le sorgenti di polveri diffuse individuate nell'attività di cui si tratta si riferiscono essenzialmente ad attività e lavorazioni di materiali inerti quali ghiaia, sabbia e limi e,limitatamente,all impianto di betonaggio anche al cemento. Le operazioni considerate sono le seguenti (tra parentesi vengono indicati i riferimenti all AP-42 dell US- EPA): estrazione del materiale utile frantumazione e macinazione del materiale (AP-42 11.19.2) erosione del vento dai cumuli (AP-42 13.2.5) caricamento del materiale giudicato utile sui mezzi di trasporto transito dei mezzi di trasporto sulle piste di cava (AP-42 13.2.2) scarico inerti nelle tramogge impianto betonaggio e movimentazione scarico del cemento sfuso nel silos di stoccaggio.per una data lavorazione il flusso di massa totale dell emissione Ei(t) è dato dalla somma delle emissioni stimate per ciascuna delle singole attività in cui la lavorazione è stata schematizzata: Ei (t )=ΣADl (t ) EFi,l,m dove: i particolato (PTS, PM10, PM2.5) l processo m controllo t periodo di tempo (ora, mese, anno, ecc.) Ei rateo emissivo (kg/h) dell i-esimo tipo di particolato ADl attività relativa all l-esimo processo (ad es. materiale lavorato/h) EF i, l, m fattore di emissione

Pag.11/19 4.2 Dati a disposizione per lo sviluppo dei calcoli I dati necessari per procedere con il calcolo delle emissioni diffuse sono facilmente disponibili una volta note le caratteristiche della lavorazione (quantità oraria di materiale inerte lavorato, tipologia delle lavorazioni, lunghezza dei percorsi effettuati dai mezzi meccanici, dimensione dei cumuli, peso medio dei veicoli, ecc.). Nel nostro caso i dati utili possono essere schematizzati come segue: durata complessiva dei lavori stimata in 10 anni con una durata dell attività in giorni all'anno compresa tra 180 e 220 (in particolare si stimano in 200 i giorni di lavoro che saranno effettivamente fatti ogni anno); totale del materiale da scavare, frantumare e commercializzare 30.000 mc in banco corrispondente a circa 36.000 mc da trasportare per effetto del rigonfiamento ipotizzato pari a 1,2 volte; durata del lavoro di carico sugli autocarri 10 (dieci) viaggi al giorno con un trasporto giornaliero di 150 mc totali; durata giornata lavorativa 8 (otto) ore: lunghezza media della pista di cava 600 m; lunghezza percorso medio per autocarro dall'uscita dell'area estrattiva alla strada asfaltata ca 250 m. lunghezza percorso dall impianto di frantumazione all impianto di betonaggio 80 m lunghezza percorso dall impianto di betonaggio alla strada asfaltata ca 300 Di seguito viene calcolata quindi l'emissione giornaliera in ogni diversa fase di lavorazione procedendo poi alla sommatoria ed alle necessarie conclusioni. In particolare viene individuato come punto di emissione puntuale (E1) da sottoporre a verifiche semestrali il Silos di stoccaggio del cemento. 4.3 Estrazione del materiale con escavatore meccanico (AP-42 13.2.3) Non si considera lo scotico perché scotico e rimozione della roccia calcarea alterata sono stati effettuati nel 2007 per tutta la superficie di coltivazione per procurare il materiale occorrente alla costruzione di una barriera antirumore posta tra la proprietà Ponzio e l area di cava. L area di scotico è posta nella parte sommitale della cava ed in essa sono stati installati irrigatori per l abbattimento delle polveri. L'estrazione del materiale viene fatta con un escavatore cingolato a benna rovescia. Il materiale movimentato è umido. Poiché il materiale è umido non esiste uno specifico fattore di emissione e quindi si considera cautelativamente il fattore di emissione associato al 027-60 Sand Handling, Transfer and Storage in Industrial Sand and Gravel, pari a 1,30 x 10-3 lb/tons corrispondente a 3,9 x 10-4 kg/t di PM10 avendo considerato il 60% del particolato come PM10. Ipotizzando un peso di volume del materiale in banco pari a 2,1 t/mc (considerato il rigonfiamento) e trattando 39,4 t/h di materiale (10 viaggi x 15 mc = 150 mc ; 105 mc X 2.1 t/mc = 315 t /g ; 315 t/g/8h/g = 39,0 t/h) si ha un'emissione pari a 15,4 g/h.

Pag.12/19 4.4 Carico dei mezzi L'attività di carico mezzi sarà abbastanza costante per i circa 200 giorni all'anno di lavorazione. I viaggi saranno 10 al giorno dal fronte di scavo all impianto di frantumazione e considerato che per il 60 % gli inerti di diversa pezzatura sono trasportati all impianto di betonaggio se ne considerano 6 dall area frantumazione e 4 da questa all esterno su mezzi propri o di terzi che acquistano sul posto. Per la valutazione delle emissioni si è fatto riferimento al 025-06 BulkLoading Construction Sand and Gravel per il quale FIRE (The Factor Information REtrieval data system, FIRE) indica un fattore di emissione (peraltro piuttosto incerto) pari a 2,4 x10-3 lb/tons ovvero a 1,2 x 10-3 kg/t di materiale caricato. L'emissione calcolata considerando di caricare 630 t/d ( 2 volte il totale estratto considerando due volte le operazioni di carico) è pari a 94,5 g/h. 4.5 Frantumazione e selezione inerti Lungo la pista arrivano all impianto con i camion mediamente 100 mc/g, pari a 26,25 Mg/h di materiale prodotto nella cava. Si assumono trascurabili le emissioni dovute ai motori dei camion mentre a parte sono stimate le emissioni dovute al transito dei mezzi. La successione delle operazioni con indicate le quantità di materiale trattato sono così sintetizzate : 1. Carico nella tramoggia e griglia (100% Iniziale); 2. Trasporto con nastro alla frantumazione primaria del materiale di maggiore pezzatura 35 % Iniziale 3. Trasporto con nastro del materiale proveniente dalla frantumazione primaria alla vagliatura 35 % Iniziale 4. Trasporto con nastro e stoccaggio della I frazione 23 % Iniziale 5. Trasporto con nastro e stoccaggio della II frazione 12 % Iniziale 6. Trasporto con nastro del materiale di minore pezzatura alla frantumazione secondaria 65 % Iniziale 7. Trasporto con nastro del materiale proveniente dalla frantumazione secondaria alla vagliatura 65 % Iniziale 8. Trasporto con nastro e stoccaggio III frazione 40 % Iniziale 9. Trasporto con nastro e stoccaggio IV frazione 25 % Iniziale I fattori di emissione sono indicati con il codice identificativo SSC (Source Classification Code) dell AP-42 citato e tengono conto del fattore di mitigazione dovuto al bagnamento ; nel caso del carico della tramoggia in assenza si è fatto riferimento al 020-31 Truck unloading per la sua maggiore attinenza. Nella pagina seguente è riportato un prospetto dei valori di emissione stimati.

Pag.13/19 carico Attività Riferimento Parametri e Mitigazione tramoggia griglia nastro trasportatore Frantumazione Primaria Nastro trasportatore e 020-31 020-06 SCC (3-05- 020-01) 3-05-020-02 020-06 Vagliatura 020-02, 03, 04 Nastro trasportatore Nastro trasportatore Nastro trasportatore Frantumazione Sec- Nastro trasportatore 020-06 020-06 020-06 020-02,03 020-06 Vagliatura fine Nastro trasportatore Nastro trasportatore 020-21 020-06 020-06 Fattore di emissione (Kg/Mg) Quantità oraria media (Mg/h) Emissione media oraria g/h 8x10-6 39,4 < 1 2.3x10-5 13,4 <1 3.7x10-4 13,4 5.0 2.3x10-5 13,4 <1 3.7x10-4 13,4 5,0 2.3x10-5 9,1 <1 2.3x10-5 4,7 <1 2.3x10-5 25,6 <1 3.7x10-4 25,6 9,5 2.3x10-5 25,6 <1 1.1x10-3 25,6 28,2 2.3x10-5 15,7 <1 2.3x10-5 10,5 <1 Totale 48

Pag.14/19 Rimangono infine da valutare le emissioni dovute alle attività di prelievo e movimentazione del materiale dei cumuli.per questo si ricorre a quanto indicato nel paragrafo 1.3 e corrispondente al 13.2.4 Aggregate Handling and Storage Piles dell AP-42, individuando un fattore di emissione di 2.26x10-4 kg/mg di materiale movimentato utilizzando la formula relativa alle attività del periodo diurno e considerando una umidità del materiale del 4.8%. Ipotizzando che tutto il materiale lavorato sia movimentato, ma che l emissione di PM10 sia relativa soltanto a quello di dimensioni minori (cumulo di materiale fine) si ottiene una emissione oraria media pari a 2,7 g/h. 4.6 Erosione del vento dai cumuli (AP-42 13.2.5) Il materiale escavato, fatto salva la quota utilizzata per la ricollocazione, è caricato immediatamente sugli autocarri per essere trasportato all impianto di frantumazione. Non si considerano cumuli in questa fase fatta eccezione il cumulo sul quale opera l'escavatore che però è di dimensioni estremamente ridotte ed è costituito da materiale mediamente grossolano. I cumuli realizzati presso l impianto di frantumazione sono 4 ma ai fini del calcolo delle emissioni provocate dall azione del vento 2 (quelli del materiale più grossolano) non raggiungono il metro di altezza perché questo prontamente caricato. I primi due cumuli hanno un altezza di massima di 4,5 m e un diametro di base di 20 mt e quindi una superficie laterale pari a 344 mq. Poiché il rapporto altezza diametro sarà inferiore a 0,2 (4.5/20 = 0.225) il cumulo sarà da considerare alto con un fattore di emissione pari a 7.9 x 10-6 kg/mq. Il corrispondente rateo emissivo (considerando n. 2 cumuli e 5 movimentazioni ora) è di 27,2 g/h e deriva dall'applicazione della formula: Ei=EFi a movh Dove i è il particolato (PTS, PM10, PM2,5), EFi è il fattore areale di emissione dell'i-esimo tipo di particolato a è la superficie dell'area movimentata in mq movh è il numero di movimentazioni ora. Per gli altri due cumuli si considera un altezza massima di 1,0 m ed un diametro di 4 m e,quindi, cautelativamente un cumulo basso con un fattore di emissione più basso arrivando così alla determinazione di un carico emissivo dei due cumuli pari a 9.4/h 4.7 Transito di mezzi su strade non asfaltate (AP-42 13.2.2) Il transito dei camion sulle piste di cava è l aspetto più critico delle attività estrattive di cava ai fini della stima delle emissioni di particolato. Il materiale viene allontanato dal fronte di scavo con un percorso medio di 500 m di lunghezza per arrivare all impianto di frantumazione e di 80 m per arrivare da questo frantumato all impianto di betonaggio. Dall impianto di betonaggio alla strada asfaltata fuori dall area cava i mezzi di trasporto percorrono ca 300 m mentre di ca 250 m è la distanza dall impianto di frantumazione dalla strada asfaltata. Si ipotizza che il contenuto di silt del materiale che costituisce la pista sia pari al 12 % e che i camion abbia mediamente un peso a carico di 30 t e che vengano effettuati un numero di 10 viaggi al giorno dall area estrattiva all impianto di frantumazione, 6 da questo all impianto di betonaggio e altrettanti da questo alla strada

Pag.15/19 asfaltata,4 dall impianto di frantumazione all esterno per un totale di 8280 m percorsi. Si considera una giornata lavorativa di 8h. Utilizzando i dati nell espressione Unpaved road : EFi=Ki (s/12)eai(w/3)ebi dove: EFi è il fattore di emissione lineare in kg/km i particolato (PTS, PM10, PM2,5) s contenuto di limo del suolo in percentuale in massa (%) W il peso medio veicolo in t Ki, ai, bi sono coefficienti che variano a seconda del tipo di particolato si ottiene un fattore di emissione di 1,19 kg/km relativi alla frazione PM10. Moltiplicati questi per 15960 (doppio della somma delle distanze percorse) km percorsi si ottiene un emissione oraria di 2375 g/h. L'attività di trasporto è senza dubbio quella che determina la maggiore quantità di emissioni di particolato nell'area estrattiva ed è quella per cui si rende necessario intervenire efficacemente e decisamente. La percentuale delle emissioni del trasporto rispetto al totale nella cava in esame incide per il 91.3 %. In verità nel calcolo delle emissioni dovute al transito di veicoli su strade non asfaltate nei calcoli aventi fini inventariali si può considerare anche l effetto dovuto alla mitigazione naturale delle precipitazioni (pioggia) secondo l espressione: EEXT,i (kg / h) = Ei [(365 - gp) 365] dove : EEXT,i è il rateo emissivo per i-esimo tipo di particolato estrapolato per la mitigazione naturale gp è il numero di giorni nell anno con almeno 0.254 mm di precipitazione Ei è il rateo emissivo calcolato con l equazione precedentemente utilizzata. Già stimando un valore di di 60 gg di precipitazioni si otterrebbe una mitigazione naturale del 16%. L estrema variabilità del dato suggerisce quindi di non considerare la mitigazione naturale ma di procedere al calcolo della mitigazione con bagnatura delle piste e dei piazzali assumendo il dato già calcolato e quindi nelle condizioni peggiori. La dimostrazione dell'efficacia dell'abbattimento delle polveri con l'attività di bagnatura delle piste e dei piazzali interni all'area estrattiva può essere fatto agevolmente considerando la formula proposta da Cowherd et al. (1998) ed utilizzando per potenziale medio dell'evaporazione giornaliera (mm/h) il valore medio annuale del caso di studio riportato nel rapporto EPA (1998) pari P = 0,34 mm/h. La formula di Cowherd et al. (1998) è: C(%) = 100 (0,8 P trh τ)/l dove: C è l efficienza di abbattimento del bagnamento (%) rispetto all'emissione diffusa di polveri sottili P il potenziale medio dell'evaporazione giornaliera (mm/h) trh il traffico medio orario (1/h)

Pag.16/19 I la quantità media del trattamento τ l intervallo di tempo che intercorre tra le applicazioni Per ottenere l'abbattimento come stimato nelle pagine che precedono è necessario procedere ad un applicazione ogni 3 ore se si utilizzano 1 l/mq di acqua anche con un traffico medio di mezzi per ora pari a 5.2/h : C(%) = 100 (0,8 x 0,34 x 3.5 x 3) / 1 = 95,8 % 4.8 Scarico inerti nelle tramogge impianto betonaggio e movimentazione Anche in questo caso lo scarico degli inerti nelle tramogge e la loro movimentazione produce emissioni di tipo diffuso che diminuiscono quando il materiale è. Nello stimare in queste condizioni (bagnatura periodica del materiale e nella fase di scarico) l emissione totale di polveri diffuse derivanti dalle operazioni di carico delle tramogge e di movimentazione degli inerti si è assunto come fattore emissivo maggiormente attinente quello contrassegnato dal codice 202-32 (Scarico materiale frantumato) e pari con bagnatura ad acqua del materiale a 5 X 10E-5 Kg/Mg. Supponendo un quantitativo giornaliero lavorato di 70,0 Mc corrispondenti a 110 Mg con due scarichi della durata media di un ora se ne ottiene un carico emissivo orario di 2.7 g/h per lo scarico aumentato a 4.0 g/h per tenere conto del contributo dato dalla movimentazione su nastri singolarmente valutabile con valori inferiori a 1.0 g/h. Il valore di 4.0 g/h è naturalmente puntale e non medio ma in via cautelativa viene considerato come medio allo scopo nel calcolo complessivo di valutare le condizioni di carico emissivo limite ai fini della presente richiesta. 4.9 Scarico del cemento sfuso nel silos di stoccaggio Le operazioni di scarico del cemento nel silos di stoccaggio avvengono 2-3 volte al giorno per un tempo complessivo di 60 min. Per ridurre al minimo la dispersione di polveri nell ambiente si ricorre ad un sistema che mette in leggera pressione il silos dell automezzo che comporta l emissione di particelle di polveri dal tubo di sfiato del silos. Un filtro di abbattimento,costituito da 8 cartucce in poliestere,posto all uscita dallo scarico di aria,permette l abbattimento quasi completo delle polveri di cemento presenti nel flusso d aria in uscita. Queste le caratteristiche del filtro come desunte dalla scheda tecnica: Costruttore WAM S.p.A. Modello FC2J13v Superficie filtrante 13 m2 Numero di filtri 8 Tipologia A cartuccia in poliestere Portata 2.700 Nmc/h Costituiscono garanzia di buon funzionamento,di efficacia dell azione filtrante e di contenimento delle emissioni la manutenzione periodica e la sostituzione annuale delle cartucce.

Pag.17/19 Sulla base dei dati tecnici forniti dal costruttore e delle misure effettuate l emissioni possono stimarsi avvenire con una concentrazione massima di 10.0 mg/nmc in fase emissiva. Supponendo anche in questo caso che le operazioni di scarico del cemento si svolgano due volte al giorno con una portata di 2700 mc/h si ottengono emissioni di punta di 27.0 g/h. Quadro riassuntivo Sigla H Condotto m Sezione m2 T C V m/s Q NMc/h Tipo Emissioni Durata C Flusso Abbattimento E1 2.0 0.25 40 3.0 2700 Polveri 2 h/g 220 g/a 10,0 mg/nmc 27 g/h Filtro a cartucce

Pag.18/19 5.0 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La sommatoria delle emissioni di particolato delle varie fasi delle lavorazioni può essere letta nella tabella 1 Tab. 1 Sommatoria delle emissioni senza abbattimento sul transito dei mezzi Attività emissioni g/h PM10 Scavo ed estrazione del materiale 15,4 caricamento dei mezzi 94,5 Frantumazione 49,8 Erosione dei cumuli 36.6 Transito dei mezzi 2375 Scarico inerti nelle tramogge impianto 4.0 betonaggio e movimentazione Scarico del cemento sfuso nel silos di 27.0 stoccaggio Sommatoria 2602 Considerando gli abbattimenti operati nel transito dei mezzi si giunge alla sommatoria indicata in tabella 2 : Tab. 2 Sommatoria delle emissioni con abbattimento sul transito dei mezzi Attività emissioni g/h PM10 Scavo ed estrazione del materiale 15,4 Caricamento dei mezzi 94,5 Frantumazione 49,8 Erosione dei cumuli 36.6 Transito dei mezzi 99,2 Scarico inerti nelle tramogge impianto 4.0 betonaggio e movimentazione Scarico del cemento sfuso nel silos di 27.0 stoccaggio Sommatoria 326 In merito alle emissioni ed alla gestione corretta dell'area di cui trattasi vengono fatte una serie di considerazioni conclusive e vanno ribadite precise indicazioni comportamentali: 1. deve essere effettuata la bagnatura delle piste e dei piazzali del cantiere almeno 3 volte al giorno con un intervallo non superiore a 3 ore e con la quantità minima di 1 l di acqua al metro quadrato; 2. poiché nell'area vi sono necessariamente diverse lavorazioni in atto, è stata calcolata la sommatoria di tutte queste (rateo totale emissivo orario) che però non è detto che si verifichino tutte con l'intensità dichiarata e nello stesso momento anzi ciò non si verifica quasi mai. Ci saranno,dunque, parecchi momenti in cui la

Pag.19/19 sommatoria delle emissioni di particolato PM10 sarà ben più bassa di quella stimata; 3. la stima delle emissioni è stata fatta assumendo le condizioni più critiche 4. va tenuto presente la grande influenza che ha la stagionalità in quanto in gran parte dell'anno, specie durante i periodi piovosi non si hanno assolutamente problemi di sollevamento di polveri 5. assumendo come riferimento la proporzionalità tra emissioni diffuse e qualità dell aria proposta dalla tab 16 delle citate linee guida elaborate dall Agenzia Regionale di Protezione Ambientale della Toscana la distanza dei ricettori sensibili è tale da garantire abbondantemente, per quanto si vogliano e debbano considerare le differenze climatiche di contesto, il non superamento dei valori limite di qualità dell aria (493 g/h a fronte dei 326 g/h stimati per recettori sensibili posti ad una distanza > 150 m) per cause attribuibili alle attività oggetto della presente richiesta di autorizzazione alle emissioni in atmosfera 6. all impegno del committente di effettuare due serie di misurazioni di PM10 e PM2.5 nei pressi dei recettori sensibili nei mesi di Giugno e Settembre è affidata un ulteriore verifica delle valutazioni fatte relativamente alle attività di cava nel loro insieme. 7. all impegno del committente di effettuare misurazioni con cadenza semestrale della concentrazione di polveri in emissione dal Silos di Stoccaggio del cemento la verifica del rispetto dei limiti di emissione. Tramutola, dicembre 2014 Il Tecnico Incaricato