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La Legge 833/78. Sotto il profilo tecnico le più importanti innovazioni nell'istituzione del SSN sono rappresentate da: l'unificazione dei numerosi Enti che in epoca pre-riforma assicuravano la prevenzione sulle persone sane, l'assistenza ai malati o, infine, la riabilitazione degli infermi; la priorità accordata, almeno in linea di principio, alla prevenzione, in quanto gli Enti mutualistici assicuravano soltanto l'assistenza ai soggetti già affetti da malattia e non provvedevano ad interventi di tutela della salute; il potenziamento dei servizi assistenziali di primo livello con la creazione del Distretto sanitario di base, in accordo con le indicazioni fornite dall'organizzazione mondiale della sanità con il documento sulla salute per tutto l anno 2000 (Alma Ata,ottobre 1978) che prevedeva, tra l'altro, anche l'integrazione dei servizi sanitari con i servizi sociali. la soppressione degli Enti ospedalieri, che diventano parte integrante delle USL.

Sotto il profilo politico le più importanti innovazioni hanno riguardato: il rispetto del principio di eguaglianza, che prevede l'erogazione a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione sociale, delle medesime prestazioni a parità di bisogno con una equa distribuzione delle risorse sanitarie sul territorio; il decentramento dei poteri decisionali dal livello centrale al livello regionale e locale, con il Sindaco che mantiene il ruolo di autorità sanitaria periferica e diviene componente dell'assemblea generale della Unità sanitaria locale (USL); la gestione della USL affidata ad organi elettivi con rappresentanza delle minoranze ("i funzionari politici") piuttosto che ad organi tecnici ("i funzionari burocratici"), in quanto si sono ritenuti questi ultimi meno idonei a tutelare i diritti dei cittadini rispetto a coloro che sono eletti direttamente dai cittadini stessi.

Sotto il profilo economico si è tentato di: razionalizzare la spesa sanitaria, mediante l'introduzione della programmazione come strumento di controllo dell'impiego delle risorse e di un fondo sanitario nazionale unitario; recuperare l efficienza nei servizi con misure rivolte all'aumento della produttività complessiva dell'apparato sanitario; estendere una rete di controlli economico-finanziari a vari livelli del SSN. Il SSN è diventato, quindi, l'istituzione più importante e complessa del sistema sanitario, rappresentando altresì un'importante fonte di occupazione

Dal punto di vista istituzionale, il SSN venne articolato articolato su tre livelli (che sono stati poi mantenuti nelle successive riforme): Livello nazionale (statale o centrale) composto a sua volta da: organi di indirizzo (Parlamento, Consiglio dei Ministri, Ministero della sanità, Comitato interministeriale per la programmazione economica o CIPE); organi ausiliari tecnico-scientifici, con funzioni di studio, di proposta, di consultazione e, per certi aspetti, di amministrazione attiva (Consiglio Sanitario Nazionale, Istituto Superiore di Sanità, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del lavoro, Consiglio Superiore di Sanità);

Livello regionale (o intermedio) per l'esercizio delle funzioni legislative in materia di assistenza sanitaria (soprattutto sul piano organizzativo) nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato e per l'espletamento di funzioni amministrative proprie o delegate dallo Stato; Livello locale (periferico o territoriale) cui fanno parte i Comuni, le Associazioni dei Comuni e le Comunità montane per l'erogazione dei servizi sanitari tramite le Unità sanitarie locali (USL) ed i Distretti sanitari di base.

Decreti e norme attuative 833 (1) Al fine di dare concreto rilievo amministrativo alla legge di riforma 833/78, vennero immediatamente realizzati diversi decreti attuativi: DPR 20 dicembre 1979 n.761. Stato giuridico del personale delle Unità Sanitarie Locali DPR 31 luglio 1980 n.613. Riordinamento della Croce Rossa Italiana. DPR 31 luglio 1980 n.614. Ristrutturazione e potenziamento degli uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera e degli uffici veterinari di confine, di porto e di dogana interna. DPR 31 luglio 1980 n. 617. Ordinamento, controllo e finanziamento degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Decreti e norme attuative 833 (2) DPR 31 luglio 1980 n.618. Assistenza sanitaria ai cittadini italiani all estero. DPR 31 luglio 1980 n.619. Istituzione dell Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. DPR 31 luglio 1980 n.620. Disciplina dell assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell aviazione civile. Legge 8 agosto 1980 n.441. Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1 luglio 1980, n.285, concernente la disciplina transitoria delle funzioni dell assistenza sanitaria delle Unità sanitarie locali.

Le problematiche aperte dalla Legge 833/78.-1 La Legge di riforma sanitaria del 1978 avrebbe dovuto raggiungere la completa attuazione dopo questa serie di adempimenti da parte dello Stato, delle Regioni e delle stesse USL. Tuttavia la complessità di questi adempimenti, le scadenze fissate con scarso realismo, le difficoltà economiche ed organizzative, i contrasti tra Stato e Regioni da un lato e quelli tra forze politiche dall'altro e, infine, la mancanza di una cultura di programmazione sufficientemente diffusa ai vari livelli, ne hanno pesantemente limitato l'attuazione anche in considerazione di circa un centinaio di norme di aggiustamento e correzione, previste dai Decreti suddetti, che hanno comportato via via difficoltà tecniche crescenti.

Le problematiche aperte dalla Legge 833/78.-2 Un altro aspetto negativo è derivato dal fatto che la gestione dei grandi ospedali, affidata alle USL nel cui territorio sorgevano, divenne per le stesse USL talmente coinvolgente da far loro sacrificare, in pratica, la gestione degli aspetti non direttamente correlati con l'assistenza, tra i quali la prevenzione. In mancanza di indici e standard minimi di assistenza, alcune Regioni hanno largheggiato nella creazione di presidi e servizi sanitari, con spese elevate che - per il meccanismo di pagamento a piè di lista con "ripiano" finale da parte di Stato e Regione in vigore fino al 1992 - hanno gravato enormemente sull erario pubblico e quindi sulla collettività.

Le problematiche aperte dalla Legge 833/78.-3 Inoltre, il Parlamento, che aveva approvato la L 833/78, aveva previsto organi gestionali delle USL (Assemblea generale e Comitato di Gestione) di matrice politica che portarono ad inerzie amministrative e ad una gestione troppo spesso "consociativa", che rendeva difficile l'identificazione delle responsabilità in caso di cattiva amministrazione. Le considerazioni sopra esposte, unitamente alla grave crisi economica del Paese caratterizzata dalla svalutazione della lira nel settembre del 1992, hanno portato alla promulgazione di una legge-delega (L 421/92) che aveva come obiettivo prioritario la Riforma della previdenza, della finanza locale, della funzione pubblica e della sanità. Quest ultima è stata realizzata dal Governo con il D.Lgs 502/92 riguardante il "Riordino della disciplina in materia sanitaria".

Poco prima, in ossequio a quanto previsto dalla L 421/92 il Governo aveva provveduto, con più decreti legislativi, al riordino del Ministero della sanità (D.Lgs 266/93), dell'istituto superiore di sanità (D.Lgs 267/93), dell'istituto superiore di prevenzione e sicurezza del lavoro (D.Lgs 268/93), degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (D.Lgs 269/93) e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (D.Lgs 270/93), nonché alla istituzione dell Agenzia per i Servizi sanitari regionali (ASSR). In merito a questi provvedimenti,ed alla necessità di pervenire ad una riforma del sistema sanitario, si era attivato un acceso dibattito parlamentare, dal quale erano emerse alcune considerazioni rilevanti, che erano state recepite nella Legge Delega al Governo ed enunciate nella relazione programmatica del Presidente del Consiglio dei Ministri, resa in Parlamento per la concessione della fiducia.