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Transcript:

I rischi legati all organizzazione del lavoro e percorsi di buone pratiche in tema di conciliazione I PRINCIPALI ELEMENTI CONNESSI ALL ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO PER UNA ADEGUATA PREVENZIONE DEL RISCHIO Claudia Toso, Medico del Lavoro Responsabile Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro Sede Territoriale di Lecco ATS-Brianza

Distribuzione % aziende per classi dimensionali aziendali Italia Lombardia Monza e Brianza Lecco dati aggiornati al 2014 Fonte dati INAIL Banca Dati Statistica

Distribuzione % lavoratori per classi dimensionali aziendali Italia Lombardia Monza e Brianza Lecco dati aggiornati al 2014 Fonte dati INAIL Banca Dati Statistica

Distribuzione % aziende per gestione tariffaria Lombardia Monza e Brianza Lecco dati aggiornati al 2014 Fonte dati INAIL Banca Dati Statistica

LO STRESS E LE SUE DEFINIZIONI SULLA BASE DELLE EVIDENZE SCIENTIFICHE Le conoscenze e la ricerca sullo stress datano ormai molti decenni, tanto che la stessa definizione dello stress risulta problematica (H. Selye La cosa più stressante è dare una definizione allo stress ). Lo stress è la reazione avversa ad eccessive pressioni o ad altro tipo di richieste; esiste, comunque, una profonda differenza tra il concetto di pressione, fattore talvolta positivo e motivante, e lo stress che insorge quando il peso di tale pressione diventa eccessivo.

LE TAPPE DEL PERCORSO NORMATIVO Tra le novità introdotte dal D.Lgs. 81/08, di certo un ruolo di primo piano assume la definizione, mutuata dall Organizzazione Mondiale della Sanità, del concetto di salute intesa quale stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un assenza di malattia o d infermità (art. 2, comma 1, lettera o), premessa per la garanzia di una tutela dei lavoratori anche nei confronti dei rischi psicosociali. Contestualmente, con la definizione anche del concetto di sistema di promozione della salute e sicurezza come complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori (art. 2, comma 1, lett. p), viene introdotta una visione più ampia della prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro che rimanda a quelli che sono i principi della Responsabilità Sociale definita (art. 2, comma 1, lett. ff) come integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle aziende ed organizzazioni nelle loro attività commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Nel complesso delle attività di prevenzione, un ruolo di primo piano è assegnato allo studio dell organizzazione del lavoro, concretizzato nell inserimento all art. 15, comma 1, lett. d) del D.Lgs. 81/08, del rispetto dei principi ergonomici nell organizzazione del lavoro.

LE TAPPE DEL PERCORSO NORMATIVO Accordo europeo sullo stress da lavoro 08/10/2004 Recepimento accordo europeo in Italia 09/06/2008 D. Lgs 81/08 art. 28: la valutazione dei rischi deve riguardare tutti i rischi tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 2004, D. Lgs 106/09 comma 1-bis art. 28 La valutazione dello stress lavorocorrelato è effettuata nel rispetto delle indicazioni elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, e il relativo obbligo decorre dalla elaborazione delle predette indicazioni e comunque a far data dal 1 agosto 2010. L. 122/10 il termine di applicazione delle disposizioni di cui agli articoli 28 e 29 del D. Lgs. 81/08 in materia di rischio da stress lavoro-correlato, è differito al 31 dicembre 2010 Lettera circolare 18/11/2010: Indicazioni della Commissione consultiva per la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato

IL PARADIGMA DELL ACCORDO EUROPEO 08/10/2004 Non tutte le manifestazioni di stress sul lavoro possono essere considerate come stress lavoro-correlato lo stress lavoro-correlato è causato da fattori propri del contesto e del contenuto del lavoro, come l inadeguata gestione dell organizzazione e dell ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione... Il tema specifico delle molestie e della violenza sul posto di lavoro non è oggetto dell accordo sullo stress lavoro-correlato Eliminare o contenere i fattori stressogeni lavorativi comporta benefici per la salute dei lavoratori, ma anche vantaggi per l impresa

I FATTORI DI RISCHIO STRESSOGENI Contesto lavorativo: Cultura organizzativa Ruolo nell organizzazione Autonomia decisionale/controllo Relazioni interpersonali sul lavoro Interfaccia famiglia/lavoro Contenuti lavorativi: Ambiente di lavoro e attrezzature Pianificazione dei compiti Carico/ritmi di lavoro Orario di lavoro

I FATTORI DI RISCHIO STRESSOGENI CONTESTO DEL LAVORO CULTURA ORGANIZZATIVA RUOLO NELL ORGANIZZAZIONE SVILUPPO DI CARRIERA AUTONOMIA DECISIONALE/CONTROLLO RELAZIONI INTERPERSONALI SUL LAVORO INTERFACCIA FAMIGLIA/LAVORO Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi Ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità di altre persone Incertezza / blocco della carriera insufficienza / eccesso di promozioni, bassa retribuzione, insicurezza dell impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro Partecipazione ridotta al processo decisionale, carenza di controllo sul lavoro (il controllo, specie nella forma di partecipazione rappresenta anche una questione organizzativa e contestuale di più ampio respiro) Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di supporto sociale Richieste contrastanti tra casa e lavoro, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia carriera

I FATTORI DI RISCHIO STRESSOGENI CONTENUTI LAVORATIVI AMBIENTE DI LAVORO E ATTREZZATURE PIANIFICAZIONE DEI COMPITI CARICO/RITMI DI LAVORO ORARIO DI LAVORO CONTENUTO DEL LAVORO Condizioni fisiche di lavoro, problemi inerenti l affidabilità, la disponibilità, l idoneità, la manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentato o inutile, sottoutilizzazione, incertezza elevata Sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, alti livelli di pressione temporale Lavoro a turni, orari di lavoro rigidi, imprevedibili, eccessivamente lunghi o che alterano i ritmi sociali

I FATTORI DI RISCHIO STRESSOGENI ELEMENTI DA VALUTARE Indicatori di effetto ( eventi sentinella ) indici infortunistici, assenze per malattia, ricambio del personale, procedimenti e sanzioni, segnalazioni del medico competente Fattori di contenuto del lavoro ambiente di lavoro ed attrezzature pianificazione dei compiti carichi, ritmi di lavoro orario di lavoro, turni Fattori di contesto del lavoro funzione e cultura organizzativa ruolo nell ambito dell organizzazione l evoluzione e lo sviluppo di carriera, autonomia decisionale e controllo rapporti interpersonali al lavoro interfaccia casa-lavoro VALUTAZIONE OGGETTIVA Analisi su base documentale dei dati presenti in azienda Analisi delle caratteristiche del lavoro, su base osservazionale e documentale anche con uso di check list Analisi delle caratteristiche del lavoro, su base osservazionale e documentale anche con uso di check list VALUTAZIONE SOGGETTIVA impossibile Verifica della percezione soggettiva dei lavoratori mediante questionari, focus group o interviste semistrutturate Verifica della percezione soggettiva dei lavoratori mediante questionari, focus group o interviste semistrutturate

I FATTORI DI RISCHIO STRESSOGENI ELEMENTI DA VALUTARE Fattori propriamente soggettivi tensioni emotive e sociali sensazione di non poter far fronte alla situazione percezione di mancanza di attenzione nei propri confronti Fattori propriamente soggettivi (indicatori di effetto) disturbi e patologie riferibili allo stress alterazione parametri clinici/subclinici VALUTAZIONE OGGETTIVA impossibile Valutazione epidemiologica dei dati della sorveglianza sanitaria VALUTAZIONE SOGGETTIVA Verifica mediante questionari, focus group o interviste semistrutturate Verifica mediante questionari

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLO SLC le Linee Guida della Commissione Consultiva

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLO SLC le Linee Guida della Commissione Consultiva

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLO SLC le Linee Guida della Commissione Consultiva LA VALUTAZIONE PRELIMINARE Consiste nella rilevazione, in tutte le aziende, di indicatori di rischio da stress lavoro-correlato oggettivi e verificabili e ove possibile numericamente apprezzabili appartenenti a tre famiglie distinte: 1) eventi sentinella; 2) fattori di contenuto del lavoro; 3) fattori di contesto del lavoro. Relativamente agli strumenti da utilizzare, in tale prima fase possono essere utilizzate liste di controllo applicabili anche dai soggetti aziendali della prevenzione. Per quanto concerne il ruolo delle figure della prevenzione presenti in azienda, viene precisato che in relazione alla valutazione dei fattori di contesto e di contenuto occorre sentire i lavoratori e/o il RLS/RLST. Nelle aziende di maggiori dimensioni è possibile sentire un campione rappresentativo di lavoratori ; la modalità attraverso cui sentire i lavoratori è rimessa al datore di lavoro anche in relazione alla metodologia di valutazione adottata. È proprio tale marcato coinvolgimento dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti che caratterizza e rende peculiare la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato rispetto a quella degli altri rischi che, al momento, si limita a prevedere solo una consultazione preliminare degli RLS.

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLO SLC le Linee Guida della Commissione Consultiva LA VALUTAZIONE APPROFONDITA Tale fase va intrapresa, come approfondimento, nel caso in cui nella fase precedente, a seguito dell attività di monitoraggio, si rilevi l inefficacia delle misure correttive adottate e relativamente ai gruppi omogenei di lavoratori rispetto ai quali sono state rilevate le problematiche. A tal fine, le indicazioni della Commissione Consultiva prevedono la valutazione della percezione soggettiva dei lavoratori sulle famiglie di fattori/indicatori già oggetto di valutazione nella fase preliminare con la possibilità, per le aziende di maggiori dimensioni, del coinvolgimento di un campione rappresentativo di lavoratori. Gli strumenti indicati per la suddetta valutazione della percezione soggettiva sono individuati a titolo esemplificativo, tra questionari, focus group, interviste semistrutturate, fermo restando che, per le imprese fino a 5 lavoratori, in sostituzione, il datore di lavoro può scegliere di utilizzare modalità di valutazione (es. riunioni) che garantiscano il coinvolgimento diretto dei lavoratori nella ricerca delle soluzioni e nella verifica della loro efficacia.

IL MODELLO DI VALUTAZIONE DELLO SLC le Linee Guida della Commissione Consultiva FASE PROPEDEUTICA 1.Costituzione del Gruppo di Gestione della Valutazione La costituzione, su iniziativa del datore di lavoro, del Gruppo di Gestione della Valutazione cui partecipano: dirigente ad hoc delegato dal datore di lavoro, in raccordo con preposti, RLS/RLST, RSPP, ASPP e MC, ove nominato, ha l obiettivo di programmare e coordinare lo svolgimento dell intero processo valutativo modulando il percorso anche in funzione degli esiti. 2.Sviluppo di una strategia comunicativa e di coinvolgimento del personale Oltre ad un adeguata informazione diretta a tutti i lavoratori, inclusi dirigenti e preposti, è importante, in particolare, integrare tale momento informativo ad un adeguata formazione in relazione all attività/ruolo che alcuni lavoratori o loro rappresentanti andranno a svolgere nel processo valutativo. Particolarmente curata dovrà essere l informazione/formazione di quei lavoratori e/o RLS/RLST che, come indicato dalla Commissione Consultiva, saranno sentiti in merito alla valutazione dei fattori di contesto e di contenuto. La formazione, in particolare, sarà mirata ad un approfondimento della metodologia valutativa che si andrà ad applicare. 3.Sviluppo del piano di valutazione del rischio Si ritiene necessario lo sviluppo del piano di valutazione del rischio, in considerazione dell articolazione del percorso metodologico individuato dalla Commissione Consultiva e del previsto coinvolgimento, in diversi momenti, dei lavoratori o campioni degli stessi e/o dei loro rappresentanti, anche in funzione del fatto che la valutazione del rischio da stress lavorocorrelato è un processo dinamico, sviluppato per fasi, con la previsione di step di verifica.

Decreto Direzione Generale Sanità Regione Lombardia N 13559 del 10.12.2009 INDIRIZZI GENERALI PER LA VALUTAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO ALLA LUCE DELL ACCORDO EUROPEO 8.10.2004 (art.28 comma 1 DLgs 81/08 e succ. mod.) http://www.sanita.regione.lombardia.it/shar ed/ccurl/843/708/ddg%2013559%2010_1 2_2009.pdf

I CRITERI: VALORIZZAZIONE DEL PERCORSO Il processo di valutazione/gestione del rischio deve: essere promosso e gestito direttamente dal datore del lavoro e dal top management essere accompagnato da adeguate azioni informative e formative essere orientato alle soluzioni soprattutto di tipo collettivo, a forte valenza preventiva imperniarsi sulla partecipazione effettiva dei lavoratori garantire sempre e comunque la centralità degli attori interni della prevenzione (RSPP, Medico competente, RLS) integrarsi armonicamente (e non per mera sommazione) nel processo complessivo di valutazione dei rischi e nel relativo documento

Decreto Direzione Generale Sanità Regione Lombardia N 10611 del 15.11.2011 VALUTAZIONE DEL RISCHIO STRESS LAVORO-CORRELATO INDICAZIONI GENERALI ESPLICATIVE SULLA BASE DEGLI ATTI NORMATIVI INTEGRATI http://www.sanita.regione.lombardi a.it/cs/satellite?c=redazionale_p&c hildpagename=dg_sanita%2fdetai l&cid=1213290740219&pagename= DG_SANWrapper

DOCUMENTO CON INDICAZIONI ORIENTATE AL MIGLIORAMENTO

UNO STRUMENTO DI LAVORO http://centrostresslav oro-lazio.it/lo-stresslavorocorrelato/documenta zione/

LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO DATI GENERALI LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO EVENTI SENTINELLA LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO EVENTI SENTINELLA LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTENUTO DEL LAVORO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTENUTO DEL LAVORO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

LA VALUTAZIONE PRELIMINARE UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTENUTO DEL LAVORO

LA VALUTAZIONE PRELIMINARE UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTENUTO DEL LAVORO

UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTESTO DEL LAVORO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

LA VALUTAZIONE PRELIMINARE UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTESTO DEL LAVORO

UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTESTO DEL LAVORO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO AREA CONTESTO DEL LAVORO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

UNO STRUMENTO DI LAVORO IDENTIFICAZIONE DELLA CONDIZIONE DI RISCHIO LA VALUTAZIONE PRELIMINARE

LA VALUTAZIONE APPROFONDITA

LA VALUTAZIONE APPROFONDITA