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MARIA LUISA GIUDICI - BRUNO VILLA ANNA MARIA CALLEGARIN - LUIGI TAMBORINI NEMATODE DEL RISO: DIFFUSIONE E SPERIMENTAZIONE IN ITALIA Estratto da: «L Informatore Agrario» - Verona, LX (46), 2004

PRESSO IL CENTRO DI RICERCHE SUL RISO Nematode del riso: diffusione e sperimentazione in Italia Dalla sperimentazione per conoscere gli effetti di white tip nelle nostre condizioni ambientali e colturali emerge che è possibile tenere la malattia sotto controllo e conviverci senza perdite di produzione. Ritenendo impossibile l eradicazione, si potrebbe fissare una soglia di tolleranza per A. besseyi nel seme di riso tale da evitare perdite produttive in qualsiasi condizione di semina, a patto che tutti i lotti siano sottoposti ad analisi nematologica ufficiale prima di ottenere la certificazione, in modo da declassarlo da organismo di quarantena a organismo di qualità M.L. Giudici, B. Villa, A.M. Callegarin, L. Tamborini Aphelenchoides besseyi Christie è il nematode del riso che causa la malattia denominata white tip. Quest ultima prende il nome dal sintomo tipico, l apice bianco della foglia (foto 1), ed è stata molto studiata in Giappone e negli Usa negli anni 1950-60. La principale via di diffusione di A. besseyi è il seme, nel quale il patogeno può sopravvivere per tre anni in uno stato di anidrobiosi. La malattia causa perdite produttive comprese in media tra il 10 e il 30%, secondo la suscettibilità varietale e il grado di infestazione della semente (Prot, 1992). Sebbene il numero di studi relativi alle perdite produttive sia limitato, è stato dimostrato che la produzione diminuisce all aumentare del numero di nematodi nel seme (Huang, 1983). È stata stabilita una soglia di tolleranza (infestazione alla quale si incomincia a osservare qualche danno) di 30 nematodi vivi in 100 semi (Fucano, 1962), corrispondente a una riduzione produttiva del 5% per le varietà suscettibili. La soglia di danno economico equivale, invece, a 300 nematodi vivi in 100 semi (Yamaguchi, 1977). A. besseyi è diffuso principalmente per mezzo del seme, grazie alla sua capacità di rimanervi quiescente dopo l essiccazione e di riattivarsi con la reidratazione. Il numero di nematodi vivi, in grado quindi di trasmettere la malattia, diminuisce all aumentare dell età del seme (Sivakumar, 1987), tuttavia una buona conservazione della semente prolunga la sopravvivenza dei nematodi. A. besseyi può essere diffuso anche dall acqua di irrigazione e, in determinate condizioni, sopravvivere nei residui colturali (Prot, 1992), ma non rimane nel terreno (McGawley et al., Foto 1 - Sintomo tipico di white tip su foglie di riso 1984). Inoltre, A. besseyi può infestare un ampia gamma di ospiti (fragola, mais, soia, Setaria italica, ecc.), compresso alcune infestanti della risaia (riso crodo, Echinocloa spp., ecc.) (Prot, 1992; Ou, 1985; Tacconi e Ambrogioni, 1993). Essendo un nematode trasmesso dal seme, il trattamento della semente è il miglior metodo di controllo di A. besseyi: il trattamento termico con acqua calda è quello più efficace, sebbene non eradicante, ma è di difficile applicazione su grosse quantità di seme. Diversi trattamenti chimici permettono un buon controllo, ma non sono in grado di eliminare tutti i nematodi (Ou, 1985; Gergon e Misra, 1992). A. besseyi è presente nelle più importanti aree risicole del mondo in Africa, Nord-Centro e Sudamerica, Asia, Europa e Oceania (Prot e Gergon, 1994; Cabi/Eppo, 1998). Nella seconda metà degli anni 90 è stato segnalato su riso anche in Italia (Tacconi, 1996; Moletti, 1997). A. besseyi è un organismo da quarantena per molti Paesi (compresa l Unione Europea) in cui vigono regole per prevenirne l introduzione e la diffusione. Nell Unione Europea, la direttiva comunitaria n. /29 stabilisce che i semi di Oryza spp. possono essere importati da Paesi terzi solo se certificati esenti da A. besseyi o sottoposti a idoneo trattamento, mentre gli scambi tra gli Stati membri non sono soggetti ad alcun controllo. White tip in Italia Nel 1996 sintomi di white tip furono osservati per la prima volta in Italia in alcune risaie (Moletti, 1997) e A. besseyi fu estratto dal seme e da parti diverse di piante provenienti da coltivazioni infestate (Giudici e Villa, 1997). Da quel momento in poi, tutte le partite di seme prodotte sono state sottoposte ad analisi nematologica per la presenza di A. besseyi e sono state certificate solo quelle trovate esenti. L INFORMATORE A GRARIO 46/2004 69

Tabella 1 - Livello di infestazione delle partite di riso da seme italiane Numero Partite di riso da seme di nematodi/ 1997 1998 2002 2003 100 semi (*) n. % n. % n. % n. % n. % n. % n. % 0 845 90,0 953 96,7 936 97,1 932 96,5 943 96,3 898 94,1 875 95,6 1-30 81 8,6 32 3,2 28 2,9 34 3,5 35 3,6 56 5,9 40 4,4 31-300 8 0,9 1 0,1 0 0,0 0 0,0 1 0,1 0 0,0 0 0,0 > 300 5 0,5 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale 939 100,0 986 100,0 964 100,0 966 100,0 979 100,0 954 100,0 915 100,0 (*) 30 nematodi/100 semi: soglia di tolleranza; 300 nematodi/100 semi: soglia di danno economico. Tabella 2 - Percentuale di partite infestate di riso da seme delle principali varietà coltivate in Italia Tipo Varietà 1997 1998 2002 2003 Baldo 57,1 16,7 12,2 5,4 6,1 13,8 6,5 Carnaroli 50,0 5,9 0,0 3,6 14,3 27,5 23,5 Volano 46,2 8,0 0,0 5,7 2,9 8,2 5,0 Arborio 12,2 8,9 5,9 4,4 3,3 10,3 10,5 S. Andrea 4,2 0,0 5,6 5,7 0,0 7,6 0,0 Vialone nano 3,6 4,2 0,0 17,4 33,3 32,1 21,7 Roma 0,0 0,0 0,0 3,0 0,0 0,0 8,7 Balilla 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Selenio 2,9 0,0 1,8 1,3 0,0 0,0 0,0 Ariete 8,1 0,0 0,0 2,4 2,2 6,8 2,7 Loto 3,6 9,4 13,5 5,6 4,3 9,1 14,0 Nembo 0,0 0,0 0,0 1,9 2,0 0,0 Gladio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Thaibonnet 3,3 0,0 0,8 0,0 2,7 0,0 0,0 Lungo A o medio (per risotto) Tondo Lungo A (per parboiled) Lungo B Nella tabella 1 sono riportati i dati relativi all infestazione delle partite sottoposte ad analisi ufficiale dai Servizi fitosanitari regionali. Già nel primo anno di controllo (1997) solo il 10% delle partite è risultato infestato e solamente cinque partite avevano un grado di infestazione superiore alla soglia di danno economico (300 nematodi/100 semi). Negli anni successivi il grado di infestazione è sempre stato inferiore alla soglia di tolleranza (30 nematodi/100 semi). L analisi nematologica di tutte le partite e l ammissione alla certificazione esclusivamente di quelle esenti si è quindi dimostrata una procedura valida per abbassare rapidamente il grado di infestazione, tanto è vero che non sono mai stati riscontrati gravi danni nelle coltivazioni, se non in casi accertati di riutilizzo di seme aziendale non sottoposto ad analisi preventiva. È tuttavia interessante notare che la percentuale di partite lievemente infestate è rimasta pressoché costante dal 1998 ad oggi (mediamente circa 4%), risulta quindi arduo ipotizzare una futura eradicazione di A. besseyi. L analisi di tutte le partite di seme ha fornito anche interessanti informazioni circa la suscettibilità varietale e la malattia. È noto che le varietà hanno una diversa suscettibilità (Prot, 1992). Nella tabella 2 si riportano i dati riguardanti la percentuale di partite infestate delle principali varietà coltivate in Italia, riscontrato nel periodo 1997-2003. Le varietà tradizionali (Arborio, Baldo, Carnaroli, Vialone nano, Volano) sono le più infestate, mentre A. besseyi è stato trovato raramente nelle varietà di tipo indica (Gladio, Thaibonnet). Le vecchie varietà, avendo piante molto alte (il culmo della cv Carnaroli raggiunge i 120 cm) e suscettibili all allettamento, sono spesso coltivate in semina interrata e successiva sommersione. Poiché questa pratica colturale favorisce la trasmissione del nematode dal seme alla plantula, viene raccomandata la semina diretta in acqua per ridurre la popolazione del nematode (Gergon e Misra, 1992). Appena A. besseyi è stato rinvenuto in Italia, il seme della selezione conservatrice (nucleo) e/o della categoria pre-base delle principali varietà è stato trattato, ogni anno, con acqua calda (55-61 C per 10-15 min) per contenere la diffusione del nematode. Il trattamento ha ridotto rapidamente e sostanzialmente il grado di infestazione di A. besseyi nelle sementi delle categorie base e commerciali di queste varietà. Viceversa si è registrato un incremento del numero di lotti di seme infestati per alcune varietà non sotto- 70 L INFORMATORE A GRARIO 46/2004 poste al trattamento. Dopo il ritrovamento di A. besseyi in Italia, presso il Centro di ricerche sul riso dell Ente nazionale risi è stata avviata una sperimentazione per conoscere gli effetti di white tip nelle nostre condizioni ambientali e colturali, con particolare attenzione per la riduzione produttiva, la suscettibilità varietale, la sopravvivenza in campo del patogeno e i metodi di controllo. È stata, inoltre, studiata la diversa manifestazione dei sintomi delle principali varietà coltivate in Italia per rendere possibile l individuazione della malattia in campo (Giudici e Villa, 2003). In prima istanza, dal momento che non esiste un metodo ufficiale di analisi nematologica, è stato messo a punto un metodo efficace e affidabile per rilevare la presenza di A. besseyi nei semi (Villa e Giudici, 1998), ottenuto confrontando e modificando diversi metodi riportati in letteratura. In questa sede si riferiscono i risultati delle prove condotte per valutare l effetto dell infestazione di A. besseyi sulla coltivazione, accennando poi nelle conclusioni a quelli inerenti agli altri temi affrontati. Materiali e metodi La relazione tra il numero di nematodi presenti nel seme e la produzione è stata studiata per tre anni, sia in semina in acqua che in semina interrata e successiva sommersione, utilizzando le varietà Baldo, che manifesta i tipici sintomi di white tip, e Cripto, che invece non manifesta alcun sintomo fogliare. Lo stesso seme è stato utilizzato in entrambe le condizioni di semina, alla dose di 180 kg/ha per tutte le prove. Sono stati confrontati i seguenti quattro gradi di infestazione, espressi come numero di nematodi in 100 semi: 0-30-300 e un grado massimo di infestazione che variava con l anno e la varietà. Per ogni prova è stato adottato un piano sperimentale a blocco randomizzato con quattro ripetizioni. Nel il seme proveniva da quattro partite diverse con diverso grado di infestazione e quello non infestato è stato sottoposto a trattamento termico con acqua calda a 59-60 C per 15 min per garantire il grado di infestazione «0». Nel e, invece, il seme proveniva tutto dal lotto con il grado di infestazione più alto. Una parte di questo seme è stato trattato con acqua calda a 55 C per 15 min per ottenere il grado di infestazione «0». Il seme trattato è stato in seguito mischiato con quello infestato fino a raggiungere i gradi di infestazione desiderati di «30» e «300». Per l analisi nematologica è stato seguito il metodo sopra citato (Villa e Giudici, 1998). Per la semina in acqua (foto 2), le parcelle, di area variabile negli anni da 28 a 37 m 2, erano separate longitudi-

te anche raccolte 10 pannocchie per parcella per rilevare il numero di spighette per. Nelle prove in semina interrata (foto 3), la misura delle parcelle variava secondo gli anni da 41 a 69 m 2 e la semina è stata eseguita con una seminatrice sperimentale, impostata per una distanza tra le file di 15 cm e una profondità di semina di 2-3 cm. Le parcelle, circondate da argini, sono state sommerse allo stadio di 3 a -4 a foglia del riso, con una gestione autonoma dell acqua per evitare il passaggio dei nematodi da una parcella all altra. Sono state misurate l altezza della pianta e la lunghezza della di 40 piante per parcella e sono stati raccolti a mano 20 campioni di 0,25 m 2 per rilevare gli stessi parametri sopra menzionati. Anche in questo caso la produzione è stata misurata sull intera parcella che è stata raccolta con una mietitrebbia parcellare. Nel sono state raccolte anche 20 pannocchie per parcella per rilevare il numero di spighette per. Risultati Foto 2 - Semina in acqua: parcelle separate longitudinalmente da argini e trasversalmente da ondolux per gestire separatamente l acqua Foto 3 - Semina interrata: parcelle, circondate da argini, con una gestione autonoma dell acqua per evitare il passaggio dei nematodi da una parcella all altra nalmente da argini e trasversalmente da ondolux per gestire separatamente l acqua e prevenire, così, la diffusione dei nematodi da una parcella all altra tramite l acqua stessa. Il seme è stato distribuito a mano e, dopo circa una settimana, le parcelle sono state asciugate per un breve periodo per favorire il radicamento. A fine ciclo, prima di raccogliere con una mietitrebbia parcellare, sono state misurate l altezza della pianta e la lunghezza della di 20 piante per parcella e sono stati raccolti a mano 8 campioni di 0,25 m 2 per eseguire i seguenti rilievi: investimento, sostanza secca, peso dei 1.000 semi, numero di nematodi in 100 semi. La produzione è stata misurata sull intera parcella. Nel sono sta- I risultati sono esposti nelle tabelle 3 e 4, tranne quelli relativi alla prova del in semina interrata con la cv Baldo che non sono riportati perché inficiati da problemi subentrati nel corso della coltivazione. In generale, la perdita produttiva aumenta all aumentare del grado di infestazione. Tutti i parametri colturali mostrano il medesimo andamento della produzione, eccetto l investimento. Le differenze riscontrate nel numero di culmi/metro quadrato nel sono dovute al diverso peso dei 1.000 semi delle partite utilizzate, mentre negli altri due anni sono imputabili a una riduzione della germinabilità causata dal trattamento termico in acqua calda. Prendendo in considerazione i dati relativi all investimento, sembra che l effetto negativo del trattamento termico, che si verifica soltanto quando il seme è molto infestato (Villa e Giudici, 2004), sia esaltato dalla semina interrata: questo aspetto potrebbe essere chiarito solo da una sperimentazione specifica. Se si confrontano le due tecniche colturali, è evidente che la riduzione produttiva è stata maggiore in semina interrata in tutti gli anni e per entrambe le varietà. Al massimo grado di infestazione, la riduzione produttiva maggiore è stata raggiunta dalla cv Cripto (tabella 3), in semina interrata nel e in semina in acqua nel : la prima corrisponde a 53,1%, la seconda a 41,5%. Tuttavia va sottolineato che nel l andamento climatico è stato molto favorevole a A. besseyi e che negli altri anni la riduzione produttiva in semina in acqua non ha superato il 28,8% (tabella 3). Nella coltivazione con semina interrata la produzione non presenta differenze significative tra il grado di infestazione massima e il grado «300», eccetto che per Cripto nel (tabella 3); al contrario, nella coltivazione tradizionale in acqua questa differenza è significativa. Al grado di infestazione «30», nella semina interrata la produzione è significativamente più bassa che al grado «0», mentre nella semina in acqua la differenza non è significativa: questo è il dato che meglio evidenzia il diverso impatto che la malattia ha nelle due tecniche colturali. La più alta riduzio- L INFORMATORE A GRARIO 46/2004 71

Tabella 3 - Parametri colturali delle varietà Baldo e Cripto in semina in acqua e in semina interrata utilizzando seme con quattro diversi gradi di infestazione Grado di infestazione Produzione ( 1 ) (t/ha) Riduzione produttiva ( 2 ) (%) Altezza pianta ( 3 ) (cm) Lunghezza (cm) Investimento ( 4 ) (culmi/m 2 ) Sostanza secca ( 4 ) (g/m 2 ) Peso 1.000 semi (g) Spighette/ (n.) Baldo SEMINA IN ACQUA 0 8,41 a 92,8 a 18,2 a 297 a 1.760 a 41,0 a 30 8,31 a 1,2 91,9 a 18,0 a 311 a 1.863 a 40,8 a 300 8,12 a 3,5 90,7 a 18,1 a 292 a 1.749 a 40,4 a 1.200 6,45 b 23,3 82,9 b 17,5 a 315 a 1.741 a 38,2 b 0 7,22 a 95,2 a 16,4 a 386 a 1.739 a 36,7 a 30 7,05 a 2,5 94,9 a 16,6 a 391 a 1.749 a 35,4 ab 300 6,43 b 10,9 92,4 ab 16,7 a 381 a 1.783 a 34,6 bc 900 5,38 c 25,6 90,0 b 15,5 b 386 a 1.699 a 33,4 c 0 7,70 a 91,6 b 18,7 a 326 a 1.608 a 41,8 a 104 a 30 7,85 a 0,0 95,1 a 19,1 a 321 a 1.687 a 41,3 a 111 a 300 7,11 b 7,6 90,1 b 18,6 a 329 a 1.543 a 39,1 b 103 a 700 6,30 c 18,1 85,8 c 17,5 b 316 a 1.381 b 38,8 b 99 a SEMINA INTERRATA 0 7,61 a 96,5 a 16,0 a 286 c 1.570 a 35,4 a 30 5,19 b 31,8 87,5 b 16,1 a 307 b 1.510 ab 28,4 b 300 4,44 c 41,7 79,3 c 15,2 b 350 a 1.462 bc 25,9 c 900 4,41 c 42,0 79,2 c 14,7 c 359 a 1.408 c 25,4 c 0 8,30 a 94,8 a 18,8 a 249 b 1.601 a 41,7 a 128 a 30 7,30 b 12,0 89,8 b 18,5 b 237 b 1.430 b 38,1 b 133 a 300 5,73 c 31,0 81,7 c 17,0 c 281 a 1.363 b 32,3 c 109 b 700 5,70 c 31,3 81,0 c 17,0 c 287 a 1.323 b 32,1 c 101 b Grado di infestazione Produzione ( 1 ) (t/ha) Riduzione produttiva ( 2 ) (%) Altezza pianta ( 3 ) (cm) Lunghezza (cm) Cripto SEMINA IN ACQUA 0 8,95 a 69,2 a 15,1 a 429 a 1.713 a 31,4 a 30 8,93 a 0,3 68,9 a 15,3 a 400 a 1.761 a 31,1 a 300 8,59 a 4,0 67,2 a 14,2 b 423 a 1.685 a 31,0 a 800 7,99 b 10,8 65,4 a 13,8 b 445 a 1.693 a 29,7 b 0 7,70 a 72,7 a 15,2 a 464 a 1.772 a 27,8 a 30 7,60 a 1,3 71,7 a 15,1 a 489 a 1.725 a 27,9 a 300 6,22 b 19,2 71,4 a 15,0 ab 488 a 1.781 a 26,8 b 900 4,50 c 41,5 70,8 a 14,7 b 485 a 1.630 b 25,9 c 0 8,31 a 67,3 a 15,7 a 424 a 1.544 a 31,3 a 97 a 30 8,47 a 0,0 67,1 a 15,7 a 414 a 1.575 a 31,1 a 107 a 300 7,56 b 9,0 66,9 a 15,6 a 430 a 1.531 a 29,7 b 101 a 900 5,92 c 28,8 62,6 b 14,2 b 428 a 1.403 b 27,6 c 96 a SEMINA INTERRATA 0 9,50 a 71,7 a 16,8 a 252 b 1.560 a 32,0 a 30 8,27 b 13,0 68,9 b 16,0 b 262 b 1.428 b 29,9 b 300 6,52 c 31,4 63,0 c 14,9 c 266 b 1.265 d 26,5 c 800 6,24 c 34,4 62,4 c 14,2 d 313 a 1.332 c 25,4 d 0 8,21 a 75,0 a 15,4 a 366 b 1.726 a 26,7 a 30 5,69 b 30,7 71,8 b 14,7 b 377 b 1.620 ab 24,3 b 300 4,90 c 40,3 66,1 c 13,5 c 385 b 1.523 b 23,6 b 900 4,76 c 42,1 65,8 c 13,5 c 435 a 1.581 b 22,5 c 0 8,71 a 67,2 a 16,8 a 307 a 1.470 a 31,1 a 130 a 30 8,07 b 7,3 67,1 a 16,7 a 308 a 1.448 a 31,1 a 122 ab 300 5,37 c 38,4 62,8 b 16,1 b 342 a 1.287 b 26,7 b 110 bc 900 4,09 d 53,1 58,6 c 14,3 c 330 a 1.158 c 24,9 c 97 c ( 1 ) Dato espresso al 14% di umidità. ( 2 ) Rispetto al grado di infestazione = 0. ( 3 ) Misurata da terra al nodo paniculare. ( 4 ) Determinata su tutta la pianta radici escluse. A lettere diverse corrispondono differenze significative per p < 0,05 (test di Duncan). Investimento ( 4 ) (culmi/m 2 ) Sostanza secca ( 4 ) (g/m 2 ) Peso 1.000 semi (g) Spighette/ (n.) ne produttiva al grado di infestazione «30» in semina in acqua, pari al 2,5%, è stata raggiunta da Baldo nel (tabella 3) quando, come si è detto, il clima era molto favorevole alla malattia. In semina interrata la riduzione produttiva al grado di infestazione «30» oscilla dal 7,3% di Cripto al 31,8% di Baldo (tabella 3), rispettivamente nel e. Sia l altezza della pianta che la lunghezza della (foto 4) diminuiscono maggiormente nella semina interrata rispetto a quelle in semina in acqua. Anche la riduzione del peso dei 1.000 semi è maggiore nella semina interrata e ciò è dovuto a una riduzione delle dimensioni delle spighette (foto 5). Il numero di spighette per, rilevato solo nel, non presenta differenze significative nella semina in acqua, ma varia in modo significativo nella semina interrata. Per quanto riguarda l infestazione riscontrata alla raccolta nella semina in acqua, il numero di nematodi trovato 72 L INFORMATORE A GRARIO 46/2004 in 100 semi è simile o inferiore al grado di infestazione iniziale per tutti i trattamenti (tabella 4). In particolare, al grado di infestazione «30» è stato trovato un numero variabile da 15 a 74, quest ultimo quando il clima era molto favorevole a A. besseyi. Il fatto che qualche nematode sia stato rinvenuto anche al grado di infestazione «0» conferma che il trattamento termico con l acqua calda non è eradicante. Conclusioni Le prove condotte confermano che A. besseyi provoca danni più gravi in condizioni di semina interrata. All aumentare del grado di infestazione diminuiscono, oltre alla produzione, il peso dei 1.000 semi, la sostanza secca, il numero di spighette per, l altezza della pianta e la lunghezza della. Anche la qualità del riso lavorato viene influenzata perché i granelli sono malformati e di dimensioni inferiori. Nella semina in acqua, sebbene i valori dei parametri sopracitati decrescano gradualmente, il danno è meno grave. In particolare, la differenza tra tutti i parametri al grado di infestazione «30» e quelli al grado di infestazione «0» non è significativa. Inoltre è interessante notare che il numero di nematodi in 100 semi riscontrato alla raccolta è inferiore o simile al grado di infestazione iniziale. Questi dati suggeriscono pertanto che il limite di tolleranza di 30 nematodi in 100 semi, riportato in letteratura, potrebbe essere valido anche per l ambiente italiano nella tradizionale e più diffusa semina in acqua. Tale limite sembra, invece, troppo alto per la semina interrata. Per quanto riguarda i risultati della sperimentazione condotta in Italia su altri aspetti di questa fitopatia, sono state confermate le informazioni ottenute in altri Paesi. È stata riscontrata un ampia differenza varietale nella suscettibilità e nell espressione dei sintomi; a questo propo-

sano malato sano Foto 4 - Le pannocchie infestate da A. besseyi sono più corte, hanno meno spighette e spesso non sono completamente eserte. Si nota anche il sintomo tipico sulla foglia paniculare malato Foto 5 - Le spighette infestate da A. besseyi sono malformati e di dimensioni inferiori sito le varietà italiane possono essere divise in tre gruppi sulla base dei sintomi fogliari (Giudici e Villa, 2003). La maggior parte delle varietà di tipo indica coltivate in Italia potrebbe costituire un quarto gruppo, perché le piante non presentano alcun sintomo. Per quanto concerne la trasmissione della malattia, il principale mezzo di diffusione di A. besseyi è il seme, anche se l acqua di irrigazione può portare l infestazione da un campo all altro. La sopravvivenza in campo del nematode non è mai stata dimostrata: seminando seme sano in risaie dove l anno precedente si era verificata una forte infestazione (circa 1.300 nematodi/100 semi), la malattia non si è mai manifestata nei tre anni in cui la prova è stata ripetuta, sia in semina in acqua che in semina interrata (dati non pubblicati). I nematodi erano stati, tuttavia, trovati sia nelle paglie raccolte nei suddetti campi (dati non pubblicati) sia nei semi di infestanti quali riso crodo, Cyperacee e Echinocloa spp. (Villa e Giudici, 1998). Il trattamento termico del seme con acqua calda si è confermato il miglior metodo di controllo di A. besseyi: un trattamento per 10-15 min a 55-61 C uccide i nematodi senza influenzare la germinabilità del seme delle principali varietà coltivate in Italia, eccezione fatta per semente molto infestata (Villa e Giudici, 2004). È, però, possibile attuare questo trattamento solo su piccole quantità di seme, ad esempio quello della selezione conservatrice (nucleo). Sono stati anche saggiati diversi trattamenti chimici del seme, immergendolo in varie soluzioni per 24-48 ore prima della semina. È stato ottenuto Tabella 4 - Nematodi alla raccolta dopo coltivazione in semina in acqua di riso con 4 gradi di infestazione Baldo Cripto grado di nematodi alla grado di nematodi alla infestazione raccolta (*) infestazione raccolta (*) 0 0 0 0 30 30 30 53 300 142 300 169 1.200 615 800 524 0 2 0 1 30 42 30 74 300 422 300 395 900 673 900 668 0 1 0 1 30 15 30 17 300 335 300 242 700 417 900 613 (*) Numero di nematodi/100 semi, media di 5 campioni da 100 semi. un buon controllo, ma non l eradicazione (dati non pubblicati). Premesso che andrebbe valutato l impatto ambientale di un eventuale trattamento chimico, è importante sottolineare che nessuno dei prodotti testati è registrato nell ambito dell Unione Europea per il trattamento della semente di riso e che nessuno di quelli registrati risulta efficace. Le osservazioni effettuate e i risultati ottenuti nella sperimentazione pluriennale, la bassa percentuale di partite di riso da seme infestate, i livelli di infestazione molto inferiori alla soglia di tolleranza riscontrati dalle analisi nematologiche ufficiali degli ultimi anni dimostrano che è possibile tenere la situazione sotto controllo e convivere con questa malattia senza incorrere in perdite di produzione. D altra parte si ritiene impossibile raggiungere l eradicazione di A. besseyi dalla semente di riso in Italia e nell Unione Europea, anche perché il reimpiego di seme aziendale, pur limitato, consente la sopravvivenza e la diffusione del patogeno. Per questi motivi, si potrebbe fissare una soglia di tolleranza per A. besseyi nel seme di riso, a patto che tutti i lotti siano sottoposti ad analisi nematologica ufficiale prima di ottenere la certificazione. Potrebbe essere stabilita una soglia tale da evitare perdite produttive in qualsiasi condizione di semina. In questo modo A. besseyi potrebbe essere declassato da organismo di quarantena a organismo di qualità: il Comitato fitosanitario permanente dell Unione Europea sta valutando la proposta italiana di compiere questo passo. Maria Luisa Giudici Bruno Villa Ente nazionale risi Centro ricerche sul riso Castello d Agogna (Pavia) crr.patologia@enterisi.it Anna Maria Callegarin Ente nazionale risi - Milano Luigi Tamborini Ente nazionale sementi elette - Milano Tratto dalla relazione presentata a «The 3 rd International Temperate Rice Conference» 10-13 marzo 2003, Punta de l Este, Uruguay. La bibliografia verrà pubblicata negli estratti. L INFORMATORE A GRARIO 46/2004 73

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