BASILICATA. Direttiva 92/43/CEE - DPR 357/97 AREA 6. Bosco Cupolicchio (Albano di Lucania, San Chirico Nuovo e Tolve)



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BASILICATA Direttiva 92/43/CEE - DPR 357/97 AREA 6 Bosco Cupolicchio (Albano di Lucania, San Chirico Nuovo e Tolve) Relazione Preliminare sugli aspetti Geologici generali del sito a cura della Geologa Gabriella Matturro

INDICE 1. Premessa.....pag.1 2. Inquadramento geologico...........pag.7 3. Inquadramento geomorfologico.........pag.12 4. Carta delle esposizioni....pag.16 5. Carta delle pendenze....pag.18 6. Carta dell uso del suolo....pag.20 Bibliografia.........pag.22 i

1. PREMESSA Il presente lavoro è stato redatto a seguito dell incarico da parte della Regione Basilicata come geologo dell area 6, Bosco Cupolicchio, codice IT9210020, (Fig. 1, Foto 1 e 2). Tale zona, ricadente nei Comuni di Albano di Lucania, San Chirico Nuovo e Tolve, appartiene alla Rete Natura 2000 che prevede la conservazione della natura creando aree protette, rappresentanti habitat naturali di rilevanza comunitaria per la conservazione della biodiversità attraverso l istituzione di Zone di Protezione Speciale sulla base della Direttiva Uccelli e di Zone Speciali di Conservazione sulla base della Direttiva Habitat (Fig. 2). Figura 1: localizzazione area di studio, Bosco Cupolicchio (scala 1:50000) 1

Foto 1: Bosco Cupolicchio Foto 2: calanchi ricadenti nell area di indagine 2

Figura 2: localizzazione area di studio, Bosco Cupolicchio (scala 1:25000) Bosco Cupolicchio è sia SIC che ZPS (Fig. 3), ricade nella tavoletta IGM 200 IV NO e presenta una superficie di 1732 ha. 3

Figura 3: Bosco Cupolicchio, area SIC e ZPS Il sito in esame si sviluppa ad una quota di circa 882 metri sul livello medio del mare ed ha coordinate geografiche pari a 40 38 9 N e 16 1 37 E (Fig. 4). 4

Figura 4: ortofoto Bosco Cupolicchio (scala 1:25000) I fogli catastali in cui ricade l area in oggetto sono L197_007100, H795_0018A0, H795_001800, A131_000500, A131_000700 (Fig. 5). 5

Figura 5: fogli catastali di Bosco Cupolicchio 6

2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO Il territorio lucano occupa la porzione centrale dell Appennino Meridionale e, da Ovest verso Est, risulta organizzato in un complesso sistema strutturale costituito da catena, avanfossa, avampaese, le cui caratteristiche geologiche sono testimoniate dall attuale assetto morfo-strutturale e dalla fisiografia del paesaggio (D Argenio et al., 1973; D Argenio et al., 1975) (Fig. 6). Quest attuale disposizione è stata determinata essenzialmente dalle fasi tettoniche mioceniche e plio-quaternarie, che hanno modificato il quadro paleogeografico mesozoico dato da fasce deposizionali, piattaforme e bacini, distribuite parallelamente al margine continentale (Ogniben, 1969; Mostardini & Merlini, 1986). Figura 6: schema geo-tettonico dell Italia meridionale (Pescatore et al., 1999) Si descrivono di seguito le principali caratteristiche di questi tre domini, per poi soffermarsi sui caratteri geologici e geomorfologici del territorio in esame, Bosco Cupolicchio. La catena, rappresentata dall Appennino campano-lucano, si è sviluppata circa 30 milioni di anni fa (Oligocene) a spese di ampie regioni che occupavano il Mediterraneo occidentale (Cello et al., 1982; Pescatore et al., 1999) (Fig. 7). È noto che una catena montuosa è costituita da ammassi rocciosi estremamente diversi fra loro, accostati e/o accavallati durante l orogenesi. A causa di processi geodinamici, che governano il movimento relativo delle placche litosferiche terrestri e determinano la lenta ma continua trasformazione della superficie del nostro pianeta, i domini paleogeografici presenti nel Mediterraneo occidentale prima dell orogenesi appenninica vengono 7

coinvolti in un fenomeno di intensa deformazione, che si propaga progressivamente da ovest verso est. È questo il motivo per cui rocce originatesi in contesti differenti (ma originariamente adiacenti) si ritrovano ora accavallate a formare un edificio a falde (o sovrascorrimenti) che raggiunge oltre i 2000 metri di spessore. Figura 7: rappresentazione dei tre elementi che caratterizzano un sistema orogenico:catena, avanfossa ed avampaese (Pescatore et al., 1999) La Fossa bradanica rappresenta l avanfossa sudappenninica plio-pleistocenica (Fig. 7), si tratta di un area subsidente, che accoglie gran parte dei depositi provenienti dal progressivo smantellamento dei rilievi della catena montuosa e che è destinata ad essere deformata ed incorporata nella struttura della catena stessa. Il substrato dell avanfossa è rappresentato da un sistema a gradinata, costituito dalla porzione occidentale della antica Piattaforma apula ribassata ed immergente sotto le falde 8

appenniniche, che raggiunge profondità di circa 1500 m sul livello del mare in prossimità del fronte dell Appennino e di almeno 3000 m in aree interne della catena. L Avampaese apulo è caratterizzato prevalentemente da affioramenti di rocce calcaree mesozoiche, la cui origine è legata allo sviluppo della piattaforma carbonatica (Piattaforma apula), un altofondo intraoceanico, ampio decine di migliaia di km 2 (Pieri et al., 1996) (Fig. 7). La graduale trasformazione in roccia dei fanghi calcarei che si accumulavano sulla Piattaforma apula ha portato alla crescita di una potente successione sedimentaria, spessa alcuni chilometri, che al termine del Mesozoico (circa 65 milioni di anni fa) emergeva definitivamente e diventava un ampia e piatta area continentale (Prosser et al., 1996). Per quanto riguarda l area oggetto di studio, questa è caratterizzata a sud da unità arenacee ed arenaceo-marnose del Miocene medio-inferiore, ad Est da sabbie e conglomerati del Pliocene, a Nord-Ovest dalle unità torbiditiche argillose argilloso-calcaree del Paleogene ed argilloso-calcaree, talora ofiolitifere, del Cretacico (Fig. 8). 9

Figura 8: carta geolitologica di Bosco Cupolicchio Quasi tutto il bosco Cupolicchio è caratterizzato dalle formazioni delle quarzareniti aventi scarsa matrice argillosa, generalmente di colore grigio chiaro o, in seguito ad alterazione, di colore giallo intenso. Spesso si presentano in grossi banchi, che in alcuni luoghi sono gradati, con sottili 10

intercalazioni di argilloscisti grigi e verdastri. Verso la base, banchi arenacei alternati con marne siltose verdi-chiare. Queste formazioni risultano databili al Miocene (Langhiano-Aquitaniano) e sono note come Arenarie di Stigliano. La parte Nord è caratterizzata da formazioni come le precedenti che si alternano con marne argillose rosse, calcari e diaspri rossi e verdi. I rilievi che costituiscono Bosco Cupolicchio sono interessati da successioni calcareo clastiche e pelitiche di scarpata-bacino, cretacico-mioceniche, poggianti in continuità di sedimentazione sui termini mesozoici della successione calcareo-silico-marnosa del Bacino Lagonegrese-Molisano; le litofacies ritrovate sono quelle marnoso-arenacee del Flysch Rosso ed argilloso-marnoso delle Argille Varicolori. In particolare, il Flysch Rosso è una successione costituita nella parte bassa da argilliti e radiolariti con sottili intercalazioni di livelli bituminosi (black shales), cui segue un alternanza di argille, marne e calcilutiti rosse (Boenzi et al., 1971). Sono presenti, inoltre, calcareniti e calcilutiti torbiditiche, di colore biancastro, con subordinate intercalazioni di marne argillose ed argilliti rosse e verdi ed, infine, calciruditi a matrice biolitoclastica. Proseguendo nella successione, si possono individuare alternanze di strati molto spessi con brecciole gradate e calcareniti laminate a Nummuliti ed Alveoline e, nella parte più alta, si passa a strati decisamente più pelitici, presentando alternanze di argilliti marnose di vario colore, con subordinati livelli di risedimenti carbonatici ad Alveoline, Nummuliti e vari bioclasti (frammenti di Alghe e di Rudiste). Le argilliti talora contengono blocchi calcareo-marnosi; nella parte più alta della successione le marne argilloso-siltose biancastre, rosate e gialle contengono clay-chips verdi, calcareniti bioclastiche gradate e laminate, calcisiltiti e calcilutiti chiare in strati sottili. I livelli argillitici e marnosi della porzione superiore presentano passaggi latero-verticali, talora anche molto bruschi, con le porzioni calcarea e calcareo-marnosa. Le Argille Varicolori, invece, indicanti l unità litostratigrafica delle argille scagliose del Complesso Sicilide, sono caratterizzate da argilliti rosse e verdi intensamente tettonizzate con lenti di calcilutiti silicee, di calcari marnosi, di arenarie e di siltiti manganesifere (Boenzi et al., 1971; Gallicchio et al., 1996). Solitamente, i livelli calcilutitici e calcarenitici si infittiscono verso l alto. Le argille sono spesso scagliettate e caotiche, in seguito a fenomeni di intensa tettonizzazione. Segue un aumento progressivo dei livelli calcareo-marnoso-arenitici. 11

3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Bosco Cupolicchio ricade per la maggior parte nel Comune di Albano di Lucania, ma interessa anche parte del Comune di Tolve e di San Chirico Nuovo. Si tratta di un sito con morfologia collinare e montuosa, a circa 882 metri sul livello del mare, che si estende per circa 1763 ha nell Appennino Lucano centrale. Esso risulta delimitato nella parte nord occidentale dal Vallone Marchigliuzzi e dalle Manche di Tolve ed in quella nord orientale dal Bosco Pisciolicchio; inoltre, è circoscritto da Bosco Finocchiaro ad Ovest, Bosco Fonti ad Est, Bosco Campagnasco a Sud e, nella parte meridionale, dal Monte Cupolicchio (1097 m s.l.m.). La morfologia risulta varia e complessa, infatti si passa da rilievi montuosi con paesaggio aspro e deciso, evidenziati anche da isoipse estremamente ravvicinate, a rilievi collinari con profilo dolce e meno accentuato (isoipse più distanziate tra loro) (Fig. 9). 12

Figura 9: stralcio della tavoletta IGM (scala 1:25000) Si riscontra, inoltre, la presenza di erosione e di sbancamenti legati a cause naturali o antropiche; l area oggetto di studio risulta interessata da alcuni movimenti franosi strettamente legati alle caratteristiche litologiche che costituiscono la zona. La natura argillosa del terreno favorisce le frane (Fig. 10) e tale fenomeno si è negli anni accentuato a causa dei secolari disboscamenti di queste terre da parte dell uomo. 13

Figura 10: carta geomorfologica (scala 1:25000) Inoltre, il territorio è attraversato da molti ruscelli torrentizi ed alcuni di essi, col passare degli anni, hanno contribuito alla formazione dei calanchi presenti in alcuni punti del territorio; in particolare, il sito in oggetto mostra delle forme calanchive nella parte settentrionale che danno 14

luogo a scenari spettacolari (Foto 3) impostatesi nelle litofacies marnoso-arenacee del Flysch Rosso ed in quelle argilloso-marnoso delle Argille Varicolori. Rilievi con morfologia aspra, da moderatamente acclivi a molto acclivi, si ritrovano invece nella parte centro meridionale per la presenza delle rocce sedimentarie terziarie fliscioidi (alternanza di arenarie con marne ed argille). Foto 3: forme calanchive presenti nell area 6 15

4. CARTA DELLE ESPOSIZIONI La carta delle esposizioni (Fig. 11) indica per ogni cella la direzione di massima pendenza rispetto alle celle circostanti, vengono riportate le esposizioni dei versanti derivate a partire dal modello digitale del terreno elaborato su Bosco Cupolicchio, con una maglia con dettaglio di 25 metri, sovrapposto al modello di illuminazione del terreno alla scala 1:25.000. Le esposizioni misurano la direzione del massimo grado di pendenza, sono espresse in gradi positivi da 0 a 360 misurati in senso orario a partire dal NORD. 16

Figura 11: carta delle esposizioni di Bosco Cupolicchio 17

5. CARTA DELLE PENDENZE La carta delle pendenze (Fig. 12) si ricava considerando il dislivello tra ogni cella e le celle circostanti e rappresenta il risultato di elaborazioni svolte in modo automatico attraverso il programma ArcView Gis a partire da un modello digitale del terreno con maglie di 25m. Le informazioni sulle pendenze sono espresse in percentuale e, nel caso di Bosco Cupolicchio, distinte in 9 classi. Le classi di pendenza elaborate sono le seguenti: 0-5 %; 5-8 %; 8-12 %; 12-15 %; 15-18 %; 18-22 %; 22-26 %; 26-32 %; 32-52 %. 18

Figura 12: carta delle pendenze di Bosco Cupolicchio 19

6. CARTA DELL USO DEL SUOLO Per l area oggetto di studio è stata redatta una carta dell uso del suolo, CUS (Fig. 13); si tratta di una carta tematica di base che rappresenta lo stato attuale di utilizzo del territorio. La CUS, con un linguaggio condiviso e conforme alle direttive comunitarie, si fonda su 6 classi principali (Aree a pascolo naturale e praterie d alta quota, Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione, Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi naturali, Boschi di latifoglie, Seminativi in aree non irrigue, Spiagge dune e sabbie) e si sviluppa per successivi livelli di dettaglio in funzione della scala di rappresentazione. La CUS costituisce un ausilio indispensabile alla ricerca applicata nell ambito delle scienze naturali e territoriali, alla programmazione, alla pianificazione e gestione dei vari livelli territoriali. 20

Figura 13: carta di uso del suolo Bosco Cupolicchio 21

BIBLIOGRAFIA Boenzi F., Palmentola G. & Valduga A., 1971. Note illustrative della carta geologica d Italia alla scala 1:100000. Nuova tecnica grafica. Cello G., Guerre I., Tortorici L. & Turco E., 1982. Geometry of the neotectonic stress field in Southern Italy:geological and seismological evidence. Journ. of Struct. Geol., 4 (4), 385-393. D Argenio B., Pescatore T. & Scandone P., 1973. Schema geologico dell Appennino Meridionale. Atti del Conv. Moderne vedute sulla geologia dell Appennino. Acc. Naz. Lincei, 183, 49-72. D Argenio B., Pescatore T. & Scandone P., 1975. Structural pattern of the Campania-Lucania Apennines. Quaderni de "La Ricerca Scientifica", 90, 313-327. Gallicchio S., Marcucci M., Pieri P., Premoli Silva I., Sabato L. & Salvini G., 1996. Stratigraphical data from a Cretaceous claystones sequence of the "Argille Varicolori" in the Southern Apennines (Basilicata, Italy). Palaeopelagos, 6, 261-272. Mostardini F. & Merlini S., 1986. Appennino centro-meridionale. Sezioni geologiche e proposta di modello strutturale. Mem. Soc. Geol. It., 35, 177-202. Ogniben L., 1969. Schema introduttivo alla geologia del Confine calabro-lucano. Mem. Soc. Geol. It., 8, 453-763. Pescatore T., Renda P., Schiattarella M. & Tramutoli M., 1999. Stratigraphic and structural relationships between Meso-Cenozoic Lagonegro basin and coeval carbonate platforms in Southern Apennines, Italy. Tectonophysics, 315, 269-286. Pieri P., Sabato L. & Tropeano M., 1996. Significato geodinamico dei caratteri deposizionali e strutturali della Fossa bradanica nel Pleistocene. Mem. Soc. Geol. It., 51, 501-515. 22

Prosser G., Schiattarella M., Tramutoli M., Doglioni C., Harabaglia P. & Bigozzi A., 1996. Una sezione rappresentativa dell Appennino Meridionale. Riassunti Conferenza sulla Ricerca Scientifica in Basilicata, Università della Basilicata - Regione Basilicata, Febbraio 1996. 23