Nucleosintesi da catture protoniche e meccanismi di mescolamento nelle fasi finali dell evoluzione stellare.

Documenti analoghi
Evoluzione stellare: dalla nascita di una stella alla sua fine. Serafina Carpino

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI CATANIA Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali Corso di Laurea Specialistica in Fisica

ESERCITAZIONI ASTROFISICA STELLARE

Studiamo le stelle su modelli che si basano su due presupposn principali:

CARATTERISTICHE DELLE STELLE

SOLE, struttura e fenomeni

Le nebulose. Le nebulose sono agglomerati di idrogeno, polveri e plasma.

E noto che la luce, o radiazione elettromagnetica, si propaga sottoforma di onde. Un onda è caratterizzata da due parametri legati fra loro: la

ESERCIZI SCIENZE: SISTEMA SOLARE

Lo Spettro Elettromagnetico

Nane bianche e stelle di neutroni. di Roberto Maggiani

Oltre il Sistema Solare

quando la vita di una stella sta per giungere al termine l'idrogeno diminuisce limitando le fusione nucleare all interno

Astronomia Lezione 9/1/2012

L origine degli elementi chimici: Le fornaci stellari. Lezioni d'autore

Astronomia Lezione 16/12/2011

telescopi fotometro magnitudine apparente

Astronomia Lezione 23/1/2012

Premessa. Partiamo da dati certi

Evoluzione stellare prima della sequenza principale

1. La luce delle stelle

Gli oggetti dell analisi spettrale: le stelle e la loro evoluzione

1. Le stelle. corpi celesti di forma sferica. costituite da gas (idrogeno ed elio)

13 ottobre Prof. Manlio Bellesi

Stelle e galassie. Le sorgenti dei raggi cosmici

INAF - OSSERVATORIO ASTROFISICO DI CATANIA

Stelle. - emette un flusso continuo di onde elettromagnetiche, che noi osserviamo in parte sotto forma di luce

Lezione 2. Alcune caratteristiche delle stelle

L abbondanza degli elementi nell universo

Con la parola Universo possiamo intendere tutto ciò che ci circonda: le stelle, i pianeti e tutti gli altri oggetti che vediamo nel cielo (insieme ad

Astronomia Strumenti di analisi

La classificazione delle stelle

RICERCA di FABRIZIO PORTA LEGGERE LE STELLE

I molti volti dell'universo

L origine dell universo

Il Diagramma di Hertzsprung-Russell

Ciao a tutti! Teorie Osservazione

Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura

LE STELLE. LE DISTANZE ASTRONOMICHE Unità astronomica = distanza media Terra-Sole ( km)

Astronomia INTRODUZIONE

Gli spettri stellari - storia

L Universo Invisibile. Dr. Massimo Teodorani, Ph.D. astrofisico

Le Stelle parametri fisici, evoluzione e formazione degli elementi pesanti

Lo studio della volta celeste ha infatti attratto l uomo fin dagli albori della civiltà e continua a costituire una delle scienze più affascinanti.

BRILLANZA: potenza emessa per unità di angolo solido e unità di superficie della sorgente.

Introduzione allo studio del Sistema Solare I parte

Un viaggio nel tempo di 14 miliardi di anni

ORBITALI E CARATTERISTICHE CHIMICHE DEGLI ELEMENTI

Unità 2 - L ambiente celeste

Energia delle stelle, energia dalle stelle

L Universo secondo la Fisica moderna

La nascita ed evoluzione della Via Lattea. Francesca Matteucci Dipartimento di Astronomia Universita di Trieste

Le stelle nascono nell l e l n ebulo l se s

Stelle: la fusione nucleare

Cosa alimenta le stelle? Stefano Covino INAF / Osservatorio Astronomico di Brera

ALCUNI CENNI DI ASTROFISICA. Evoluzione stellare. Ivo Riccardi

Richiami di Astrofisica Stellare. Lezione 2

Spettroscopia ottica di sorgenti celesti ignote

Teoria Atomica di Dalton

Forze fondamentali della natura

Astronomia Lezione 17/10/2011

ASTROFISICA (3 moduli da 3 ore)

INTRODUZIONE. ...et semina rerum...quod ex illis sunt omnia primis... e semi delle cose, che gli elementi primi son essi, onde il tutto si forma.

Istituto Nazionale di Astrofisica

FISICA delle APPARECCHIATURE per RADIOTERAPIA

Unità 2 - L ambiente celeste

La teoria del corpo nero

AC5 Distanze nella Via Lattea

I BUCHI NERI. Origine ed evoluzione di questi mostri spaziali. Andrea Longobardo Istituto Fisica Spazio Interplanetario INAF

Diametro del nucleo: m. Diametro dell atomo: m

Una situazione nebbiosa

ISTITUTO TECNICO SETTORE TECNOLOGICO

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza. Lezione 10. Fusione nucleare

5 CORSO DI ASTRONOMIA

Sull Espansione dell Universo. Silvano Massaglia Dipartimento di Fisica Università di Torino

Lezione 5. La misura delle distanze in astrofisica

Struttura ed evoluzione delle stelle. Lezione 11

Tesi di Laurea I livello

Astronomia Lezione 7/11/2011

L energia assorbita dall atomo durante l urto iniziale è la stessa del fotone che sarebbe emesso nel passaggio inverso, e quindi vale: m

ELEMENTI di CHIMICA NUCLEARE. La FISSIONE NUCLEARE

Cicli nucleari all interno delle stelle

QUESITI A RISPOSTA APERTA

Telescopi. Il telescopio come concentratore della radiazione ricevuta per rivelare oggetti deboli Lenti e specchi Telescopi per raggi X e gamma

Capitolo 4. L Insolazione e la Temperatura.

PIANO DI LAVORO DEL DOCENTE prof. Rossi Manuela A.S. 2015/2016 CLASSE: 1ALL MATERIA: Scienze Naturali

Emissione α. La sua carica elettrica è pari a +2e La sua massa a riposo è circa 7x10-27 kg.

IL SOLE Diametro medio: 1,35 milioni di km Volume 1,25 milioni di volte del volume Terra Composizione gassosa; densità Sole = densità Acqua

Lezione 20: Atomi e molecole

TECNICHE SPETTROSCOPICHE

Salve ragazzi e ragazze!

Programma Incontri Luce Dalle Stelle 2016/17 Lunedi h il 14/,21,28/11-5/12/2016-9,16/1/2017

La stella più vicina a noi, dopo il Sole, è Proxxima Centauri, con una distanza di 4.22 anniluce

Cosmologia. AA 2011/2012 Alessandro Marconi Dipartimento di Fisica e Astronomia

Il Sistema Solare. Che cos è?

Misura della temperatura superficiale di Betelgeuse mediante il metodo spettroscopico

Illuminotecnica - Grandezze Fotometriche

Centro Sperimentale per la Didattica dell'astronomia A.A. 2016/2017. Scuola di Astronomia. Contenuti dei corsi e dei seminari.

Spettroscopia. Spettroscopia

Fenomeni quantistici

Transcript:

Università degli studi di Perugia Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Fisica Nucleosintesi da catture protoniche e meccanismi di mescolamento nelle fasi finali dell evoluzione stellare. Candidato Trippella Oscar Relatore Prof. Busso Maurizio Maria Anno Accademico 2008/2009

Indice 1 IL QUADRO DELL EVOLUZIONE STELLARE. 2 1.1 Classificazione delle stelle e diagramma H-R.......... 2 1.2 Le fasi termonucleari e la degenerazione elettronica...... 1. La contrazione delle nubi interstellari e le protostelle...... 5 1.4 Evoluzione pre-sp e la combustione dell idrogeno (H)..... 7 1.5 Le giganti rosse e la combustione dell elio (He)......... 9 1.6 La fase evolutiva del braccio asintotico delle giganti (AGB).. 10 1.7 Fasi finali dell evoluzione e stelle di masse superiori...... 11 2 MECCANISMI DI MIXINGS NON CONVETTIVI. 12 2.1 Necessità di mescolamenti non convettivi............ 12 2.2 Modelli basati sulla rotazione................... 14 2. Diffusione termo-salina e galleggiamento magnetico...... 17 2.4 Basi fisiche del galleggiamento magnetico............ 19 LITIO E CNO IN STELLE GIGANTI. 22.1 Introduzione............................ 22.2 Il problema del litio (Li)..................... 22. Le abbondanze per il CNO.................... 26.4 Conclusioni finali.......................... 29 1

1 IL QUADRO GENERALE DELL EVOLUZIONE STELLARE. 1.1 Classificazione delle stelle e diagramma H-R. Una stella, come il nostro Sole, è un corpo celeste gassoso che, a differenza dei pianeti, risplende di luce propria grazie alle reazioni termonucleari di fusione che si sviluppano al suo interno, producendo energia sotto forma di radiazione elettromagnetica e di neutrini. Questa definizione si applica a corpi di massa superiore ad un valore minimo, M min, per cui la contrazione gravitazionale è sufficiente a far raggiungere la temperatura di circa 10 milioni di gradi, necessari per l innesco della combustione dell idrogeno. Il valore di M min accertato è di circa 0.08 masse solari. Corpi di massa inferiore al limite indicato possono ancora formarsi, per effetto della gravità, ma evolvono verso strutture analoghe a quelle dei pianeti maggiori, tipo Giove. L astronomia occupa una posizione particolare tra le scienze della natura, in quanto può elaborare dati eminentemente osservativi e non sperimentali in senso stretto, come è tipico del metodo scientifico. A causa della distanza a cui si trovano i corpi celesti, il principale trasportatore di informazioni è la luce, il 95% delle nostre conoscenze si basa sulla radiazione luminosa, mentre una piccola parte deriva anche da raggi cosmici, onde gravitazionali e flussi di neutrini. Per la maggior parte della sua esistenza una stella è mantenuta in condizioni di equilibrio idrostatico, o quasi, e la luminosità, cioè la quantità di energia che la sua superficie emette per unità di tempo, deriva in massima parte dalle reazioni nucleari sopracitate. Una volta giunta all osservatore la frequenza, lunghezza d onda e intensità della stessa vengono scansionate e raccolte per capire la struttura della stella. L informazione contenuta nella radiazione stellare è raccolta da vari tipi di telescopi assai diversi tra loro per concezione e funzionamento, a seconda dell intervallo di lunghezza d onda nel quale operano (dai raggi gamma e X, a radiazioni di lunghezza d onda via via crescente quali l ultravioletto, l ottico, l infrarosso e il radio). Essa è analizzata principalmente mediante le tecniche della fotometria e della spettrografia. La prima misura con accuratezza il flusso che arriva al rivelatore in una certa banda (o colore), utilizzando di solito la nota scala logaritmica (con segno negativo) delle magnitudini. Secondo questa scala ad un rapporto di flussi pari a 10 viene associata una differenza di magnitudine di 2.5, F m = 2.5Log, (1.1) F 0 dove F è il flusso stellare e F 0 un valore di calibrazione, corrispondente a magnitudine nulla. La spettrografia si interessa invece dello studio dello spettro di una sorgente, cioè dell immagine fotografica o computerizzata ottenuta dopo aver fatto passare la radiazione attraverso un prisma o un reticolo che la scompongono nelle sue componenti di lunghezza d onda di- 2

versa. Senza entrare nei dettagli delle classificazioni astronomiche basterà ricordare che, secondo la nomenclatura introdotta ad Harvard nel 1905, gli spettri stellari sono ordinati in classi, indicate dalle lettere O B A F G K M, e che questa sequenza, definita sulla base dell intensità relativa delle righe di assorbimento dei vari elementi, rappresenta una scala decrescente di temperatura superficiale, espressa da un parametro detto Temperatura efficace, (indicato dal simbolo T eff ) e corrisponde ad un progressivo arrossarsi della radiazione emessa. Nello studio dell evoluzione stellare risulta di grande importanza riferirsi ad una classificazione bi-parametrica delle stelle, rappresentandone le proprietà in un grafico che riporti in ordinata la luminosità (o la magnitudine) e in ascissa la classe spettrale (o, equivalentemente, la temperatura efficace; o ancora un indice fotometrico ad esso correlato, l indice di colore). La temperatura efficace e la luminosità sono quantità fisiche che dipendono strettamente dalle caratteristiche intrinseche della stella (massa, età e composizione chimica), e sono misurabili a partire da analisi spettroscopiche. Tale diagramma è conosciuto, dal nome dei suoi ideatori come diagramma di Herzsprung e Russel; in genere abbreviato con diagramma H-R. Il diagramma H-R viene utilizzato per comprendere l evoluzione e le caratteristiche fisiche delle singole stelle e degli agglomerati stellari: ammassi aperti, ammassi globulari e galassie. Grazie al diagramma H-R è possibile: Figura 1: Il Diagramma di Hertzsprung-Russel. 1. confrontare le predizioni teoriche dei modelli di evoluzione stellare con le osservazioni per verificare l accuratezza delle prime;

2. determinare l età, la composizione chimica e la distanza di una popolazione stellare;. derivare la storia della formazione stellare di un agglomerato di stelle, etc. In effetti, uno degli scopi principali della teoria dell evoluzione stellare è quello di interpretare e riprodurre il diagramma H-R di stelle e gruppi stellari in ambienti astrofici diversi. 1.2 Le fasi termonucleari e la degenerazione elettronica. Le stelle sono considerate le fucine dell universo perchè in esse avvengono le reazioni nucleari che sintetizzano gli elementi chimici presenti e ne determinano l abbondanza. Il principale responsabile del riscaldamento, della contrazione e dell aumento di densità, è l energia gravitazionale totale della massa della stella. Quest ultima genera, in linea di principio, temperature centrali via via più elevate con il passare del tempo, permettendo l innesco di reazioni termonucleari di fusione tra nuclei sempre più pesanti, che liberano energia e si oppongono così alla contrazione, stabilendo un equilibrio di pressione. Studi teorici e sperimentali sulle velocità delle reazioni hanno mostrato che in successione, nel nucleo stellare a temperature centrali crescenti, si innescano le combustioni di: idrogeno (H), elio (He), carbonio (C), neon (Ne), ossigeno (O), magnesio (Mg) e silicio (Si), fino a giungere al ferro che è il materiale per cui è massima l energia di legame per nucleone. Tuttavia in non tutte le stelle avvengono le stesse reazioni. Per essere innescate, reazioni tra nuclei via via più pesanti hanno bisogno di condizioni di temperatura e densità progressivamente più elevate che non vengono sempre raggiunte. In effetti l evoluzione stellare può essere studiata per intervalli di massa, cioè per range di temperature centrali raggiunte. Più alta è la massa più alta è la temperatura centrale possibile. Per esempio, oggetti di massa inferiore al valore minimo M min citato non riescono a raggiungere temperature sufficienti all innesco della combustione dell idrogeno, mentre quelli con massa compresa tra M min e un valore M HeF (intorno a 2M ) vedono solo la combustione dell idrogeno; per le stelle con masse tra M HeF e un limite M up (circa 8M ) la degenerazione elettronica si instaura solo dopo la combustione centrale dell elio. Si è usato il concetto di degenerazione elettronica, cioè quella particolare condizione in cui un gas è a densità e pressione così elevate da poter contrastare e arrestare la lenta contrazione gravitazionale della stella, ostacolando il raggiungimento di condizioni adatte ad ulteriori combustioni nucleari. Le particelle arrivano praticamente a contatto tra di loro, ciò significa che il libero cammino medio l 1 1 µmh = n ρ 1 = mp ρ 1 (1.2) 4

diventa prossimo alle dimensioni delle particelle, definite dalla lunghezza d onda di De Broglie λ = h (1.) m p v k B T dove per v si prende la velocità termica v =. Ne segue: m p mp ρ 1 = h m p mp k B T (1.4) e ricavo ρ ρ 1 = m 5 6 p kb T (1.5) h kb T ρ = T 5 2 m 2 p = kt 5 2 m 2 p (1.6) h esiste perciò una densità critica oltre la quale le particelle sono a contatto, e non possono più essere descritte dalla distribuzione di Maxwell-Boltzmann. Come si vede la densità critica è tanto più bassa quanto più è piccola la massa della particella: gli elettroni degenerano prima dei nuclei atomici. Il fenomeno della degenerazione elettronica si presenta sempre più tardi nell evoluzione al crescere della massa stellare. Non bisogna però dimenticare il fenomeno di perdita di massa sotto forma di venti che sembra essere una caratteristica diffusa dell evoluzione stellare, a partire dalla fasi iniziali fino a quelle finali. Quindi l evoluzione della stella può essere fortemente condizionata se questa perdita è davvero consistente. Le stelle, così come tutti i corpi celesti, hanno un ciclo evolutivo: quelle di massa minore sono più longeve rispetto a quelle di massa più elevata. 1. La contrazione delle nubi interstellari e le protostelle. Le stelle nascono dal gas presente nello spazio interstellare. La trasformazione del gas in stelle avviene nella nostra Galassia, la Via Lattea, ma anche in ogni altra galassia dell Universo con modalità simili anche se con ritmi diversi. Ciascuna stella ha origine dal collasso gravitazionale di un frammento di una grande nube molecolare. Per arrivare allo stadio di instabilità e collasso, la nube deve perdere il supporto di pressione dovuto ai moti termici e turbolenti del gas, alla presenza di campi magnetici e della rotazione della nube. Il mezzo interstellare, nelle condizioni fisiche suddette è composto di atomi e molecole di idrogeno ed elementi pesanti, molecole di H 2 O, CH 4, NH, anche condensate in granuli di alcuni micron di diametro. Jeans nel secolo scorso formulò quantitativamente le condizioni fisiche che 5