Ma d o n n a d e l l at t e e San Benedetto e San Giuseppe Roma Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini
ROMA CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA DEI PELLEGRINI RESTAURO DEI DIPINTI RAFFIGURANTI LA MADONNA DEL LATTE (affresco) SAN BENEDETTO E SAN GIUSEPPE (olio su tela) Fi n a n z i a m e n t o: Alta So rv e g l i a n z a: Restauro superfici dipinte: Restauro struttura di sostegno e supporto o r i g i n a l e: Do c u m e n ta z i o n e Fo t o g r a f i c a: Po n t e g g i o: DATI DI RIFERIMENTO Fondazione Peretti Dott.ssa Emanuela Settimi (Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per il Polo Museale della Città di Roma) Claudia Damassa Carlo Serino Equilibrarte Zeno Colantoni Ediltubi s.r.l. Ub i c a z i o n e: Co l l o c a z i o n e: Op e r a: Roma Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini crociera sinistra Cappella della Madonna e dei Ss. Benedetto e Giuseppe Pala d altare costituita da un dipinto su tela e un dipinto murale Dipinto murale So g g e t t o: Madonna del latte Fo r m at o /Mi s u r e: rettangolare centinato alt.cm 82 lar.cm 68 Fo r m at o /Mi s u r e n i c c h i a: rettangolare centinato alt.cm 109 lar.cm 69 Se c o l o: sec. XV circa Au t o r e: ignoto Te c n i c a: affresco Re s ta u r i: vari non documentati Modalità di rilevamento: osservazione visiva. Pala d altare So g g e t t o: I Santi Benedetto e Giuseppe con Angeli, cherubini e putti Fo r m at o /Mi s u r e: rettangolare alt.cm 291 lar.cm 210 Ni c c h i a c e n t r a l e: mistilinea alt.max.cm 106,5 lar.cm 65,5 Data z i o n e: databile tra il 613-14 Au t o r e: Giovan Battista Ricci da Novara (Novara 1537- Roma 1627) Te c n i c a: olio su tela Re s ta u r i: vari non documentati Modalità di rilevamento: osservazione visiva.
DESCRIZIONE La pala d altare è stata progettata per accogliere al suo interno l affresco con la Madonna del latte. Al centro della tela fu infatti prevista un apertura atta a contenere la sacra immagine ed attorno alla quale si svolge l intera composizione pittorica comprendente i Ss. Benedetto e Giuseppe, Angeli e Cherubini. DIPINTO MURALE An a m n e s i c o n s e r vat i va L affresco si presenta come un trasporto eseguito molto probabilmente a stacco poi collocato nella sede attuale. Il dipinto è visibilmente incompleto nella parte superiore e nell angolo inferiore sinistro, le stesse zone mostravano anche gravi fenomeni di distacco tra gli strati: struttura muraria - arriccio - intonachino. Gli innumerevoli fori e lacune di piccola e media entità, diffusi ovunque, sono riconducibili all antica usanza di applicare sulle immagini sacre corone e altri monili devozionali. L intera superfice pittorica appariva molto lucida ed offuscata da uno spesso strato marrone di sostanze oleose fortemente alterate. I ritocchi e le ridipinture che coprivano le abrasioni di pellicola pittorica e le lacune di profondità mai stuccate, mostravano evidenti fenomeni di degrado quali: sollevamenti del colore, usure ed alterazioni cromatiche. Foto 1: Totale dell affresco prima del restauro. Foto 2: Particolare dei volti della Vergine e del Bambino completamente offuscati dalla vernici alterate.
Tecnica di esecuzione La struttura muraria appare costituita da un insieme non ordinato di conci di pietra non lavorata, pezzame di tufo e mattoni il tutto allettato in malta di calce e pozzolana. Gli strati preparatori comprendono: rinzaffo a grossa granulometria; arriccio di calce e pozzolana; intonaco di calce e inerte (sabbia e/o pozzolana setacciate) di spessore regolare, ben steso e lisciato. Il sistema di riporto del disegno è stato effetuato: ad incisione diretta solo in corrispondenza delle aureole che mostrano, a luce radente, i tipici bordi frastagliati dei solchi incisi direttamente sull intonaco fresco con una punta metallica; a mano libera mediante un sottile tratto grigio-scuro tracciato a pennello per segnare i dettagli anatomici (volti e mani) e le linee principali dei panneggi. Sulla superfice dell intonaco il dipinto è condotto a buon fresco in un unica giornata e con pigmenti compatibili con la tecnica. Le aureole, dorate a missione, sono ulteriormente decorate da punzonature in forma di cerchi. Piccoli motivi floreali, con tracce di colore eseguiti a rilievo in cera, sono presenti sul drappo giallo dello sfondo (Foto 1). Interventi effettuati Ristabilimento dell adesione tra supporto, arriccio ed intonaco. Preliminarmente si è proceduto a rimuovere delicatamente con pennelli morbidi tutti i depositi incoerenti. L intervento di riadesione dei bordi perimetrali dell affresco al supporto murario è stato effettuato mediante ripetute percolazioni di adesivo acrilico, opportunamente diluito per favorirne la penetrabilità, avendo preventivamente provveduto a stuccare con malta di sabbia e calce (3:1) tutta la base del frammnto per impedire la fuoriuscita del consolidante. I distacchi tra lo strato preparatorio (arriccio) e l intonaco sono stati risanati con infiltrazioni localizzate, procedendo per singoli punti e per cicli di applicazione, di adesivo acrilico in soluzione acquosa e rimuovendo a tampone il materiale in eccesso. Pulitura della pellicola pittorica L esecuzione di saggi preliminari ha consentito, attraverso l identificazione dei materiali da rimuovere, la messa a punto della metodologia d intervento. La prima fase della pulitura ha riguardato la rimozione di tutti i ritocchi ad olio e dello strato protettivo oleoso alterato presente sulla totalità della superficie (Foto 2). L intervento è stato condotto utilizzando DMSO ad impacco con carta giapponese per un tempo di applicazione di circa 3 minuti, e rifinendo poi a tampone prima con la stessa miscela solvente e poi con Alcool isopropilico. La seconda fase ha riguardato l eliminazione dellealterazioni presenti sottoforma di macchie scure carbonatate che sono state rimosse con una soluzione a ph basico, applicata per impacco per un tempo max di 5 minuti e successivamente neutralizzando la zona trattata con spugnature di acqua deionizzata (Foto 3). Le operazioni di pulitura hanno permesso di recuperare le decorazioni dello sfondo che consistono in una fascia curvilinea rossa e bianca che scontorna il frammento, il drappo di colore giallo oro che fa da sfondo alla sacra immagine, le decorazioni floreali bianche sulla tunica del Bambino e le stelle sul mantello della Vergine.
Foto 3: Totale dell affresco dopo il restauro. Foto 4: Particolare dei volti della Vergine e del Bambino dopo il restauro. Presentazione estetica Per ripristinare la continuità della superficie dell intonaco sono state effettuate stuccature a livello della pellicola pittorica con malta di sabbia e calce (3:1) stesa in strati successivi. La reintegrazione pittorica è stata eseguita ad acquerello mediante velature a tono sulle usure e le piccole cadute di colore, e con la tecnica del tratteggio su tutte le lacune precedentemente stuccate e ricostruibili. Le aureole dorate sono state reintegrate mediante l utilizzo di oro in polvere e legante gomma arabica (Foto 4). Roma Novembre 2011 Claudia Damassa
PALA D ALTARE Pr e m e s s a L opera prima degli interventi qui di seguito descritti risultava già parzialmente restaurata. Il telaio originale era stato ripristinato; la tela di supporto rinforzata lungo il perimetro e ritensionata mediante un sistema elastico a molle; le profonde lacerazioni erano state risarcite localmente applicando del velatino. Gli interventi relativi alla superficie pittorica erano consistiti solo in una parziale pulitura e ad alcune stuccature di lacune dello strato preparatorio. Tipologia della struttura di sostegno - originale, è costituita da un telaio ligneo rettangolare fisso, con una traversa orizzontale e due verticali adeguate rispetto alle dimensioni del dipinto. Su i due angoli del lato destro, sono presenti dei perni metallici che consentono al dipinto di ruotare di 180, per svolgere le operazioni di manutenzione del dipinto murale retrostante. Sulle due traverse verticali sono disposti due binari sui quali scorre una tendina (in seta ricamata con filigrana) che va a coprire l immagine della Madonna del latte. Supporto originale - è costituito apparentemente da un unico telo in fibra vegetale (non analizzata) tessuto ad armatura tela. Il persistere del cattivo tensionamento aveva provocato deformazioni, soprattutto nella parte inferiore del dipinto. Sull intera superfice, a causa della mancata manutenzione, di colpi accidentali e delle bruciature delle candele, erano presenti quattro vaste lacerazioni (35/40 cm circa) che attraversavano i volti dei due angeli ai piedi dei Santi (Foto 5), e le figure di San Benedetto e San Giuseppe; lacerazioni più ridotte (15/20 cm circa) localizzate nella parte superiore del dipinto interessavano: le nuvole, gli angeli ed il perimetro del vano al centro del dipinto; di particolare rilevanza era la lacerazione che coinvolgeva la parte bassa della veste di San Giuseppe e il piede sinistro del Santo (Foto 6). Numerosi fori interessavano sopratutto la fascia centrale del dipinto, alcuni di questi, localizzati in prossimità delle braccia degli angeli posti ai lati del vano contenente l immagine della Vergine che allatta il Bambino, erano duvuti alla presenza di due lampade che nel passato erano state fissate ciascuna con quattro chiodi che, attraversando la superficie dipinta, andavano a conficcarsi nelle retrostanti traverse lignee del telaio. Foto 5: Particolare dei volti degli angeli, attraversati dalle lacerazioni. Foto 6: Particolare dei piedi di San Giuseppe la cui leggibilità è compromessa dalla lacerazione e dalle abrasioni della pellicola pittorica. Pellicola pittorica - questa era apparsa, già ad una prima osservazione, interessata da vari e ripetuti interventi di stuccatura e ridipintura, molto spesso anche sovrapposti agli strati pittorici originali (Foto 7). Estesi rifacimenti sul cielo avevano modificato lo sfondo e coperto completamente il volto del cherubino alla base del vano al centro della tela (Foto 7, Foto 8).
Foto 7: Particolare del volto dell angelo di sx ai piedi dei santi,prima del restauro. Foto 8: Particolare del volto dell angelo di dx ai piedi dei santi,prima del restauro. Drastici interventi di pulitura, probabilmente avvenute nell 800, avevano gravemente abraso la veste nera di San Benedetto e la pavimentazione, lasciando in vista lo strato preparatorio sottostante di colore bruno, probabilmente composto da gesso pigmentato e legante organico. L eccessivo schiacciamento della pellicola pittorica e le abrasioni che interessano la veste di San Giuseppe, gli angeli e la parte del cielo di colore giallo oro, sono invece da ricondurre ad una foderatura troppo energica, presumibilmente coeva alla pulitura. Interventi effettuati Pellicola pittorica - L intera superficie dipinta necessitava principalmente dell adeguata rimozione dei ritocchi alterati, delle ridipinture e delle stratificazioni delle vecchie vernici il cui ingiallimento abbassava notevolmente la luminosità dei colori originali. Prove di pulitura sono state realizzate su zone campione comprendenti più campiture di colori per avere la possibilità di rispettare l accordo cromatico fra le parti. I risultati ottenuti dai saggi preliminari hanno permesso di mettere a punto le metodologie idonee alla rimozione di ciascun materiale sovrammesso all originale. Al di sotto degli strati protettivi ingialliti e delle ridipinture alterate, la pulitura ha evidenziato la presenza di gravi consunzioni delle velature di finitura originali e la presenza di numerosi pentimenti, riaffiorati per l aumento di trasparenza degli strati pittorici, e così localizzati: - Angeli : rotazione per entambi del piede sinistro. - Cherubini : gambe, poi ricoperte dalle nuvole nella parte superiore del dipinto (Foto 9). - San Giuseppe : veste, da mantello chiuso al centro del collo, a tunica (Foto 10), rotazione del piede sinistro (Foto 11). -San Benedetto : pieghe della tunica sul braccio sinistro.
Foto 9: la coppia di gambe si intravedono al di sotto della testa del putto. Foto 10: Modifica della veste. La pulitura è stata perfezionata, meccanicamente, a bisturi, per rimuovere le vecchie stuccature. Alcune, in particolare quelle effettuate precedentemente per risarcire le lunghe lesioni, sono state soltanto assottigliate, e non interamente rimosse per evitare ulteriori sollecitazioni sui lembi dei tagli del supporto (Foto 12). A pulitura ultimata, dopo la prima stesura dello strato protettivo a pennello, si è provveduto alla stuccatura di tutte le lacune ed al ristabilimento dell equilibrio cromatico velando tutte le zone spatinate ed abrase e reintegrando ogni lacuna con colori a vernice partendo da una base ad acquerello (Foto 13). Lo strato protettivo finale è stato applicato per nebulizzazione. Foto11: Particolare del pentimento della posizione del piede di San Giuseppe
Foto 12: particolare dopo la pulitura. Foto 13: particolare dopo il restauro. Materiali di restauro e metodologia di aplicazione Pulitura : Stuccature : withe spirit utilizzato a tamponcino sull intera superfice pittorica per la rimozione delle vernici alterate;dmso + metiletilchetone (1:1) utilizzato localmente a tamponcino e dove necessario ad impacco, mediante l ausilio di carta giapponese, dove erano presenti ritocchi e ridipinture. eseguite con gesso di Bologna e colla animale. Reintegrazione : colori ad acquerello Winsor & Newton come base sulle lacune stuccate; colori a vernice per restauro Maimeri: a tono per ricucire le abrasioni della pellicola pittorica, a velatura per riequilibrare le spatinature ed a tratteggio per rifinire le reintegrazioni ad acquerello. Strati protettivi : prima stesura a pennello di una miscela di vernice Retoucher + Matt (3:1) applicata leggermente calda dopo l intervento di pulitura; strato di finale brillante applicata per nebulizzazione dopo l intervento di reintegrazione pittorica (vernici della Lefranc & Bourgeois). Roma Novembre 2011 Claudia Damassa
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA Fotografie eseguite da Zeno Colantoni
RICOSTRUZIONE DIGITALE DELLA FIRMA DELL AUTORE